[Nonviolenza] Telegrammi. 3815



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3815 del 29 luglio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Insorgere nonviolentemente contro l'orrore razzista, schiavista e stragista
2. Gianrico Tedeschi
3. Un incontro in ricordo di Paolo Finzi a Viterbo
4. Nadia Agustoni ricorda Paolo Finzi
5. La nonviolenza non indossa il frac
6. Breve litania della nonviolenza
7. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. INSORGERE NONVIOLENTEMENTE CONTRO L'ORRORE RAZZISTA, SCHIAVISTA E STRAGISTA

La strage degli innocenti nel Mediterraneo.
I lager e gli squadroni della morte libici finanziati dall'Italia.
La schiavitu' e l'apartheid nel nostro paese.
*
Occorre insorgere nonviolentemente per far cessare questo orrore.
Occorre insorgere nonviolentemente per far cessare la violenza razzista, schiavista e stragista.
Occorre insorgere nonviolentemente per salvare tutte le vite umane in pericolo.
*
L'Italia torni alla legalita' che salva le vite.
L'Italia torni alla Costituzione repubblicana.
L'Italia torni al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
L'Italia torni alla civilta', torni all'umanita'.

2. LUTTI. GIANRICO TEDESCHI

E' deceduto Gianrico Tedeschi
attore e uomo saggio
dopo l'8 settembre fu deportato in lager
serbo' memoria
resto' fedele all'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo

3. INCONTRI. UN INCONTRO IN RICORDO DI PAOLO FINZI A VITERBO

Alcune persone amiche della nonviolenza si sono incontrate il 28 luglio 2020 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" per ricordare Paolo Finzi, l'intellettuale libertario e militante anarchico deceduto una settimana fa.
Per l'esperienza nonviolenta viterbese Paolo Finzi era fin dagli anni Settanta un amico molto ascoltato, un maestro di rigore e gentilezza, un compagno di lotte, un punto di riferimento nelle riflessioni piu' fondamentali, nelle analisi piu' complesse, nelle scelte piu' ardue.
Di seguito una sintesi delle parole dette in suo ricordo nel corso dell'incontro e allegati in calce due testi di Benito D'Ippolito apparsi nei giorni scorsi sul notiziario "La nonviolenza e' in cammino".
*
Paolo Finzi e' stato un intellettuale e un militante anarchico di immensa cultura e di profonda solidarieta' che ha dedicato l'intera sua vita all'impegno comune in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la liberazione dei popoli e delle classi oppresse, nella cura per l'intero mondo vivente, per la civilta' come impegno e percorso comune dell'umanita' intera che alla violenza e alla menzogna si oppone per realizzare la societa' giusta in cui vivere sia per tutte e tutti un'esperienza degna, colma di senso e valore, felice.
La vicinanza umana a tutte le vittime di violenza e oppressione fu il suo atteggiamento costante, la cifra dei suoi giorni.
L'ascolto rispettoso delle altrui voci, il dubbio metodico che giova alla comprensione, la mitezza che nitida e intransigente resiste al male, la fiducia nel saper essere e voler restare umano, l'amore per l'umanita' e per la vita, erano la sostanza della sua disposizione dialogica e maieutica, del suo agire solidale e libertario.
Era un uomo integro, generoso e coraggioso, un antifascista e un amico della nonviolenza, un anarchico nel senso autentico e forte del termine: che ad ogni potere oppressivo si opponeva per affermare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione del bene e dei beni, alla responsabilita' per l'altra persona e per il mondo; per affermare l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani fondata proprio sull'infinita preziosa diversita' di ogni persona; per affermare la liberta' come sostanza dell'esistenza individuale e collettiva, come legame della societa' responsabile e solidale da inverare gia' nell'opera quotidiana, come principio e motore dello svolgimento della storia, come valore intimo e universale senza del quale non si da' ne' giustizia ne' misericordia, non si da' empatia ne' fratellanza e sororita'. La liberta' come infinito altruismo, come infinito riconoscimento di dignita', come benevolenza irraggiante e schiudente.
Suo principale strumento d'azione fu la parola sempre franca e leale, sempre lungamente meditata e sempre dialogica; la parola che nasce dall'ascolto, la parola aperta e ricettiva alla voce e all'opinione altrui; il vivo discorso che e' fatto di presenza e di condivisione, di ricerca comune della verita' che libera. E ancor piu' la viva impegnata tenace presenza dalla parte delle vittime, la condivisione della vita, delle lotte e delle speranze di tutte le oppresse e gli oppressi. Parresia e koinonia.
La sua tragica scomparsa convoca ogni persona che lo abbia conosciuto a proseguirne l'impegno morale e civile, sociale e politico, culturale ed esistenziale.
Convoca a serbarne la memoria ed a comunicarla, a fare della sua testimonianza un appello e un esempio.
Convoca a continuare ad opporsi ad ogni oppressione, ad ogni abuso, ad ogni violenza.
Contro la guerra e tutte le uccisioni.
Contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Per la difesa dell'intero mondo vivente.
Per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni.
Per una societa' giusta di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali.
*
Le persone amiche della nonviolenza partecipanti all'incontro viterbese hanno ancora una volta condiviso l'impegno per quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitu', l'apartheid.
1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
2. abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di premere nonviolentemente affinche' finalmente almeno nel nostro paese siano riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di insorgere nonviolentemente in difesa della legalita' che salva le vite; in difesa della democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta e conforta e sostiene; in difesa della Costituzione antifascista che nessun essere umano abbandona tra gli artigli della violenza, dell'ingiustizia, della sofferenza e della morte; in difesa di ogni essere umano e dell'umanita' tutta.
Tutte e tutti siamo esseri umani in cammino. Tutte e tutti abbiamo bisogno di aiuto. Tutte e tutti siamo esposti al male e alla morte. Tutte e tutti possiamo e dobbiamo recarci reciproco aiuto.
Sconfiggere il male facendo il bene.
Abolire la violenza con la forza della nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
*
Allegato primo: Benito D'Ippolito: Un ricordo di Paolo Finzi

