[Nonviolenza] Telegrammi. 4860



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4860 del 9 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. "Contro tutte le guerre e le stragi". Un incontro di riflessione a Viterbo con Paolo Arena
2. "Nulla rimane della scolara di Hiroshima". Alcune parole contro la guerra dette a Viterbo e nel viterbese il 5, 6, 7 e 9 marzo 2022
3. Aiutiamo la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
4. Un mese di iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia su Leonard Peltier
6. Franca Fortunato: Niente accade per caso nell'Iran delle donne
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. "CONTRO TUTTE LE GUERRE E LE STRAGI". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO CON PAOLO ARENA

La sera di giovedi' 8 giugno 2023 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' tenuto un incontro di riflessione sul tema: "Contro tutte le guerre e le stragi".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Una minima notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

2. REPETITA IUVANT. "NULLA RIMANE DELLA SCOLARA DI HIROSHIMA". ALCUNE PAROLE CONTRO LA GUERRA DETTE A VITERBO E NEL VITERBESE IL 5, 6, 7 e 9 MARZO 2022

Ha scritto Primo Levi, il migliore dei maestri, in questa sua indimenticabile poesia, "La bambina di Pompei":
"Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate".
*
Ricostruite a memoria, quelle che seguono sono alcune delle parole contro la guerra dette dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini, nel corso di una conversazione di approfondimento svoltasi a Vetralla (Vt) sabato 5 marzo 2022, poi durante la manifestazione promossa dalla comunita' ucraina in piazza della Repubblica a Viterbo nel pomeriggio di domenica 6 marzo 2022, successivamente in un incontro di testimonianza ancora a Vetralla lunedi' 7 marzo 2022, ed infine in un incontro di studio presso la sede della struttura nonviolenta a Viterbo la mattina di mercoledi' 9 marzo 2022.
*
Continuano le stragi in Ucraina.
Ed occorre ripetere ancora una volta, prima di ogni altra cosa, cio' che e' piu' necessario e urgente.
Occorre far cessare immediatamente la guerra, far cessare immediatamente i bombardamenti, far cessare immediatamente tutte le uccisioni, far tornare immediatamente in Russia l'esercito russo invasore.
Occorre inviare immediati, ingenti aiuti umanitari alla popolazione ucraina colpita dalla guerra, aiutare tutte le vittime nessuna esclusa, e cominciare il prima possibile a ricostruire le case, le scuole, gli ospedali, tutte le strutture della vita civile.
Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalla fame, dalle devastazioni, dalle violenze. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Dopo Auschwitz e dopo Hiroshima l'umanita' creo' l'Onu per opporsi al flagello della guerra, per abolire il flagello della guerra.
Cosa aspetta l'Onu a intervenire, ad imporre l'immediato "cessate il fuoco"?
Cosa aspetta l'Onu a intervenire, ad imporre veri negoziati di pace?
Cosa aspetta l'Onu a intervenire, ad inviare ingenti forze di interposizione civile, non armata e nonviolenta, per far cessare le stragi?
Perche' tanti governi del mondo invece di cooperare per far cessare la guerra sembrano piu' interessati a sfruttare la situazione per i loro interessi particolari, di fatto lasciando che la popolazione ucraina muoia sotto le bombe?
Perche' tanti governi del mondo invece di adoperarsi per la pace immediata favoreggiano invece di fatto la guerra che sempre e solo consiste di stragi di esseri umani?
Ogni essere umano sa che ogni essere umano ha diritto a vivere.
