Ahi Strasburgo - Ahi Strasburgo!



Ahi Strasburgo, Ahi Strasburgo!


Ho promesso a Tommaso di Francesco una rubrica settimanale sugli
avvenimenti al Parlamento Europeo, a Strasburgo e a Bruxelles. Cercherò di
mantenere la promessa perché quando Tommaso chiede qualcosa io tremo. Sono
restia a scrivere, per timore delle scempiaggini, ma soprattutto sono
sommersa da cose da fare che non permettono neppure di fermarti un'ora per
pensare e scrivere di cose che non sarebbero neanche di poco conto.
L'ultima sessione plenaria è stata per me, ma anche per i parlamentari
che hanno a cuore il loro mandato, la follia pura, nei primi giorni vi è
stata anche l'angoscia dei morti palestinesi e della ripresa
dell'Intifadah, così per sentire le notizie e parlare con i palestinesi, ho
passato qualche notte notte in parlamento
All'ordine del giorno delle sessione le cose più impensabili: dallo
spettro radio, all'ammissione della Grecia nell'Euro, dal debito dei paesi
poveri al controllo del biossido di carbonio, ai sistemi ferroviari
tradizionali ad alta velocità, persino le encefalopatie spongiformi
trasmissibili per poi continuare con la cooperazione con il Sudafrica, la
tratta delle donne e la piattaforma di Pechino, la situazione nello
Zimbabwe, un rapporto sul programma europeo di lotta alla discriminazione
razziale ed etnica, le domande orali e scritte alla Commissione e al
consiglio su questioni ostiche, le risoluzioni sulle tragedie del mondo,
e poi dare seguito alla decisione del governo francese e considerare il
famigerato Le Pen decaduto dal ruolo di parlamentare (alla fine la
decisione è stata quella di attendere più garantista di attendere l'esito
del ricorso). Abbiamo anche avuto una seduta solenne, ospite d'onore il
presidente della Slovenia, Kucan (il suo intervento ha sollevato problemi
con il ministro Dini, anche se poi è stato rettificato sostenendo ci fosse
stato un errore nella versione inglese della traduzione). Per la verità
non sono riuscita ad ascoltarlo, giuro nessuna questione politica,
semplicemente, nello stesso momento, nel cortile principale del
parlamento, dovreste vederlo, tutto circolare con le mura di mattoni rossi
(ogni volta che lo attraverso mi prende il brivido di angoscia che mi ha
sempre dato il quadro di Van Gogh, quello che mostra il cortile del
manicomio e gli uomini che camminano in circolo), si sono radunati i
comitati europei per l'appoggio al popolo Saharawi.
Ho dovuto scegliere, ho lasciato l'aula e mi sono precipitata di corsa,
investendo qualche usciere (ma ormai sono abituati alla mia irruenza),
trafelata ho raggiunto il cortile, ho abbracciato qualche italiano e
qualche rappresentante sarahawi in costume. Per essere gentile ho
accompagnato qualche italiano all'entrata dei pass dei parlamentari per
poterli invitare alla mensa e negli uffici, altrimenti i "visitatori"
stanno soltanto nell'area esterna a quella dei parlamentari, noi li vediamo
da lontano, quando stanno sugli spalti per seguire i lavori di plenaria. Un
giorno c'erano anche i lavoratori della Good Year e penso che siano stati
contenti quando nel mio intervento in plenaria , dove si discuteva, ahimè
della chiusura della fabbrica, li ho salutati calorosamente.
Non mi sono fermata molto, mi aspettavano nell'atrio il figlio di Leyla
Zana, la parlamentare curda alla quale è stato dato il premio Sacharafov e
che è ancora in carcere, insieme a lui Ali Dogan il curdo gentile che nel
periodo in cui i curdi stavano a Roma in piazza Celimontana per chiedere
l'asile politico per Ocalan, ne era il portavoce. Con loro mi dirigo verso
l'aula in plenaria, colpo di fortuna vedo in conversazione Cohen Bendit e
Rutelli, anche loro fuori dall'aula, non mi sembra vero, chiedo subito un
appuntamento per il figlio di Leyla Zana, (Cohen Benduit è il presidente
per la delegazione della Turchia e il comune di Roma ha dato la
cittadinanza a Leyla Zana). Ritorno nell'atrio di corsa per riprendere gli
amici del comitato Sarahawi, e poi devo rientrare nell'aula, finita la
seduta solenne con il discorso di Kucan ricomincia il voto (se non
partecipi almeno alla metà delle votazioni tolgono mezza diaria). Tutti si
affannano ad entrare in aula per votare, i primi tempi non lo sapevo, di
solito mi informano di queste cose gli assistenti dei parlamentari di altri
gruppi politici che sono molti più attenti di noi. Ma a parte questo, il
