[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 443



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 443 del 26 aprile 2020

In questo numero:
1. Ricordando Juan Gerardi e le vittime degli atti di genocidio degli indios in Guatemala
2. Giulietto Chiesa
3. Prima che sia troppo tardi. Un appello
4. Una lettera da inviare al governo
5. Una lettera da inviare ai Comuni
6. Siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019
7. Abrogare gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza"
8. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
9. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
10. Mariam A. Aleem
11. Franco Anselmi
12. Ilio Baroni
13. Cout Basie
14. Carl Boyer
15. Ljiljana Buttler
16. Inisero Cremaschi
17. Juan Jose' Gerardi Conedera
18. Hermann Gmeiner
19. John Heartfield
20. Edmund Husserl
21. Sergej Kovalik
22. George Herbert Mead
23. Giovanni Monaco
24. Franco Quarleri
25. Augusto Roa Bastos
26. Torquato Secci
27. Leoncarlo Settimelli
28. Giuliano Toraldo di Francia
29. Steve Tshwete
30. Renzo Vespignani
31. Harry Wu
32. Enrico Peyretti: Un commento a "Bella ciao"

1. MEMORIA. RICORDANDO JUAN GERARDI E LE VITTIME DEGLI ATTI DI GENOCIDIO DEGLI INDIOS IN GUATEMALA

Il 26 aprile 1998 a Citta' del Guatemala veniva assassinato Juan Gerardi, vescovo, difensore dei diritti umani. Due giorni prima di essere ucciso aveva presentato il rapporto "Nunca mas" di recupero della memoria storica delle violazioni dei diritti umani commesse in Guatemala, rapporto che documentava puntualmente decine e decine di migliaia di uccisioni, di sequestri, di torture in quel paese tra il 1960 e il 1996, restituendo un volto, una voce e una storia alle vittime e aprendo la via a un'opera di verita', di giustizia, e quindi di riconciliazione.
Nel corso della lunga mattanza si giunse a massacri di indios riconosciuti come veri e propri atti di genocidio. Juan Gerardi fu tra coloro che si batterono strenuamente per denunciare i crimini e per salvare vite umane; e per questa sua azione di solidarieta' e di pace, di difesa nitida e intransigente delle vittime innocenti della barbarie stragista, subi' minacce e attentati e fu infine anch'egli assassinato.
In questo anniversario della sua morte noi lo ricordiamo ancora, e con lui ricordiamo tutte le vittime degli atti di genocidio degli indios in Guatemala, tutte le vittime della lunga stagione di violenza fascista, razzista e stragista.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza si oppone alla violenza.
Solo facendo il bene si contrasta il male.
Pace, disarmo, solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Siamo un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Nel ricordo di Juan Gerardi, nel ricordo di tutte le vittime, la nonviolenza e' in cammino.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. LUTTI. GIULIETTO CHIESA

E' deceduto Giulietto Chiesa, giornalista e militante.
Anche se alcune sue tesi degli ultimi anni ci sembravano incondivisibili, sincero e generoso e' sempre stato il suo impegno per la pace e la giustizia.
Lo ricordiamo con gratitudine ed amicizia.

