ERRATA CORRIGE Appello "Disarmiamo EXA 2003"





Cari amici e care amiche,
vi allego un'importante correzione al materiale che vi ho spedito alcuni
giorni fa.
Il testo non aveva una sola indicazione dei soggetti al femminile.
Ho provveduto a correggere il tutto.
Vi prego, nel caso che vi interessasse il contenuto, o se voleste
divulgarlo, di utilizzare i testi seguenti.
Grazie
Mimmo Cortese





Brescia, febbraio 2003





Cari amici, care amiche



vi inviamo qui allegato un appello attraverso il quale vorremmo avviare
anche quest'anno la campagna "Disarmiamo Exa 2003".



Come molti/e di voi sanno, nei mesi che ci hanno separato dalla campagna
dello scorso anno non siamo stati fermi.



Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e
organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa
per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003.



Formulavamo in quell'appello una minima richiesta: che in quella mostra
venisse esposto esclusivamente ciò che effettivamente è promosso nel
marchio pubblicitario di EXA, cioè "armi sportive e da caccia".



Non c'è stato nulla da fare. Ci hanno risposto affermando che la ricerca
del profitto non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno.
Ciò che viene esposto è legale e le armi - tutte - sono un prodotto come un
altro.



Non solo, abbiamo dato in questi mesi il nostro contributo affinché il
percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi
leggere (OPAL) andasse avanti. Speriamo, quanto prima, di potere avviare
anche questa importante novità tra le iniziative prodotte a Brescia.



Ora però EXA 2003 è alle porte e chiunque pensi che sia un problema
produrre, promuovere e diffondere armi per la difesa personale, per la
repressione violenta della libertà di pensiero e di manifestazione e per
l'uso bellico dovrebbe essere seriamente preoccupato.



Non crediamo utile dilungarci sugli argomenti già sviluppati nell'appello.



Speriamo fortemente però che si manifesti il vostro sostegno a questa
iniziativa. Siamo pronti a discutere con voi di ogni eventuale
arricchimento, ogni integrazione, ogni approfondimento, su questa direzione
di lavoro, sugli eventuali sviluppi al lancio della campagna. Speriamo che
si esprima con la più grande varietà di iniziative, attraverso la
sensibilità e la storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la
costruzione di un mondo senza armi. Speriamo di potere esprimere insieme la
volontà di pace e giustizia proprie di grandissima parte della società
civile di Brescia e del Paese.





Vi inviamo i nostri più cordiali saluti.



Per il Brescia Social Forum



Mimmo Cortese



APPELLO



CAMPAGNA DISARMIAMO EXA 2003



UNA CITTÁ SICURA SENZA ARMI



UNA CITTÁ SI CURA CON LA SOLIDARIETÁ, LA GIUSTIZIA SOCIALE,



LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, L'ACCOGLIENZA, DIRITTI EGUALI PER TUTTI/E





BRESCIA, 12 - 15 APRILE 2003





Quest'anno, dal 12 al 15 aprile, Brescia ospita la ventiduesima edizione di
EXA, uno degli appuntamenti espositivi più importanti per le maggiori
aziende produttrici di armi leggere e di piccolo calibro a livello mondiale.



Secondo la pubblicistica degli organizzatori l'esposizione promuove l'uso
delle "armi sportive e dell'outdoor". In realtà l'esposizione è ampliata
alle armi da difesa personale (pistole e revolver in grande quantità),
articoli antisommossa per le polizie di tutto il mondo (compresi
manganelli, gas lacrimogeni, bersagli in forma di sagome umane,
abbigliamento per corpi speciali) e fucili Sniper (quelli usati dai
cecchini che mirano obbiettivi umani), armi che pur non essendo
classificate "da guerra", per la legge italiana, sono state vendute
illegalmente (spesso sotto la copertura del commercio legale, come ci ha
ricordato Mons. R. Martino, rappresentante della Santa Sede all'Onu, nel
suo intervento alla 56ma Sessione Generale dell'Onu dell'ottobre 2001) e
usate nell'ultimo decennio nei conflitti che hanno insanguinato grandi aree
del pianeta.



Un'EXA cosiffatta finisce per promuovere non l'attività sportiva ma l'idea
di un mondo armato, di una società in cui il ricorso alle armi è diventato
una faccenda banale, cosa di tutti i giorni ed alla portata di tutti/e. Una
mostra che nelle giornate aperte al pubblico viene infatti visitata da
migliaia di semplici cittadini/e, tra cui molti ragazze/i, tante/i delle/i
quali minori.



La società che trascolora da quella rassegna è quella nella quale la
sicurezza viene affidata alle forze speciali, alle polizie d'ogni ordine e
grado e infine al "fai da te", come molte forze politiche - anche
governative - propugnano da tempo e che anche l'attuale ministro alla
Difesa, On. Martino, ha recentemente ha auspicato, proponendo una modifica
della legge sul porto d'armi nel nostro paese. Una società in preda alla
paura, che alimenta e promuove una inaccettabile cultura, con un unico
strumento a sua disposizione: la violenza!



Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e
organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa
per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003. L'appello
sottoscritto formulava, agli organizzatori della rassegna, una semplice
richiesta: esponete esclusivamente ciò che effettivamente viene promosso
nel vostro marchio pubblicitario, "armi sportive e da caccia". Eliminate
dal campionario in mostra tutte le armi da difesa personale e ad uso di
corpi speciali e polizie! Ma anche su questo terreno, quello - minimale -
della stretta coerenza con quanto dichiarato dagli organizzatori stessi nel
marchio pubblicitario della mostra, non c'è stato nulla da fare: le armi
leggere sono - tutte! - un prodotto come un altro. La ricerca del profitto
non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno. Il nostro
appello è stato respinto.



Il parlamento italiano sta chiudendo in questi giorni la discussione sulle
modifiche alla legge 185 sul controllo e la limitazione del commercio di
armi. Scopo evidente delle proposte di modifica è rendere molto più
permissiva la normativa vigente. E' a nostro avviso di grande importanza
dare sostegno alle campagne in atto nel Paese a difesa della legge 185/90.



Disarmare Exa significa anche denunciare la finanza armata: le connessioni
tra finanza ufficiale e paradisi fiscali, le banche che finanziano il
traffico internazionale di armi, gli Stati che destinano quote importanti
del loro P.I.L. alle spese militari, sottraendole alla spesa sociale; le
lobbies e i potentati che influenzano scelte politiche, gravide di effetti
distruttivi nel mondo.



Nell'ultimo decennio due milioni e mezzo di bambini/e sono stati uccisi/e
in conflitti dove sono state usate armi leggere e cinque milioni sono
diventati/e disabili. Si stima che soltanto in Afghanistan vi siano circa
dieci milioni di armi di piccolo calibro; sette milioni in Africa
Occidentale, circa due milioni in America Centrale. Nei moltissimi
conflitti scoppiati nell'ultimo decennio circa la metà delle armi
complessive utilizzate per le operazioni di guerra sono delle tipologie
prodotte dalle aziende che espongono ad Exa. Oggi nel mondo circolano
cinquecentocinquanta milioni di armi leggere oltre a quelle usate da
polizie ed eserciti.



Nel luglio 2001 il Segretario Generale dell'O.N.U. Kofhi Annan, ha definito
le armi leggere e di piccolo calibro, "armi di distruzione di massa".



L'Italia è il terzo Paese produttore mondiale di armi leggere. Circa l'90%
delle armi leggere prodotte in Italia viene da Brescia. Crediamo sia venuto
il momento di avviare una riflessione profonda sulla produzione e il
commercio dei sistemi d'arma.



Al termine della campagna che abbiamo intrapreso nel 2002 è stato avviato
un percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi
leggere (OPAL) attraverso il quale monitorare e studiare la produzione e il
commercio in quel settore, ma anche per riaprire la prospettiva - complessa
e di lungo periodo, ma certo praticabile e ineludibile - della
riconversione dell'industria armiera di natura bellica a produzioni civili,
garantendo reddito e occupazione ai lavoratori. Considerato anche che negli
ultimi 10 anni si è ridotta l'occupazione nel settore armiero bresciano di
oltre il 50%. Oltre 3000 addetti in meno a fronte di un aumento di
produzione e di profitto aziendale. La delocalizzazione, uno dei tanti
frutti amari della globalizzazione neoliberista, ha investito anche questo
settore. Crediamo quindi sia interesse anche dei lavoratori, delle
lavoratrci e delle loro famiglie iniziare a interrogarsi sul complesso di
questo sistema produttivo.



Opporsi ad EXA significa anche dire un no concreto e forte a tutte le
guerre, un no concreto e forte alla guerra minacciata all'Irak dalla
coalizione guidata dagli Stati Uniti d'America. Un'avventura catastrofica
cui anche il nostro governo si è accodato con solerzia, in violazione
dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana ("L'Italia ripudia la
guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali").
Una guerra per garantire non la sicurezza comune, né la lotta al
terrorismo, bensì il dominio imperiale di pochi ricchi sulle più importanti
risorse del pianeta. Oggi per il petrolio, domani per l'acqua. Un conflitto
che inaugurerebbe la Guerra Preventiva di Bush, vera e propria aberrazione,
svolta di civiltà verso la catastrofe del diritto e della convivenza
internazionale.



Per queste ragioni facciamo appello a tutte le realtà associative,
politiche, sindacali, ai singoli cittadini/e, perché manifestino in mille
forme pacifiche e chiare l'opposizione alla produzione, alla promozione e
alla diffusione di armi per la difesa personale, per la repressione
violenta della libertà di pensiero e di manifestazione e per l'uso bellico.
Esprimiamo con la più grande varietà di iniziative, attraverso la
sensibilità e la storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la
costruzione di un mondo senza armi. Esprimiamo insieme la volontà di pace e
giustizia proprie di grandissima parte della società civile di Brescia e
del Paese.



A Brescia, il 12 e il 15 aprile 2003, in concomitanza con l'esposizione di EXA.



Le adesioni all'appello, che possono essere tanto a titolo personale quanto
a nome di realtà collettive, devono essere inviate via mail a
bsf at bresciasocialforum.org