[Nonviolenza] Telegrammi. 4025



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4025 del 24 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Sommario di questo numero:
1. Alcuni testi di Benito D'Ippolito apparsi su questo foglio nel 2012-2013
2. Wislawa Szymborska
3. Opporsi alla violenza e' cosa buona
4. Crolli nervosi, rialzi dei mercati
5. Pino Ferraris
6. Jean Giraud
7. Erland Josephson
8. Sine titulo
9. Il primo principio
10. In memoria di Ovidio Capitani
11. Il ritorno dell'eroe (canzonaccia da osteria)
12. Treno
13. Antonio Tabucchi
14. Adrienne Rich
15. Whitney Houston
16. Pio La Torre, nel trentesimo anniversario della morte
17. Per A. P., due anni dopo
18. Lo sperpero
19. Di si' squisiti e di cosi' civili
20. L'altra politica
21. Per Francoise Collin
22. Gae Aulenti
23. Pier Cesare Bori
24. Dave Brubeck
25. Rita Levi Montalcini
26. Oscar Niemeyer
27. Vittoria Ottolenghi
28. Carlo Rambaldi
29. Shlomo Venezia
30. Marisa Vitale
31. Ernesto Balducci
32. Maria Callas
33. Dante
34. Luce Fabbri
35. Ivan Illich
36. Rosario Livatino
37. Nessuna illusione
38. Per i cento anni di Arturo Paoli
39. Mariangela Melato
40. Aaron Swartz
41. Sine nomine. I
42. Sine nomine. II
43. Sine nomine. III
44. Sine nomine. IV
45. Sine nomine. V
46. Sine nomine. VI
47. Per un internazionalista
48. Il prigioniero
49. Tre semplici cose
50. Contr'uno
51. Come vincono i padroni
52. Prima, dopo
53. Dinanzi al computer
54. Per Marco Baleani
55. Ancora in memoria di Massimiliano martire a Tebessa
56. Per Teresa Mattei
57. Nella giornata in memoria delle vittime della mafia
58. Alvin Lee
59. Pietro Mennea
60. Giovanni Nervo
61. Per i martiri delle Fosse Ardeatine
62. Giovanni Invernizzi
63. Francesco Lombardi Mantovani
64. Per l'anniversario dell'insurrezione del ghetto di Varsavia
65. Lampedusa
66. Dell'invecchiare malamente
67. Per un provvedimento di clemenza per la popolazione detenuta
68. Il falso funerale, i morti veri
69. Tutti i morti parlano ai vivi
70. Il primo e l'ultimo comandamento
71. Caterina, o della resistenza necessaria
72. Omero Dellistorti: Eccheneso'
73. Omero Dellistorti: La telefonata
74. Giorgio Caproni: Congedo del viaggiatore cerimonioso
75. Franco Cassano
76. Aprire gli occhi, salvare le vite
77. Segnalazioni librarie
78. La "Carta" del Movimento Nonviolento
79. Per saperne di piu'
 
1. MEMORIA. ALCUNI TESTI DI BENITO D'IPPOLITO APPARSI SU QUESTO FOGLIO NEL 2012-2013
 
Riproponiamo di seguito alcuni testi del nostro collaboratore Benito D'Ippolito apparsi su questo notiziario nel 2012-2013.
 
2. WISLAWA SZYMBORSKA
 
Tradusse in poesia la nonviolenza.
 
3. OPPORSI ALLA VIOLENZA E' COSA BUONA
 
"- Tancredi: Ma infine cosa e' dessa nonviolenza
di cui cianciasi tanto e par sia burla?
- Annibale: Essa e' la lotta contro la violenza.
La lotta, contro la violenza. Lotta.
Poiche' se nitida non fosse lotta
e intransigente contro la violenza,
e non recasse a chi geme e urla
aita prontamente
la nonviolenza non sarebbe niente,
la nonviolenza non sarebbe nulla"
(Da Sebastiano Malcontenti, Domande all'oste, Urbevecchia s.d.)
 
Opporsi alla violenza e' cosa buona
e in primo luogo alla prima violenza
che e' quella dei poteri dominanti
che negano diritti e dignita'
all'umanita' intera e al mondo tutto.
 
Opporsi alla violenza e' necessario
e in primo luogo alla violenza magna
dei potentati il cui poter si fonda
sull'oppressione altrui, sull'altrui morte,
l'universal rapina e distruzione.
 
Opporsi alla violenza. E il solo modo
di realmente opporsi alla violenza
e' scegliere la lotta nonviolenta.
Non vi e' altra lotta contro la violenza
e non vi e' nonviolenza senza lotta.
 
4. CROLLI NERVOSI, RIALZI DEI MERCATI
 
Che uccidano le armi sapevamo
avendo letto Omero in gioventu'.
 
Ma l'assassino non e' solo chi
preme il grilletto e fa sprizzare il sangue.
 
Dietro quell'assassino altri vi sono:
chi l'arma fabbrica, chi la commercia
 
chi addestra all'uso, chi permette ancora
che armi, eserciti, che guerre esistano.
 
5. PINO FERRARIS
 
Ai primi di febbraio e' scomparso Pino Ferraris,
un maestro e un compagno.
 
Parola impegnativa: maestro.
Parola impegnativa: compagno.
 
Sono un vecchio militante del Pdup:
non vi e' bisogno che qui aggiunga altro
per dir la gratitudine che resta
per dire l'amicizia che non muore
per dir la fedelta' al vero e al giusto
per dire della lotta che continua
finche' l'umanita' sia libera e fraterna.
 
6. JEAN GIRAUD
 
I.
Quando Gir divenne Moebius
noi cessavamo di giocare a scacchi
ed entravamo per l'intera vita
nell'altra lotta, nella vera lotta
del movimento delle oppresse e degli oppressi.
 
Quando esplosero le cornici delle striscie
quando i vietnamiti sconfissero Golia.
 
Quanto tempo e' passato, quante cose
quanta tristezza esser cosi' vecchi
e che anche Jean Giraud ci abbia lasciato.
 
