[Nonviolenza] Telegrammi. 4027



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4027 del 26 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Sommario di questo numero:
1. Alcuni testi di Benito D'Ippolito apparsi su questo foglio nel 2016
2. Un ragazzino alla stazione
3. Er diciassett'aprile voto sine
4. Il ragazzo
5. Prima anticipazione dal rapporto preliminare di una commissione d'inchiesta indipendente sul recente fatto di sangue avvenuto a ***
6. Una spina, il respiro
7. Il ragazzo
8. Sotto le bombe
9. Festa di matrimonio
10. E bbasta mo' co' 'ste perseguzzioni
11. Opporsi alle uccisioni
12. Quando il padrone chiama all'unita'
13. Di notte, scrutando il mare
14. Per la critica dei paroliberi
15. Che la sovranita' appartiene al popolo
16. Primavera di bellezza
17. L'argomento del doppione
18. Samotracia
19. Non ti paralizzi il dolore del mondo
20. Piccola pubblicita'
21. Carogno Mozzarecchi: L'hae visto 'r presidente der conzijo
22. Carogno Mozzarecchi: Ariecchete 'sta marcia de la pace
23. Carogno Mozzarecchi: Er president'ha ddetto: O ssi' o a ccasa
24. Carogno Mozzarecchi: Famola corta, sori buggiaroni
25. Carogno Mozzarecchi: Viva 'r governo de la ggioventu'!
26. Carogno Mozzarecchi: Mo' tte lo vojo di': a pparla' pulito
27. Carogno Mozzarecchi: Stamm'a ssenti', che tte la spiego io
28. E se tu togli
29. Di carne umana la macellazione
30. Sappi aiutare il prossimo e il lontano
31. Per la XV giornata del dialogo cristiano-islamico che si svolgera' il 27 ottobre
32. Ciccio Cicorini: A mme mme piace la Costituzzione
33. Due sono i modi di veder la guerra
34. Ancora dalla terra desolata
35. Cantata per il 4 novembre
36. Un altro quattro novembre
37. I cadaveri recuperati in mare
38. Ciccio Cicorini: Si mme ciarrabbio? essi' che mme ciarrabbio
39. Carogno Mozzarecchi: Un bon conzijo ar sor don Aldo Trumpe pe' ffa' 'r governo che cce vole mo'
40. Carogno Mozzarecchi: 'Na bbona parola ar presidente der conzijo
41. Ciccio Cicorini: E mmo' ciammolleno 'sta caramella?
42. Ciccio Cicorini: Dice 'r governo che cchi vvota None
43. Omero Dellistorti: Colpa loro
44. Lawrence Ferlinghetti: Nelle piu' belle scene di Goya
45. Un incontro di riflessione a Viterbo su un recente libro di Paolo Naso dedicato a Martin Luther King
46. Segnalazioni librarie
47. La "Carta" del Movimento Nonviolento
48. Per saperne di piu'
 
1. MEMORIA. ALCUNI TESTI DI BENITO D'IPPOLITO APPARSI SU QUESTO FOGLIO NEL 2016
 
Riproponiamo di seguito alcuni testi del nostro collaboratore Benito D'Ippolito apparsi su questo notiziario nel 2016.
 
2. UN RAGAZZINO ALLA STAZIONE
 
Alla stazione
un ragazzino spinge innanzi il suo carrello
e nel carrello panciuta la valigia
e nella valigia la morte
che attende il momento di erompere fiamma
di divorare scarpe, vestiti, capelli
e unghie e carne ed ossa
e farne fumo.
 
La testa senza testa
come una coda di lucertola strappata
come un muro di tufo che scolora
come l'ultima parola strozzata
nella gola, nella gora, sotto il greve
peso della mora.
 
Il cuore senza cuore
che sa dire la parola valore
che conosce il sapore e il sopore
e il sapone cavato dalle ossa
e la fossa, la fossa comune
e il pozzo senza luna.
 
Le mani senza mani
la notte che ha voce di cani
le stelle che han cuore di ghiaccio
le strade, la pioggia, l'abbraccio
il drago di pietra che dorme
nella deserta piazza.
 
Alla stazione
un ragazzino spinge innanzi il suo carrello
e forse si chiede questo e quello
e forse potresti ancora fermarlo, salvargli la vita
e la vita di tutti.
Se tu lo sapessi, se tu gli parlassi.
 
3. ER DICIASSETT'APRILE VOTO SINE
 
Er diciassett'aprile voto sine.
Pe' pprimo, pe' ffa' rrabbia a le padrone
che s'arricchisceno co' le rapine
e ce tratteno sempre da cojone.
 
Seconno: pe' ffa' smetta 'ste rovine
e 'ste velene. E tterz'e 'n concrusione
m'hanno stuccato tutte 'ste manfrine
de 'sta banna de ladre e de zzozzone.
 
Quanno vo' ar mare vojo sta' nell'acqua
e nno nell'ojo che ppuzza de cacca.
Apposta er diciassette vo' a vota'.
 
E a cchi mme dice che nun cio' d'anna'
mo' vegghi se a quer posto ce lo manno
pe' quant'e' vvero che mme chiam'Armanno.
 
4. IL RAGAZZO
 
Il ragazzo che muore ventenne assassinato dall'uranio impoverito.
E tutte le vittime di tutte le guerre, di tutti i poteri armati, di tutte le uccisioni.
Tutte le vittime, la stessa vittima.
*
Abolire la guerra.
Abolire gli eserciti.
Abolire le armi.
 
5. PRIMA ANTICIPAZIONE DAL RAPPORTO PRELIMINARE DI UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA INDIPENDENTE SUL RECENTE FATTO DI SANGUE AVVENUTO A ***
 
Ci e' stato chiesto d'individuare
i complici e i mandanti dei colpevoli
le cause prossime e quelle remote
e d'indicare strategie possibili
di prevenzione di consimili atti.
 
Ci siamo posti in primis la domanda
del limite da dare alla catena
spettrale delle cause e degli effetti
che reca a regressioni all'infinito.
Ed in secundis posto l'avvertenza
del caso, dell'arbitrio, dell'errore:
tutto e' groviglio, ed assoluto nulla.
In terzo luogo e finalmente abbiamo
posto il principio che ogni convivenza
fonda e giustifica: dell'altrui vita
il riconoscimento ed il rispetto,
l'accettazione dell'altrui presenza,
l'obbligazione a darsi vicendevole
sostegno nel dolore che e' comune.
 
Abbiamo constatato le evidenze
seguenti: la presenza delle armi;
la convinzione che la vita altrui
valesse meno della propria; infine
l'ordine dato da fonte autorevole
a uccidere, a uccidere, a uccidere.
 
