[Nonviolenza] Telegrammi. 4083



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4083 del 23 aprile 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. "Sul giornalismo in contesti totalitari". Un incontro di studio a Viterbo con Paolo Arena
2. Quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitu', l'apartheid
3. Non passa giorno
4. Marina Cosi: Gio', che gia' ci manca: uno sguardo largo con le donne al centro
5. Maria Teresa Veneziani: Ciao Giovanna Pezzuoli, collega e amica. Un raggio di sole in redazione
6. Noemi Ghetti: Elena Pulcini, una filosofa con la passione dell'impegno civile
7. "Globalist": Il Covid ha portato via a settantuno anni la filosofa Elena Pulcini
8. Gerardo Bamonte
9. Adolfo Broegg
10. Peter Dronke
11. Andre Gunder Frank
12. William P. Gottlieb
13. Mark Medoff
14. Nils Nilsson
15. Armando Petrucci
16. Eva Picardi
17. Romano Scarpa
18. Madeleine Sherwood
19. Annalisa Ramundo intervista Vinzia Fiorino: Chiudere i manicomi, trasformare la societa': chi era Franca Ongaro Basaglia
20. Quattro raccolte di racconti di Omero Dellistorti: "Il cugino di Mazzini", "Due dure storie", "Storie nere dall'autobiografia della nazione" e "Paesani"
21. Segnalazioni librarie
22. La "Carta" del Movimento Nonviolento
23. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. "SUL GIORNALISMO IN CONTESTI TOTALITARI". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO CON PAOLO ARENA

La sera di giovedi' 22 aprile 2021 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuto un incontro di studio sul tema: "Sul giornalismo in contesti totalitari. Alcuni casi di studio novecenteschi".
L'incontro si e' svolto nel piu' assoluto rispetto delle misure di sicurezza previste dall'ultimo Dpcm per prevenire e contrastare la diffusione del coronavirus.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Una minima notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

2. REPETITA IUVANT. QUATTRO COSE DA FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO, LA SCHIAVITU', L'APARTHEID

1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
2. abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
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Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di premere nonviolentemente affinche' finalmente almeno nel nostro paese siano riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di insorgere nonviolentemente in difesa della legalita' che salva le vite; in difesa della democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta e conforta e sostiene; in difesa della Costituzione antifascista che nessun essere umano abbandona tra gli artigli della violenza, dell'ingiustizia, della sofferenza e della morte; in difesa di ogni essere umano e dell'umanita' tutta.
Tutte e tutti siamo esseri umani in cammino. Tutte e tutti abbiamo bisogno di aiuto. Tutte e tutti siamo esposti al male e alla morte. Tutte e tutti possiamo e dobbiamo recarci reciproco aiuto.
Sconfiggere il male facendo il bene.
Abolire la violenza con la forza della nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