I.

Trovo nella cassetta delle lettere
l'ultimo numero di "A. Rivista anarchica"
nell'ultima rubrica dell'ultima pagina
leggo dell'ultimo dono di Aurora e Paolo insieme.

Paolo e' morto lunedi'.
Non e' giusto che le persone muoiano.
Nessuno dovrebbe mai morire.

II.

Per me avra' sempre l'aspetto di quando
forse quarant'anni fa Paolo ed Aurora
vennero a trovarmi nella citta' da cui non esco mai
erano giovani e belli
per me avra' sempre quel volto.

III.

Lo so che se una persona buona
decide di lasciarci
ha meditato a lungo la sua scelta.
Eppure tutte le persone buone che ho conosciuto
che quella decisione hanno preso
come vorrei avere potuto trattenerle.

Il buio del mondo si fa sempre piu' buio
ci manca la loro luce.

IV.

Fedele alle vittime
intransigente nel vero e nel giusto
volle essere quello che condivide il pane
che si oppone a tutte le violenze
a tutte le menzogne e le oppressioni.

V.

Leggo gia' sulla stampa in poche ore come si cristallizza lo stereotipo
il giornalista anarchico amico di De Andre'.

Ma Socrate fu solo l'ateniese maestro di Platone?
Diderot fu soltanto
quel tale dei famosi illuministi
che si ricorda di solito per terzo?
Primo Levi nient'altro che uno
che era tornato dall'inferno
che poi scrisse certi libri che se ne legge qualche pezzo a scuola?

VI.

Conosco quella stanchezza e quella solitudine
e la pena di sentire che non si fa mai abbastanza per le persone che amiamo
e che la nostra lotta sovente piu' dolori che gioie alle persone piu' vicine arreca.

E che il mondo delle cose fluttuanti e della gabbia di ferro
incessante smentisce e divora e distrugge
i pochi buoni frutti della fatica nostra.

VII.

So perche' chi decide di morire va a farlo in un posto lontano
so che anche questo e' un gesto d'amore.

Ma lessi una volta un argomento conclusivo
che si oppone alla scelta che estingue la vita
e avrei voluto poterlo dire a Paolo
ad Alex alle altre persone che ho perso con cui camminavo.
Lo trovai nella Nuova Eloisa
finche' puoi fare ancora del bene
non rinunciare alla vita.

VIII.

Non posso capirlo non posso accettarlo
che un compagno ci lasci per sempre
in questa notte di strida e di tenebre
sotto questo diluvio di schegge di vetro
in questo deserto di ruggine e sale
che per sempre ci lasci un compagno
non posso accettarlo non posso capirlo.

IX.

E' morto lunedi'
e' gia' venerdi' e ancora non riesco
a crederci.

So che dovrei concludere dicendo
che resta di lui cio' che non muore
che dovremo essere degni
dei doni che ha lasciato e dell'esempio
che dovremo continuare la lotta
anche per lui.