Ogni essere umano sa che salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano sa che la regola che presiede alla civile convivenza e': agisci nei confronti degli altri cosi' come vorresti che gli altri agissero verso di te.
Perche' tanti governi dimenticano cio' che tutti gli esseri umani sanno?
Perche' tanti governi preferiscono essere complici della guerra invece di impegnarsi per salvare innumerevoli vite umane innocenti?
Perche' tanti governi preferiscono il male invece che il bene comune dell'umanita'?
La guerra e' il crimine piu' grande.
La guerra e' nemica dell'umanita'.
O l'umanita' abolira' la guerra o la guerra distruggera' l'umanita'.
Occorre fermare la guerra subito.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
E' scandaloso, e' mostruoso che ancora non siamo riusciti ad abolire il flagello della guerra: e' l'impegno piu' fondamentale e piu' urgente cui siamo chiamati tutti noi esseri umani.
Occorre abolire la guerra: e per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti e le armi; questa e' la sola prospettiva ragionevole.
Occorre che nessun essere umano sia mai piu' disposto ad uccidere un altro essere umano: questo e' cio' a cui l'umanita' deve educarsi.
A tutti i soldati chiediamo: ricordatevi di essere degli esseri umani, ricordatevi di fare parte dell'unica umana famiglia, cessate di uccidere i vostri fratelli e le vostre sorelle.
A tutti i governanti chiediamo, come chiesero Albert Einstein e Bertrand Russell, ricordatevi della vostra umanita'.
Ricordatevi della vostra umanita' e impegnatevi per far cessare la guerra.
Ricordatevi della vostra umanita' e impegnatevi per il disarmo. A cominciare da quello atomico.
Ricordatevi della vostra umanita' e proibite di uccidere, proibite le armi, proibite tutte le stragi e tutti gli omicidi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Chi ha la nostra eta' ricorda vividamente quando nel 1968 i carri armati entravano a Praga per porre fine con la violenza all'esperienza del "socialismo dal volto umano".
Ricorda vividamente le guerre coloniali e imperialiste che hanno insanguinato ed insanguinano ancora tanti paesi del mondo.
Ricorda vividamente le dittature razziste, schiaviste e fasciste che hanno continuato e continuano a violentare l'umanita' anche dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La guerra in Ucraina e' la prosecuzione di un orrore che dobbiamo far cessare: e' in pericolo l'intera umanita'.
Quale mondo stiamo lasciando alle giovani generazioni, alle bambine e ai bambini, alle generazioni che verranno?
Se non sapremo far cessare le guerre l'umanita' non avra' un futuro.
La guerra di Putin contro il popolo ucraino e' un crimine mostruoso, una follia disumana; dobbiamo impegnare tutte le nostre energie per farla cessare subito.
Con la guerra tutto e' perduto, con la guerra l'umanita' si estingue.
Con il popolo ucraino aggredito c'e' oggi l'umanita' intera.
Pace subito.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ripetiamolo una volta ancora: l'Onu intervenga imponendo il cessate il fuoco.
Ripetiamolo una volta ancora: l'Onu intervenga imponendo e conducendo immediati negoziati di pace.
Ripetiamolo una volta ancora: l'Onu intervenga con forze di interposizione nonviolenta che pongano fine alle stragi e rechino gli indispensabili soccorsi umanitari.
Ripetiamolo una volta ancora: l'Onu intervenga in nome dell'umanita' per far cessare la guerra.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Come scrisse memorabilmente Ernesto Balducci, "il genere umano ha un destino unico di vita o di morte", "l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione", "la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'".
Abolire la guerra: subito.
Abolire le armi: subito.