3. I COMPITI DELL'ORA. NON PASSA GIORNO

Non passa giorno senza la notizia di un femminicidio.
Non passa giorno senza la notizia di donne vittime della piu' brutale e scellerata violenza maschile.
Ogni giorno il sistema di potere maschile opprime meta' dell'umanita' e nega all'umanita' intera di essere finalmente pienamente umana.
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Ripetiamolo ancora una volta: la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera.
Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'.
Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
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E dunque per affermare la dignita' umana di tutti gli esseri umani, il diritto alla vita di tutti gli esseri umani, la convivenza, la solidarieta' e la liberazione di tutti gli esseri umani, occorre che sosteniamo le esperienze del movimento di liberazione delle donne.
Occorre che sosteniamo le esperienze dei centri antiviolenza creati del movimento di liberazione delle donne.
Occorre che sosteniamo i mezzi e i luoghi di riflessione, comunicazione, informazione, elaborazione e mobilitazione creati dal movimento di liberazione delle donne.
Le esperienze del movimento di liberazione delle donne sono la corrente calda e il maggior inveramento storico della nonviolenza in cammino. Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza e liberare l'umanita' intera.
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Un fondamentale riferimento a Viterbo: "Erinna"
"Erinna" e' la storica esperienza delle donne impegnate contro la violenza alle donne a Viterbo; qualche mese fa ha compiuto vent'anni: occorre sostenere ancora e ancora questa decisiva esperienza di solidarieta' e di liberazione.
Riproponiamo la seguente breve scheda di presentazione redatta qualche anno fa: L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza.
Per sostenere "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare a "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560
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Alcuni riferimenti utili a livello nazionale per sapere e per agire
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
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Un'esperienza internazionale: "One Billion Rising"
Sito internazionale: www.onebillionrising.org
Per contatti in Italia:
Sito ufficiale: https://www.onebillionrising.org
Facebook: https://www.facebook.com/obritalia
Instagram: https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
E-mail: obritalia at gmail.com
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Tra pochi giorni e' il 25 aprile: vi sia finalmente piena coscienza che finche' perdura la violenza maschile, l'ideologia maschilista e patriarcale, il sistema di potere degli uomini che nega l'eguale piena dignita' umana di meta' dell'umanita', ebbene, il fascismo ancora non e' stato sconfitto.
Sia quindi la ricorrenza del 25 aprile anche un'esortazione alla lotta qui e adesso contro la violenza maschile. Solo sconfiggendo il maschilismo il fascismo potra' essere finalmente sconfitto.
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Appendice prima: Una minima bibliografia sul pensiero filosofico delle donne nel XX secolo
1. Sette testi panoramici e introduttivi
- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009, pp. VI + 266.
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994, pp. 256.
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170.
- Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003, pp. 290.
- Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006, pp. 288.
- Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001, pp. 272.
- Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997, pp. 160.
2. Sette testi classici
- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994, pp. XXXIV + 286.
- Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989, 2 voll. per complessive pp. 416 + 672.
- Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988, 2000, pp. 192; Eadem, La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002, pp. 192.
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989, pp. 352.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp. 708; Eadem, Scritti scelti, Edizioni Avanti!, 1963, Einaudi, Torino 1975, 1976, pp. CVIII + 760.
- Simone Weil, La condizione operaia, Edizioni di Comunita', Milano 1952, Mondadori, Milano 1990, pp. 318; Eadem, Quaderni, Adelphi, Milano 1982-1993, quattro volumi per complessive pp. 1846.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1987, pp. 256.
3. Sette strumenti di lavoro
- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2007, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. XII + 476; Eadem, Stupro. Storia della violenza sessuale dal 1860 a oggi, Laterza, Roma-Bari 2009, 2011, pp. VI + 602.
- Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza, Roma-Bari 2008, pp. IV + 322; Eadem, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013, pp. VI + 246.
- Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernita', Giunti, Firenze 2002, pp. 222; Eadem, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, Firenze 1996, 2001, pp. 236; Eadem, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, pp. 192.
- Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo, La Tartaruga, Milano 1998, 2003, pp. 250.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422.
- Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976, 1977, pp. VIII + 336; Eadem, Esclusa dalla storia, Editori Riuniti, Roma 1977, pp. 272.
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990, 1996, pp. VI + 282.
4. Sette testimonianze
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977, 2 volumi, pp. XX + 662.
- Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, pp. 268; Eadem, Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001, pp. 158.
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce. Riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982, pp. X + 150; Eadem, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982, pp. VI + 290.
- Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu', Giunti, Firenze 1987, pp. XXIV + 304.
- Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973, 1982, pp. 200.
- Giuliana Morandini, ... E allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985, pp. XVIII + 242.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005, pp. 432.
5. Un'opera di riferimento
- Georges Duby, Michelle Perrot (a cura di), Storia delle donne in Occidente, Laterza, Roma-Bari, 1990-1992, 1994-1996, 5 voll. (vol. I. L'Antichita', a cura di Pauline Schmitt Pantel, pp. XVIII + 606; vol. II. Il Medioevo, a cura di Christiane Klapisch-Zuber, pp. VIII + 600; vol. III. Dal Rinascimento all'eta' moderna, a cura di Natalie Zemon Davis e Arlette Farge, pp. VI + 568; vol. IV. L'Ottocento, a cura di Genevieve Fraisse e Michelle Perrot, pp. VI + 618; vol. V. Il Novecento, a cura di Françoise Thebaud, pp. VI + 714).
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Appendice seconda: Dal femminismo molti doni
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.
Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.
Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.
Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.
E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.
Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.
Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.
In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

