[Nonviolenza] Telegrammi. 5054



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5054 del 20 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Per Emilia Ferreiro. Una commemorazione
2. Carlos Lyra
3. Mauro Paissan: Perche' tanto silenzio su Massimo Scalia?
4. Ermete Realacci: Il Massimo dell'ambiente
5. Prosegue la raccolta di fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (BLAB) dopo l'alluvione del maggio 2023
6. La redazione de "La nonviolenza e' in cammino" scrive alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
7. Emergency e altri: Per un cessate il fuoco permanente e una soluzione politica
8. Adesione popolare alla denuncia sulla presenza di armi nucleari in Italia
9. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
10. Enrico Peyretti: terrorismo e guerra, stesso crimine
11. Tonio Dell'Olio: 1000 candele
12. Ancora un lamento del vecchio (2020)
13. Segnalazioni librarie
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. LUTTI. PER EMILIA FERREIRO. UNA COMMEMORAZIONE

Il 26 agosto 2023 a Citta' del Messico e' scomparsa Emilia Ferreiro, una delle personalita' piu' grandi del Novecento.
Se il mondo non fosse l'orrore che e', tutti i mezzi d'informazione del mondo intero avrebbero dato come prima notizia la morte di Emilia Ferreiro, una delle figure piu' luminose dell'umanita', e tutte le pubbliche autorita' si sarebbero inchinate e le avrebbero reso omaggio.
Invece - perlomeno nel nostro paese - cosi' non e' stato, ed anche noi, ultimi tra gli ultimi, solo dopo alcuni mesi abbiamo saputo del decesso, e solo adesso riusciamo a vincere la commozione e lo strazio ed a scrivere pur nel cordoglio queste poche righe di ricordo e gratitudine.
Nata a Buenos Aires il 5 maggio 1937, allieva e collaboratrice di Jean Piaget a Ginevra, esule dal suo paese per sfuggire alla dittatura, e' la studiosa che ha dato il piu' rilevante, decisivo contributo alla comprensione di come gli esseri umani costruiscono - e quindi apprendono ed usano e trasmettono - la lingua scritta.
I suoi contributi scientifici, le sue ricerche, le sue elaborazioni, sono capolavori d'intelligenza e di umanita', testi fondamentali in ambito pedagogico ed epistemologico - certo - ma anche morale e politico, se per politica intendiamo, come noi intendiamo, l'azione concreta e coerente orientata al bene comune dell'umanita' nel riconoscimento e nella difesa nitida e intransigente della dignita' e dei diritti - tutti i diritti - di ogni bambina e di ogni bambino, di ogni persona vissuta, vivente, ventura.
E' stata una delle persone piu' illustri del XX secolo, e una delle maggiori benefattrici dell'umanita'.
Nel ricordarla e ringraziarla la indichiamo ad ogni persona di volonta' buona come saggia e generosa maestra di umanita', come esempio sapiente e accudente nel necessario impegno per la comprensione del mondo e reciproca, come coraggiosa e sollecita compagna di cammino nelle necessarie ricerche e lotte nonviolente per l'autocoscienza, la solidarieta', la liberazione e la salvezza dell'umanita' intera.

2. LUTTI. CARLOS LYRA

E' deceduto Carlos Lyra, illustre musicista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

