[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 128



***************************
LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
***************************
Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 128 del 30 giugno 2021

In questo numero:
1. Scriviamo al Presidente del Parlamento Europeo per chiedere un persuaso e concreto impegno per la liberazione di Leonard Peltier
2. Anche Enrico Peyretti, una delle figure piu' prestigiose della cultura della pace, e l'illustre antropologa Annamaria Rivera, scrivono al Presidente del Parlamento Europeo per un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier
3. Alcune pubblicazioni della e sulla Resistenza degli indiani d'America
4. Alcuni siti utili
5. Leonard Peltier: Nella notte ombrosa
6. Leonard Peltier: A thankful prayer
7. Silvia Bizio: Due film "politici" per salvare gli indiani (1992)
8. Doriana Goracci: Papa Francesco e Presidente Obama, ci date una mano, anche due, per Leonard Peltier? (2015)
9. Riccardo Noury: Peltier, un'ingiustizia che dura da 40 anni (2016)
10. Andrea De Lotto: Obama firmi la grazia per Peltier (2017)
11. Andrea De Lotto: Peltier. Che la notizia non si spenga (2017)
12. Giorgio Langella: Se 44 anni vi sembrano pochi... Liberta' per Leonard Peltier (2020)
13. Andrea De Lotto: 12 settembre, Leonard Peltier compie 76 anni (2020)

1. QUID AGENDUM. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER CHIEDERE UN PERSUASO E CONCRETO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente

2. REPETITA IUVANT. ANCHE ENRICO PEYRETTI, UNA DELLE FIGURE PIU' PRESTIGIOSE DELLA CULTURA DELLA PACE, E L'ILLUSTRE ANTROPOLOGA ANNAMARIA RIVERA, SCRIVONO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER UN'INIZIATIVA EUROPEA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Cresce il numero delle personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', che in questi giorni stanno scrivendo al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, per chiedere un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Tra le piu' recenti adesioni anche quelle di Enrico Peyretti, una delle figure piu' prestigiose della cultura della pace, e l'illustre antropologa Annamaria Rivera.
*
Tra le altre adesioni all'iniziativa segnaliamo anche quelle di personalita' che hanno avuto importati incarichi istituzionali, come Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo; Giancarla Codrignani, gia' deputata nel Parlamento italiano; Giovanni Russo Spena, gia' deputato e senatore.
Tra le personalita' della cultura e dell'impegno civile segnaliamo in particolare: Daniele Barbieri, giornalista e saggista; Francesco Domenico Capizzi, presidente dell'organizzazione di volontariato "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'"; Pilar Castel, autrice e attrice No War; Raimondo Chiricozzi, presidente del comitato provinciale Aics di Viterbo; Mario Di Marco, referente Servizio Civile della Caritas diocesana di Viterbo; Luigi Fasce, presidente del Circolo Giustizia e liberta' "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova; Antonella Litta, dell'Associazione italiana medici per l'ambiente; Alfonso Marzocchi; Gianfranco Monaca, scrittore, sociologo e animatore sociale; Amalia Navoni, educatrice e attivista per i diritti umani e i beni comuni; Carlo Sansonetti, presidente dell'associazione "Sulla strada" che ha progetti di promozione per popolazioni native in Guatemala; Alfredo Scardina, docente; Olivier Turquet, educatore ed editore, coordinatore di "Pressenza".
Tra le esperienze informative ed associative segnaliamo: la redazione di "Pressenza"; l'associazione "Respirare" di Viterbo.
*
Invitiamo ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica a scrivere al Presidente del Parlamento Europeo.
Qui di seguito un possibile canovaccio di lettera, con alcuni indirizzi di posta elettronica utili per l'invio:
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
Naturalmente vi saremmo grati se inviaste in copia le vostre lettere o dichiarazioni di solidarieta' per Leonard Peltier anche al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com , cosi' come ai mezzi d'informazione ed alle altre interlocutrici ed agli altri interlocutori che riterrete opportuno informare o esortare a partecipare.
*
Di seguito una minima notizia su Leonard Peltier e l'indicazione del sito internet di riferimento per la solidarieta' a livello internazionale
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; attivista dell'American Indian Movement che si batte per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze successivamente dimostratesi artefatte, inattendibili, revocate e ritrattate dagli stessi ostensori. Da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai palesemente riconosciuta. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione di un suo libro edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Opere di Leonard Peltier: La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
Opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Alcuni altri libri utili per approfondire: Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993; Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982; Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977; Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977; Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali egli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996; Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960; Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977; Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977; Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991; Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989; Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987; Nando Minnella, Michele Morieri, Indiani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze, Gammalibri, Milano 1981; John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977; William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985; Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992; Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.

