(Fwd) [bilanci-di-giustizia] Appello all'ONU di Ramsey Clark per fermare la guerra contro l'IRAQ



------- Forwarded message follows -------
To:             	<Undisclosed-Recipient:;>
From:           	"Marco Palomba" <marcopalomba at libero.it>
Date sent:      	Sat, 5 Oct 2002 02:11:11 +0200
Subject:        	[bilanci-di-giustizia] Appello all'ONU di Ramsey Clark per fermare la guerra contro l'Iraq VS George W. Bush
Send reply to:  	bilanci-di-giustizia at yahoogroups.com

[ Double-click this line for list subscription options ] 

"Non lasceremo un futuro di pace e sicurezza per gli Stati Uniti 
nelle
mani di un uomo crudele e pericoloso", dice Capitan Bush al congresso
americano.. Bush dice di Saddam 'uomo crudele e pericoloso'. Bush..

Bush, che:
in qualità di governatore del Texas ha al suo attivo 135 esecuzioni
capitali in cinque anni, giustiziando persone mentalmente incapaci,
persone che all'epoca dei crimini commessi avevano meno di 18 anni 
(in
violazione del diritto internazionale), cittadini stranieri i cui
diritti consolari sono stati violati, persone sulla cui colpevolezza
esistevano come minimo seri dubbi (vedi il caso di Gary Graham nel
2000). E applicandola in modo vergognosamente razziale.

Bush, che
non appena e' diventato presidente, ha dichiarato che gli USA non
avrebbero più aderito al protocollo di Kyoto sui cambiamenti
climatici: esattamente la politica sostenuta dalla ESSO, che gli ha
profumatamente pagato e finanziato la campagna elettorale, ed è la 
più
ricca compagnia petrolifera mondiale, che, in barba a qualsiasi
evidenza,  ha sempre avuto un ruolo guida nel sabotare i tentativi di
arrivare ad un accordo per fermare il riscaldamento globale. Con 
Bush,
che, a ruota, boicotta qualsiasi investimento americano o
sovranazionale (ONU, Johannesburg, e così via) sulle energie
rinnovabili..

Bush, che
rifiuta di ratificare la Corte Penale Internazionale, reclamando per 
i
suoi militari nel mondo di essere giudicati fuori da qualsiasi
giurisdizione sovranazionale e di essere giudicati (ma quando?) solo
dagli Stati Uniti. Qualcuno ricorda come vennero 'giudicati' i piloti
che giocavano con l'aereo nel Cermis?

Bush, che
investe centinaia di miliardi di dollari nello 'scudo spaziale' (più
precisamente l'equivalente di 600.000 miliardi, di £ire).

Bush, che
in tema di aiuti internazionali, all'Africa offre mais geneticamente
modificato. "O", dice Colin Powell "s'arrangino". Ma bada bene di
lavorare in ogni modo per ottenere i brevetti di alcune varietà
agricole (come riso e cereali) di alcuni Paesi del Sud del mondo che
sono il pilastro da millenni delle loro economie rurali,
costringendoli perciò in prospettiva, a dipendere da onerosissimi, e
improponibili, acquisti annui delle loro sementi..

Bush, che
con la Sua Amministrazione nell'ultimo bilancio del suo Paese ha 
speso
il 37%, cioè più di un terzo della spesa mondiale, in armamenti di
ogni tipo (comprese armi chimiche e batteriologiche).

Bush, che dice di un altro crudele e pericoloso.


Per quanto mi riguarda, egli o è pazzo, o è spudoratamente falso.

E a incontrare il suo sguardo, e vederlo così andare contro la
storia.. io penso che sia entrambe le cose.


----- Original Message -----
From: lorale 
To: Banche_Armate at yahoogroups.com 
Sent: Tuesday, October 01, 2002 11:17 PM
Subject: [Banche_Armate] I: [edscuola] Appello all'ONU di Ramsey 
Clark
Appeals per fermare la guerra contro l'Iraq


Da un'amica di New York ricevo e giro.
ciao a tutti
carla

----- Original Message ----- 
-

Grazie Nadia,
traduco e giro
                                Paola

----------------------------------------

La lettera che segue è stata inviata oggi a tutti i membri del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con copie all'Assemblea Generale
dell'ONU, da Ramsey Clark, ex-Rappresentate di Stato Usa.