3. MEMORIA. MAURO PAISSAN: PERCHE' TANTO SILENZIO SU MASSIMO SCALIA?
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 dicembre 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Abbiamo perso Massimo Scalia, maestro ambientalista. Scienza e militanza. Una grave perdita per tutti noi. Parlo, ovviamente, anche in prima persona. Sono stato per tre legislature suo compagno di gruppo alla Camera dei deputati. Ma prima ancora come tanti altri della mia generazione sono stato "allievo" suo (e di Gianni Mattioli) per tutta la tematica riguardante la questione energetica, aspetto fondamentale della problematica ambientale.
Mi chiedo da alcuni giorni perche' Massimo e' stato cosi' poco ricordato dai media. A parte il manifesto, il sito di Italia libera e qualche testata di nicchia, nessuno ha finora ricordato e riconosciuto l'importanza e il ruolo di quella che e' stata una personalita' scientifica e politica di grande spessore.
Eppure proprio in questi stessi giorni, sull'onda di Cop28 a Dubai, si parla molto di clima, di nucleare, di destino dei fossili, di fonti rinnovabili. Tematiche di grande attualita', dunque, quelle che hanno interessato e appassionato Scalia nella sua attivita' scientifica, nel suo agire politico e nella sua opera divulgativa.
Perche' dunque questo silenzio?
Massimo, a suo modo, era una figura anacronistica. Molti aspetti della sua personalita' e della sua esperienza di vita stridono con l'andazzo prevalente.
Quanto mai rara, ad esempio, e' nel panorama attuale l'implementazione di una visione politica in un'approfondita analisi culturale e in un costante aggiornamento scientifico. In Scalia questa qualita', che e' il suo marchio di fabbrica, si accompagnava a una radicalita' che non diventava mai slogan vuoto.
Il No al nucleare, espresso con grande nettezza, era supportato da un'analisi dettagliata. La lotta alle cosiddette ecomafie (un'altra dimensione della sua attivita' politica) era sostenuta da una ricerca precisa del fenomeno. La sensibilita' verso la situazione internazionale si accompagnava a un'attenta valutazione geopolitica.
Nulla, insomma, appariva in lui superficiale, leggero, non fondato. Anche quando - e questa era un'altra sua qualita' - accompagnava i suoi interventi con battute, ironia e talvolta anche qualche parolaccia.
Scalia non ha mai goduto di significativa presenza mediatica. Proprio per questo suo modo di essere. Troppo serio, troppo capace, troppo preparato nel suo campo. E dunque poco incline alla superficialita' e alla leggerezza che godono di corso legale assai piu' significativo nel mercato della politica e dell'informazione.
E qui si manifesta forse anche un problema generazionale. Il linguaggio di Scalia, il suo modo di affrontare i temi, era il nostro linguaggio (parlo dell'ambientalismo un po' d'antan) e probabilmente meno consono alle fasce piu' giovani. Ne ho avuto una conferma dalla freddezza e dall'ignoranza con cui e' stata accolta martedi' sera nelle redazioni la stessa notizia della morte di Massimo in seguito all'incidente stradale.
I giovani redattori che ne hanno letto nelle agenzie il nome, non hanno battuto ciglio, perche' non conoscevano e non conoscono che cosa quel nome e cognome ha rappresentato. La morte di uno dei tanti ex-politici, avranno pensato. E, di conseguenza, nessuno ha dato poi avvio a un ricordo-riflessione da parte di qualche collaboratore scientifico o ambientalista dei giornali.
Un'altra caratteristica da ricordare e' la sensibilita' politico-sociale con cui Scalia innervava la dimensione ambientalista. Ambiente migliore per una societa' migliore, per un mondo migliore.
Vorrei poi ricordare due episodi un po' (ma non tanto) personali del mio rapporto con Massimo.
Il primo riguarda la mia esperienza di capogruppo verde e consiste in un rammarico. A Massimo avrebbe dovuto, con tutti i meriti, essere assegnata la presidenza di un importante organismo parlamentare (non ne faccio il nome per non implicare altre persone, ora fuori dalla politica attiva). La coalizione dell'Ulivo, di cui facevamo parte, scelse invece l'esponente di un altro partito. Non ce la feci (non ce la facemmo) a far prevalere il nostro candidato. Massimo non ne fu certo felice, ma non fece mai emergere la sua delusione.
Il secondo episodio avvenne anni dopo: un incontro casuale, tra di noi, nel parcheggio de La Sapienza, la sua universita'. Io stavo andando a fare lezione per il mio corso sul giornalismo, lui stava portando via le sue carte da Fisica. Era finita per raggiunti limiti di eta' la sua esperienza di docente e questo gli conferiva un velo di malinconia negli occhi. Si', perche' Scalia - oltre a tutto il resto - amava l'universita', amava l'insegnamento, amava la ricerca. E amava la Politica.