II.
Cosi' vecchi - e ancora non arresi.
Feriti e stanchi - ma ancora non arresi.
Nel mondo frantumato dai vampiri
ancora stretti alla rossa bandiera
degli ultimi - che lottano per tutti
dell'internazionale - futura umanita'.
Ma che tristezza che Moebius ci abbia lasciato.
 
7. ERLAND JOSEPHSON
 
"Hay viento y hay cenizas en el viento"
(Jorge Luis Borges, Poema conjetural)
 
Aveva il volto di chi sa vedere
e insieme sa che non basta vedere
per impedire il crollo.
 
Aveva il volto di chi sa comprendere
e insieme sa che solo nel comprendere
si da' qualche sollievo al sofferente.
 
Sempre ho pensato che avere coscienza
ed empatia non basta. Ed anche sempre
ho pensato che sono indispensabili
coscienza ed empatia per poter essere
una persona decente.
 
Lo so che tutto e' nuvola, ombra, niente.
Lo so che tutto e' sabbia, sabbia e pianto.
Lo so che tutto si slontana e spegne.
 
Chi ti e' vicino tu non umiliarlo.
Chi ti e' vicino tu non renderlo infelice.
 
8. SINE TITULO
 
I. These fragments
 
"Ch'io 'l vidi omo di sangue e di crucci"
(Dante, Inf., XXIV, 129)
 
Ricordi: c'era a quel tempo il quartetto Cetra
con i coretti, con le canzoncine, il repertorio di buffonerie
consolatorio, basso, gastronomico.
 
Ma la dialettica di quelle parodie
tragica s'intrideva e tu sentivi
che altro vi era a dire e che uno sdegno
premeva nell'ingorgo, nell'attrito.
E quel rovescio, quella breccia, quel tornante
li' si evocava. Figurale. Spettro.
 
L'angelonovo sa scavare talpa.
Il teso canapo, l'irrompere del vento
il fuoco dei canti della notte.
Ed il rovesciamento di ogni ordine
fondato sulle ruspe e le frustate.
 
La rimeditazione
del testamento di Meslier. Quell'epica
didattica
del letame.
No, non conta
qui la rozzezza facile
qui conta
quel riso, quel pianto
per speculum et in aenigmate
sunt lacrimae rerum
et in Arcadia ego
il segreto del feticcio delle merci
il sogno di una cosa.
 
E il coro delle mummie fridericiane
e il canto dei contadini anabattisti.
Alla dominazione dei poteri dominanti
opporsi e' giusto, opporsi e' necessario.
 
II. In memoriam
 
"Parola ferma e sorridente volto
pensieri forti e melodiosi suoni
dell'umile all'aita ed all'ascolto
i sanguinari rovesciando troni"
(Achille Anselmo Focaroni, Odi contro le guerre ed i tiranni)
 
Di opporsi alla guerra e alle uccisioni
di cui essa consiste, molti sono
i modi, e molte sono le occasioni:
sostituendo alla rapina il dono,
 
alla violenza le buone ragioni,
ed al rancore sordo il pio perdono,
e agli assalti e le devastazioni
fermi opponendo il vero, il giusto, il buono.
 
Nel mondo dell'orrore e dello schianto
non resti il bene chiuso negli astucci
o nelle ampolle, ma sia lotta e canto
 
e serva a contrastare ire e corrucci
ed a lenire il dolore e il pianto.
Scritto in memoria di Lucia Mannucci.
 
III. Alla scuola di Eschilo
 
"Et toute l'eternite', et tout l'argent du monde
ne peuvent guerir l'outrage qu'on a fait a' l'homme"
(Emmanuel Levinas, Difficile liberte')
 
La vampa che consuma e che sfavilla
la lieve fiamma che qui ancora brilla
il soffio che alla mota da' il respiro. Ruah.
Visione formata di nuvola e vento
parola illuminata e restata silente
la fuga del niente che tutto rivolge
in sguardo spento, la memoria
che piu' non ferisce. La storia
della liberazione dell'umanita',
del nudo vero, della pieta' la lotta
incessante.
 
Datta. Dayadhvam. Damyata.
Der bestirnte Himmel. Das moralische Gesetz.
Solo la nonviolenza puo' salvare - l'umanita'.
 
9. IL PRIMO PRINCIPIO
 
Non uccidere. Non permettere che si uccida.
 
10. IN MEMORIA DI OVIDIO CAPITANI
 
I.
 
La storia poi non e' vacua oratoria
tenuta del conteggio del biliardo
conto dei morti della sparatoria
processo di tot secoli in ritardo
 
la sanatoria la giaculatoria
l'arco proteso tra cicoria e nardo
l'inabissarsi di ogni gloria e boria
lo spago della forca e del traguardo
 
la storia che e' memoria che resiste
restituzione del fatto e del vero
giudizio del passato che persiste
 
coscienza dell'oltraggio e dell'intero
speranza disperata incanto triste
cammino anche in assenza di sentiero.
 
II.
 
Maestro di metodo e di quel metodo
che nell'amore dell'umanita' consiste.
 
Parola che tramanda e non tradisce
coscienza di una dignita' comune
impegno a non ripetere gli orrori
di condivisa verita' passione.
 
Sfida alla morte, al buio, al male, al nulla.
 
os mete ta ghenomena ex anthropon...
 
11. IL RITORNO DELL'EROE (CANZONACCIA DA OSTERIA)
 
Un governo di assassini
da un decennio fa crepare
donne uomini e bambini
nelle guerre d'oltremare.
Quel governo di assassini.
 
E l'esercito italiano
sotto si' alte menti e guide
occupando il suolo afgano
marcia e crepa, crepa e uccide.
Quell'esercito italiano.
 
Quando poi la salma torna
del soldato messo a morte
il ministro fa le corna
e alla vedova la corte.
Quando poi la salma torna.
 
E noi tutti brava gente
come vuole la tivu'
giu' una lacrima - oh, cocente -
e non ci pensiamo piu'.
Ah, noi tutti brava gente.
 