4. LUTTI. MARINA COSI: GIO', CHE GIA' CI MANCA: UNO SGUARDO LARGO CON LE DONNE AL CENTRO
[Dal sito www.globalist.it riprendiamo questo ricordo di Giovanna Pezzuoli del 19 aprile 2021]

Giovanna Pezzuoli, intelligente entusiasta e colta, e' mancata il 18 aprile. Si definiva "da sempre femminista (con ironia)": anche questa sua leggerezza lascia a noi di GiULiA.
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Giovanna era innanzitutto due cose, l'una che discendeva dall'altra: entusiasta e colta. Saranno state le radici emiliane o quel padre pioniere dal carattere affine o anche il "periodo americano" come lo chiamava, sta di fatto che Giovanna aveva uno sguardo largo e incuriosito. Molto largo, ma con le donne come epicentro.
Ha scritto molto, perche' era il suo mestiere, dal Giorno dove ci siamo incrociate al Corriere della Sera, dove ha qui concluso da vicecaporedattrice pero' proseguendo la collaborazione per La 27esima Ora, con puntate all'Espresso, Panorama, il Sole 24 ore... Soprattutto ha molto letto, perche' era la sua passione; un'autentica divoratrice di libri.
Ricordo in proposito come, in finale d'un corso di GiULiA per l'Ordine, lo scorso 18 dicembre, le colleghe l'abbiano tempestata di domande sulla letteratura di/su donne. Tema peraltro che ha indagato anche in libri bellissimi - "Alla ricerca di Mr Darcy" o prima in "Prigioniera in Utopia", ovvero in "La stampa femminile come ideologia" -, ma soprattutto in collettanei, perche' a lei piaceva soprattutto lavorare assieme alle altre donne: da "Lady Frankenstein e l'orrenda progenie" a "Questo non e' amore" alle diverse monografie della rivista Leggendaria.
In GiULiA "Gio'" c'e' stata sin da quando abbiamo varato l'associazione, ha fatto anche parte del direttivo nazionale, portando idee ma anche concretezza. Come con lo splendido progetto di 100esperte.
Ricordo benissimo quel giorno; mi chiama Luisella Seveso: dobbiamo vederci, abbiamo un'idea! Altro che idea, era gia' un progetto definito e bellissimo. Erano le 100esperte.it, dove avevano coinvolto Monia Azzalini del centro di ricerca dell'Universita' di Pavia, con cui sarebbero andate al Festival della Scienza di Genova, per cui si sarebbero fatte finanziare da Bracco, che poi e' stato esportato in Europa ...
Un catalogo tematico delle eccellenze femminili, partendo dalle materie Stem, a disposizione di tutti, ma involontariamente ispirato da quei nostri capiredattori che, quando vai a protestare perché fanno intervistare solo esperti maschi, ti rispondono allargando le braccia: "Ma cara, io volentieri sentirei il parere di una donna, ma non ce ne sono". Li si trova sul sito, ma anche in libreria, uno all’anno: "100donne contro gli stereotipi per la Scienza", "100 donne contro gli stereotipi per l'Economia" e avanti cosi'.

