[Nonviolenza] Telegrammi. 3847



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3847 del 30 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Ebru Timtik
2. Una conversazione il 29 agosto in via della Verita' a Viterbo per il NO al referendum del 20-21 settembre
3. Ancora una volta chiediamo
4. "L'Italia aderisca al Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari". Una lettera aperta alla Presidente del Senato e al Presidente della Camera
5. Per sostenere "A. Rivista anarchica", ricordando Paolo Finzi
6. "Associazione per il rinnovamento della sinistra": NO al taglio del parlamento
7. Rosi Bindi e molte e molti altri: Appello per il NO al referendum del 20/21 settembre
8. Massimo Cacciari: La riduzione dei parlamentari e' un attacco alla democrazia rappresentativa
9. Enrico Peyretti presenta "La vita nascosta" di Terrence Malick
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. LUTTI. EBRU TIMTIK

In un carcere turco
dopo mesi di sciopero della fame
e' morta la nostra sorella Ebru Timtik
che difendeva i diritti umani di tutti gli esseri umani
e per questo e' stata perseguitata dal regime fascista
che l'ha incarcerata con accuse insensate
che le ha negato un processo equo
che l'ha tratta a morte.

Si svegli l'umanita'
nessuna donna nessun uomo debba piu' morire
sotto il tallone di ferro delle dittature.

Insorga l'umanita'
contro tutti i poteri assassini
contro tutte le violenze e le ingiustizie
per salvare tutte le vite
per sconfiggere la violenza
con la forza della verita'
con la lotta nonviolenta
con la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e libera e salva.

Condividere il bene ed i beni
oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nella lotta per la liberazione comune.

2. INIZIATIVE. UNA CONVERSAZIONE IL 29 AGOSTO IN VIA DELLA VERITA' A VITERBO PER IL NO AL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE

Nella mattinata di sabato 29 agosto 2020 in via della Verita' a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione illustrando le ragioni del "NO" al referendum del 20-21 settembre.
Il ragionamento ha preso le mosse da alcune riflessioni di Primo Levi, Bertrand Russell, Hannah Arendt, Simone Weil, Rosa Luxemburg.
Una riflessione di Primo Levi: "L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e' estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va facendo a mano a mano che passano gli anni (...). Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa; incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di quanto abbiamo da dire".
Una riflessione di Bertrand Russell: "Pezzo per pezzo, un passo dopo l'altro, il mondo ha marciato verso l'attuazione degli incubi di Orwell; ma poiche' la marcia e' stata graduale, la gente non si e' resa conto di quanto cammino abbia gia' fatto su questa strada fatale".
Una riflessione di Hannah Arendt: "La politica si fonda sul dato di fatto della pluralita' degli esseri umani".
Una riflessione di Simone Weil: "... nulla al mondo puo' impedire all'essere umano di sentirsi nato per la liberta'. Mai, qualsiasi cosa accada, potra' accettare la servitu'; perche' egli pensa".
Una riflessione di Rosa Luxemburg: "La liberta' e' sempre e unicamente la liberta' di chi la pensa diversamente".
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato - riassumendone anche le principali argomentazioni - alcuni qualificatissimi appelli per il NO al referendum: come quello promosso da 182 illustri costituzionalisti; come quello sottoscritto da prestigiose figure dell'impegno solidale come - tra varie altre - mons. Luigi Bettazzi, don Luigi Ciotti, mons. Raffaele Nogaro e padre Alex Zanotelli; come quello che reca l'autorevolissima firma dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha anche ovviamente illustrato l'"appello nonviolento per il NO al referendum" che di seguito si trascrive.
*
Un appello nonviolento per il NO al referendum
No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
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Un notiziario telematico quotidiano
In vista del referendum costituzionale del 20-21 settembre 2020 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo gia' da due settimane sta diffondendo ogni giorno un supplemento speciale del suo notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", supplemento nel quale pubblica vari materiali di informazione, di documentazione e di studio.
La testata di questo supplemento monografico quotidiano e': "No all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie".
Puo' essere richiesto gratuitamente all'indirizzo e-mail: centropacevt at gmail.com
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Altre iniziative nel viterbese per il NO al referendum
Per il NO al referendum la struttura nonviolenta viterbese sta promuovendo ulteriori iniziative di informazione, documentazione e coscientizzazione a Viterbo e nei centri della provincia; sta diffondendo materiali utili a chiunque ne faccia richiesta; invita ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica all'impegno.
Il 20-21 settembre votiamo NO.
Difendiamo la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista.
Difendiamo la democrazia, la civilta', l'umanita'.
NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.