So che dovrei concludere pensando a chi resta
con parole che diano forza e speranza
che dovrei dire della gratitudine che non si estingue
e dell'impegno che continua.

Lo so ma adesso non ci riesco
adesso penso solo che sono piu' solo
che sono troppo stanco
che non doveva morire.

Lasciatemi respirare ancora un minuto
poi tentero'.

X.

Compagne e compagni, il nostro compagno
Paolo Finzi ci ha lasciato
ma non ci ha solo lasciato
ci ha anche lasciato la sua testimonianza
ci ha lasciato le cose che ha fatto e che ha detto e che ha pensato
ci ha lasciato il compito grande
di opporci ancora e sempre ad ogni oppressione
il compito grande di continuare la lotta
per la liberazione dell'umanita' intera
dell'intero mondo vivente.

Compagne e compagni,
che possa aver pensato nell'ultima sua ora
che non ci saremmo arresi
che avremmo continuato
portandolo con noi nel cuore e nel futuro.

Compagne e compagni,
che quel suo pensiero
che il senso dell'impegno di tutta la sua vita
noi si sappia inverarlo.

Anche nel suo ricordo e sul suo esempio
continua la lotta per la giustizia la liberta' la misericordia
che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene.

Anche nel grato suo ricordo e sul suo esempio
continua solidale il cammino dell'umanita'
verso la pace la liberazione
la condivisione fra tutte e tutti
di tutti i beni di tutto il bene.

*

Allegato secondo: Benito D'Ippolito: Nosco

I.

Io so chi finanzia i gestori del grande lager libico coi soldi dei contribuenti italiani
io so chi e' "magna pars" del sistema che organizza ed esegue la strage degli innocenti nel Mediterraneo
io so come i poteri dominanti nel nostro paese e nel nostro continente
costruiscono a tavolino l'odio verso i superstiti
colpevoli di non essere morti colpevoli di essere persone
preparano eseguono i pogrom
strappano mangiano i cuori delle vittime.

Io vedo l'ordine hitleriano
dai governi europei resuscitato
io vedo la complicita' di massa
di chi non insorge nonviolentemente
per far cessare lo sterminio dei migranti
io vedo l'orrore sistematico istituzionale capillare
del regime razzista della schiavitu' delle persecuzioni dell'apartheid
dei lager e dei naufragi voluti dai governi europei
nel complice silenzio della popolazione europea
divisa tra vittime terrorizzate
e volenterosi carnefici ansiosi di iscriversi al partito nazista.

II.

Basterebbe decidere che a tutti gli esseri umani fosse riconosciuto
lo stesso diritto riconosciuto agli europei di muoversi liberamente nel mondo
con mezzi di trasporto legali e sicuri
e le mafie schiaviste dei trafficanti sarebbero annientate
e i lager in Libia sparirebbero
e la strage degli innocenti nel Mediterraneo cesserebbe.

Basterebbe riconoscere che siamo
una sola umanita'
in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Basterebbe ricordarsi di quel conclusivo monito
di Albert Einstein e di Bertrand Russell
e ricordarci tutte e tutti della nostra umanita'.

III.

Delle barricate e' l'ora
di liberare gli schiavi e soccorrere i naufraghi
di colmare le piazze e cacciare i razzisti dal governo e dal parlamento
di tornare al rispetto della legalita' che salva le vite
di tornare al rispetto della Costituzione repubblicana
di tornare al rispetto dei martiri della Resistenza
di tornare al rispetto delle nostre stesse anime.

Dell'insurrezione nonviolenta e' l'ora
per riaffermare l'umanita' dell'umanita'
che salvare le vite e' il primo dovere
che vivere insieme in pace e rispetto
in mutuo soccorso reciproca responsabilita'
e condivisione fra tutte e tutti del bene e dei beni
e' il primo diritto.

Ogni vittima ha il volto di Abele
ogni essere umano ha diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'
soccorrere accogliere assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

IV.

Non attendere che altri faccia la cosa giusta
falla tu adesso la cosa giusta
non aspettare che altri chieda aiuto
recalo adesso tu l'aiuto necessario
non esitare a compiere l'azione buona che salva le vite
non indugiare a contrastare il male che perseguita e uccide
insorgi tu per sconfiggere la violenza
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
sii tu l'erede della Rosa rossa e della Rosa bianca
sii tu a proseguire la lotta di Gandhi di King di Mandela
di Hannah Arendt di Simone Weil di Virginia Woolf
di Berta Caceres di Marielle Franco d'Isabel Cabanillas
delle innumerevoli donne che insorgono contro la violenza
e degli uomini che si pongono alla loro scuola
per far cessare quest'orgia di sangue
per far cessare questo putrescente immane banchetto di carne umana.