voto è il momento fondamentale della sessione e l'unico in cui l'aula sia
piena. Nei dibattiti sui vari temi vi partecipa solo chi deve
intervenire. E' frustante per chi deve parlare, ma anch'io diserto è
davvero impossibile seguire tutti i dibattiti. Nei nostri uffici abbiamo i
televisori a volte seguiamo in diretta. Uscita dal voto vengo bloccata da
una parlamentare del bureau dell'integruppo "Iniziative per la Pace" di
cui sono presidente, è molto preoccupata, per il pomeriggio ho organizzato
un'incontro oltre che con il figlio di Leyla Zana con il rappresentante
del PKK per illustrare il loro progetto di pace. La parlamentare dice che
l'ambasciata turca ha telefonato facendo pressioni sul suo gruppo politico
per non permettere che il Pkk parlasse.
L'ho rassicurata, è tempo di rompere il tabù, il Pkk per la prima volta nel
parlamento europeo parlerà del coraggioso progetto di pace per ora
unilaterale visto che la Turchia rimane sorda. L'incontro sarà un successo,
è presente anche il generale Morillon, ricordate quello di Sebrenica?,
sarà lui il relatore per i rapporti del parlamento con la Turchia. Il
figlio di Leyla Zana dice parole pesanti come un macigno, "sono stato qui
con mio padre nel 95 ha ritirare il premio per mia madre, quando ho visto
tutti quei parlamentari in piedi che applaudivano, ho pensato: mia madre
adesso sarà libera, sono passati tanti anni, lei è ancora in carcere".
E' fatta, il tabù è infranto. Lascio i kurdi e raggiungo una delegazione di
giornalisti arabi , c'è anche un palestinese, discutiamo dei rapporti
euro-arabi e del futuro della piattaforma di Barcellona. Ri-raggiungo i
comitati Sarahawi, una parlamentare spagnola, mi chiede in nome dei
parlamentari per il Sarahawi di assumere la questione nell'intergruppo
"Iniziative per la pace", loro non sono riusciti ad avere
le firme necessarie per costituire un intergruppo, non mi sottraggo, però
mi faccio promettere che siano loro ad occuparsene. In tutto questo affanno
mi viene in mente l'articolo di Giuliana Sgrena sui parlamentari che
partono il Giovedì per farsi il weekend, amo Giuliana ma la maledico, io
dovrò partire il Giovedì pomeriggio per due cose, primo salutare la ragazza
afghana che sta a casa mia da ormai 20 giorni per il progetto di
alfabetizzazione promosso dalle Donne in Nero e che torna nel suo campo
profughi in Pakistan, e poi perché il Venerdì e il Sabato dovrò essere ad
Ancona per l'inziativa del controvertice al patto di stabilizzazione per i
Balcani.
In realtà non vi ho detto nulla delle cose importanti successe al
parlamento, prometto che lo farò le prossime volte e non sarò cosi
autoreferenziale, ma come sapete oltre ad essere pacifista sono femminista
e non posso che partire da me, non preoccupatevi riesco però anche a vedere
la foresta e qualche volta il cielo. Alcune questioni voglio però
riportarvele: il Lunedi, abbiamo chiesto di introdurre in agenda il punto
"Diritti dell'Uomo in Tunisia" (avevamo invitato al parlamento Ben Brik in
sciopero della fame per l'arresto di suo fratello e non solo). Abbiamo
perso perchè Socialisti e Popolari europei non hanno voluto mettere la
questione all'ordine del giorno (Tunisia come Israele è parte
dell'Internazionale Socialista). Un piccolo successo lo abbiamo raggiunto
sul programma europeo di lotta alla discriminazione razziale ed etnica
(speriamo che non rimanga solo sulla carta), il gruppo dei Popolari non ne
voleva sapere di votare il rapporto, per fortuna su questo abbiamo trovato
il consenso di altri gruppi compresi i socialisti.
La risoluzione per la cancellazione del debito ai paesi poveri è invece
molto ambigua,
e chiede troppe contropartite. Insieme ad altri parlamentari del mio gruppo
avevamo presentato una risoluzione per la cancellazione del debito senza
condizioni, pur capendo la complessità del problema. Nella riunione di
conciliazione il nostro rappresentante aveva poi accettato la soluzione di
compromesso sulla risoluzione presentata dai Popolari. Non ce la siamo
sentita di votarla e cosi ci siamo astenuti e ho presentato una motivazione
di voto per riaffermare la nostra posizione. E per finire la tratta delle
donne e degli essere umani. Un voto importante, il corpo non è una merce e
le donne vittime del traffico devono essere accolte e dato l'asilo politico
senza il ricatto della testimonianza. Inshallah!
Non male come settimana. Vi abbraccio

LUISA MORGANTINI