4. MEMORIA. ERMETE REALACCI: IL MASSIMO DELL'AMBIENTE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 dicembre 2023 riprendiamo e diffondiamo]

Molti ricorderanno Massimo Scalia per l'impegno politico e civile per il suo ruolo infaticabile di maestro e formatore, che lo ha portato ad essere protagonista nei movimenti, nella battaglia antinucleare insieme all'inseparabile Gianni Mattioli, nella nascita di Legambiente e nella fondazione dei Verdi. E' giusto e persino dovuto che sia cosi'.
Io pero' faccio fatica a separare l'impegno civile dall'amicizia. In tutti questi anni ho continuato, pur cambiando i ruoli, a chiamarlo Boss. Uno scherzo e una specie di parola d'ordine tra di noi, che a lui piaceva. Mi rendo ora conto che questa amicizia, crudelmente interrotta, pur nella diversita' di generazioni, dura da cinquant'anni. Nata da una condivisione politica e di valori a partire dal 1973 in quello che era il nucleo del Manifesto del Dipartimento di Fisica a Roma, che aveva come nume tutelare Marcello Cini. Cresciuta in frequentazioni comuni, vacanze insieme con la tanto amata e fiammeggiante Adele, scomparsa nel luglio scorso. E poi confronti, incontri in tutta Italia, lunghissime e rissose partite a tennis: Massimo, al contrario del suo carattere nella vita, era un pallettaro, detto da me che non sono mai stato un interprete credibile del serve and volley.
L'apparente cinismo di Massimo nascondeva una sensibilita' e una gentilezza straordinarie. Nel maggio scorso, in risposta a un mio pezzo sulla storia di Legambiente dopo l'incidente di Chernobyl mi scrisse un commento, come sempre autoironico e brillante: "Sto diventando - scriveva Massimo - peggio degli alcolisti anonimi, con un sorso di vino mi commuovo a ogni refolo di epica". E mi invio' un suo articolo apparso su "Nuova Ecologia" sulla nascita di Legambiente nel 1980 e sul ruolo avuto dal Comitato per il Controllo delle Scelte Energetiche guidato da lui e Mattioli.
Scriveva Massimo all'inizio di quest'anno e al presente: "Pci e Psi sperano, con l'operazione Lega per l'ambiente-Arci, di recuperare il dissenso sul nucleare. Poche settimane prima, a gennaio, si e' tenuta a Venezia la Conferenza sulla sicurezza nucleare e neanche la "benedizione" di Edoardo Amaldi al "via" al piano nucleare del Governo - i maligni sussurrano ottenuta a patto di non far eleggere Antonino Zichichi alla presidenza del CERN di Ginevra - e' riuscita a cogliere l'obiettivo. Addirittura, reduce dalla Conferenza, il sindaco di Montalto ha emesso un'ordinanza di blocco dei lavori della centrale. Una vera patata bollente, e si profila lo scontro anche sulla caccia.
Scelgono come segretario Chicco Testa, che ha dato buona prova di se' nella Fgci. Testa e' un mittel-padano, ma, allora non contaminato dall'attuale fissazione nucleare, ha vista lunga. Capovolgera' in poco tempo lo schema classico degli "organismi di massa" - se il segretario e' comunista, allora il presidente ha da essere socialista, nella fattispecie Maurizio Sacconi - e, con ancora in mente la grande manifestazione a Roma dell'anno prima (con 40.000 persone in piazza n.d.r.), chiede al Comitato di "prestargli uno bravo". Dopo un rapido confronto, ci va, volentieri, Ermete Realacci. Le spese per manifesti e volantini, e, soprattutto, l'adesione alla critica dei piani energetici del governo - "I conti falsi del PEN" - sono la contropartita.
