Un'altra Torino è possibile. Il lavoro, l'ambiente, la pace, il nostro futuro.



Un'altra Torino è possibile.
Il lavoro, l'ambiente, la pace, il nostro futuro.

Siamo sindacati, associazioni, gruppi, movimenti, partiti impegnati nella
ricostruzione di un progetto di futuro della città che coinvolga i
cittadini e che muova dalla necessità di garantire i diritti di
cittadinanza e la difesa dell'occupazione, nel rispetto dell'ambiente e del
territorio.

Siamo preoccupati dalla mancanza di risposte alla  crisi Fiat che per la
nostra città rappresenta un dramma, innanzitutto per le migliaia di
lavoratori e lavoratrici dell'auto e dell'indotto già oggi in cassa
integrazione e minacciati di licenziamento, ma anche per le conseguenze che
Torino subirà in termini di disgregazione sociale e di incertezza verso il
futuro.

L'industria dell'auto ha segnato profondamente il profilo della città
imponendo uno stile di governo e un modello di sviluppo e di trasporti che
oggi dimostrano i propri  limiti nell'inerzia dei poteri locali, nei
livelli di inquinamento, nella crisi permanente della mobilità urbana. E'
inoltre un'industria che si è basata su modi di produzione ed ha indotto
consumi fortemente energivori, fondati sulla disponibilità ilimitata del
petrolio e dei suoi derivati per il cui controllo ci si appresta oggi ad
una nuova, devastante guerra. Una guerra che respingiamo senza dubbi o
tentennamenti, che vogliamo contrastare con azioni locali e impegnandoci
nella preparazione della manifestazione nazionale del 15 febbraio prossimo.

Pensiamo quindi necessaria una profonda trasformazione di quell'industria e
riteniamo che Torino potrà evitare la deindustrializzazione e accompagnare
i processi di trasformazione solo se sapremo avviare un percorso
progettuale e di ricerca utile ad innescare un circuito virtuoso tra
tecnologia, legislazione, scienza che miri a produzioni e a sistemi di
mobilità ecocompatibili.

Un percorso che riteniamo prioritario  rispetto agli  investimenti per le
"grandi opere" (TAV/TAC) e i grandi eventi (Olimpiadi 2006), iniziative
queste che non tengono conto delle popolazioni residenti, che mettono a
rischio il territorio e le risorse naturali e non costituiscono, anche per
il loro carattere temporaneo, un'alternativa occupazionale alla crisi
industriale, anzi preparano un mercato del lavoro fatto di precarizzazione,
riduzione dei diritti e solitudine delle persone.

Vediamo con preoccupazione che sui temi dell'occupazione, dell'ambiente e
del futuro di Torino, in rapporto alla crisi Fiat, le risposte dei governi
nazionale e locali sono mancate o si sono limitate a pure dichiarazioni di
principio; pensiamo invece necessario e urgente riprendere sia le pratiche
di sostegno, anche materiale, alla lotta dei lavoratori e delle
lavoratrici, sia la discussione attorno ad un diverso modello di sviluppo.

Per queste ragioni promuoviamo per il 1 Febbraio tre tavoli di confronto
sociale su un altro futuro possibile per Torino.

E' una proposta che rivolgiamo a tutte e a tutti: cittadini, lavoratori,
studenti; alle forze sociali, alle associazioni Torinesi.
I tavoli si terranno presso il politecnico di Torino e si propongono, in
continuità con le lotte e i movimenti dell'ultimo anno,  come una sede di
confronto per definire insieme le forme e gli obiettivi per la costruzione
di una vertenza sociale per la città, a cominciare da politiche di sostegno
al reddito per i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione e le
loro famiglie, sotto forma di detassazioni e di accesso agevolato ai
servizi o come supporto economico diretto.


I Tavoli

Lavoro, diritti e cittadinanza
- Diritti eguali per tutti, Italiani e Migranti;
- estensione dell'art. 18 per tutti i lavori ed estensione delle garanzie
per tutte le lavoratrici e i lavoratori atipici.
- Garanzia dei servizi sociali fondamentali (istruzione, assistenza, sanità).
- Attivazione di processi decisionale aperti, trasparenti e partecipativi.

Deindustrializzazione e grandi opere: sono queste le prospettive per Torino?
- Dall'industria al terziario finanziario e dei servizi; anche col consenso
dei governi locali la ricerca del profitto si sposta dalle attività
industriali alla cantieristica delle grandi opere e dei grandi eventi.
- La cantieristica: rischi di precarizzazione, abbassamento delle tutele e
pericoli per la salute.
- Aree industriali dismesse e speculazione fondiaria in assenza di
sufficienti controlli pubblici. 
- Ripensare la città per fornire occasioni di lavoro stabile e dignitoso
nei settori della prevenzione dei rischi ambientali, della produzione di
energia da fonti rinnovabili, della ricerca e sperimentazione di nuove
produzioni e nuove abitazioni a basso impatto, progettati nel quadro di
cicli finalizzati al recupero e riciclo di parti e materiali.

Crisi Fiat, difesa dell'occupazione, auto ecocompatibili e nuovo modello di
mobilità urbana
- Respingere il piano Fiat-Governo, mantenere i lavoratori in rapporto con
il lavoro (rotazione, contratti di solidarietà).
- Nuovi investimenti, anche pubblici, per la ricerca e lo sviluppo di nuovi
prodotti finalizzati ad un diverso utilizzo dell'auto, nel quadro di un
nuovo modello di mobilità urbana.
- Promuovere, anche attraverso il tavolo già richiesto dalle oo.ss. e dalle
associazioni ambientaliste, i veicoli ecocompatibili, abbattere le
emissioni e incentivare la mobilità sostenibile.

Intendiamo proseguire nella mobilitazione lanciando:
1. la proposta di una domenica senza auto incentrata sulla necessità di
avversare la guerra che ci si appresta a combattere per il petrolio;
2. una significativa iniziativa pubblica di sostegno alla lotta dei
lavoratori Fiat.