Un governo di assassini
da un decennio fa crepare
donne uomini e bambini
nelle guerre d'oltremare.
Quel governo di assassini.
 
12. TRENO
 
Poiche' ogni umana vita
infinito e' un valore
ogni uccisione e' il crimine piu' orrendo.
 
Ed ogni lutto e' il lutto
dell'umanita' intera.
 
Poiche' gli esseri umani
un'unica famiglia sono tutti
nessuno osi levare la sua mano
sul fratello.
 
Ed ogni lutto e' il lutto
dell'umanita' intera.
 
13. ANTONIO TABUCCHI
 
Scrittore d'impegno civile e traduttore.
 
E di nulla vi e' piu' bisogno che di tradurre
l'altrui parola, il diverso sentire, aprire
la possibilita' al dialogo.
Il dialogo che riconosce l'altrui umanita'.
Il dialogo che salva le vite.
 
14. ADRIENNE RICH
 
Dalle sue opere imparammo tanto.
Ci parla ancora e ancora la sua voce.
 
15. WHITNEY HOUSTON
 
Con quella voce che incantava gli angeli
come ha potuto pensare la morte
che fosse lecito rapirla?
 
16. PIO LA TORRE, NEL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE
 
Lotto' contro la mafia e contro la guerra.
Per i diritti di tutti, per il bene comune.
Per l'internazionale futura umanita'.
 
17. PER A. P., DUE ANNI DOPO
 
"la' dove a li 'nnocenti si risponde"
(Dante, Purg., VIII, 72)
 
Sono due anni, e sembra un altro mondo:
non riconosco piu' volti e parole
il vacuo irride ogni sentir profondo
le pristine virtu' son dette fole.
 
Nessun onore e' reso al verecondo
chiuse per sempre son le antiche scole
l'omero cede sotto il grave pondo
nessun corone intreccia di viole.
 
Due anni, e gia' si disfa la memoria
del senso e del fine della lotta
il falso mangia il vero, e la tua storia
 
viene strozzata ai giorni della grotta
e del carretto, e la tua vera gloria
e' cancellata perche' troppo scotta.
 
18. LO SPERPERO
 
Sperpero di pubbliche risorse.
Sperpero di beni, intelligenze, mondo.
Sperpero di vite umane.
La guerra gli eserciti le armi.
 
Del genere umano nemici.
Del mondo vivente nemici.
Nemici delle persone che umiliano, mutilano, estinguono.
La guerra gli eserciti le armi.
 
Abolire occorre le guerre.
Gli eserciti occorre abolire.
Abolire occorre le armi.
Uscire dalla preistoria, insieme, una sola umanita'.
 
19. DI SI' SQUISITI E DI COSI' CIVILI
 
Di si' squisiti e di cosi' civili
modi e costumi fa sfoggio il ministro
e di pensier si' acuti e si' sottili
che mentre in carezzevole registro
 
e con movenze nobili e gentili
va salmodiando con cimbalo e sistro
parole insinuanti e tesse fili
tali che in essi mai alcun sinistro
 
intento coglierebbe il tardo e lento
suddito, ed anzi se ne sta giulivo
a quel suadente argomentare attento
 
di ogni dubbio e ogni sospetto privo
lieto all'epifania di tal talento:
ed il ministro se lo mangia vivo.
 
20. L'ALTRA POLITICA
 
E poi vi e' l'altra politica, quella
che salva le vite, che difende
la dignita' umana di ogni essere
umano, che protegge
la biosfera casa comune.
La politica della pace e del disarmo,
la politica che si oppone
a tutte le uccisioni e a tutte le persecuzioni.
La politica dell'internazionale futura umanita'.
La politica della nonviolenza.
 
21. PER FRANCOISE COLLIN
 
"Tosto che fu la' dove l'erbe sono"
(Dante, Purg., XXVIII, 61)
 
Questa maestra cosi' acuta, tagliente.
Dove tocca apre e risana.
Questa maestra cosi' profonda, presente.
Non posso credere che sia scomparsa.
 
Non e' vana farsa la vita
se vivono spiriti amanti
del vero, del bene, che il mondo
di nuovo e di nuovo mettono al mondo.
 
Di aspri veri e di infiniti incanti
ci fece dono.
Fonte infinita, fiume profondo.
 
22. GAE AULENTI
 
Se la bellezza salvera' il mondo
de le fangose e festinate genti
belta' e salvezza reco' Gae Aulenti
al gran cantiere del disperato mondo.
 
23. PIER CESARE BORI
 
Profondo amico della nonviolenza,
della nonviolenza studioso tra i piu' acuti,
pratico' in inesausta ricerca
virtu' e sapienza,
che' scienza e' liberazione,
amore del prossimo tuo.
 
24. DAVE BRUBECK
 
Col suo quartetto fece dono all'umanita' di Take Five.
Basta per me a porlo nella gloria.
 
25. RITA LEVI MONTALCINI
 
E' deceduta Rita Levi Montalcini.
Insigne per sapere e per bonta'.
 
26. OSCAR NIEMEYER
 
Penso' luoghi in cui l'umanita' potesse vivere.
 
27. VITTORIA OTTOLENGHI
 
Talvolta mi avvenne di pensare
che da Parmenide a Bergson nessuno forse
meglio di lei sapesse spiegar cosa
sia tempo, e spazio, e vivo movimento
e corpo e ritmo e divenire ed essere,
come si possa combattere la morte,
un senso dare al flusso della vita,
creare armonia nel caos del mondo.
 
28. CARLO RAMBALDI
 
Pupazzi e favole, e montaggio delle attrazioni.
Grazie all'opera sua fu meno infelice
per qualche ora qualche essere umano.
 
29. SHLOMO VENEZIA
 
"Morti li morti e i vivi parean vivi"
 
Ma vi fu un tempo e un luogo in cui i morti
e i vivi furono quasi indistinti
di stracci un solo mucchio nella fossa
per poi svanire tra le fiamme in fumo
si' immane mole di dolore e infamia
uomini edificarono.
 