La coppia, Chicco presidente Ermete segretario, vanifichera' rapidamente gli intenti dei due partiti della Sinistra - niente "cinghia di trasmissione" - e fara' della Lega la struttura stabile del movimento antinucleare, ereditando quasi ovunque i comitati per le scelte energetiche, regionali o locali, che erano sorti un po' in tutta Italia. Col crescere dell'associazione esportera' nel mondo ambientalista il gusto della proposta al di la' della protesta, l'"ambientalismo scientifico" e l'attenzione alla societa' che c'e'".
Questa lunga citazione di Massimo serve a spiegare un contenuto decisivo: l'ambientalismo scientifico e' un ingrediente essenziale della cultura che porta Legambiente ad essere protagonista nella fase calda della battaglia antinucleare. Eravamo dei pervertiti, passavamo nottate a discutere di energia e tecnologia, a fare conti e avanzare proposte, che si sono sempre rivelate piu' credibili di quelle dell'Enel e dei governi di allora. Era in campo un dream team di persone straordinarie: Pinchera, Cannata, Giovenale, Silvestrini e tanti altri.
Ma avevamo anche una cultura di movimento, responsabilita', coraggio e un certo incosciente sprezzo del pericolo. Anche per questo l'Italia fu, su iniziativa di Legambiente, nel 1986, dopo Chernobyl (il 26 aprile) l'unico Paese europeo a portare in piazza il 10 maggio a Roma 200.000 persone e a bloccare tutti gli impianti nucleari il 10 ottobre. Premessa per la vittoria nel referendum antinucleare del 1987. E fu "l'attenzione alla societa' che c'e'" che favori' anche l'incontro con Alex Langer che giustamente diceva: "La conversione ecologica si potra' affermare solo quando sara' percepita come socialmente desiderabile". E questo significa fare i conti con economia e lavoro oltre che con aspirazioni e speranze condivise. Proprio Langer e Scalia furono i primi firmatari del piu' importante manifesto che porta alla nascita del Verdi.
Anche l'impegno parlamentare di Massimo e' stato insieme intelligente e concreto. Penso per esempio alla nascita e alla sua presidenza della prima Commissione Parlamentare sul ciclo dei rifiuti. L'origine di un percorso che ha portato, grazie alla spinta costante di Legambiente e soprattutto di Enrico Fontana, all'approvazione della Legge sugli ecoreati a mia prima firma.
Avevamo negli ultimi anni preso l'abitudine di vederci ogni tanto e pranzo con Massimo Serafini, amico fraterno, anche lui dotato di spiccata autoironia, talvolta con Fabio Renzi. Non un raduno di vecchie glorie ma un'occasione per parlare di presente e futuro, per coltivare la sana pianta dell'amicizia, quella che da' piacere e scalda il cuore.
In uno di questi incontri ho ricordato la chiusa dell'Ulisse di Tennyson che amo molto: "Noi non siamo ora quella forza che in giorni antichi mosse terra e cieli, cio' che siamo, siamo; un'eguale indole di eroici cuori, fiaccati dal tempo e dal fato, ma forti nella volonta' di combattere, cercare, trovare, e di non cedere". Il fato ci ha sottratto Massimo, ma il ricordo di cio' che e' stato vive in noi. Ciao Massimo, amico mio.

