[Nonviolenza] Telegrammi. 3812



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3812 del 26 luglio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Maurizio Calvesi
2. Quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitu', l'apartheid
3. La redazione di "A - Rivista Anarchica" ricorda Paolo Finzi
4. "Adnkronos" ricorda Paolo Finzi
5. Franco Bertolucci e la Biblioteca Franco Serantini ricordano Paolo Finzi
6. Roberto Cenati e l'Anpi provinciale di Milano ricordano Paolo Finzi
7. Il Centro studi libertari ricorda Paolo Finzi
8. Paolo Cognetti ricorda Paolo Finzi
9. Mario Di Vito ricorda Paolo Finzi
10. Giorgio Fontana ricorda Paolo Finzi
11. Carmelo Musumeci ricorda Paolo Finzi
12. Adriano Sofri ricorda Paolo Finzi
13. "Umanita' Nova" ricorda Paolo Finzi
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. LUTTI MAURIZIO CALVESI

E' deceduto Maurizio Calvesi
illustre critico e storico dell'arte
con gratitudine lo ricordiamo

2. REPETITA IUVANT. QUATTRO COSE DA FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO, LA SCHIAVITU', L'APARTHEID

1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
2. abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di premere nonviolentemente affinche' finalmente almeno nel nostro paese siano riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di insorgere nonviolentemente in difesa della legalita' che salva le vite; in difesa della democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta e conforta e sostiene; in difesa della Costituzione antifascista che nessun essere umano abbandona tra gli artigli della violenza, dell'ingiustizia, della sofferenza e della morte; in difesa di ogni essere umano e dell'umanita' tutta.
Tutte e tutti siamo esseri umani in cammino. Tutte e tutti abbiamo bisogno di aiuto. Tutte e tutti siamo esposti al male e alla morte. Tutte e tutti possiamo e dobbiamo recarci reciproco aiuto.
Sconfiggere il male facendo il bene.
Abolire la violenza con la forza della nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

3. AMICIZIE. LA REDAZIONE DI "A - RIVISTA ANARCHICA" RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito di "A - Rivista Anarchica" (www.arivista.org)]

Paolo Finzi (1951-2020)
Un uomo, un anarchico
Lunedì 20 luglio se n'e' andato Paolo Finzi, tra i fondatori di "A-Rivista Anarchica", redattore e direttore responsabile.
Se ne va un pezzo della nostra storia e dei nostri cuori.
Maestro di anarchia e di etica, di dialogo e confronto. Uomo brillante, intelligente, sensibile e gentile. Ci ha insegnato il dubbio e la riflessione, l'ascolto e il rispetto profondo e sincero.
Continueremo a navigare in direzione ostinata e contraria, portando avanti un progetto che era la sua casa e la sua vita, nel solco del suo impegno e dei suoi ideali di libertà e giustizia.
Faremo tesoro dei suoi insegnamenti.
Sara' con noi per sempre.

4. AMICIZIE. "ADNKRONOS" RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito dell'agenzia di stampa "Adnkronos", articolo del 21 luglio 2020 col titolo "E' morto Paolo Finzi, giornalista anarchico amico di De Andre'"]

E' morto Paolo Finzi, giornalista, tra i fondatori e direttore di 'A-Rivista Anarchica', nata nel 1971, amico di Fabrizio De Andre' e curatore di numerose iniziative dedicate al cantautore dopo la sua morte.?A dare la notizia i suoi colleghi della rivista che sui social hanno scritto: "Ieri, lunedì 20 luglio, se n'e' andato Paolo Finzi, tra i fondatori di 'A-Rivista Anarchica', redattore e direttore responsabile. Se ne va un pezzo della nostra storia e dei nostri cuori".
"Maestro di anarchia e di etica, di dialogo e confronto. Uomo brillante, intelligente, sensibile e gentile. Ci ha insegnato il dubbio e la riflessione - si?legge ancora - l'ascolto e il rispetto profondo e sincero. Continueremo a navigare in direzione ostinata e contraria, portando avanti un progetto che era la sua casa e la sua vita, nel solco del suo impegno e dei suoi ideali di liberta' e giustizia. Faremo tesoro dei suoi insegnamenti. Sara' con noi per sempre".
Nel 2000 Finzi ha curato il dossier 'Signora liberta', signorina anarchia'. Nel 2001 ha prodotto il CD 'Ed avevamo gli occhi troppo belli', album con la partecipazione di Dori Ghezzi e don Andrea Gallo, con registrazioni live di canzoni di De Andre' e di brani 'parlati', effettuati dal cantautore durante i suoi concerti. Nel 2004 ha prodotto il cd 'Mille papaveri rossi', raccolta di una quarantina di cover realizzata da Marco Pandin, storico collaboratore di "A". Nel 2006, dedicato a De Andre' e al suo impegno specifico in favore dei Rom e dei Sinti, ha prodotto il dvd 'A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari'. Finzi ha partecipato a oltre un centinaio di iniziative pubbliche in memoria di De Andre'.
Nato a Milano nel 1951, sua madre Matilde Bassani, ferrarese, socialista, fu arrestata dai fascisti nel 1942 per aver fatti parte di una rete clandestina di soccorso rosso nel Ferrarese, partecipando poi alla Resistenza a Roma in Bandiera Rossa.
Paolo Finzi diventa militante anarchico a 17 anni, nel 1968, e fece parte con Giuseppe Pinelli, suo 'maestro anarchico', del circolo anarchico 'Ponte della Ghisolfa' di Milano. La sera del 12 dicembre 1969, quando fu perpetrata la strage di piazza Fontana, fu il piu' giovane tra gli anarchici fermati dalla polizia insieme a Pinelli, che poi morira' precipitando da una finestra della Questura di Milano.
Nel 1971 Finzi partecipo' alla fondazione della rivista anarchica "A". Risale al 1974 la sua amicizia con Fabrizio De Andre' e Dori Ghezzi. Negli anni '80 accompagno' Pietro Valpreda, dopo la sua assoluzione come esecutore della strage di piazza Fontana, in un tour di conferenze. Si e' occupato anche di storia pubblicando due libri sugli anarchici Errico Malatesta e Alfonso Failla) e alcuni dossier.

