I: [S&P] Iraq: Il piano statunitense per provocare la guerra




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Oggetto: [S&P] Iraq: Il piano statunitense per provocare la guerra



Il piano statunitense per provocare la guerra


da  http://www.zmag.org/Italy/rai-iraqweapondeclaration.htm

23 Dicembre 2002
ZNet

Il rapporto sugli armamenti iracheni
Il piano statunitense per provocare la guerra

di Milan Rai

Traduzione di Fabio Berardi

IMPRECISIONI NEL RAPPORTO IRACHENO SUGLI ARMAMENTI

Il 7 dicembre, con un giorno di anticipo, l'Iraq ha consegnato agli
ispettori delle Nazioni Unite un rapporto sulle sue attività
riguardanti le armi di distruzione di massa ed i missili a lungo
raggio - banditi dalla risoluzione 687 del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite.

Il rapporto - 'Un aggiornato, pieno e completo resoconto accompagnato
da documenti di supporto' - è lungo oltre 12.000 pagine: 6.287 delle
quali su missili a lungo raggio; 2.081 sulle attività nucleari fino al
1991 (300
pagine per il periodo successivo) e 1.334 pagine sulle attività
biologiche (352 delle quali sul processo di monitoraggio da parte
dell'ONU). Il contenuto delle pagine, rilasciato dagli USA,
'rafforzerebbe l'iniziale
valutazione che la maggior parte della dichiarazione è una ristampa
dei precedenti rapporti sui programmi d'armamento dell'Iraq rilasciati
alle Nazioni Unite' (Guardian, 11 Dicembre, pag.17).

Viene generalmente riportato che il rapporto del 7 dicembre è stato
deliberatamente gonfiato dall'Iraq per farlo diventare un voluminoso
documento che richiederà mesi per essere verificato. Il redattore
Bruce
Anderson scrive, 'Uno scrupoloso esame di piccole falsità
richiederebbe inevitabilmente dei mesi: ben oltre febbraio' (il
periodo che Anderson suppone ottimale per l'inizio della guerra -
parere credibile e ampiamente
condiviso), (Independent, 9 dicembre, pag.14).

Tuttavia, sono stati USA e Regno Unito a scrivere la risoluzione 1441
del Consiglio di Sicurezza, che richiede all'Iraq non solo di riferire
sul suo programma di armamenti, ma anche su 'tutti gli altri programmi
chimici,
biologici e nucleari includendo qualsiasi cosa che essi dichiarano per
scopi non collegati alla produzione di armamenti o sostanze'. Il
capo-ispettore ONU sugli armamenti Hans Blix ha commentato che mentre
è possibile per l'Iraq scrivere un rapporto per i programmi
d'armamento del passato e del presente in 30 giorni - 'e lo stesso
dovrebbe essere vero per i rimanenti programmi sul nucleare ad uso
pacifico' - 'per dichiarare tutti gli altri programmi chimici in un
paese con un'industria chimica a buon diritto ampia, così come per
altri programmi di ricerca biologica, può diventare più problematico
in un tempo breve' (Blix, 'Note per il briefing al Consiglio di
Sicurezza, 28 ottobre 2002)', www.casi.org.uk).

Riportare in 30 giorni tutte le attività biologiche e chimiche in Iraq
(includendo ogni tino in fermentazione nel paese) viene considerato
per l'Iraq impossibile. Chiaramente questa è stata anche la causa che
ha portato
l'Iraq alla produzione di un rapporto voluminoso.

LA DOPPIA CAUSA SCATENANTE

E ogni omissione nella dichiarazione, ogni tino in fermentazione non
riportato, può costare caro al popolo iracheno. La risoluzione 1441
dice:

dichiarazioni false od omissioni nelle dichiarazioni rilasciate
dall'Iraq in conformità a questa risoluzione e il mancato assenso in
ogni momento a cooperare pienamente nell'adempimento di questa
risoluzione costituirà un ulteriore 'sostanziale violazione' degli
obblighi che ha l'Iraq (Paragrafo 4).

La frase 'sostanziale violazione' viene (erroneamente) interpretata da
Washington e Londra come l'autorizzazione ad iniziare la guerra.
Quindi, se l'Iraq non ha compilato un elenco completo di tutte le sue
attività civili sia chimiche che biologiche, ciò può contribuire ad
una (ingiustificata) pretesa USA di legittimità nell'inizio di una
guerra (vedi ARROW Anti-War Briefing 25: 'Material Breach' per
maggiori dettagli).

Nel paragrafo 4 della risoluzione ci sono due condizioni:
'dichiarazioni false od omissioni nelle dichiarazioni rilasciate
dall'Iraq in conformità a questa risoluzione e il mancato assenso in
ogni momento a cooperare
pienamente nell'adempimento di questa risoluzione'. Una fonte inglese
afferma: 'La risoluzione parla di una dichiarazione falsa o incompleta
più una non cooperazione o non adesione. La parola importante è
"più"... Il
documento in sé non è un innesco per la guerra' (Observer, 8 dicembre,
pag.21).