3. REPETITA IUVANT. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. UN APPELLO

Prima che sia troppo tardi il governo faccia uscire dalle carceri sovraffollate le persone li' ristrette e le trasferisca o nelle rispettive abitazioni o in altri alloggi adeguati in cui per quanto possibile siano anch'esse al riparo dal rischio di contagio che in tutti i luoghi sovraffollati e' enorme.
Gia' troppe persone sono morte.
Di seguito una bozza di lettera che proponiamo di inviare al Ministero della Giustizia, ed alcuni indirizzi utilizzabili a tal fine.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
La bozza di lettera
"Signor ministro della Giustizia,
come sa, con la fine del fascismo in Italia e' stata abolita la pena di morte, e la Costituzione repubblicana stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita'".
Per contrastare l'epidemia di coronavirus e cercar di salvare vite umane sono state adottate - sia pure con grave ritardo - misure di distanziamento tra le persone, unico modo efficace di contenere il contagio.
Ma queste misure non possono essere adottate efficacemente in luoghi sovraffollati come le carceri italiane.
Cosicche' chi si trova nelle carceri italiane, come ristretto o come custode, e' esposto al piu' grave pericolo.
E' esposto al pericolo di essere contagiato e di rischiare la vita. E vive in una condizione di torturante paura senza potervi sfuggire.
E' palese che la permanenza in carcere, sic stantibus rebus, e' incompatibile con le indispensabili misure di profilassi per contenere il contagio; e' incompatibile con le norme sul cosiddetto "distanziamento sociale" (pessima formulazione con cui in queste settimane viene indicato il tenersi di ogni persona ad adeguata distanza dalle altre, volgarizzato col motto "restate a casa"); e' incompatibile con il fondamentale diritto di ogni essere umano alla tutela della propria vita.
Ne consegue che finche' l'epidemia non sia debellata occorre vuotare le carceri e - per dirla in breve - mandare tutti i detenuti nelle proprie case con l'ovvio vincolo di non uscirne.
Naturalmente vi saranno casi in cui cio' non sia possibile (i colpevoli di violenza domestica, ad esempio), ma anche questi casi particolari potranno essere agevolmente risolti con la collocazione in alberghi o altre idonee strutture in cui il necessario "distanziamento sociale" sia garantito.
Non si obietti che tale proposta e' iniqua: piu' iniquo, illecito e malvagio sarebbe continuare ad esporre insensatamente alla morte degli esseri umani.
E non si obietti che cosi' si rischia di non poter controllare l'effettiva costante permanenza in casa degli attuali detenuti: oggidi' non mancano affatto le risorse tecnologiche per garantire un efficace controllo a distanza che le persone attualmente ristrette destinatarie di tale provvedimento restino effettivamente nelle loro case (ovvero nelle abitazioni loro assegnate).
Ne' si obietti che cosi' si garantisce il diritto alla casa ai criminali mentre persone che non hanno commesso delitti ne sono prive: e' infatti primario dovere di chi governa il paese garantire un alloggio a tutte le persone che si trovano in Italia; nessuno deve essere abbandonato all'addiaccio o in una baracca, a tutte le persone deve essere garantita una casa: si cessi pertanto piuttosto di sperperare risorse pubbliche a vantaggio dei ricchi e si provveda a rispettare concretamente i diritti fondamentali di ogni persona, adempiendo ai doveri sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione della Repubblica italiana.
Signor ministro della Giustizia,
prima che sia troppo tardi si adottino i provvedimenti necessari per vuotare le carceri e mettere in sicurezza per quanto possibile la vita dei detenuti e del personale di custodia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma, luogo, data
Indirizzo del mittente"
*
Alcuni indirizzi utilizzabili
protocollo.gabinetto at giustizia.it,
fulvio.baldi at giustizia.it,
leonardo.pucci at giustizia.it,
gianluca.massaro at giustizia.it,
chiara.giacomantonio at giustizia.it,
roberto.natali at giustizia.it,
giuseppina.esposito at giustizia.it,
marcello.spirandelli at giustizia.it,
clelia.tanda at giustizia.it,
sabrina.noce at giustizia.it,
vittorio.ferraresi at giustizia.it,
andrea.giorgis at giustizia.it,
ufficio.stampa at giustizia.it,
andrea.cottone at giustizia.it,
gioele.brandi at giustizia.it,
mauro.vitiello at giustizia.it,
concetta.locurto at giustizia.it,
giampaolo.parodi at giustizia.it,
roberta.battisti at giustizia.it,
marina.altavilla at giustizia.it,
rita.andrenacci at giustizia.it,
dgmagistrati.dog at giustizia.it,
giuditta.rossi at giustizia.it,
antonia.bucci at giustizia.it,
paolo.attardo at giustizia.it,
tommaso.salvadori at giustizia.it,
daniele.longo at giustizia.it,
redazione at giustizia.it,
callcenter at giustizia.it,
*
Preghiamo chi ci legge di diffondere questa proposta anche ai mezzi d'informazione e ad altre persone di volonta' buona, associazioni ed istituzioni.

4. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

5. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

6. REPETITA IUVANT. SIANO FINALMENTE PROCESSATI I MINISTRI DEL GOVERNO RAZZISTA PER I CRIMINI CONTRO L'UMANITA' COMMESSI NEL 2018-2019

Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019.
Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per le flagranti violazioni del diritto internazionale e della legalita' costituzionale commesse nel 2018-2019.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
La strage degli innocenti nel Mediterraneo e' un crimine contro l'umanita'.
La schiavitu', le persecuzioni e l'apartheid in Italia sono un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. ABROGARE GLI SCELLERATI ED INCOSTITUZIONALI "DECRETI SICUREZZA DELLA RAZZA"