Questi i consigli che possiamo dare:
l'abolizione delle armi e' il primo;
il secondo consiglio e' di educare
ogni persona alla piena coscienza
che ogni vita vale e va protetta;
il terzo e' che qualunque tradizione,
qualunque ordinamento, ogni potere
che ordina di uccidere, per questo
semplice fatto che ordina di uccidere
non merita ne' ascolto ne' rispetto,
e occorre contrastarlo ed abolirlo.
 
6. UNA SPINA, IL RESPIRO
 
Non basta certo astenersi dall'uccidere.
Ma e' pur qualcosa.
 
Non risolve ogni cosa il disarmo,
ma molte vite sarebbero salvate.
 
Abolire gli eserciti non basta,
ma meno sarebbero gli assassini, meno le vittime.
 
Un passo non e' tutto il cammino,
ma del cammino e' certo gia' l'inizio.
 
7. IL RAGAZZO
 
Il ragazzo che scrive in chat "ci vediamo
in Paradiso" e se ne va solo e triste
a uccidere altri e se stesso.
 
Il ragazzo sul tetto che grida
alla persona che lo insulta da un terrazzo
"sono tedesco" ed ha appena compiuto
una strage e sara' presto ucciso.
 
Il ragazzo col machete o col mitra.
Quello che sale sul tir
quello col trolley, con la cintura
che scoppia e dilania per prime le sue carni
col coltello del pane senza pane
e quello che nella stanza silente
guarda il monitor e preme
il bottone e il drone fulmina
quei lillipuziani senza voce
e dice "Oh si'!" e poi si mette il collirio
e quello che ammazza la moglie, la figlia, la fidanzata, la donna
che l'ha piantato e se non ha piantato lui avra' piantato
qualcun altro ed e' una bagascia e deve comunque
morire.
Il pilota di Hiroshima.
Il giovane hitleriano.
Il guardiano del gulag e del lager.
Il grande pastore con un occhio solo.
L'uomo bianco col suo fardello colmo di cosa
che sgocciola rosso.
 
E quell'ultimo soffio di voce: l'orrore, l'orrore.
 
Questa teoria di cadaveri, questa
danza macabra ordita
da attici refrigerati
dalle limousine da cui si ordina
champagne e sterminio con lo stesso sorriso.
O da sordidi sottoscala
dalla radio, dal telefono ordinando
la grande disinfestazione
l'olocausto per il bene della causa
tutta in lettere maiuscole, sfavillanti.
 
E gli infiniti brulicanti recinti
di noi bestie da soma e da tiro
di noi popolo dell'abisso
tratto al macello semiaddormentato
gia' rotto nelle ossa e nei sogni
sull'orlo del lustro tritacarne.
Geschichte und Klassenbewusstsein.
 
Scorpioni e frustate per dieta, per legge. Il dito
del ricco puntato sul petto del povero
che col solo crescere dell'unghia gli squarcia
il cuore. Le miti notti
dei bombardamenti che in televisione
sembrano un gioco e una festa
lo spettacolo desolato
dei resecatori di gole che recano
le vittime all'orco. Gli dei
hanno sete. Tu
 
tu ferma tutto questo.
Tu agisci affinche' siano salve
tutte le vite. Tu
organizza la resistenza alle uccisioni
organizza delle oppresse e degli oppressi
la lotta comune per la comune
salvezza dell'umanita'.
Caminante, son tus huellas
el camino, y nada mas.
 
8. SOTTO LE BOMBE
 
Sotto le bombe la gente muore.
Tutte le bombe, tutta la gente.
*
Solo la pace salva le vite.
Solo il disarmo ferma la strage.
 
9. FESTA DI MATRIMONIO
 
Cosa puo' indurre un ragazzino
ad andare a una festa di matrimonio
carico di esplosivo e tra la gioia e i canti
trascinare se stesso e tanti altri
nelle fauci dell'orco, nel nulla?
Chi lo costringe o lo persuade a farlo?
Quale ricatto, quale ideologia
lungamente, lungamente inoculatagli
goccia a goccia, mollica per mollica,
gli ha mangiato il cervello ed il cuore?
 
E cosa puo' convincere un giovinotto
a indossare la divisa e gli ammennicoli
tecnologici di gomma e d'acciaio
e salire sulla macchina che vola
e da li' defecare le uova
della morte sulle citta' distrutte
e squartare e abbrustolire poveri
cristi che per lui sono formiche?
 
E quale malefico ipnotizzatore
ci addormenta volonta' e coscienza
e ci fa restare tranquilli, sedati,
mentre i macellai del mondo fanno a brani
il mondo di cui siamo parte?
 
Vedo solo governi assassini.
Vedo solo insensati uccisori
e insensati complici che credono
di esser spettatori di qualcosa
e non sanno che e' la loro morte.
 
Se non t'impegni tu a fermare la strage,
e chi fermarla vorra'?
Se non ti opponi tu a tutte le uccisioni,
e chi si vorra' opporre?
Se neanche tu ti adoperi a salvare
la vita altrui, la tua stessa vita,
e chi altri lo fara'?
Sii tu quello che fa la cosa giusta.
Sii quello che soccorre, accoglie, assiste.
Quello che salva le vite, sii tu.
E se non ora, quando?
 
Fermare la strage.
Salvare le vite.
Abolire la guerra.
Abolire gli eserciti.
Abolire le armi.
Una sola umanita'.
 
10. E BBASTA MO' CO' 'STE PERSEGUZZIONI
 
E bbasta mo' co' 'ste perseguzzioni
e bbasta mo' co' 'sti bombardamenti
quant'hanno da mori', mille mijoni?
Volemo da svota' du' continenti?
 
Ce se vince la coppa de' fregnoni
a ffa' a cchi ffa' ppiu' ddanni e scannamenti?
O cce guadambieno solo i padroni
ciove' cchi ffa' e chi vvenne ll'armamenti?
 
Bombarda oggi e bombarda domani
ve piacerebbe se toccasse a vvoi
d'esse trattati peggio de li cani?
 
S'ha dda falla finita a ffa' li goi
che ggira ggira poi 'sti mussurmani
e cche nun so' cristiani come nnoi?
 
11. OPPORSI ALLE UCCISIONI
 
Accogliendo lo straniero nella propria casa.
Rifiutandosi di imbracciare un fucile.
Ripudiando ogni potere assassino.
Seminando perche' altri possano mangiare.
Spegnendo ogni incendio, abbattendo ogni muraglia.
Raccontando storie per mille e una notte.
Ad ogni menzogna, ad ogni violenza resistendo.
Riconoscendo l'altrui dignita', l'altrui paura, l'altrui bisogno.
Non perdendo la meraviglia e la gratitudine.
Amando la vita di tutte e di tutti.
Con pazienza, senza pigrizia.
Sconfiggendo il male facendo il bene.
Insegnando cio' che e' giusto con l'esempio.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
A tutte le uccisioni opponiti tu.
 
