[Nonviolenza] Telegrammi. 3842



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3842 del 25 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Arrigo Levi
2. Luisa Morgantini ricorda Hagar Roublev
3. Annalisa Comuzzi ricorda Hagar Roublev
4. Umberta Biasioli ricorda Hagar Roublev
5. Daniele Lugli ricorda Michele Camiolo
6. No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
7. Ancora una volta chiediamo
8. "L'Italia aderisca al Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari". Una lettera aperta alla Presidente del Senato e al Presidente della Camera
9. Per sostenere "A. Rivista anarchica", ricordando Paolo Finzi
10. Richard Attenborough
11. Giovani Borromeo
12. Oscar Botto
13. Michel Butor
14. Piero Camporesi
15. Bill Coleman
16. Umberto D'Ancona
17. Manrico Ducceschi
18. Eugenio Dugoni
19. Alfred Eisenstaedt
20. Alfredo Fiorini
21. Jacques Godechot
22. Virgilio Gozzoli
23. Leonello Grossi
24. Lindsay Kemp
25. Kathleen Kenyon
26. Kenji Mizoguchi
27. Bayard Rustin
28. Zofia Rydet
29. Armando Sarti
30. Lao She
31. Cora Slocomb
32. Boris Viktorovic Tomasevskij
33. Simone Weil
34. Ernst Wiechert
35. Kate Douglas Wiggin
36. Benito D'Ippolito: Tre lampi per ricordare Simone Weil
37. Tre accostamenti alla nonviolenza
38. Segnalazioni librarie
39. La "Carta" del Movimento Nonviolento
40. Per saperne di piu'

1. LUTTI. ARRIGO LEVI

E' deceduto Arrigo Levi, illustre giornalista e saggista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. MEMORIA. LUISa MORGANTINI RICORDA HAGAR ROUBLEV
[Dalla pagina facebook di Luisa Morgantini]

Venti anni fa, a Paros, se ne andava Hagar Roublev, delle donne in nero israeliane.
Amica, sorella, un dolore immenso la sua perdita.
Il giorno prima che morisse, mentre guardavamo gli ulivi di Paros, mi diceva: "che bello guardare gli ulivi e sapere che non verrano sradicati da un bulldozer come avviene in Palestina".
Hagar e' sempre stata contraria ad uno stato ebraico; una persona, un voto.
Aveva, insieme ad Ilan Halevi, lavorato nell'ufficio dell'Olp a Parigi, poi tornata in Israele e' stata una delle fondatrici delle Donne in nero.
Hagar, una donna che ha fatto la storia, tutte le giovani generazioni dovrebbero sapere di lei.
Io non posso dimenticarla, assistere alla sua morte e rivedere i momenti della sua agonia e' come essere squarciata.
Hagar per sempre!

3. MEMORIA. ANNALISA COMUZZI RICORDA HAGAR ROUBLEV
[Dalla mailing list delle Donne in nero]

Grazie, Luisa, per questo ricordo di Hagar, cosi' intenso e sofferto.
Io ho appena sfiorato la sua esistenza.
La rivedo accanto a te, nell'agosto 1999 a Ulcinj, in Montenegro. Erano da poco finiti i bombardamenti della Nato su cio' che restava della Federazione Jugoslava e iniziavamo a preparare l'Incontro internazionale delle Donne in Nero che si sarebbe tenuto a ottobre di quell'anno. Hagar era luminosa e appassionata, profondamente coinvolta nell'ascolto delle compagne appena uscite dalla guerra.
Ripenso al 2005, quando in Israele siamo state accolte nel kibbutz in cui viveva la sua famiglia e in tante ci siamo raccolte nel piccolo cimitero in cui riposa.
Conservo con molta vivezza questi ricordi. Sono frammenti che si iscrivono in una storia collettiva di donne a cui spesso non attribuiamo il giusto valore.
Grazie per averci parlato ancora della bellezza e dell'impegno di Hagar.
Mi viene in mente un verso di Alda Merini: "Lascio a te queste impronte sulla terra". Cosi' lei ha fatto.
Un forte abbraccio,
Annalisa

4. MEMORIA. UMBERTA BIASIOLI RICORDA HAGAR ROUBLEV
[Dalla mailing list delle Donne in nero]

Cara Luisa,
ricordo anch'io Hagar a Ulcinij, donna bella, piena di vita, solare.
Mi ha fatto capire, come altre donne di "luoghi difficili", che la vita, in tutte le sue forme, e' troppo importante e ricca per lasciarsi prendere dallo sconforto e dal pessimismo.
La sua forza e il suo sorriso mi sono ancora di aiuto.
Grazie per avercela fatta conoscere.
Umberta