5. INIZIATIVE. PROSEGUE LA RACCOLTA DI FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" (BLAB) DOPO L'ALLUVIONE DEL MAGGIO 2023
[Riceviamo e diffondiamo, ed invitiamo a sostenere la Biblioteca Libertaria  "Armando Borghi"]

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 colpirono molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese,arrecarono notevoli danni alla Biblioteca Libertaria  "Armando Borghi". In particolare, fu sommersa completamente una cantina di circa 80 mq. (peraltro ristrutturata pochi mesi prima con costi molto elevati), distruggendo e rovinando tutto quanto conteneva (migliaia di libri e giornali, armadi e scaffalature). Inoltre, l'acqua e il fango penetrarono anche nei locali a pian terreno, in questo caso pero' con danni limitati.
Pochi giorni dopo la BLAB rivolse un appello a tutti coloro che apprezzavano la sua attivita'.  Per far fronte ai danni subìti e ripartire servivano, oltre a molto lavoro, anche molti soldi. Fu quindi avviata una raccolta fondi, il cui esito ha dato finora risultati che non esitiamo a definire straordinari. In tanti - persone e associazioni - hanno inviato il loro contributo, talvolta somme modeste ma in alcuni casi anche donazioni importanti, dimostrandoci una solidarieta' concreta e una vicinanza che ci ha molto confortato.
Eppure, anche se l'esito della sottoscrizione, alla data di oggi, appare di tutto rispetto, non basta. Premesso che una parte dei contributi che sono finora arrivati sono gia' stati utilizzati per pagare le fatture degli artigiani che hanno riparato i danni dell'alluvione, ci sono da fare altre considerazioni.  Dato che la cantina non potra' piu' essere utilizzata per conservare libri e altri documenti, e considerando che lo spazio nei locali della Biblioteca sta diventando insufficiente (e lo sara' ancora di piu' nel prossimo futuro), stiamo valutando seriamente l'opzione di acquistare un'altra unita' immobiliare per farne un  deposito/magazzino. In aggiunta ai locali gia' di proprieta' della Cooperativa e attualmente utilizzati dalla Biblioteca.  Se questo progetto andra' avanti, serviranno altri soldi.  Dovessimo alla fine ripiegare sulla soluzione di un magazzino in affitto, ci saranno comunque dei costi da coprire. Inoltre, i nuovi locali (forse da ristrutturare) andranno arredati con mobili e scaffalature, con ulteriori spese da affrontare.
Per tutte queste ragioni, riteniamo che la raccolta fondi non possa fermarsi qui. Abbiamo deciso di proseguire, invitando chi ci segue con simpatia e apprezza la nostra attivita', a mandare altre donazioni al nostro conto corrente bancario. Fissiamo fin da ora la chiusura della raccolta fondi al mese di maggio del 2024 (a un anno esatto dall'alluvione).
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Aggiornamento raccolta fondi
Invio in allegato una tabella con l'elenco delle sottoscrizioni arrivate alla BLAB nel periodo dall'1 luglio al 30 novembre 2023. Come potrete vedere, in quei mesi sono arrivate donazioni per Euro 4.841,50.  Nel periodo precedente, tra l'avvio della raccolta fondi a meta' maggio e il 30 giugno 2023, erano entrati euro 13.925,00 (vedi la prima tabella inviata nei primi giorni di luglio). Qui di seguito un quadro riassuntivo:
Elenco 1   (periodo maggio-giugno 2023) euro 13.925,00
Elenco 2   (periodo luglio-novembre 2023) euro 4.841,50
Totale sottoscrizione elenchi 1 e 2 (da maggio a novembre 2023) euro 18.766,50
(...)
Castel Bolognese, 8 dicembre 2023
Gianpiero Landi, per la Biblioteca Libertaria  "Armando Borghi"
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Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE – Agenzia di Castel Bolognese.  Il codice IBAN,  intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi – Soc. Coop.  e': IT16 C 06230 67530 000030040805

6. APPELLI. LA REDAZIONE DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" SCRIVE ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Come redazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" ci associamo alla richiesta che lei voglia proseguire nell'impegno del suo illustre e non dimenticato predecessore.
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Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
*
Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.

7. REPETITA IUVANT. EMERGENCY E ALTRI: PER UN CESSATE IL FUOCO PERMANENTE E UNA SOLUZIONE POLITICA
[Riceviamo e diffondiamo]

