Ankara, 28 III 2003: Rifacimento del processo di Leyla Zana



Ankara, 28 marzo 2003: e' iniziato il rifacimento del processo di Leyla Zana
e degli altri ex deputati kurdi incarcerati.
Prossima udienza il 25 aprile.

Cfr. la Sez. italiana del Sito Web multilingue "Freedom for Leyla Zana":
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/home.html
http://www.ranchdeiviandanti.it/LeylaZana/Retrial/it.html

Il 28 marzo 2003 e' iniziato il rifacimento del processo dei 4 ex deputati
kurdi del DEP, tra cui Leyla Zana, da parte della Corte di Sicurezza di
Stato di Ankara: essa ha respinto la richiesta della loro immediata
scarcerazione; hanno parlato i 4 ex deputati e 4 dei loro avvocati, mentre
erano assenti i testimoni; la prossima udienza sara' il 25 aprile, per
l'ascolto dei testimoni. Erano presenti al processo i due europarlamentari
del GUE (Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea) Luigi Vinci e
Feleknas Uca (in realta' il 13 marzo la Conferenza dei Presidenti del
Parlamento Europeo aveva deciso all'unanimità e in presenza di tutti i
presidenti dei gruppi politici l'invio ad Ankara di una delegazione
ufficiale "ad hoc" del Parlamento Europeo, composta da sette esponenti. In
seguito pero', erano subentrate 'manovre' per ostacolare la coerente
attuazione della decisione assunta). Erano presenti inoltre molte
personalita' ed associazioni internazionali, e funzionari e rappresentanti
della Commissione Europea, delle Ambasciate inglese, francese, tedesca e
greca (quest'ultima garantisce fino a giugno la presidenza dell'Unione
Europea, e percio' la sua presenza era particolarmente rappresentativa
dell'Unione Europea).

Si riporta qui una rassegna stampa sull'argomento (si rinvia pero' alla
Sezione in inglese del Sito, per maggiori approfondimenti: "Retrial of
Leyla Zana"), e soprattutto, un "estratto" dal discorso pronunciato da
Leyla Zana il 28 marzo alla riapertura del processo, nonche' i discorsi
degli altri ex parlamentari kurdi ri-processati.

Si invita a ridiffondere questa e-mail ai propri indirizzari, come sostegno
alle finalita' di democrazia per cui si stanno battendo gli ex parlamentari
kurdi incarcerati.

A.C.
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I N D I C E :

"Estratto" dal discorso pronunciato da Leyla Zana il 28 marzo alla
riapertura del processo

AFP - Agence France Press - Ankara, 28 marzo 2003
Alla riapertura del rifacimento del processo i parlamentari
kurdiincarcerati chiedono
piu' democrazia
in Turchia

AFP - Agence France Press - Ankara, 28 marzo 2003
Inizio del processo dei quattro ex deputati kurdi ad Ankara

Kurdish Observer - Francoforte, 3 marzo 2003
Il respingimento del proscioglimento degli ex deputati e' ingiusto.

Stefano Squarcina - il manifesto - Ankara, 29 Marzo 2003
Per Leyla Zana processo armato
Riaperto ad Ankara il processo ai quattro leader kurdi.Doccia fredda:
restano in carcere

ANSA - Strasburgo, 13 marzo
Turchia: Europarlamento, Osservatori a Processo Leyla Zana

Orsola Casagrande - il manifesto - Londra , 14 Marzo 2003
Turchia, guerra ai kurdi. Al bando il partito Hadep

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"Estratto" dal discorso pronunciato da Leyla Zana il 28 marzo alla
riapertura del processo

Rifare questo processo e' una cosa molto importante. Non si tratta solo di
un evento processuale ma di una riforma al livello del sistemo giuridico.
Siamo onorati di eserse la causa di una simile riforma. Tutti i diritti
acquisiti sono diritti duraturi; si tratta di un avanzamento democratico
significativo. Noi guardiamo l'esame di democrazia che la Turchia sta
affrontando. Lo svolgimento di questo processo determinera' il nostro
futuro. Ci sono due possibilita'; o l'esame democratico della Turchia avra'
un buon risultato, oppure la Turchia continuera' a collocarsi nell'elenco
dei paesi non democratici.