Sii tu a proseguire la lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita'
di Danilo e di Hedi di Piero e di Nanni di Alberto e di Alex
e di Renato e d'innumerevoli altre ed altri.

Sii tu a proseguire la lotta
di Paolo Finzi che anche lui ci ha lasciato
ed io non so come colmare questo vuoto.

4. MEMORIA. NADIA AGUSTONI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito del quotidiano "Il manifesto" col titolo "Ricordando Paolo"]

Il 20 luglio a Forli', Paolo Finzi anarchico storico, fondatore e direttore di "A - rivista anarchica", si e' tolto la vita. Un addio volontario, pensato probabilmente a lungo, attuato lontano da Milano dove viveva. Lascia tante persone, famigliari, compagni e amici nello sconcerto e nel dolore. Oso poche parole quindi per dire di una persona autentica, coltissima, critica, capace di schierarsi senza paraocchi e soprattutto uomo di grande umanita' e sensibilita'.
Il suo impegno lo ha portato un po' ovunque, dalla lotta politica, al sociale, fino alla musica, con la sua passione per De Andre' a cui tante pubblicazioni ha dedicato.
Interessato fin da giovanissimo agli ultimi, negli anni ha mantenuto la propria coerenza, basti ricordare il lavoro da lui svolto con la moglie Aurora Failla tra i Rom, fino a produrre un cofanetto con doppio DVD e libro dal titolo emblematico A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli zingari, per restituire una memoria dell'olocausto quasi sempre ignorata.
Ancor prima fu partecipe e testimone delle tante, infinite, battaglie per la giustizia (Piazza Fontana in primis) e per l'ecologia e il femminismo, a cui presto' da subito grande attenzione.
Era vicino a chi soffriva, cercava sempre una chiave in piu' per comprendere, dove altri si fermavano lui tornava a interrogarsi e a interrogare. Lo ricordo come editore e interlocutore attento, riservato sulle proprie sofferenze e che ora ci lascia con la domanda se avremmo potuto fare qualcosa.
Negli anni '90 mandai ad "A rivista" il mio primo scritto. Se non sbaglio fu una rilettura di Ritratto in piedi di Gianna Manzini, in cui la scrittrice pistoiese rievocava il padre Giuseppe Manzini, anarchico morto al confino a Cutigliano, nell'Appennino pistoiese appunto. Mi rispose subito con entusiasmo, sollecitandomi ad altre collaborazioni e mi colpi' molto, gia' allora senza conoscerlo, il modo in cui trasmetteva partecipazione a quanto leggeva.
Incontrarlo e incontrare la sua famiglia e' uno dei ricordi per me piu' cari. Come tanti/e altre/i ho perso un amico, qualcuno che col suo ascolto dava fiducia e comprensione.
E' tanto, e' tutto, ma insieme bisogna dire che grazie a lui e alla rivista "A", tante persone si sono incontrate, si sono tessuti rapporti che durano tutt'ora nel tempo e ci hanno arricchito, ci hanno portato pensiero e la forza di stare a testa alta, nonostante tutto.
La morte volontaria di Paolo, quel suo camminare incontro a un treno, se ci feriscono, se ci fanno sentire tanto vuoto, e' perche' abbiamo perso, con lui, la sua forza e integrita'.

5. REPETITA IUVANT. LA NONVIOLENZA NON INDOSSA IL FRAC

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

6. REPETITA IUVANT. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

7. REPETITA IUVANT. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Julia Kristeva, Etrangers a' nous-memes, Fayard, Paris 1988, Gallimard, Paris 1998, pp. 312.
- Kate Millett, La politica del sesso, Rizzoli, Milano 1971, pp. 544.
- Sara Ruddick, Maternal Thinking. Toward a Politics of Peace, Ballantine Books, New York 1990, pp. XII + 292.
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Riedizioni
- Gianrico Carofiglio, Testimone inconsapevole, Sellerio, Palermo 2002, Rcs, Milano 2020, pp. 338, euro 8,90.
- Murakami Haruki, A sud del confine, a ovest del sole, Einaudi, Torino 2013, 2016, Rcs, Milano 2020, pp. IV + 222, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
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Classici
- La Bible traduite et presentee par Andre' Chouraqui, Desclee de Brouwer, Paris 1974-1979, 2003, 2007, pp. 2432.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3815 del 29 luglio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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