5. AMICIZIE. FRANCO BERTOLUCCI E LA BIBLIOTECA FRANCO SERANTINI RICORDANO PAOLO FINZI
[Dal sito della Biblioteca Franco Serantini (www.bfs.it)]

La notizia della tragica morte di Paolo Finzi ci ha sconvolto tutte e tutti... siamo senza parole, se ne e' andato un amico, per me un fratello maggiore... l'anno scorso lo avevamo avuto ospite durante la presentazione del volume su Fabrizio De Andre' da lui curato, con la sua parola ci aveva accompagnato per piu' di due ore nell'immaginario e nella vita del cantautore genovese...
Amico e sostenitore da sempre, insieme a Aurora, della nostra biblioteca, persona non comune per la vasta cultura politica e non solo, uomo sensibile e coerentemente fedele alle proprie idee... per quasi cinquant'anni anima della rivista "A"...
Ci uniamo al dolore della famiglia di A, di Aurora, Alba e Elio e dell'intero arcipelago libertario... con Paolo se ne va un pezzo importante della nostra storia...
Franco Bertolucci
Circolo culturale Biblioteca F. Serantini
Associazione amici della biblioteca F. Serantini
BFS edizioni

6. AMICIZIE. ROBERTO CENATI E L'ANPI PROVINCIALE DI MILANO RICORDANO PAOLO FINZI
[Dal sito dell'Anpi regionale della Lombardia (http://lombardia.anpi.it) col titolo "Paolo Finzi, anarchico, antifascista, ci ha lasciato"]

Ci ha lasciato ieri Paolo Finzi, redattore della rivista anarchica "A" fin dalla sua fondazione nel 1971. Di famiglia antifascista, Paolo si e' occupato a lungo delle vicende legate alla strage di piazza Fontana e della tragica fine di Giuseppe Pinelli. Ho avuto modo di conoscere, in diverse occasioni, Paolo e di apprezzare la sua passione e le sue doti di studioso della storia del nostro Paese. Paolo ha approfondito una questione non sempre ricordata a sufficienza: il ruolo degli anarchici nella Resistenza italiana contro il nazifascismo.
L'altro tema cui si e' dedicato ha riguardato la deportazione e lo sterminio di Rom e Sinti nei lager nazisti, realizzando uno straordinario Dvd dal titolo "A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari".
Paolo scrive nella testimonianza allegata al Dvd: "L'origine ebraica della mia famiglia, la militanza socialista e antifascista dei miei genitori non solo prima e durante la Resistenza, l'impegno politico che ho respirato in famiglia fin da piccolo (tra parentesi, mia madre Matilde Bassani e' prima cugina di Eugenio Curiel) mi hanno portato in contatto fin da bambino con tanti reduci dai lager. Poco, molto poco, ho sentito direttamente dalla loro voce. Ma molto ho sentito dire di loro, da quelle persone, loro intime, che ne riferivano. Quei racconti si incrociavano con le letture delle testimonianze di chi avrebbe dovuto passare per il camino, ma per qualche fortuita circostanza ne era scampato. E quasi sempre con un senso di colpa devastante, aveva potuto tornare a vivere. La grande maggioranza di quelli che ebbi modo di conoscere erano ebrei. Ma non tutti. Ricordo la professoressa Arata, cattolica, mitica docente di scienze al liceo Carducci nell'epoca del '68, anche lei deportata nei lager nazisti. Sentii dentro di me il dovere morale di fare qualcosa perche' quella immane tragedia avesse, anche grazie a me, un'eco e una memoria".
Negli anni novanta i figli di Paolo diventano compagni di classe di tanti bambini Rom e Sinti. "E' in questo contesto, di interesse e simpatia per i piccoli Rom e Sinti – scrive Paolo – che ho avuto modo di approfondire la persecuzione di cui gli Zingari sono stati oggetto nei secoli e soprattutto lo sterminio attuato con allucinante sistematicita' dal regime nazista. Complessivamente si stima che nei lager nazisti siano stati eliminati circa 500.000 Rom e Sinti, provenienti in grande maggioranza dai Paesi dell'Europa Centrale".
Grazie, caro Paolo, per la tua instancabile e preziosa testimonianza.
Ai familiari esprimo l'affettuosa e commossa vicinanza dell'Anpi Provinciale di Milano.
Roberto Cenati - Presidente Anpi provinciale di Milano

7. AMICIZIE. IL CENTRO STUDI LIBERTARI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito del Centro studi libertari - Archivio Giuseppe Pinelli (https://centrostudilibertari.it) col titolo "Paolo Finzi (1951-2020)"]