3. REPETITA IUVANT. ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO

Ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. "L'ITALIA ADERISCA AL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI". UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL SENATO E AL PRESIDENTE DELLA CAMERA

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
ricorrendo nei giorni scorsi il LXXV anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, tanto il Presidente della Repubblica, quanto Lei, Presidente del Senato, e Lei, Presidente della Camera, ha e avete diffuso messaggi di cordoglio per le vittime e di esortazione all'impegno affinche' simili orrori non abbiano a ripetersi mai piu' e si proceda quindi verso il disarmo, la pace, la cooperazione fra tutti i popoli nel riconoscimento della comune umanita' di tutti gli esseri umani; nella consapevolezza che le armi atomiche mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' nel suo insieme.
Orbene, come e' noto, il 7 luglio 2017 una conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il necessario e non piu' rinviabile "Trattato per la proibizione delle armi nucleari", che entrera' in vigore dopo che almeno cinquanta Stati lo avranno sottoscritto e ratificato.
L'Italia e' tra i paesi che questo fondamentale Trattato ancora non lo hanno ne' sottoscritto, ne' ratificato.
In mancanza di questa firma ogni dichiarazione da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese di cordoglio per le vittime e di apprensione per le sorti dell'umanita', ogni appello da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese all'impegno altrui in assenza del nostro, rischia di apparire - ahinoi - come un vaniloquio, un esercizio di retorica, un atto di ipocrisia. E siamo certi che non erano questi il sentimento e l'intenzione vostra e del Presidente della Repubblica.
Come gia' innumerevoli associazioni umanitarie ed innumerevoli cittadine e cittadini, vi esortiamo pertanto anche noi ad assumere un impegno concreto, preciso e non piu' rinviabile: adoperarvi affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi nel piu' breve tempo possibile il Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari.
E' in vostro potere convocare le Conferenze dei capigruppo di entrambi i rami del Parlamento affinche' l'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico deliberi un documento in tal senso che impegni e vincoli l'esecutivo.
E' in vostro potere promuovere il pronunciamento del Parlamento italiano.
E' in vostro potere far si' che l'Italia finalmente si esprima con un atto giuridico cogente in pro del bene comune dell'umanita' aderendo al Trattato che impedisca alle armi atomiche di tenere sotto ricatto e minacciare di distruzione l'intera famiglia umana.
Le ragioni per farlo le avete enunciate voi stessi, cosi' come il Presidente della Repubblica, pochi giorni fa. A quelle vostre sentite parole date effettuale seguito, date autentico inveramento.
Ve lo chiedono tutte le associazioni umanitarie, l'intera comunita' scientifica, tutte le cittadine e tutti i cittadini di volonta' buona; ve lo chiede una lettura avvertita della nostra Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani; ve lo chiede l'umanita' intera; ve lo chiedono le generazioni future.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 12 agosto 2020

5. INIZIATIVE. PER SOSTENERE "A. RIVISTA ANARCHICA", RICORDANDO PAOLO FINZI

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6. DOCUMENTAZIONE. "ASSOCIAZIONE PER IL RINNOVAMENTO DELLA SINISTRA": NO AL TAGLIO DEL PARLAMENTO
[Dal sito www.noaltagliodelparlamento.it]

