R: Una giornata contro le guerre



Mi riferisco a quanto Paolo Nerozzi scrive e riporta (vedi sotto), ma sono
molte le occasioni che avrei potuto e forse dovuto  cogliere per
ri-proporre alla riflessione/discussione il "Patto dei cittadini del mondo
per la pace e i diritti umani" che segue.
Caro amico,

in quest'ultimo anno del XX° secolo diverse guerre sciagurate continuano ad
aggiungere morti e sofferenze alle numerose altre violenze e ingiustizie che
in tutto il mondo affliggono milioni di persone; guerre, violenze e
ingiustizie generate da un sistema di rapporti politici ed economici
fondato, in nome del libero mercato globale, sulla legge del più forte e su
un modello di sviluppo violento e insostenibile, con scarso rispetto sia dei
diritti umani che dell'ambiente.

Contro questi orrori e pericoli lottano e lavorano con grande impegno e
sacrificio tante ammirevoli persone e associazioni, ma la loro azione
evidentemente non basta. I governi sono pressoché sordi a tutto ciò che non
metta veramente in discussione il loro potere.

A volte molto parzialmente, o provvisoriamente e strumentalmente, fanno
mostra di aderire alle richieste dei movimenti di opinione che di volta in
volta si esprimono su casi o problemi eclatanti, ma non affrontano i
problemi alla radice e lasciano immutata la situazione strutturale che
genera sempre nuove catastrofi umane e ambientali.


Solo una permanente e crescente mobilitazione di molte persone, di cittadini
del mondo, di quelli che votano e pagano le tasse, potrà imporre un
cambiamento reale e duraturo. Siamo noi quindi, che abbiamo questa
responsabilità e questo potere. Il "Patto tra i Cittadini del Mondo per la
Pace e i Diritti Umani" è un impegno personale che si fa gesto pubblico e
collettivo per obbligare i governi di tutto il mondo a riconoscere priorità
concrete alla pace, ai diritti umani, alla giustizia, allo sviluppo e
all'ambiente. Un gesto di per se minimo e facile, com'è sottoscrivere una
dichiarazione e spedirla una volta all'anno ad uno o più indirizzi, che può
caricarsi però di una grande forza, perché sostenuto da convinzioni
personali profonde e perché condiviso da un grande numero di cittadini.

Non è stata costituita nessuna nuova associazione o comitato, perché sono
già molte le organizzazioni impegnate in diverse e indispensabili opere
umanitarie e solidali che possono fare propria e promuovere questa
mobilitazione, sapendo che da questa trarrà maggiore forza ed efficacia
anche la loro azione e attività specifica.

Siamo comunque noi cittadini i protagonisti insostituibili di questa
iniziativa. Possiamo e forse sarà bene non avere centri organizzativi e
decisionali: continuare, cambiare o smettere sarà per responsabile decisione
personale e assolutamente personale sarà anche la verifica della coerente
attuazione degli impegni sottoscritti.

Se decidi di aderire al Patto, i consigli operativi sono i seguenti :

1 - fotocopia separatamente i testi del Patto, in italiano e in inglese;

2 - completa le fotocopie con i tuoi dati anagrafici, la data e la firma (la
prima volta cancella con

un tratto di penna le parole "e rinnovo" - "and renew" all'inizio dei
testi);

3 - spediscile per lettera al Presidente del Consiglio e al Segretario
Generale dell'ONU;

si possono usare altri mezzi (fax, modem, ...) ma ovviamente bisogna evitare
i duplicati;

4 - ripeti la stessa procedura ogni anno, ad una scadenza qualsiasi;

Se ti sembra utile possiamo tenerci in contatto per aggiornarci sugli
sviluppi dell'iniziativa, ricordarci la scadenza annuale, proporre modifiche
alla procedura o al testo; possiamo dar vita ad una rete autogestita della
quale ciascuno può decidere di essere un "nodo", come io cerco di fare. Se
vorrai mi farai sapere.


Cordiali saluti.