La cosa importante non e' la nostra liberta' personale. La cosa importante
e' la soluzione pubblica per tutti noi. Dicendo 'noi', voglio dire i popoli
della Turchia. Fino ad ora,  chi vuole la democrazia e la pace viene
arrestato, condannato e torturato, ed e' privato della liberta. Non é
sufficente poter dire che ci sono dei guidici giusti. Si deve poter dire
che esiste in Turchia la democrazia e la guistizia. Nove anni fa la
decisione della Corte era la decisione del potere politico. Se la Guistizia
avesse voluto assumere una buona decisone non avrebbe potuto farlo perche'
i guidici non erano liberi. Oggi ci sono molti cambiamenti importanti.

Nove anni fa, il nostro paese era un lago di sangue. Non c'era dialogo.
C'erano i morti, la sofferenza per i morti. C'era un dialogo tra sordi e
cechi. Noi siamo arrivati al Parlamento da queste sofferenze. Noi volevamo
fermare il sangue che scorreva. Noi abbiamo voluto essere i rappresentanti
dell'amore e della fraternita'.

Io sono, in primo luogo, una donna, in secondo luogo sono una madre, in
ultimo sono una attivista politica. Il mio cuore batte prima per la madre e
i figli.  Oggi noi abbiamo molto bisogno della fraternita'. Noi vogliamo in
primo luogo la fraternita' dei kurdi e dei turchi. Soltanto l'amore puo'
curare le ferite della guerra che e' durata quindici anni.

La Turchia porta le tracce della civilita' dell'Anatolia e la Mesopotamia.
Questo fondamento di cultura pone la speranza del progresso. La Turchia ha
fatto un passo per entrare alla Comunita' Europea. Non puo' retrocedere.
Vogliamo che l'Europa faccia un po' piu' di sforzo di negoziato per aiutare
l'ingresso della Turchia nella Comunita' Europea. Se la Turchia diventa un
paese democratico sara' un centro di democrazia in Medio oriente.

La bellezza dell'arcobaleno e' che arriva dopo la pioggia e che e' ricco di
differenti colori.  Noi possiamo danzare sotto l'arcobaleno. I Diritti
umani sono come la possibilita' di danzare tutti insieme con molti colori.

Leyla Zana

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AFP - Agence France Press
http://hosting.afp.com/clients/ikp/english/news/030328164259.l5r2hgmf.html

Alla riapertura del rifacimento del processo i parlamentari kurdi
incarcerati chiedono
piu' democrazia
in Turchia

ANKARA, 28 marzo - 17h42 - I militanti politici kurdi Leyla Zana e altri
tre ex deputati sono comparsi venerdi' di fronte alla Corte all'inizio di
un rifacimento di processo attentamente osservato, reso possibile in
seguito alle riforme sollecitate alla Turchia per promuovere il suo
tentativo europeo. La Corte di Sicurezza di Stato ha immediatamente
respinto una richiesta di rilasciare i quattro durante il processo,
scatenando la severa critica da parte dei membri del Parlamento europeo che
seguivano la seduta. Erano presenti all'udienza due membri del Parlamento
europeo - il quale aveva conferito a Zana il proprio Premio Sakharov per la
Liberta' di Pensiero nel 1995 - come pure rappresentanti diplomatici ed
attivisti dei Diritti umani. Luigi Vinci, un parlamentare europeo, furente
di fronte alla decisione del giudice di tenere in prigione i quattro, ha
affermato che sarebbe uno scandalo se essi non venissero rilasciati alla
prossima udienza, il 25 aprile. Egli ha dichiarato ad Agence France Press:
"La Turchia ha perso una occasione per dimostrare un effettivo orientamento
democratico".

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AFP - Agence France Press
http://www.ataturquie.asso.fr/actu030328.htm

Inizio del processo dei quattro ex deputati kurdi ad Ankara

28 marzo 2003

[...] La Corte europea dei diritti umani aveva giudicato iniquo il loro
processo, ed il Consiglio d'Europa ne aveva richiesto ad Ankara il
rifacimento. Il Parlamento turco, nel quadro delle misure destinate a
favorire l'avvicinamento del Paese all'Unione europea, aveva adottato in
gennaio una legge che autorizza nuovi processi per i casi le cui sentenze
sono stati condannati dalla Corte di Strasburgo. La Turchia e' candidata
dal 1999 all'UE. Questa dovra' pronunciarsi alla fine del 2004
sull'apertura dei negoziati di adesione con Ankara, in funzione dei
progressi realizzati nelle riforme da parte delle autorita' turche. La
Commissione europea ha indicato giovedi' di seguire "molto da vicino"
questo processo. "Noi vogliamo un processo equo poiche' la procedura
giuridica nel 1994 non era stata equa, ed i diritti della difesa in quel
periodo erano stati violati" ha affermato Luigi Vinci, un deputato italiano
del Parlamento europeo presente per il processo. "Noi ci auguriamo che la
Turchia possa dimostrare con questo processo la sua intenzione di

conformarsi alle norme democratiche europee", ha aggiunto poco prima
dell'inizio del processo. Feleknas Uca, deputata tedesca al Parlamento
europeo, da parte sua si e' felicitata delle riforme recentemente adottate
dal Parlamento turco, ritenendo tuttavia che esse devono essere messe in
pratica.

