[Nonviolenza] Archivi. 401



==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 401 del 14 luglio 2020

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di giugno 2020 (parte nona)
2. Per Mario, cinque anni dopo
3. Di roghi, naufragi, schiavitu' e omicidi
4. "Le vite di tutti gli esseri umani hanno valore. Salvare le vite e' il primo dovere". Un appello con preghiera di diffusione
5. Per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza: una minima bibliografia essenziale di riferimento (2014)
6. Tommaso Moncada
7. Ricordando don Roberto Burla, approssimandosi il terzo anniversario della morte
8. Brevissima conclusione di un lungo ragionamento sulla storia, sulla memoria, sui carnefici e le vittime; e sui compiti dell'ora
9. Giulio Giorello

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GIUGNO 2020 (PARTE NONA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di giugno 2020.

2. PER MARIO, CINQUE ANNI DOPO

Cinque anni fa ci lasciava il nostro amico e compagno di lotte Mario Onofri.
Lo ricordiamo con affetto e gratitudine che non si estingue.
*
Una breve notizia su Mario Onofri
Mario Onofri e' deceduto a Viterbo, la sua citta', il 13 giugno 2015, aveva 64 anni. Era un uomo dolce e mite, sapiente e generoso. Fotografo, artista, viandante e ricercatore, studioso e testimone, militante per i diritti umani, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto alle persone sofferenti, alle persone oppresse. E' stato uno dei migliori compagni di lotte di quanti a Viterbo si sono battuti e ogni giorno si battono contro i poteri criminali e contro il regime della corruzione, contro la devastazione della natura e della cultura, contro la guerra e contro la violenza, contro il razzismo e contro il maschilismo, contro lo sfruttamento e l'oppressione; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la liberazione dell'umanita' intera; in difesa di quest'unico mondo vivente. Anche grazie all'azione di Mario Onofri la nonviolenza e' in cammino. All'indomani della sua scomparsa scrissero di lui alcuni degli amici e compagni di lotte che piu' gli furono vicini: "Grande artista, fotografo e visionario, dagli anni '60-'70 Mario ci ha donato luminose visioni di persone e luoghi con i suoi scatti - di grande perizia tecnica - intrisi di bellezza e malinconia, dolcezza e saggezza, espressione di un cuore e di un occhio sapientemente sensibili e sempre alla ricerca di quei caratteri e paesaggi autentici ed evocativi che sapeva cogliere esprimendo la profonda essenza della vita, dell'umanita', della storia e della natura. Grande viaggiatore, profondo conoscitore dell'India, Mario Onofri lascia un grande patrimonio artistico e documentario, storico ed umano, che - dal bianco e nero al colore - ci permettera' di rivedere, senza mai banalita', la metamorfosi socio-culturale e paesaggistica di Viterbo impressa in cinquant'anni di fotografie. Oltre all'altra sua grande passione, quella dell'India, di questo meraviglioso paese di cui era innamorato e del quale ha magistralmente colto e restituito la poesia, i colori e la magia". Ricordandolo nel primo anniversario della scomparsa di lui e' stato scritto: "artista e ricercatore, militante nonviolento per la pace, i diritti umani, la difesa dell'ambiente e della civilta'. Era un uomo buono, mite, gentile, di garbo levissimo e finissima ironia, di profondi elevati pensieri, di immensa generosita'. Intellettuale dai molti interessi e di molte esperienze, infaticabile viaggiatore e natura contemplativa, acutamente consapevole della fragilita' di ogni persona e della volatilita' di ogni esistenza - e per questo vieppiu' soccorrevole e accudente -, attivista costantemente impegnato per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano, per la liberazione delle oppresse e degli oppressi, per l'amoroso rispetto del mondo vivente tutto. Ne ricordiamo le qualita' di artista visivo, di antropologo del presente, di testimone del tempo e dei luoghi, delle relazioni e dei mutamenti, dei movimenti collettivi e delle esperienze culturali che con intensa partecipazione visse e documento'; lo ricordiamo fedele alle amicizie fino all'abnegazione, tenero e luminoso confortatore nelle distrette, saggio gioioso e meditabondo nel convivio; lo ricordiamo compagno di lotte e di ragionamenti necessari, strenuo ricercatore della verita', la verita' che libera, la verita' che ama, la verita' che e' prendersi cura delle altre persone e del mondo vivente, compassione operosa e universale fraternita'. A chi ha avuto il privilegio grande di essergli stato amico lascia un tesoro di ricordi iridescenti, e un'esortazione a perseverare nell'impegno per la liberazione di ogni essere umano, affinche' tutti possano godere di una condivisa felicita', in una