12. QUANDO IL PADRONE CHIAMA ALL'UNITA'
 
Quando il padrone chiama all'unita'
che' siamo tutti sulla stessa barca
non so dimenticare
che lui si sta sul ponte di comando
ed io sono in catene nella stiva.
 
Quando mi dice siamo tutti uguali
il pingue sorvegliante
che unge del mio sangue la sua frusta
non credo che quella parola uguali
significhi per lui e per me lo stesso.
 
Quando mi parlano di civilta'
dalla televisione i benvestiti
io guardo fisso nelle loro bocche
e vedo come stanno masticando
la carne e il sangue della gente mia.
 
Saremo uguali quando sara' uguale
la nostra sorte, quando cesserete
di farci schiavi e di darci la morte
saremo uguali allora
adesso vi dobbiamo contrastare.
 
E nel nostro contrastarvi
vi saremo assai migliori
non la guerra vorrem darvi
non le pene ed i dolori
che voi sempre c'infliggeste.
 
No. Soltanto quelle ceste
colme di cio' che rubaste
toglieremo a voi ladroni
per ridarle ai rapinati.
Cessera' lo sfruttamento.
 
Spezzeremo ogni catena
bruceremo ogni divisa
le muraglie abbatteremo
e ogni cosa condivisa
sara' fra chi ne ha bisogno.
 
Nostra legge sara' che non si uccida
nessuno, che nessuno sia lasciato
esposto al dolore o alla paura,
che mai nessuno piu' sia abbandonato,
che ogni sofferente sia accudito.
 
Aboliremo guerra e schiavitu'
sara' un mondo migliore, e li' potremo
respirare finalmente
incontrarci all'osteria
e guardandoci negli occhi
bere insieme il bicchiere della pace.
 
13. DI NOTTE, SCRUTANDO IL MARE
 
I.
 
Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.
 
Alla guerra che uccide e che uccide
alle mandrie infinite di schiavi
alla marcia a scorpioni e frustate
e neppure uno spettro per l'Europa.
 
Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.
 
E vorrei pur pensare alle stelle
come al mare dei fili dell'erba
che accarezza gentile e furioso
del suo soffio il vento silente.
 
Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.
 
Chi produce le armi assassine?
Chi si presta a sganciare le bombe?
Chi avvelena i pozzi di tutti?
Chi frantuma le ossa a sua moglie?
 
Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.
 
Ferme al dazio le navi negriere
delle carni di uomini e donne
il commercio fiorisce e fiorisce
non hai Circe che possa salvarci.
 
Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.
 
II.
 
Io che fui alla scuola di Timandro
di Eleandro alla scuola e allora seppi
che non c'e' altra virtu' che la virtu'
di recare soccorso agli infelici
e lottare senza requie contro il male,
 
io che serbo ancora il sogno di una cosa
e che so che e' solo sogno ma che i sogni
sono veri se tu fai la cosa giusta:
soccorrere, accogliere, assistere tutti,
salvare le vite che gia' sono cosi' brevi,
 
io che ebbi proprio tutte le fortune
e di tutte le fortune la maggiore:
di sapere che l'umanita' e' una sola
di sapere che ogni vita e' un valore
e una stessa sorte tutti ci fa uguali,
 
io lo so che non c'e' io se non c'e' tu
io lo so che non si esiste senza un noi
e che unica e' la scelta: amore o morte
ed a tutte le menzogne e le oppressioni
io, tu, noi dobbiamo opporci ora e sempre.
 
III.
 
Dopo il deserto il mare
alle spalle le lance insanguinate
dinanzi i muraglioni dell'impero
dall'alto piovono frutti di fuoco
e noi qui soli, nuda umanita'.
 
Senza illusioni, senza speranze
solo persuasi del nostro dovere
di recare aiuto a chi soffre
di condividere questa dura vita
questo mondo di orrori e di vertigini
e questo pane, questo giaciglio
questa casa fatta solo di parole
questa festa fatta solo di sguardo
e di respiro.
 
In questo dovere trovando
una sobria, una lieve, luminosa
felicita', compagne e compagni.
 
14. PER LA CRITICA DEI PAROLIBERI
 
Se e' vero che in un piccolo specchio
un cielo stellato si puo' rispecchiare
cosi' a condannare l'iniqua, la torbida,
la grottesca riforma ed infame
voluta dal governo basta comparare
la lingua della Costituzione repubblicana
della Costituzione antifascista
della Costituzione che afferma
che "La sovranita' appartiene al popolo"
e che il popolo tutto leggendola comprende
alla scrittura greve e labirintica
delle modifiche costituzionali
che al limpido articolo 70
che recita semplicemente
che "La funzione legislativa e' esercitata
collettivamente dalle due Camere"
sostituisce un vertiginoso labirinto
di quattrocento e passa parole colmo di rimandi
ad altri articoli e commi e periodi.
La saggezza del popolo sa
che quando alle chiare, semplici, brevi parole
si sostituiscono lunghi, complicati, nebulosi discorsi
li' e' confusione di stolti che non sanno pensare
o peggio il furbesco raggiro degli imbroglioni.
 
Basta leggere l'articolo 70 per sapere
che al referendum occorre votare No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
 
15. CHE LA SOVRANITA' APPARTIENE AL POPOLO
 
Che la sovranita' appartiene al popolo
leggo nel primo articolo della Costituzione
repubblicana, democratica, antifascista.
Ma quando il popolo non elegge piu' il Senato?
Ma quando la Camera dei Deputati non e' piu' eletta
con criterio proporzionale secondo i voti espressi
ma una minoranza organizzata s'appropria
della maggioranza assoluta dei seggi?
Quando il Governo infrange
la separazione e l'equilibrio dei poteri?
Quando il potente pretende
di porsi al di sopra della legge
la legge prima violando
e poi pretendendo riscriverla a suo vantaggio
l'ordinamento civile prostituendo al suo arbitrio
e la civile convivenza corrompendo?
Non e' a tutti evidente che cosi'
quel governo fa strame
della sovranita' popolare, della Costituzione repubblicana,
della democrazia, dello stato di diritto?
 
Non ci vuol molto per capire
che al referendum occorre votare No.
Senza odio, senza violenza, senza paura.
 
16. PRIMAVERA DI BELLEZZA
 
"Noi affermiamo che la magnificenza del mondo
si e' arricchita di una bellezza nuova:
la bellezza della velocita'".
(Manifesto del Futurismo, 1909)
 
Il Senato? Rottamiamolo pure.
Sostituiamolo con una comitiva
di consiglieri regionali e sindaci,
e perche' non di calciatori o zebre?
Non vi fu gia' un imperatore
che fece senatore il suo cavallo?
 
