13/10 Firenze: Workshop sulle istituzioni totali nel Forum Sociale Europeo



Cari amici e care amiche,
cari compagni e care compagne,

riporto qui sotto il testo della lettera/documento di invito al workshop
sulle istituzioni totali che si terrà all'interno del Forum Sociale Europeo
(Firenze, 6-10 novembre 2002).
Vi ricordo inoltre che, per l'organizzazione del workshop stesso, è previsto
un
INCONTRO NAZIONALE A FIRENZE
DOMENICA 13 OTTOBRE 2002
dalle ore 14:00
presso la Casa del Popolo 'Andrea del Sarto'
(via Manara, 12 - zona S.Salvi)

Salutoni,
Christian
(del gruppo 'Istituzioni totali' del Firenze Social Forum)
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I nemici perfetti.
Contro il governo penale e l'internamento della povertà, delle differenze e
del disagio.

Tra il 6 e il 10 novembre 2002, migliaia di persone provenienti da tutta
Europa si incontreranno a Firenze per dibattere su come costruire un mondo
diverso da quello attuale e per dare vita a reti continentali in grado di
agire in quella direzione.
Siamo un gruppo di persone impegnate in associazioni, partiti, sindacati,
collettivi o comunque interessate alle questioni politiche e sociali sottese
alla funzione e alla gestione concreta delle 'istituzioni totali', vecchie e
nuove. Riteniamo determinante che all'interno del Forum Sociale Europeo di
novembre queste tematiche siano presenti e pensiamo che l'appuntamento
fiorentino costituisca una prima tappa verso il rilancio del conflitto
sociale anche in questi settori troppo spesso dimenticati dalle forze
politiche e dagli stessi movimenti.
Per questi motivi all'interno delle giornate del FSE abbiamo organizzato un
workshop che avrà per titolo I nemici perfetti: contro il governo penale e
l'internamento della povertà, delle differenze e del disagio, che si terrà
in data e luogo ancora da definire, che vi comunicheremo appena possibile.
La discussione verrà introdotta dagli interventi di: Roger Matthews
(University of London), Alessandro De Giorgi (Keele University), Joep Oomen
(ENCOD-Bruxelles), Giuseppe Dell'Acqua (Dipartimento di Salute Mentale di
Trieste).
Inoltre, nell'ottica di favorire il confronto tra le realtà presenti, un
secondo incontro si terrà in quegli stessi giorni, in data e luogo da
definire, per porre le basi di una piattaforma rivendicativa europea
rispetto a questi temi e per definire eventuali scadenze di mobilitazioni a
livello continentale.