solidarieta' che ripudia e contrasta e sconfigge ogni violenza, e l'intero mondo vivente abbraccia in un rivolgimento amoroso che e' insieme comprensione di se' e del tutto. Lascia anche un'opera vasta e preziosa, in massima misura tuttora dispersa e inedita, un regesto di immagini salvate dalla fuga del tempo il cui pregio artistico e documentario - ed ermeneutico, e morale quindi - e' cospicuo, e che occorre dunque finalmente raccogliere, pubblicare e valorizzare a beneficio dei presenti e dei venturi, dono estremo di un uomo giusto all'umanita'". Cosi' lo ricordavamo nel quarto anniversario nel 2019: "Quattro anni fa ci lasciava Mario Onofri, persona generosa, amico della nonviolenza, compagno di lotte per la dignita' e la liberazione dell'umanita' intera e per la difesa di quest'unico mondo vivente. Sapeva coniugare vita contemplativa e vita attiva, con pazienza e ironia, gentilezza e franchezza, umilta' e accudimento, ed era l'amico che chiunque vorrebbe avere per amico nell'ora in cui di un amico hai piu' bisogno. Per me, e credo anche per molte altre persone che lo hanno conosciuto, e' stato piu' che un amico, un fratello. So che se fosse ancora vivo oggi sarebbe sulle barricate - o sulle navi dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo - a combattere contro il razzismo e lo schiavismo, a lottare per salvare tutte le vite, a difendere la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, a contrastare il governo razzista e golpista che sta commettendo mostruosi crimini contro l'umanita', a resistere contro il fascismo che torna. Ricordarlo e' proseguire la lotta comune". Cosi' lo abbiamo ricordato ancora una volta pochi giorni fa: "Il 13 giugno ricorre il quinto anniversario della scomparsa di Mario Onofri, artista e militante per i diritti umani di tutti gli esseri umani, esploratore del cuore delle persone e del mondo; un amico generoso, e coraggioso un compagno di lotte. Chi lo ha conosciuto non ne ha dimenticato la gentilezza e la bonta', il tratto garbato e la fine ironia, la tenace opposizione a tutte le ingiustizie, la pazienza non rassegnata e il disincanto mai sconfortato, la mitezza e la levita', la tensione morale e civile, l'impegno nella solidarieta' e nella condivisione del bene e dei beni. Era un uomo innamorato Mario: della vita e delle persone cui voleva un bene dell'anima; dell'India in cui aveva a lungo soggiornato e di quella che sognava e raccontava con fervore e abbandono; dell'arte della fotografia in cui eccelleva; della convivialita' in cui si donava senza riserve. La contemplazione mai inerte della bellezza si accompagnava in lui all'indignazione per ogni nequizia; la disposizione all'ascolto e all'autocritica, l'attitudine meditativa, l'atteggiamento schivo e modesto, si accompagnava all'urgenza di contrastare le menzogne e le violenze, di fare il bene. Era un persuaso della nonviolenza. Sapeva essere insieme entusiasta e parco, aveva scelto la semplicita' volontaria, aveva vissuto una vita ad un tempo sobria e avventurosa, la sua conversazione e la sua compagnia era preziosa e iridescente; sapeva ascoltare e prendersi cura. Non si vantava mai delle cose buone fatte, inverava nel suo agire la massima secondo cui quando fai una buona azione non devi esibirla. Aveva conosciuto mondi diversi: i fiammeggianti e decadenti ambienti artistici romani, l'India urbana frenetica e lacerata e quella rurale remota e gandhiana, la provincia italiana sonnolenta e gorgogliante; si nutriva di buone letture, di un'informazione internazionale aggiornata e approfondita dedotta da riviste prestigiose, di conversazioni attente e fluviali. E vorrei ricordare particolarmente la sua viva partecipazione all'esperienza del Centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" e la comune amicizia con Alfio Pannega (che molte volte fotografo'; ed e' sempre di Mario una meravigliosa fotografia della madre di Alfio - scomparsa nel '74 - scattata sul finire degli anni Sessanta). Nel suo carattere vi era anche un tratto giocoso, festevole, ma velato di malinconia e di quella nostalgia di cui scrisse Ernst Bloch. Nella ricorrenza del quinto anniversario della sua scomparsa le persone che lo conobbero lo ricordano ancora vividamente, con gratitudine che non si estingue. Sarebbe bene che il Comune di Viterbo (eventualmente d'intesa con altri soggetti istituzionali - l'Universita' in primis - compresi della necessita' di conservare, tramandare e rendere accessibili i beni culturali come autentici beni comuni) promuovesse la preservazione e la valorizzazione del suo lascito artistico e documentario, della vasta sua opera fotografica, un tesoro di immagini in gran parte inedito, e disperso, che ancora attende adeguato ordinamento, curatela e pubblicazione".