La Camera dei Deputati? Eleggiamola in modo
che una minoranza di allegri ragazzi
con un solo bluff si prenda tutto il piatto.
Non ci appassiono' quel racconto di Borges
della Lotteria di Babilonia?
Non sono adorabili tutte le canaglie?
 
La separazione dei poteri? E perche' mai?
Quando al governo c'e' una testa fina
sapra' ben lui cosa e' bene per tutti.
 
La democrazia? Suvvia, che lo sappiamo
che e' solo una gran perdita di tempo.
 
La Costituzione antifascista? Ancora?
Ma se siamo nel XXI secolo!
 
17. L'ARGOMENTO DEL DOPPIONE
 
Il Presidente del Consiglio dice
che quel Senato di vecchi barbogi
e' della Camera un inutile doppione.
 
E in fondo anche la Camera e' un bestione
che troppo tempo fa perdere al Governo.
 
E poi anche il Consiglio dei Ministri
rallenta il Presidente del Consiglio
che ben saprebbe far tutto da solo.
 
E se volessimo dircela tutta
finanche questo popolo italiano
e' una lumaca che intralcia il Presidente.
Potessimo, ah, lasciarlo qui da solo
ed emigrare tutti in Oceania
allora si' che ben risorgerebbe
piu' grande e piu' bella che pria
la nostra grande Italia. E allora via.
 
18. SAMOTRACIA
 
Guardiamoci negli occhi e valga il vero:
il parlamento cosa fa? Oh, parla
e parla e parla e non sa fare altro.
Ed il governo invece cosa fa? Governa,
e non ha tempo per tutto quel cianciare.
 
E la magistratura? Perdigiorno.
E la Costituzione? Ragnatele.
E le elezioni? meglio un bel sondaggio.
E la sovranita' che appartiene
al popolo? Son fole da fanciulli.
E la democrazia lenta e paziente?
Roba di prima dei telefonini.
 
Chi non lo sa che un automobile da corsa
e' piu' bello della Vittoria di Samotracia?
 
19. NON TI PARALIZZI IL DOLORE DEL MONDO
 
Non ti paralizzi il dolore del mondo
che pure ti toglie il respiro
e non ti renda cieco il pianto.
Non dire: non ce la faccio piu'.
 
Contano gli assassini sulla tua stanchezza
e tu sei veramente molto stanco.
Ma c'e' chi sta peggio, assai peggio di te
e del tuo, del tuo aiuto ha bisogno.
 
Qui non si arrende nessuno.
Nessuno si arrende qui.
 
20. PICCOLA PUBBLICITA'
 
La democrazia parlamentare e' lenta.
La dittatura invece e' svelta come la polvere.
 
La democrazia parlamentare costa.
Il fascismo e' gratis.
 
Il senato e' roba vecchia.
La cocaina si' che e' giovane forever.
 
La sovranita' che appartiene al popolo?
Ma il sovrano su qualcuno dovra' pure sovrastare.
 
La divisione e il controllo dei poteri?
Ma che si vuole incatenare Superman?
 
La Costituzione di quando c'erano i comunisti?
Ma se siamo nella postmodernita'.
 
Chi vota si' vince un paio di scarpe.
Chi vota no merita un fracco di legnate.
 
A chi non piace il governo dei giovani?
Chi non vorrebbe far l'americano?
 
Il governo e' buono con i buoni
le classi pericolose stiano al posto loro.
 
Chi dice sempre no ha la zucca dura
chi dice sempre no e' un disfattista
vile seguace dell'empia congiura
negrogiudeoislamocomunista.
 
21. CAROGNO MOZZARECCHI: L'HAE VISTO 'R PRESIDENTE DER CONZIJO
 
L'hae visto 'r presidente der conzijo
co' la ministra fija der banchiere
tutti bellini, bianchi come 'n gijo
che cce voleveno fa' 'sto cristiere
 
che lloro giocheno a 'ndo tocco pijo
e tte se fregheno 'r cacio e le pere
e a tte te lasseno diggiuno, fijo,
che hae da 'nna' a ccattanno pe' mmestiere.
 
Eppoe le vegghi co' 'sta faccia tosta
che mmo' pe' rrubba' mejo cianno fretta
de faccese 'na legge fatta apposta.
 
Ma gguarda tu, mannaggia a la paletta,
che pe' nun famme metta 'sta supposta
me tocca  a vvota' nno 'nziem'a Brunetta.
 
22. CAROGNO MOZZARECCHI: ARIECCHETE 'STA MARCIA DE LA PACE
 
Ariecchete 'sta marcia de la pace
su e ggiu' pe' greppi tra Peruggia e Assisi
che chi ciariva so' ssudate frace
e ttocca faje 'n par de flebbocrisi.
 
Sara' che c'e' quarcuno che je piace,
che ssi sse' svejo e sae fa' du' sorisi
rimorchi quarche regazzotta audace
che je piaceno ll'omini decisi.
 
Ho camminato tutta la ggiornata
e nnun ho rrimediato 'na ciavatta,
la sola vorta che me so' 'nfrattato
 
e' stato solo pe' ffa' 'na pisciata.
La pace nu' lo so ssi ll'hanno fatta
so ssolo ch'io ce so' guasi crepato.
 
23. CAROGNO MOZZARECCHI: ER PRESIDENT'HA DDETTO: O SSI' O A CCASA
 
Er president'ha ddetto: O ssi' o a ccasa,
o mme date raggione o mme ne vo.
Poi se n'e' 'ccorto 'r sor mastro cerasa
d'ave' convint'a tutte a vvota' nno.
 
E appresso la ministra ggiu' 'na spasa
de trombonate e 'nzurti e quipproquo
che a daje retta a uno je se 'ntasa
lo stommico e la zzucca doppo 'n po'.
 
E nnue poracce e ppure sempriciotte
emo capito solo che 'sta ggente
ce vonno bidona' pure stavorta
 
co' 'ste moine qui da gattamorta
e cco' la scusa che 'gni cosa e' urgente
a lloro la cuccagna e a nnue le bbotte.
 
24. CAROGNO MOZZARECCHI: FAMOLA CORTA, SORI BUGGIARONI
 
Famola corta, sori buggiaroni
e' vvero o nun e' vvero che 'l governo
ha ddetto ch'emo rotto li cojoni
a sta' a discute tutto 'n sempiterno?
 
E' vvero o nno che li sori padroni
se so' stufati a sopporta' 'st'inferno
'ndo' pure noi che semo pezzentoni
volemo da vota' pure d'inverno?
 