Gianni

Giovanni Zampieri - Via Figliodoni, 2 - 23891 Barzanò (Lc) - Tel. 039-958264

e-mail: zampieri.gg at libero.it



Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi - Piazza Colonna
370 - 00187 Roma

The Secretary-General of United Nations, United Nations Plaza, 1 - New York,
NY 10017 - USA

Io . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . , residente a . . . . . . . . .
. . . . . .(cap. . . . . ) via . . . . . . . . . . . . . . . . n . . . , per
ribadire la mia volontà di pace ed affinché i governi adempiano con il loro
dovere e le loro promesse, sottoscrivo e rinnovo il seguente

PATTO TRA I CITTADINI DEL MONDO, PER LA PACE E I DIRITTI UMANI.

Mi impegno a non partecipare personalmente ad azioni di guerra e mi oppongo
che altri lo faccia o si prepari a farlo, anche per difendere veri o
presunti diritti e interessi miei o della collettività cui appartengo.
Consento con un uso della forza, personale od organizzata, non
intenzionalmente omicida, per scopi strettamente difensivi della vita e dei
diritti fondamentali delle persone e dei popoli. Secondo le mie forze,
capacità e mezzi, attuerò e sosterrò ogni forma di resistenza civile contro
la guerra, di azione nonviolenta e di cooperazione solidale, per stabilire e
mantenere la pace e il rispetto dei diritti umani, nella giustizia e nella
sicurezza comune.

Mi impegno a dare il mio consenso politico solo a chi operi concretamente
per la pace e contro ogni forma di violenza e ingiustizia, con coerenti atti
di governo, legislativi e diplomatici, anche unilaterali, tra i quali
considero prioritari ed essenziali:

- riformare o rifondare l'ONU in senso democratico, con l'abolizione del
diritto di veto e la definizione di più ampi ed equi criteri di
rappresentanza di tutti i cittadini; riconoscere piena ed effettiva autorità
sovranazionale all'ONU, alla Corte Internazionale di Giustizia ed al
Tribunale Penale Internazionale, fornendoli dei fondi e dei mezzi necessari
per esercitarla e possano concretamente operare per la pace e la tutela dei
diritti umani;

- avviare un concreto programma di disarmo generale, a partire dagli
armamenti nucleari e da quelli che provocano uccisioni, ferimenti e
distruzioni indiscriminate, di massa o particolarmente disumane;  convertire
gli apparati militari nazionali in organismi per la prevenzione
anti-bellica, la protezione civile e ambientale; abolire i tribunali
militari; porre sotto il rigido controllo degli stati e la supervisione
dell'ONU la produzione ed il commercio delle armi, da destinare
esclusivamente alle polizie nazionali ed all'ONU, per i loro scopi
istituzionali;

- affermare nei fatti la priorità dei diritti e dei bisogni delle persone
rispetto ad ogni altra esigenza o legge pseudo-naturale, ideologica o
religiosa, etnica o nazionalistica, economica o finanziaria; stabilire più
giusti rapporti economici tra le nazioni, in particolare tra le più ricche
del Nord e le più povere del Sud del mondo, con l'applicazione di criteri di
equità negli scambi commerciali e di clausole sociali per la salvaguardia
dei diritti dei lavoratori, delle culture autoctone e degli ambienti
naturali, per la difesa dei più deboli e la sicurezza di tutti;

- abolire il segreto di stato e gli infidi servizi segreti, che poco o nulla
hanno a che vedere con l'opportunità di temporanei e limitati segreti
operativi, e sono motivo di sospetto e sfiducia tra le nazioni, oltre che
frequente strumento di trame incontrollabili, antidemocratiche e
antisociali; fondare invece la sicurezza comune sulla trasparenza e sulla
lealtà;

- garantire libertà e pluralismo di cultura e di informazione, affinché la
verità prevalga sulla menzogna, e le diversità non siano motivo di divisione
e di scontro, ma di arricchimento per tutti.

Conseguentemente, in occasione delle scadenze elettorali, eserciterò il mio
diritto di voto esclusivamente in favore di candidati e forze politiche che
esplicitamente assumeranno questi punti programmatici e si confermeranno
seriamente impegnati a realizzarli.

Basta guerre! Per cominciare.

(data) . . . . . . . . . . . (firma) . . . . . . . . . . . . . . . . . .