Lunedi' 20 luglio 2020 si e' tolto la vita Paolo Finzi, amico e compagno di tante battaglie, responsabile dalla meta' degli anni '70, insieme alla sua compagna Aurora Failla, del mensile "A rivista anarchica", nonche' membro fondatore della rivista e del Centro Studi Libertari / Archivio G. Pinelli.
Nato a Milano nel 1951, Paolo per piu' di mezzo secolo e' stato una delle figure centrali del movimento anarchico milanese e italiano. Nel 1968 dopo aver conosciuto Giuseppe Pinelli entra a far parte del suo gruppo, Bandiera Nera, e comincia a frequentare il Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa. Il 12 dicembre 1969 e' il piu' giovane tra i fermati per la strage di piazza Fontana. Nel febbraio 1971 fonda "A rivista anarchica" insieme ad Amedeo Bertolo, Fausta Bizzozero, Rossella Di Leo, Luciano Lanza, Nico Berti e Roberto Ambrosoli. Nel 1976 e' anche tra i fondatori del Centro Studi Libertari / Archivio G. Pinelli.
Instancabile pubblicista, scrive anche alcuni libri, tra cui quello dedicato all'anarchico siciliano Alfonso Failla (Insuscettibile di ravvedimento. L'anarchico Alfonso Failla 1906-1986: carte di polizia, scritti, testimonianze, La Fiaccola, Ragusa, 1993) e a Errico Malatesta (La nota persona. Errico Malatesta in Italia (dicembre 1919 – luglio 1920), La Fiaccola, Ragusa, 1990), e numerosi dossier dedicati a vari personaggi dell'anarchismo come Emilio Canzi, Giuseppe Pinelli o Franco Serantini. Amico di Dori Ghezzi e Fabrizio De Andre', ha curato, dopo la morte del cantautore genovese, cd, dvd e altre pubblicazioni su di lui o a lui dedicate. Nel corso degli anni ha instancabilmente organizzato e promosso centinaia di conferenze sui tanti aspetti del pensiero e dell'azione anarchici, ma anche su tematiche a lui care come la poetica di De Andre' o la cultura e la persecuzione di rom e sinti.
Nella foto Paolo e' ritratto nella veste di indefesso diffusore di "A" insieme a Gianfranco Aresi (1957-2016), storico collaboratore del Centro Studi Libertari, durante la manifestazione per ricollocare la lapide in memoria di Pinelli posta in piazza Fontana dagli anarchici e democratici milanesi nel 1977, subito dopo la sua rimozione da parte dell'amministrazione Albertini, nel 2006.

8. AMICIZIE. PAOLO COGNETTI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal quotidiano "La repubblica" del 22 luglio 2020 (edizione on line della cronaca di Milano) col titolo "Il ricordo di Paolo Finzi. Da Pinelli a De Andre', vita di un anarchico che non usava mai la parola 'padrone'" e il sommario "E' stato l'anima del circolo Ponte della Ghisolfa a Milano e di 'A rivista anarchica' dove ha lavorato per quasi 50 anni"]

Paolo Finzi ci ha lasciati, l'altro ieri. Con lui Milano perde un testimone storico, un figlio appassionato e gentile, un vulcanico agitatore di periferia, e il movimento anarchico italiano perde uno dei suoi pilastri, di cui in qualche modo dovremo raccogliere l'eredita'. Io Paolo l'ho conosciuto una decina d'anni fa alla Scighera, il circolo libertario in cui veniva spesso per parlare d'anarchia, per salutare gli amici e per tornare alla Bovisa a cui si era affezionato fin dai tempi in cui frequentava un altro circolo, il Ponte della Ghisolfa di piazzale Lugano. Si', proprio quel leggendario buco di rivoluzionari. Paolo veniva preceduto dalla sua fama, era stato il piu' giovane tra i fermati per Piazza Fontana (nato nel '51, nel '69 era appena maggiorenne), amico e compagno di Pinelli e per noi che con questi miti c'eravamo cresciuti era come incontrare un pezzo di storia.
La storia veniva da ancora piu' lontano perche' Paolo era figlio di due ebrei antifascisti e partigiani, Ulisse Finzi e Matilde Bassani, lui mantovano e lei ferrarese, una madre insegnante e pedagogista che si era fatta valere durante la resistenza romana. Si erano trasferiti a Milano dopo la guerra e in quegli anni di boom economico e lotte operaie Paolo aveva trovato la sua via, anzi la sua Idea nel pensiero anarchico, entrando nel gruppo Bandiera Nera di Giuseppe Pinelli. Una scelta minoritaria e anticonformista, in anni in cui la lotta politica era rigidamente inquadrata. Dopo Piazza Fontana c'era da riorganizzare da zero il piccolo movimento anarchico milanese, e nel '71 Paolo fondo' con alcuni compagni "A rivista anarchica", in cui poi lavoro' per quarantanove anni, proprio fino all'altro ieri. In mezzo secolo di storia, "A" e' diventata senz'altro la voce piu' importante dell'anarchismo italiano. Pedagogia, antiautoritarismo e antimilitarismo, diritti delle minoranze (donne, bambini, detenuti, stranieri), da sempre sono i suoi cavalli di battaglia e sono anche i temi di cui Paolo ha scritto per tanti anni, come nei suoi studi sulla resistenza anarchica e lo sterminio nazista di rom e sinti.
Fondo' o sostenne la fondazione di tante altre realta' come il Centro Studi Libertari/Archivio Giuseppe Pinelli, la casa editrice Eleuthera. La vicinanza con il popolo rom fu all'origine di un'amicizia fondamentale nella sua vita, quella con Fabrizio De Andre'. Paolo raccontava che una volta, chiudendo i concerti, De Andre' domandava se tra il pubblico ci fossero anarchici del posto, perche' gli sarebbe piaciuto salutarli. Fu cosi' che una sera Paolo stesso busso' alla porta del camerino, non mancando di portare la rivista di cui De Andre' sarebbe diventato un fedele sostenitore. Furono Paolo e la compagna Aurora, anni dopo, ad aiutare Fabrizio nelle ricerche che l'avrebbero portato a scrivere Khorakhane' - A forza di essere vento. Paolo trovo' in Fabrizio una grande fonte d'ispirazione, forse il modello dell'anarchico che aveva in mente: colto, libero, duro e gentile, ironico e romantico al tempo stesso. Puro. Era cosi' anche lui.
Me lo ricordo ridere spesso, parlare a voce troppo alta, raccontare mille storie e perdersi a meta': era un uomo rumoroso e ingombrante, riempiva i posti dove entrava, eppure si intuivano bene i suoi momenti bui, forse anche le sue grandi delusioni. Era molto affettuoso, anche con me. Mi dava carezze, mi abbracciava. Ho avuto l'onore di scrivere per "A" mentre Paolo c'era ancora, perche' lui me l'aveva chiesto e sono stato io a ringraziarlo quella volta. Me lo ricordo ai pranzi del Primo Maggio alla Fai di viale Monza, Aurora che serviva ai tavoli e Paolo che faceva da anfitrione in quell'altro buco di sovversivi. Lui non avrebbe mai detto "padrone di casa". Padrone era una di quelle due o tre parole che non avrebbe mai usato. E' stato un nostro maestro di liberta' e cosi' sempre ce lo ricorderemo.