Io lo conobbi molti anni dopo
di quella cosa volle la memoria
non fosse cancellata dagli eredi
dei nazisti.
 
E volle raccontare.
Io l'ho ascoltato.
Ora che e' morto la testimonianza
sua tramandare incombe ancora a noi.
 
Io l'ho ascoltato
e so che il nazismo
combattere lo devi oggi ancora.
Ancora. E sempre.
Una e' l'umanita'. Tu non permettere
che eriga l'arma dell'oblio altri campi.
Tu non permettere nuovi stermini.
Tu non permettere che Hitler vinca.
 
30. MARISA VITALE
 
Non v'e' solo dolore, paura e morte nel mondo
anche vi sono esseri umani
e umana l'opera loro.
 
31. ERNESTO BALDUCCI
 
Maestro benefico, del pane degli angeli
alla sua mensa anche noi ci nutrimmo.
 
32. MARIA CALLAS
 
Non ebbero, non avranno potere
la tempesta e la polvere
che tutto cancellano
di cancellare la sua voce.
 
33. DANTE
 
Questo esule, questo condannato a morte,
che ha creato una lingua e ne ha fatto una patria
per l'umanita'.
 
34. LUCE FABBRI
 
Luce che non si offusca
fiaccola dell'anarchia
nella quotidiana lotta
speranza e prova di un'umanita'
finalmente pienamente umana.
 
35. IVAN ILLICH
 
Dieci anni fa moriva Ivan Illich
che ci insegno' a capire molte cose
capovolgendo l'ovvio, rivelandone
menzogna e crudelta', e ritrovando
il modo giusto di camminare in piedi
e l'equilibrio e la convivialita'.
 
36. ROSARIO LIVATINO
 
Sembra incredibile, eppure
uomini buoni sono esistiti.
 
Fu uno di questi
Rosario Livatino.
 
37. NESSUNA ILLUSIONE
 
Nessuna illusione. Soltanto la lotta
contro ogni ingiustizia, contro ogni vilta'.
 
Nessuna illusione, soltanto pieta'.
 
38. PER I CENTO ANNI DI ARTURO PAOLI
 
Grazie, fratel Arturo
del bene fatto
che schiude futuro.
 
39. MARIANGELA MELATO
 
Recava quella vocazione tragica
il cui nucleo profondo era un bisogno
d'impegno civile, una scelta morale.
 
40. AARON SWARTZ
 
Lotto' per un sapere condiviso.
Non vi e' altro sapere.
Non vi e' altra umanita'.
 
41. SINE NOMINE. I
 
Amo' la poesia
la poesia lo amo'.
 
42. SINE NOMINE. II
 
Tutto e' effimero
solo la virtu' resta,
e il bene compiuto
che non si estingue.
 
43. SINE NOMINE. III
 
Lotto' contro i poteri criminali.
Contro il regime della corruzione.
Fu una lotta giusta.
Una buona vita.
 
44. SINE NOMINE. IV
 
Da nulla s'impara di piu'
che dagli errori dei buoni.
 
45. SINE NOMINE. V
 
Conobbe la persecuzione, l'orrore, lotto'
perche' cessassero per sempre
fu maestro di vasta dottrina
esperto del dolore del mondo
profonda e lieve la sua parola
ancora addita la via
che dal male al bene conduce.
 
46. SINE NOMINE. VI
 
Scegliere il bene
e non per ingenuita'
ma per aver recato lo scandaglio
fin nel profondo
avendo visto il vuoto e l'orrore
e allora scegliere il bene, comunque.
 
47. PER UN INTERNAZIONALISTA
 
Internazionalista, ovvero
patriota dell'umanita'.
 
48. IL PRIGIONIERO
 
Un prigioniero morto torturato
non vi e' orrore piu' orribile al mondo.
 
49. TRE SEMPLICI COSE
 
Tre cose noi vorremmo innanzitutto
che un governo onesto ora facesse.
La prima, che la guerra la smettesse:
gia' troppe vite umane essa ha distrutto.
 
Poi la seconda: che abrogasse tutto
il mucchio di misure da SS
che all'emigrante negano le stesse
umane qualita' e del bene il frutto.
 
La terza infine: che non piu' sprecasse
i pubblici denari per comprare
armi assassine; e invece destinasse
 
i soldi risparmiati per salvare
le vite umane, e le gementi masse
dei sofferenti assistere e curare.
 
50. CONTR'UNO
 
Quello che non capisce,
pensa che non esista.
 
51. COME VINCONO I PADRONI
 
Decidendo loro di cosa si debba parlare.
 
52. PRIMA, DOPO
 
Prima cessare di uccidere,
dopo le chiacchiere al bar.
 
Prima smettere di perseguitare,
dopo l'eterna accademia.
 
Cessare di partecipare alla guerra.
Abrogare le misure razziste e schiaviste.
Se non salva le vite, la democrazia
e' solo un altro nome del fascismo.
 
Se non salva le vite, la politica
e' solo l'eterna legge della giungla.
 
53. DINANZI AL COMPUTER
 
L'astuzia piu' grande del diavolo
e' farti credere che il mondo sia quello
che vedi nel piatto tuo schermo.
 
L'astuzia piu' grande del diavolo
e' farti restare seduto.
 
L'astuzia piu' grande del diavolo
e' farti credere astuto.
 
54. PER MARCO BALEANI
["La prima parte di questo componimento e' tal quale uno scartafaccio - che poi l'autore perse e solo ora ha ritrovato - scritto nell'immediatezza della morte di Marco, nell'agosto del 2011. La seconda parte e' stata scritta oggi, nel marzo del 2013. Ricordo ancora bene Marco Baleani, mite e forte un amico della nonviolenza, generoso e genuino un compagno di tutti gli affamati e gli assetati di giustizia, sollecito del bene di tutti e del mondo che vive, all'umanita' intera unito nella capitiniana compresenza"]
 
I.
 