5. MEMORIA. DANIELE LUGLI RICORDA MICHELE CAMIOLO
[Dal sito di "Azione nonviolenta" (www.azionenonviolenta.it) col titolo "Michele Camiolo, l'anarchico mite"]

Camiolo lo incontro nell'agosto del '63 a Perugia, al Seminario internazionale sulle tecniche della nonviolenza.
Lo ritrovo poi in numerose occasioni. E' uno dei milanesi, con Franco Fornari (straordinario psicoanalista e affascinante conversatore, che non ho piu' incontrato), Aldo Putelli (riferimento italiano della War Resisters' International), Piero Stoppani (un libertario che e' nel primo Gruppo di Azione Nonviolenta).
Non so nulla di Michele Camiolo (Michelino) se non che e' orgogliosamente anarchico. Cerca di convincerlo Ettore Nobilini, medico nonviolento e filantropo. A Orzinuovi gli hanno intestato una via. "Caro tu non sei anarchico. Il potere occorre. Solo bisogna che sia condiviso. Come dice Capitini: il potere e' di tutti. Tu sei pantarchico!". Camiolo, non l'ho mai chiamato Michele, e' pensoso e ripete "Pantarchico, pantarchico, pantarchico...". Sbotta: "No, non sono pantarchico. Sono anarchico!".
Ha una ventina di anni piu' di me. Alle manifestazioni del GAN a Milano e dintorni e' presente e diffonde il nostro materiale, assieme a quello di un gruppo locale. Sapro', non da lui, ma da un articolo di Capitini su Azione nonviolenta in memoria di Artorige Daloli, di questo "Gruppo anarchico milanese della nonviolenza". E' stato fondato appunto da Daloli e Camiolo alla fine degli anni Cinquanta. Daloli, dieci anni piu' di Camiolo, muore nell'ottobre del '64. Non ricordo di averlo incontrato. Un nipote tiene viva la memoria di una vita esemplare, ricca di impegno per l'anarchia e la nonviolenza.
A Milano, dicembre del '64, disobbediamo al divieto e decidiamo di tenere la nostra piccola manifestazione per l'obiezione di coscienza. Ne avvertiamo la questura spiegando le nostre ragioni. Siamo dunque a Milano il giorno prima per concordare l'esatto da farsi. Tra chi ci puo' ospitare e' fatto il nome di Pino, Giuseppe Pinelli, ben conosciuto sia da Camiolo che da Stoppani. A me, allora, il nome non dice nulla. Non ce n'e' comunque bisogno. Siamo ospitati da persone gia' in contatto con noi. Io sono dall'indimenticabile Giuseppe Gozzini, obiettore.
Sono certo fosse il 6 dicembre, ma ricordo i funzionari della questura, dove ci conducono e ci interrogano, lamentare "Proprio il giorno di Sant'Ambrogio", che e' invece il 7. Il 6 e' domenica e forse roviniamo il ponte con l'8 dicembre. Sono gentili e anche solerti nell'invitarci in questura e negli interrogatori. Molto curiosi di questo misterioso GAN e della sua consistenza. Siamo in quattro impegnati nell'azione: tre di Ferrara e una di Milano, con i nostri bellissimi cartelli, che ci sequestrano. Torniamo in piazza del duomo dove ci attende una sorpresa, preparata dall'ottimo Piero Pinna.
Abbiamo deciso che quattro si sarebbero fatti fermare e processare. Ci interessa affermare il diritto ad esprimere pacificamente il nostro pensiero. Abbiamo fin li' accettato immotivati divieti. Quattro per un processo esemplare possono bastare. Mentre siamo in questura il nostro posto e' preso da altri compagni di Ferrara e Milano. Secondo le previsioni hanno invece il solo compito di distribuire manifestini che illustrano l'iniziativa e stigmatizzano il divieto poliziesco. Li ha convinti facilmente Piero. Il nostro fermo non e' stato visto da nessuno. Mattina presto e anche un po' nebbiosa.
Alle mie rimostranze – l'intervento e' stato sgarbato e perfino violento nei confronti di un amico caro – Piero risponde mostrando che gente si e' raccolta e abbiamo diffuso tutti i volantini e ancora diamo spiegazioni. "Tu mi hai raccomandato di non espormi e, come vedi, sono qui". Camiolo consola una giovane venuta con noi al seguito del marito, quasi in gita, sposatasi da pochissimo. E' preoccupata perche' da tempo sono stati condotti via. "E' cosi', a quest'ora rastrellano le prostitute e c'e' da fare per l'identificazione". Mariuccia scoppia in un pianto dirotto. La giornata e anche il successivo processo finiscono bene.
Vedo Camiolo un altro paio di volte negli anni successivi. Ci mostra la sua tecnica alternativa di resistenza passiva. Non sempre poliziotti e carabinieri ti portano via riguardosamente "all'inglese". C'e' il rischio di essere malamente trascinato. Si accuccia, punta forte i piedi, stende le braccia e si lascia trainare. Perdo le sue tracce. Ho una vaga notizia di un suo sciopero della fame, sui gradini del palazzo di giustizia, nell'autunno del '69 in solidarieta' a compagni anarchici arrestati per attentati della primavera. Difesi dall'avvocato Boneschi sono tutti assolti. Il suo pubblico digiuno ha, a Milano, attenzione e vasta eco. E' in prima linea al funerale dell'amico e compagno Pinelli.
Vengo a sapere, con anni di ritardo, della sua morte a Milano il 2 dicembre 1996, all'eta' di 75 anni. La stessa "Umanita' Nova" ne da' notizia solo il 13 luglio 2003. Apprendo cosi' pure del suo lavoro in un ospedale geriatrico, del suo impegno sindacale, delle sue proposte innovative di cura a domicilio degli anziani. Il ricordo del compagno siciliano fattosi milanese si fa anche piu' affettuoso.