9. AMICIZIE. MARIO DI VITO RICORDA PAOLO FINZI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 luglio 2020 (edizione on line) col titolo "In morte di Paolo Finzi, maestro di anarchia e confronto" e il sommario "Direttore di 'A-Rivista anarchica'. Amico di De Andre', si impegno' per Valpreda, fondatore del Ponte della Ghisolfa"]

Lunedi' Paolo Finzi ha scelto di morire. Milanese, sessantanove anni, direttore – anche se lui preferiva definirsi semplicemente redattore – di A - Rivista Anarchica, la prima testata "in ordine alfabetico" d'Italia, lascia la moglie Aurora e i figli Elio e Alba.
Figlio di Matilde Bassani, ferrarese, socialista, fu arrestata dai fascisti nel 1942 perche' appartenente al soccorso rosso, Finzi e' divenuto un militante anarchico a 17 anni, nel 1968, e insieme a Giuseppe Pinelli e ad altri fondò lo storico circolo Ponte della Ghisolfa a Milano. La sera del 12 dicembre 1969 venne arrestato dalla polizia nell'ambito delle indagini sulla strage di Piazza Fontana, evento a cui, lui e tutti i militanti del Ponte, poi sarebbero risultati del tutto estranei, malgrado una campagna politica e mediatica violentissima contro di loro. Nel 1971 nacque A - Rivista Anarchica, ancora oggi punto di riferimento dei libertari italiani, luogo di spunti, riflessioni e confronti che mese dopo mese continua a uscire, impermeabile alle mode e ai capricci del tempo, una barricata di carta che Paolo gestiva con maestria e grande delicatezza. "Maestro di anarchia, di etica, di dialogo e di confronto – cosi' lo ricorda la sua redazione -, uomo brillante, intelligente, sensibile e gentile. Ci ha insegnato il dubbio e la riflessione, l'ascolto e il rispetto profondo e sincero. Continueremo a navigare in direzione ostinata e contraria, portando avanti un progetto che era la sua casa e la sua vita, nel solco del suo impegno e dei suoi ideali di giustizia e liberta'. Faremo tesoro dei suoi insegnamenti. Sara' con noi per sempre".
Tra le opere di Finzi, da segnalare il dossier "Signora liberta', signorina anarchia" su Fabrizio De Andre' (suo amico personale), il cd "Ed avevamo gli occhi troppo belli" (con Dori Ghezzi e don Andrea Gallo), il dvd "A forza di essere vento – Lo sterminio nazista degli zingari", oltre a delle preziose monografie sugli anarchici Errico Malatesta e Alfonso Failla.
Da ricordare anche il suo impegno negli anni '80, dopo la liberazione di Pietro Valpreda, ingiustamente accusato della strage del 1969. Con lui, per anni, ha girato in lungo e in largo l'Italia in un tour di conferenze. Instancabile, tra l'organizzazione di un numero di A e l'altro, continuava a partecipare a iniziative in tutto il Paese. La sua ultima pubblicazione risale all'anno scorso ed e' dedicata ancora a De Andre': "Che non ci sono poteri buoni".

10. AMICIZIE. GIORGIO FONTANA RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito di Giorgio Fontana (www.giorgiofontana.com) col titolo "Paolo Finzi (1951-2020)"]

