Bandiera della pace in chiesa: Bizzotto (Beati) risponde a Betori, e gli spedisce una bandiera



 Cari colleghi, vi inoltro la lettera di risposta di "Beati i costruttori
di pace" a mons. Betori circa la presenza delle bandiere della pace nelle
chiese, che gli e' stata inviata nei giorni scorsi assieme a una bandiera
della pace. Vi invito a diffonderla.
Grazie!

Mariagrazia Bonollo
uff.stampa Beati i Costruttori di Pace
348/2202662




 "Beati i costruttori di pace"

Associazione Nazionale di Volontariato - Onlus

Iscritta al Registro Regionale delle OO.VV. (L. Reg. Veneto n° 40/93)
con D.P.G.R. n° 46 del 12/2/98 (N° Classificazione PD0331)

Associata al Dipartimento di Pubblica Informazione delle Nazioni Unite




LETTERA  APERTA



Padova, 7 aprile 2003



     S.E. Mons. Giuseppe Betori

Segretario Generale Conferenza Episcopale Italiana

Circonvallazione Aurelia 50

00165 Roma



Eccellenza,

in questi giorni, si è svolta l'assemblea annuale dell'Ass. "Beati i
Costruttori di Pace".

Ci sentiamo edificati dalla tenacia, dalla forza e dalla lucidità con cui
il Papa si impegna per la pace e siamo commossi dal riconoscimento che fa
per il "vasto movimento contemporaneo a favore della pace".

Per questo siamo stati colpiti dal suo comunicato riguardo alla presenza
nelle chiese della bandiera della pace, definita "un simbolo sovrabbondante
e in qualche senso inutile".

Non avremmo voluto far notare la dissonanza della Sua nota, ma siamo
continuamente interpellati da tante persone stupite per questo
atteggiamento della Conferenza Episcopale. Abbiamo notato che nessuno è
intervenuto in proposito e non avremmo voluto farlo nemmeno noi, sapendo
quante comunità e anche quanti vescovi si sono esposti in questo periodo
per la pace.

Ma, in seguito a tutte le richieste giunteci, poiché siamo l'Associazione
che ha manifestato con la bandiera fin dal 1986 e siamo i principali
distributori della bandiera per la campagna "Pace da tutti i balconi",
abbiamo deciso di esprimere i nostri sentimenti e i nostri pensieri.

A livello di sentire comune, la Sua nota si trova all'interno di un
atteggiamento troppo discreto della Conferenza Episcopale sulla pace. Tanto
che molti continuano ad affermare che il Papa è solo nella Chiesa italiana.

Prima ancora di entrare nel merito non possiamo non far notare che il suo
comunicato è comparso nello stesso giorno in cui a Bagdad è stato
bombardato il reparto di maternità dell'ospedale.

Le considerazioni che abbiamo fatto in comune, riuniti in assemblea,
partono proprio dal Crocifisso.

Lei afferma che "il Crocifisso è già un bel simbolo". Per noi è molto di più.

Ma, che ne abbiamo fatto del Crocifisso, proprio riguardo alla
legittimazione della violenza e della guerra stessa, lungo i secoli?

E se basta il Crocifisso nelle chiese perché ci sono tutte le altre
immagini sacre?

Ormai da tempo, le nostre comunità celebrano l'Eucaristia con una grande
presenza di simboli per agganciare il rito alla vita e alla storia.

In un momento così drammatico della storia dei nostri giorni, con una
sofferenza così diffusa per tutte le vittime della guerra, perché le
bandiere della pace, che sono state esposte a migliaia dalla finestre della
case, non possono trovare un significato positivo anche nelle celebrazioni
della comunità cristiana?

Francamente non capiamo che cosa significhi "appropriazione ideologica
della pace", sapendo che per noi cristiani la pace è la parola creatrice
della Comunità del Risorto, quindi costitutiva della nostra identità
cristiana.

La bandiera porta i colori dell'arcobaleno, il segno biblico della prima
alleanza di Dio con tutta l'umanità e porta anche scritta la parola PACE.

Da quando è nata, la nostra Associazione ha portato quella bandiera
dovunque; ed è sempre stata accolta come segno di speranza e come simbolo
unificante e gioioso sia dove abbiamo incontrato la sofferenza e la
crudeltà della guerra, a Sarajevo come a Pristina, a Butembo come a Bagdad,
a





Gerusalemme come a Ramallah, sia nei luoghi privati che in quelli
istituzionali, come in tutte le celebrazioni ecumeniche per la pace.

Siamo ancora commossi per l'accoglienza che, da credenti e non credenti, ha
ricevuto la proposta di digiuno per la pace del Papa. E' la prima volta che
tante persone camminano insieme superando antiche barriere e difficoltà.
Anche la bandiera è stata uno dei segni di questo cammino comune.

Siamo stati in qualche modo travolti dalla quantità di richieste della
gente, che esponendo la bandiera ha espresso la propria obiezione alla
guerra e il proprio anelito di una pace che è bella nella diversità e
nell'insieme dei colori.

Le abbiamo scritto perché crediamo che il nostro amore per la Chiesa si
esprima anche con questa grande sincerità che ci dà anche l'ardire di
inviarLe una di queste bandiere, perché possa essere appesa al balcone
dell'edificio della CEI.



Le porgiamo cordiali e fraterni saluti,

per l'Assemblea dell'Ass. Nazionale Beati i Costruttori di Pace

il Presidente

don Albino Bizzotto



                                                                                   

Mariagrazia Bonollo
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348/2202662