Agobbio e' una citta' tutta in discesa
le cose tutte rotolano giu'
verso il muro traforato dai proiettili
dei nazisti che vi assassinarono
quaranta martiri.
 
In alto e intorno la montagna favolosa
speroni grigi di ferro, alberi senza tempo
talvolta vi vidi la neve.
 
Un corso d'acqua tenue tra le case
ricanta una canzone trasparente.
Tutto vi e' cosi' nitido
tutto cosi' civile.
 
E dalla piazza del Comune vedi
il mondo che si allarga nella valle.
 
Qui visse dunque Marco Baleani.
 
II.
 
Agobbio poi e' la citta' del lupo
a cui Francesco si accosta e presta ascolto
e lo persuade.
 
E' la citta' dei ceri in frenetica corsa
e quella corsa e' l'esistenza umana.
 
Tornano le stagioni e non torna la tua vita.
Tutto rapisce il tempo: ad Agobbio io lessi Virgilio
sedendo sulle albe gradinate
del teatro romano in rovina.
 
Qui dunque visse e qui opero' Marco
soave amico della nonviolenza.
 
Qui lo conobbi e lo ricordo ancora
fedele amico dell'umanita'.
 
55. ANCORA IN MEMORIA DI MASSIMILIANO MARTIRE A TEBESSA
 
Ricorrendo il 12 marzo la memoria del martirio di Massimiliano che nel 295 fu assassinato a Tebessa, nei pressi di Cartagine, perche' obiettore di coscienza al servizio militare, riproponiamo (correggendo un errore di datazione) il seguente testo di Osvaldo Caffianchi gia' piu' volte apparso sul nostro notiziario, sovente accompagnato dalla nota introduttiva che qui di seguito anch'essa trascriviamo: "... Il 12 marzo e' la data in cui si fa memoria del martirio di quel Massimiliano, che per essere fedele alla sua fede rifiuto' il servizio militare e ne fu ucciso nel 295 d. C. (cosi' vuole la tradizione, e qui non conta se sia storia o leggenda). L'agiografia - invero - non solo avverte dell'incertezza della tradizione, ma racconta una storia diversa, e finanche piu' commovente: il padre militare, e solidale col figlio; la citta' che e' un'altra; il dono della veste al carnefice che lo decapito'. Ma questa variazione del nostro collaboratore (il cui elefantiaco titolo completo sarebbe 'Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine, in forma di litania che finisce in parenesi o istigazione che dir si voglia') ci e' parsa comunque non priva di una sua patetica verita', e la offriamo ai lettori".
*
Osvaldo Caffianchi: Una leggenda apocrifa ovvero eulogia di Massimiliano di Cartagine
 
I.
Solo questo so di te, che nell'anno
295 ti fucilarono
perche' obiettore al servizio militare.
 
Immagino che venne un centurione
coi suoi esperti di pubbliche relazioni,
psicologi, pubblicitari, sceneggiatori di telenovelas,
a dirti mentre eri in galera
sei un bravo giovane, chi te lo fa fare
vieni con noi, imparerai un mestiere.
E Massimiliano rispose di no.
 
Mandarono da lui certi suoi parenti, certi prominenti
concittadini, a dirgli
lo sai che noi cartaginesi
siamo gia' guardati con sospetto
per certe vecchie storie di Alpi e di elefanti
di annibali e di asdrubali e scipioni
non metterti a fare casino
vesti la giubba, non c'e' altro da fare
e combattere per l'impero ha pure i suoi vantaggi.
Ma Massimiliano rispose di no.
 
E vennero allora a persuaderlo
certi amici di quando al campetto
giocavano insieme a pallone, gli amici
del bar: Massimilia' falla finita
da quando ti sei messo con quei tizi
del galileo morto ammazzato
ti stai mettendo in un mare di guai.
Che diamine mai hai contro i marines?
Falla finita con quei beduini
da' retta al nostro buon signor Belcore
la paga e' buona ed il lavoro e' poco.
E quello cocciuto, come un mulo a dire no.
 
II.
Dicono male delle corti marziali
dicono male dei plotoni d'esecuzione
forse che e' meglio farlo col coltello
in un vicolo buio di notte?
 
Dicono che siamo repressori
e genocidi addirittura; e andiamo!
forse che non ci vuole anche un po' d'ordine
in questo letamaio di colonie?
e il roman way of life non costa niente?
Eppure la volete, la televisione
il telefonino.
 
E allora poche storie, lo ammazzammo
perche' dovemmo, mica potevamo
lasciarlo andare il vile disertore
oltretutto terrone, anzi affricano.
 
La civilta', insomma, va difesa.
 
III.
Quante incertezze, quanta paura certo durasti.
Solo i babbei
pensano che gli eroi sono una specie
di nazisti spretati. E invece i martiri
hanno paura come noi, e tremano
come noi, come noi dubitano
di star tutto sbagliando, di sprecare per nulla la vita.
 
Ma infine ristette fermo nel suo no
Massimiliano di Cartagine. E fu fucilato.
 
IV.
Ecco, io mi alzo in piedi nell'assemblea
e prendo la parola, e dico:
obietta alla guerra e alle uccisioni
combatti contro gli eserciti e le armi
scegli la nonviolenza.
 
Ecco, io prendo la parola in assemblea,
mi alzo in piedi e dico:
fermiamo le fabbriche di armi
assediamo le basi militari
impediamo i decolli dei bombardieri
strappiamo gli artigli alle macchine assassine.
 
Ecco, io dico al soldato: diserta
io dico al ferroviere: ferma il convoglio
io dico al vivandiere: non preparare
di carne umana il pranzo al generale.
 
Ecco, io dico, la guerra
puo' essere, deve essere fermata.
Con l'azione diretta nonviolenta.
Con il gesto del buon Massimiliano
cartaginese, che i romani fucilarono.
 
56. PER TERESA MATTEI
 
L'ultima delle costituenti
la partigiana eroica
la sorella di Gianfranco
la donna che difendeva i diritti di tutti gli esseri umani
e' deceduta.
 