6. REPETITA IUVANT. NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE MUTILA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E MIRA AD IMPORRE UN REGIME TOTALITARIO NEL NOSTRO PAESE

Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza.

7. REPETITA IUVANT. ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO

Ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. REPETITA IUVANT. "L'ITALIA ADERISCA AL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI". UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL SENATO E AL PRESIDENTE DELLA CAMERA

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
ricorrendo nei giorni scorsi il LXXV anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, tanto il Presidente della Repubblica, quanto Lei, Presidente del Senato, e Lei, Presidente della Camera, ha e avete diffuso messaggi di cordoglio per le vittime e di esortazione all'impegno affinche' simili orrori non abbiano a ripetersi mai piu' e si proceda quindi verso il disarmo, la pace, la cooperazione fra tutti i popoli nel riconoscimento della comune umanita' di tutti gli esseri umani; nella consapevolezza che le armi atomiche mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' nel suo insieme.
Orbene, come e' noto, il 7 luglio 2017 una conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il necessario e non piu' rinviabile "Trattato per la proibizione delle armi nucleari", che entrera' in vigore dopo che almeno cinquanta Stati lo avranno sottoscritto e ratificato.
L'Italia e' tra i paesi che questo fondamentale Trattato ancora non lo hanno ne' sottoscritto, ne' ratificato.
In mancanza di questa firma ogni dichiarazione da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese di cordoglio per le vittime e di apprensione per le sorti dell'umanita', ogni appello da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese all'impegno altrui in assenza del nostro, rischia di apparire - ahinoi - come un vaniloquio, un esercizio di retorica, un atto di ipocrisia. E siamo certi che non erano questi il sentimento e l'intenzione vostra e del Presidente della Repubblica.
Come gia' innumerevoli associazioni umanitarie ed innumerevoli cittadine e cittadini, vi esortiamo pertanto anche noi ad assumere un impegno concreto, preciso e non piu' rinviabile: adoperarvi affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi nel piu' breve tempo possibile il Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari.
E' in vostro potere convocare le Conferenze dei capigruppo di entrambi i rami del Parlamento affinche' l'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico deliberi un documento in tal senso che impegni e vincoli l'esecutivo.
E' in vostro potere promuovere il pronunciamento del Parlamento italiano.
E' in vostro potere far si' che l'Italia finalmente si esprima con un atto giuridico cogente in pro del bene comune dell'umanita' aderendo al Trattato che impedisca alle armi atomiche di tenere sotto ricatto e minacciare di distruzione l'intera famiglia umana.
Le ragioni per farlo le avete enunciate voi stessi, cosi' come il Presidente della Repubblica, pochi giorni fa. A quelle vostre sentite parole date effettuale seguito, date autentico inveramento.
Ve lo chiedono tutte le associazioni umanitarie, l'intera comunita' scientifica, tutte le cittadine e tutti i cittadini di volonta' buona; ve lo chiede una lettura avvertita della nostra Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani; ve lo chiede l'umanita' intera; ve lo chiedono le generazioni future.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 12 agosto 2020