L'Associazione per il rinnovamento della sinistra propone di esprimersi con un convinto NO il 20 e 21 settembre prossimi nel referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.
Va contrastato un altro, ennesimo, tentativo di mettere mano alla Costituzione nata dalla Resistenza. Non e' la prima volta: gia' accadde nel 2006 con il governo presieduto da Silvio Berlusconi; cosi' nel 2016 con l'esecutivo guidato da Matteo Renzi. Entrambi i progetti ne uscirono sconfitti.
Ci opponemmo allora e riteniamo doveroso farlo ora. Anzi. L'attuale ipotesi e', per certi versi, ancor piu' grave, essendo una mera sforbiciata lineare, priva persino di un accenno ad una riforma piu' generale dell'assetto istituzionale.
Naturalmente, si puo' procedere a modifiche costituzionali anche di singoli aspetti, purche' essi siano coerenti con l'impianto della Carta, secondo la logica della "manutenzione intelligente" di cui parlava Stefano Rodota'. Ma non e' certamente questo il caso che abbiamo di fronte.
Con simile scelta, peraltro sofferta e subita dallo stesso Partito democratico che cambio' orientamento dal no al si' all'ultima votazione prevista per mera tattica politica, si infligge una ferita sgradevole e pesante all'edificio democratico. Il sistema istituzionale italiano e' fondato sulla centralita' del Parlamento, cosi' composto per dare rappresentanza ad un territorio articolato e complesso basato su province e municipalita' diverse tra di loro. Con un siffatto taglio (da 630 a 400 deputate e deputati; da 325 a 200 senatrici e senatori), avremmo assemblee indebolite e condannate ad una progressiva irrilevanza. Con sproporzioni gravi, particolarmente per quanto riguarda il Senato: ad esempio, tra Trentino Alto-Adige da una parte, Sardegna e Basilicata dall'altra.
Si polemizza con il NO evocando strumentalmente proposte di quarant'anni fa suggerite da Nilde Iotti, Pietro Ingrao, Gianni Ferrara e Stefano Rodota'. Attenzione. Il contesto vale quanto il testo e le citazioni sono uno strumento dialettico delicato: se non si inquadrano storicamente, diventano frasi slegate dal loro senso. Infatti, in quella stagione cosi' lontana, in tutti i sensi, si profilava una vasta ipotesi di riassetto. Si valutava la differenziazione delle funzioni delle due Camere, superando il cosiddetto bicameralismo perfetto, pure attraverso la scelta del monocameralismo.
La verita' dei fatti, invece, e' che il tentativo odierno e' una sequenza di un flusso potente e prepotente volto a ridurre fortemente il ruolo delle assemblee elettive in nome di un'antipolitica i cui ruggiti – pur parzialmente sbiaditi - stanno alla base dello striscione con le forbici esibito dal Movimento5Stelle. Davanti a Montecitorio, il giorno del quarto decisivo passaggio parlamentare. Un pigro "pensiero unico". Non si facciano, dunque, citazioni strumentali e di comodo.
Si parla di risparmi. Gia', il costo di una tazzina di caffa' all'anno per persona. Di questo si tratta. Come pure e' assurdo sostenere che in Italia le parlamentari e i parlamentari siano troppi. Leggasi l'accurato materiale predisposto dall'ufficio studi della Camera: il rapporto oggi e' omologo ai principali paesi europei. Con il taglio, indosseremmo la maglia nera: piomberemmo all'ultimo posto tra i paesi dell'Unione europea.
Si vuole, ecco il problema, addensare le decisioni sugli esecutivi. Non solo. Con la contrazione numerica sarebbero a rischio i pareri vincolanti, che spesso accompagnano le procedure di nomina degli organi costituzionali di garanzia.
Si evoca la coessenzialita' – a conferma della scelte avvenute - di una legge elettorale proporzionale. Ma quando e come? E' lecito mettere sullo stesso piano una riforma costituzionale e una legge ordinaria? Peraltro, tuttora futuribile.
Si grida (comprensibilmente) alle nequizie del ceto politico. Da tempo le andiamo a denunciare. Ma la questione morale, considerata dall'Associazione un tratto decisivo e preliminare rispetto a ogni linea o programma, non e' un'invenzione di oggi e neppure un alibi. Richiede una profonda rivoluzione morale e intellettuale, un mutamento radicale dei modelli prevalenti del "partito del capo" e del "partito-piattaforma". Non una trovata demagogica e pericolosa. E su tale impostazione, che colloca in testa alle priorita' l'etica della e nella politica,l'Associazione vuole fermamente impegnarsi a lottare, senza ne' cedimenti ne' conservatorismi.
Insomma, l'eventuale conferma del taglio porterebbe acqua alla terribile miscela in ebollizione tra tecnocrazie e populismo, di cui sarebbe la prova sul campo.
Chiediamo all'universo dei media di parlare della scadenza referendaria, gia' inquinata dalla contestualita' con elezioni affatto diverse e per di piu' neppure nazionali. Conoscere per deliberare, innanzitutto. Vigili e batta un colpo l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni.
Votare e votare NO (l'astensione senza quorum non ha senso), per riaprire una volta per tutte un serio dibattito sullo stato delle istituzioni, Se vincesse il SI tutto, invece, si bloccherebbe.
Il NO e' l'occasione per il cambiamento. Per fortuna, molte e molti se ne stanno accorgendo.