'L'uso di "e" piuttosto che "o" è stata intensamente dibattuta dal
Consiglio di Sicurezza. Ed era una condizione per il sostegno unanime
della risoluzione. Malgrado i suggerimenti contrari di Bush e Blair,
la maggior parte dei funzionari a Washington e a Londra erano
d'accordo che questa formulazione significava che il rapporto dell'8
dicembre da solo non avrebbe fornito una giustificazione per azioni
militari. (Guardian, 27 novembre, pag.20).

Ciò che è necessario è un insieme di ritardi o veri e propri rifiuti
nel consentire l'accesso dei funzionari ai vari siti' - 'Molto
dipenderà da come il comportamento iracheno verrà descritto dal signor
Blix e dal suo consigliere capo-ispettore sugli armamenti, Mohammed
el-Baradei' (Guardian, 27 novembre, pag. 20).

Alcuni falchi a Washington stanno spingendo per una singola causa
scatenante: il vice presidente americano Dick Cheney 'ha preso la
posizione più belligerante, insistendo presso il Presidente che ogni
omissione - non
importa quanto piccola - costituirà una sostanziale violazione'
(Observer, 8 dicembre, pag. 21). 'Alcuni alti funzionari
dell'amministrazione Bush credono che se può essere dimostrato che
Saddam ha mentito allora sarebbe superfluo per gli ispettori ONU
continuare... i funzionari americani hanno detto al Daily Telegraph
che la guerra ora dovrebbe realisticamente iniziare a gennaio [2003]
ed il segnale che il processo di ispezione debba finire dovrebbe
essere una dichiarazione ufficiale da parte della Casa Bianca nella
quale si dice che l'Iraq è 'inadempiente' alla risoluzione 1441'
(Telegraph, 10 dicembre, pag. 13).

Assumendo che i falchi vengano battuti, l'obiettivo statunitense
allora sarà per prima cosa quello di dimostrare al mondo che il
rapporto sugli armamenti è corrotto, e quindi creare una controversia
tra gli ispettori e Baghdad che possa credibilmente essere descritta
come un atteggiamento di non cooperazione.

ENTRANO IN SCENA I SERVIZI SEGRETI USA E BRITANNICI?

Un modo per dimostrare che il rapporto è falso dovrebbe essere quello
di dispiegare i servizi segreti americani e/o britannici che
dimostrino che l'Iraq possiede materiali, equipaggiamenti o armi
pienamente assemblate che non sono state dichiarate. 'I funzionari
statunitensi hanno detto che la CIA e i laboratori nazionali
specializzati in guerra chimica, batteriologica e nucleare hanno
iniziato un'analisi dell'intero rapporto iracheno e gli è stato detto
di concentrarsi su una manciata di dichiarazioni irachene che possano
essere dimostrate false con le notizie attualmente disponibili'
(Guardian, 10 dicembre, pag. 13).

Comunque, gli USA sono riluttanti a rilasciare i loro segreti anche
alla UNMOVIC [United Nations Monitoring, Verification and Inspection
Commission, la commissione di monitoraggio, verifica ed ispezione
dell'ONU, ndt].
Sfortunatamente, 'gli analisti della politica USA chiedono se le
informazioni segrete americane saranno abbastanza convincenti per gli
alleati di Washington e si aspettano che le agenzie di informazione
statunitensi saranno riluttanti a condividere quanto in loro possesso
'. I
servizi segreti USA spesso nel passato hanno fatto affidamento sulle
informazioni provenienti da disertori iracheni: 'I nostri servizi di
informazione non sono male, ma sono attraenti? No,' dice un analista
della politica USA familiare con l'intelligence americana. 'Se siete
disposti a dare a Saddam il beneficio del dubbio, allora ogni pezzo di
equipaggiamento può essere adoperato per scopi civili' (FT, 9
dicembre, pag.9). In altre
parole, la segreta 'evidenza' su cui Stati Uniti e Gran Bretagna
stanno contando è estremamente traballante.

'Lo scetticismo è stato alimentato da visite ispettive prive di
avvenimenti degni di nota presso alcuni siti identificati da USA o
Gran Bretagna come sospetti' (Sunday Times, 15 dicembre, pag. 22).
Meglio allora non
sguinzagliare i servizi di 'informazione' ed attaccare il rapporto in
altri modi. L'Economist avverte che se viene presa questa strada, gli
USA violeranno il paragrafo 10 della risoluzione 1441, che richiede a
tutti i paesi di consegnare 'ogni informazione collegata ai programmi
proibiti ' in Iraq: 'Sarebbe beffardo per l'America infrangere la
risoluzione prima che venga scoperto che l'ha fatto l'Iraq'
(Economist, 14 dicembre, pag. 58).