9. INIZIATIVE. PER SOSTENERE "A. RIVISTA ANARCHICA", RICORDANDO PAOLO FINZI

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10. MEMORIA. RICHARD ATTENBOROUGH

Il 24 agosto 2014 moriva Richard Attenborough
regista cinematografico
con gratitudine lo ricordiamo

11. MEMORIA. GIOVANNI BORROMEO

Il 24 agosto 1961 moriva Giovanni Borromeo
medico e Giusto fra le Nazioni
con gratitudine lo ricordiamo

12. MEMORIA. OSCAR BOTTO

Il 24 agosto 2008 moriva Oscar Botto
illustre indologo e storico delle religioni
con gratitudine lo ricordiamo

13. MEMORIA. MICHEL BUTOR

Il 24 agosto 2016 moriva Michel Butor
scrittore
con gratitudine lo ricordiamo

14. MEMORIA. PIERO CAMPORESI

Il 24 agosto 1997 moriva Piero Camporesi
critico e storico della letteratura e della cultura materiale
con gratitudine lo ricordiamo

15. MEMORIA. BILL COLEMAN

Il 24 agosto 1981 moriva Bill Coleman
musicista
con gratitudine lo ricordiamo

16. MEMORIA. UMBERTO D'ANCONA

Il 24 agosto 1964 moriva Umberto D'Ancona
illustre biologo e zoologo
con gratitudine lo ricordiamo

17. MEMORIA. MANRICO DUCCESCHI

Il 24 agosto 1948 moriva Manrico Ducceschi
partigiano
con gratitudine lo ricordiamo

18. MEMORIA. EUGENIO DUGONI

Il 24 agosto 1960 moriva Eugenio Dugoni
partigiano e militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo

19. MEMORIA. ALFRED EISENSTAEDT

Il 24 agosto 1995 moriva Alfred Eisenstaedt
fotografo
con gratitudine lo ricordiamo

20. MEMORIA. ALFREDO FIORINI

Il 24 agosto 1992 moriva assassinato Alfredo Fiorini
medico e amico del'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo

21. MEMORIA. JACQUES GODECHOT

Il 24 agosto 1989 moriva Jacques Godechot
storico
con gratitudine lo ricordiamo

22. MEMORIA. VIRGILIo GOZZOLI

Il 24 agosto 1964 moriva Virgilio Gozzoli
anarchico militante antifascista giornalista e scrittore
con gratitudine lo ricordiamo

23. MEMORIA. LEONELLO GROSSI

Il 24 agosto 1934 moriva Leonello Grossi
militante del movimento operaio e antifascista
con gratitudine lo ricordiamo

24. MEMORIA. LINDSAY KEMP

Il 24 agosto 2018 moriva Lindsay Kemp
artista totale
con gratitudine lo ricordiamo

25. MEMORIA. KATHLEEN KENYON

Il 24 agosto 1978 moriva Kathleen Kenyon
archeologa
con gratitudine la ricordiamo

26. MEMORIA. KENJI MIZOGUCHI

Il 24 agosto 1956 moriva Kenji Mizoguchi
regista cinematografico
con gratitudine lo ricordiamo

27. MEMORIA. BAYARD RUSTIN

Il 24 agosto 1987 moriva Bayard Rustin
militante per i diritti umani di tutti gli esseri umani
amico della nonviolenza
con gratitudine lo ricordiamo

28. MEMORIA. ZOFIA RYDET

Il 24 agosto 1997 moriva Zofia Rydet
fotografa
con gratitudine la ricordiamo

29. MEMORIA. ARMANDO SARTI

Il 24 agosto 2000 moriva Armando Sarti
artigiano e militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo

30. MEMORIA. LAO SHE

Il 24 agosto 1966 moriva Lao She
illustre scrittore
con gratitudine lo ricordiamo

31. MEMORIA. CORA SLOCOMB

Il 24 agosto 1944 moriva Cora Slocomb
femminista e filantropa
con gratitudine la ricordiamo

32. MEMORIA. BORIS VIKTOROVIC TOMASEVSKIJ

Il 24 agosto 1957 moriva Boris Viktorovic Tomasevskij
filologo teorico e critico letterario
con gratitudine lo ricordiamo

33. MEMORIA. SIMONE WEIL

Il 24 agosto 1943 moriva Simone Weil
la migliore delle maestre
con gratitudine la ricordiamo