Ieri si e' tolto la vita Paolo Finzi, direttore di A Rivista Anarchica, di cui era tra i fondatori e alla quale era devoto, con tutto lo spirito critico e la passione che lo animavano. Milito' nel movimento anarchico fin da ragazzo, insieme a Pino Pinelli. Qui trovate una sua lunga intervista attorno ad A; su Radio onda d'urto c'e' una trasmissione in suo ricordo.
Altri, che gli sono stati compagni e amici per tutta la vita, sapranno scrivere meglio di lui: io ho avuto il piacere di incontrarlo solo di tanto in tanto, da collaboratore di A, ma qualcosa vorrei dire. Anche perche', senza retorica, gli volevo bene.
Paolo era una persona meravigliosa, estremamente colta e intelligente, gentile e disponibile; e un vero maestro di sensibilita' libertaria. Coltivava il dubbio soprattutto quando il dubbio era scomodo, e nell'articolare questi dubbi era sempre rigorosissimo nella scelta delle parole.
Quando andavo a trovare lui e Carlotta Pedrazzini presso la sede di A passavamo molto tempo a chiacchierare, e ogni volta uscivo rinfrancato per aver appreso qualcosa in piu', nel contenuto e ancor prima nel metodo: nella discussione pacata ma ferma, nel prendere estremamente sul serio questioni cruciali (per prime ovviamente liberta' ed eguaglianza) senza perdere la bussola degli ideali di base, e tuttavia senza irrigidirsi in troppo facili certezze. Il suo umorismo era un magnifico antidoto alle posizioni dei molti che rinunciano per comodita' a capire e argomentare.
Ci restano i suoi scritti, il suo esempio, il suo impegno, la sua etica nutrita di pluralismo, il ricordo della sua complessa intelligenza. Ci resta il suo libro su de Andre'. E ci resta fra i tanti un meraviglioso articolo dal titolo "Ma l'anarchia senza amore, no" nel quale, mi pare, c'e' molto di lui: e che qui trascrivo. Che la terra ti sia lieve, Paolo.
"Mi vengono in mente tre persone, cosi', d'acchitto, se metto accanto queste due parole: anarchia e amore.
La prima e', scontata per chi mi conosca, Errico Malatesta. Per una precisa ragione, che ho colto appieno solo recentemente, dopo qualche decennio di frequentazione con la lettura dei suoi scritti. E cioe' che nessuna/o, tra le madri e i padri dell'anarchismo (almeno quello di lingua italiana), ha piu' di lui utilizzato le due parole, accostandole. Credo si possa dire che per Malatesta (e non solo per lui) l'anarchia non sia che la realizzazione progressiva di un ordine sociale basato sull'amore. Persona pudica della propria vita privata, com'era in parte nella sensibilita' dell'epoca, Malatesta resta sempre sulle generali, non fa riferimenti personali. Ma utilizza il termine "amore" nella sua piena accezione, si comprende che lo fa volentieri, affidando alle ragioni del cuore, del sentimento, della sensibilita' una fondatezza e un'importanza che non stanno mai al di sotto della sua concezione logica e vorrei dire "scientifica", o per lo meno rigorosamente laica, della vita associata e quindi dell'anarchia che ne e', a suo avviso, la migliore forma realizzabile.
La seconda persona e' Emma Goldman, la militante anarchica lituana, vissuta a cavallo degli scorsi due secoli, eccezionale figura di donna, con una concezione dell'anarchia abbastanza simile – nei suoi valori etici di fondo – a quella malatestiana. Ma, come gia' si evince dalla lettura dei suoi scritti e in particolare della sua densa autobiografia, con una estensione stravolgente dell'amore da mero sentimento "generale" a concreta, quotidiana, anche squassante modalita' di relazione, compresa la "parte" (se cosi' si puo' connotarla) specificamente relazionale e sessuale, "Non e' proprio necessario che le donne tengano sempre la bocca chiusa e la vagina aperta". Difficile pensare queste parole nei pur validi scritti del rivoluzionario campano.
Cosi' come e' impossibile pensare a Goldman con in bocca le parole di un altro cultore dell'amore come ambiente naturale dell'anarchia, quel Pietro Gori – la terza persona che mi viene in mente – che, tra le sue poesie/canzoni, scrisse versi come questo "Al tuo amor fanciulla mia, ben altro amor io preferia, e' un'idea l'amante mia, a cui detti braccia e cor". Malatesta non scrisse mai cose simili, Goldman scrisse l'opposto.
Nella sua rivendicazione pubblica del piacere, del danzare, della sensualita' e della sessualita' come patrimonio e finalita' come individuo prima ancora che come anarchica, Goldman per decenni fu vista con circospezione e anche con profondo dissenso da quegli anarchici che ritenevano che fosse a dir poco sconveniente teorizzare ma soprattutto raccontare con chi era andata a letto, magari mentre il suo compagno "ufficiale" era in galera. E non pochi negli ambienti libertari la consideravano una puttana.
Anarchia e amore. Se non si prestasse a stupide malevole criminalizzazioni, direi che ci troviamo davanti e dentro a due parole esplosive. Io credo che possa benissimo esistere l'amore, e sia sempre esistito, anche senza anarchia. Ci mancherebbe.
Ma l'anarchia senza l'amore, no. Anche ci fosse, non puo' essere l'anarchia "nostra". E credo davvero che la lunga, complessa, anche contraddittoria storia dell'anarchismo sia anche leggibile come una lunga, complessa, anche contraddittoria storia d'amore. Una storia d'amore per la liberta'.
Amore con la "A" maiuscola, dalla parte degli sfruttati, degli oppressi, degli emarginati, ecc. ecc. E anche con la "a" minuscola, con l'amore quotidiano, concreto, solidale, anche fisico.
E se e' vero che il mezzo e' il fine, che il seme prefigura la pianta che sara', allora e' proprio vero che per noi amore e anarchia tendono a sovrapporsi. Sono quasi sinonimi".

11. AMICIZIE. CARMELO MUSUMECI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito dell'agenzia di stampa "Pressenza" (www.pressenza.com), ricordo del 21 luglio 2020 col titolo "Paolo Finzi, l'anarchico amico degli ergastolani"]

Chi piu' chi meno, siamo tutti preparati a morire, ma non lo siamo mai abbastanza quando muore un amico, perche' l'amicizia, in particolar modo per un anarchico, e' il sentimento piu' forte di qualsiasi altro legame.
La scomparsa di Paolo Finzi, tra i fondatori, redattore e direttore responsabile, di "A-Rivista Anarchica", mi ha spiazzato e addolorato, anche perche' e' impossibile per un prigioniero dimenticare un amico che ti viene a trovare in carcere quando sei condannato a essere cattivo e colpevole per sempre. Paolo non solo mi veniva a trovare in carcere, ma con la sua rivista ha dato sempre voce a me e agli uomini ombra (cosi' si chiamano fra loro gli ergastolani). Paolo, perche' te ne sei andato? Avevamo ancora bisogno della tua voce e della sua luce per tentare di cancellare nel cuore degli umani e nel nostro ordinamento giuridico la pena piu' crudele che un uomo possa dare e ricevere: la condanna alla "Pena di Morte Viva".
Nella nostra ultima telefonata mi aveva espresso il desiderio di dedicare un numero speciale sul carcere ed io avevo gia' cominciato a raccogliere le testimonianze dal "di dentro", adesso come faro' a continuare a lottare da solo? Nelle nostre chiacchierate nella sala colloqui in carcere mi diceva spesso, per farmi coraggio, che non tutta la societa' era d'accordo a considerare irrecuperabili per sempre i condannati all'ergastolo e mi stimolava a resistere, a scrivere e a lottare. Ci siamo visti spesso anche fuori, quello che mi piaceva piu' di tutto di Paolo era la sua ironia, unita alla sua umanita'.
Una volta parlando di amore, religione e anarchia, commentando una frase di Margherita Hack che diceva "Non c'e' bisogno di nessuna religione per avere una morale", io avevo commentato che un anarchico non ha bisogno ne' dell'una ne' dell'altra e tu, Paolo, avevi sorriso con il cuore, gli occhi e le labbra... Ecco, ti voglio ricordare cosi'... perche' gli anarchici non hanno paura di morire, sono contrari a qualsiasi potere, anche quello della morte, sono immortali. Buon riposo Paolo.