In particolare, riteniamo necessario concentrarci sul sistema carcerario, su
quello psichiatrico e sul settore delle tossicodipendenze: in essi
individuiamo alcuni dei 'luoghi' attraverso i quali passa l'attuale progetto
politico di trasformazione di uno Stato sociale da sempre largamente carente
in uno Stato più apertamente repressivo, in cui i soggetti deboli e
soprattutto quelli emarginati vengono considerati solo come fonte di
'pericolo' e dunque come oggetto privilegiato di criminalizzazione, mentre
il dissenso sociale e politico conosce una repressione sistematica e, come a
Genova nel luglio 2001, brutale. Dinamiche, queste, derivate dal prevalere
di ideologie e politiche neo-liberiste che per altro verso contribuiscono
pesantemente a produrre quella ingiustizia sociale che è alla base della
'devianza' come del disagio mentale, attraverso la disoccupazione di massa,
i licenziamenti facili e la precarizzazione del lavoro, i tagli alle spese
per la sanità, l'istruzione, la politica abitativa.
Si tratta di una tendenza che coinvolge ormai tutta l'Europa, inserita nel
quadro complessivo della globalizzazione capitalistica, come dimostra anche
la situazione paradigmatica delle migrazioni internazionali: fenomeno
epocale derivato in primo luogo dagli impressionanti squilibri esistenti tra
i vari paesi del mondo, di fronte al quale le classi dirigenti degli Stati
'a capitalismo avanzato' rispondono innalzando barriere giuridiche e
materiali e imponendo di fatto clandestinità, segregazione e condizioni di
assoluta precarietà nella vita quotidiana e di super-sfruttamento sul
lavoro. Un processo che, nella totale assenza di politiche sociali degne di
questo nome, culmina appunto nella criminalizzazione dei migranti, resa
esplicita dalla barbarie dei cosiddetti 'centri di permanenza temporanea' e
dal ricorso alla carcerazione di massa dei migranti, che nelle prigioni di
tutte le maggiori città europee costituiscono oggi oltre la metà dei
detenuti.
Ecco dunque le basi della situazione che ci troviamo di fronte, nella quale
il prevalere delle politiche ispirate alla cosiddetta 'tolleranza zero'
determina il ricorso sempre maggiore alle istituzioni chiuse, totali, dove i
problemi sociali possono essere nascosti dietro mura robuste.
I tassi di carcerazione sono dovunque cresciuti in modo esponenziale,
portando in molti paesi europei (per non parlare degli USA) al
raddoppiamento della popolazione carceraria nell'arco dell'ultimo
quindicennio, accentuando il ben noto problema del sovraffollamento che
rende inumane le condizioni di vita dei detenuti. E mentre i detenuti
d'Europa sono in larga maggioranza immigrati, tossicodipendenti e persone
con disagio mentale, l'estensione dei processi di carcerizzazione è tale da
interessare anche settori fino ad ora meno esposti alle tendenze
sicuritarie, come quello della giustizia minorile: se cos" in Gran Bretagna,
testa di ponte dei processi di privatizzazione del sistema penitenziario, si
impone il 'coprifuoco' per i minori in diverse città e si istituiscono
carceri per bambini dai nove ai tredici anni, negli altri paesi europei
viene sconfessato l'approccio 'trattamentale' e il carcere viene presentato
anche per i minorenni come una istituzione necessaria.
D'altra parte, tanto per gli adulti quanto per i minori, le 'misure
alternative alla detenzione' - esse stesse una forma di controllo sociale,
benché meno incidente sulla libertà personale - vengono continuamente
attaccate e conoscono una applicazione molto diversificata nei vari
territori, tendendo in generale a non rappresentare una reale alternativa
all'internamento ma, al contrario, ad ampliare l'area del controllo penale e
a restare ideologicamente subordinate all'istituzione carceraria.
Nel campo della salute mentale, anche nella situazione italiana, dove un
ampio movimento sociale, culturale e politico seppe imporre circa due
decenni fa la chiusura dei manicomi, i disegni di legge Burani-Procaccini
(F.I.) e Cé (Lega) ripropongono con forza l'ideologia organicista e medica
del disagio mentale, attaccando frontalmente la legge di riforma e l'intero
assetto dei servizi territoriali a vantaggio di nuovi 'piccoli manicomi' e
del rafforzamento del 'trattamento sanitario obbligatorio' (T.S.O.). Esempi
locali di una situazione continentale anch'essa caratterizzata dal ritorno
prepotente dell'istituzionalizzazione, dell'ideologia perversa della
'pericolosità sociale' del malato mentale, della negazione dei diritti più
elementari degli internati.
Relativamente alla questione della tossicodipendenza, sempre per restare al
caso italiano, il governo ha ripetutamente esplicitato la propria volontà di
depotenziare i servizi territoriali (Ser.T.) per favorire le 'comunità'
private, da ristrutturare sulla base del funesto modello di S.Patrignano, in
cui affarismo, violenza e stigmatizzazione si incontrano. Su tutto ciò, come
in altri paesi europei, domina la prospettiva della criminalizzazione del
tossicodipendente e del consumo di sostanze in genere, e l'abbandono, quando
non l'esplicita condanna, di ogni intervento volto alla riduzione del danno.

Di fronte a questa situazione, riteniamo necessario invertire la tendenza,
iniziando col coordinarci a livello europeo attorno ad una piattaforma di
opposizione ai processi in atto, costruita a partire dalle esperienze e
dalle riflessioni di studiosi e militanti, degli operatori e dei
protagonisti - loro malgrado - della vita nelle istituzioni totali. A questo
obiettivo mirano gli appuntamenti fiorentini.

Vi invitiamo a inviarci eventuali documenti da voi preparati e/o relazioni
delle vostre attività, in modo da poter arrivare a novembre con una idea
sufficientemente precisa delle realtà che saranno presenti alle iniziative.

Per informazioni, scrivere agli indirizzi mail:
istituzionitotali at libero.it
chridevito at hotmail.com


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