34. MEMORIA. ERNST WIECHERT

Il 24 agosto 1950 moriva Ernst Wiechert
scrittore
con gratitudine lo ricordiamo

35. MEMORIA. KATE DOUGLAS WIGGIN

Il 24 agosto 1923 moriva Kate Douglas Wiggin
educatrice scrittrice amica delle bambine e dei bambini
con gratitudine la ricordiamo

36. MAESTRE. BENITO D'IPPOLITO: TRE LAMPI PER RICORDARE SIMONE WEIL

I.
Di tutte le pensatrici e di tutti i pensatori del Novecento
e' quella che piu' mi interroga Simone Weil

e cosi' come credo che Hannah Arendt sia il culmine della filosofia politica novecentesca
credo che Simone Weil sia il culmine della filosofia morale

ma nella sua luminosa e tempestosa esistenza
in talune sue scelte sconvolgenti
in talune sue meditazioni sconcertanti
trovo qualcosa che non trovo nelle altre pensatrici e negli altri pensatori
la cui costante lettura ha influito sulla mia visione del mondo

trovo la prossimita' a un abisso
che terrorizza e che tutto divora

trovo le inesauribili ime ragioni della resistenza
a tutte le violenze a tutte le ingiustizie

trovo il dolore che supera ogni limite
che ogni argine infrange

e trovo la ferma volonta'
di resistere fino alla fine
al male infinito
la ferma volonta'
di fare il bene
di essere bene
per quanto possibile
per quanto necessario

II.

La professoressa cresciuta alla scuola di Alain
la militante della sinistra comunista libertaria
La combattente antifascista in Spagna
l'operaia
la contadina
la mistica
la mente della Resistenza
che pensava alla costituzione dell'umanita' futura
la persona che decide di lasciarsi morire di fame

ogni gesto di Simone Weil
e' un macigno scagliato nel lago del mio cuore
che continua a interrogarmi a convocarmi

e' un appello alla nonviolenza
alla scelta nitida e intransigente
di essere parte del movimento delle oppresse e degli oppressi
in lotta per la liberazione dell'umanita'

ed insieme e' uno sguardo duro e tagliente come cristallo
sulla condizione dell'umanita' sofferente

una parola di verita'
sul dolore e sul male del mondo

una chiamata alla lotta
senza illusioni
senza speranze

una chiamata ad essere
l'umanita' come dovrebbe essere

III.

E' con tormento che leggo Simone Weil
e la sento ineludibile maestra

trovo in lei cose che non posso accettare
e verita' che sempre sono state anche mie

la sua bonta' e il suo dolore
sono una cosa sola

so che l'umanita' e' migliore
perche' lei e' esistita

IV. Congedo

Chiamo nonviolenza in cammino
la lotta delle oppresse e degli oppressi
per la liberazione dell'umanita'
e per la salvezza del mondo vivente tutto

chiamo nonviolenza in cammino
cio' che ho appreso leggendo Rosa Luxemburg
Virginia Woolf Simone Weil Hannah Arendt
Franca Ongaro Basaglia Laura Conti

chiamo nonviolenza in cammino
la resistenza doverosa concreta e coerente
alla guerra e a tutte le uccisioni
al razzismo e a tutte le persecuzioni
al maschilismo e a tutte le oppressioni

chiamo nonviolenza in cammino
quello che mi hanno insegnato le compagne e i compagni
che non si arresero al potere assassino
quello che mi hanno insegnato tutte le vittime
di tutti i poteri assassini

chiamo nonviolenza in cammino
la costituzione dell'umanita'
che Simone Weil progetto' nei suoi ultimi giorni
messaggio e lascito a tutte e tutti i resistenti
all'umanita' presente e a coloro che verranno

salvare le vite
condividere il bene ed i beni
agire la misericordia
inverare giustizia e liberta'

oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi

37. HERI DICEBAMUS ET REPETITA IUVANT. TRE ACCOSTAMENTI ALLA NONVIOLENZA

I. La nonviolenza non indossa il frac

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

II. Breve litania della nonviolenza

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

*

III. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

38. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Barbara Biscotti, Giulio Cesare. Un "tirannicidio" imperfetto, Rcs, Milano 2020, pp. 160 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Agnes Heller, La filosofia radicale, Il Saggiatore, Milano 1979, Castelvecchi, Roma 2018, pp. 176.
- Silvia Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi, Mondadori, Milano 1986, 1994, pp. XIV + 454.
*
Riedizioni
- Dacia Maraini, La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre, Rcs, Milano 2001, 2020, pp. 176, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

39. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

40. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3842 del 25 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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