MATERIALI MISTERIOSI: IL PRIMO PASSO

'Probabilmente l'aspetto più importante del rapporto sarà come questo
tratterà la vecchia pretesa del governo iracheno di aver distrutto
grosse quantità di armi chimiche proibite ed agenti batteriologici nel
caotico seguito della Guerra del Golfo nel 1991. Hans Bix, l'ispettore
capo delle Nazioni Unite per gli armamenti, ha detto che l'Iraq deve
fornire "la convincente evidenza" che la distruzione abbia avuto luogo
effettivamente piuttosto che - ad oggi - non sia ancora avvenuta'
(Times, 6 dicembre, pag.19).

Spingendo su tale punto si mantiene sull'Iraq l'onere della prova, un
obiettivo chiave per gli USA. Se le registrazioni che documentano la
distruzione di tali materiali sono andate distrutte a loro volta,
l'Iraq non
può fornire "la convincente evidenza" di alcunché. Il primo passo
nello stabilire una "violazione" potrebbe essere realizzato in questo
modo.

SEQUESTRO DI SCIENZIATI: IL SECONDO PASSO

"Chi decide a Washington può arrivare ad una seconda domanda chiave -
quanto fermamente gli ispettori sono preparati a gestire il tema
centrale dell'accessibilità a biologi, chimici e scienziati
nucleari... Qui forse il
punto debole della questione con gli iracheni è il nuovo "sito
presidenziale" ' (Sunday Telegraph, 1 dicembre., pag. 27).

UNMOVIC ha 'ceduto alle intense pressioni da parte degli Stati Uniti'
ed ha concesso all'Iraq solo fino alla fine di dicembre per fornire i
nomi e le località in cui risiedono gli scienziati iracheni collegati
ai programmi di
sviluppo degli armamenti. Sotto il vincolo della risoluzione 1441, gli
ispettori hanno avuto pieni poteri di trasportare gli scienziati e le
loro famiglie fuori dall'Iraq per essere interrogati. 'Ci si attende
un'ampia
resistenza da parte di Baghdad per tale mossa, che potrebbe
rappresentare una sostanziale violazione della risoluzione ' (Sunday
Telegraph, 15 dicembre, pag. 22). Hans Blix, capo dell'UNMOVIC, non è
benevolo: "Non
intendiamo rapire nessuno", ha detto. "Le Nazioni Unite non sono
un'agenzia di diserzione" (Observer, 8 dicembre, pag. 20). Vedremo se
sapranno resistere alle pressioni USA.

LA CONFISCA DEL RAPPORTO IRACHENO

La risoluzione 1441 richiede all'Iraq di consegnare il suo rapporto
sugli armamenti a tutti e 15 i membri del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite. Alla vigilia della consegna del rapporto, comunque, il
Consiglio di
Sicurezza ha acconsentito che la dichiarazione avrebbe potuto subire
una revisione prima di essere messa in circolazione: 'i diplomatici
hanno detto che venerdì [6 dicembre] avevano quasi deciso di
permettere agli esperti ONU di tagliare materiale di "diffusione
sensibile" dal documento, prima di passare le copie a tutti e 15 i
membri del consiglio. Invece - dopo un week-end di telefonate
diplomatiche che hanno visto quasi la Siria concedere il permesso ai
cinque membri permanenti del Consiglio di accedere al testo originale
- i funzionari americani sono andati negli uffici ONU il sabato ed
hanno portato il rapporto non revisionato a Washington. Gli USA hanno
quindi inoltrato le copie agli altri membri permanenti del Consiglio
di Sicurezza - la Gran Bretagna , la Russia, la Cina e la Francia. I
10 membri non eletti riceveranno una versione revisionata in seguito '
(Financial Times, 11 dicembre, pag.8).

L'Iraq ha accusato che gli Stati Uniti vogliono manomettere il
rapporto che hanno confiscato. 'Ciò è inverosimilmente dovuto al fatto
che ' - a quanto pare - 'ne esiste un'altra versione totalmente
diversa' nelle mani dell'UNMOVIC (Economist, 14 dicembre, pag. 58).

"Si pensa che Washington e Londra fossero preoccupati che la revisione
operata dall'ONU e dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica
(IAEA) potesse intralciare le loro stesse indagini nel raffronto del
rapporto con il materiale prodotto dai servizi e riguardante i
programmi di distruzione di massa iracheni' (Independent, 10 dicembre,
pag.11). Il Financial Times ha notato che il fatto che la
dichiarazione sia stata confiscata malgrado la Siria fosse rimasta
contraria era 'una discrepanza nella tipica ricerca del
consenso da parte del Consiglio'. Ha detto un diplomatico
'Proceduralmente è stato poco ortodosso. Ma questa è una condizione
politica e noi abbiamo preso una decisione politica' (Financial Times,
10 dicembre, pag.11). Chi ha il potere fa le regole. Il rapporto sugli
armamenti sta diventando un'arma di propaganda non uno strumento di
disarmo.




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