-- Mid-Hudson National
People's Campaign

20 Settembre, 2002 

Al Segretario Generale Kofi Annan
United Nations , New York, NY

"Caro Segretario Generale Annan, 
Se non verrà fermato dalle Nazioni Unite, George Bush invaderà 
l'Iraq.
Devono svolgere il proprio ruolo per la pace anche altre
organizzazioni internazionali - compresa l'Unione Europea, l'Unione
Africana, la Lega Araba, le nazioni forti, sufficientemente 
coraggiose
da pronunciarsi contro l'aggressione di una superpotenza, i movimenti
internazionali per la pace, le leadership politiche e l'opinione
pubblica negli Stati Uniti. Se le Nazioni Unite, in primo luogo, non
riusciranno ad opporsi all'invasione Usa dell'Iraq, esse rinunceranno
al proprio onore, alla propria integrità ed alla propria ragione
d'essere.  Un attacco militare contro l'Iraq è  un atto palesemente
criminale; totalmente incompatibile con le necessità urgenti dei
popoli delle Nazioni Unite; ingiustificabile su una qualsiasi base
legale o morale; irrazionale alla luce dei fatti conosciuti;
sproporzionato rispetto ai rischi di guerra e violenza esistenti; ed 
è
un'avventura pericolosa, che rischia di perpetuare il conflitto in
tutta la regione e notevolmente oltre negli anni a venire. L'analisi
più attenta deve essere relativa al perchè il mondo viene 
assoggettato
a tali rischi di violenza dalla sua unica superpotenza che potrebbe
condurci sulla strada della pace con la stessa sicurezza e autorità, 
e
a come l'ONU possa evitare la tragedia umana di un  assalto ulteriore
e di tali dimensioni all'Iraq nonchè sul forte stimolo che un tale
atto rappresenterebbe ai fini di una ritorsione terroristica. 

1. Il Presidente George Bush arriva al suo incarico determinato ad
attaccare l'Iraq e a cambiare il suo governo. 

George Bush si sta muovendo con rapidità per fare la propria guerra,
immediatamente e irreversibilmente. Avendo affermato giovedì scorso 
di
non credere che l'Iraq avrebbe accettato gli ispettori dell'ONU, ha
risposto all'incoraggiamento dell'Iraq, alla sua disponibilità
incondizionata, dichiarando di non avere alcuna fiducia in questa
"falsa speranza" e promettendo di attaccare l'Iraq da solo se l'Onu
non agisce. E' ossessionato dal desiderio di fare la guerra contro
l'Iraq e di farlo governare dai suoi surrogati con la forza. Giorni
dopo il più bellicoso intervento mai fatto davanti alle Nazioni Unite
- un assalto senza precedenti alla Carta dell'ONU, al ruolo della
legge e alla ricerca della pace - gli Usa hanno annunciato che 
stavano
modificando i loro obiettivi dichiarati in Iraq nel corso degli 
ultimi
11 anni, verso la ritorsione per i pericoli e gli attacchi subiti
dagli aerei Usa che invadevano quotidianamente e illegalmente lo
spazio aereo iracheno.  Quanto potranno essere stati gravi questi
rischi e questi attacchi se non è mai stato abattutto nemmeno un 
aereo
Usa? E inoltre migliaia di persone sono state uccise in Iraq dai
missili e dalle bombe Usa, e non solo nella così detta "no fly zone,"
ma nella stessa Baghdad. Adesso gli Usa proclamano le loro intenzioni
di distruggere le principali strutture militari in Iraq per preparare
la loro invasione, una evidente promessa di aggressione immediata.
Ogni giorno ci sono intimidazioni e una propaganda sempre maggiore
volta a subissare la resistenza alla corsa di George Bush verso la
guerra. L'accelerazione continuerà finchè il vaso non traboccherà, a
meno che non prevalga una posizione non violenta.  

2. George Bush sta guidando gli Stati Uniti e si sta impossessando
dell'ONU e di tutto. Le Nazioni verso un mondo senza legge e verso 
una
guerra infinita.