3. LIBRI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DELLA E SULLA RESISTENZA DEGLI INDIANI D'AMERICA

- Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993, pp. 192.
- Sherman Alexie, Lone Ranger fa a pugni in paradiso, Frassinelli, 1995, pp. X + 230.
- Stephen E. Ambrose, Cavallo Pazzo e Custer, Rizzoli, Milano 1978, pp. 600.
- Franz Boas, Introduzione alle lingue indiane d'America, Boringhieri, Torino 1979, pp. 160.
- Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982, pp. 144.
- Dee Brown, Attorno al fuoco. Racconti degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1981, pp. 192.
- Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977, pp. 480.
- George Catlin, Pellerossa. Usi, costumi, vita nella prateria degli indiani d'America, Rusconi, Milano 1987, 1993, pp. 624.
- Mary Crow-Dog, Richard Erdoes, Donna Lakota. la mia vita di Sioux, Tropea, Milano 1997, pp. 256.
- Cultura planetaria: omologazione o diversita'? Il rapporto fra le popolazioni indigene del continente americano e l'occidente, Roma 1983, pp. 82.
- Raffaele D'Aniello, Little Big Horn. Il popolo dei Sioux contro Custer, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1995, 3 voll. per complessive pp. 736.
- Jaime de Angulo, Racconti indiani, Adelphi, Milano 1973, Mondadori, Milano 1979, pp. 240.
- Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977, pp. 276.
- Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali e gli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996, pp. VI + 504.
- Charles A. Eastman, L'anima dell'indiano, Adelphi, Milano 1983, pp. 112.
- Figlio di Vecchio Cappello, La sapienza dei Navaho, Rusconi, Milano 1978, 1994, pp. 400.
- Geronimo, La mia storia, Rusconi, Milano 1988, 1993, pp. 208.
- Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960, pp. 368 (+ 12 tavole).
- Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977, pp. 208.
- Lance Henson, I testi del lupo / The Wolf Texts, Nottetempo, Roma 2009, pp. 92.
- Lance Henson, Le orme del tasso / The Badger Tracks, Soconas Incomindios, Torino 1989, pp. II + 52.
- Helen Howard, Capo Giuseppe, Rusconi, Milano 1988, 1995, pp. 340.
- Philippe Jacquin, I pellerossa. Popolo delle praterie, Electa-Gallimard, 1993, pp. 192.
- Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977, pp. 208.
- Nancy Lurie (a cura di), Donna Lupo di Montagna, Rusconi, Milano 1989, 1996, pp. 176
- Alice Marriott, Carol Rachlin, Peyote, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996, pp. 144.
- Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994, pp. XX + 348.
- Mildred P. Mayhall, i Kiowa, Rusconi, Milano 1988, 1994, pp. 288.
- Edwin C. McReynolds, I Seminole, Rusconi, Milano 1990, 1994, pp. 384.
- Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991, pp. XL + 280.
- Rita Melillo, Tutuch (Uccello tuono), Mephite, Atripalda (Av) 2004, pp. 256.
- Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989, pp. 104.
- Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987, pp. 88.
- Nando Minnella, Michele Morieri, Indani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze. Con una "Guida ai campeggi nelle Riserve indiane", Gammalibri, Milano 1981, pp. 296.
- Miti e leggende degli indiani d'America, scelte e curate da Richard Erdoes e Alfonso Ortiz, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1989, Mondadori, Milano 1994, pp. 702.
- N. Scott Momaday, Casa fatta di alba, Guanda, Milano 1979, pp. 208.
- John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977, pp. 256.
- William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985, pp. 268.
- Walter Pedrotti, Dal popolo degli uomini. Canti, miti, narrazioni, preghiere degli Indiani del Nordamerica, Demetra, Bussolengo (Vr) 1995, pp. 160.
- Red Eagle Woman (Carla Fornasari), I pellerossa piccolo grande popolo, Emi, Bologna 1985, pp. 128.
- Jean-Louis Rieupejrout, Storia degli Apache, Xenia, Milano 1988, pp. 372.
- Mari Sandoz, Cavallo Pazzo, Rusconi, Milano 1978, 1993, pp. 512.
- Angelo Schwarz, 1854-1915 cronaca fotografica del genocidio delle nazioni indiane d'America, Priuli & Verlucca, Ivrea 1980.
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996, pp. 192.
- Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992, pp. 222.
- Dean Snow, Gli Indiani d'America: archeologia e civilta', Newton Compton, Roma 1979, pp. 222 (con un inserto fotografico di 48 pp.).
- Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994, pp. 296.
- Michael F. Steltenkamp, Alce Nero, missionario dei Lakota, Mondadori, Milano 1996, pp. 224.
- James Welch, Inverno nel sangue, Savelli, Roma 1978, pp. 158.
- Clinton A. Weslager, Erbe e medicine magiche degli indiani del Nordamerica, Erre Emme, Roma 1994, pp. 192.
- Marion Wood, Dei e eroi della mitologia nordamericana, Mondadori, Milano 1982, pp. 132.
- Silvio Zavatti (a cura di), Canti degli indiani d'America, Newton Compton, Roma 1977, 1993, pp. 98.
- Elemire Zolla, I letterati e lo sciamano, Bompiani, Milano 1969, 1978, pp. XVIII + 400.