7. DOCUMENTAZIONE. ROSI BINDI E MOLTE E MOLTI ALTRI: APPELLO PER IL NO AL REFERENDUM DEL 20/21 SETTEMBRE
[Dal sito www.noaltagliodelparlamento.it]

Il 20/21 settembre si svolgera' il referendum sul taglio dei parlamentari.
ll referendum chiedera' al popolo italiano di "tagliare" la rappresentanza dei parlamentari portandola dagli attuali 945 (630 deputati e 315 senatori) a 600 (400 deputati e 200 senatori), mentre resterebbero in vigore i 5 senatori a vita.
Noi vi chiediamo di andare a votare e votare NO (attenzione non esiste il quorum, l'astensione non ha alcun significato e favorisce la conferma della legge) per queste importanti ragioni:
1. Il taglio non ha senso fuori da un contesto di riforme (nuova legge elettorale, differenziazione delle funzioni di Camera e Senato, modifica dei Regolamenti parlamentari, riforma dell'assetto regionale, ecc) che lo renda funzionale sia in termini di efficienza che di rappresentanza.
2. Con il taglio non si risparmieranno 500 milioni di euro a legislatura, come si dice, ma 57 milioni l'anno che per 5 anni fanno 285 milioni, lo 0,007% della spesa pubblica italiana. Si pensa di risolvere per questa via il problema del debito pubblico? Se e' per questo basterebbe sopprimere un paio di enti inutili tra le migliaia di societa' partecipate a livello locale per risparmiare la stessa cifra.
3. Il contenuto di molte normative prodotte dal Parlamento negli ultimi anni e le cronache della politica segnalano che i problemi che si pensa di risolvere con il taglio sono piu' da ascrivere alla piu' bassa qualita' piuttosto che all'eccessivo numero di eletti. Dunque diventa piu' urgente una legge sui partiti per assicurare una migliore selezione dei candidati da mettere in lista secondo regole che ne garantiscano rappresentativita', rettitudine, competenza, orientamento al bene comune, autorevolezza, responsabilita' istituzionale.
4. Il taglio riduce la rappresentanza nel senso che si allargheranno a dismisura i collegi elettorali e, giocoforza, ci saranno piccole regioni in cui molti partiti non saranno rappresentati, si ridurra' il pluralismo e, a causa dei territori piu' vasti, aumenteranno i costi delle campagne elettorali e soltanto chi potra' sostenerli sara' piu' facilmente eletto.
5. Per un Senato composto da 200 componenti e che continuera' a svolgere le stesse funzioni di prima, sara' molto piu' difficile reggere il confronto con la Camera. Si allungheranno i tempi e diventera' piu' tortuoso l'iter parlamentare dei testi di legge. Aumentera' inevitabilmente l'iniziativa del Governo con decreti di varia natura e il ruolo del Parlamento sara' ulteriormente mortificato. Senza contare che su platee cosi' ridotte di parlamentari crescera' il peso delle lobby di interessi privati e di categorie particolari, che potranno condizionare il contenuto della legislazione utilizzando l'accresciuto potere di interdizione di ogni singolo parlamentare.
Una legge indigeribile e del tutto inutile, la cui volonta' si deve soltanto al populismo e all'antiparlamentarismo dei 5Stelle e della destra sovranista. Lo stesso Pd aveva votato contro per ben tre volte, salvo poi approvare il testo nella votazione definitiva nell'ambito di un accordo di Governo con il M5S che prevedeva un piu' vasto insieme di riforme e di garanzie rimasto lettera morta.
L'annunciato taglio dei parlamentari, raccontato all'opinione pubblica come un "taglio delle poltrone", si inserisce perfettamente in tale contesto.
Stiamo parlando, infatti, di un provvedimento non urgente e su cui permangono molti dubbi di natura giuridica e politica, che meriterebbero maggiore considerazione e non una riduzione in slogan semplicistici.
Una razionalizzazione nei rapporti  tra i vari poteri dello Stato non puo' essere affrontata con la secca riduzione della rappresentanza parlamentare. Senza adeguate garanzie cio' puo' comportare il rischio di una riduzione degli spazi di democrazia. Infatti, con la giustificazione del risparmio di risorse pubbliche, si potrebbe procedere successivamente alla riduzione di tutte le assemblee  a tutti i livelli, dai Comuni alle Assemblee regionali.
Mantenere viva la nostra Costituzione e' nella responsabilita' di tutti noi.
La riduzione del dialogo, la demagogia, le tentazioni plebiscitarie hanno sempre favorito i regimi autoritari.
C'e' un disegno antiparlamentare che puo diventare pericoloso e come sottolinea P. Bartolomeo Sorge: "Tagliare i parlamentari, senza riforma elettorale, vuol dire mutilare la nostra bella Costituzione".
Noi vi chiediamo di votare NO.
Mimmo Luca', Aldo Preda, Rosy Bindi, Franco Chiusoli, Paolo Corsini, Silvia Costa, Gero Grassi, Donata Lenzi, Marcella Lucidi, Edo Patriarca, Beppe Matulli, Vidmer Mercatali, Pia Valetto, Francesco Maria Agnoli, Tarcisio Barbo, Ivana Borsotto, Gianni Bottalico, Cecilia Brighi, Massimo Campedelli, Antonello Caria, Valentino Castellani, Carlo Casula, Franco Codega, Michele Consiglio, Lauredana Ercolani, Maria Caterina Federici, Anna Maria Fiengo, Emilio Gabaglio, Dino Gasparri, Gianni Gennari, Franco Marras, Gian Luigi Melandri, Livia Molducci, Daniele Morelli, Enzo Morgagni, Franco Passuello, Gianni Pensabene, Gianna Pentenero, Michele Petraroia, Mario Pretolani, Gianmario Proietti, Maria Quattrocchi, Vittorio Sammarco, Vitaliano Tidoni, Soana Tortora, Corrado Truffelli, Maurizio Vannini, Pietro Vanicelli, Carlo Zaccagnini.