Nonostante che il governo razzista sia caduto ormai dalla scorsa estate, restano assurdamente, scandalosamente, obbrobriosamente ancora in vigore alcune delle sue scellerate ed incostituzionali misure razziste che violano fondamentali diritti umani, il diritto internazionale e la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Come ad esempio le misure razziste contenute negli infami "decreti sicurezza della razza".
Cosi' come e' giusto, necessario e urgente che finalmente tutti i ministri di allora siano tratti in tribunale a rispondere dei reati razzisti commessi, ugualmente e' giusto, necessario e urgente che quelle misure razziste ed incostituzionali siano abrogate.
*
E' evidente che essendo restato al governo uno dei due partiti che diedero vita al criminale governo razzista nel 2018-2019, e che anzi lo stesso presidente del consiglio dei ministri attuale e' ancora quello che presiedette quel gabinetto razzista, ancora non e' stata pienamente ripristinata la democrazia e la legalita' costituzionale.
Ma e' altrettanto evidente che la democrazia e la legalita' costituzionale devono essere infine ripristinate; che deve cessare la violenza razzista; che quelle misure disumane devono essere abolite, e quei disumani ministri ed i complici loro devono essere allontanati dalle istituzioni democratiche.
*
Contrastare il razzismo e il fascismo, ripristinare la vigenza dei diritti umani e della legalita' democratica, non sono compiti da subordinare a calcoli tattici e a giochi di palazzo, sono invece obbligo morale e civile, dovere fondativo dell'ordinamento democratico e della civile convivenza, sono indispensabile inveramento della Costituzione, sono la politica prima che si oppone alla folle barbarie, che si oppone alle stragi degli innocenti.
Cosicche' non si perda piu' tempo: siano immediatamente abrogati gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza".
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sia soccorsa, accolta e assistita ogni persona bisognosa di aiuto.
Siano rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

10. MEMORIA. MARIAM A. ALEEM

Il 26 aprile 2010 moriva Mariam A. Aleem
artista designer docente
con gratitudine la ricordiamo

11. MEMORIA. FRANCO ANSELMI

Il 26 aprile 1945 moriva Franco Anselmi
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo

12. MEMORIA. ILIO BARONI

Il 26 aprile 1945 moriva Ilio Baroni
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo

13. MEMORIA. COUNT BASIE

Il 26 aprile 1984 moriva Cont Basie
musicista
con gratitudine lo ricordiamo

14. MEMORIA. CARL BOYER

Il 26 aprile 1976 moriva Carl Boyer
storico della matematica
con gratitudine lo ricordiamo

15. MEMORIA. LJILJANA BUTTLER

Il 26 aprile 2010 moriva Ljiljana Buttler
musicista
con gratitudine la ricordiamo

16. MEMORIA. INISERO CREMASCHI

Il 26 aprile 2014 moriva Inisero Cremaschi
scrittore critico editore di fantascienza
con gratitudine lo ricordiamo

17. MEMORIA. JUAN JOSE' GERARDI CONEDERA

Il 26 aprile 1998 moriva assassinato Juan Jose' Gerardi Conedera
vescovo e difensore dei diritti umani
con gratitudine lo ricordiamo

18. MEMORIA. HERMANN GMEINER

Il 26 aprile 1986 moriva Hermann Gmeiner
filantropo fondatore dei villaggi dei bambini Sos
con gratitudine lo ricordiamo

19. MEMORIA. JOHN HEARTFIELD

Il 26 aprile 1968 moriva John Heartfied
artista e militante antifascista
con gratitudine lo ricordiamo

20. MEMORIA. EDMUND HUSSERL

Il 26 aprile 1938 moriva Edmund Husserl
pensatore insigne
con gratitudine lo ricordiamo

21. MEMORIA. SERGEJ KOVALIK

Il 26 aprile 1926 moriva Sergej Kovalik
lottatore per la liberazione dell'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo

22. MEMORIA. GEORGE HERBERT MEAD

Il 26 aprile 1931 moriva George Herbert Mead
filosofo e psicologo
con gratitudine lo ricordiamo

23. MEMORIA. GIOVANNI MONACO

Il 26 aprile 2007 moriva Giovanni Monaco
partigiano insegnante scrittore
con gratitudine lo ricordiamo

24. MEMORIA. FRANCO QUARLERI

Il 26 aprile 1945 moriva Franco Quarleri
martire della Resistenza
con gratitudine lo ricordiamo

25. MEMORIA. AUGUSTO ROA BASTOS

Il 26 aprile 2005 moriva Augusto Roa Bastos
scrittore ed esule
con gratitudine lo ricordiamo

26. MEMORIA. TORQUATO SECCI

Il 26 aprile 1996 moriva Torquato Secci
fondatore e primo presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime
della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980
con gratitudine lo ricordiamo

27. MEMORIA. LEONCARLO SETTIMELLI

Il 26 aprile 2011 moriva Leoncarlo Settimelli
giornalista ricercatore della cultura popolare cantautore
con gratitudine lo ricordiamo