4. RIFERIMENTI. ALCUNI SITI UTILI

- International Leonard Peltier Defense Committee: www.whoisleonardpeltier.info
- Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org
- Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it
- Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: www.soconasincomindios.it

5. PER SAPERNE DI PIU'. LEONARD PELTIER: NELLA NOTTE OMBROSA
[Dal sito www.pressenza.com riprendiamo la seguente poesia]

A volte
nella notte ombrosa
mi faccio spirito.
Le mura, le sbarre, le inferriate si dissolvono nella luce
e io lascio libera la mia anima
e volo attraverso la profonda oscurita' del mio essere.
Divento trasparente,
un'ombra luminosa,
un uccello fatto di sogni che canta dall'albero della vita.

6. PER SAPERNE DI PIU'. LEONARD PELTIER: A THANKFUL PRAYER
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo la seguente traduzione, li' pubblicata il 6 dicembre 2014, di una lettera di Leonard Peltier]

Saluto i miei parenti, amici, e sostenitori,
stavo pensando alla festa nazionale del Ringraziamento l'altro giorno.
Non voglio nemmeno entrare nell'orribile "peccato originale" su cui si basa questa festa americana.
Mi limitero' invece a ricordare le cose in comune che ho con tutti i miei fratelli e le  sorelle della Terra.
Anche se il Thanksgiving, la festa, si basa su una rappresentazione non corretta della storia.
Il concetto di essere "Thankful" (ndt: essere grati a qualcosa o a qualcuno) e' una verita' universale.
Essere grati nella cultura e nella tradizione delle Nazioni indiane vuol dire molto di piu' che stabilire e celebrare una festa.
Ammetto che ci sono giorni in cui mi e' molto difficile essere grato, ma e' una sensazione che respingo facilmente indietro.
Ricevo lettere e cartoline da persone di tutto il mondo, a volte posso sentire l'odore del terreno, dei pini, talvolta persino del pane fritto nelle carte che ricevo.
Sento storie delle vostre vite, i vostri problemi, i vostri figli, i vostri lavori. Oh, c'e' sicuramente qualche parola che descrive tutto quello che sto cercando di dire, ma io non la ricordo; voglio dire semplicemente che vivo queste cose attraverso tutti voi, e sono grato per questo.
Spesso ho voglia di raggiungervi e aiutarvi a fare qualcosa, o venire a riparare un'auto, o aiutarvi a costruire una capanna sudatoria, o anche solo tagliare il prato.
Mi manca aiutare le persone mentre detesto chiedere aiuto, che invece, a quanto pare, e' tutto quello che faccio.
Qui posso concentrarmi sulle cose semplici della vita.
Non avete idea di quanto sia "cool" il solo avere un paio di calzini nuovi.
Negli ultimi mesi ho davvero sentito la mia eta', e sono quindi molto grato per il supporto che tutti mi avete dato.
Non mento, gli ultimi periodi sono stati difficili, ma sono fiducioso che ora stia cambiando.
La mia gente ha sempre avuto un profondo rapporto e una profonda connessione con il Sole, e proprio l'altro giorno ho realizzato quanto mi manca il sole, perche' quando ho avuto la sua luce su di me mi sentivo piu' forte. Queste mura tengono fuori l'energia del sole, e io mi indebolisco.
Quando ti manca qualcosa, e' piu' facile essere grati per le cose che si hanno.
Il mio amico e consigliere spirituale Lenny Foster e' venuto a trovarmi di recente, e mi ha ricordato alcune cose basilari per le quali devo provare gratitudine. Mi sono affidato a lui oltre che alla mia eta' in tutti questi anni, e sono grato a lui e alla sua saggezza. Ha cantato e pregato con me, e ho sentito un po' di sole su di me, di nuovo.
Credo che il punto e' che siamo in grado di trovare le cose di cui abbiamo bisogno in luoghi che non ti aspetti.
Posso sempre pregare, e questo nessuno potra' togliermelo, e attraverso la preghiera posso sentire il Sole e tenere viva la speranza.
E cosi', in questo giorno del Ringraziamento, scelgo di essere grato e non di celebrare la tirannia.
Vorrei anche pregare con e per voi.
Prego per ciascuno di voi, che siate miei sostenitori o no.
Prego che la vostra vita sia piena di significato e che troverete sempre nuovi modi per averne.
Prego per la vostra forza e che vi consenta sempre di lottare per le  cose che sapete essere giuste.
Prego che ognuno di voi possa trovare un modo per proteggere nostra Madre Terra, lei sta piangendo per farsi sentire da noi.
Prego che tutti voi possiate ascoltare la saggezza interiore per lasciarsi guidare nelle scelte che ci aiuteranno a sostenerci a vicenda, e che possiate cosi' essere di esempio a chi ancora sta cercando la sua strada in questa vita.
Prego che possiate avere momenti in cui godere delle cose semplici della vita come il Sole, la terra, l'aria, l'acqua, e che li possiate proteggere come fossero vostri figli.
Prego che possiate cogliere nuove opportunita' per aiutare i vostri fratelli e sorelle e non per abbatterli.
Prego che possiate crescere e godere buoni cibi naturali.
Prego per voi affinche' possiate assaporare l'attenzione dei vostri cari.
Prego per voi affinche' possiate costruire produttivi ponti di pace con chi vi si oppone.
Prego affinche' possiate aiutare a trovare soluzioni positive chi ha  fatto scelte sbagliate.
Prego per la comprensione nei momenti di incomprensione...
E si', prego molto profondamente e sinceramente affinche' io possa tornare a casa per un po' prima di trapassare verso il mondo degli spiriti.
Sono sempre con voi, e sento le vostre preghiere.
Vi sono sempre grato per il vostro sostegno, il vostro amore, la vostra amicizia, le vostre lettere e il contatto che mi date con la vita.
E' difficile per me fisicamente vedere abbastanza bene per scrivere lettere in questi giorni, quindi per favore perdonatemi se non  rispondo a tutti. Non e' che non voglia farlo.
Sappiate che spesso mi siedo e penso a voi, e sono grato a tutti voi.
Il vostro vecchio, grato amico, e fratello.
Nello Spirito di Crazy Horse,
Leonard Peltier
Mitakuye Oyasin

