R: Una donna afgana ci implora



Per favore, qualche indicazione di più. La lettera è molto toccante. Ma
bisogna sapere con certezza che sia autentica, non costruita.
Cosa significa "Fonte: Forum La Stampa"? Significa che è stata pubblicata
sul quotidiano La Stampa? E in quale giorno? Nel giorno del messaggio di
Finex? Bisogna dirlo.
L'indicazione data non è assolutamente sufficiente.
E chi è Finex? Questi indirizzi e-mail praticamente anonimi non danno
fiducia né credibilità.
Se la lettera è autentica, indicazioni così insufficienti la rendono
sospetta.
Se la lettera non è autentica, è una cattiva azione contro le vittime farla
passare per autentica.
E' lecito immaginare una situazione come questa, perché purtroppo è molto
verosimile, ma in tal caso bisogna dire che il genere letterario è
l'immaginazione, ed avrebbe ugualmente un grande valore.
Prego chiarire, assolutamente.
Enrico Peyretti
peyretti at tiscalinet.it
enrico.peyretti at tin.it

----- Original Message -----
From: finex <finex at siasint.it>
To: <dirittiglobali at peacelink.it>; <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, November 26, 2001 3:45 PM
Subject: Una donna afgana ci implora


> FONTE: FORUM "LA STAMPA"
> Non so altro
>
> Preghiera
>
> Non potevo non metterla.
> Questo messaggio è una preghiera. Pochi
> decidono per tutti, in questo mondo. Gli altri
> tacciono e subiscono. Siamo tutti uguali, il sangue
> scorre rosso, il dolore si esprime in grida e
> lacrime. Per tutti.
> Io sono nata a Kandahar 22 anni fa, sono stata in
> Italia per quasi tutta l'infanzia e di questo non
> smetterò mai di ringraziare mio padre che ha
> voluto che io vedessi un mondo diverso di pace,
> poi sono tornata in Afghanistan, dove c'era tutta
> la mia gente. Ho conosciuto gli italiani, sono come
> noi. Ho amato la capacità degli italiani di capire,
> di non giudicare, di commuoversi. Così a questo
> popolo che ho amato invio la mia preghiera.
> In Italia c'è la mafia che si è diffusa come un
> cancro in tutto il mondo, facendo male e tanto.
> Sono felice che nessuno per questo abbia mai
> pensato di bombardare l'Italia, di darla da
> governare a stranieri, di riempirla di bombe, mine
> e pianto. Sono felice perché la mafia non avrebbe
> perso mentre gli italiani avrebbero visto i loro
> sogni trasformarsi in orrore e incubi. Ero a
> Kandahar quando sono cominciati i
> bombardamenti occidentali. Ero là con il mio
> bimbo e il mio giovane uomo. E così il mio
> giovane uomo è andato a combattere. Non
> volontario, non terrorista. E' partito perché i
> giovani ragazzi vengono arruolati dagli eserciti in
> tutto il mondo quando c'è guerra. Aveva 20 anni e
> se n'è andato senza guardare il suo bimbo che
> piangeva. Forse immaginava che non l'avrebbe
> visto più, non voleva ricordarlo in lacrime.
> Cadevano le bombe l'ultima volta che l'ho visto
> vivo, il rumore era assordante e la gente gridava
> e correva in cerca di rifugi che non ci sono. Così
> non so se ha sentito il mio saluto. L'ho
> accompagnato per alcuni metri lungo la strada e
> per una volta ho gioito di indossare il burqa. Non
> ha visto lacrime ed erano tante, ha portato il mio
> ricordo mentre gli dicevo che nessuna bomba e
> nessun nemico può uccidere chi è protetto da un
> amore grande, come il mio per lui. Ma l'amore in
> Afghanistan ha perso da tempo. E il mondo è
> piccolo e se l'amore perde perde per tutti. La