8. DOCUMENTAZIONE. MASSIMO CACCIARI: LA RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI E' UN ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA
[Da "L'Espresso" del 28 giugno 2020 col titolo "Ma che riforma, la riduzione dei parlamentari e' un attacco alla democrazia rappresentativa" e il sommario "Con la pandemia abbiamo visto il miserevole spettacolo del Parlamento "a distanza", esautorato da ogni funzione. Non stupisce quindi che l'opinione pubblica lo percepisca sempre piu' come "ente inutile". Ma si dimentica sempre il rischio dell'autoritarismo"]

Le crisi svolgono essenzialmente una funzione maieutica, la loro arte e' quella della levatrice, traggono fuori da noi cio' che gia' in noi era in germe, maturava. Piccole o grandi sono sempre apocalissi, che significa rivelazioni: cio' che si nascondeva dietro il sipario e che ancora ci sforzavamo di ignorare, ecco ora si palesa, inaggirabile, infuggibile.
Si capisce allora la formidabile idiozia dell'interrogarsi se saremo migliori, peggiori o uguali a prima. Saremo quel che siamo e il nostro operare seguira' al nostro essere; ma finalmente non potremo ignorarlo, neppure cacciando il cervello diecimila leghe sotto i mari. E riconoscendo finalmente cio' che siamo, forse riusciremo a giudicarlo e a scovare in noi qualche risorsa per affrontarlo e magari modificarlo.
Sarebbe gia' molto se ora, per citare un autore a me caro che cosi' parlava in un'epoca assai piu' tragica di questa (almeno al momento), prestassimo ascolto "a coloro che con la massima oggettivita' e la massima discrezione esprimono il tormento e la miseria della loro epoca".
Il presente sembra riflettere il nostro recente passato in una forma "diabolicamente" capovolta, in realta' ne mostra la vera immagine. L'epoca in cui ogni distanza deve venire meno, in cui appare intollerabile alla nostra ansia di simultaneita' ogni confine spaziale, si specchia perfettamente nello slogan osceno del "social distancing".
La pandemia e l'esigenza di contrastarla non c'entrano nulla in quanto tali. Cio' che e' rivelatore sono i modi in cui esse vengono narrate e gestite. L'epoca del preteso annullamento delle distanze e' il grembo da cui questa, in cui siamo giunti a chiamare sociale una distanza fisica di sicurezza, si genera.
Perfettamente separati lo si era anche prima: dove la distanza si annulla, si annulla la prossimita', che esige il riconoscimento dell'altro come un problema e un compito, che debbo affrontare senza poterlo mai risolvere.
I "sistemi" dell'"universale conversazione" producono il piu' perfetto degli isolamenti. Nessuna solitudine e' piu' profonda di quella in cui vive chi crede di comunicare perfettamente proprio grazie all'annullamento di ogni fisica prossimita'. Cosi' si edificano le fabbriche della paura. Cosi' ci si rinserra in case inospitali e in staterelli pseudo-sovrani.
Stiamo rischiando il definitivo annullamento di ogni spazio pubblico. Tutto nel nostro presente gia' congiurava a un tale fine. I modi e il discorso con cui la crisi che attraversiamo viene affrontata possono completare l'opera.
Non permettono forse, finalmente, i mezzi di cui disponiamo di eseguire a distanza grandissima parte delle nostre attivita'? A distanza, anzi, il lavoro e' piu' smart, insegnare e apprendere piu' economico e "universale", conferenze e convegni assemblare pubblici vastissimi. Da quanto tempo sono vuote le nostre piazze, o riempite da effimeri tromboni? Per non parlare di quei luoghi in cui si discuteva di politica (come si chiamavano? partiti?).