La fragile tregua ottenuta per Gaza e' il frutto di una lunga mediazione internazionale, ma servono un cessate il fuoco permanente e una vera soluzione politica per una prospettiva concreta di pace e giustizia.
Il 7 ottobre Hamas ha ucciso e rapito civili inermi nelle loro case, per strada, a un festival sottraendoli alle loro famiglie. E' stato un attacco che ha colpito prevalentemente civili ebrei israeliani, tra cui bambini, anziani, attivisti storici per la pace e contro l'occupazione ma anche lavoratori migranti, palestinesi con passaporto israeliano o residenti in Israele. Sono seguite settimane di bombardamenti indiscriminati da parte del governo israeliano contro la popolazione di Gaza, con scuole ed ospedali divenuti cimiteri. Piu' di un milione di palestinesi e' stato costretto a lasciare le proprie case per dirigersi nel sud di Gaza, che non e' piu' un luogo sicuro.
Non ci sono corridoi umanitari adeguati, acqua, cibo, energia. In Cisgiordania e' cresciuta esponenzialmente la violenza da parte di coloni armati contro la popolazione civile palestinese.
Davanti a questi orrori, l'opinione pubblica internazionale in Europa si e' polarizzata, con il ritorno di gravissimi episodi di antisemitismo e islamofobia, riportandoci alla retorica dello scontro di civilta' che ha fatto danni enormi negli ultimi decenni.
La lotta contro l'antisemitismo non puo' essere ne' una mossa ipocrita per cancellare il retaggio del fascismo, ne' un'arma in piu' per reprimere il dissenso e alimentare xenofobia e pregiudizio antiarabo. Deve invece essere parte integrante della lotta contro ogni forma di razzismo.
Questa logica binaria - da una parte o dall'altra - e' la trappola a cui e' necessario sottrarsi in questo momento. Non si puo' cancellare l'orrore del 7 ottobre, ma si puo' fermare la strage a Gaza. Un crimine di guerra non ne cancella un altro: alimenta solo l'ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza.
Rivendichiamo il diritto e il dovere di guardare la guerra sempre dal punto di vista delle vittime, perche' sono loro l'unica certezza di ogni conflitto.
La protezione dei civili, senza distinzione di nazionalita', residenza o religione, e degli ospedali, deve essere il primo obiettivo di un'azione diplomatica della comunita' internazionale e delle forze della societa' civile.
Chiediamo la fine definitiva del massacro a Gaza, l'avvio di corridoi umanitari adeguati e la liberazione di tutti gli ostaggi. In Israele oltre mille palestinesi sono trattenuti in detenzione amministrativa, tra cui centinaia di minori, di cui chiediamo il rilascio. E' necessaria una soluzione politica a partire dalla fine del regime di apartheid e delle politiche di colonizzazione e di occupazione militare israeliane. Non potra' mai esserci sicurezza - per i palestinesi, per gli israeliani, per nessuno di noi - senza eguaglianza, diritti e liberta'.
Promotori: Emergency, Laboratorio ebraico antirazzista – LeA, Mediterranea e Assopace Palestina
Sottoscritto da tante altre associazioni, tra cui Amnesty International Italia, Arci, Libera, Gruppo Abele, AOI, Un Ponte per, Beati i costruttori di pace, Lunaria, Associazione SenzaConfine, Articolo 21... e per ora sono circa 4.000 quelli che hanno sottoscritto, tra questi 400 personalita' del mondo accademico, del mondo dello spettacolo, giornalisti e diplomatici, tra cui:
don Luigi Ciotti, Miguel Benasayag, Goffredo Fofi, Marco Damilano, Michele Serra, Pier Francesco Favino, Alessandro Bergonzoni, Carlo Ginzburg, Fiorella Mannoia, don Albino Bizzotto, Lisa Clark, Toni Servillo, Ferzan Ozpetek, Luca Zingaretti, Elio Germano, Ascanio Celestini, Greta Scarano, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Vittoria Puccini, Giorgio Diritti, Mario Martone, Alba Rohrwacher, Alice Rohrwacher, Saverio Costanzo, Caterina Guzzanti, Paola Cortellesi, Edoardo Winspeare, Enzo Traverso, Carlo Rovelli, Tommaso Di Francesco, Alessandro Gilioli, Francesca Fornario, Stefano Nazzi, Alberto Negri, Nico Piro, Andrea Capocci, Alessandro Calascibetta, Ali Rashid, Alessandro Robecchi, Giulia Blasi, Donald Sassoon, Loredana Lipperini, Annamaria Testa, Raffaele Alberto Ventura, Luciana Castellina, Nicola Lagioia, Sandro Veronesi, Christian Raimo, Maurizio Braucci, Teresa Ciabatti, Mario Ricciardi, Giorgia Serughetti, Marco Revelli, Alessandro Portelli e tantissimi altri...
Per l'elenco completo dei firmatari, individuali e collettivi, e per sottoscrivere al seguente sito: https://cessateilfuoco.org/

8. REPETITA IUVANT. ADESIONE POPOLARE ALLA DENUNCIA SULLA PRESENZA DI ARMI NUCLEARI IN ITALIA
[Riceviamo e diffondiamo. Andando sul sito www.peacelink.it o sul sito www.pressenza.com e' possibile attivare i link per accedere a ulteriori materiali e per sottoscrivere l'iniziativa]