28. MEMORIA. GIULIANO TORALDO DI FRANCIA

Il 26 aprile 2011 moriva Giuliano Toraldo di Francia
illustre scienziato
con gratitudine lo ricordiamo

29. MEMORIA. STEVE TSHWETE

Il 26 aprile 2002 moriva Steve Tshwete
militante antirazzista
con gratitudine lo ricordiamo

30. MEMORIA. RENZO VESPIGNANI

Il 26 aprile 2001 moriva Renzo Vespignani
artista illustre
con gratitudine lo ricordiamo

31. MEMORIA. HARRY WU

Il 26 aprile 2016 moriva Harry Wu
sopravvissuto ai laogai cinesi
attivista per i diritti umani
con gratitudine lo ricordiamo

32. MEMENTO. ENRICO PEYRETTI: UN COMMENTO A "BELLA CIAO"
[Ringraziamo di cuore Enrico Peyretti per questo intervento.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

Chi piu' di me e' capace di analizzare un testo, provi con Bella ciao! Si cerchino le sue origini: dalle mondine? una canzone russa? Non so. Il poeta e' il popolo, lo spirito popolare piu' vivo.
Comunque sia, e' diventato il canto simbolo della Resistenza al nazifascismo, piu' di altri canti maggiormente caratterizzati come parte politica e ideale. Specialmente in questo LXXV, che e' stato anche il Venticinque aprile della pandemia, del corteo immobile dal balconi, in tv e nel web, col forte bisogno di trovare coraggio e resistenza, nella permanenza del temuto contagio, e nelle fragilita' politiche e umane di questi anni. Non e' solo un canto italiano, ma ormai internazionale e intercontinentale, cantato dappertutto nelle poche facili parole italiane. Un successo, espressivo di uno spirito nazionale forte e positivo, quello che si e' manifestato anche nelle tante spontanee azioni di solidarieta' generosa. Guardiamo bene le parole, tentiamo una analisi del testo.
Ci sono due voci, lui e lei, come nel biblico Cantico dei cantici (quella altissima poesia rivelata da Benigni agli italiani, sia laici sia cattolici, ignoranti della Bibbia).
- Lui: bella ciao! Il distacco dall'amata e' motivo straziante in tutti i canti di guerra-contro la guerra, almeno da 100 anni. La guerra spezza il rapporto vicino d'amore, e' il contrario della vita, dell'amore, della casa. La canzone e' amore, la guerra e' dividere, odiare e uccidere. Non e' per la vita, divide gli amanti: la cosa piu' dolorosa al mondo.
- Ancora lui:  ecco il motivo del doloroso distacco:  ho trovato l'invasor. Di sorpresa, un risveglio che cambia la vita. E' sottinteso: devo agire, devo andare in montagna, devo lasciarti: ciao, mia bella!
- Dell'invasore non dice di piu': chi invade armato, occupante, minaccioso, non per chiedere aiuto – come i migranti che gli egoisti cinici chiamano invasori! - ma per imporsi, costui e' nemico. Ma qui interessa piu' il dolore del distacco e il dovere dell'impegno, che il giudizio sull'invasore. Non e' detto nemico, non e' un canto di guerra.
- Lei: O partigiano, portami via. Ormai lui e' partigiano, sta per partire, ha scelto. Partigiano vuol dire: ho capito da che parte devo stare. Ci sono due parti, una piu' giusta, una piu' ingiusta. Ho scelto la parte giusta, sono partigiano. Lui l'ha detto senza dirlo, lei lo sa e lo chiama: partigiano! E' il tuo nome, amore mio! Lui deve partire, e lei lo prega: portami via con te! La scelta tra giusto e ingiusto non deve separare l'amore! Ma la sua invocazione e' intercalata dal ritornello martellante: bella ciao! E' inteso che lui non puo' portarla con se'. Deve salutarla, per ora deve lasciarla. Ci sono state anche tante donne partigiane, in vari modi, ma qui lo schema e' semplificato, perche' la lotta per la liberta' e la dignita' divide la vita quotidiana, l'amore dei due.  La canzone semplicissima celebra il dramma profondo della scelta necessaria tra lotta e vicinanza quotidiana. Le guerre comandate dai malvagi hanno spezzato, con morti assurde, tante coppie umane, fatto tanti orfani. Qui invece e' il dovere altruista che mette a rischio l'unione d'amore.
- Lui riprende il discorso, interrotto dall'inutile invocazione di lei. E se io muoio da partigiano, tu mi devi seppellir. E' possibile. E' possibile morire, nella scelta che lui fa, ma lei rientra subito in questa sorte possibile, in questa storia vissuta insieme: tu mi devi seppellir. Il tuo amore sara' aver cura amorosa del mio corpo morto. I corpi vivi e ardenti degli amanti sono separati dal dovere della giustizia. La vita di lei abbraccera' la morte di lui, da amante e da madre: sono le madri (ogni donna e' madre) le protettrici della nascita e della morte.