7. PER SAPERNE DI PIU'. SILVIA BIZIO: DUE FILM "POLITICI" PER SALVARE GLI INDIANI (1992)
[Dal sito de "La Repubblica" riprendiamo il seguente articolo del 26 maggio 1992]

Los Angeles - Con due documentari e un film che escono quasi simultaneamente sul piccolo e sul grande schermo, il regista inglese Michael Apted (Gorilla nella nebbia) si segnala come uno dei registi piu' impegnati di Hollywood, sia in termini di lavoro che come scelte politiche.
Il suo nuovo film, Thunder Heart, un thriller interpretato da Sam Shepard, Val Kilmer e Graham Greene e' ambientato negli stessi luoghi e tempi di racconto (fine anni Settanta) di cui si occupa il suo documentario Incident at Oglala, prodotto da Robert Redford, che ripropone il caso dell'indiano americano Leonard Peltier, da sedici anni in una prigione federale perche' accusato dell'assassinio di due agenti dell'Fbi.
Nel frattempo e' uscito nei circuiti cinematografici il nuovo capitolo della serie di documentari che, ogni sette anni, registra lo stadio di crescita di una generazione, iniziata da Apted ventotto anni fa per la televisione inglese che ne continua il finanziamento. Originalmente intitolato 7 Up, il documentario segue la vita, le motivazioni, le aspirazioni di un gruppo di persone da quando avevano sette anni, rivisitate poi a quattordici, ventuno, ventotto anni, e in quest'ultimo capitolo, intitolato 35 Up, a trentacinque anni.
"Il cinema e' la mia vita e non potro' mai abbandonarlo per dedicarmi ai documentari", precisa Apted, che da dodici anni vive a Los Angeles. "Ma i documentari sono molto importanti. Se non altro mi hanno insegnato che la verita' e' piu' straordinaria della finzione, che storie di vita reale possono essere piu' incredibili, piu' audaci e piu' vive di qualsiasi invenzione. I miei film che considero migliori sono quelli basati su fatti realmente accaduti, sulla verita'".
L'attenzione di Apted al tema degli indiani americani e' nato dall'offerta di Redford di dirigere un documentario sul caso di Leonard Peltier, cui poco dopo seguiva l'invio da parte di Mike Medavoy, presidente della Tri Star, del copione di Thunder Heart.
"Era un'opportunita' insolita", spiega Apted, "quella di fare la stessa cosa con due tecniche diverse, da filmaker e da documentarista. Il mio interesse, nato con il caso di Peltier, poi e' cresciuto. La situazione degli indiani d'America e' tragica, ed e' incredibile quanta gente ignori negli Stati Uniti il caso di Peltier. Con tutto il rispetto che ho per Balla coi lupi di Kevin Costner - e tengo a precisare che senza il suo film Thunder Heart non sarebbe mai stato fatto - ho tuttavia la sensazione che si e' trattato di un esorcismo della storia, per rimuovere il senso di colpa degli americani riguardo gli indiani. Era come se con quel film la gente dicesse 'che brutto periodo della nostra storia! Grazie a Dio e' passato'. Ma la situazione nelle riserve indiane oggi e' piu' che mai drammatica. E spero di tenerla viva con questi miei film".
Thunder Heart e' un thriller ambientato, come Incidente ad Oglala, in una riserva indiana. Val Kilmer e Sam Shepard sono due agenti dell'Fbi coinvolti nell'indagine sull'assassinio di un indiano Sioux Oglala nel sud Dakota, e Kilmer, che ha in parte sangue indiano, si ritrova in un mondo e in una cultura che non conosce ma da cui si sente progressivamente sempre piu' attratto. Scoprendo, nel corso del film, che il governo americano compra a suon di dollari dalle tribu' indiane il diritto di depositare scorie nucleari nelle loro riserve. "Thunder Heart e' per me ben piu' di un semplice thriller" dice Apted "Come gran parte del mio lavoro anche questo riguarda la ricerca delle proprie radici".