Abolire le uccisioni: subito.
Scegliere la nonviolenza: subito.
Adoperarsi tutte e tutti per salvare tutte le vite: subito.
Non c'e' conflitto che non possa essere gestito e risolto con un negoziato.
Non c'e' contrasto che non possa essere gestito e risolto con il dialogo fra tutte le parti.
Siamo una sola umanita' composta di persone e di popoli tutte e tutti diversi e tutte e tutti eguali in diritti.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Cessate di uccidere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Occorre subito una strategia alternativa e adeguata per la pace e i diritti umani in Europa, una strategia nonviolenta.
Occorre includere subito tutti i paesi europei ed euromediterranei nell'Unione Europea, Russia compresa, Medio Oriente compreso, Maghreb compreso. Affinche' mai piu' vi sia guerra tra questi paesi, affinche' mai piu' questi paesi facciano guerre a qualunque altro paese.
Occorre sciogliere ogni organizzazione finalizzata a preparare, promuovere e fare la guerra; e quindi occorre sciogliere immediatamente la Nato e creare invece una struttura comune di difesa popolare nonviolenta europea. La difesa popolare nonviolenta e' l'unica forma di difesa coerente con il fine sovraordinato della salvezza dell'umanita' intera. La difesa popolare nonviolenta e' l'unica forma di difesa coerente con le costituzioni democratiche. La difesa popolare nonviolenta e' l'unica forma di difesa coerente con il riconoscimento, il rispetto, la protezione e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre promuovere i diritti umani anche e soprattutto nei paesi con regimi autoritari: con una cooperazione dal basso che dando sostegno alle comunita' locali e fornendo aiuti umanitari alle popolazioni a partire dalle classi sociali piu' oppresse e quindi piu' bisognose di aiuto favorisca la soddisfazione dei bisogni materiali primari, inveri il diritto alla vita di tutti gli esseri umani, e quindi promuova la crescita dei diritti sociali e civili, e quindi favorisca la crescita della giustizia sociale, delle liberta', della democrazia.
Occorre cessare di fare del male; occorre contrastare il male facendo il bene.
La strategia delle sanzioni indiscriminate adottata da governi stolti e protervi e' fallimentare: fa soffrire non i potenti malvagi ma le loro vittime innocenti.
Occorre invece usare una strategia di sanzioni mirate (ad esempio: contro tutte le produzioni belliche, i comitati d'affari armieri, i gruppi d'interesse militaristi) accompagnata da incentivi positivi, da aiuti umanitari, da riconoscimento di umanita', da compassione attiva e sostegno concreto per tutte le persone oppresse e bisognose di aiuto: invece di far soffrire i popoli per le scelte scellerate dei loro governanti, occorre aiutare tutti i popoli e promuovere e sostenere le scelte virtuose di pace e giustizia, di reale rispetto ed attiva difesa dei diritti umani e del mondo vivente.
Occorre passare dalla politica della violenza alla politica della nonviolenza.
Si' siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente e dobbiamo deciderci ad agire con questa consapevolezza.
Si', occorre imporre la cessazione immediata della guerra, di tutte le guerre.
Si', occorre imporre la cessazione immediata delle stragi.
Si', occorre imporre l'universale smilitarizzazione e l'universale disarmo.
Si', occorre la resistenza nonviolenta, la difesa popolare nonviolenta, la solidarieta' che ogni persona soccorra ed accolga ed assista.