Il prossimo passo della denuncia trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma lo scorso 2 ottobre, riguardante la presenza delle armi nucleari in Italia e in attesa che si attivi la corrispondente inchiesta, riguarda l'adesione popolare a tale denuncia: parte oggi con una sottoscrizione popolare che si puo' realizzare online grazie alla piattaforma predisposta all'interno del sito di PeaceLink, storico portale telematico del pacifismo italiano.
Andando a questo indirizzo sara' possibile firmare la petizione di adesione di cui riportiamo il testo:
Ho appreso che in data 2 ottobre 2023 e' stata depositata alla Procura presso il Tribunale di Roma una denuncia per accertare la presenza di armi nucleari in Italia, verificarne la illegittimita' ed individuare i responsabili. Ho letto il testo e lo condivido. Approvo l'iniziativa alla quale vorrei partecipare. Non potendo piu' sottoscrivere la denuncia, ormai depositata, chiedo che questa mia lettera venga allegata agli atti del procedimento come segno di sostegno all'iniziativa.
In particolare mi sembrano significative le seguenti norme riportate nel testo della denuncia.
"In data 24 aprile 1975 l'Italia ha sottoscritto il Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP), trattato internazionale incentrato, in particolare su:
a) la c.d. "non proliferazione" del nucleare, in base alla quale gli Stati in possesso di armi nucleari (c.d. "Paesi nucleari") si impegnano a non trasferire armi di tale natura a quelli che ne sono privi (c.d. "Paesi non nucleari"), mentre questi ultimi si obbligano a non ricevere e/o acquisire il controllo diretto o indiretto di ordigni nucleari (artt. I, II, III);
b) il disarmo nucleare, che impone il ricorso a trattative finalizzate alla definitiva cessazione della prassi di armamento nucleare (art. VI).
Il diritto bellico internazionale vieta l'uso e la minaccia dell'uso delle armi nucleari in qualsiasi circostanza.
La L. 185/1990 vieta la fabbricazione, l'importazione, l'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiale di armamento senza l'autorizzazione dell'autorita' e, in ogni caso, di armi nucleari.
Ciononostante, la presenza di armi nucleari sul suolo nazionale puo' ormai considerarsi certa".
Sono consapevole della rilevanza politica dell'iniziativa giudiziaria. Credo, pero', fermamente nello Stato di diritto, nella ripartizione dei poteri e, soprattutto, nell'indipendenza della magistratura.
Sono certo che anche questa denuncia sara' valutata senza timori per le implicazioni politiche sottese.
*
Informazioni sulla denuncia
La denuncia e' sottoscritta a livello individuale da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste: Abbasso la guerra, Donne e uomini contro la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Rete Diritti Accoglienza Solidarieta' Internazionale, Pax Christi, Pressenza, WILPF, Centro sociale 28 maggio, Coordinamento No Triv, e singoli cittadini. Alcune di queste associazioni condividono collettivamente i contenuti di questa iniziativa.
Il testo della denuncia e' visionabile cliccando su questo link.
*
Aderisci:
Come persona
Come associazione

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

10. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: TERRORISMO E GUERRA, STESSO CRIMINE
[Riceviamo e diffondiamo]
Dai dati di Pax Christi: terrorismo e guerra sono lo stesso crimine: il primo e' contro lo stato, il secondo e' crimine dello stato.
Quando lo stato deporra' il diritto di guerra, avra' titolo per condannare il terrorismo. Dovra' imparare a non uccidere chi uccide, apprendimento che sara' l'inizio dell'umanita'.
I micro-vetero-politici lo credono impossibile, percio' sono i promotori del diritto di morte, dell'uccidere statale ed anti-statale. La loro lunga epoca finira'.

11. RIFLESSIONE. TONIO DELL'OLIO: 1000 CANDELE
[Riceviamo e diffondiamo questo intervento del 18 dicembre 2023]

Si calcola che tra il 7 ottobre e il 14 dicembre 2023, nella Striscia di Gaza occupata, siano morte oltre 18.787 persone, il 70% delle quali erano donne e minori. Nella Cisgiordania occupata, nello stesso periodo, sono stati uccisi 278 palestinesi, di cui 70 minori. Almeno 1200 persone - per lo piu' civili, inclusi 36 bambini - sono state uccise in Israele il 7 ottobre. Nella Cisgiordania occupata, raid dell'esercito e coloni israeliani causano violenze continue, trasferimenti forzati, arresti di massa e uccisioni extragiudiziali. Dal 7 ottobre ad oggi, risultano uccisi almeno 86 giornalisti e numerosi membri dello staff delle Nazioni Unite nel pieno svolgimento del loro lavoro. In questo contesto, il lavoro dei giornalisti e' fondamentale per narrare l'escalation di violenza in corso attraverso notizie verificate e testimonianze. Sono tutte ragioni molto concrete, anzi di vita o di morte, per pretendere quanto meno un cessate il fuoco. E per questo stasera alle 18 in Piazza Esquilino a Roma, organizzazioni, reti e associazioni si sono dati appuntamento per accendere 1000 candele per richiamare l'attenzione sulla luce che bisogna fare sulle tenebre della negazione dei diritti umani e sui crimini di guerra. Alla stessa ora in tanti si ritroveranno in varie citta' del mondo a porre in atto lo stesso segno.