5. LUTTI. MARIA TERESA VENEZIANI: CIAO GIOVANNA EZZUOLI, COLLEGA E AMICA. UN RAGGIO DI SOLE In REDAZIONE
[Dal sito www.27esimaora.corriere.it riprendiamo questo ricordo di Giovanna Pezzuoli del 20 aprile 2021]

Quasi dieci anni trascorsi insieme. Cara Giovanna, non potro' mai dimenticare la tua energia, la tua ironia, la tua leggerezza. In te colpiva lo spirito fresco, l'assenza totale di invidia, tipico di chi e' troppo intento a mettere a frutto la propria vita piu' che curarsi del successo altrui. Ti divertivi a raccontare del tuo passato femminista, le notti di occupazione alla Cattolica in minigonna, stivaloni e mantella. Hai continuato sempre a batterti per le donne, senza asprezze, semplicemente con energia, quella incredibile vitalita' che non ti ha mai abbandonata neppure nei momenti piu' difficili, quando hai dovuto affrontare la malattia. Hai tagliato i capelli per farne una bella parrucca e via, di nuovo in bicicletta a sfrecciare per la citta' a caccia di mostre, aperitivi culturali con gli amici o per un goderti un raggio di sole al parco in pausa pranzo, mangiando un gelato. L'immancabile agenda sempre piena di appuntamenti, di vitalita' soprattutto. Giornalista talentuosa, amavi scrivere di filosofia, letteratura, diritti.
Ricordo i tuoi pezzi buttati giu' d'un fiato dopo aver fatto i titoli e la cucina delle pagine. Velocissima e intensa. Nel tuo ruolo di caporedattore mi hai insegnato che si puo' essere autorevoli mantenendo garbo e animo leggero. "Dai che chiudiamo le nostre pagine e andiamo al cinema". L'adorato cinema, non perdevi una preview. E se non era l'ultimo film era il teatro, l'ultimo libro uscito. Mamma tenera e aperta di Giulia, moglie amorevole di Paolo, acquistavi fiori per abbellire la scrivania. Viaggiatrice del mondo per fame di conoscenza, riportavi doni per tutti, incluso un arazzo verde raffigurante una dea indiana fatta incorniciare e appesa a vigilare sulla redazione del Tempo Libero. Il collega Matteo Speroni mi ha ricordato di quel pomeriggio quando, forse da uno dei nostri computer, e' partita una musica latina e tu, con una splendida naturalezza ed eleganza hai accennato un ballo. In pochi istanti hai reso quella stanza allegra e hai sdrammatizzato ogni tensione di lavoro. "Un raggio di sole in redazione", ha sintetizzato Carlotta Niccolini. Voglio ricordarti con il sorriso e l'affetto del nostro ultimo abbraccio nel cortile del Corriere qualche mese fa. Continua a viaggiare cara Gio, sarai sempre con noi.

6. LUTTI. NOEMI GHETTI: LENA PULCINI, UNA FILOSOFA CON LA PASSIONE DELL'IMPEGNO CIVILE
[Dal sito http//:left.it riprendiamo questo ricordo di Elena Pulcini del 13 aprile 2021]

Ebbi la ventura di incontrare Elena Pulcini nei primi anni Novanta, docente di filosofia sociale all'universita' di Firenze. E furono lunghe conversazioni su Thomas Hobbes e il suo "desiderio illimitato di potere", che assieme alla paura sta a fondamento dell'antropologia cupa e razionale del Leviatano. Una fenomenologia del potere ben radicata nel millenario pensiero occidentale dell'homo homini lupus, del peccato originale e del "male radicale", che allora noi provavamo a mettere a confronto con la "volonta' di potenza" di Friedrich Nietzsche. Ne cercavamo le differenze, che sembravano offrire spiragli di luce soprattutto nei lavori giovanili del filosofo tedesco, successivamente travolto dall'"eterno ritorno dell'eguale” che lo porto' a precipitare nella pazzia, emblematicamente rappresentata nel disperato abbraccio al cavallo caduto e frustato a morte dal cocchiere per le strade di Torino.
Spontanea era l'apertura della filosofa al confronto, al di la' delle rivendicazioni illuministiche dei diritti, sul tema ineludibile dell'uguaglianza naturale degli esseri umani fondata su un nuovo pensiero scientifico, al di la' di qualsiasi distinzione di sesso, di appartenenza etnica, di religione, di classe.
La curiosita' intellettuale, l'attenzione alla realta' dei rapporti interumani, evidente anche allora e acutizzata all'aprirsi del nuovo millennio dalla crisi sociale e politica sempre piu' evidente, la portarono successivamente a concentrarsi sulla denuncia dell'anaffettivita' della civilta' del logos (L'individuo senza passioni, 2001), sui temi del femminismo, della cura e sul "desiderio di dare", sulle dinamiche dei rapporti umani (Il potere di unire, 2003). L'ultimo libro, per Bollati Boringhieri nel 2020, Tra cura e giustizia: Le passioni come risorsa sociale. Recentemente, negli interventi pubblici (Dialoghi di Trani con Simona Maggiorelli...) si concentrava con crescente impegno morale e civile sui temi sociali della responsabilita', della vulnerabilita', delle emozioni, e sulla catastrofe ambientale. In un mondo prostrato e ferito dal Covid, che si sta facendo ogni giorno piu' duro e difficile, rimpiangeremo la tua intelligente e accorata presenza, Elena Pulcini.

