CONVEGNO NAZIONALE Don Tonino, Vescovo secondo il Concilio CS/ 3



COMUNICATO STAMPA n. 3



 CONVEGNO NAZIONALE "Don Tonino, Vescovo secondo il Concilio"







Prima sessione



La prima sessione del convegno nazionale "Don Tonino, Vescovo secondo il
Concilio", moderata da Elvira Zaccagnino, presidente edizioni La Meridiana,
ha visto avvicendarsi negli interventi tre relatori: Mons. Giancarlo
Bregantini, vescovo di Locri, Claudio Ragaini, giornalista e già
vicedirettore del settimanale "Famiglia Cristiana" ed infine don Ignazio
Pansini, parroco in Molfetta.

Un cammino a ritroso, scandendo i momenti più salienti della formazione
dell'allora giovane sacerdote don Tonino, è stato tracciato da Claudio
Ragaini che ha evidenziato gli elementi che portarono a maturare quelle
scelte conciliari dapprima vissute come giovane prete accompagnatore di
mons. Ruotolo ai lavori conciliari, poi come parroco di Tricase ed infine
come vescovo della diocesi di Molfetta. In tutta questa evoluzione "don
Tonino - dice Ragaini- uscì dalla sagrestia per vivere in mezzo al popolo,
attento alle esigenze dei più bisognosi, sollecito al servizio della
comunità, innovatore instancabile di iniziative condotte con i laici". Per
don Tonino "Ugento rappresentò il granaio dove i semi del Concilio furono
riposti ed analizzati; Tricase il vivaio dove germogliarono; Molfetta, il
terreno dove ne raccolse i frutti maturi".

Efficaci le parole del vescovo di Locri che si è soffermato sul tema "Don
Tonino tra Bibbia e giornale". Mons. Bregantini, facendo riferimento anche
a ricordi personali, ha spiegato ai presenti come don Tonino è riuscito a
fare sintesi e a realizzare concretamente nella sua vita di Vescovo
l'affascinante connubio tra storia e fede, tra sapienza e scienza, tra
bibbia e giornale. "A mio giudizio - ha sostenuto il vescovo della Locride
-  posso dire che tale sintesi don Tonino l'ha imparata da alcune 'icone'
che lo hanno guidato con chiarezza: la Trinità, il cuore di Maria, le mani
di san Giuseppe e lo stile di san Francesco".  Il Sud e la sua gente, la
sua famiglia e Tricase, gli studi, "rapidi, ma intensi", il dopo Concilio
con le sue passioni, la presenza dei poveri, i giovani con il loro
entusiasmo, la "castità" e la "gratuità" della vita, furono per don Tonino
"i ponti tra vangelo e giornale", i mezzi di cui si servì per "traghettare
i cuori da una parte all'altra del fiume, senza bloccarli o inquinarli".
Tutto questo per mons. Bregantini ha un nome ed un impegno: la pace, perché
"la pace è custodia, la pace è verginità, la pace è croce innalzata
sull'egoismo umano, la pace è povero accolto, la pace è un sud che si
riscatta nel lavoro amato e fecondo, la pace è pane di casa spezzato e
condiviso, la pace è poesia che cambia il deserto in un giardino, la pace è
Trinità dolcissima in uguaglianza reale e distinzione personalizzata. La
pace è Cristo".

Un Concilio reso vivo nelle scelte pastorali operate nella Chiesa di
Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, è stato il filo conduttore
dell'intervento di don Ignazio Pansini. Tre sono state le opzioni di fondo
operate da don Tonino, le "luci di posizione" che hanno guidato il cammino
pastorale: privilegiare l'evangelizzazione, ristabilire il primato della
spiritualità, partire dagli ultimi. Queste scelte per don Tonino erano la
naturale attenzione alla persona dietro la quale si celava "un'identità
personale, un nome, un volto irripetibile al quale avvicinarsi e da
accarezzare. La persona al centro. Non un'idea. Non una struttura". Scelte
vissute in primo luogo nella Chiesa diocesana. La linfa da cui traeva
ispirazione mons. Bello era l'eucarestia, radice ultima del suo agire. "Non
per niente il primo e costante impegno di quell'uomo si è sviluppato
attorno all'eucarestia. I suoi scritti nascono come preghiera in cappella
dinanzi all'Eucarestia". Un'eucarestia inserita nel mistero trinitario che
è il punto di riferimento ed il motivo d'essere di ogni suo agire. In essa,
infatti, va ricercato "il prototipo stesso della Chiesa e dell'uomo".

A conclusione dei lavori è stato proiettato un cortometraggio realizzato da
Edoardo Winspeare, giovane regista salentino, che con il suo lavoro ha
voluto rendere omaggio a don Tonino, profeta di pace e soprattutto uomo del
sud. La prima serata del convegno si è così conclusa con lo spettacolo
teatrale "Chiamatemi don Tonino", realizzato dalla compagnia "Quelli che
con la voceŠProduzioni" e soprattutto ha lasciato nei presenti la
consapevolezza che il sogno del Concilio di far planare la chiesa tra gli
uomini, attraverso l'esempio di don Tonino, può diventare realtà mediante
l'impegno di tutti gli uomini di buona volontà.

Numeroso e partecipe il pubblico. Segnaliamo la presenza di Trifone Bello,
fratello minore di mons. Bello. 

A cura dell'Ufficio Stampa

Diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-Terlizzi





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