C'erano festival di cultura che attraevano migliaia di persone. Troppe. Meglio consentire che lo spazio pubblico si riduca a qualche movida, per la chiacchiera e la birra. Il resto a casa, al sicuro. Apriamo il bar, dove il contagio, se c'e', e' fisico soltanto, ma usiamo prudenza massima per scuole, uffici, teatri e musei.
Per vedere Raffaello non piu' di cinque minuti per sala – un solerte guardiano ci invitera' a "superare" rapidamente la Fornarina o la Velata. Forse sara' concesso fotografarle. E d'altra parte non avviene cosi' ormai da decenni? Come guarda il turista-tipo se non attraverso il suo cellulare o il suo ipad? La distruzione dello spazio pubblico e' in corso da tempo – ora che lo constatiamo "grazie" al discorso politico sul Covid, troveremo la forza per reagirvi?
Per il momento, meglio procedere nel solco della "distanza sociale", non importa se attraverso le "gride" piu' sconclusionate e contraddittorie. Anche qui abitudine antica, che la crisi si limita a evidenziare ed esaltare.
L'inflazione normativa e' vizio storico del Paese, forse quello che segna la nostra maggiore distanza, e qui si' la parola e' a proposito, dagli altri europei. Norme sovrapposte, conflitti di competenza, leggi illeggibili, con le quali amministratori e funzionari debbono quotidianamente lottare.
Le decretazioni della Presidenza del Consiglio degli ultimi mesi esprimono la quintessenza di questo incoercibile impulso normativistico cui si accompagna un autentico delirio sanzionatorio, in omaggio alle tendenze piu' plebee del senso comune.
Vecchissima storia anche questa: credere che sia la minaccia della sanzione a contare piu' della forza persuasiva implicita nella norma. No, non bisogna avere fiducia che il tuo concittadino capisca benissimo di per se' che non deve andare in giro abbracciandosi e baciandosi durante un'epidemia – no, occorrono due decreti al mese, cento regole, mille sanzioni. La vita sara' tanto piu' bella quanto piu' regolata da ordinanze per ogni possibile caso. Questa e' la cultura politica che la gestione della crisi ha messo a nudo, coscienti o meno ne siano i protagonisti.
Il Parlamento e' specchio del Paese, si diceva. Vero oggi piu' di sempre. Da agora' per eccellenza, dove la forza delle parole, insieme alla capacita' di ascolto, doveva condurre alla intesa pacifica anche sui piu' forti contrasti, il Parlamento si e' ridotto da anticamera dei partiti nella prima Repubblica, a confuso esecutore, nelle sue oscillanti maggioranze, della volonta' dell'esecutivo. Fino al miserevole spettacolo del Parlamento "a distanza", esautorato da ogni funzione, di questi mesi.
Che, a questo punto, l’opinione pubblica lo percepisca sempre più come “ente inutile” è logica conseguenza. Perché non eleggere subito un esecutivo e basta, e cioe' chi comanda, e finiamola li'? Quale altra logica si esprime nel modo in cui attualmente viene pubblicizzata la "grande riforma" della riduzione del numero dei deputati?
Solo la piu' ignobile ipocrisia puo' mascherare la verita': passo dopo passo e' l'attacco al ruolo delle assemblee rappresentative che viene portato avanti.
Ma l'attacco funziona perche' queste assemblee non funzionano, e non funzionano da decenni. O i democratici sanno riformarle o vincera' chi democratico non e'. Tertium non datur.
Nella sceneggiata degli Stati Generali tra le altre molte cose di cui non si e' parlato sta appunto la questione della ripresa di un'iniziativa riformatrice in questo campo. E per forza: puo' un presidente partorito dal grillismo farsi promotore di una nuova forma di Parlamento e Governo? L'evoluzione puo' serbarci delle sorprese, certo. E la speranza e' l'ultimo dei mali.