Nella sua Guerra al Terrorismo, George Bush ha rivendicato il proprio
diritto di attaccare senza preavviso, a sua unica discrezione,
qualsiasi paese, organizzazione o popolo. Lui e i membri della sua
amministrazione hanno proclamato che il vecchio vincolo che la legge
debba tentare di imporsi sulla aggressione fatta dai governi e sulla
repressione della loro gente, non è più consistente con la sicurezza
nazionale.   Il terrorismo è un tale pericolo, hanno detto, che gli
Usa sono stretti dalla necessità prioritaria di colpire per
distruggere il potenziale all'estero per atti terroristici e di
operare arresti, detenzioni, interrogatori, controlli e trattamenti
arbitrari di persone fuori e dentro gli Usa. "La legge diventa il
nemico della sicurezza pubblica. La necessità è l'argomento dei
tiranni". "La necessità non fa mai un buon affare". Heinrich Himmler,
che ha istruito la Gestapo Nazista, "Prima spara, dopo fai domande e
ti proteggerai", è vendicato da George Bush. Come la Germania
descritta da Jorge Luis Borges in "Deutsches Requiem," George Bush ha
oggi "offerto (al mondo) la violenza e la fede nella spada", come
hanno fatto i Nazisti Tedeschi. E, come scrisse  Borges, non faceva
differenza se la fede era nella spada da cui la Germania era stata
sconfitta. "Quello che importa è che la violenza.. adesso detti
legge". Due generazioni di tedeschi hanno respinto questa fede. La
loro perseveranza nel volere la pace gli frutterà ovunque il rispetto
delle generazioni future. I popoli delle Nazioni Unite sono messi a
rischio dalla fine della normativa e della protezione internazionale
per i diritti umani dovuta alla guerra al terrorismo di George Bush e
alla sua determinazione ad invadere l'Iraq. Da quando George Bush ha
proclamato la sua "guerra al terrorismo", altri paesi hanno affermato
il proprio diritto di attaccare per primi. India e Pakistan hanno
portato la terra e il loro stesso popolo più vicini al conflitto
nucleare di quanto non sia mai stato dall'Ottobre del 1962; diretta
conseguenza dei proclami fatti dagli Usa al diritto non vincolato di
perseguitare e uccidere terroristi, o di attaccare nazioni che li
proteggono, in base a una decisione unilaterale senza consultare le
Nazioni Unite, senza una prova, o la necessità di rivelare una
qualsiasi base oggettiva per cui si affermi che i loro bersagli sono
terroristi e che l'azione sia limitati ad essi.  Le affermazioni di
potere di George Bush sulla guerra al terrorismo hanno già provocato
quasi un'incombente epidemia di nazioni che proclamano il proprio
diritto ad attaccare altre nazioni o ad intensificare le violazioni
dei diritti umani sulla loro stessa gente. Nelle sue coraggiosamente
pacate affermazioni, come nei termini che ha usato in qualità di Alto
Commissario dell'ONU per i Diritti Umani, Mary Robinson ha parlato
dell' "effetto onda" provocato dai proclami degli Usa sul diritto di
attaccare per primi e di sospendere la protezione garantita dai
diritti umani. L'11 Settembre 2002, la Colombia, la cui nuova
amministrazione è fortemente appoggiata dagli Usa, "sostiene la nuova
autorità di arrestare i sospetti senza giustificazioni e stabilisce
zone sotto il controllo militare", nonchè  "nuovi poteri, che rendono
anche più  facile mettere sotto controllo i telefoni e limitare
(l'accesso) degli stranieri" alle zone di conflitto.. "permettendo
alle forze di sicurezza di entrare nel vostro ufficio senza un
permesso, in ogni momento del giorno qualora ritengano che voi siate
sospetti".  Questi rischi ulteriori per diritti umani seguono i piani
di "emergenza" Post 11settembre volti ad allestire una rete di un
milione di informatori in una nazione che conta quaranta milioni di
abitanti. (Vd, New York Times,September 12, 2002, p. A7.) 