7. LUTTI. "GLOBALIST": IL COVID HA PORTATO VIA A SETTANTUNO ALLI LA FILOSOFA ELENA PULCINI
[Dal sito www.globalist.it riprendiamo questo ricordo di Elena Pulcini del 10 aprile 2021]

La docente universitaria e' deceduta a Firenze, la citta' nella quale ha insegnato per decenni Filosofia sociale. Aveva contratto il virus.
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Si e' spenta ieri 9 aprile, a settantuno anni, vinta dal Covid, Elena Pulcini, professoressa di Filosofia sociale nell'Ateneo fiorentino. Era un'insigne studiosa della filosofia sociale e aveva affrontato nei suoi studi complessi argomenti come quello concernente le evoluzioni delle patologie sociali nella modernita' e quello delle passioni nella vita individuale. Il decesso della filosofa e' avvenuto, per le complicazioni del Covid, all'ospedale Santa di Maria Nuova a Firenze, citta' dove appunto insegnava come professore ordinario al dipartimento di filosofia dell'universita' di Firenze. Era andata in pensione lo scorso novembre, a conclusione dell'anno accademico.  A dare l'annuncio della scomparsa e' stato proprio il suo Ateneo, che la ricorda come una "intellettuale colta e raffinata" e come "protagonista intelligente e sensibile anche della vita culturale e del dibattito pubblico del nostro paese".
Era nata nel 1950 all'Aquila ma Firenze era davvero la sua citta' adottiva perche' vi si era laureata, giovanissima, in storia delle dottrine politiche. Si era poi perfezionata all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, dove aveva conseguito il dottorato all'Università Paris III - Sorbonne Nouvelle. Proprio in quell'universita' aveva iniziato la sua carriera accademica di docente. Dal 1991 era stata chiamata all'insegnamento nell'ateneo fiorentino.
Molti dei temi affrontati da Elena Pulcini (l'individualismo moderno, le forme del legame sociale, l'identita' del soggetto femminile, i temi della cura) sono raccolti in alcune sue conosciute pubblicazioni quali "Invidia. La passione triste" (Il Mulino, 2011); "Specchio, specchio delle mie brame... Bellezza e invidia" (Orthotes, 2017); "Responsabilita', uguaglianza, sostenibilita'. Tre parole-chiave per interpretare il futuro" (con Salvatore Veca e Enrico Giovannini, Edb, 2017); "Cura ed emozioni. Un'alleanza complessa" (con Sophie Bourgault, Il Mulino, 2018). Altre riflessioni hanno riguardato gli effetti delle globalizzazione e nell'ultimo decennio, in particolare, si era dedicata con passione ai temi della crisi ecologica e delle sfide globali intrecciando rigore scientifico e impegno civile. In quest'ambito aveva proposto una filosofia della cura per l'eta' global.

8. MEMORIA. GERARDO BAMONTE

Il 23 aprile 2008 moriva Gerardo Bamonte, antropologo e militante per i diritti de popoli indigeni.
Con gratitudine lo ricordiamo.

9. MEMORIA. ADOLFO BROEGG

Il 23 aprile 2006 moriva Adolfo Broegg, musicista e musicologo.
Con gratitudine lo ricordiamo.