E allora se so' ffatte 'sta riforma
che ddice che comanneno esse sole
e ppe' cchi nun ce sta' ciade' la norma
 
de stasse zitte pure se je dole
e 'gni cinqu'anni tanto pe' la forma
d'anna' a vvota' che artro nun ze pole.
 
25. CAROGNO MOZZARECCHI: VIVA 'R GOVERNO DE LA GGIOVENTU'!
 
Viva 'r governo de la ggioventu'!
La legge nova e' que': che pe' 'r senato
nun s'ha da vota' piu', e che 'r deputato
se lo sceje er capoccia, mica tu.
 
Che cchi ggoverna nu' la regge ppiu'
'sta pigareccia, 'sto spreco de fiato
'ndo vole mette becco 'gni screanzato
che 'r posto suo e' dde fa' la servitu'.
 
Chi sta ar governo e ha ffatto bazzicotto
je va da governa' come je pare
che d'essa controllato mo' ss'e' rrotto.
 
Macche' elezzioni, e' rrobba da somare.
Macche' democrazzia, ch'ade' 'n pancotto.
Smettete da scocciacce e annate ar mare!
 
26. CAROGNO MOZZARECCHI: MO' TTE LO VOJO DI': A PPARLA' PULITO
 
Mo' tte lo vojo di': a pparla' pulito
se de tutti i ministri ce fae 'n mazzo
se chiama gabbinetto, e 'n der palazzo
se sa che 'r gabinetto ade' quer sito
 
che nun po' mae manca', e cchi c'e' ito
te dice ch'ade' propio 'n ber sollazzo
che sse sta mmejo lli' che sur terrazzo
e cce se gode da leccasse er dito.
 
E quello che ccia' avuto 'sta fortuna
d'aritrovasse ma 'sto gabbinetto
nun vole scegne ppiu' da la tribbuna
 
che nun ze stacca manco cor raschietto
manco si j'arigaleno la luna.
Avoja a di' "ssi pperdo me dimetto".
 
27. CAROGNO MOZZARECCHI: STAMM'A SSENTI', CHE TTE LA SPIEGO IO
 
Stamm'a ssenti', che tte la spiego io
'sta gran riforma costituzzionale.
Primo: 'r zenato adera annato a mmale
cosi' ll'hanno levato e vae co' ddio.
 
Ar posto suo tanto pe' ffa' pio pio
ce vanno du' farlocchi ch'ade' ugguale.
Seconno, la riforma elettorale
ar parlamento ch'era 'n ciancichio
 
je ficca su' 'na bbella muserola
cosi' ss'azzitta e 'mpara a ddi' dde si'
quanno 'r governo je da' la parola.
 
Pe' tterzo: er popolaccio ha da obbedi'.
E mmo' che tt'ho spiegata 'sta tajola
decide tu ssi tte sta bbe' cosi'.
 
28. E SE TU TOGLI
 
E se tu togli
il tegumento dell'astratto
le chele e gli speroni
se il greve cemento delle illusioni
non ti strappa il respiro e la voce
non t'intrappola il piede e lo sguardo
in questa notte tutta stelle e tutta orecchie
ogni pensiero di bene e' gia' il bene
ogni parola di pace e' gia' pace.
 
Sai gia' quale sia il tuo dovere
non hai bisogno di bussola e sestante
viaggia leggero, condividi il tuo pane
soccorri chi soffre, combatti
contro ogni menzogna, contro ogni violenza.
 
Non vi e' altra legge, non vi e' altra scienza
che questa di Socrate e di Antigone.
 
29. DI CARNE UMANA LA MACELLAZIONE
 
Di carne umana la macellazione
mi sai tu dire quando cessera'?
Quando non vi saranno piu' persone?
Quando nessuno piu' respirera'?
 
Adesso occorre una decisione
per interesse, se non per bonta':
di far cessare adesso ogni uccisione
aprendo gli occhi alla verita'.
 
La verita' che ogni essere umano
di vivere ha il diritto, ed ha il dovere
di aiutare ogni altro essere umano
 
a vivere, a conoscere, ad avere
speranza ed esperienza dell'umano
e casa e vesti e da mangiare e bere.
 
30. SAPPI AIUTARE IL PROSSIMO E IL LONTANO
 
Sappi aiutare il prossimo e il lontano,
il giovane e l'anziano, l'incapace
e l'abile, il piu' semplice e il piu' strano,
in tutti riconosci la verace
 
umanita' che nel suo quotidiano
viaggio nel dolore cerca pace
e nel silenzio come nel baccano
spera trovare scampo dal rapace
 
artiglio che dilacera e disquatra;
trovare una scintilla, una fiammella
di calda, di fremente umanita'
 
che faccia luce nella notte atra
che rechi dell'amore la novella
che doni la virtu' della pieta'.
 
31. PER LA XV GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO CHE SI SVOLGERA' IL 27 OTTOBRE
 
Questa giornata ci riguarda tutti
credenti e atei tutti ci interpella
con volto di fratello e di sorella
ci convoca affinche' cessino i lutti.
 
Prima di esserne tutti distrutti
dell'odio occorre estinguer la procella
l'umanita' e' una sola navicella
che solo unita non soccombe ai flutti.
 
Sono diverse tutte le persone
e tutte sono uguali nel diritto
a vivere, ad amare, alla ragione.
 
Salvar le vite ed aiutar l'afflitto
e' legge di ogni scienza e religione.
Uccidere e' il piu' folle empio delitto.
 
32. CICCIO CICORINI: A MME MME PIACE LA COSTITUZZIONE
 
A mme mme piace la Costituzzione
de Basso, de Dossetti e Terracini
e nno de Renzi e Boschi e de Verdini
che nu' lo so chi ade' 'r piu' sbomballone.
 
Me piace da vota' ma ll'elezzione
chi dico io e nno quattro cretini
capati dar governo de' quatrini,
che nun me va da sta' sotto padrone.
 
Me piace ave' la Cammera e 'r Zenato
a ffa' le leggi piano e ssenza fretta
e cche cce va' chi er popolo ha votato
 
er popolo sovrano, no 'na setta.
Che cce vo' fa', me ce so' affezzionato
a 'sta Costituzzione benedetta.
 
33. DUE SONO I MODI DI VEDER LA GUERRA
 
Due sono i modi di veder la guerra:
dall'alto chi sta dentro i bombardieri,
dal basso chi finisce sottoterra.
Chi uccide avra' un domani, solo ieri
 
l'ucciso. Quando l'assassino atterra
medaglie ed interviste e camerieri,
l'assassinato il nulla ormai lo serra
e piu' non merita i nostri pensieri.
 
Di tutti gli uccisori provo orrore
e di chi li comanda, addestra, acclama
di chi li arma e chi chiama valore
 
aver di sangue un'insensata brama
e di chi inocula algido il furore
che l'umanita' intera rende grama.
 