3. Sono gli Stati Uniti, non l'Iraq, l'Unico grande rischio
all'indipendenza e all'iniziativa delle Nazioni Unite. 

La dichiarazione del Presidente Bush, che l'Irak rappresenta un
pericolo che giustifica una guerra, è falsa. Stando al Pentagono,
l'80% della capacità militare dell'Iraq è stata distrutta nel 1991. 
Il
90% dei materiali e dell'equipaggiamento necessari per costruire armi
di distruzione di massa è stato distrutto dagli Ispettori dell'ONU 
nel
corso di più di otto anni di ispezioni. Nel 1990 l'Iraq era potente,
se paragonato alla maggior parte dei suoi vicini. Oggi è indebolito.
Un bambino su quattro nati vivi in Iraq pesa meno di 2 kg, ha una 
vita
breve, malattie e uno sviluppo squilibrato. Nel 1989, erano meno di
uno su venti nati vivi i neonati che avevano un peso inferiore a 2kg.
Qualsiasi rischio l'Iraq possa portare alla pace, esso è remoto, di
gran lunga inferiore a quello rappresentato da molte altre nazioni e
gruppi, e non può giustificare un assalto violento. Un attacco
all'Irak renderà di gran lunga più probabili negli anni a venire gli
attacchi di ritorsione contro gli Usa e contro i governi che ne
sosterranno l'azione. George Bush ha dichiarato l'Iraq un pericolo 
per
l'autorità delle Nazioni Unite, mentre le sanzioni ONU volute dagli
Usa continuano a provocare un aumento del tasso di mortalità della
popolazione irachena. I morti a causa delle sanzioni sono stati a
livelli da genocidio per 12 anni. L'Irak può solo sollecitare una
preghiera perchè si metta fine a questo crimine contro la sua gente.
Il ruolo dell'ONU nelle sanzioni contro l'Iraq, ne ha compromesso e
marchiato onore e integrità.  Questo rende adesso per l'ONU ancora 
più
importante resistere a questa guerra. Le ispezioni sono state usate
come scusa per protrarre le sanzioni altri otto anni, mentre migliaia
di bambini e anziani iracheni morivano ogni mese. L'Iraq è vittima di
sanzioni criminali che avrebbero dovuto essere cancellate nel 1991.
Per ogni persona uccisa negli Usa dagli atti terroristici dell'11-9,
in Irak ne sono morte 500 a causa delle sanzioni. Sono gli Usa che
mettono a rischio non semplicemente l'autorità delle Nazioni Unite, 
ma
la loro stessa indipendenza, integrità e speranza operativa. Gli Usa
pagano quanto devono all'ONU quando e nella quantità che vogliono
loro. Coerciscono i voti dei membri. Coerciscono le scelte del
personale del Segretariato. Si sono riavvicinati all'UNESCO, dopo 18
anni di opposizione alle sue proposte effettive, solo per guadagnarsi
il suo favore temporaneo. Hanno messo le proprie spie nelle squadre
d'ispezione dell'ONU. Gli Usa hanno respinto trattati per il 
controllo
e la proliferazione delle armi nucleari, hanno votato contro il
protocollo che avrebbe reso possibile l'entrata in vigore della
Convenzione sulle Armi Biologiche, hanno respinto il trattato che
bandisce le mine anti-uomo, hanno lavorato strenuamente per evitare 
la
creazione della Corte Penale Internazionale fino ad invalidarla e
hanno frustrato la Convenzione sull'Infanzia nonchè il divieto contro
l'utilizzo dei bambini nelle guerre. Gli Usa si sono virtualmente
opposti ad ogni sforzo internazionale per controllare e limitare la
guerra, proteggere l'ambiente, ridurre la povertà e tutelare la
salute. George Bush cita due invasioni di altri paesi fatte dall'Iraq
nel corso degli ultimi 22 anni. Ignora il punteggio totalizzato dagli
Usa negli ultimi 220 anni per le invasioni e gli assalti in molti
altri paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'America, la continua
sottrazione di territori ai Nativi Americani e di altri territori
nazionali come, tra i molti, la  Florida, il Texas, l'Arizona, il New
Mexico, la California e Puerto Rico, annessi con la forza e il
terrore. Negli stessi ultimi 22 anni, gli Usa hanno invaso
direttamente Grenada, il Nicaragua, la Libia, Panama, Haiti, la
Somalia, il Sudan, l'Iraq, la Yugoslavia, l'Afghanistan e altri 
paesi,
mentre intanto appoggiavano in ogni dove assalti ed invasioni in 
Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe. E' salutare ricordare
che, nel 1983, dopo un anno di terrore, gli Usa invadevano ed
occupavano la piccola Grenada uccidendo centinaia di civili e
distruggendo il suo piccolo ospedale psichiatrico, dove morirono 
molti
pazienti. E che nell'Aprile del 1986, durante un attacco a sorpresa
sulle addormentate e indifese città di Tripoli e di  Benghazi,
uccidevano centinaia di civili danneggiando quattro ambasciate
straniere. Che nell'agosto del 1998, essi lanciavano sull'impianto
farmaceutico di El Shifa, a Khartoum, 21 missili cruise Tomahawk
distruggendo la fonte della metà dei farmaci disponibili per la
popolazione del Sudan (ndt: uno dei paesi più poveri del mondo). Che
per anni hanno armato le forze in Uganda e nel Sudan meridionale per
combattere il governo del Sudan. Gli Usa hanno bombardato l'Iraq in
centinaia di occasione dai tempi della Guerra nel Golfo, anche questa
settimana, uccidendo centinaia di persone senza un motivo o un danno
che potessero giustificare un attacco aereo.

4. Perchè adesso George Bush ha deciso che gli Usa devono attaccare
l'Irak? 

Non c'è alcuna base razionale per ritenere che l'Irak rappresenti un
pericolo per gli Stati Uniti o per qualsiasi altro paese. La ragione
dell'attacco all'Irak deve essere cercata altrove. Come Governatore
del Texas, George Bush ha presieduto numerose esecuzioni, più di
qualsiasi altro governatore degli Stati Uniti da quando la pena di
morte è stata reintrodotta 1976 (dopo una pausa dal 1967). Egli ha
rivelato lo stesso zelo che mostra verso il "cambio di regime" in
Iraq, quando gestiva l'esecuzione di minori, donne, persone ritardate
e stranieri i cui diritti di notifica dell'arresto, sotto la
Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche, erano violati. La
Corte Suprema degli Usa ha dichiarato l'esecuzione di persone
mentalmente ritardate una punizione cruenta e inusuale, in violazione
della Costituzione Usa. George Bush proclama alle Nazioni Unite gli
stessi valori e gli stessi intenti. Tra i suoi motivi si potrebbero
includere: una Presidenza fallimentare, che ha trasformato in perdite
di molti miliardi di dollari un'economia sana e un eccesso di
ricchezza; la realizzazione del sogno, che diventerà incubo, di un
nuovo ordine mondiale al servizio degli interessi particolari degli
Usa;  la risoluzione di una faida di famiglia contro l'Irak;
l'indebolimento, in un colpo solo, della nazione Araba, di un popolo;
l'abbattimento di una nazione Musulmana per indebolire l'Islam; la
protezione di Israele o il renderne più dominante la posizione nella
regione; l'assicurarsi il controllo del petrolio iracheno per 
favorire
gli interesi degli Usa, dominando ulteriormente il petrolio della
regione e il controllo del suo prezzo. L'aggressione all'Iraq, per
ciascuno di questi scopi, è criminale ed è una violazione di molte
importantissime convenzioni e normative internazionali, compresa la
General Assembly Resolution on the Definition of Aggression of
December 14, 1974. Precedenti cambiamenti di regime voluti dagli Usa
hanno portato al potere, in una lunga lista di tiranni, leaders come
lo Shah in Iran, Mobutu in Congo, Pinochet in Chile, tutti a
rimpiazzare capi di governo dempcraticamente eletti.