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Kurdish Observer - 3 marzo 2003

http://www.kurdishobserver.com/2003/03/03/hab01.html

Il respingimento del proscioglimento degli ex deputati e' ingiusto.

MHA - Francoforte

La Corte di Sicurezza di Stato n. 1 di Ankara ha acconsentito di rifare il
processo degli ex deputati del DEP Leyla Zana, Selim Sadak, Hatip Dicle e
Orhan Dogan in accordo con le nuove leggi. Il loro avvocato Yusuf Alatas ha
affermato che essi avevano fatto ricorso alla Corte per il loro
proscioglimento, in considerazione della loro carcerazione. "Ma essa ha
respinto la loro richiesta [...]. Lo ritengo ingiusto" ha detto l'avvocato.
Alatas ha continuato affermando: "La Corte ha approvato il rifacimento del
processo solo su base procedurale. Se esso deve essere celebrato un'altra
volta per la natura stessa del caso, il precedente verdetto dovrebbe essere
ignorato. La vicenda e' positiva per il fatto del rifacimento del processo,
ma e' negativa per il respingimento del proscioglimento. Essi dovrebbero
prendere in considerazione il periodo della carcerazione. [...] Poiche'
queste persone sono state in prigione per 9 anni, il rifacimento del
processo con carcerazione provochera' ingiuste conseguenze. Anche se essi
dovessero ricevere la stessa sentenza al termine, sarebbe sempre possibile
metterli di nuovo in prigione per il resto della condanna. Ma se al
contrario la Corte non li rilascia, ed il processo dovesse continuare per
altri due anni, anche se essi dovessero pronunciare una sentenza piu'
favorevole sarebbe impossibile rimediare alle conseguenze negative". [...]

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Stefano Squarcina - il manifesto - 29 Marzo 2003

Per Leyla Zana processo armato
Riaperto ad Ankara il processo ai quattro leader kurdi.
Doccia fredda: restano in carcere

Ankara

Ci sono solo posti in piedi nella gremita aula del Tribunale per la
Sicurezza dello Stato di Ankara dove si è riaperto il processo a Leyla
Zana, Hatip Dicle, Orhan Dogan e Selim Sadak, i quattro ex-deputati turchi
di origine curda in prigione dal 2 marzo 1994. Allora furono accusati di
«propaganda terrorista» e «separatismo». Ma la loro unica colpa fu di
parlare in lingua curda dentro il parlamento turco, di rivendicare
l'esistenza del loro popolo, di chiedere il riconoscimento dei diritti
civili, politici e culturali fondamentali per i Curdi. Dodici soldati
armati delle forze speciali turche circondano il banco degli imputati,
armati con fucili d'assalto di fabbricazione Usa. La riapertura del
processo in realtà è mal sopportata dalla magistratura turca: è stata
imposta da una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di
Straburgo del 17 luglio 2001 che ha giudicato «iniquo» il precedente
processo, tenutosi nell'ambito di una corte militare, incompatibile con la
Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo di cui la Turchia è firmataria.
Ecco finalmente gli imputati. Il presidente del tribunale - che
contrariamente agli altri due membri del collegio giudicante aveva votato
contro la riapertura del processo - dà la parola ai quattro leader curdi.
Selim Sadk parla di un «processo politico voluto da uno stato totalitario
che non vuole farsi carico della questione curda; una società democratica è
tale se permette a molte voci di esprimersi», e -con l'aiuto di Orhan Dogan
che è avvocato di professione- smonta punto per punto le accuse che li
hanno portati in carcere da oltre nove anni. Hatip Dicle parla di «una
Turchia dove turchi e curdi hanno convissuto pacificamente per secoli» e
ricorda che «la nostra liberazione è un banco di prova per la democrazia in
questo paese».
Tutti aspettano Leyla Zana, che apre dicendosi «addolorata per le
sofferenze inflitte al popolo iracheno in questa guerra ingiusta». Il suo è
un messaggio di speranza e di tolleranza. «Dopo la pioggia viene
l'arcobaleno e so che presto il popolo curdo danzerà sotto i colori
dell'arcobaleno della pace». Il suo è un discorso politico : «Non siamo
separatisti, vogliamo la convivenza pacifica e lo sviluppo della Turchia».
Leyla è un simbolo di libertà, la sua storia è fatta di nonviolenza. «Prima
di tutto sono una donna, poi una madre ed infine una politica: vi dico che
mi sconvolge questo sistema politico ed economico che fa delle donne le
prime vittime della violenza». Il presidente del tribunale chiede di
ascoltare i testimoni dell'accusa, ma non ce n'è uno che si presenta. E'
quasi un colpo di scena, che induce gli oltre venti avvocati della difesa a
chiedere l'immediata scarcerazione dei più' famosi prigionieri politici
curdi. Potrebbe essere vicina la loro liberazione, anche perché la riforma
del codice penale turco degli ultimi anni ha di fatto cancellato molti
degli articoli che avevano portato alla loro carcerazione. Ma è una doccia
fredda : dopo circa 5 minuti di camera di consiglio - a cui partecipa,
fatto inaudito, il pubblico ministero mentre la difesa resta fuori - il
tribunale decide che i quattro restano in carcere e che invierà la polizia
a cercare i testimoni. «E' grave quanto è successo - dice il deputato
europeo del Prc Luigi Vinci, ad Ankara come osservatore
dell'Europarlamento- la Turchia ha perso l'occasione di fare i conti con la
sua politica di repressione». Il processo è rinviato al 25 aprile. Della
nostra rappresentanza diplomatica non c'era nessuno.