3. DI ROGHI, NAUFRAGI, SCHIAVITU' E OMICIDI

I.

I roghi delle baracche nei ghetti degli schiavi
e nelle baracche esseri umani bruciano

Tra le onde del mare colore del vino
si sfasciano le zattere colano a picco
gli esseri umani li' raccolti annegano

Nelle campagne italiane
sulle strade italiane
nelle aziende nei cantieri nelle piazze nelle case italiane
schiave e schiavi subiscono ogni oltraggio ogni violenza
vivono nel terrore muoiono nel silenzio

Si puo' uccidere con un colpo di pistola
premendo un ginocchio sulla gola
lasciando affogare il fuggiasco dall'orrore
facendo bruciare dal sole e dal fuoco il bracciante
seviziando la giovane donna di cui vendono e comprano il corpo i lupi
si puo' uccidere senza muovere un dito
si puo' uccidere solo guardando
o volgendo altrove lo sguardo

Sembra una palude ed e' un abisso
sembra un deserto ed e' un carnaio
sembra la vita ed e' la morte

II.

Io dico che ogni essere umano ha diritto alla vita
io dico che il primo dovere e' salvare le vite
io dico che insorgere occorre
per far cessare la strage
per far cessare l'orrore

Io dico che insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
per abolire il razzismo la schiavitu' l'apartheid
per restituire ad ogni essere umano
dignita' e diritti giustizia e liberta'
per restituire all'umanita' intera
la sua umanita'

Oppresse e oppresse di tutti i paesi
unitevi nella lotta comune
per la comune liberazione

Solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita' dalla catastrofe

4. "LE VITE DI TUTTI GLI ESSERI UMANI HANNO VALORE. SALVARE LE VITE E' IL PRIMO DOVERE". UN APPELLO CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE

L'uccisione di George Floyd e le altre analoghe che in questi giorni stanno suscitando una vasta commozione e una profonda presa di coscienza in tutto il mondo evidenziano quanto ancora la violenza razzista, e la violenza tout  court, sia presente anche negli organi istituzionali il cui fine dovrebbe essere la protezione della vita e dei diritti delle persone.
Non basta che gli assassini siano processati e condannati, occorre un cambiamento reale della cultura e delle prassi di quegli organi istituzionali, affinche' tutti gli appartenenti ad essi rispettino le leggi e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre che tutte le persone appartenenti alle forze dell'ordine in tutti i paesi del mondo siano formate alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Chiunque abbia studiato seriamente le dinamiche conflittuali, i meccanismi dell'escalation della violenza, cosi' come la storia delle grandi lotte dell'umanita' contro i poteri criminali, sa che le risorse della nonviolenza costituiscono la strumentazione cognitiva, interpretativa, deliberativa ed operativa piu' efficace, e l'unica realmente adeguata, per contrastare la violenza e il crimine, per sconfiggere le ideologie e le prassi che conculcano i diritti, negano la dignita' e giungono fino a strappare la vita agli esseri umani.
Da quando Gandhi diede inizio alla teoria e alla prassi della nonviolenza pienamente consapevole e rigorosamente argomentata ed articolata (naturalmente evidenziando come essa fosse "antica come le montagne", ovvero come tutte le grandi tradizioni di pensiero e azione liberatrici e solidali dell'umanita' ne recassero in misura piu' o meno ampia ed esplicita elementi fondamentali), le esperienze storiche e l'elaborazione scientifica della nonviolenza si sono accresciute ed approfondite, si sono estese e sono progredite a tal punto che ormai ogni studioso (e vorremmo dire anche: ogni persona) che ad esse si sia accostato riconosce esplicitamente che la nonviolenza e' lo strumento migliore di cui l'umanita' disponga per opporsi alla violenza omicida, per opporsi alla barbarie onnidistruttiva.
Proprio perche' le forze dell'ordine per la loro specifica funzione operano sovente in contesti critici e conflittuali, in situazioni di pericolo e di violenza, occorre che tutti gli appartenenti ad esse siano adeguatamente formati alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' essa puo' essere loro di grande aiuto nel compito di proteggere e salvare le vite proprie ed altrui.
*
Da vent'anni in Italia in merito non solo e' stato avviata una riflessione e promosso un dibattito che ha dato luogo a ricerche, convegni e pubblicazioni; non solo sono state svolte piu' esperienze locali di formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; ma sono state prodotte anche varie proposte di legge a piu' riprese presentate da decine di parlamentari di diversi schieramenti politici: ma queste proposte di legge purtroppo ancora non sono mai state discusse nelle competenti commissioni parlamentari e non sono quindi mai giunte nelle aule legislative.
L'Italia puo' dare un contributo di civilta' e indicare una via al mondo intero legiferando l'istituzione della formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
E' tempo di farlo: poiche' le vite di tutti gli esseri umani hanno valore; perche' salvare le vite e' il primo dovere.
Chiediamo a tutti i destinatari di questo nostro appello di diffonderlo ulteriormente e di premere nonviolentemente sul parlamento italiano affinche' si giunga finalmente a una legge che istituisca la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
*
Alleghiamo in calce due comunicati del 2016 e del 2001.
Segnaliamo che un'ampia documentazione in merito puo' essere richiesta al nostro indirizzo e-mail: centropacevt at gmail.com
Abbiamo bisogno del vostro aiuto, vi preghiamo di diffondere questo testo.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Le vite di tutti gli esseri umani hanno valore.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 giugno 2020
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it
* * *
Allegato primo: un appello ai parlamentari per la discussione in Commissione dei vari disegni di legge per la formazione alla nonviolenza delle forze dell'ordine (2016)
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
come gia' saprete, dal 2014 sono state presentati sia al Senato che alla Camera vari disegni di legge che propongono la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza.