5. Una Politica razionale volta a ridurre il rischio rappresentato
dalle armi di distruzione di massa. La loro distruzione nel Medio
Oriente deve includere Israele. 

Una politica ONU o Usa di selezione degli attacchi ai nemici degli 
Usa
è criminale e può solo aumentare le differenze, le divisioni, il
terrorismo, portando alla guerra. Gli Usa danno ad Israele un aiuto
pro capite di gran lunga maggiore rispetto all'entrata complessiva 
pro
capite dell'Africa Sub Sahariana. Dal 1989 le sanzioni volute dagli
Usa hanno ridotto l'entrata pro capite del popolo iracheno del 75% .
L'entrata pro capite in Israele, nel corso degli ultimi dieci anni, è
stata circa 12 volte maggiore di quella dei palestinesi.  Israele ha
aumentato i suoi attacchi decennali contro la popolazione 
palestinese,
usando i proclami di guerra al terrorismi di George Bush come una
scusa per distruggere indiscriminatamente città e villaggi nella West
Bank e a Gaza e per impossessarsi di più territori in violazione 
della
legge internazionale e delle ripetute risoluzioni del Consiglio di
Sicurezza e dell'Assemblea Generale. Israele ha una scorta di
centinaia di testate nucleari che vengono dagli Usa, proiettili
sofisticati capaci di centrare il bersaglio ad una distanza di 
diverse
migliaia di chilometri e contratti con gli Usa per uno sviluppo
congiunto di missili e armi ancora più sofisticate. Il possesso di
armi di distruzione di massa da parte di una singola nazione in una
regione che ha una storia di ostilità, promuove una corsa alla
proliferazione e alla guerra. L'ONU deve agire per ridurre ed
eliminare le armi di distruzione di massa, non sottostare alla
richiesta di punire aree demonizzate e nemiche della superpotenza che
possiede la maggior parte di un tale arsenale e la capacità di
utilizzarlo. Per quarant'anni Israele ha violato e ignorato più
Risolozioni ONU di qualsiasi altra nazione. Lo ha fatto impunemente.
La violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza non può
essere la base per alcun assalto avvallato dall'ONU a una qualsiasi
nazione, o popolo, in tempo di pace, o in assenza di una minaccia di
attacco imminente, ma devono essere fatti sforzi comparabili perchè
vengano attuate le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza contro 
tutte
le nazioni che le violano. 

6. La scelta è Guerra o Pace. 

(.) Un attacco all'Iraq potrebbe aprire un Vaso di Pandora che
condannerebbe il mondo a decenni di violenza diffusa. La pace non 
solo
è possibile; è essenziale considerando le vette cui la scienza e la
tecnologia hanno elevato l'arte degli uomini di distruggere se stessi
e il pianeta. Se si permette a George Bush di attaccare l'Iraq, con o
senza l'approvazione dell'ONU, egli diverrà il Nemico Pubblico Numero
Uno - e la stessa ONU, peggio che il solito, un complice nelle guerre
che è stato creato per fermare. La Gente del Mondo allora dovrà
trovare qualche altra strada per ricominciare, se vorrà sperare di
fermare la calamità della guerra.

Questo è un momento di svolta per le Nazioni Unite.
Esse si ergeranno con forza, indipendenza e lealtà alle loro Carte,
alle leggi internazionali ed alle stesse ragioni del loro esistere, o
si sottometteranno alla coercizione di una superpotenza che porta
tutti noi verso un mondo senza legge e a una guerra contro la culla
della civilizzazione".

Non lasciate che ciò accada.


Sincerely, Ramsey Clark

  ----- Original Message ----- 
  From: Nadia Scardeoni 
  To: edscuola at yahoogroups.com 
  Sent: Sunday, September 22, 2002 9:38 PM
  Subject: [edscuola] Ramsey Clark Appeals to UN to Stop Iraq War




  nadia scardeoni

  Interlinea

  http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/iraq.htm







  The following letter by former U.S. Attorney General Ramsey Clark
  has

  been sent today to all members of the UN Security Council, with
  copies

  to the UN General Assembly. Please circulate. -- Mid-Hudson 
National

  People's Campaign

  -----------------------------------------

  September 20, 2002 

  Secretary General Kofi Annan 

  United Nations , New York, NY

  Dear Secretary General Annan, 

  George Bush will invade Iraq unless restrained by the United
  Nations.

  Other international organizations-- including the European Union,
  the

  African Union, the OAS, the Arab League, stalwart nations 
courageous

  enough to speak out against superpower aggression, international
  peace

  movements, political leadership, and public opinion within the
  United

  States--must also do their part for peace. If the United Nations,
  above

  all, fails to oppose a U.S. invasion of Iraq, it will forfeit its

  honor, integrity and raison d'être. 