34. ANCORA DALLA TERRA DESOLATA
 
La scossa ha rimesso in moto il pendolo
fermo da anni dietro la catasta
dei libri, il ticchettio
da insetto vorace, da bomba innescata
e il rintocco bronzeo dell'ora
che passa e non torna.
 
Crollano case e chiese, massicciate
e crepe si aprono nei muri
siamo cosi' minuscoli e indifesi
siamo cosi' pestiferi e vani.
 
Uno slittare di sassi sotterra distrugge in un soffio
in una lieve nuvola di polvere
interi popoli, intere civilta'
e noi continuiamo a farci guerra
le nostre infami oscene ridicole guerre
con ridicoli osceni infami pretesti
per strapparci l'un l'altro a graffi e morsi
i denari, le vesti, le budella
il possesso di fango e pietrisco
la vita, quest'unica vita
di carne che soffre e parole pensate
a brano a brano
con la lama del coltello da cucina
con le bombe dagli aerei altorombanti
a scorpioni e frustate
siamo cosi' minuscoli e indifesi
siamo cosi' pestiferi e vani.
 
Ha il volto di Abele ogni vittima.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere
ogni persona bisognosa di aiuto.
 
Una sola umanita'
un'unica casa comune.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
 
Cessare di uccidere
salvare le vite
il primo dovere.
 
35. CANTATA PER IL 4 NOVEMBRE
 
"E tra di noi divideremo - lavoro, amore, liberta'.
E insieme ci riprenderemo - la parola e la verita'"
(Franco Fortini, Sull'aria dell'Internazionale)
 
I. Alla festa del 4 novembre
 
Ogni strage e' un'inutile strage
ogni guerra e' una stupida guerra
ogni morte e' una morte e' una morte
e tu non sai piu' dire scibbolet.
 
Il lepisma che osa traversare
l'infinito pavimento della stanza
e di colpo una luce e una scarpa
spegne il mondo per sempre e per sempre.
 
Alla festa del 4 novembre
esibiscono collane di denti e diamanti i padroni
si gloriano di aver fatto morire
tanti innocenti, cantano meccaniche
le salmodie dell'odio e dell'abuso,
della menzogna assassina ripetono il rito.
 
Alla festa del 4 novembre
si banchetta con cartocci di carne
umana, si bevono colmi
boccali di sangue, si ride, si scherza.
 
Alla festa del 4 novembre
il fascismo risorge e rivomita
le parole che uccidono, le lingue
rigide come coltelli segano gole.
 
Il pifferaio guida allo strapiombo
e tu non sai piu' dire scibbolet.
 
*
 
II. Cantata per Hannah
 
Invece della spada il flauto
invece delle catene la gerla
un lento ascoltare con l'occhio del cuore
l'umanita' come dovrebbe essere.
 
Con volto, con voce di donna
opporsi al fascismo, spezzare
le sbarre e i fucili, liberare
tutte le persone schiave.
 
Con volto, con voce di donna
il socialismo libertario
la nonviolenza in cammino.
 
*
 
III. El otro, el mismo
 
Un cosi' immane cumulo di uccisi
ne vedo lividi disfatti i visi
ne sento il peso, il peso insostenibile
e la parola muta ormai per sempre
che ancora brucia e brucia in un roveto.
 
So cosa dice quello sguardo, quel silenzio
so che risposta ancora e ancora attende:
che noi si ponga fine finalmente
a tutte, a tutte, a tutte le uccisioni.
E questo e' l'altro, e questo e' il nostro giorno.
 
Quest'altro 4 novembre
di lutto e non di festa
di memoria addolorata
di resistenza che continua.
 
Quest'altro 4 novembre
dalla parte delle vittime
all'ascolto delle vittime
alla scuola delle vittime
che vuole salvare tutte le vite.
 
Soccorrere, accogliere, assistere
ogni persona bisognosa di aiuto.
 
A tutte le guerre e a tutte le uccisioni opporsi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Una sola umanita'.
 
Avendo udito e non avendo piu' scordato
la voce delle vittime che chiama
alla lotta per l'umanita':
la Rosa rossa spartachista
la Rosa bianca antinazista
la nonviolenza in cammino.
 
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi,
unitevi.
 
36. UN ALTRO QUATTRO NOVEMBRE
 
Sfilano sciabole, moschetti, mitra
ed attaccati ad essi
come cani al guinzaglio esseri umani
ridotti a pezzi della macchina che uccide.
 
Un prominente dice buono e giusto
che tante vite siano state estinte
perche' lui abbia il comodo suo scranno
al desco ove si mesce sangue e oro.
Mai non si estingue la sete di sangue
e di rapina dei potenti e mai la sete
dell'ossequio da parte degli schiavi
al tritacarne destinati a maggior gloria
di chi sta in alto e succhia loro il sangue.
 
Questa e' la Festa delle Forze Armate
tra inchini solenni e urla sguaiate
tra squilli di tromba e conati di vomito
degli ingozzati della carne dei morti.
 
Questa e' la Festa del Potere che Uccide
che neppure dinanzi alle tombe delle vittime
ha ritegno ad esibire la sua tronfia
proterva violenza di lenone e di iena
che ride e pasteggia il 4 novembre.
 
*
 
Ma un altro e' gia' nato quattro novembre
non festa ma lutto
che sa che ogni vittima
ha il volto di Abele
e che questo orrore
occorre far cessare.
 
E tu fallo cessare
con la tua azione nonviolenta
e tu entra nella lotta
contro tutte le uccisioni
nel nome delle vittime
all'ascolto delle vittime
dalla parte delle vittime
per salvare tutte le vite
per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto
per abolire le guerre, gli eserciti, le armi
per abolire tutti i poteri assassini
affinche' sotto il cielo stellato finalmente risplenda
la legge morale.
 
La nonviolenza e' in cammino.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi nella lotta per la comune liberazione.
Una sola umanita' di persone libere ed eguali
in un solo mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
 
37. I CADAVERI RECUPERATI IN MARE
 
"Dalla zattera della Medusa uno straccio rosso sventolava
ancora in piedi un superstite, da lungi
lo vedemmo e sentimmo che cantava
un canto che chiamava all'ideale
dell'internazionale futura umanita'"
(Roderigo Uscheri, Memorie dell'anno 1816)
 
I cadaveri recuperati in mare
ci parlano delle nostre guerre
delle nostre armi, dei nostri affari
che ancora tengono in schiavitu'
popoli interi, persone innumerevoli.
 
I cadaveri recuperati in mare
ci parlano della nostra rapina delle loro risorse
del nostro razzismo, del nostro regime
di apartheid planetario.
 