12. AMICIZIE. ADRIANO SOFRI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal quotidiano "Il foglio" del 23 luglio 2020 (edizione on line) col titolo "Paolo Finzi 'ha camminato per un'ora incontro a un treno'" e il sommario "E' sempre stato anarchico e militante, ha diretto A, la rivista anarchica, ha studiato e scritto, e' stato uno strenuo difensore di perseguitati. Si e' fatto travolgere a Forli' lunedi' pomeriggio"]

Paolo Finzi era un liceale di 18 anni appena compiuti quando fu fermato nella questura milanese dopo la strage alla Banca dell'Agricoltura. Fu fermato perche' era anarchico, come Pino Pinelli. Da Roma, avrebbe raccontato un funzionario, ci avevano ordinato una retata cosi' numerosa che anarchici e affini non bastavano, e andammo alla stazione a rastrellare un po' di disgraziati. Finzi aveva un alibi e lo misero fuori. Anche Pinelli aveva un alibi. Paolo Finzi e' sempre rimasto anarchico e militante, ha diretto A, la rivista anarchica, ha studiato e scritto, e' stato uno strenuo difensore di perseguitati, ha avuto un sodalizio fecondo e fedele con Fabrizio De Andre'. Ho avuto rapporti solo distanti con lui, anche se molto affettuosi; lo dico perche' non ho saputo ne' immaginato la sua lunga tristezza, che gli era diventata insostenibile. Era a Forli' per una comune circostanza, poi, come ha scritto suo fratello Enrico, "ha camminato per un'ora incontro a un treno, che poi veloce l'ha travolto". Le cronache locali hanno intitolato "Era un anarchico lo sconosciuto che si e' gettato sotto il treno". Come una canzone, triste.

13. AMICIZIE. "UMANITA' NOVA" RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito di "Umanita' Nova" (https://.umanitanova.org)]