Ma e' dal suo documentario, Incidente ad Oglala, che Apted conta di ottenere un effetto politico pratico, come e' successo con JFK: convincere il governo americano a riaprire il caso Peltier. "Io personalmente sono convinto della sua innocenza", dice il regista, "ma il film non prende questa posizione, dice semplicemente che occorre riaprire il caso di Leonard Peltier e offrirgli un nuovo processo, perche' quello che ha subito sedici anni fa non aveva mai provato le sue accuse".
Lo studio della cultura e tradizione indiane americane ha totalmente coinvolto Apted, che ne e' uscito con un enorme pessimismo sulla loro condizione: "Durante gli anni Settanta il movimento indiano americano era arrivato a chiedere solo di preservare la cultura e la religione indiana americana, e anche quello e' stato schiacciato completamente dal governo statunitense. La loro situazione economica e' un disastro; le riserve sono collocate in posti assolutamente infertili e lontanissimi da qualunque centro abitato; a Pine Ridge, dove abbiamo filmato sia Incidente ad Oglala che Thunder Heart, la disoccupazione e' del 90 per cento. E in piu' c'e' un enorme conflitto tra gli indiani che vogliono fondersi nella cultura predominante americana rinunciando alla propria eredita' e i gruppi tradizionalisti che vogliono lottare per le proprie cultura e religione, rifiutando l'assimilazione. E non vedo alcun futuro per loro".
A differenza degli indiani, quello di 35 Up e' il tema che ha accompagnato l'intera vita professionale di Michael Apted, da quando, poco piu' che ventenne, lavorava per la Granada Television a Londra. La prima parte del documentario, 7 Up, era nata con l'idea di osservare la Gran Bretagna attraverso gli occhi di bambini di sette anni.
"Avevo appena lasciato l'universita' di Cambridge con una laurea in legge ed ero stato assunto dalla Granada per cercare bambini di provenienze sociali ed economiche piu' diverse possibili e registrare le loro opinioni su soggetti come soldi, amore, Dio, sesso, razza, scuola e amici" ricorda Apted. "Volevamo anche sapere cosa avevano in mente per il loro futuro e seguirli poi, a intervalli di sette anni. Questi erano i futuri politici, i manager, i sindacalisti e i genitori dell'anno 2000 e ci avrebbero dato un'idea su cosa aspettarci in Inghilterra. Usavamo l'idea gesuita del 'dammi un bambino a sette anni e ti faro' vedere l'uomo', continua il regista, ma francamente la nostra era un'idea politica. La Granada era una compagnia di sinistra, e in quei giorni caldi del 1974, volevamo vedere se quei ragazzi avevano tutti pari opportunita' o se la loro nascita avrebbe determinato il loro potere ricchezza e successo? I bambini erano gia' vincitori o perdenti per via delle divisioni di classe?".
Il progetto era ambizioso, ma Apted non aveva idea che lo avrebbe accompagnato per il resto della sua vita e che avrebbe trovato imitatori in altri paesi. 14 Up e 21 Up non erano andati particolarmente bene, ma 28 Up, uscito nel 1985, venne accolto al New York Film Festival come un trionfo, creando enormi aspettative per questo 35 Up, in cui Apted ha ritrovato, non senza grandi sforzi, la maggior parte dei protagonisti del documentario originale.

8. PER SAPERNE DI PIU'. DORIANA GORACCI: PAPA FRANCESCO E PRESIDENTE OBAMA, CI DATE UNA MANO, ANCHE DUE, PER LEONARD PELTIER? (2015)
[Dal sito www.pressenza.com riprendiamo il seguente articolo del 12 settembre 2015]

Sabato 12 settembre Leonard Peltier compira' 71 anni. E' ormai un vecchio, incarcerato ingiustamente negli Stati Uniti per aver lottato nell'American Indian Movement negli anni '70.
Il 6 febbraio 2016 saranno esattamente 40 anni che Leonard Peltier e' in un carcere di massima sicurezza: potra' uscire a 92 anni. Leonard sta male e chiede di non morire in carcere.
Ci uniamo all'appello lanciato dal comitato tedesco: "Free Leonard Peltier, please".
Papa Francesco andra' il 24 settembre ad incontrare il presidente Obama e la sua liberazione sarebbe un bellissimo segnale di pace, liberta' e tolleranza in un mondo devastato da guerre, odio e sfruttamento. Tutto e' possibile e bisogna tentare sempre.
Grazie a chi condivide e diffonde.