10. MEMORIA. PETER DRONKE

Il 23 aprile 2020 moriva Peter Dronke, illustre studioso della poesia latina medioevale.
Con gratitudine lo ricordiamo.

11. MEMORIA. ANDRE GUNDER FRANK

Il 23 aprile 2005 moriva Andre Gunder Frank, economista e sociologo.
Con gratitudine lo ricordiamo.

12. MEMORIA. WILLIAM P. GOTTLIEB

Il 23 aprile 2006 moriva William P. Gottlieb, fotografo ed appassionato di jazz.
Con gratitudine lo ricordiamo.

13. MEMORIA. MARK MEDOFF

Il 23 aprile 2019 moriva Mark Medoff, drammaturgo e sceneggiatore.
Con gratitudine lo ricordiamo.

14. MEMORIA. NILS NILSSON

Il 23 aprile 2019 moriva Nils Nilsson, illustre studioso dell'intelligenza artificiale.
Con gratitudine lo ricordiamo.

15. MEMORIA. ARMANDO PETRUCCI

Il 23 aprile 2018 moriva Armando Petrucci, illustre studioso della scrittura.
Con gratitudine lo ricordiamo.

16. MEMORIA. EVA PICARDI

Il 23 aprile 2017 moriva Eva Picardi, filosofa del linguaggio.
Con gratitudine la ricordiamo.

17. MEMORIA. ROMANO SCARPA

Il 23 aprile 2005 moriva Romano Scarpa, fumettista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

18. MEMORIA. MADELEINE SHERWOOD

Il 23 aprile 2016 moriva Madeleine Sherwood, attrice e militante antirazzista e femminista.
Con gratitudine la ricordiamo.

19. MAESTRE. ANNALISA RAMUNDO INTERVISTA VINZIA FIORINO: CHIUDERE I MANICOMI, TRASFORMARE LA SOCIETA': CHI ERA FRANCA ONGARO BASAGLIA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente articolo originariamente apparso sull'agenzia "Dire" (www.dire.it) il 16 marzo 2021]