> notte ho stretto forte il mio bimbo che non
> dormiva più. Chiedeva perché ma io non so che
> rispondergli. Non si può dire a un bimbo che il
> mondo odia il terrorismo che significa uccidere gli
> innocenti e così, per risposta, bombarda noi. Tutto
> quello che quella notte, quella dopo e quelle
> prima gli dicevo era "mamma è qui con te, non
> piangere, mamma è qui con te". E ora vorrei
> morire perché in una di quelle notti da incubo la
> casa è esplosa su noi abbracciati. E che ha potuto
> fare mamma per il suo bimbo? Gli avevo
> promesso protezione, la bomba è caduta e lui nel
> terrore mi ha guardata come a ricordarmi la
> promessa. Non ha urlato, questo lo ricordo. Io l'ho
> fatto ed era un grido animale che mi risuona nelle
> orecchie in ogni istante, sono saltata sul corpo del
> mio piccolo come un'aquila sulla preda. Sentivo
> del sangue scivolarmi lungo le gambe e tra il
> dolore e l'angoscia non capivo di chi fosse,
> continuavo a pregare Dio che fosse il mio, a
> implorarlo che fosse il mio. Non lo era. Come
> vorrei spiegare a tutte le mamme... ma le
> mamme, lo so, non hanno bisogno di altre
> spiegazioni. Alzi gli occhi al cielo e vorresti solo
> morire, perché tutto il resto non importa, perché
> non c'è niente che può consolarti, perché la morte
> è nulla per una madre quando ha suo figlio che
> grida tra le braccia. Ho chiesto a Dio di mandare
> un'altra bomba a uccidermi, sentivo di non
> farcela. Invece stavo già correndo, cercando aiuto,
> tra le bombe e le fiamme e altre mamme con
> fagottini sanguinanti tra le braccia. Il mio bimbo
> vivrà senza le gambe, urla tutto il giorno, si
> lamenta tutta notte. Ho affidato la mia lettera a
> un'amica che è corsa via per salvare i suoi, io da
> qui non posso scappare, il mio bambino è steso
> in un letto. Aspettiamo la fine, le bombe
> continuano a cadere e io spesso chiedo ad una di
> colpirci per non vedere il resto, per non dover dire
> a lui che gli ho dato una vita senza futuro, per
> non dovergli dire che lo aspetta solo il dolore.
> Spero che ci colpisca e ci porti via insieme, in un
> posto nel quale io possa proteggerlo, solo questo
> sarebbe il mio Paradiso. Ho affidato così la lettera
> a un'amica che è scappata in Europa. E' per gli
> italiani, popolo che ho amato e nel quale credo
> ancora. Non credo che nessuna delle belle
> persone che ho incontrato lì da voi avrebbe voluto
> pagare con le sue tasse la bomba che ha tolto le
> gambe e la speranza a mio figlio. Eppure quella
> bomba l'avete pagata voi, tutti voi, togliendo i
> soldi alle pensioni dei vostri vecchi o i soldi per i
> vostri malati e dandoli invece per colpire i nostri
> bimbi. Se favorire involontariamente chi uccide
> innocenti è terrorismo allora gli italiani sono
> terroristi? Non lo sono, come non lo sono io.
> Siamo le vittime di questa guerra. Non cestinate
> la mia preghiera, voglio immaginare che esiste
> una speranza, che chi non ha soldi o interessi
> possa dire non uccideteci più. Non cestinate la mia
> speranza. Penso che magari se ci stringiamo tutti
> potrebbe non succedere più e altri bimbi come il
> mio correranno ancora, con le loro gambe,
> davanti ai loro genitori orgogliosi. Vi prego
> mandate a tutti questa mia. Spedite a tutti la mia
> storia, che almeno a qualcun altro possa servire,
> ho in mente questa lettera mentre sto vicino a
> mio figlio aspettando.
> Quando cadrà Kandahar pensate anche a noi.
>
> Anna
>
>
>