9. FILM. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "LA VITA NASCOSTA" DI TERRENCE MALICK
[Riceviamo e volentieri diffondiamo.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Terrence Malick, chiunque lo sa, e' uno dei piu' grandi registi viventi.
Franz Jaegerstaetter, contadino cattolico, fu condannato a morte ed ucciso il 9 agosto 1943 per essersi rifiutato di prestare servizio militare nell'esercito nazista. Scritti di Franz Jaegerstaetter: Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti, Edizioni Berti, Piacenza 2005. Opere su Franz Jaegerstaetter: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968, poi: Franz Jaegerstaetter, il testimone solitario, Editoria Universitaria, Venezia 2002; Erna Putz, Franz Jaegerstaetter. Un contadino contro Hitler, Berti, Piacenza, 2000; Giampiero Girardi, Franz Jaegerstaetter, il contadino contro Hitler: una testimonianza per l'oggi, Berti, Piacenza, 2007; Cesare G. Zucconi, Cristo o Hitler? Vita del Beato Franz Jaegerstaetter, San Paolo, Cinisello Balsamo, 2008; segnaliamo anche l'articolo di Enrico Peyretti riprodotto sul n. 637 de "La nonviolenza e' in cammino", articolo che segnalava anche i seguenti materiali: Alfons Riedl, Josef Schwabeneder (Hg), Franz Jaegerstaetter - Christlicher Glaube und politisches Gewissen [Fede cristiana e coscienza politica], Verlag Taur, 1997; videocassetta Franz Jaegerstaetter: un contadino contro Hitler, (27 minuti, in vhs) prodotta dall'Associazione Franz Jaegerstaetter, via del Forte 44/B, 38121 Martignano (Tn), tel. 0461829526 o 3474185755, e-mail: franzitalia at gmail.com; il capitolo "Un nemico dello Stato" (pp. 76-86), in Thomas Merton, Fede e violenza, prefazione di Ernesto Balducci, Morcelliana, Brescia 1965; una nota di Paolo Giuntella in "Adista", n. 11, 13 febbraio 1993, pp. 9-10. Una recente pubblicazione e': Giampiero Girardi, Lucia Togni (a cura di), Una storia d'amore, di fede e di coraggio. Franz e Franziska Jaegerstaetter di fronte al nazismo, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2013. L'associazione "Franz Jaegerstaetter Italia" pubblica periodicamente una newsletter alla figura di Franz Jaegerstaetter dedicata (per richieste e contatti: franzitalia at gmail.com, gia.gira at gmail.com)]

