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MEGLIO DEL POLITICHESE

 

"A 45 anni mi sono ammalato di cancro.

La malattia è curabile e vi so possibilità di guarigione.

Da settembre scorso lo Stato ha speso per me circa tre volte la somma che io e mia moglie siamo riusciti a risparmiare in vent'anni di lavoro dipendente.

Sono seguito e curato gratuitamente presso un centro ospedaliero universitario, diretto da un ematologo di fama internazionale.

Non pago medicine e i ricoveri.

Ho un buono stipendio, ma se avessi dovuto pagarmi le cure e le medicine, sarei già in mano alle banche o agli usurai o morto.

Il massimale della mia assicurazione sanitaria sarebbe stato raggiunto dopo un mese di cure.

In sostanza sono ancora vivo perché lo stato sociale non è stato ancora smantellato.

Durante la mia degenza in ospedale ho cercato di spiegare tutto ciò ad alcuni altri pazienti anziani a basso reddito ed elettori di centrodestra, ma non sono riuscito a convincerli.

Mesi, se non anni di martellante propaganda televisiva li aveva convinti a scegliere contro i propri interessi."

Così, semplicemente e senza usare il politichese, il sig. Mario Ardigò di Roma, scrivendo a "Venerdì" del 22 febbraio 2002, denuncia le intenzioni della destra al governo contro lo stato sociale e la sanità pubblica in particolare.

Pur avendo idee chiarissime, non ha convinto gli elettori della destra, che stavano con lui in ospedale ma forse non avevano gli stessi problemi.

Sarà duro il lavoro per gli intellettuali se tenteranno sul serio a contrastare le convinzioni trasmesse dalla tv.

Oltre a indicare il valore assoluto della nonviolenza, occorre creare e far vivere decine di migliaia di centri aperti a tutti, che facciano educazione e contrinformazione continua.

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SANITA’: IL SONNO DELLE SINISTRE

 

Un’altra promessa di privatizzazione fatta ai liberisti di Confindustria, sta per essere mantenuta dal governo di destra.

Il passaggio della sanità al libero mercato.

Saranno più dolori che gioie, come accade in USA per i meno abbienti, costretti a svenarsi per pagare assicurazioni private o in molti casi a rinunciare all’assistenza.

Nel testo provvisorio del decreto presentato dal ministro Sirchia ci sono le misure per rovesciare la logica di servizio pubblico della riforma Bindi del centro sinistra, per privatizzare medici e ospedali, per dare pieni poteri al direttore generale dell’azienda ospedaliera.

La grande maggioranza delle organizzazioni dei medici hanno espresso il parere contrario.

Manca invece l’allarme nella opinione pubblica.

Malgrado il riconoscimento internazionale dell’alto livello del nostro servizio pubblico, il migliore del mondo per molti osservatori, la campagna scandalistica sugli inevitabili casi di cattivo funzionamento o di criminalità, la montatura sulle proteste dei cittadini per le troppo lunghe liste di attesa per alcune analisi e prestazioni, hanno raggiunto l’obiettivo di distogliere l’opinione pubblica dall’esatta consapevolezza degli obiettivi della destra.

Il soddisfacimento delle ambizioni di guadagno di alcuni medici, le mire dei grandi gruppi finanziari verso gli ospedali andranno per forza di numeri a discapito di una assistenza di alto livello e gratuita uguale per tutti, come è quella del servizio pubblico.

Non informare l’opinione pubblica sui pericoli che incombono sulla sanità pubblica, sulle conseguenze per le famiglie e le persone meno abbienti è colpa grave delle sinistre.

E’ colpa grave anche non sostenere e non far conoscere a tutti il rifiuto della maggioranza dei medici e degli operatori sanitari alla riforma liberista.

Come sinistra nonviolenta chiediamo che lo facciano prima che sia tardi.

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