9. PER SAPERNE DI PIU'. RICCARDO NOURY: PELTIER, UN'INGIUSTIZIA CHE DURA DA 40 ANNI (2016)
[Dal sito del "Corriere della sera" riprendiamo il seguente articolo del 27 marzo 2016]

Il 26 giugno 1975, durante uno scontro nella riserva indiana di Pine Ridge tra membri del Movimento degli indiani americani e le forze federali, vengono uccisi due agenti dell’Fbi, Ronald Williams e Jack Coler.
Nel febbraio 1976 Leonard Peltier, un attivista del Movimento che nel frattempo e' riparato in Canada, viene estradato e, l'anno successivo, giudicato colpevole e condannato a due ergastoli.
Peltier ha ammesso di essere stato presente durante gli scontri di Pine Ridge ma, da 40 anni, nega di aver ucciso i due agenti federali.
A testimoniare contro di lui, prima del processo (durante il quale, stranamente, non viene chiamata a farlo) e' una nativa Lakota di Pine Ridge, Myrtie Poor Bear. Nel 2000 ritratta, dichiarando di essere stata costretta a incastrare Peltier dopo mesi di pressioni psicologiche da parte dell'Fbi.
Nel corso di quattro decenni, Peltier ha fatto ricorso svariate volte. Nel 1986, la corte d'appello dell'ottavo circuito ha ammesso che "ci sono alcune prove riguardanti la condotta impropria di agenti dell'Fbi".
La commissione federale per la grazia da un lato ha riconosciuto che "la pubblica accusa non ha presentato alcuna prova diretta del coinvolgimento nell'uccisione dei due agenti federali" ma dall'altro ha sempre negato la grazia in quanto Peltier ha sempre respinto ogni responsabilita' per i due omicidi.
Dal punto di vista della dubbia correttezza del processo terminato con la doppia condanna all'ergastolo vi sarebbero molte ragioni, come per anni ha chiesto Amnesty International, per annullare tutto e ricominciare da capo. Solo che, da tempo, le possibilita' di ricorrere per via giudiziaria si sono esaurite.
Resta una nuova richiesta di grazia, che Peltier ha presentato al dipartimento di Giustizia.
Peltier ha 71 anni. Si trova in una prigione della Florida, a 2000 miglia di distanza dalla sua famiglia nel Nord Dakota che riesce di rado a visitarlo. In piu', la salute del detenuto non e' buona: Peltier soffre di diabete e nel gennaio di quest'anno gli e' stato diagnosticato un aneurisma all'aorta addominale, che potrebbe risultare fatale.
Ecco perche' Amnesty International ha sollecitato l'amministrazione Obama a rilasciare Leonard Peltier per ragioni umanitarie e nell'interesse di una giustizia equa e imparziale.

10. PER SAPERNE DI PIU'. ANDREA DE LOTTO: OBAMA FIRMI LA GRAZIA PER PELTIER (2017)
[Dal sito www.pressenza.com riprendiamo il seguente articolo del 13 gennaio 2017]

Provate ad aprire questo sito: http://www.whoisleonardpeltier.info/
E' quello ufficiale di Leonard Peltier.
Vedrete due "timer": uno indica da quanti giorni, ore, minuti Peltier e' in carcere: 14.952 giorni, 8 ore etc.
E poco sotto: tra quanto il presidente Barak Obama lascia l'incarico: 7 giorni, 0 ore etc.
Cresce il primo e cala il secondo, ogni secondo.
Con un problema: il primo potrebbe non fermarsi ancora per anni.
Il secondo tra 7 giorni esatti si ferma, tempo scaduto.
Un uomo e' in carcere da quasi 41 anni per un crimine che non ha commesso, e che se anche lo avesse commesso (i giudici nel primo processo agli altri due imputati lo dissero testualmente) "sarebbe stata legittima difesa".
La domanda e': perche' malgrado campagne su campagne, manifestazioni, centinaia di migliaia di firme raccolte, appelli, grossi nomi, video, film, documentari, canzoni, concerti, marce, Peltier resta in carcere?
Perche' coloro che morirono quel giorno di giugno del 1975 erano due agenti dell'FBI, e il potere dell'FBI ci e' stato ricordato bene anche negli ultimi mesi.
Ma non demordiamo: piu' il tempo passa piu' cresce la vergogna per questa vicenda, piu' e' lampante che non si tratta di giustizia ma di vendetta.
Vendetta contro le lotte dell'American Indian Movement.
In questi ultimi giorni del mandato di Obama, consapevoli anche di chi lo sostituira', ma comunque sapendo che queste scadenze da "generosita' di fine mandato" capitano ogni 4 o 8 anni, ce la giochiamo tutta. In questi giorni a Barcellona si sono succeduti presidi in vari punti della citta', ancora si tenta di consegnare piu' di 3000 firme raccolte e che il consolato Usa si rifiuta di ricevere formalmente.
Ma anche in Italia gli anticorpi ci sono. Belli, allegri, forti: in poco tempo quattro presidi di fronte a diversi consolati e all'ambasciata: Milano, Genova, Firenze, Roma, tra il 17 e il 19 gennaio, aspettando di stappare una bottiglia il giorno 20, quando Barak Obama prima di lasciare quella scrivania firmera' la liberta' non solo di Leonard Peltier, ma anche di Mumia Abu-Jamal, Oscar Lopez Rivera, i Move, tutti in carcere per motivi politici da piu' di 35 anni, tutti con problemi di salute.
Non firmare la loro liberazione vorra' dire, per molti di loro, firmare la loro condanna a morte. Come dicono da varie parti del mondo: "Coraggio, presidente Obama, prenda quella penna".
Nel frattempo chiunque di noi puo’ mandare una mail al Presidente Obama, o scrivere via Twitter...
E, importante e facile, firmare questo appello di Amnesty International: http://act.amnestyusa.org/ea-action/action?ea.client.id=1839&ea.campaign.id=27118
La porta del carcere di Nelson Mandela si apri' perche' moltissimi spingevano.
Non fu lo stesso per Sacco e Vanzetti.
Che questi uomini non siano i Sacco e Vanzetti del ventunesimo secolo. L'unica e' spingere, con costanza e determinazione. Grazie a tutti e tutte.
Andrea De Lotto, maestro elementare, del comitato di solidarieta' con Leonard Peltier di Barcellona

