[Nonviolenza] Telegrammi. 3963



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3963 del 24 dicembre 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
2. Campagna One Billion Rising 2021: Coltiviamo la nonviolenza
3. Tre minime descrizioni della nonviolenza
4. Omero Dellistorti: Ancora un duello con la morte
5. Omero Dellistorti: Capisco
6. Omero Dellistorti: Chi dice io
7. Omero Dellistorti: Esperimenti di cecita'
8. Omero Dellistorti: Fare il morto
9. Omero Dellistorti: Il Gobbaccio e la sua banda
10. Omero Dellistorti: La grande menzogna
11. Omero Dellistorti: Letteratura
12. Omero Dellistorti: L'illustre filologo spiega la bonta' del manifesto della razza e dei decreti sicurezza
13. Omero Dellistorti: Perche'?
14. Omero Dellistorti: Per fortuna
15. Omero Dellistorti: Un naufrago
16. Omero Dellistorti: Uno schiavista
17. Segnalazioni librarie
18. La "Carta" del Movimento Nonviolento
19. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

2. REPETITA IUVANT. CAMPAGNA ONE BILLION RISING 2021: COLTIVIAMO LA NONVIOLENZA
[Dal coordinamento One Billion Rising Italia (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Carissime attiviste e carissimi attivisti,
vi giriamo  il comunicato che annuncia la campagna One Billion Rising 2020-2021. In streaming o in presenza, in base alle evoluzioni della pandemia, vogliamo esserci per continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni sulla necessita' di diffondere una cultura della nonviolenza.
Quest'anno il messaggio di One Billion Rising e' quello di manifestare e far sentire la nostra voce per affermare la liberta' delle donne, per condannare ogni forma di violenza, per diffondere una cultura del rispetto, della cura per tutte le donne abusate, discriminate, oppresse e per la terra che ci da' la vita.
Speriamo che anche quest'anno vi faccia piacere essere parte di questa famiglia globale che vede coinvolti 200 paesi e un miliardo di persone uniti nel lottare per un mondo equo, giusto, solidale.
Stiamo lavorando alla pianificazione di un evento, online o in presenza, e vi manderemo presto tutti i dettagli, ma, come sempre siamo aperti a vostre idee, contributi, che potrebbero essere importanti e utili per tutti. Per questo ci piacerebbe conoscerci meglio, via zoom, come abbiamo gia' fatto con alcuni di voi o al telefono, e costruire insieme gli eventi 2021. Scrivete a questa mail se vi fa piacere sentirci e confrontarci cosi' da poter organizzare presto una chiamata.
A seguire il comunicato stampa della campagna 2021 e il link alla nuova presentazione di One Billion Rising.
Grazie sempre per la vostra presenza e vicinanza
Un saluto affettuoso
Nicoletta, Luisa, Silvia (coordinamento OBR Italia)
*
Campagna One Billion Rising 2021: #ColtiviamoLaNonViolenza
La pandemia di Covid-19 ha rivelato una volta di piu' la violenza di un sistema di disuguaglianze sociali profonde, che ci viene imposto da troppo tempo. In tutto il pianeta, la maggior parte dei lavoratori in prima linea in questa emergenza, dagli operatori sanitari agli assistenti domiciliari, dai lavoratori domestici ai braccianti, sono donne. E, come la Terra, sono le meno valorizzate e protette. Ogni tre giorni una donna e' vittima di femminicidio e il 78% degli omicidi avviene tra le mura domestiche. I dati sono allarmanti, troppo, e in netto aumento dall'inizio del periodo pandemico. Per questo motivo One Billion Rising 2021 lancia un appello per un tempo nuovo che celebri e onori le donne e la nostra Madre Terra.
Vogliamo coltivare un futuro per questa Terra, che insieme alle donne e' essenziale per la vita di tutti. Un futuro di amore, non di violenza; di speranza, non di cinismo; di gioia, non di desolazione; di vita, non di distruzione. Come ogni anno, il 14 febbraio 2021, in presenza o in streaming, in oltre 200 paesi in tutto il mondo, faremo sentire la nostra e la vostra voce per chiedere un nuovo modello di societa', libera dalla violenza e rispettosa del nostro pianeta. Le stesse elezioni negli Stati Uniti e la nuova coppia presidenziale confermano la fiducia nelle possibilita' di un futuro sostenibile e in una politica globale che abbia come priorita' il ruolo sociale e i diritti delle donne, ma anche l'attenzione nei confronti della Terra. Questa attenzione e' oggi un atto di resistenza perche' e' l'opposto di quello che impone la macchina neoliberista: mette in contatto le persone e le comunita' con la Terra.
"Seminate, curate giardini, fisicamente o metaforicamente", ha esortato V (Eve Ensler) fondatrice di OBR, "fatelo per far nascere, crescere e coltivare qualcosa di migliore. Questo puo' essere il sogno in cui crediamo. Il momento e' ora". In un'epoca di isolamento forzato, causato dall'emergenza sanitaria, coltivare un giardino un orto, interiore o collettivo, significa far crescere la bellezza e la vita, diventando un gesto rivoluzionario, una direzione concreta in tempi di collasso ecologico, sociale e spirituale.
Non possiamo mantenere l'estrazione continua del lavoro delle donne e dei prodotti della Terra senza restituire loro la gratitudine e il rispetto che meritano. Dobbiamo onorare e proteggere la Terra e le donne affinche' ci sia un futuro. E sia migliore del passato.
Tra le prime adesioni alla campagna 2021 ci sono Amref, Differenza Donna Ong, Assist Associazione Nazionale Atlete, Rebel Network
*
Per contatti:
obritalia at gmail.com
https://www.facebook.com/obritalia
https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
www.onebillionrising.org