E come scriveva Primo Levi in una sua poesia che citeremo integralmente a conclusione di questi rastremati ragionamenti, occorre chiudere tutti i governanti in una stanza e dire loro che li lasceremo uscire solo dopo che avranno raggiunto un accordo, che si saranno decisi a mettere fine a tutte le uccisioni.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ed occorre saper vedere ancora piu' a fondo, non delegare i compiti che spettano ad ognuna ed ognuno di noi tutti.
Occorre saper vedere i nessi che legano la violenza della guerra onnicida alla violenza quotidiana della strutturale rapina, dell'onnivoro sfruttamento che aliena e schiavizza innumerevoli esseri umani, della vampirizzazione che mercifica, devasta, desertifica e uccide il mondo vivente.
Occorre subito mettere a frutto l'immensa risorsa di pace e nonviolenza costituita dal pensiero e dalle pratiche del movimento di liberazione delle donne.
Nel secolo delle due guerre mondiali nessuno ha saputo pensare la politica e la morale come le grandi pensatrici e militanti donne, femministe, pacifiste, ecologiste, socialiste e libertarie, da Rosa Luxemburg a Hannah Arendt, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Simone de Beauvoir a Vandana Shiva, da Rigoberta' Menchu' a Shirin Ebadi, da Wangari Maathai a Susan George, ad innumerevoli altre; nessuno ha saputo pensare e costruire un'alternativa nonviolenta per la salvezza dell'umanita' come le grandi esperienze storiche del movimento di liberazione delle donne.
La lotta contro la guerra richiede la lotta contro il maschilismo, di cui il militarismo, il razzismo, lo schiavismo e il totalitarismo sono sviluppi ed articolazioni.
Solo la lotta di liberazione delle donne puo' liberare l'umanita' dalla guerra.
La guerra, gli eserciti e le armi sono parte del sistema di dominio e sfruttamento maschilista e patriarcale che opprime l'umanita' e il mondo.
Solo con la vittoria del movimento di liberazione delle donne l'umanita' intera potra' liberarsi, l'umanita' intera potra' evitare la catastrofe e l'annichilimento.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta comune per la liberazione, la salvezza ed il bene comune dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ripetiamolo quindi ancora una volta.
Ovunque si manifesti per la cessazione immediata della guerra.
Ovunque si manifesti per la pace.
Ovunque si organizzino raccolte di aiuti umanitari da inviare alle vittime della guerra.
Ovunque siano soccorse, accolte ed assistite le persone in fuga dalla guerra, dalla fame, dalle violenze, dalle distruzioni.
Il popolo ucraino e' oggi nel cuore dell'umanita' intera.
Il popolo ucraino e' oggi l'umanita' intera.
La salvezza del popolo ucraino e' la salvezza dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ha scritto Primo Levi, il migliore dei maestri, in questa sua indimenticabile poesia, il "Canto dei morti invano":
"Sedete e contrattate
A vostra voglia, vecchie volpi argentate.
Vi mureremo in un palazzo splendido
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco
Purche' trattiate e contrattiate
Le vite dei vostri figli e le vostre.
Che tutta la sapienza del creato
Converga a benedire le vostre menti
E vi guidi nel labirinto.
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,
L'esercito dei morti invano,
Noi della Marna e di Montecassino
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima:
E saranno con noi
I lebbrosi e i tracomatosi,
Gli scomparsi di Buenos Aires,
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia,
I patteggiati di Praga,
Gli esangui di Calcutta,
Gl'innocenti straziati a Bologna.
Guai a voi se uscirete discordi:
Sarete stretti dal nostro abbraccio.
Siamo invincibili perche' siamo i vinti.
Invulnerabili perche' gia' spenti:
Noi ridiamo dei vostri missili.
Sedete e contrattate
Finche' la lingua vi si secchi:
Se dureranno il danno e la vergogna
Vi annegheremo nella nostra putredine".