La Redazione Collegiale e l'Amministrazione di Umanita' Nova apprendono con dolore della scomparsa, avvenuta oggi, di Paolo Finzi, direttore di A – Rivista Anarchica e amico di lunga data del nostro settimanale. Ci uniamo al cordoglio e al lutto dei compagni e delle compagne della redazione di A – Rivista Anarchica e di quante e quanti lo avevano caro.
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Qui sotto abbiamo raccolto un ricordo di Massimo Ortalli, compagno dell'Archivio Storico della FAI di Imola, e alcuni dei comunicati arrivati.
La redazione web.
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Parafrasando il suo amatissimo Malatesta, "mi e' morto un fratello".
E' quasi impossibile tratteggiare in poche righe la figura di Paolo Finzi. Comunque ci provero'.
Ricordando il lunghissimo, intenso rapporto, umano e politico, che ha percorso le nostre vite.
Paolo e' stato un compagno raro, una persona che faceva diventare importanti anche i momenti piu' conviviali della nostra amicizia. La profondita' del suo pensiero non lasciava nulla al caso, e in ogni nostro colloquio, si trattasse di commentare un futuro articolo per A-rivista o un fatto riguardante la vita e l'attivita' del movimento (purtroppo, a volte, non edificante), non concedeva nulla alla superficialita' ma arrivava sempre all'essenziale. E il fatto che le sue considerazioni, anche le piu' serie, fossero inframezzate dalle battute salaci che nascevano dal suo spirito caustico e irriverente (esempio fulgido e disincantato del migliore "umorismo ebraico") faceva delle nostre telefonate (per molti anni pressoche' quotidiane) e dei nostri incontri momenti di approfondimento, di allegria, di analisi appassionata e di lieve piacevolezza.
Questo era Paolo, per me. Un amico, un fratello, un compagno dalle doti umane incomparabili. Un punto di riferimento che qualche volta ha voluto, immodestamente, lo fossi anch'io per lui. Fino agli ultimi mesi di distacco e silenzio. Una persona dotata tanto di un'etica inflessibile e granitica quanto di una disponibilita' e di una generosita' quasi infantili. Doti che gli hanno permesso di costruire tutto quello che sappiamo e che al tempo stesso gli hanno fatto affrontare, purtroppo non fino alla fine, la vita con un ottimismo consapevole della sua fragilita'.
Mi manchera' Paolo, mi manchera' terribilmente, mi mancheranno le nostre telefonate e il nostro concordare su (quasi) tutto, mi mancheranno le sue battute come le sue analisi. Raramente, in tanti anni di militanza, mi sono trovato cosi' in sintonia con un compagno. Raramente ho trovato un punto di appoggio cosi' fermo e determinato. Questo era Paolo, un compagno e un amico raro.
E oggi, quando il postino mi ha consegnato l'ultimo numero della rivista, la sua creatura, che ha accompagnato fino al cinquantesimo anno, mi lascio prendere da un moto di commozione. Anche perche', nel leggere il suo ultimo editoriale, mi sembra di intravedere fra le righe qualche segno di quel peso tremendo che l'avrebbe portato alla sua ultima scelta. L'unica, forse, di cui non ha voluto rendermi partecipe.
Ti abbraccio, Paolo,
Massimo Ortalli
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Il Gruppo Bakunin di Roma porge l'estremo saluto al compagno Paolo Finzi con cui ha condiviso ottimi rapporti umani, il calore della fede nel comune ideale ed il sale della polemica, talvolta aspra, sulla valutazione dei fatti della nostra storia e dei nostri percorsi degli ultimi 50 anni.
Giunga il nostro cordoglio a Aurora, Alba e Elio ed ai compagni della redazione di A Rivista anarchica.
Gruppo Anarchico Bakunin – FAI Roma e Lazio
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Paolo Finzi non e' piu'
Una drammatica notizia ci ha raggiunto ieri. Paolo Finzi si e' tolto la vita. Davanti a fatti di questo genere ogni discorso si perde nel dolore. Vogliamo pero' ricordarlo come un compagno di cuore e di testa, che ha saputo in tantissimi anni di militanza anarchica diffondere il nostro pensiero con la parola, con la penna e con una presenza politica che non si potra' dimenticare. E' stato nel 1971 tra i fondatori di A Rivista anarchica e successivamente direttore responsabile, una delle migliori pubblicazioni libertarie che esce tutti i mesi nelle principali librerie e non solo. Paolo e' stato un compagno generoso e aperto a tante contaminazioni ed ha saputo costruire, come pochi altri, dei rapporti importanti nel mondo della cultura, dello spettacolo e del giornalismo. Con Paolo siamo sempre stati in contatto, organizzando numerosi eventi culturali e alcune feste a Massenzatico (RE) presso le Cucine del Popolo per la rivista. Vogliamo ricordare quella per i 400 numeri di A Rivista anarchica svoltasi il 27-28 giugno 2015, dove abbiamo trascorso due bellissime giornate insieme. Ricorderemo Paolo Finzi con un evento libertario che realizzeremo con i compagni e le compagne e con alcuni collaboratori della rivista ad ottobre. Sara' un primo appuntamento per non dimenticarlo. Alla famiglia le piu' sentite condoglianze.
Area Libertaria reggiana
Cucine del Popolo
FAI Reggiana
USI Reggio Emilia
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Ciao Paolo.
Non e' facile scrivere di un compagno che se ne va. Ancor piu' se quel compagno si chiama Paolo Finzi. Lo abbiamo avuto nostro ospite l'11 gennaio scorso, per una iniziativa su De Andre', nella conferenza che prendeva spunto da una delle sue ultime fatiche editoriali: Non ci sono poteri buoni. Una iniziativa che andava oltre il ricordo della figura dell'amico cantautore e del compagno genovese, per rappresentare una bella testimonianza di vita, di lotta, di crescita; narrazione di un mondo che non e' piu'. E' stata molto partecipata la conferenza di Paolo, l'11 gennaio scorso, prima della pandemia; un mondo fa. Per alcuni di noi Paolo era A Rivista, con il suo inconfondibile marchio di copertina, ripreso piu' volte da tanti esperimenti editoriali dell'anarchismo, in Italia e fuori, lungo un tempo che copre mezzo secolo di storia.
Trovare la rivista esposta nelle edicole della periferia italiana, in giro per le grandi citta' o all'entrata delle sedi dei compagni, era qualcosa di buon augurio. Non si puo' ricordare Paolo senza mettere l'uomo e il compagno all'interno del contesto storico e di vita che ha attraversato. Figlio di quella generazione di giovani, ricca di speranze e di tensioni verso il futuro, gia' conoscitrice di molte cose, ma inestinguibilmente assetata di nuovi saperi. La generazione della fine degli anni sessanta, cresciuta fra utopie vissute e strategie della tensione subite, fra un prossimo assalto al cielo annunciato e le rotture interne ad un movimento anarchico che soffriva il mutare dei scenari sociali ed economici, le contraddizioni di classe e di ceto, le spinte liberali, umaniste e sindacali, poco rappresentative di quella questione sociale che ne aveva caratterizzato i decenni migliori.