Al Senato il disegno di legge n. 1515 recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" presentato in data 10 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 258 del 10 giugno 2014; il disegno di legge n. 1526 recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze di polizia" presentato in data 16 giugno 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 263 del 17 giugno 2014; il disegno di legge n. 1565 recante "Norme per l'inclusione della nonviolenza nei percorsi formativi del personale delle forze di polizia" presentato in data 14 luglio 2014 ed annunciato nella seduta pomeridiana n. 279 del 15 luglio 2014; disegni di legge sottoscritti da numerosi senatori di varie forze politiche: Loredana De Petris, Luigi Manconi, Rita Ghedini, Valeria Fedeli, Paolo Corsini, Silvana Amati, Sergio Lo Giudice, Daniela Valentini, Rosa Maria Di Giorgi, Miguel Gotor, Elena Ferrara, Marco Scibona, Adele Gambaro, Marino Germano Mastrangeli, Daniele Gaetano Borioli, Maria Spilabotte, Erica D'Adda, Monica Cirinna', Manuela Serra, Francesca Puglisi, Pasquale Sollo, Francesco Giacobbe.
Ed alla Camera il disegno di legge recante "Norme per l'inclusione della conoscenza e dell'addestramento all'uso delle risorse della nonviolenza nell'ambito dei percorsi didattici per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2698) presentato il 4 novembre 2014; e il disegno di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento del personale delle Forze di polizia" (atto Camera 2706) presentato il 5 novembre 2014; disegni di legge sottoscritti da deputati di varie forze politiche: Arturo Scotto, Celeste Costantino, Donatella Duranti, Giulio Marcon, Michele Piras, Stefano Quaranta, Massimiliano Bernini.
Ricorderete anche che gia' nel 2001 fu presentato al medesimo fine di istituire la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza un disegno di legge sottoscritto da decine di senatori di tutte le forze politiche (ed in particolare i senatori Occhetto, Acciarini, Baratella, Battafarano, Battaglia, Bonfietti, Boco, Calvi, Chiusoli, Cortiana, Coviello, Crema, Dalla Chiesa, D'Ambrosio, Dato, De Paoli, De Petris, De Zulueta, Donati, Falomi, Fassone, Filippini, Formisano, Liguori, Longhi, Malabarba, Marini, Martone, Murineddu, Pascarella, Petruccioli, Ripamonti, Salvi, Tessitore, Turroni, Veraldi, Vicini, Viserta, Zancan), sostenuto anche dall'attenzione e dall'apprezzamento di deputati e parlamentari europei (tra cui i deputati: Bandoli, Bimbi, Bolognesi, Cento, Cima, Deiana, De Simone, Grandi, Grillini, Luca', Lucidi, Panattoni, Pecoraro Scanio, Pinotti, Pisapia, Preda, Realacci, Rognoni, Russo Spena, Ruzzante, Siniscalchi, Tolotti, Valpiana, Violante; tra i parlamentari europei: Imbeni, Di Lello, Fava, Morgantini e Pittella); ma allora quel disegno di legge non giunse ad essere esaminato nelle competenti Commissioni parlamentari.
Vi segnaliamo anche che vari altri senatori e deputati hanno espresso il loro sostegno all'iniziativa legislativa per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; e che, sempre nel 2014, la stessa Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, trasmise alla competente Commissione Parlamentare, "affinche' i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione", la documentazione a tal fine predisposta dal "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" che dal 2000 ha proposto al Parlamento di legiferare in tal senso.
*
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
non vi e' bisogno di ripetere ancora una volta quanto sia opportuno che nel proprio percorso formativo e conseguentemente nella propria operativita' gli appartenenti alle forze dell'ordine possano disporre anche delle straordinarie risorse che la nonviolenza mette a disposizione di tutti gli attori sociali impegnati in situazione critiche per la sicurezza comune e la difesa dei diritti di tutti.
*
Gentili senatori e senatrici,
Gentili deputate e deputati,
con questa lettera vorremmo sollecitare il vostro personale impegno affinche' quei disegni di legge giungano al piu' presto all'esame delle competenti Commissioni parlamentari e possano avere esito in un disegno di legge unificato ampiamente meditato e condiviso che possa divenire nel piu' breve tempo possibile legge dello stato.
*
Restando a disposizione per ogni opportuno chiarimento ed approfondimento, e per ogni esigenza di documentazione, vogliate gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani"
Viterbo, 28 aprile 2016
* * *
Allegato secondo: una conferenza stampa del 6 dicembre 2001 al Senato della Repubblica
Si e' svolta oggi la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza.
Si e' svolta oggi, giovedi' 6 dicembre 2001, presso la Sala Rossa del Senato della Repubblica a Roma, la conferenza stampa di presentazione pubblica della proposta di legge recante "Norme di principio e di indirizzo per l'istruzione, la formazione e l'aggiornamento delle forze di polizia" che ha come primo firmatario il senatore Achille Occhetto ed e' stata sottoscritta da vari parlamentari di diverse forze politiche; e' la proposta di legge che prevede la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza.