I cadaveri recuperati in mare
ci parlano dell'ora presente dell'umanita'
di come il potere imperiale col suo raffio
tutti ci tragga all'abisso.
 
I cadaveri recuperati in mare
ci chiamano alla lotta
per la comune liberazione
per la salvezza di tutte le vite.
 
Alla scuola del dolore abbiamo appreso
che il primo dovere e' salvare le vite.
Alla scuola del pianto abbiamo pianto
e quelle lacrime piantato come semi
perche' ne nasca la solidarieta'
che unisca e liberi l'umanita' intera.
 
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abbattere finalmente il fascismo.
E' in cammino la nonviolenza.
Costruire finalmente la societa' della condivisione
del pane dell'amore della liberta'.
E' in cammino la nonviolenza.
Unitevi oppresse ed oppressi di tutti i paesi
solo le catene avete da perdere
ed un mondo da guadagnare.
E' in cammino la nonviolenza.
 
38. CICCIO CICORINI: SI MME CIARRABBIO? ESSI' CHE MME CIARRABBIO
 
Si mme ciarrabbio? essi' che mme ciarrabbio
a sta' a ssenti' ma 'n tutte 'ste bucie
che vomiteno 'nde ll'orecchie mie
e mme le iempono tutte de stabbio.
 
Si mme ciarrabbio? porco sambarabbio
so' ccose da cristiane 'st'eresie?
'sti sor ministri de le rubberie
piu' rubbeno e ppiu' je danno de 'nzabbio.
 
Ce leveno 'r diritto de vota'
se fanno 'r parlamento su mmisura
e a fforza de bucie e de quiqquoqua
 
ce vonno da' 'sta bella fregatura.
E io je voto No a 'sti baccala'
senz'odio, ne' violenza, ne' paura.
 
39. CAROGNO MOZZARECCHI: UN BON CONZIJO AR SOR DON ALDO TRUMPE PE' FFA' 'R GOVERNO CHE CCE VOLE MO'
 
Egreggio presidente dell'America
permetta je presenti i comprimenti
pe' 'sta vittoria supestratosferica:
qui ar bar de Cecio semo arcicontenti
 
ch'ha vvinto n'omo 'nvece de n'isterica.
Sapenno che sta' a sceje i componenti
der su' governo, e nno ggente generica
ma ggente co' le palle, l'ugne e i denti
 
je vorre' conzija' de fa' mministro
de quarche cosa 'r mi fijo piu' granne
ch'e' istruito e parla pure inglese
 
e ll'hanno pur'iscritto ner reggistro
de li 'ndicati e cia' quattro condanne
perche' mmenava i negri qui ar paese.
 
40. CAROGNO MOZZARECCHI: 'NA BBONA PAROLA AR PRESIDENTE DER CONZIJO
 
Sor preside', c'e' scritto sur giornale
che mmo' dite che ssemo 'na cozzaja.
Cozzaja a cchi? Me pozza veni' 'n male
si que' nun e' 'n'offesa da canaja.
 
E ssi nnue semo cozze, sor gegnale,
ch'ade' quer coso ch'apre bocca e raja?
Ve pare d'essa ganzo a ffa' 'r cignale?
A sgravuja cosi' che cce se scaja?
 
Pero' io ve capiscio, poro fijo:
e' cche ciavete sempre troppa fretta
e troppa furia; nun me meravijo
 
che a cchiacchiera' 'gni ggiorno a mmachinetta
senza pote' ffa' mmanco 'no sbadijo
vve capita a schizza' la tavoletta.
 
41. CICCIO CICORINI: E MMO' CIAMMOLLENO 'STA CARAMELLA?
 
E mmo' ciammolleno 'sta caramella?
'sto ber boccone fracio de veleno?
Arriva 'sto pischello e 'sta pischella
e ffanno la penzata gnentemeno
 
de facce di' dde si' ch'e' bbona e bbella
la su' riforma da gran parafieno.
Me sento 'ntorcinamme le bbudella
e vva' a ffini' cche ssi le pio je meno.
 
Co' quattro chiacchiere da lecculeio
pretenneno de venimme a ffrega'
de famme di' che si sto ppeggio e' mmejo
 
e cche ccio' ggusto a famme comanna'.
Aho', ma 'nzomma, sto a ddormi' o sso' svejo?
Je voto No, me pozzino ammazza'.
 
42. CICCIO CICORINI: DICE 'R GOVERNO CHE CCHI VOTA NONE
 
Dice 'r governo che cchi vvota None
je puzzeno le fette, cia' la peste,
ade' bburino e ppure carognone
e dde mestiere e' scemo e guastafeste.
 
Dice 'r governo che ssemo ciartrone,
semo ggente de teppa e dde foreste
senza capoccia e ppure lazzarone
e ffamo schifo ma le ggente oneste.
 
E ppiu' cce dicheno che famo schifo
e ppiu' mme pare d'avecce raggione
a vvole' cche je possa pija' 'r tifo.
 
Nu' lo sopporto chi vvo' ffa' 'r padrone
e mme fa rride se 'ngrugnisce 'r grifo.
Me vonno comanna'? Je voto None.
 
43. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: COLPA LORO
 
Ah, io dico che e' colpa loro. Tu stattene a casa tua che non ti succede niente. Se la casa non ce l'hai che vuoi da noi? Si sa che la natura non passa pasti gratis. Bisogna arrangiarsi, bisogna organizzarsi, e come diceva quello: avanti, alo', chi more more.
Se sapevano di essere in pericolo, e lo sapevano di essere in pericolo, perche' non se ne sono andati finche' erano in tempo e lasciavano lo spazio vitale a noi eredi del sacro romano impero, a noi di razza superiore? Eh? Superior stabat lupus, lo dice pure la favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illude, e la morte a paro a paro. E questa e' poesia, e' cultura moderna questa.
Se lo sapevano, e lo sapevano,  che qui non erano graditi, perche' non se ne erano andati a crepare per conto loro invece di sporcare per strada? magari si potevano buttare nel fiume, no? Che poi ci pensava la corrente a portarli fino al mare e poi nel mare i pesci ci si nutrivano, poi i pesci pisciavano (pisciano i pesci? per forza che dovranno pisciare pure loro, no? e che non ce l'hanno la vescica? io dico che ce l'hanno, ce l'hanno tutti la vescica), e poi l'acqua del mare il sole la fa evaporare, cosi' diventavano nuvole, come in Slesia a Osciovizzo ai vecchi bei tempi, poi piove e si ricrea l'omoestasi del sistema ecologico che su scala planetaria si chiama biosfera. Eh? Ve lo aspettavate che le sapevo tutte, eh? E che ero pure ecologista?
Invece no, loro volevano restare qui che non ce li voleva nessuno. E allora fecero la fesseria delle fesserie: si nascosero. Che se c'e' una cosa che ci eccita a noi predatori e' quando la preda ti sfida. E quando uno si nasconde e' come se ti fa un affronto, perche' ti sfida non solo sul piano della forza bruta, della matta bestialitade, ma pure dell'esercizio dell'intelligenza, della malizia. L'avete letto l'XI dell'Inferno, eh? Leggete, leggete, poi mi saprete dire. Si nascondono, i pellegrini, i profugacci, gli schiavi fuggiaschi. Ah si'? Ah si'? M'hai voluto sfidare? E mo' vedi. M'hai provocato? E io me te magno.
Io dico che e' tutta colpa loro, lo dico e lo confermo. Io sono uno che si assume la responsabilita' di quello che dice, mica sono un pappamolla, uno gnegne', un moscardino, un - come si dice - un vil codardo e cicisbeo simbionte. Manco per sogno, io ci metto il braccio, la faccia e il core. Mille volte il brando presi, co' la bocca e piu' col cor.
E poi tutti sempre a fare la lagna: le vittime, le vittime, le vittimucce ucce ucce, le vittimelle agili e snelle, le vittime innocenti coscine di pollo, cocchi di mamma e di zia e di nonna e di tutto il cucuzzaro, le vittime poverine santarelline staro' qui com'agnellina, le vittime che erano cosi' belline e carine e piccioline e pissi pissi e bao bao dalle cascine messer aprile, e le vittime di qua e le vittime di la', e di su e di giu'. E che e'? E tutti a sfontanare, a sbrodolare la lacrimuccia di finto cocodrillo. Se non volevano essere vittime bastava che non facevano tanto le vittime, no? Bastava fare un salto in armeria, e poi sei tu che sventagli. Certo, poi ci vogliono pure gli attributi. Si deve essere uomini a questo mondo, uomini che sfondano le donne a martellate, che bevono il sangue, mangiano cuori e rognoni e frattaglie e cervelli e bulbi oculari, e sputano benzina e mingono catrame. E noi, noi, modestamente...
 
44. MAESTRI. LAWRENCE FERLINGHETTI: NELLE PIU' BELLE SCENE DI GOYA
[Da Lawrence Ferlinghetti, Questi sono i miei fiumi. Antologia personale 1955/1993, Newton Compton, Roma 1996, p. 123. La traduzione e' di Lucia Cucciarelli]
 
Nelle piu' belle scene di Goya crediamo di vedere
la gente del mondo
proprio nell’istante in cui
ottennero per la prima volta il titolo di
"umanita' sofferente"
 
Si contorcono sulla pagina
con autentico furore
di avversita'
 
Ammucchiati
gemendo con bambini e baionette
sotto cieli di cemento
in un paesaggio astratto di alberi seccati
statue ricurve rostri e ali di pipistrello
forche scivolose
cadaveri e galli carnivori
e tutti gli ultimi mostri urlanti
della
"immaginazione del disastro"
sono cosi' maledettamente veri
e' come se esistessero ancora
 
Esistono infatti
 
Solo il paesaggio e' cambiato
 
Sono ancora sparsi lungo le strade
infestate da legionari
falsi mulini a vento e galli dementi
E' la stessa gente
soltanto piu' lontana da casa
su autostrade larghe cinquanta corsie
su un continente d'asfalto
scandito da invitanti cartelli pubblicitari
che illustrano imbecilli illusioni di felicita'
 
La scena mostra meno sedie di tortura
ma piu' cittadini menomati
in macchine colorate
con strane targhe
e motori
che divorano l'America
 
45. INCONTRI. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO SU UN RECENTE LIBRO DI PAOLO NASO DEDICATO A MARTIN LUTHER KING
 
Si e' svolto giovedi' 25 febbraio 2021 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di riflessione prendendo spunto dal recente bel libro di Paolo Naso dedicato a Martin Luther King (Paolo Naso, Martin Luther King. Una storia americana, Laterza, Roma-Bari 2021, pp. VIII + 216, euro 18).
L'incontro si e' svolto nel piu' assoluto rispetto delle misure di sicurezza previste dalla normativa vigente per prevenire e contrastare la diffusione del coronavirus.
Nel corso dell'incontro sono state anche lette e commentate alcune pagine del libro.
*
Dal sito della casa editrice Laterza riprendiamo la seguente scheda di presentazione del libro e dell'autore.
"La compassione autentica non consiste nel gettare una moneta a un mendicante: cio' non e' che superficialita'. Essa nasce dall'evidenza che una struttura sociale che produce la poverta' ha bisogno di essere riorganizzata da cima a fondo" (Martin Luther King).
Famoso e celebrato per aver dato un'eccezionale forma retorica al 'sogno americano' dell'uguaglianza e della giustizia nelle relazioni sociali, King denuncio' con grande forza l'incubo del razzismo, diventando portavoce del piu' ampio movimento nonviolento della storia americana. In contrasto non solo con la Casa Bianca ma anche con alcuni settori della comunita' afroamericana, si schiero' contro la guerra in Vietnam muovendo, con il passare degli anni, una critica sempre piu' radicale al sistema sociale ed economico degli USA. Questa biografia ricostruisce l'azione di King come parte integrante della storia americana senza nascondere il travaglio interiore, le debolezze e il progressivo isolamento di un leader che, denunciando la connessione tra razzismo, ingiustizia sociale e militarismo, firmo' la sua condanna a morte.
Paolo Naso e' docente di Scienza politica alla Sapienza Universita' di Roma, dove ha coordinato il Master in Religioni e mediazione culturale, e insegna anche al Master in Teologia interculturale della Facolta' valdese di Teologia. Dirige, per la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Mediterranean Hope – Programma rifugiati e migranti. Attento studioso dei fenomeni religiosi nordamericani, e' autore di God Bless America. Le religioni degli americani (Editori Riuniti 2002) e ha curato vari testi dedicati a Martin Luther King e un'edizione dei suoi scritti, L'"altro" Martin Luther King (Claudiana 1993). Tra le sue pubblicazioni piu' recenti, L'incognita post-secolare. Pluralismo religioso, fondamentalismi, laicita' (Guida 2015) e Il Dio dei migranti. Pluralismo, conflitto, integrazione (a cura di, con M. Ambrosini e C. Paravati, Il Mulino 2018).
 
46. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Letture
- Luigi Ferini Strambi, Sonno. La fonte del nostro benessere, Rcs, Milano 2021, pp. 140, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Cesare Fiorentini, Cuore. Fisiopatologia e consigli per tenerlo in forma, Rcs, Milano 2021, pp. 140, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Simona Forti, Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. X + 150.
- Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Bruno Mondadori, Milano 1999, pp. XXXIV + 318.
 
47. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
48. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4027 del 26 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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