  A military attack on Iraq is obviously criminal; completely
  inconsistent

  with urgent needs of the peoples of the United Nations;
  unjustifiable on

  any legal or moral ground; irrational in light of the known facts;
  out

  of proportion to other existing threats of war and violence; and a

  dangerous adventure risking continuing conflict throughout the
  region

  and far beyond for years to come. The most careful analysis must be

  made as to why the world is subjected to such threats of violence 
by
  its

  only superpower, which could so safely and importantly lead us on
  the

  road to peace, and how the UN can avoid the human tragedy of yet
  another

  major assault on Iraq and the powerful stimulus for retaliatory

  terrorism it would create. 

  1. President George Bush Came to Office Determined to Attack Iraq
  and

  Change its Government. 

  George Bush is moving apace to make his war unstoppable and soon.
  Having

  stated last Friday that he did not believe Iraq would accept UN

  inspectors, he responded to Iraq's prompt, unconditional acceptance
  by

  calling any reliance on it a "false hope" and promising to attack
  Iraq

  alone if the UN does not act. He is obsessed with the desire to 
wage
  war

  against Iraq and install his surrogates to govern Iraq by force.
  Days

  after the most bellicose address ever made before the United 
Nations
  --

  an unprecedented assault on the Charter of the United Nations, the
  rule

  of law and the quest for peace -- the U.S. announced it was 
changing

  its stated targets in Iraq over the past 11 years, from retaliation
  for

  threats and attacks on U.S. aircraft which were illegally invading

  Iraq's airspace on a daily basis. How serious could those threats
  and

  attacks have been if no U.S. aircraft was ever hit? Yet hundreds of

  people were killed in Iraq by U.S. rockets and bombs, and not just
  in

  the so called "no fly zone," but in Baghdad itself. Now the U.S.

  proclaims its intentions to destroy major military facilities in
  Iraq in

  preparation for its invasion, a clear promise of aggression now.
  Every

  day there are threats and more propaganda is unleashed to overcome

  resistance to George Bush's rush to war. The acceleration will
  continue

  until the tanks roll, unless nonviolent persuasion prevails. 

  2. George Bush Is Leading the United States and Taking the UN and
  All

  Nations Toward a Lawless World of Endless Wars. 


  George Bush in his War on Terrorism has asserted his right to 
attack
  any

  country, organization, or people first, without warning in his sole

  discretion. He and members of his administration have proclaimed 
the
  old

  restraints that law sought to impose on aggression by governments
  and

  repression of their people, no longer consistent with national
  security.

  Terrorism is such a danger, they say, that necessity compels the
  U.S. to

  strike first to destroy the potential for terrorist acts from 
abroad
  and

  to make arbitrary arrests, detentions, interrogations, controls and

  treatment of people abroad and within the U.S. Law has become the
  enemy

  of public safety. Necessity is the argument of tyrants." "Necessity

  never makes a good bargain." 

  Heinrich Himmler, who instructed the Nazi Gestapo "Shoot first, ask

  questions later, and I will protect you," is vindicated by George
  Bush.

  Like the Germany described by Jorge Luis Borges in "Deutsches
  Requiem,"

  George Bush has now "proffered (the world) violence and faith in 
the

  sword," as Nazi Germany did. And as Borges wrote, it did not matter
  to

  faith in the sword that Germany was defeated. "What matters is that

  violence ... now rules." Two generations of Germans have rejected
  that

  faith. Their perseverance in the pursuit of peace will earn the
  respect

  of succeeding generations everywhere. 

  The peoples of the United Nations are threatened with the end of

  international law and protection for human rights by George Bush's
  war

  on terrorism and determination to invade Iraq. 

  Since George Bush proclaimed his "war on terrorism," other 
countries

  have claimed the right to strike first. India and Pakistan brought
  the

  earth and their own people closer to nuclear conflict than at any
  time

  since October 1962 as a direct consequence of claims by the U.S. of
  the

  unrestricted right to pursue and kill terrorists, or attack nations

  protecting them, based on a unilateral decision without consulting
  the

  United Nations, a trial, or revealing any clear factual basis for

  claiming its targets are terrorists and confined to them. 

  There is already a near epidemic of nations proclaiming the right 
to

  attack other nations or intensify violations of human rights of
  their

  own people on the basis of George Bush's assertions of power in the
  war

  against terrorism. Mary Robinson, in her quietly courageous
  statements

  as her term as UN High Commissioner for Human Rights ended, has
  spoken

  of the "ripple effect" U.S. claims of right to strike first and
  suspend

  fundamental human rights protection is having. 

  On September 11, 2002, Colombia, whose new administration is
  strongly

  supported by the U.S., "claimed new authority to arrest suspects
  without

  warrants and declare zones under military control," including 
"[N]ew

  powers, which also make it easier to wiretap phones and limit

  foreigners" access to conflict zones... allow security agents to
  enter

  your house or office without a warrant at any time of day because
  they

  think you're suspicious." These additional threats to human rights

  follow Post-September 11 "emergency" plans to set up a network of a

  million informants in a nation of forty million. (See, New York
  Times,

  September 12, 2002, p. A7.) 

  3. The United States, Not Iraq, Is the Greatest Single Threat to 
the

  Independence and Purpose of the United Nations. 

  President Bush's claim that Iraq is a threat justifying war is
  false.