*
Resoconto della conferenza stampa
La conferenza stampa e' stata presieduta dal senatore Cesare Salvi, vicepresidente del Senato della Repubblica.
Il senatore Achille Occhetto ha illustrato la proposta di legge, ricostruendone le motivazioni ed analizzando il contesto attuale.
Il senatore Guido Calvi ha definito la proposta di legge come un atto di civilta' ed ha evidenziato come essa affermi il principio della legalita'.
Il regista Citto Maselli e' intervenuto anche a nome degli altri registi cinematografici presenti (tra cui alcuni veri e propri monumenti viventi della cultura italiana come Mario Monicelli e Gillo Pontecorvo).
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Peppe Sini ha ricostruito la genesi della proposta, il coinvolgimento nella elaborazione e discussione preliminare di tante associazioni (in primo luogo numerose associazioni sindacali e culturali delle forze di polizia), istituzioni, movimenti nonviolenti, e di illustri studiosi di fama internazionale. Una proposta di legge "per" e non "contro"; una proposta di legge utile alle forze dell'ordine, utile alla legalita', utile alla sicurezza pubblica ed al rispetto e alla promozione dei diritti umani.
Il senatore Francesco Martone ha inquadrato l'iniziativa nell'ambito di un piu' ampio impegno per la democrazia e la legalita'.
Il senatore Luigi Malabarba ha analizzato l'importanza dell'iniziativa anche in relazione a rilevanti vicende politiche, sociali e culturali odierne.
Il senatore Vittorio Parola, una figura tra le piu' qualificate dell'impegno democratico e della societa' civile, ha sottolineato l'importanza della scelta della nonviolenza come risorsa per la societa'.
La conferenza stampa e' stata un'occasione di riflessione particolarmente rilevante; la partecipazione e' stata ampia ed assai qualificata.
Tra i presenti alla conferenza segnaliamo anche la senatrice Tana De Zulueta ed altri parlamentari; una figura storica del movimento sindacale di polizia come il dottor Delfino Santaniello; l'onorevole Franco Grillini, una delle figure piu' rilevanti della societa' civile; il sociologo Maurizio Fiasco, profondo studioso dei temi della sicurezza pubblica; personalita' della cultura come i registi cinematografici Mario Monicelli, Gillo Pontecorvo, Daniele Segre.
Alla conferenza sono pervenuti messaggi di saluto da parte di illustri studiosi e rappresentanti della cultura e dell'impegno nonviolento, come il professor Alberto L'Abate, il peace-researcher Giovanni Scotto, il direttore di "Azione Nonviolenta" Mao Valpiana.
*
Una riflessione del responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo (la struttura pacifista nonviolenta che da oltre un anno ha promosso l'iniziativa), commentando la presentazione della proposta di legge, ha sottolineato che la nonviolenza e' una grande risorsa per la democrazia, la legalita', i diritti umani; ed oggi piu' che mai vi e' bisogno dell'impegno di tutti in difesa ed a promozione della legalita', della democrazia, dei diritti umani.
Sini ha inoltre evidenziato come la proposta di legge vuole mettere a disposizione di tutto il personale delle forze dell'ordine i valori e gli strumenti teorici e pratici della nonviolenza; proprio perche' le forze dell'ordine svolgono una funzione decisiva di difesa della sicurezza pubblica, di tutela della legalita', di garanzia del rispetto dei diritti di tutte le persone, cosi' come prevede l'ordinamento vigente, e' utile e necessario che possano disporre di una formazione che permetta di avvalersi delle grandi risorse della nonviolenza sul piano formativo, comunicativo, relazionale ed operativo.
Il responsabile della struttura pacifista promotrice dell'iniziativa auspica che alla proposta di legge si associno tutti i parlamentari di qualunque schieramento politico che vogliano essere fedeli al dettato costituzionale, ed impegnarsi per la legalita', la democrazia e la difesa e promozione della sicurezza pubblica e dei diritti umani.
Peppe Sini segnala altresi' come gia' alcune istituzioni abbiano iniziato con i propri corpi di polizia locale la sperimentazione della formazione alla nonviolenza: ad esempio il Comune di Milano, che prevede la formazione alla nonviolenza dei vigili urbani, con la supervisione della professoressa Marianella Sclavi.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso anche un appello a tutti gli enti locali affinche' sostengano la proposta di legge e realizzino la formazione alla nonviolenza dei corpi di polizia locale (ad esempio i corpi di polizia municipale).