Al di la' di qualsiasi valutazione, Paolo ha rappresentato un compagno che e' riuscito ad essere sempre presente in maniera ostinata e contraria in ogni mutar degli eventi. Paolo e' riuscito a mantenere una lucidita' ed una coerenza di pensiero e costruzione dell'azione, sempre legata alla societa' in cui viveva, ai tempi che stava attraversando. Lui, come molti compagni appartenenti alla sua generazione. Scontato dire che su alcune cose non ci si trovava d'accordo. La genuinita' del pensiero e dell'uomo sta nell'essere vivo quando non tutto quello che dice, non tutto quello che fa e' condiviso. Vale per molte situazioni, ancor piu' per l'agire e il pensare libertario. E questo aspetto probabilmente rappresenta l'eredita' piu' importante di Paolo Finzi, il compagno di Milano, il direttore di A Rivista, l'infaticabile e generoso cacciatore di morosi di abbonamenti non pagati. A noi, figli della generazione successiva all'assalto al cielo l'insegnamento di Paolo, la sua storia e le sue storie, debbono servire per riuscire a tenere in mano il testimone da passare alla generazione di ribelli e di rivoluzionarie, di refrattarie e militanti, di libere e bestemmiatori incalliti, che c'e' gia'.
Un abbraccio alla famiglia di Paolo, alla redazione di A, alle compagne e ai compagni che gli erano piu' prossimi, e a tutti noi. Ciao Paolo. Ciao Anarchico.
Federazione Anarchica Italiana
sez. "M. Bakunin" – Jesi
sez. "F. Ferrer" – Chiaravalle
Centro Studi Libertari "Luigi Fabbri" – Jesi
Circolo Studi Sociali "O. Manni" – Senigallia
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Non ci sono parole per descrivere il nostro sgomento davanti alla morte di Paolo Finzi. Con lui abbiamo attraversato cinquant'anni di vita, cementati da grande affetto e da un legame umano, non solo politico, che restera' per sempre nei nostri cuori.
Con Paolo va via un pezzo importantissimo del movimento anarchico. La sua capacita' di parlare a tutti, di farsi capire e apprezzare anche e soprattutto al di fuori del nostro movimento e' stata la cifra piu' significativa della sua militanza. Una militanza vissuta e concepita senza rigidita' ideologiche, al di fuori degli sterili settarismi dai quali – spesso – neanche gli anarchici sono immuni.
Non sempre ci siamo trovati d'accordo su certe analisi o su alcune scelte. Qualche volta abbiamo discusso, anche aspramente. Ma la stima e l'affetto, quelli, non sono mai stati in discussione, cosi' come sempre dovrebbe essere, specialmente tra chi condivide gli stessi ideali di liberta', solidarieta', di aiuto reciproco.
Tutto questo rimarra' per sempre, anche se Paolo non c'e' piu'.
Ad Aurora e ai suoi figli Elio e Alba, alle compagne e ai compagni di A – Rivista Anarchica va il nostro abbraccio piu' caldo e sincero.
Ciao Paolo
Gruppo Anarchico "Alfonso Failla" – FAI Palermo
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Ci addolora la scomparsa di Paolo Finzi animatore di A Rivista e persona di grande apertura culturale. Figlio di Matilde Bassani Finzi e Ulisse Finzi, partigiani a Roma tra il 1943 e il 1945, Paolo e' stato anche uno dei piu' convinti sostenitori di Umanita' Nova dall'esterno.
Siamo vicini ai suoi famigliari, ai suoi compagni, compagne e alla redazione della rivista.
Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma
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La scomparsa di Paolo ci ha lasciato sgomenti. Il pensiero e' andato subito alla sua ultima visita a Trieste nella nostra sede, pochi mesi fa, per parlare del libro dedicato al suo amico Faber.
Nessuno avrebbe potuto pensare che sarebbe stato un addio e non un arrivederci.
Il rapporto di Paolo con il nostro gruppo e' sempre stato molto intenso, spesso diceva che "il Germinal era uno dei pochi che diffonde la rivista A dalla sua nascita... e anche la pagava".
Non solo e' stato ospite a Trieste per tante iniziative nel corso dei decenni ma ci ha dato una mano straordinaria quando, nella seconda meta' degli anni duemila, avevamo intrapreso la sfida di comprarci la nostra nuova sede. Grazie a lui "A" mise a nostra disposizione un supplemento che raccontava la storia della sede di via Mazzini 11 allo scopo di raccogliere fondi per la nuova.
Anche coi vecchi compagni del Gruppo il rapporto era stretto: un momento di orgoglio per Paolo fu quando Tommasini gli disse che, per lui, A era il miglior giornale del movimento.
E' una grave perdita per i compagni e le compagne che lo hanno conosciuto, per tutto il movimento anarchico e in particolare per la "sua" A-rivista per la quale non ha mai risparmiato le proprie energie.
Crediamo che il modo migliore per essergli vicino sia proprio leggerla e diffonderla e, per chi ne ha la possibilita', contribuire a tenerla sempre viva e ricca di contenuti.
A chi resta, il compito di continuare a fare del nostro "peggio", nella convinzione che non ci sono poteri buoni.
Le compagne e i compagni del Gruppo Anarchico Germinal di Trieste
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Paolo non c'e' piu'. Paolo se ne e' andato di sua volonta'.
Ci mancherai: da anni eri una presenza assidua, non avevi bisogno di inviti per venire alle iniziative della Federazione Anarchica milanese e dell'Ateneo Libertario.
Ci mancherai: con la puntualita' di un orologio tutti i mesi si veniva in redazione a prendere le copie di A Rivista, cascasse il mondo ma la rivista usciva. La stessa tenacia che le redazioni di Umanita' Nova hanno tenuto da 100 anni.
Ci mancherai: la tua era una presenza discreta, ma quando intervenivi non eri mai spocchioso, sempre rispettoso delle sensibilita' altrui.
Ci mancherai: quando arrivavi con Aurora alle nostre cene di finanziamento, di solito prima di ogni iniziativa; arrivavi che avevi gia' cenato, perche' dovevi stare controllato per il cibo, ma assaggiavi e facevi i complimenti per la qualita'.
Ci mancherai: quando arrivavi come era abitudine ormai da anni con una cinquantina e più di ragazzi tedeschi e dell'est Europa alla ricerca delle radici dell'antifascismo in un tour italiano dove la nostra sede era ormai un punto fisso.
Ci mancherai: al Primo Maggio dove la tua tribu' era da anni una presenza fissa. Quest'anno, "maledetto covid 19", e' saltato tutto. Nulla e' stato piu' come prima.
Ci manchera' non vederti piu' in quella che per noi compagne e compagni della Federazione Anarchica - Milano consideravamo la tua casa, la nostra casa,la casa degli anarchici.
Orgogliosi di averti avuto per compagno di strada insieme ad Aurora compagna e compagna della vita, Alba, Elio, Rudy ,i bimbi Luna e Lapo.
Noi anarchiche e anarchici pensiamo che le relazioni fanno la qualita' del vivere e in questi anni abbiamo imparato quanto Carlotta e Michela collaboratrici di A Rivista siano state importanti perche' la vita della rivista fosse in un rapporto pieno, intenso con il mondo.
Ciao Paolo
Che la terra ti sia lieve
Le anarchiche e anarchici dell'Ateneo Libertario - Federazione Anarchica - Milano

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Primo Levi, Opere, Einaudi, Torino 1997, 2 voll. per pp. CXXVI + 1474 (vol. I) e pp. XVI + 1606 (vol. II).
- Primo Levi, Opere complete III, Einaudi, Torino 2018, pp. XXXVI + 1346.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3812 del 26 luglio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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