  Eighty percent of Iraq's military capacity was destroyed in 1991

  according to the Pentagon. Ninety percent of materials and 
equipment

  required to manufacture weapons of mass destruction was destroyed 
by
  UN

  inspectors during more than eight years of inspections. Iraq was

  powerful, compared to most of its neighbors, in 1990. Today it is
  weak.

  One infant out of four born live in Iraq weighs less than 2 kilos
  (4.4

  pounds), promising short lives, illness and impaired development. 
In

  1989, fewer than one in 20 infants born live weighed less than two

  kilos. Any threat to peace Iraq might become is remote, far less
  than

  that of many other nations and groups and cannot justify a violent

  assault. An attack on Iraq will make attacks in retaliation against
  the

  U.S. and governments which support its actions far more probable 
for

  years to come. 

  George Bush proclaims Iraq a threat to the authority of the United

  Nations while U.S.-coerced UN sanctions continue to cause the death
  rate

  of the Iraqi people to increase. Deaths caused by sanctions have
  been at

  genocidal levels for twelve years. Iraq can only plead helplessly
  for an

  end to this crime against its people. The UN role in the sanctions

  against Iraq compromise and stain the UN's integrity and honor. 
This

  makes it all the more important for the UN now to resist this war. 

  Inspections were used as an excuse to continue sanctions for eight
  years

  while thousands of Iraqi children and elderly died each month. Iraq
  is

  the victim of criminal sanctions that should have been lifted in
  1991.

  For every person killed by terrorist acts in the U.S. on 9/11, 500

  people have died in Iraq from sanctions. 

  It is the U.S. that threatens not merely the authority of the 
United

  Nations, but its independence, integrity and hope for 
effectiveness.
  The

  U.S. pays UN dues if, when and in the amount it chooses. It coerces

  votes of members. It coerces choices of personnel on the
  Secretariat. It

  rejoined UNESCO to gain temporary favor after 18 years of 
opposition
  to

  its very purposes. It places spies in UN inspection teams. 

  The U.S. has renounced treaties controlling nuclear weapons and
  their

  proliferation, voted against the protocol enabling enforcement of
  the

  Biological Weapons Convention, rejected the treaty banning land
  mines,

  endeavored to prevent its creation and since to cripple the

  International Criminal Court, and frustrated the Convention on the
  Child

  and the prohibition against using children in war. The U.S. has
  opposed

  virtually every other international effort to control and limit 
war,

  protect the environment, reduce poverty and protect health. 

  George Bush cites two invasions of other countries by Iraq during
  the

  last 22 years. He ignores the many scores of U.S. invasions and
  assaults

  on other countries in Africa, Asia, and the Americas during the 
last
  220

  years, and the permanent seizure of lands from Native Americans and

  other nations--lands like Florida, Texas, Arizona, New Mexico,

  California, and Puerto Rico, among others, seized by force and
  threat. 

  In the same last 22 years the U.S. has invaded, or assaulted
  Grenada,

  Nicaragua, Libya, Panama, Haiti, Somalia, Sudan, Iraq, Yugoslavia,

  Afghanistan and others directly, while supporting assaults and
  invasions

  elsewhere in Europe, Asia, Africa, and the Americas. 

  It is healthy to remember that the U.S. invaded and occupied little

  Grenada in 1983 after a year of threats, killing hundreds of
  civilians

  and destroying its small mental hospital, where many patients died.
  In a

  surprise attack on the sleeping and defenseless cities of Tripoli
  and

  Benghazi in April 1986, the U.S. killed hundreds of civilians and

  damaged four foreign embassies. It launched 21 Tomahawk cruise
  missiles

  against the El Shifa pharmaceutical plant in Khartoum in August
  1998,

  destroying the source of half the medicines available to the people
  of

  Sudan. For years it has armed forces in Uganda and southern Sudan

  fighting the government of Sudan. The U.S. has bombed Iraq on
  hundreds

  of occasions since the Gulf War, including this week, killing
  hundreds

  of people without a casualty or damage to an attacking plane. 

  4. Why Has George Bush Decided The U.S. Must Attack Iraq Now? 

  There is no rational basis to believe Iraq is a threat to the 
United

  States, or any other country. The reason to attack Iraq must be
  found

  elsewhere. 

  As governor of Texas, George Bush presided over scores of
  executions,

  more than any governor in the United States since the death penalty
  was

  reinstated in 1976 (after a hiatus from 1967). He revealed the same
  zeal

  he has shown for "regime change" for Iraq when he oversaw the
  executions

  of minors, women, retarded persons and aliens whose rights under 
the

  Vienna Convention on Diplomatic Relations of notification of their

  arrest to a foreign mission of their nationality were violated. The

  Supreme Court of the U.S. held that executions of a mentally
  retarded

  person constitute cruel and unusual punishment in violation of the
  U.S.

  Constitution. George Bush addresses the United Nations with these
  same

  values and willfulness. 