3. REPETITA IUVANT. TRE MINIME DESCRIZIONI DELLA NONVIOLENZA

1. La nonviolenza non indossa il frac

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

2. Breve litania della nonviolenza

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

*

3. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

4. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: ANCORA UN DUELLO CON LA MORTE

Quella della partita a scacchi non fu ne' la prima ne' l'ultima.
E' che la Morte ci aveva la mania del gioco e delle scommesse, e alla meta' del mese gia' aveva perso tutto lo stipendio al casino'. Poi si rifaceva assalendo i poveracci per le strade, e dopo averli stesi rivendeva quel che gli trovava indosso al banco dei pegni che ne doveva ammazzare dodici per farci quanto bastava per pagare una stanza d'albergo decente.
Ci aveva anche altre manie, che se capita ve le racconto dopo.
*
Io l'avevo conosciuta durante la seconda guerra del Golfo quando stavo coi marinze (non ero proprio un marinze, lavoravo per un'agenzia privata che faceva certe prestazioni particolari per cui abbisognava una certa discrezione e quell'abilita' che porta ai risultati. Torture, insomma. I risultati si fanno li', le partite si vincono li', li' stanno i baiocchi.
Lei capitava tutte le notti a chiedere se c'era qualcosa per lei, e per due soldi smaltiva le salme. Le salme, si', quando si lavora nel ramo torture capita, capita piuttosto spesso. E a quel tempo si lavorava forte, c'erano un sacco di soggetti da lavorarci e naturalmente sulle grosse qualtita' ci scappava sempre quello debole di cuore.
Lei si metteva in tasta qualche tallero, e noi tenevamo pulito il capannone.
Col tempo, e' naturale, si scambiavano quattro chiacchiere. Cosi' diventammo amici, se cosi' posso dire.
Ne so certe, ma ve le racconto dopo, che adesso il dovere mi chiama, c'e' un lavoretto da fare.
Certo che potete venire, certo, certo.

5. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: CAPISCO

- La capisco, sa.
- Scusi, dice a me?
- Si', certo, a lei.
- Ah. E diceva?
- Niente, dicevo solo che la capisco.
- Come, scusi?
- Che la capisco, Tutto qui, mi scusi, sa. Se l'ho disturbata.
- Prego?
- Come?
- No, mi scusi, ma non mi sembra di conoscerla.
- Ah, questo.
- Questo cosa?
- Niente, niente, dicevo tra me e me.
- Ma ci conosciamo?
- No, non credo. No.
- Pero' lei mi stava dicendo qualcosa.
- Si', che la capisco. Ma era tutto qui, non c'era bisogno di una risposta, anzi.
- Anzi?
- Voglio dire che lei non deve sentirsi obbligato a conversare. Era solo, come posso dire, una constatazione.
- Una constatazione?
- Si'. Una constatazione. Amichevole, se mi consente la freddura.
- Quale freddura?
- Mi perdoni, non dovevo dirlo.
- Quale freddura?
- La constatazione amichevole.
- Ma siamo amici?
- Non so, me lo dica lei.
- Ma io non la conosco.
- Lo so.
- E allora come potremmo essere amici.
- Non so, forse, diciamo cosi', per un sentimento di universale benevolenza?
- Ma lei chi e', scusi?
- Ma nessuno, nessuno, chi vuole che sia. Un passante, ecco.
- Un passante?
- Ma lei ripete sempre le parole che sente?
- Non capisco.
- Neanch'io.
- Ma lei ha detto di capirmi. Prima.
- Prima?
- Si', all'inizio di questa surreale conversazione.
- Surreale conversazione, questo e' veramente ben detto.
- Ben detto?
- Ben detto, ben detto, del resto in questo vicolo buio, in questa notte di pioggia e vento furioso che solo i lupi, solo i lupi piu' feroci e famelici oserebbero aggirarsi...
- Ma non siamo in un vicolo, non piove per niente e quanto ai lupi, chi ne ha mai visto uno?
- Davvero non ne ha mai visto uno?
- In televisione si', ma di persona no.
- Di persona?
- Intendo dire fisicamente davanti a me. E a chi gli puo' capitare, vivendo in citta', di incontrare un lupo? A me non e' mai capitato.
- Fino ad ora, caro amico, fino ad ora.

6. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: CHI DICE IO

Chi e' quello che dice io qui?
Quello che scrive? Proprio no. Infatti si firma con uno pseudonimo. Vorra' dire qualcosa, no?
Quello col cui nome queste storie sono firmate? Ma quello neppure esiste, chi l'ha visto mai?
Quello che fa tutte queste schifezze e le racconta come se niente fosse? E quando mai s'e' visto uno scellerato che confessa i delitti commessi che qui pure i muri ci hanno le orecchie e i commissari di vicaria non aspettano altro?
E allora chi e', eh?
Sarai mica tu?

7. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: ESPERIMENTI DI CECITA'

Uno che non vede che il governo ha fatto morire decine di migliaia di persone che potevano essere salvate.
Uno che non vede la ferocia dello sfruttamento schiavista e razzista e stragista.
Uno che non vede i segni lasciati sulla faccia della moglie.
Uno che non vede altro che la televisione.

8. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: FARE IL MORTO

Dicevano cosi' al paese: che se nella macchia incontravi un grande pericolo il trucco migliore era fare il morto.
Valeva anche fuori della macchia.
Io ho fatto il morto un sacco di volte.
*
Dice: e allora?
E allora non l'hai capita bello mio, dovresti studiarti le ambiguita' della lingua.
Dice: Non ho capito, e' un indovinello?
No bello mio, non e' un indovinello e non l'hai proprio capita, e ormai e' troppo tardi, troppo tardi per spiegartela.
E' per quella volta?, dice.
Ma che ne so, per quella o per un'altra, che me ne frega a me, io fo il lavoro mio.

9. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: IL GOBBACCIO E LA SUA BANDA

Rapporto n. 13
Soggetto Osservato: nome in codice "Il Gobbaccio"
Agente Osservatore: nome in codice: "Occhio Attento"