12. REPETITA IUVANT. ANCORA UN LAMENTO DEL VECCHIO (2020)

I.
Tutto quello che hai fatto e' stato inutile
tutto quello per cui hai lottato e' stato sconfitto
hai praticato la negazione
e poi la negazione della negazione
e poi la negazione della negazione della negazione
e' ovvio ti restino solo macerie
e fame di vento.

I mali che hai commesso sono stati risibili
ma il bene omesso enorme.

Ora che sei una sola ulcera
nulla ti strazia di piu' che guardare il tuo passato
di sale di nebbia di sogni
travolti o abortiti.

Scrivi queste cose e sai che sono false
scrivi queste cose e sai che sono vere.

II.
Almeno avessi giocato
a tombola al gioco dell'oca a chi spara per primo
almeno avessi viaggiato
sull'alto respiro del mare tra i sassi gli sterpi gli olivi
almeno avessi generato figli
che piangono e ridono e gridano ho fame
almeno avessi fatto qualche sproposito
di quelli che poi si raccontano all'osteria
per anni e anni e anni e anni ancora.

III.
Nella menzogna vissi
ma almeno senza paura.

Tra gente malvagia vissi
ma almeno senza rimorsi.

Conobbi la corsa dei porci i vestiti di stracci
le armi di legno e di ferro le lune morte nei pozzi
e vidi in lontananza l'utopia.

Frequentai le bettole e le piazze vuote
le vecchie case dei morti
i campi di erba medica le vigne
cento volte per sprezzo ho afferrato le ortiche
mai seppi cosa fosse la rancura.

E invece fu solo menzogna
e invece fu solo una fuga
immobile affinche' credesse l'orco
che tu fossi gia' morto
che tu fossi un ricordo un sogno uno spettro.

IV.
Tutte le cose che ho studiato con fatica
tutte oramai le ho scordate.

E tutte le cose che ho vissuto
e' come se fossero affare di un altro.

Mi chiedo cosa mi leghi alle persone
che sono stato e che non sono piu'.

V.
Questo e' vecchiaia
non un deserto ma una palude
non uno scendere lento nell'acqua densa del tempo
ma giu' dalla scale del tempo un ruzzolare uno scapicollarsi
non uno specchio che si offusca nobile
ma l'inarrestabile metamorfosi
in nudo verme che si contrae e geme.

VI.
Non scriverle queste cose
non dirle a nessuno.

Continua in quello che fai
fa' finta di non sentirlo
il dolore che ti stritola
fa' finta di niente
cammina
cammina ancora.

VII.
Continua la lotta contro gli oppressori
resisti alla violenza del potere
condividi il pane e il vino e la tenda
soccorri accogli assisti chiunque ha bisogno di aiuto.

Salvare le vite
e' il primo dovere.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi.

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Dario Fabbri, Geopolitica umana, Gribaudo, Colognola ai Colli (Vr) 2023, pp. 208, euro 12,90.
- Elisa Ghidini, La guerra civile siriana, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
*
Riletture
- Stefania Bartoloni (a cura di), A volto scoperto. Donne e diritti umani, Manifestolibri, Roma 2002, pp. 206.
- Nynfa Bosco, Invito al pensiero di George Santayana, Mursia, Milano 1987, pp. 224.
*
Riedizioni
- Werner Heisenberg, Fisica e oltre, Bollati Boringhieri, Torino 1984, 2013, Rcs, Milano 2023, pp. 272, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Michela Murgia, Loredana Lipperini, "L'ho uccisa perche' l'amavo". Falso!, Laterza, Roma-Bari 2013, Mondadori, Milano 2023, pp. XIV + 82, euro 8,90 (in supplemento a vari periodici).

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5054 del 20 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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