  His motives may include to save a failing Presidency which has
  converted

  a healthy economy and treasury surplus into multi-trillion dollar

  losses; to fulfill the dream, which will become a nightmare, of a
  new

  world order to serve special interests in the U.S.; to settle a
  family

  grudge against Iraq; to weaken the Arab nation, one people at a
  time; to

  strike a Muslim nation to weaken Islam; to protect Israel, or make
  its

  position more dominant in the region; to secure control of Iraq's
  oil to

  enrich U.S. interests, further dominate oil in the region and
  control

  oil prices. Aggression against Iraq for any of these purposes is

  criminal and a violation of a great many international conventions
  and

  laws including the General Assembly Resolution on the Definition of

  Aggression of December 14, 1974. 

  Prior regime changes by the U.S. brought to power among a long list
  of

  tyrants, such leaders as the Shah of Iran, Mobutu in the Congo,
  Pinochet

  in Chile, all replacing democratically elected heads of government.
  5.

  A Rational Policy Intended to Reduce the Threat of Weapons of Mass

  Destruction in The Middle East Must Include Israel. 

  A UN or U.S. policy of selecting enemies of the U.S. for attack is

  criminal and can only heighten hatred, division, terrorism and lead
  to

  war. The U.S. gives Israel far more aid per capita than the total
  per

  capita income of sub Sahara Africans from all sources. U.S.-coerced

  sanctions have reduced per capita income for the people of Iraq by
  75%

  since 1989. Per capita income in Israel over the past decade has
  been

  approximately 12 times the per capita income of Palestinians. 

  Israel increased its decades-long attacks on the Palestinian 
people,

  using George Bush's proclamation of war on terrorism as an excuse,
  to

  indiscriminately destroy cities and towns in the West Bank and Gaza
  and

  seize more land in violation of international law and repeated
  Security

  Council and General Assembly resolutions. 

  Israel has a stockpile of hundreds of nuclear warheads derived from
  the

  United States, sophisticated rockets capable of accurate delivery 
at

  distances of several thousand kilometers, and contracts with the
  U.S.

  for joint development of more sophisticated rocketry and other arms
  with

  the U.S. 

  Possession of weapons of mass destruction by a single nation in a
  region

  with a history of hostility promotes a race for proliferation and
  war.

  The UN must act to reduce and eliminate all weapons of mass
  destruction,

  not submit to demands to punish areas of evil and enemies of the

  superpower that possesses the majority of all such weapons and
  capacity

  for their delivery. 

  Israel has violated and ignored more UN Resolutions for forty years
  than

  any other nation. It has done so with impunity. 

  The violation of Security Council resolutions cannot be the basis
  for a

  UN-approved assault on any nation, or people, in a time of peace, 
or
  the

  absence of a threat of imminent attack, but comparable efforts to

  enforce Security Council resolutions must be made against all
  nations

  who violate them. 

  6. The Choice Is War Or Peace. 

  The UN and the U.S. must seek peace, not war. An attack on Iraq may
  open

  a Pandora's box that will condemn the world to decades of spreading

  violence. Peace is not only possible; it is essential, considering
  the

  heights to which science and technology have raised the human art 
of

  planetary and self-destruction. 

  If George Bush is permitted to attack Iraq with or without the
  approval

  of the UN, he will become Public Enemy Number One--and the UN 
itself

  worse than useless, an accomplice in the wars it was created to 
end.
  The

  Peoples of the World then will have to find some way to begin again
  if

  they hope to end the scourge of war. 

  This is a defining moment for the United Nations. Will it stand
  strong,

  independent and true to its Charter, international law and the
  reasons

  for its being, or will it submit to the coercion of a superpower
  leading

  us toward a lawless world and condone war against the cradle of

  civilization" 

  Do not let this happen. 

  Sincerely, Ramsey Clark



  [Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]


        Yahoo! Gruppi - Sponsor 


  La Mailing List di Educazione&Scuola© - La Rivista telematica della
  Scuola e della Formazione (http://www.edscuola.com)

  Invia i tuoi messaggi a:

  mailto:edscuola at eGroups.com



  Per cancellarti invia un messaggio vuoto a:

  mailto:edscuola-unsubscribe at eGroups.com 

  L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle
  Condizioni di Utilizzo del Servizio Yahoo! 



[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]



La Mailing List di Educazione&Scuola© - La Rivista telematica della
Scuola e della Formazione (http://www.edscuola.com)

Invia i tuoi messaggi a:

mailto:edscuola at eGroups.com



Per cancellarti invia un messaggio vuoto a:

mailto:edscuola-unsubscribe at eGroups.com 

L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle Condizioni
di Utilizzo del Servizio Yahoo! 


      Yahoo! Gruppi - Sponsor 


Per cancellarti dalla lista, invia una e-mail all'indirizzo:

Banche_Armate-unsubscribe at yahoogroups.com


L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle Condizioni
di Utilizzo del Servizio Yahoo! 



[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]


__________________________________________

Per non ricevere più messaggi, mandare un messaggio vuoto a:
bilanci-di-giustizia-unsubscribe at yahoogroups.com

Operazione Bilanci di Giustizia
http://www.unimondo.org/bilancidigiustizia
__________________________________________ 

L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle
http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html 


------- End of forwarded message -------