Il Soggetto Osservato (di qui in poi: S. O.) identificato come "Il Gobbaccio" si e' costi' trasferito nel Regno, proveniente dal Granducato insieme al sodale suo (di qui in poi: S. S.) identificato come "Freddino Mercurino".
Attualmente il S. O. vive in una villa in cui il S. O., il S. S. e la di esso sodale sorella (di qui in poi: L. D. E. S. S.) hanno organizzato una specie di Comune hippy, neanche fossimo ancora ai tempi di Woodstock e dei Merry Pranksters. Vivono in promiscuita' ed e' facile immaginare cosa combinino; se occorre possiamo collocare cimici audio e video. La sorveglianza e' comunque costante grazie ai nostri agenti "Eta Beta" (di qui in poi: E. B.) e "Mucca Carolina" (di qui in poi: M. C.) infiltrati sotto le mentite spoglie di maggiordomo e governante.
Il S. O. continua a redigere scritti sovversivi in ebraico, fenicio, caldeo, aramaico, greco, latino, sanscrito e in svariate lingue moderne e future. Tutto viene microfilmato da E. B. e M. C. e successivamente inviato all'ufficio decifrazione del servizio segreto di Sua maesta' (di qui in poi: U. D. D. S. S. D. S. M.), che pero' ha trovato l'impresa al di sopra delle sue possibilita', cosicche' si e' dovuto ricorrere a un astuto espediente: individuare un individuo in grado di sobbarcarsi all'arduo compito. Purtroppo l'unico soggetto trovato in Italia atto alla bisogna e' a sua volta un sovversivo notorio, il soggetto identificato come "Il Professore" (di qui in poi: I. P.), anch'esso da lunga pezza sottoposto ad adeguata sorveglianza (particolarmente difficoltosa perche' nella famiglia de I. P. tutti i maschi da settanta volte sette generazioni si chiamano col medesimo nome e professano la medesima professione di professori), ma oltre a cio' vi e' un inciampo ulteriore: Infatti I. P. non sarebbe in nessun modo disposto a collaborare con l'U. D. D. S. S. D. S. M. cosicche' si e' dovuto far pervenire ad I. P. gli scritti del S. O. non direttamente dall'U. D. D. S. S. D. S. M. ma fingendo di averli persi nella sala d'aspetto di una stazione feroviaria dentro una busta indirizzata alla commissione culturale del partito socialista di unita' proletaria (di qui in poi: C. C. D. P. S. D. U. P.) a fini di correzione dei refusi, archiviazione e studio. In certi ambienti sovversivi il S. O. e' infatti ritenuto ideologo di spicco e filologo di vaglia (di qui in poi: I. D. S. E. F. D. V.).
Nostri agenti operativi operanti nel Granducato (di qui in poi: N. A. O. O. N. G.) d'intesa col servizio segreto di sua eccellenza il Granduca (di qui in poi: S. S. D. S. E. I. G.) provvedono poi a fulmineo trafugamento delle decifrazioni, tempestiva microfilmatura e ricollocamento delle stesse nell'archivio de I. P. alias I. D. S. E. F. D. V. prima che lo stesso se ne avveda. Gli intellettuali sovversivi sono notoriamente distratti.
Dalla documentazione raccolta e vagliata risulta che:
1. il S. O. persevera nel far aperta professione d'ateismo, nonostante a piu' riprese abbia promesso al Signor Conte Suo Padre (di qui in poi: S. C. S. P.) di desistere da tale crimine: ma ogni sua affermazione in tal senso e' sempre accompagnata da richieste di sussidi in denaro (di qui in poi: R. D. S. I. D.), cosa che evidentemente inficia l'attendibilita' degli impegni assunti e dichiarati nelle lettere che il S. O. invia al S. C. S. P.; peraltro il S. C. S. P. ci va col contagocce a soddisfare le R. D. S. I. D. del S. O. temendo che il S. O. possa usare detti sussidi per la droga e le donnacce (di qui in poi: P. L. D. E. L. D.), ma tanto E. B. che M. C. riscontrano che quel che il S. O. riceve dal S. C. S. P. a seguito delle R. D. S. I. D. spende non  P. L. D. E. L. D., bensi' in varia gelateria, soprattuto sorbetti, cremini e ghiaccioli, il S. S. e la D. E. S. S. preferiscono invece i profiteroles e la torta Sacher - quest'ultimo dolciume, come e' noto, gode dell'approvazione di Sua Eccellenza il Principe di Metternich (di qui in poi: S. E. I. P. D. M.);
2. il S. O. persevera nell'intrattenere relazioni con altri noti sovversivi sia italici che d'oltralpe (di qui in poi: A. N. S. S. I. C. D. O.), e particolarmente col ben noto "Non fu conosciuto Pi Gi" (di qui in poi: N. F. C. P. G.), sedizioso e oltretutto classicista il manigoldo;
3. il S. O. persevera nella stesura di documenti sovversivi abilmente camuffati da favole antiche ovvero poemi pseudo-omerici (di qui in poi: D. S. A. C. D. F. A. O. P. P. O.);
4. il S. O. persevera altresi' nel turpiloquio in forma sia orale che scritta come quell'altro bel tomo a suo tempo enfant prodige della spinetta e della pianola (di qui in poi: Q. A. B. T. A. S. T. E. P. D. S. E. D. P.) che con la scusa di essere al servizio di Sua Eminenza il Vescovo di Salisburgo (di qui in poi: S. E. I. V. D. S.), si da' bel tempo con gaglioffi suoi pari e compone opere masso-comuniste, empie e sovversive e fin dai titoli spudoratamente oscene (Il flauto magico), palesemente antireligiose (Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni), e financo sguaiatamente femministe (Cosi' fan tutte);
5. il S. O. attualmente pare essere - o finge di essere - malato di colera, e sembra stia scrivendo o dettando al S. S. un trattato naturalistico di argomento botanico ed esotico sulle ginestre e i fiori del deserto, ma e' lecito sospettare che si tratti del solito linguaggio cifrato da quattro soldi a fini di depistaggio, come quando ebbe l'ingegnosa idea d'intitolare "Operette morali" una raccolta di libelli sovversivi, cosi' ingannando quei mammalucchi di censori che invece di leggere i manoscritti davano solo uno sguardo ai titoli e alle figure, che gia' ce li frego' pure quel Capitelli li' (di qui in poi: Q. C. L.) che sotto il glorioso regime spaccio' le sue sozzure bolsceviche sotto il titolo blasfemo e svergognato di "Elementi di un'esperienza religiosa";
6. non risulta invece che il S. S. e la D. E. S. S. siano in contatto ne' con I. P., ne' con N. F. C. P. G., ne' con Q. A. B. T. A. S. T. E. P. D. S. E. D. P. con il quale del resto non risulta in rapporti neanche il S. O., ma sarebbe opportuno chiedere ai N. A. O. O. N. G. di fare una verifica con il S. S. D. S. E. I. G. se risultasse qualcosa che nei nostri archivi non risulta. Sarebbe opportuno anche contattare i servizi segreti operanti in Padania dell'Augusta Imperatrice del Sacro Romano Impero (di qui in poi: I. S. S. O. I. P. D. A. I. D. S. R. I.), e l'Intelligence di Sua Santita' il Santo Padre (di qui in poi: I. D. S. S. I. S. P.). E magari pure messie' Vidocco (di qui in poi: V., da non confondersi con quell'altra V., quell'americana su cui si veda il dossier dell'agente Tommaso Pincione), mr Holmes (di qui in poi: H., quello inglese, non l'attore porno), il commissario Megre' (di qui in poi: I. C. M.), l'avvocato Perrimeso (di qui in poi: L. A. P.) e il floricultore Nerovolfo (di qui in poi: I. F. N.) e naturalmente il dottor Ercole Perotto del Piatto Paese (di qui in poi: I. D. E. P. D. P. P.);
7. sarebbe da tenere d'occhio anche Il Professor Kaiser Littoluolf (I. P. K. L.) e Il Professor Dabbliubbe' (I. P. D.), entrambi in contatto con I. P. alias I. D. S. E. F. D. V. oltre che con varie organizzazioni eversive; I. P. D. e' lo stesso delle note passeggiate cospiratorie, sovversive e panciafichiste nell'amena ed ubertosa campagna umbra con Q. C. L.; I. P. K. L. fa parte del Comitato centrale dello scellerato Partito Magnaregazzini nonche' del Corpo accademico della sovversiva Universita' di Firenze (di qui in poi: C. C. D. S. P. M. N. D. C. A. D. S. U. D. F.), l'uno e l'altro sono stati gia' segnalati anche al S. S. D. S. E. I. G. e all'I. D. S. S. I. S. P.
8. E. B. e M. C. segnalano anche che il S. O. in privati conversari con il S. S. e con L. D. E. S. S. ha piu' volte fatto menzione del noto sovversivo meneghino infranciosato don Linsander alias Alessandro Francesco Tommaso Antonio Manzoni (di qui in poi: N. S. M. I. D. L. A. A. F. T. A. M.) che per fosca tradizione familiare pare essere figura, anzi: figuro di spicco dei circoli che si oppongono al benemerito istituto della tortura. Si suggerisce di contattare I. S. S. O. I. P. D. A. I. D. S. R. I. che si dessero una svegliata, che come niente qui una scintilla puo' incendiare la prateria.
Per oggi e' tutto. Concludo qui perche' sta per cominciare la partita in televisione e non mi vorrei perdere l'inno della nazionale. Ale', alealeale'.