11. PER SAPERNE DI PIU'. ANDREA DE LOTTO: PELTIER. CHE LA NOTIZIA NON SI SPENGA (2017)
[Dal sito www.pressenza.com riprendiamo il seguente articolo del 24 gennaio 2017]

Il prossimo 6 febbraio saranno 41 anni, il prossimo 2 marzo saranno 15.000 giorni e notti.
Di carcere.
Peltier ha 72 anni ed e' malato.
Avra' dormito le ultime notti del mandato di Obama?
Sperava, e noi con lui. Qualcuno ha detto: forse l'aver appoggiato con uno scritto la lotta contro l'oleodotto a Standing Rock non l'ha aiutato, forse doveva stare zitto.
Non e' stato zitto, ha parlato, ma non con odio o rabbia, ma con fiducia e amore per il suo popolo e per l'umanita'.
Dando un segnale di vita, perche', nonostante tutto, e' vivo.
Ora tocca a noi ancora una volta non lasciarlo solo, anzi.
La salita si fa piu' impervia, bisogna scalare di marcia e andare avanti. Inventarsi qualcosa di nuovo per far conoscere questa vergogna.
Che Leonard Peltier non muoia in carcere.
Forse a questo punto vale la pena che ci dirigiamo direttamente a chi davvero puo' decidere della sua liberazione.
Facciamo gli appelli non piu' al presidente degli Usa, facciamoli direttamente all'FBI.
Qualche vecchio agente dell'FBI ultimamente si era espresso per la liberazione di Peltier, ma non e' stato sufficiente.
Ci sono state manifestazioni, presidi, incontri, in Germania, Spagna, Italia, naturalmente negli Usa. Non sono stati abbastanza.
I media si sono mossi tardi, come spesso accade.
Bene, dobbiamo fare una cosa, difficile: che una notizia non si spenga.
La settimana scorsa c'erano i riflettori puntati su chi avrebbe liberato il presidente Obama.
Bene: manteniamo le luci accese su coloro che sono rimasti dentro.
Ci sono state e ci saranno sempre di piu' manifestazioni contro questo nuovo presidente: che in tutte queste compaiano i nomi di questi uomini sepolti vivi. Che diventino simboli.
Ci siamo illusi che bastasse la "buona volonta'" di un presidente, l'umanita' o la vergogna.
No, deve crescere l'indignazione.
Grazie a tutti i mezzi di informazione piccoli (che ci hanno aiutato) e grandi (che ci aiuteranno).
Che Leonard Peltier e Mumia Abu Jamal escano presto di galera.
Che si ricominci a spingere, ancor piu' persone di prima, perche' questa porta si apra.
Che la loro tortura finisca.
Andrea De Lotto, del comitato di solidarieta' a Leonard Peltier di Barcellona
Per informazioni: https://cslpbarcelona.wordpress.com/ e http://www.whoisleonardpeltier.info/

12. PER SAPERNE DI PIU'. GIORGIO LANGELLA: SE 44 ANNI VI SEMBRANO POCHI... LIBERTA' PER LEONARD PELTIER (2020)
[Dal sito www.vicenzapiu.com riprendiamo il seguente articolo del 3 febbraio 2020]