Non muore la sua lotta.
 
57. NELLA GIORNATA IN MEMORIA DELLE VITTIME DELLA MAFIA
 
Non la retorica, la verita'.
Non il lamento, il ricordo e la lotta.
 
Non vinceranno sempre gli oppressori
non vinceranno sempre gli uccisori.
 
Citta' tu dei dolori, tu carovana frale
del pianto sempreuguale pur finiranno i cori.
 
Non e' morto chi si ribello' al male
non e' morto chi visse l'ideale.
 
Rompera' i ceppi, uscira' da questa grotta
l'internazionale futura umanita'.
 
58. ALVIN LEE
 
Il chitarrista che una notte a Woodstock
incanto' il cielo e le anime e la terra.
 
59. PIETRO MENNEA
 
Un uomo onesto.
Un uomo.
Onesto.
 
E un grandissimo campione sportivo, anche.
 
60. GIOVANNI NERVO
 
Uomo della Resistenza
poi della Caritas Italiana radice ed anima
per tutta la vita dalla parte
degli umiliati e offesi
contro tutte le violenze.
 
Figura luminosa
della nonviolenza in cammino.
 
61. PER I MARTIRI DELLE FOSSE ARDEATINE
 
Il 24 marzo del '44
trecentotrentacinque esseri umani
i nazisti li trucidarono
e poi con l'esplosivo di nascondere
tentarono il crimine commesso
in remote di pozzolana cave
non lungi da Roma kaputt mundi.
 
Tra le vittime anche un mio compaesano
che era di Giustizia e Liberta'.
 
Noi paesani, si sa,
siamo gente che non sa dimenticare.
Sappiamo che l'offesa e' imperdonabile
quando la vittima e' stata messa a morte.
Solo la vittima potrebbe perdonare
ma la vittima e' stata messa a morte.
Siamo gente che non sa dimenticare,
noi paesani, si sa.
 
E cosi' come non ci e' possibile
dimenticare, neanche ci e' possibile
fingere che vicende come quella
appartengano ormai solo al passato.
 
E' il nostro presente, invece.
 
La lotta al fascismo
 
ricomincia ogni giorno.
 
62. GIOVANNI INVERNIZZI
 
Perche' un'aria non avvelenata
potessimo respirare tutti
tutta la vita lotto' Giovanni
Invernizzi che ora ci ha lasciato.
 
63. FRANCESCO LOMBARDI MANTOVANI
 
E' deceduto nel dicembre scorso
il nostro compagno nonviolento
Francesco Lombardi Mantovani.
 
In una vita sola
quante generose luminose esperienze
di lotta e di solidarieta'.
 
La sua memoria restera' nel cuore
dell'internazionale futura umanita'.
 
64. PER L'ANNIVERSARIO DELL'INSURREZIONE DEL GHETTO DI VARSAVIA
 
Qui
in tempo di Pesach
l'umanita' insorse contro il male.
 
65. LAMPEDUSA
 
Intorno a Lampedusa: il mare
il mare colore del cielo, il mare colore del vino.
Sul fondo del mare: i migranti.
 
So chi li ha uccisi.
So cosa e' necessario
perche' questa strage finisca.
 
Perche' questa strage finisca, fratelli e sorelle.
Perche' questa strage finisca, compagne e compagni.
 
66. DELL'INVECCHIARE MALAMENTE
 
Invecchio in un mondo che invecchia.
 
Le ossa dolorano ormai. La vista
si spegne,
si rompono i denti, camminare
mi costa sempre piu' fatica.
 
Almeno vedessi una nuova
primavera intorno al mio tronco
almeno pensassi
che fosse servito a qualcosa
il tempo gettato nel pozzo.
 
Nel freddo dell'ora che stilla
mi sembra che un mondo infelice
ancor piu' infelice divenga.
 
Silente mi sento che vado
verso l'abisso da cui non si torna.
 
Ed ogni giorno che passa
piu' forte avverto l'urgenza
di agire contro la guerra
contrastare la violenza e la menzogna
lottare contro l'oppressione
combattere ancora la morte.
 
67. PER UN PROVVEDIMENTO DI CLEMENZA PER LA POPOLAZIONE DETENUTA
 
Non sono le gabbie dei luoghi in cui vivere.
Al male si ripara col bene.
 
68. IL FALSO FUNERALE, I MORTI VERI
 
Questo funerale
senza i morti, senza i parenti in lutto,
senza i superstiti della strage.
 
Lontani i corpi riemersi dal fondo del mare
di fretta interrati come rifiuti tossici.
 
Lontani i sopravvissuti sigillati nei recinti
gia' pronti per essere imballati e deportati.
 
Questo funerale
con il ministro della persecuzione
ed il ministro della guerra
che espettorano dichiarazioni
come latrati, sferzate, pallottole.
 
Con i solerti funzionari della dittatura eritrea
che fotografano e schedano gli esuli presenti.
 
Il falso funerale, i morti veri.
La persecuzione
che prosegue ancora.
 
69. TUTTI I MORTI PARLANO AI VIVI
 
"d'aprir lo core a l'acque de la pace"
(Purg., XV, 131)
 
Tutti i morti parlano ai vivi
ed e' questa la loro parola:
non uccidere, e' questa la sola
buona regola finche' tu vivi.
 
Questo dice la voce dei morti
ai viventi che porgono ascolto:
non uccidere, non fare torti
alla carne che soffre ed al volto.
 
Tutti ancora scorrono i rivi
tutti ancora s'ingemmano gli ulivi.
 
Piu' sottile del soffio del vento
va la voce dei morti ai viventi:
reca aita a chi soffre tormento,
alla vita degli altri consenti.
 
Quando i vivi ascoltano i morti
solo odono questa parola:
non uccidere, e' questa la sola
buona norma dei cuori dei forti.
 
70. IL PRIMO E L'ULTIMO COMANDAMENTO
 
Non essere tu la lama di vento
non essere tu la frusta di sabbia.
 