L'A. O. alias "Occhio Attento"

"Partenope", addi' 14 giugno 1837

10. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: LA GRANDE MENZOGNA

Dispiace dirlo, ma era tutta una grande menzogna, una grande invenzione.
Una messinscena, si'. Contando sulla distanza, e' chiaro. Chi volete che ci potesse arrivare in Russia?
E allora la rivoluzione, i comunisti, tutte quelle storie li'.
Non era vero niente.
Era solo per farvi stare buoni.
Come l'uomo nero, si', pero' piu' grosso, parecchio piu' grosso. Era per farvi stare buoni e basta. Non c'erano cattive intenzioni.
*
E' che voi neanche con la frusta si riesce a farvi rigare dritto, con tutto che ci sloghiamo i polsi a forza di usarla dalla mattina alla sera.
Ma voi niente, al posto vostro proprio non ci sapete stare.
E quella bella storia del paradiso e dell'inferno? che era davvero una bella storia, che poi ci avevamo messo pure il purgatorio perche' insomma si sa che l'uomo e' uomo, no?
Insomma, potevate pure accontentarvi, no? Dico: il paradiso. Per non dire dell'inferno. Ma niente, voi sempre a pretendere, a pretendere, "vogliamo l'uguaglianza", "siamo esseri umani pure noi", "giustizia e liberta'". Eccheccavolo. Non c'era verso di farvi stare al posto vostro. Neppure con le decimazioni, neppure coi campi, neppure col napalm. Eccheccavolo.
Doveva bastare, no? Ma niente, non c'era verso di farvi rigare dritto. Che tutta la produzione mondiale di acciaio se ne andava in catene (a parte i cannoni, e' ovvio, mica si campa di solo burro). Uno spreco che non vi dico, tutto quell'acciaio buttato via cosi' per fare le catene, dico: l'acciaio, che vale quasi piu' dell'oro.
*
Cosi' ci tocco' inventare pure quella bubbola della Russia, la rivoluzione, i comunisti, che a ripensarci adesso uno si chiede come facevate a crederci.

11. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: LETTERATURA

Io la letteratura non la capisco.
Non si dovrebbe permettere di scrivere le cose che non sono vere. La gente poi ci crede.
La storia si', si puo scrivere, e' giusto.
Le storie degli dei e degli antenati. Bisogna scriverle perche' cosi' e piu' facile ricordarsi, no?
I viaggi, pure. Non e' che tutti ci hanno la possibilita' di viaggiare, cosi' chi l'ha fatto fa bene a raccontarli, purche' non metta tanti grilli per la testa a chi deve lavorare.
Io dico pure le poesie d'amore, che sono uno di vedute larghe. Le poesie d'amore a me mi stanno bene. Lo so che c'e' chi storce, ma secondo me non fanno niente di male, certo, con la dovuta decenza.
Ma quelli che inventano le cose che non sono vere no, quelli non li si puo' lasciar fare. Che poi la gente, poverina, ci crede e vuole tutte quelle scemenze li', la giustizia, la liberta', la fratellanza. Per quelli ci vogliono i provvedimenti dell'autorita' competente.
I plotoni d'esecuzione e i patiboli ci vogliono, che il pubblico ci ha diritto anche a qualche spettacolino per ritemprarsi dalle fatiche quotidiane.

12. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: L'ILLUSTRE FILOLOGO SPIEGA LA BONTA' DEL MANIFESTO DELLA RAZZA E DEI DECRETI SICUREZZA

Tanto per cominciare qui si tratta di scienza, e la scienza non e' democratica.
E subito aggiungo: quale e' la regina delle scienze? Eh? Quale e'? E' la filologia, cioe' la scienza delle parole.
L'avete mai visto un muto fare un discorso? E se uno non sa fare i discorsi che li hanno inventati a fare i balconi dell'ora fatale? Eh?
Ergo, la parola agli scienziati e il popolino stia zitto, che e' il dovere suo.
*
Come diceva l'illustre filosofo, e' tempo di dichiararci francamente razzisti.
Chi non lo sa che in tutte le scienze il primato e' sempre stato degli italiani?
Chi non lo sa che Roma e' sempre stata la capitale del mondo?
Chi non lo sa che il mondo schiavo di Roma Iddio lo creo'?
*
Mo' vi dimostro scientificamente che le razze inferiori vanno castigate da noi della razza superiore.
Cominciamo coi negri. Che significa negro? Significa morto. E' greco questo, mica ciappole, la lingua di Platone e di Aristotile.
Allora, se i greci dicevano che un negro e' un morto che significa? Significa che i negri meritano tutti la morte, e siamo troppo troppo buoni noi che li teniamo in vita a raccogliere i pomodori.
Siamo sempre stati troppo buoni, e' il fardello del'uomo bianco, come diceva il poeta.
Adesso vi dico degli abbrei. Che significa abbreo? Significa che e' uno che di famiglia e' reo. E' latino questo, altro che scrofole, la lingua di Cicerone e Vergilio.
Allora, se i latini dicevano che gli abbrei sono tutti rei che significa? Significa che vanno puniti, tutti, sempre. Cosi' s'imparano.
Per non dire che sono il popolo deicida; dico: deicida, mica struffoli.
Per farla breve adesso dico solo dei cinesi, ma se ci avevo il tempo sentivate quante ne so. Pero' adesso dico i cinesi e basta.
Che significa cinesi? Che si muovono sempre e non stanno fermi mai. E' greco pure questo, mica erba medica.
Ma la qualita' dell'uomo che e' un vero uomo quale e'? Eh? Quale e'? Ve lo dico io: la fermezza.
Allora ai cinesi gli manca la qualita' umana, e allora perche' devono rubare lo spazio vitale ai veri uomini che saremmo noi della razza superiore? Eh? Perche'?
*
Un'altra volta vi spiego pure l'inferiorita' della donna, che poi non c'e' neppure bisogno di spiegarla che tanto la vedono tutti. E' un dato sperimentale: se fate il conto di quanti uomini danno prova di superiore vigoria pestando a sangue le femminacce loro, e che fine fanno le donnacce che osano ribellarsi ai loro signori e padroni, e' la natura stessa che ha gia' ha dimostrato tutto. E natura non facit saltus.
E magari vi spiego pure perche' la legge umana e divina condanna il villano e l'operaio alla sottomissione perpetua al sovrano e al padrone. Lo dice la parola stessa: il villano non ci ha la buona educazione, apposta si dice che e' villano o villanzone, e chi non ci ha la buona creanza si merita di essere trattato come la bestia che e'. L'operaio se ci aveva cervello faceva almeno almeno l'impiegato, no? invece fa l'operaio, che e' gente vile e meccanica che non ci puoi neanche duellare. Sovrano poi, lo dice la parola stessa, e' quello che sta sopra. E padrone? Padrone e' un padre grosso. La filologia spiega tutto.
Se uno sa di greco e di latino ci si mette un niente a capire che il duce ci aveva ragione. Che il duce ci ha sempre ragione.
*
Adesso vorrei concludere congratulandomi con il governo che ha varato quei bei decreti sicurezza della razza. Certo, non sono ancora le sante e sacre leggi del '38, ma siamo sulla buona strada, sulla buona strada. Avanti cosi', ragazzuoli, che fate bene.

13. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: PERCHE'?

Perche'?
Volevo andarci anch'io in televisione.
Pero' ero povero, come facevo?
Cosi' m'e' venuta l'idea.
Il mostro di Pescasseroli. Suona pure bene, no?
*
Sedici vittime, tutte confermate. Sissignori. E tutte femmine e fotogeniche come dite voi.
Per la partecipazione ai talk-show dovete contattare il mio avvocato. Poi ci faremo sentire noi appena possibile.
Magari pure una serie, no? Io penso che saprei pure recitare. Sono uno che nelle cose ci s'impegna.

14. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: PER FORTUNA

Mo' ve le dico io due, ve le voglio proprio dire due, e magari pure quattro se mi gira, su 'sto governo ladro e zozzone e fascista che ha messo l'obbligo del conto in banca, della macchina e del telefonino.
E chi non ce l'ha il conto in banca, la macchina e il telefonino? Non ci ha diritto di campare? Non esiste? E' come se fosse l'uovo invisibile, il fantasma delle maniere, il conte Eiacula, la maga Ciccia, la pietra fistolare?
*
Li mortacci loro, quel branco di ladri e zozzoni e fascisti dei padroni e del governo che sono tutti mafiosi e assassini che il piu' pulito ci ha la rogna, si credono che tutti sono come loro. Pussa via. Si credono che tutti ci hanno il conto in banca, la macchina e il telefonino come loro. Pussa via. E la casa al mare, e l'amante minorenne, e il tavolino riservato dietro il separe', che manco lo so che sarebbe 'sto separe' che io sono stato a scuola dalla sora Amalia che se sentiva le zozzerie erano bacchettate sulle dita e sulla zucca a due a due finche' diventavano dispari. Li mortacci loro, si credono che tutti ci hanno il cilindro per cappello, due diamanti per gemelli, un bastone di cristallo, la gardenia nell'occhiello e sul candido gilet un papiglione di seta blu, l'avete riconosciuta? La sento pure io la radio, che vi credete? La sento al bar, che a casa devo risparmiare la corrente, li mortacci loro 'sto branco di ladri e di zozzoni e di fascisti brutti come la fame e come la morte mess'assieme.
E chi non e' come loro? Eh? Ah, per loro puo' pure crepare che cosi' c'e' un po' di spazio in piu' per il distanziamento sociale quando vanno in vacanza e fanno la movida, a li mortacci loro. Che poi che cavolo sara' 'sta movida, che deve essere una di quelle zozzerie che fanno i ricchi quando si mettono tutti gnudi al buio in una stanza che hanno spento la luce e poi a chi tocca tocca, l'ho sentito al bar che i ricchi fanno tutti cosi', 'sti zozzoni, li mortacci loro.
*
E quelli che il conto in banca, la macchina e il telefonino non ce l'hanno, mortacci loro? Eh? Eh? Tutti a fare gli schiavi negri a raccogliere i pomodori? Ci andassero i padroni a raccogliere i pomodori, io se ero uno schiavo negro che raccoglievo i pomodori da mo' che avevo preso la doppietta e avevo cominciato a sparare 'ndo cojo cojo. Li mortacci loro. Ci andassero i padroni a fare gli schiavi, ci andassero i ministri, ci andassero i dottori, ci andasssero i preti, ci andassero i professori, ci andassero tutti 'sti puzzoni colla giacca e la cravatta, ci andassero i cantanti e i calciatori, ci andassero loro a fare gli schiavi. Li mortacci loro. Branco di sciacalli, branco di assassini, ladri, zozzoni e fascisti.
*
Per esempio il sottoscritto, che un conto in banca non ce l'ha mai avuto e i quattro soldacci suoi gli piace di tenerli sotto il materasso, per dire, eh, che se non fosse per gli spiccioli li soldacci miei quelli di carta ci entrerebbero tutti pure in una scatoletta di lucido di scarpe, e non vi dico i guai per essere pagato dopo che hai fatto un lavoraccio cane: "le faccio un bonifico", dicono tutti 'sti ladri di padroni ladri, e io gli dico "ficcatelo nel naso il bonifico, io voglio i soldacci miei", ma quelli tutti che o 'sto bonifico che avessi mai capito che cavolo e' o non ti pagano per niente. Cosi' alla fine uno ci rinuncia e smette di lavorare gratis. Poi, e' chiaro, per integrare il reddito a fini di sussistenza bisogna andare a lavorare di notte, e per fortuna che c'e' il Cammellone - lo conoscete il Cammellone, no? si' che lo conoscete, non fate i santarellini che lo conoscete di sicuro pure voi, chissa' quante volte ci siete stati a portare la merce calda calda o a pagare le rate del prestitello tra amici; che il Cammellone quando gli porto la roba lui paga in contanti svelto e preciso. Certo, paga una miseria, micragnoso come la morte e la fame mess'assieme, li mortacci sua. Non e' che voi conoscete qualcun altro che fa il lavoro suo, no? Nessuno? Niente, chiedevo, chiedevo cosi', magari ne conoscevate qualcuno piu' largo di manica del Cammellone, che ne so. Uno chiede.
*
E poi scoppia 'st'epidemia, no? Che se c'era un governo col cervello magari qualcuno moriva lo stesso, ma insomma qualcuno. Invece 'sto governo di ladri, zozzoni e fascisti, piu'di trentamila ne ha fatti schioppare, piu' di trentamila. 'Sto branco di ladri zozzoni e fascisti.
Dice: hai da fare il tampone per sapere se te la sei presa pure tu la peste. E par fare il tampone devi andare al drive-in. Che io mi credevo che era il cinema all'aperto americano e poi mi hanno spiegato che il tampone all'ospedale te lo fanno solo se ci vai in automobile.
Ma io l'automobile non ce l'ho mai avuta, non ci ho neppure la patente. E ho passato i sessant'anni da un pezzo andando in giro sempre solo a piedi, o con i mezzi pubblici per le lunghe distanze, ma dall'inizio dell'anno i mezzi pubblici e' il modo piu' facile per prendersi la peste. Gliene frega qualche cosa al governaccio ladro e zozzone e fascista? No, non gliene frega un tubo, mortacci loro. E cosi' io o mi prendo la peste o vado a piedi pure sulle lunghe distanze, che una volta camminare mi piaceva e quei cinque, dieci chilometri me li bevevo come un caffeuccio, come un cognacchino, invece adesso. Li mortacci loro.
Ma che gliene frega a loro che invece l'automobile ce l'hanno, e magari pure l'autista. Li mortacci loro, dico io.
*
Alla fine esce fuori 'st'invenzione che salva tutti: "I muni, i muni, scaricate i muni", dice. E che e', chiedo. E' una cosa che tu la scarichi e ti salva la pelle. E dove la scarichi? Nella borsa della spesa? nel pozzo del gargarozzo? nel buco dell'imbuto che non mi fate dire eresie non mi fate dire; dove, dove, eh? Dice: nel telefonino mor'ammazzato.
Ma io il telefonino non ce l'ho, e non lo so neppure usare. Devo essere condannato a morte perche' non ci ho il telefonino? Spiegatemi un po', dite, dite: se non ci ho il telefonino mi merito la peste? Eh? Governo ladro e zozzone e fascista.
*
E allora i miei diritti fondamentali? anzi: il diritto fondamentale, quello di non stirare le cianche come un fesso dopo aver patito le pene dell'inferno, eh? Ciao core. Li mortacci loro.
Che fo, scrivo all'Onu? alla Croce Rossa? alle Giovani marmitte? alle Brigate rosse? all'Isis? Chi li difende i miei diritti nani, il mio diritto di non crepare solo perche' non ci ho il conto in banca, la macchina e il telefonino? Dte, dite, io sto qui a sentire, non mi muovo mica, sono tutt'orecchi.
*
Per fortuna che ci ho mia moglie che mi campa. Santa donna, che da quando c'e' l'epidemia cerco pure di menarla di meno con tutto che le botte me le cava fuori dalle mani ogni volta che apre bocca senza che manco me n'accorgo, come se mi facesse una magata, come se fosse il mago Zurli', lei apre bocca e io la meno, e' che le voglio troppo bene. Per fortuna che ci ho lei, altrimenti da un pezzo che avevo tolto il disturbo, governo ladro, zozzone e fascista, li mortacci loro e de Pippo.

15. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: UN NAUFRAGO

I
Dovevo portare un messaggio. E l'annuncio che dovevo dare era un annuncio di sventura. Io non volevo, ma gli ordini sono ordini.
Cosi' mi  misi in viaggio, mi misi in viaggio per mare.
Un gabbiano segnava la rotta. La tempesta ci sorprese ben lungi dalla montagna bruna. E l'equipaggio estrasse a sorte chi portava sfortuna e dovesse essere dato in pasto ai grandi mostri marini.
Non so come mi salvai. Sognai che un grande pesce mi avesse inghiottito e poi rigettato sulla spiaggia dove una fanciulla, figlia di re, venne con le sue amiche.
Non mi tolsero la vita, mi accolsero, mi diedero da mangiare, mi fecero ascoltare un canto che mi fece piangere perche' parlava di me. E diceva che dove fossi arrivato, quella terra sarebbe stata sommersa e quel popolo sarebbe scomparso.
Dissi il mio messaggio di morte.
*
II
Che ci stai a fare qui a fare la muffa? Parti, parti e vai nel mondo. Cosi' mi dissero e andai.
Ho traversato il deserto. Sono stato schiavo, sono stato torturato. Il mare ho attraversato vedendo morire i miei compagni.
Ho sentito il canto delle sirene.
Ora sono approdato qui e di nuovo sono stato fatto schiavo.
Stanotte ho trovato questo chiodo da staccionata lungo come un pugnale, lo affilo e lo affilo.

16. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: UNO SCHIAVISTA

Io al posto loro cosi' non mi ci lasciavo trattare, manco per niente, nossignore.
Io al posto loro prendevo il kalashnikov, una lama affilata, un bastone coi chiodi ruzzi che spuntano fuori, un sasso bello grosso e bello duro tutto a spuntoni, a pugni nudi, a calci, e ammazzavo chi mi capitava a tiro, sissignore, chi mi capitava a tiro.
Io al posto loro col cavolo che me ne stavo buono e zitto, io caricavo a testa bassa e a chi mi trovavo davanti gli strappavo la carne a mozzichi e mi mangiavo il cuore tuo e di tutti, si', mi mangiavo il cuore tuo e di tutti.
Che poi e' quello che fo gia'. Fo il presidente del consiglio dei ministri.

17. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Maestre
- Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, pp. LXII + 1858.

18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

19. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3963 del 24 dicembre 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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