C'e' una donna, tra le altre, che in Italia si e' battuta strenuamente per la decostruzione della teoria di una presunta inferiorita' biologica femminile, concetto chiave su cui nei secoli si era fondata l'esclusione delle donne dalla scena pubblica. Risponde al nome di Franca Ongaro, coniugata Basaglia, anima teorica e comunicativa della coppia che libero' i malati di mente dall'infamia sociale e medica dei manicomi, dando il via a una rivoluzione copernicana nel trattamento dei disturbi psichiatrici in Italia a partire dalla legge 180 del 1978, conosciuta come "legge Basaglia". Ma anche scrittrice, due volte senatrice (dall'83 al '92), e femminista ante litteram, critica di alcuni pilastri del patriarcato che sarebbero poi stati centrali negli anni '70 per la riflessione del movimento delle donne, di cui colse tra le prime alcuni concetti-chiave.
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L'attivita' di scrittrice e l'incontro con Franco Basaglia
"Nata a Venezia nel 1928 da una famiglia borghese, perde il padre quando e' alla fine del liceo classico e questo non le consentira' di iscriversi all'universita', come avrebbe voluto", spiega all'agenzia di stampa Dire Vinzia Fiorino, professoressa di Storia contemporanea all'universita' di Pisa nel secondo appuntamento dello speciale DireDonne - Societa' Italiana delle Storiche (Sis) "Donne da ricordare". "All'indomani della seconda guerra mondiale, nel '45, conosce Franco Basaglia, studente di Medicina a Padova con cui si sposera' e avra' due figli". La carriera di Franco Basaglia non decolla e nel '61 il "medico filosofo" viene inviato a dirigere l'ospedale psichiatrico di Gorizia. "Lei segue il marito con i bambini e si occupa di letteratura – continua Fiorino –. Scrive racconti per bambini, per il "Corriere dei Piccoli", e riduzioni per grandi classici come "Piccole donne" e comincia a studiare sociologia".
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Nella rivoluzione Basaglia rappresenta il legame con il fuori
Definita "segretaria del marito" dallo psichiatra Giovanni Jervis o sua "collaboratrice" dal presidente della provincia di Trieste (1970-77), Michele Zanetti, in realta' Franca Ongaro "e' pienamente autonoma nel pensiero e nella capacita' di scrivere testi importanti", chiarisce Fiorino, che legge cosa diceva lei stessa di questo rapporto di vita e di lavoro con Basaglia: "So che ogni parola scritta era una discussione senza fine con lui per farmi capire meglio". E "capovolge uno stereotipo: descrive lui come estroverso, irrazionale, passionale, imprevedibile", osserva la storica, mentre "ritaglia per se' uno spazio ad hoc, tutto incentrato sulla parte logica e razionale". Una cifra che la vedra' "attivissima nelle relazioni con le istituzioni, in primo luogo la provincia" e curiosa osservatrice del modello scozzese di Maxwell Jones "il primo ad aver teorizzato la comunita' terapeutica", dove Ongaro realizza "una grande esperienza di pratica". Ma e' a partire dall'esperienza di Gorizia che il suo lavoro di "pubblicista e teorica" prende corpo, diffondendo "il senso della rivoluzione dei Basaglia. Per lei – precisa la studiosa – la fine delle istituzioni manicomiali avrebbe avuto un senso solo se legata alla trasformazione sociale, quindi alla fine di una precisa percezione che aveva eretto barriere contro la diversita', come la voglia di difendere la societa' dal malato o la paura generalizzata verso qualsiasi forma di diversita'. Rappresenta, quindi, il legame con il fuori, ma lavora moltissimo anche dentro".
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L'impegno come comunicatrice e senatrice
E' proprio "il sociale", insieme a "comunicazione", la parola chiave attorno alla quale ruota il contributo di Ongaro come scrittrice, nell'intreccio con l'attivita' del marito. "Il sociale a ribadire questo nesso tra dentro-fuori, cruciale in tutta la vicenda della dismissione del manicomio – osserva Fiorino – e la comunicazione, perche' ha saputo indubbiamente comunicare all'esterno tutta la portata della loro critica". E' lei a adoperarsi per la realizzazione di Morire di classe. La condizione manicomiale fotografata da Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin, il libro-denuncia sui manicomi italiani "che ha sensibilizzato l'opinione pubblica su quella realta' orrenda e violenta verso le condizioni in cui vivevano i malati reclusi". E a tentare di "spiegarla ai ragazzi" con Manicomio perche'?, in cui "cerca di dimostrare la continua mortificazione dei malati, dimostrando una grande abilita' nel decodificare i rapporti di potere". Il suo impegno continua anche da senatrice, che la vedra' occupata in "Commissione Sanita' su temi diversi, dai trapianti alle disposizioni sul fine vita, alle tossicodipendenze", e, soprattutto, nella difesa "dell'applicazione della riforma psichiatrica. Ci sono negli anni '80 alcuni disegni di legge che tendono a scardinare i principi della riforma e lei si oppone con successo – ricorda la storica –. Non era felice dell'applicazione della legge Basaglia e della riforma piu' in generale, perche' la loro grande intuizione era che il malato di mente non ha bisogno di un letto di ospedale, ma di altri servizi, su cui chiedeva un maggiore investimento". Per questo e' molto attiva "nella rete associativa delle famiglie, che legittimamente in una prima fase, dopo la legge del '78, non avendo ricevuto le risposte che meritavano, si erano mobilitate e avevano manifestato una certa ostilita' rispetto alla legge. Poi con un'opera di mediazione, attivando servizi, formando diversamente gli operatori, si e' ricomposta quella frattura".
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Nel '68 parla di "politicita' del quotidiano", anticipando il pensiero femminista
Non da meno il contributo di Franca Ongaro alle battaglie delle donne. "Nel '68 parla di "politicità del quotidiano" e scrive: "Io mi rifiuto di essere relegata a preparare il latte caldo ai rivoluzionari" – ricorda Fiorino –. Sua la prefazione di un testo cult del femminismo italiano, Processo per stupro, lavoro collettaneo dal documentario di Loredana Rotondo trasmesso nel '79". E ancora, "introduce Le donne e la pazzia, testo del '77, una delle prime riflessioni sulla specificita' della violenza che la cultura patriarcale ha operato sulle donne, e promuove il libro di Giuliana Morandini E allora mi hanno rinchiusa, aprendo il tema della specificita' della violenza manicomiale e delle ricadute della cultura misogina in questo ambito". Altro scritto cruciale, "l’introduzione a L'inferiorita' mentale della donna del neurologo tedesco Moebius, che per Franca Ongaro sara' l'occasione per ribadire alcuni concetti chiave che la storiografia femminista avrebbe sviluppato, cioe' la costruzione di un'inferiorita' biologica delle donne". Radicalita', nel senso di "andare alla radice dei problemi", autocritica da parte della categoria dei medici, e rapporto tra salute e malattia, contro la separazione che tiene il malato "fuori da cio' che la scienza costruisce sul suo corpo", sono, secondo Fiorino, i tre aspetti piu' preziosi dell'eredita' con cui Franca Ongaro, scomparsa nel 2005, dialoga col nostro presente. "E' una donna da ricordare perche' essendo protagonista di una grande battaglia che fa onore al nostro Paese, l'aver chiuso quei luoghi orrendi che sono stati i manicomi, ha guardato a cio' che c'era attorno, al contesto di riferimento, invitandoci a rifuggire da quegli atteggiamenti di esclusione e non accettazione della diversita' che hanno costruito le discriminazioni".
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Per approfondire:
- Salute/malattia. Le parole della medicina, di Franca Ongaro Basaglia.
- Una voce. Riflessioni sulla donna, di Franca Ongaro Basaglia.
- L'utopia della realta', di Franco e Franca Basaglia, a cura di Maria Grazia Giannichedda.

