R: [lilliput-g8] Violenza o nonviolenza?



Ma perché mai non va bene fare violenza,
neppure in risposta ad eventuale violenza?
Ma è semplice: perché la fanno già i G8.
Fanno la violenza strutturale, che è da professionisti.
Quella diretta, di spaccare cose e menare bastoni, è roba da dilettanti.
Ed è ridicola (oltre che brutta e sporcante).
Ma molto utile per nascondere la violenza professionistica.
E' per questo che i G8 non desiderano altro che manifestanti violenti.
Chi vuole deluderli? Chi vuole soddisfarli?

     Enrico Peyretti
     peyretti at tiscalinet.it
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----- Original Message -----
From: TBonotto <bonotto at clopd.univr.it>
To: Francesco Locunto <fidel78 at tiscalinet.it>; Newsgroup Lilliput contro il
G8 <lilliput-g8 at it.egroups.com>; Sergio Torriani <sergiotorriani at yahoo.it>
Sent: Wednesday, June 13, 2001 2:40 AM
Subject: R: [lilliput-g8] Violenza o nonviolenza?


Chiarissimi, un saluto.
Questa digressione mi rammenta una simile 'interminabile' discussione avuta
in occasione del meeting di Praga.
Conclusione: ogni gruppo, divisi per settori di affinità non violenti, medio
violenti e violentissimi, ha espresso quello che aveva in programma.

Dalle esperienze precedenti è stato appurato che forme di 'azioni dirette
nonviolente' siano state molto efficaci e accettabili anche dalla
popolazione in generale.

Come dice anche Beppe Grillo in un'intervista, (sommariamente): 'la violenza
non serve... i G8 hanno già deciso tutto in altra sede, è necessario
prendere la cosa in modo ironico'
Fare dell'ironia è molto più interessante...
'Se si vuole proprio rompere qualche cosa' prosegue Grillo, 'metterò a
disposizione a spese mie 4 negozi con le vetrine da infrangere, un'auto da
bruciare e cassonetti delle immondizie da incendiare...'

Dalla violenza e dalla non violenza, comunque, non escono soluzioni
alternative... Sarebbe necessario cercarne.

saluti

T.Bonotto
Proutist Universal - Italia
Rete Lilliput - Verona
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----- Original Message -----
From: Sergio Torriani <sergiotorriani at yahoo.it>
To: Francesco Locunto <fidel78 at tiscalinet.it>; Newsgroup Lilliput contro il
G8 <lilliput-g8 at it.egroups.com>
Sent: Tuesday, June 12, 2001 1:55 PM
Subject: Re: [lilliput-g8] Violenza o nonviolenza?


> Caro Franceso,
> Lascio poi la risposta agli esperti, ma permettimi di
> dissentire su un punto: la nonviolenza non è una
> scelta dovuta perchè siamo minoranza, è una scelta di
> campo.
> Anche se fossimo maggioranza dovremmo avere questo
> stile, che è quello di chi si fa carico, di chi
> ascolta, di chi non forza le decisioni. Persino la
> democrazia per i non violenti è violenta, in quanto il
> sistema della maggioranza forza la decisione non
> ascoltando la minoranza. Il metodo delle decisioni
> deve essere, per essere nonviolento, necessariamente
> consensuale, dove si giunge alla decisione insieme.
> Forse è per quello che non saremo mai maggioranza, ma
> a me, sinceramente, interessa cambiare il mondo. non
> essere maggioranza
> Un caro saluto
> Sergio
> --- Francesco Locunto <fidel78 at tiscalinet.it> ha
> scritto: > E' ormai risaputa l'esistenza di due linee
> distinte
> > di azione del "popolo di
> > Seattle"
> > all'interno delle manifestazioni
> > antiglobalizzazione. Personalmente mi
> > verrebbe voglia
> > di appoggiare la linea dura, ormai esasperato dalle
> > azioni quasi
> > irrefrenabili dei
> > governi occidentali, i quali cercano di far tacere
> > in qualche modo il
> > dissenso
> > Ripenso anche a quanto scritto sul Tirreno del
> > 9/6/2001 (riporto
> > testuamente):
> > >"Berlusconi come Tambroni, saremo a Genova con le
> > magliette a striscie"
> > >urlano i ragazzi dei centri sociali che evocano la
> > rivolta genovese di 40
> > >anni fa contor l'ingresso dei fascisti nel governo.
> > Così su due piedi non fa una piega... Ripensandoci
> > però farei alcune
> > osservazioni.
> > Nei tempi della lotta al fascismo, il dissenso era
> > diffuso nella maggioranza
> > della popolazione la quale, non avendo altre risorse
> > a disposizione, ricorse
> > giustamente alla
> > lotta ed alla forza per combattere un governo che
> > agiva con la forza. Certo,
> > anche i governi di oggi, in altre forme, agiscono
> > con la forza, ma penso
> > che per sentirsi in diritto di agire con la forza si
> > dovrebbe quantomeno
> > avere la certezza che il dissenso sulla
> > globalizzazione sia maggiore del
> > consenso.
> > In altre parole, credo che non ci sarebbe altra
> > strada se non quella della
> > violenza
> > nel caso in cui la maggioranza della popolazione, in
> > disaccordo con le
> > decisioni
> > prese dai propri governi, non riesca ad esprimere ed
> > a far valere le proprie
> > idee.
> > Saremmo in democrazia, e quindi, nel caso in cui
> > l'opinione di maggioranza
> > non venisse presa in considerazione, si arriverebbe
> > con diritto alla
> > "rivoluzione".
> > Adesso però le cose sono diverse. Il dissenso sulla
> > globalizzazione è
> > diffuso soltanto
> > in una minoranza della popolazione: credo quindi che
> > agire ora con la forza
> > sia
> > solo un modo per cercare di imporre le proprie idee,
> > e non di confrontarle.
> > Sono perfettamente in linea quindi con tutto quello
> > che si sta facendo, in
> > forma
> > nonviolenta, per sensibilizzare la gente al problema
> > (difatti adesso c'è un
> > consenso
> > implicito, dato che molti effettivamente se ne
> > fregano...). In questo modo
> > si crea
> > consenso e, come penso e spero, un giorno si
> > arriverà al punto che la
> > maggioranza
> > sarà contraria al fenomeno globalizzazione: nel caso
> > in cui i governi
> > cercheranno ancora
> > di fare gli interessi di pochi tralasciando
> > l'opinione della popolazione, si
> > potrà arrivare alla lotta vera.
> > Spero soltanto che, se ci fosse ampio consenso, non
> > sia necessario agire con
> > la forza, e che
> > i governi si adeguino al volere della gente. Fino ad
> > allora si deve agire in
> > forma nonviolenta,
> > anche e soprattutto per attirare maggiormente
> > l'opinione pubblica, l'unica
> > vera forza in uno stato
> > democratico. Manifestiamo numerosi, senza scudi e
> > manganelli.
> >
> > Saluti
> >
> > Francesco
> >
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