5. PER LA FORMAZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA: UNA MINIMA BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE DI RIFERIMENTO (2014)

I. Alcuni testi specifici
– Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, Codice etico per una polizia democratica, Sapere 2000, Roma 2002;
– Emanuele Arielli, Giovanni Scotto, Conflitti e mediazione, Bruno Mondadori, Milano 2003;
– Andrea Cozzo, Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell’ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007;
– Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003.
*
II. Alcuni testi di riferimento
– Vittorino Andreoli, La violenza, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1993, 2003;
– Hannah Arendt, La banalita’ del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964, 1993;
– Franco Basaglia, Scritti, Einaudi, Torino 1981-1982;
– Zygmunt Bauman, La societa’ sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003, 2005;
– Zygmunt Bauman, Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008, 2009;
– Zygmunt Bauman, David Lyon, Sesto potere. La sorveglianza nella modernita’ liquida, Laterza, Roma-Bari 2014;
– Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2005;
– Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, Milano s. d. (ma 1967), Linea d’ombra, Milano 1989 (ed anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992);
– Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull’inerme, Feltrinelli, Milano 2007;
– Alessandro Dal Lago, La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo, Feltrinelli, Milano 1981;
– Franco Fedeli, Polizia e democrazia, Edizioni Studio Tesi, 1978;
– Erich Fromm, Fuga dalla liberta’, Edizioni di Comunita’, Milano 1963, 1979;
– Michel Foucault, Sorvegliare e punire, Einaudi, Torino 1976;
– Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996;
– Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986;
– Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris 1982, Libraire Generale Française, Paris 1997;
– Stanley Milgram, Obbedienza all’autorita’, Einaudi, Torino 2003;
– Salvatore Palidda, Polizia postmoderna, Feltrinelli, Milano 2000;
– Giuliano Pontara, L’antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006;
– Giuliano Pontara, La personalita’ nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996;
– Stefano Rodota’, La vita e le regole, Feltrinelli, Milano 2007;
– Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001;
– Edith Stein, L’empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2006;
– Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin, Don D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi, delle patologie e dei paradossi, Astrolabio Ubaldini, Roma 1971.
*
III. Dizionari
– Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Utet, Torino 1971, 1977;
– Norberto Bobbio, Nicola Matteucci, Gianfranco Pasquino (diretto da), Dizionario di politica, Utet, Torino 1983, 1990, Tea, Milano 1990, 1992;
– Umberto Galimberti, Enciclopedia di psicologia, Garzanti, Milano 1999, 2003;
– Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993.