Il film di Terrence Malick (2019) su Franz Jaegerstaetter ci lascia ammirati e con degli interrogativi. Perche' il titolo italiano: "vita nascosta"? Il titolo originale aggiunge "Radegund", che e' il nome del villaggio natio di Jaegerstaetter (in realta' St Radegund). Forse vuol significare che la testimonianza di Franz viene dal luogo piu' nascosto rispetto alle grandi vicende storiche, di cui il film in effetti parla molto poco. Ma  St Radegund non e' cosi' nascosto: ci siamo stati piu' volte nella memoria di Franz, anche col vescovo Bettazzi, e con chi ricorda e sviluppa la sua scelta di coscienza. Li' abbiamo ancora conosciuto Franziska, allora novantenne. E' un villaggio, tra Austria e Germania, vicino ai paesi natali di Adolf Hitler e di Josef Ratzinger. Ma forse vuole anche dire che il rifiuto di coscienza che Jaegerstaetter oppone al giuramento di fedelta' personale a Hitler (richiesto a tutti i soldati reclutati), nasce e vive nell'intimo piu' profondo e ingiudicabile della sua coscienza, dove non puo' arrivare ogni sguardo. Ed e' un atto che pure ci turba, nella nostra coscienza nascosta.
Cosi' infatti si snoda la semplice storia, ora invece ben nota in libri e studi sugli aspetti visibili, documentati. Immagini di spazi ampi e belli, di vita contadina molto concreta, su cui pero' risuonano tuoni frequenti e volano nubi scure. Immagini belle di una famigliola felice, una coppia innamorata, Franz e Franziska, con tre belle bambine. Presto insorge in Franz la voce contraria al comando del potere: non vuole imparare ad uccidere. In seguito, unico, rifiuta di giurare obbedienza a Hitler. Sa che la pena e' la morte. Persone di buon senso (sia ecclesiastici, sia militari, alcuni ammirandolo, persino turbati in coscienza) vogliono persuaderlo: gli dicono che sono parole formali; puoi farlo con coscienza pura; il tuo gesto non cambierebbe nulla; nessuno ne sapra' nulla; hai una famiglia! La mentalita' di villaggio si fa dura con lui e con la moglie. Non e' ammesso uscire da come fan tutti. Vedi pure che il male vince, che Cristo e' morto per niente! Nella coscienza di Franz c'e' lotta e luce.
Il bel film fa seguire scene reali ad altre immaginarie, perche' la storia si svolge nel mondo delle cose e in quello delle coscienze: li' e' la vita nascosta, che Franz vive intensamente, semplice cristiano che respira preghiera (canonizzato dalla chiesa cattolica). Ora, su quei panorami di campagna, c'e' molto sole. Viene la condanna. Nell'ultimo lacerante incontro con Franziska, lei arriva a dirgli: "Fai quel che e' giusto". Due semplici contadini di un villaggio appartato si imbattono in quella prova di verita' che, da fonti antiche e lontane (le ripete Tolstoj, sue ultime parole) dice: "Fa' quel che devi, avvenga quel che puo'".
Non doveva vivere, per le sue bambine? Noi cosa faremmo? Ma non dobbiamo pure ammettere, a caro prezzo del nostro prudente sopravvivere, che occorre al mondo qualcuno, come l'aria per respirare, che vada avanti, a dare il segno che "non e' vero cio' che vince e si impone"? Chi viene dopo, come le sue bambine senza papa', come noi, sapra' capire che, a volte, ad uno solo, lasciato solo da tutti (ma non da Franziska), e' chiesto cio' che tutti dovevamo fare? Uno per tutti: che non sia solo a sostituirci, ma a cominciare.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 2020, pp. 140, euro 14.
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Riletture
- Bertrand Russell, Ritratti a memoria, Longanesi, Milano 1969, pp. IV + 300.
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Riedizioni
- Giorgio Bocca, Il provinciale. Settant'anni di vita italiana, Feltrinelli, Milano 2007, Gedi, Roma 2020, pp. 432, euro 9,90 (in supplemento ai quotidiani "La Repubblica" e "La Stampa").
- Dacia Maraini, Mio marito, Bompiani, Milano 1968, Rcs, Milano 1999, 2020, pp. 176, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3847 del 30 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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