20. NUGAE. QUATTRO RACCOLTE DI RACCONTI DI OMERO DELLISTORTI: "IL CUGINO DI MAZZINI", "DUE DURE STORIE", "STORIE NERE DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE" E "PAESANI"

Per farne dono alle persone amiche eventualmente interessate abbiamo messo insieme (in formato solo digitale, non cartaceo) quattro raccolte di racconti di Omero Dellistorti dal titolo "Il cugino di Mazzini ed altre storie", "Due dure storie. Rieducare gli educatori e Il delitto della principessa di Ebla", "Storie nere dall'autobiografia della nazione" e "Paesani".
Sono alcuni dei "racconti crudeli" gia' apparsi a sua firma negli scorsi anni su questo foglio.
Chi volesse riceverle puo' farne richiesta all'indirizzo di posta elettronica centropacevt at gmail.com indicando l'e-mail a cui inviarle.

21. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Carlo Selmi, Malattie reumatologiche. Quali sono, come si presentano e come si curano, Rcs, Milano 2021, pp. 160, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Martha C. Nussbaum, Diventare persone, Il Mulino, Bologna 2001, 2011, pp. 372.
- Martha C. Nussbaum, Giustizia e aiuto materiale, Il Mulino, Bologna 2008, pp. 110.
- Martha C. Nussbaum, Giustizia sociale e dignita' umana, Il Mulino, Bologna 2002, 2012, pp. 150.
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832.
- Martha C. Nussbaum, Non per profitto, Il Mulino, Bologna 2011, pp. 164.
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Fantascienza
- Robert H. Heinlein, Starman Jones, Mondadori, Milano 2011, 2020, pp. 256, euro 6,90.
- Frank Herbert, Esperimento Dosadi, Mondadori, Milano 2020, 2021, pp. 288, euro 6,90.
- Richard Matheson, tre millimetri al giorno, Mondadori, Milano 1988, 2020, pp. 228, euro 6,90.

22. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

23. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4083 del 23 aprile 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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