Troppi sono gia' morti.
Tutti dovremo morire.
Troppo e' gia' breve la vita.
 
Non altro comando conosco che questo cogente:
tu non uccidere, tu non precipitare
nessuno nel pozzo del niente.
 
Non altro comando conosco che questo pietoso:
tu non uccidere, tu non annegare
nessuno nell'abisso doloroso.
 
Non altro comando conosco che questo benigno:
tu non uccidere, tu non schiacciare
nessuno sotto un macigno.
 
Troppo e' gia' breve la vita.
Tutti dovremo morire.
Troppi sono gia' morti.
 
Non essere tu l'artiglio nel buio
non essere tu il seme del pianto.
 
71. CATERINA, O DELLA RESISTENZA NECESSARIA
 
I.
Alessandria e' antica citta', biblioteca del mondo.
L'Egitto e' paese di antica sapienza.
L'impero romano lo sa.
Giunge da Roma il nuovo governatore
pretende l'ossequio, onori e sacrifici,
l'adorazione del potere e dell'ideologia imperiale.
Si genuflettono i pavidi, si genuflettono gli indifferenti
sgozzano le povere bestie agli altari.
Caterina no.
 
II.
L'impero e' potente: il suo cinema, i suoi droni,
la musica pop, i social network, non puo' tollerare
che una donna dica di no.
Una donna di buona famiglia, una donna sapiente, una donna
di si' luminosa bellezza che Raffaello dipingera'.
Convincerla occorre a piegarsi
a rendere omaggio al potere
al potere imperialista, al potere
maschilista e patriarcale, al potere
consumista e postmoderno, liquido,
militarista, mafioso, totalitario.
Le inviano i migliori agenti, i migliori
produttori, i migliori
specialisti della comunicazione
di Hollywood e di Wall Street
per convertirla. Invece
lei converte loro.
Li converte all'eguaglianza di diritti
di tutti gli esseri umani, li converte
al rispetto per la vita, la dignita', i diritti
di tutte e tutti, del mondo vivente.
L'imperatore non puo' tollerarlo: tutti
li condanna a morte, tutti
a Guantanamo, nella Kolyma, a Bhopal
vengono ghigliottinati.
 
III.
Resta la donna. Per essa non basta la sedia che frigge,
la camera a gas, l'iniezione letale.
Prima la si vuol fare schiava di un uomo: essa rifiuta.
Allora la tortura: la ruota dentata. Si rompe la ruota.
Infine: la decapitazione. Bisogna impedire
- dice il dittatore - a questo cervello di pensare ancora.
Cosi' ne spezzano in due il corpo
non l'anima, che integra resta.
 
IV.
Cosi' questa storia finisce, cosi' ricomincia.
Cosi' Caterina fini', cosi' rinasce e resta
nostra compagna di lotte
contro il potere imperiale che uccide
contro l'ideologia della violenza
contro ogni oppressione
ancora e sempre negando il consenso
alla menzogna e al male,
ad ogni potere assassino.
 
Figura
dell'internazionale futura umanita',
della nonviolenza in cammino
voce e volto.
Sorella della Rosa bianca. Sorella
della Rosa rossa. Sorella
d'Ipazia.
 
72. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: ECCHENESO'
 
E che ne so io 'ndo' sta 'st'interruttore, 'sto contatore, 'sta valvola. Mica fo l'ingegnere, 'l pilota, l'astronauta.
E che ne so io de come funziona 'sta callara, 'sto motorino, 'sto colpo che te se pija. Che fo 'r meccanico? Che fo lo stroligo? No, io sonavo 'r mandolino in trattoria.
E che ne so io de chi ha ammazzato la mojaccia mia e li fijacci mia. Che de mestiere fo 'r guardiano der mi fratello?
 
73. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: LA TELEFONATA
 
- Pronto.
- Pronto.
- Chi parla?
- Come?
- Chi parla?
- Come?
- Mi sente?
- Si', la sento.
- Bene, ho chiesto chi parla.
- Come chi parla? Io.
- E lei sarebbe?
- Io, io.
- Mi scusi, sa, ma non riconosco la voce.
- La voce?
- La sua voce.
- Ah, la mia voce.
- Esattamente.
- Ah, ecco.
- Quindi se volesse dirmi chi e' lei...
- Ma gliel'ho gia' detto, sono io.
- Certo, non ne dubito, anche io sono io, tutti sono io.
- Scusi?
- Cosa?
- Non ho capito bene cosa ha detto.
- Come cosa ho detto?
- Quello che ha detto, che anche lei sarebbe...
- Che sarei?
- Me.
- Come?
- Mi pare che e' cosi' che ha detto, che lei e' me.
- Ma no.
- Eppure pareva cosi'.
- Ma le dico di no.
- Avro' sentito male.
- Certo che avra' sentito male, signor...
- Pero' mi pare proprio che lei abbia detto che anche lei sarebbe me, anzi, ha pure aggiunto che tutti sarebbero me.
- Ma via, ma le pare che potrei aver detto una tale corbelleria?
- Infatti, infatti.
- E se adesso volesse essere cosi' gentile da dirmi chi e' lei...
- Ma sono io, io.
- No, ci dev'essere un equivoco, guardi.
- Ma no, nessun equivoco, lo sapro' chi sono, no?
- E' naturale che lei sappia chi e' lei, il fatto e' che non lo so io.
- Ma io lo so chi sono, sono io.
- Non stavo dicendo questo.
- E cosa stava dicendo?
- Adesso mi ha fatto confondere, non me lo ricordo piu'.
- E le capita spesso?
- Cosa?
- Di confondersi, di scordarsi...
- Ma come si permette?
- Chiedevo, chiedevo soltanto, senza cattiva intenzione. Se si e' offeso chiedo scusa.
- No, non e' che mi sono offeso, e' che questa telefonata mi sembra un po', un po', come posso dire? Sconcertante.
- Sconcertante?
- Si', sconcertante.
- E perche'?
- Come perche'?
- Perche' la chiama sconcertante.
- Perche' la chiamo sconcertante?
- Si', l'ha chiamata cosi'.
- Lo so che l'ho chiamata cosi'.
- Appunto.
- Appunto cosa?
- Che l'ha chiamata cosi', sconcertante.
- Guardi che se e' uno scherzo e' durato anche troppo.
- Uno scherzo?
- Uno scherzo, si'.
- Non lo so se e' uno scherzo.
- Se non lo sa lei.
- Secondo me non e' uno scherzo, e' una telefonata.
- Si', pero' e' lei che ha chiamato me.
- Si', e' vero.
- E io le ho chiesto di qualificarsi.
- Qualificarsi?
- Insomma, di dire chi e'.
- Chi e' chi?
- Come chi? Lei, lei che mi ha chiamato.
- Ah, io, intendeva dire chi sono io.
- Esattamente, se vuole avere la cortesia...
- E ci mancherebbe. Io sono io. Va bene adesso?
- No, cosi' non va bene, eh. Guardi che queste si chiamano molestie, molestie telefoniche, e costituiscono reato. Ha capito?
- Ho capito cosa?
- Che deve farla finita di fare lo gnorri, qui si va sul penale, ha capito?
- Sul penale?
- Sul penale, sul penale. E adesso o mi dice chi e' lei o riattacco e chiamo subito subito la polizia postale e sporgo denuncia.
- Denuncia?
- Denuncia, denuncia. Per molestie. Guardi che la polizia ci mette un attimo attraverso i tabulati a rintracciare il suo numero, il suo nome e tutto. Cosi' poi vede se non glielo tolgono il vizio.
- Il vizio?
- Di molestare le persone perbene.
- Io molesterei le persone perbene?
- Direi proprio di si'.
- E come fa a dirlo?
- Come come faccio a dirlo? Non sta molestando me adesso?
- Io?
- Si', lei.
- Ma neanche per sogno.
- Invece si'.
- Ma come?
- Intanto rifiutandosi di dire il suo nome, di dirmi chi e'.
- Ma gliel'ho detto, gliel'ho detto, io sono io.
- Lo vede? Lo vede? Lei insiste, lei insiste. Guardi che la polizia postale del faraone e' efficiente, eh. E' efficiente lei non immagina quanto, ed io a corte, non faccio per dire, ma sono benvoluto, altro che benvoluto. Quindi, per favore, ed anche nel suo interesse - nel suo interesse, mi creda - adesso mi dica il suo nome, signor...
- Ma io non ce l'ho un nome, io sono io.
- Guardi, quando e' troppo e' troppo, adesso riattacco e le faccio un regalo che non la denuncio che non ci ho tempo da perdere. Ed accetti un buon consiglio, la faccia finita di disturbare la gente perbene.
*
Che soggetto 'sto Mose', che soggetto. La prossima volta invece di telefonargli gli appaio come un roveto ardente gli appaio. E vediamo se fa tante storie.
 
74. MAESTRI. GIORGIO CAPRONI: CONGEDO DL VIAGGIATORE CERIMONIOSO
[Da Giorgio Caproni, Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee, Garzanti, Milano 1965, ora in Idem, L'opera in versi, Mondadori, Milano 1998, 2009, 2013, vol. I, pp. 243-245.
Un profilo di Giorgio Caproni, scritto da Biancamaria Frabotta ed apparso nel Dizionario biografico degli italiani nel 2012, abbiamo riproposto nei "Telegrammi" n. 3796 del 10 luglio 2020]
 
Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giu' la valigia.
Anche se non so bene l'ora
d'arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m'e' giunto all'orecchio
di questi luoghi, ch'io
vi dovro' presto lasciare.
 
Vogliatemi perdonare
quel po' di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l'ottima compagnia.
 
Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
pero' che vi dovro' ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio gia' vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.
 
Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era cosi' bello parlare
insieme, seduti di fronte:
cosi' bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell'inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.
 
(Scusate. E' una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch'io mi domando perche'
l'ho recata, e quale
aiuto mi potra' dare
poi, quando l'avro' con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l'uso.
Lasciatemi, vi prego, passare.
Ecco. Ora ch'essa e'
nel corridoio, mi sento
piu' sciolto. Vogliate scusare).
 
Dicevo, ch'era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, e' naturale.
Ci siamo – ed e' normale
anche questo – odiati
su piu' d'un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos'importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l'ottima compagnia.
 
Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te, ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite e' sí lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m'ha chiesto s'io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.
 
Congedo alla sapienza
e congedo all'amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.
 
Ora che piu' forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.
 
Scendo. Buon proseguimento.
 
75. LUTTI. FRANCO CASSANO
 
E' deceduto Franco Cassano, pensatore e militante.
Con gratitudine lo ricordiamo.
 
76. L'ORA. APRIRE GLI OCCHI, SALVARE LE VITE
 
L'uccisione di due nostri connazionali in Congo possa finalmente aprire gli occhi all'Italia intera, e persuadere chi governa a promuovere finalmente una politica che abbia come fine di salvare le vite; una politica di disarmo, di pace e di cooperazione tra i popoli, di difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani, di giustizia planetaria, di rispetto dell'intero mondo vivente, di condivisione del bene e dei beni.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
SOccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Abolire la guerra e le armi.
Abolire la fame e ogni schiavitu'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Solo insieme potremo salvarci.
*
Cessare di uccidere, di distruggere, di rapinare, di opprimere.
Opporsi alla violenza con la forza della verita', con la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, con la nonviolenza che invera il principio responsabilita'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
 
77. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Giuliana Di Febo, Rosa Rossi (a cura di), Interpretazioni di Cervantes, Savelli, Roma 1976, pp. 208.
- Rosa Rossi, Ascoltare Cervantes, Editori Riuniti, Roma 1987, pp. 80.
- Rosa Rossi, Giovanni della Croce. Solitudine e creativita', Editori Riuniti, Roma 1993, pp. VI + 160.
 
78. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
79. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4025 del 24 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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