- Il discorso di lui continua, inserito nel rintocco, come di campane, del ritornello Bella ciao! Continua dicendole dove lo trovera' – lassu' in montagna – e come dovra' seppellirlo: sotto l'ombra di un bel fior. L'ombra e' la tristezza, il fiore e' la bellezza. Il fiore e' simbolo di vita affermata sulla morte. Non e' una morte per nulla, ma una morte per la vita.
- La canzone e' maschile, perche' tradizionalmente e' l'uomo che va a combattere, ma e' la donna che si cura del fiore, che raccoglie la vita ben spesa, che la raccontera' ai piccoli, che ne dira' il significato, quindi ne custodira' il valore non mortale. Agire e' nulla, se non se ne dice il senso.
- Poi, nelle ultime due strofe del semplicissimo canto, potrebbe essere lei che parla, lui ormai tace sotto il fiore, ha fatto quel che aveva da fare. Lei mette in parole, cioe' in messaggio, vita, storia, memoria, nuovo inizio, tutto quello che e' successo. E le genti che passeranno... Ti diranno "Che bel fior!". Lei lo dice a lui. Lui tace in ascolto. Ha dovuto lasciarla, all'inizio, ma ora lei e' qui, come voleva restare con lui -  O partigiano, portami via – e' lei che gli da' la consolazione dell'amore, la carezza della presenza che sopravvive alla morte. Le genti che passeranno – sui luoghi della memoria, negli anni futuri - vedranno che la tua vita e' un fiore bello, un fiore di giustizia. Vedranno che e' una bellezza che puo' sempre rifiorire. Se avranno il tuo coraggio, di decidere, di andare, di morire.
- Ora, infine, parlano anche le genti che passeranno, cioe' noi, oggi. Ecco quel che abbiamo da dire noi, da dirlo perche' lo abbiamo capito: "E' questo il fiore del partigiano, morto per la liberta'!".
Liberta' e' l'ultima parola, lo scopo, il frutto. Dopo la sua morte, non c'e' il nulla, la perdita: c'e' la nostra liberta'. Lui ha speso la sua vita per dare a noi la nostra liberta'. Come possiamo sprecare il dono che ci ha fatto a cosi' caro prezzo? Anche chi insulta il partigiano lo insulta con la liberta' ricevuta da lui.
A differenza dei vari inni nazionali (anche dell'orribile inno di Mameli: io l'ho riscritto tutto in termini costituzionali) qui non c'e' linguaggio armato, non c'e' volonta' ne' parola di violenza, non ci sono parole contro l'invasore, non c'e' l'arma puntata, a sostituire la parola umana, da volto a volto. L'animo del partigiano che canta qui ha il coraggio di affrontare la violenza altrui con la propria generosita', per svegliare la dignita' negli altri, in noi. Come oggi, come sempre, la dedizione e' l'arma piu' potente: non uccide, e invece vivifica (forse anche gli uccisori).
La Resistenza al nazi-fascismo e' stata anche armata, ma basata necessariamente sul piu' ampio solido terreno del risveglio morale nazionale dal sonno criminale fascista, dalla peste nazionalista violenta. E' stata ampiamente azione disarmata, di resistenza civile, umana, morale, diffusa.
Bella ciao! e' un canto di ribellione, di lotta, di resistenza, ma non e' un canto militare. Non dice guerra, ma amore, coraggio, dono di se', vita nuova, dono di civilta'. Bella ciao! canta la resistenza umana, sia di lui che di lei, forte, piu' forte delle armi.
Il 25 aprile 2020, nella pandemia, ha adottato piu' largamente che mai questo semplice umile canto, che esprime il meglio della rifondazione civile dell'Italia, e la ricorda a noi, per oggi e domani.
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"Una mattina mi son svegliato,
oh bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor.
O partigiano, portami via,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
O partigiano, portami via,
ché mi sento di morir.
E se io muoio da partigiano,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E se io muoio da partigiano,
tu mi devi seppellir.
E seppellire lassu' in montagna,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E seppellire lassu' in montagna
sotto l'ombra di un bel fior.
E le genti che passeranno
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
E le genti che passeranno
Ti diranno "Che bel fior!"
"E' questo il fiore del partigiano",
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
"E' questo il fiore del partigiano
morto per la liberta'!"

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 443 del 26 aprile 2020
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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