The Secretary-General of United Nations, United Nations Plaza, 1 - New York,
NY 10017 - USA

Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi - Piazza Colonna
370 - 00187 Roma

To reaffirm my will of peace and to ensure that governments give effect to
what is their duty and they

have solemnly pledged, I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . ,

resident in . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . ,

hereby sign and renew the following

WORLD CITIZENS' PACT, FOR PEACE AND HUMAN RIGHTS

I undertake not to participate in acts of war and I shall stand out against
the actions of those who do or who prepare to do so, even when the defence
of rights and interests - real or presumed - of myself or the community to
which I belong is at stake. I approve of the use of force, individual or
collective, without homicidal intent, strictly for the aims of defending the
lives and fundamental rights of individuals and populations. Within the
bounds of my strength, ability and every means, I shall give effect and
support every form of civil resistance against war, of non-violent action,
and of mutual co-operation, so as to establish and maintain peace and the
respect of the human rights, that is attended by justice and safety for all.

I undertake to give my political support only to those who work actively for
peace and against any form of violence through governmental, legislative,
and diplomatic action consistent with this endeavour, including such as is
unilateral, the essential priorities in which action I consider to be :

- reforming or re-founding the UN along democratic lines through the
abolition of the right of veto, or a change to the rules governing it, and
the definition of broader and fairer criteria of representation for all
citizens; giving full and effective recognition to the supranational
authority of the UN, the International Court of Justice and the
International Criminal Court, providing them with the funding and resources
to exercise it so that they can work constantly for peace and in defence of
human rights;

- initiating a meaningful programme of general disarmament, starting with
nuclear weapons and those causing killing, injury, and destruction that are
indiscriminate, are on a mass scale, or are particularly inhuman; converting
the military establishment in each nation into a body charged with
preventing war, with emergency service functions, and with environmental
protection; abolishing military tribunals; placing the production and sale
of arms under the rigid control of each state and the supervision of the UN
so that they are solely at the service of national police forces and of the
UN for their officially approved aims;

- reaffirm effectively the priority of the rights and the needs of all
persons over any other demand or pseudo-natural law, ideologic or religious,
ethnic or nationalist, economic or financial; establishing fairer economic
relations between nations, especially between the richer nations of the
North and the poorer ones of the South, by applying the principles of equity
to trade as well as through social clauses that protect workers' rights,
indigenous cultures, and the natural environment, so as to defend the
weakest and to ensure the safety of all;

- abolishing official state secrets and the inherent perfidy of secret
services, these having little or nothing to do with the effectiveness of
short-term limited operational secrecy while provoking suspicion and
distrust between nations and being often instrumental in anti-democratic and
socially de-stabilising manoeuvres that escapes control; founding, by
contrast, the mutual safety of all on openness and sincerity;

- guaranteeing freedom and pluralism in matters of information and culture,
so that truth prevails over falsehood and diversity brings not division and
antagonism but rather enrichment for all.

Accordingly, at elections I shall cast my vote solely in favour of those
candidates and political forces who explicitly subscribe to the points in
this pact and who demonstrate a genuine commitment to implementing them.

An end to war! ...as a first step.

(date) . . . . . . . . . . . (signature) . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . .

Scusate la lunghezza del messaggio. Ciao a tutti.

>  Assopace nazionale wrote:
>  Roma, 10/05/2000
  Ai soggetti del mondo pacifista e della cooperazione internazionale Il
tanto decantato nuovo millennio si apre con un mondo sempre più devastato da
guerre ....Per quanto ci riguarda, come movimento pacifista italiano ed
europeo, ci
  stiamo accorgendo, dopo la drammatica esperienza del Kosovo, che la nostra
  azione appare del tutto inadeguata rispetto alle esigenze attuali.
Crediamo sia giunto il momento di riprendere una riflessione collettiva e
trovare sempre più, pur nel rispetto di culture ed esperienze diverse, temi
  ed iniziative unitarie, in particolare contro le guerre e per il disarmo.
  Per questo vorremmo proporre l'avvio di un comune percorso di riflessione
ed azione pacifista.