Il 6 febbraio 2020 sono 44 anni (16.070 giorni) da quando un uomo innocente e' stato rinchiuso in un carcere statunitense. Il nome di questa persona e' Leonard Peltier, nativo americano e attivista politico del movimento per i diritti del suo popolo, ingiustamente accusato dell'omicidio di due agenti dell'FBI e condannato a due ergastoli.
Una condanna "gia' scritta" arrivata dopo un processo pieno di irregolarita', pressioni verso testimoni, minacce e prove costruite e palesemente inconsistente se non false. A Leonard Peltier, in tutti questi lunghi anni di prigionia e nonostante che fossero emerse ulteriori prove e testimonianze che dimostravano la sua innocenza, e' stato sempre negato il diritto di ottenere una revisione del processo.
Cosi' come, da parte dei vari presidenti che si sono succeduti alla Casa Bianca, e' stato rifiutato qualsiasi gesto di giustizia che ne permettesse la scarcerazione. Leonard Peltier e' stato ingiustamente condannato ed e' ancora in carcere perche' e' un uomo che non si e' mai arreso ne' sottomesso alla discriminazione e alla brutalita' con le quali il suo popolo viene trattato nei "tanto democratici" Stati Uniti d'America. Un uomo scomodo per un potere che non ammette nessuna opposizione al modello di societa' imperante. Leonard Peltier e' la dimostrazione che negli Stati Uniti esistono prigionieri politici, e che in quel paese la giustizia non e' uguale per tutti ma viene applicata tenendo conto del colore della pelle, della ricchezza dell'imputato, dei suoi ideali politici. Una giustizia discriminatoria e per nulla equa.
Dopo 44 anni di carcere, dopo tanti anni di isolamento Leonard Peltier e' ancora e per sempre un uomo libero perche' non ha mai smesso di pensare, non e' mai sceso a compromessi ne' ha mai abiurato i suoi ideali e la sua lotta. Leonard Peltier ha pieno diritto di uscire dalla prigione, respirare l'aria che respirano gli uomini liberi e camminare nel mondo senza catene. E' tempo che il mondo riconosca come contro Leonard Peltier sia stata commessa, da parte degli Stati Uniti, la piu' odiosa delle ingiustizie.
Un'ingiustizia che puo' colpire chiunque non sia omologato al sistema perche', come dice Peltier: "la mia colpa e' essere nativo americano, e la tua?". Facciamo un appello a chi non si arrende di fronte alle ingiustizie, a chi non gira la testa dall'altra parte, a chi lotta per un mondo migliore e piu' giusto rifiutando qualsiasi discriminazione: ricordatevi di Leonard Peltier e dite a tutti, anche a chi e' indifferente, a chi non conosce la storia di quest'uomo, a chi preferisce non sapere, che nessuno puo' dirsi assolto se non fa qualcosa perche' Leonard Peltier possa tornare libero.

13. PER SAPERNE DI PIU'. ANDREA DE LOTTO: 12 SETTEMBRE, LEONARD PELTIER COMPIE 76 ANNI (2020)
[Dal sito www.pressenza.com riprendiamo il seguente articolo del 10 settembre 2020]

Proviamo a immaginarlo: 16.289 mattine che quest'uomo si alza, si stira la schiena e i muscoli, sbadiglia e vede il grigio e le sbarre. Un giorno ogni 365 si dice da solo: "Buon compleanno caro mio, un altro anno passato dentro. Ma quanti me ne restano da vivere?".
Contare il tempo puo' fare impazzire, immaginiamo adesso di fare "un minuto di silenzio per l'11 settembre". Che sia per le torri o per Allende fate voi... Ma gia' un minuto sembra lungo. Se devi stare in galera credo che un orologio con le lancette sia cio' che c'e' di peggio. Leonard e' in galera da 23 milioni 456mila 160 minuti. Il prossimo 6 febbraio compira' 45 anni di carcere.
Ne abbiamo scritto piu' volte su "Pressenza" che ringraziamo di esistere. Troppi pochi media ricordano questa vicenda.
Ora noi vi chiediamo tre cose:
- Cercate su internet Leonard Peltier, curiosate, leggete, guardate, ascoltate, girate.
- Scrivete a qualche amico o amica: "Ma sai chi e' Leonard Peltier? Una storia incredibile...". E cercate di suscitare curiosita'.
- Se avete contatto con chiunque lavori in un giornale o radio o altro mezzo di informazione, che sia un programma musicale (ci sono anche brani a lui dedicati) o il giornalino della parrocchia, chiedete che venga nominato quest'uomo.
E poi cercheremo di fare una cosa. Alla fine del proprio mandato i presidenti degli Usa firmano qualche scarcerazione, e' il momento della "bonta'". A suo tempo Clinton stava per firmare la liberazione di Peltier, ma 500 agenti dell'FBI manifestarono sotto la Casa Bianca e Bill si fermo'... Con Obama dovemmo aspettare otto anni di presidenza, ci speravamo e tanto, immaginate quanto ci spero' in cuor suo Leonard? Nulla, Obama non ebbe il coraggio. Rabbia e tristezza.
Non so se negli Usa e nel mondo i vari comitati sprecheranno fiato per chiedere questo gesto a Trump. Abbiamo piuttosto un'altra speranza: che vinca Biden e che ci si butti con tutte le nostre misere forze nel chiedergli che firmi "all'inizio del suo mandato" e non alla fine. La sua fine potrebbe essere anticipata dalla morte di quest'uomo. E non lo vogliamo.
Nonostante tutto: Happy Birthday Leonard!

***************************
LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
***************************
Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 128 del 30 giugno 2021
*
Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com