6. TOMMASO MONCADA

E' deceduto Tommaso Moncada, avvocato in Viterbo, un vecchio amico.
Lo ricordiamo con profondo affetto.
Ai familiari attestiamo la nostra vicinanza in questo momento di straziante dolore.

7. RICORDANDO DON ROBERTO BURLA, APPROSSIMANDOSI IL TERZO ANNIVERSARIO DELLA MORTE

"Quis horum trium videtur tibi proximus fuisse illi, qui incidit in latrones? At ille dixit: Qui fecit misericordiam in illum. Et ait illi Iesus: Vade et tu fac similiter"
(Lc, 10, 36-37)

Il 17 giugno ricorre il terzo anniversario della morte di don Roberto Burla, per anni direttore della Caritas diocesana di Viterbo, amico della nonviolenza, diuturnamente sollecito nel soccorrere - con il braccio e con il cuore - chiunque avesse bisogno di aiuto, misericordioso come il buon samaritano.
Lo ricordo come un indimenticabile amico di animo insieme soave e saldo, candido e forte; e nell'azione concreto e tempestivo, rigoroso e accudente. Tutto comprendeva, tutte le persone amava, ad ogni violenza e ingiustizia e oppressione opponendo la forza dell'amore, la forza della verita' che libera e salva, la forza della solidarieta' che tutto il bene e tutti i beni condivide, che nessuna persona abbandona all'abuso e alla paura, alla sofferenza e alla solitudine, allo schianto e alla disperazione. Era il prossimo di tutti e di ciascuno, il mio, il tuo, il nostro prossimo.
In questi ultimi anni, in questi ultimi mesi, in questi ultimi giorni di scellerata furia razzista e assassina, di epidemia mostruosamente aggravata dalla tracotante improntitudine e dalla cieca irresponsabilita' di governanti solipsisti e razzisti che con la loro barbara incoscienza e insipienza, intempestivita' e inadeguatezza, hanno provocato innumerevoli morti che potevano essere evitate; di abominevoli stragi nel Mediterraneo; di orribile schiavitu' e di funesti roghi nelle nostre campagne; di effettuale criminale apartheid; molte volte ho pensato a don Roberto, e mi sono detto che avremmo dovuto cercare di fare quello che lui avrebbe fatto per soccorrere tutte le vittime, per salvare tante vite innocenti, per contrastare il male e la morte.
Credo che tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di essere stati suoi amici abbiamo sentito questo dovere: di continuare nell'impegno che e' stato anche il suo, per quanto possibile cercando di sopperire al vuoto lasciato dalla sua scomparsa.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni essere umano ed ogni umano istituto ha il dovere di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo di don Roberto Burla continuiamo in cio' che e' giusto.
*
Ripropongo di seguito anche una breve commemorazione di un anno fa.
"Due anni fa, il 17 giugno 2017, ci lasciava don Roberto Burla, direttore della Caritas diocesana di Viterbo, una persona buona come il pane, un autentico costruttore di pace, un infaticabile soccorritore di ogni persona che di aiuto avesse bisogno, uno strenuo lottatore nonviolento per la verita' che consiste nel salvare le vite, e un amico fraterno indimenticabile.
In questi due anni ho sovente pensato a lui, e dinanzi alle atrocita' che non solo miserabili teppisti di strada ma anche e soprattutto avidissimi sfruttatori e potentissimi governanti malvagi commettono ogni giorno con violenza inaudita e quasi oscenamente inebriandosi delle sofferenze inflitte ad esseri umani innocenti ed inermi, tante volte mi sono detto: cosa avrebbe detto, cosa avrebbe fatto don Roberto? Ed ho cercato - da ultimo degli ultimi - di dirle io le cose che credo avrebbe detto anche lui, e nei limiti delle mie limitatissime risorse e capacita' ho cercato di continuare a fare le cose che so lui condivideva.
Perche' don Roberto e' stato per tutta la vita un luminoso testimone del bene, un gandhiano satyagrahi, un coraggioso generoso soccorritore fino all'ultimo respiro.
E ci lascia in dono quindi non solo il bene fatto, ma anche un esempio e una memoria che continuera' a dare frutti preziosi; un'eredita', un legato, un appello ineludibile: proseguire nell'azione nonviolenta di pace  e di solidarieta' che e' stata anche la sua, alla sequela di quel mite che rifiuto' ogni potere, che assunse fraternamente su di se' il dolore di tutti gli umiliati e offesi, che invero' quell'antica massima della sapienza umana - "diliges... proximum tuum sicut teipsum" - inobliabilmente narrata in figure nella parabola del buon samaritano.
Ed a chi e' prostrato e piagato da troppe ingiuste sofferenze, a chi e' scandalizzato e quasi annichilito dal diluvio di male nel mondo, e vorrebbe - e non puo', e non deve - rassegnarsi all'orrore, e vorrebbe - e non puo', e non deve - arrendersi alla disperazione, a chi si sente cedere in ogni sua fibra sotto il peso dell'iniquita' che schiaccia ed annienta, questa parola sia concesso ripetere: che solo quando l'ultima persona buona si sara' arresa, solo allora l'umanita' si sara' estinta; ed allora sii tu quell'ultima persona buona che resiste alla violenza, e si oppone al male, e soccorre l'oppresso, il sofferente, il bisognoso; che soccorre la persona nell'estremo dolore e nell'estremo pericolo; che condivide il bene ed i beni con chiunque ne abbia urgente necessita'; sii tu l'umanita' come dovrebbe essere; sii tu don Roberto Burla".
*
Una minima notizia su don Roberto Burla
In luogo di alcune scarne notizie biografiche (era nato a Montefiascone il 15 settembre 1945 ed e' deceduto a Viterbo il 17 giugno 2017; e' stato sacerdote della diocesi di Viterbo e della Caritas diocesana direttore) ripropongo qui una sintesi delle parole che dissi nel corso della commemorazione che tenemmo con alcuni amici alcuni giorni dopo il decesso; la verita' di una persona non essendo nei dati cronologici e statistici, ma in cio' che nella e della sua vita volle e seppe concretamente fare per il bene comune dell'umanita' intera.
"Don Roberto Burla e' stato un testimone dell'amore che ogni essere umano riconosce e raggiunge; una persona mite e generosa postasi all'ascolto del discorso della montagna e alla sequela di chi lo pronuncio'; un uomo che dinanzi al dolore degli altri mai resto' inerte, ma sempre volle e seppe agire per recare soccorso, salvare le vite, curare le ferite, lenire le sofferenze, confortare e riconciliare; ed insieme denunciare e contrastare tutte le violenze, adoperandosi allo stesso tempo sia nell'aiuto immediato a chi di aiuto immediato ha bisogno, sia a promuovere quei mutamenti culturali negli animi e strutturali nella societa' che aboliscano le concrezioni di violenza, le pratiche di sopraffazione, i poteri criminali.
Amico della nonviolenza, portatore del dono di saper donare senza riserve, di saper parlare senza menzogne, di saper chiedere e suscitare l'altrui aiuto quando per aiutare altri altri ancora occorre coinvolgere nell'impegno, di saper essere insieme forte e gentile, umile e tenace, profondo nell'empatia e deciso nell'agire, don Roberto resta per tutti coloro che lo hanno conosciuto un esempio di come l'umanita' potrebbe essere, di come l'umanita' dovrebbe essere, di come l'umanita' sara' quando avra' piena coscienza di se'.
Un amico, un maestro, un compagno ci ha lasciato. Che noi si sappia essere capaci di proseguirne l'impegno.
Vi e' una sola umanita', e tutti gli esseri umani ne fanno parte.
Vi e' una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, un unico mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e deve prendersi cura.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni essere umano e' responsabile del bene comune.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Opporsi a tutte le uccisioni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Con tutti, a tutti, per tutti, in tutti sia la pace".

8. BREVISSIMA CONCLUSIONE DI UN LUNGO RAGIONAMENTO SULLA STORIA, SULLA MEMORIA, SUI CARNEFICI E LE VITTIME; E SUI COMPITI DELL'ORA

Contrastare la violenza con la nonviolenza; sconfiggere il male facendo il bene.
Abolire la guerra e tutte le uccisioni.
Abolire il razzismo e tutte le persecuzioni.
Abolire il maschilismo e tutte le oppressioni.
Abolire ogni schiavitu'.
*
Riconoscere e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Proteggere dalla devastazione e dalla distruzione quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Contrastare la violenza con la nonviolenza; sconfiggere il male facendo il bene.

9. GIULIO GIORELLO

E' deceduto Giulio Giorello, filosofo.
Con gratitudine lo ricordiamo.

==================================
ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
==================================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 401 del 14 luglio 2020
*
Nuova informativa sulla privacy
E' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com