  Dopo queste righe fate anche una proposta concreta, quella di mobilitarsi
per il 2 giugno.
  Oltre a lanciare una buona idea come avete fatto voi e come si fa
generalmente per altre iniziative, dobbiamo sentirci dentro di noi
l'importanza primaria per quel gesto su tutte le altre cose che già stiamo
facendo. Dato che di impegni ne abbiamo anche fin troppi e tutti urgenti,
diventa difficile poi riuscire a trovare un intento comune. Ma la necessità
di trovarlo, come voi scrivete in questa lettera sta diventando sempre più
impellente. Di esperimenti unitari se ne stanno già facendo e anche con un
discreto successo (lilliput, le varie campagne, la tavola della pace, ecc),
ma il ns cammino di vita può essere paragonato ad un neonato e dobbiamo
ancora crescere (non intendo come numero ma come maturazione) tanto per
riuscire ad avere una grande strategia comune.

  Un appuntamento che va in questa direzione unitaria (sembrerà un paradosso
per qualcuno) é la marcia della nonviolenza Perugia-Assisi promossa dal
Movimento Nonviolento e dal Mir.
  A qualcuno può essere sembrato che la proposta di una marcia straordinaria
per il settembre 2000 fatta un po' fuori dal contesto della tavola della
pace, sia un modo per contestare e rompere il lavoro unitario tanto prezioso
della tavola della pace.
  C'é il dubbio pure che sia stata pensata in contrapposizione al fatto che
alla marcia del Sett. '99  aveva partecipato D'Alema. Chi sente questo
pericolo di minaccia verso un lavoro tanto faticoso di unità ha tutte le
ragioni di crederlo, ma dobbiamo anche pensare che non possiamo non fare una
iniziativa simbolicamente forte nell'anno 2000. L'anno in cui i premi Nobel
hanno ottenuto che fosse dedicato alla nonviolenza e che chiedono che il
mondo si impegni per una educazione alla nv per i prossimi 10 anni. Un anno
pieno di significati in cui sentiamo l'esigenza di riuscire ad essere più
efficaci con la nv nei confronti delle strategie di violenze
economiche-politiche-militari.

  Non sono del Mir o del Mnv, sono aderente a Px e all'interno del movimento
non ho alcuna responsabilità particolare. Parlo quindi da semplice
partecipante del variegato ambiente degli (come diceva Capitini) "Amici
della nonviolenza".

  Io (per questo desiderio di avere un strategia nazionale comune verso le
guerre e il disarmo) sento il bisogno di ribadire e crescere con una
coscienza e una consapevolezza collettiva più matura verso la scelta della
nonviolenza, anche appunto attraverso una marcia (di passaggio tra un
millennio e l'altro) della nonviolenza.

  Secondo me la ns coscienza nv é ancora un po' ingenua e si fa un po'
fatica ad elaborare dei veri piani efficaci che vadano al di là della
classica manifestazione. Qualche cosa si sta muovendo, ma sono i primi passi
e per questo anno simbolico (che i premi Nobel hanno scelto) dobbiamo dare
risalto ad una scelta che il mondo e quindi anche l'Italia deve fare con più
convinzione.
  Questa ns specie di "giubileo" laico, dove deve essere fatto se non nel
percorso che Capitini ha iniziato?

  Sarebbe bello poi (e qui probabilmente sogno troppo.) che da questa ns
marcia scaturisse una analisi comune che ricerchi la ns "campagna del sale"
per risvegliare e rilanciare l'azione diretta nonviolenta.

  Ciao, paolo.

  .nerozzi
  bologna
    Il primo passo potrebbe essere una giornata di mobilitazione contro le
  guerre da tenersi in tutte le città italiane, nelle forme che ognuno
  riterrà opportune, per il giorno 2 giugno, una data simbolo nella storia
  repubblicana. Nel passato il suo significato di costruzione della pace e
  della democrazia dopo la catastrofe del fascismo e della guerra mondiale è
  stato inquinato da una simbologia militaresca, sino a cadere nel
  dimenticatoio. Oggi potrebbe diventare l'occasione per incontrare migliaia
  e migliaia di cittadini e raccontare il dramma delle guerre nascoste e dei
  milioni di morti nel corso di questi anni. Guerre lontane dalla
  spettacolarità ideologica e menzognera impostaci dalla nato durante la
  guerra "umanitaria" contro la Yugoslavia e che continua ancora oggi a
  seminare devastazione in quell'area.

    Altre occasioni di dibattito ed iniziativa comune potranno scaturire dal
    confronto di questi giorni.

    Associazione per la Pace