3. APPELLI. AIUTIAMO LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023

Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) abbiamo ricevuto questo appello:
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
*
La Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" e' una realta' culturale e civile preziosa per ogni persona di volonta' buona, per ogni movimento impegnato in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, per ogni esperienza intellettuale, morale e politica che riflette ed agisce per la liberazione di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi, e per la salvezza dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
Preghiamo vivamente chiunque puo' sostenere materialmente la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" in questo difficile momento di farlo con generosita' e tempestivita'.

4. INIZIATIVE. UN MESE DI INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Nel mese di giugno 2023 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo promuove una serie di iniziative di riflessione, di studio, di testimonianza e di mobilitazione affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda finalmente la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
La storica struttura nonviolenta viterbese rinnova l'invito a scrivere al Presidente Biden per chiedere che Leonard Peltier torni libero.
I messaggi (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.

5. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER

Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.

6. LIBRI. FRANCA FORTUNATO: NIENTE ACCADE PER CASO NELL'IRAN DELLE DONNE
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso sul "Quotidiano del Sud" il 27 maggio 2023]

Niente accade per caso, mi sono detta dopo aver l"“Donna Vita Liberta'" seguito alla morte della 22enne curda Mahsa Amini, arrestata e pestata dalla polizia morale perche' non portava il velo correttamente. Il libro e' l'autobiografia di una delle figlie "ribelli", invise al potere, della "rivoluzione islamica", divenuta la voce di "milioni di iraniane che vogliono essere libere di scegliere per se'". La sua e' la storia dell'Iran dalla "rivoluzione" a oggi e di una delle figlie delle centomila donne che l'8 marzo 1979 scesero in piazza per manifestare contro l'obbligo dell'hijab rendendosi conto "soltanto dopo il trionfo della rivoluzione di aver rinunciato volontariamente ai propri diritti e portato al governo un regime che imponeva la sottomissione". E' la storia delle figlie a cui, come alle loro madri, era stato insegnato a nascondere il proprio corpo, a nascondere le forme femminili perche' spingevano gli uomini a peccare. E' la storia della figlia adolescente che a sedici anni assaporava il piacere proibito di liberarsi del velo appena fuori casa per poi rimetterselo quando rientrava. "La mia liberta' clandestina" la chiamava, liberta' che da adulta, convinta che appartenesse a tutte le donne iraniane, porto' allo scoperto quando, dall'esilio, con la campagna online "La mia liberta' clandestina" invito' le donne iraniane a mandarle foto senza velo. "Foto di quando guidiamo a capo scoperto, passeggiamo senza il velo tra i boschi o al mare, stiamo in cima a un albero o nel deserto, dove possiamo respirare liberamente". Era il 2014 e in migliaia risposero con foto e video di quando si toglievano il velo. La resistenza all'obbligo del velo usci' cosi' dalla clandestinita' e il mondo intero attraverso facebook pote' conoscere un altro Iran, l'Iran delle donne. Donne coraggiose, forti, libere che rischiavano il carcere o 74 frustate per aver infranto la legge.
Le iraniane stavano dicendo al mondo intero "non ho scelto io di mettere l'hijab, e voglio essere libera di scegliere". E questo per i chierici in patria era pericolosissimo. Fino ad allora avevano raccontato che le iraniane erano contente di portare il velo. "Adoravo sentire il vento tra i capelli. Ogni volta che sento il vento soffiare tra i capelli ripenso a quanto tempo sono stati ostaggio dei potenti della Repubblica islamica". Ostaggio che ogni donna irachena diventa a sette anni con l'obbligo ad osservare la legge sull'hijab anche se non e' musulmana. Senza velo non possono studiare, lavorare, farsi vedere in pubblico senza essere arrestate e incarcerate. Il mondo intero parlava delle coraggiose donne iraniane. Si aprirono le porte dei mass media. Il regime reagi'. A Isfahan venticinque donne vennero aggredite con l'acido in faccia mentre erano in macchina o a passeggio. In migliaia scesero in piazza, la polizia le carico'. Alla campagna delle donne si unirono anche gli uomini non solo iraniani, che mandarono foto con il capo coperto. Nel 2017 il movimento dai social si sposto' nelle strade con la campagna "mercoledi' bianchi". "Chiesi a tutte di scendere ogni mercoledi' in piazza senza l'hijab o con un velo o uno scialle bianco in segno di protesta all'obbligo del velo. Gli uomini con una maglietta o un bracciale bianco". Le donne mandarono foto e video. Arrivarono minacce, arresti, ma le proteste andarono avanti. "Il futuro dell'Iran dipende dalle ribelli. E' per questo che la lotta andra' avanti [...], finche' non sentiremo tutte il vento tra i capelli". Niente accade per caso nell'Iran delle donne.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Davide F. Jabes, La guerra dei sei giorni, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
- Ruth Migliana, La nascita dello stato di Israele, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Giovanni Bollea, Le madri non sbagliano mai, Feltrinelli, Milano 1995, 2009, pp. 176.
- Manuela Dviri, Vita nella terra di latte e miele, Ponte alle Grazie, Milano 2004, pp. 168.
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Fantascienza
- Alastair Reynolds, Galactic North, Mondadori, Milano 2022, pp. 400, euro 9,90.
- Alastair Reynolds & Stephen Baxter, Le cronache di Medusa, Mondadori, Milano 2021, Rcs, Milano 2022, pp. 468, euro 6,99 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Classici
- Francesco De Sanctis, Saggi critici, Laterza, Roma-Bari 1952, 1979, 3 voll. rispettivamente di pp. LII + 384, VIII + 416, VIII + 384. A cura di Luigi Russo.
- Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Einaudi, Torino 1958, 1971, 2 voll. per complessive pp. XLVI + 1130. A cura di Niccolo' Gallo, introduzione di Natalino Sapegno, nota introduttiva di Carlo Muscetta.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4860 del 9 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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