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http://www.ansa.it/europa/europarlamento/20030313124932500625.html 

Turchia: Europarlamento, Osservatori a Processo Leyla Zana

(ANSA) - STRASBURGO, 13 marzo - L'Europarlamento ha deciso oggi a
Strasburgo l'invio di una delegazione di 7 osservatori al nuovo processo
contro la deputata curda Leyla Zana, che iniziera' ad Ankara il 28 marzo.
La decisione e' stata presa dalla conferenza dei capigruppo, ha indicato un
portavoce dell'assemblea Ue. Il nuovo processo contro Zana, in carcere dal
1994 dopo una condanna per separatismo da parte della corte di sicurezza
dello stato turca, proclamata nel 1995 premio Sakharov per la liberta' di
pensiero dall'Europarlamento, e' stato deciso dopo che la Turchia e' stata
condannata dalla corte europea dei diritti umani per il carattere ''non
equo'' del primo procedimento. Con Zana, la piu' celebre detenuta politica
turca, saranno nuovamente giudicati gli altri tre deputati curdi condannati
nel 1994. (ANSA). CEF

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il manifesto - 14 Marzo 2003 - Orsola Casagrande
Turchia, guerra ai kurdi. Al bando il partito Hadep
LONDRA

La corte costituzionale turca ha ieri dichiarato fuorilegge il partito
filokurdo Hadep (Partito della democrazia del popolo) e ha
contemporaneamente chiesto la messa al bando anche del Dehap (la coalizione
a tre, formata da Hadep, Emep e Shp, che ha partecipato alle elezioni del
novembre scorso). Impossibile non collegare la sentenza contro l'Hadep a
quella della Corte europea per i diritti umani che proprio mercoledì aveva
condannato la Turchia per il processo contro Abdullah Ocalan. E' evidente
che il verdetto sull'Hadep (raggiunto all'unanimità dagli 11 giudici della
corte costituzionale) è tutto politico. La motivazione con cui il partito
filokurdo viene messo al bando è la stessa che da anni ormai viene
reiterata contro qualunque partito che osi parlare di questione kurda e di
pace (dall'Hep, al Dep): sostegno al terrorismo del Pkk, il partito dei
lavoratori del Kurdistan (oggi Kadek). Vengono interdetti dall'attività
politica per un periodo di cinque anni 46 dirigenti dell'Hadep e la corte
ha anche ordinato il sequestro di tutti i beni del partito. (...) La
sentenza della corte costituzionale e la richiesta di mettere al bando
anche il Dehap, arriva anche a due settimane dall'avvio del nuovo processo
contro Leyla Zana e gli altri tre ex deputati del Dep (predecessore
dell'Hadep), che si aprirà a Ankara il 28 marzo. Il nuovo procedimento
contro i quattro ex parlamentari (in carcere dal '94) è stato ordinato
proprio dalla Corte europea per i diritti umani che in una precedente
sentenza aveva condannato la Turchia giudicando ingiusto il primo processo
che si era concluso con sentenze di quindici anni per i quattro imputati.



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