[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 442



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 442 del 25 aprile 2020

In questo numero:
1. Aldo Masullo
2. Ernesto Balducci
3. Umberto Eco: Il fascismo eterno
4. "Un pomodoro e un pezzo di carbone". Una commemorazione degli emigrati uccisi a Marcinelle e a Foggia tenuta a Viterbo l'8 agosto 2018
5. Grandola vila morena

1. LUTTI. ALDO MASULLO

E' deceduto Aldo Masullo
filosofo illustre
con gratitudine lo ricordiamo

2. MEMORIA. ERNESTO BALDUCCI

Il 25 aprile 1992 moriva Ernesto Balducci
pensatore e costruttore di pace
con gratitudine lo ricordiamo

3. REPETITA IUVANT. UMBERTO ECO: IL FASCISMO ETERNO
[Da Umberto Eco, Cinque scritti morali, Bompiani, Milano 1997 riprendiamo il saggio "Il fascismo eterno" (pp. 25-48), testo italiano della conferenza pronunciata in inglese alla Columbia University il 25 aprile 1995]

Nel 1942, all'eta' di dieci anni, vinsi il primo premio ai Ludi Juveniles (un concorso a libera partecipazione coatta per giovani fascisti italiani - vale a dire, per tutti i giovani italiani). Avevo elaborato con virtuosismo retorico sul tema: "Dobbiamo noi morire per la gloria di Mussolini e il destino immortale dell'Italia?" La mia risposta era stata affermativa. Ero un ragazzo sveglio.
Poi nel 1943 scopersi il significato della parola "liberta'". Raccontero' questa storia alla fine del mio discorso. In quel momento "liberta'" non significava ancora "liberazione".
Ho passato due dei miei primi anni tra SS, fascisti e partigiani, che si sparavano l'un l'altro, e ho imparato come scansare le pallottole. Non e' stato male come esercizio.
Nell'aprile del 1945 i partigiani presero Milano. Due giorni dopo arrivarono nella piccola citta' dove vivevo. Fu un momento di gioia. La piazza principale era affollata di gente che cantava e sventolava bandiere, invocando a gran voce Mimo, il capo partigiano della zona. Mimo, ex maresciallo dei carabinieri, si era messo coi badogliani e aveva perso una gamba in uno dei primi scontri. Si fece vedere al balcone del comune, appoggiato alle sue stampelle, pallido; cerco' con una mano di calmare la folla. Io ero li' che aspettavo il suo discorso, visto che tutta la mia infanzia era stata segnata dai grandi discorsi storici di Mussolini, di cui a scuola imparavamo a memoria i passi piu' significativi. Silenzio. Mimo parlo' con voce rauca, quasi non si sentiva. Disse: "Cittadini, amici. Dopo tanti dolorosi sacrifici... eccoci qui. Gloria ai caduti per la liberta'". Fu tutto. E torno' dentro. La folla gridava, i partigiani alzarono le loro armi e spararono in aria festosamente. Noi ragazzi ci precipitammo a raccogliere i bossoli, preziosi oggetti da collezione, ma avevo anche imparato che la liberta' di parola significa liberta' dalla retorica.
Alcuni giorni dopo vidi i primi soldati americani. Erano afro-americani. Il primo yankee che incontrai era un nero, Joseph, che mi fece conoscere le meraviglie di Dick Tracy e di Li'l Abner. I suoi fumetti erano a colori e avevano un buon odore.
Uno degli ufficiali (il maggiore o capitano Muddy) era ospite nella villa della famiglia di due mie compagne di scuola. Ero a casa mia in quel giardino dove alcune signore facevano crocchio intorno al capitano Muddy, parlando un francese approssimativo. Il capitano Muddy aveva una buona educazione superiore e conosceva un po' di francese. Cosi', la mia prima immagine dei liberatori americani, dopo tanti visi pallidi in camicia nera, fu quella di un nero colto in uniforme giallo-verde che diceva: "Oui, merci beaucoup Madame, moi aussi j'aime le champagne..." Sfortunatamente mancava lo champagne, ma dal capitano Muddy ebbi il mio primo chewing-gum e cominciai a masticare tutto il giorno. Di notte mettevo la cicca in un bicchiere d'acqua, per tenerla in fresco per il giorno dopo.
In maggio, sentimmo dire che la guerra era finita. La pace mi diede una sensazione curiosa. Mi era stato detto che la guerra permanente era la condizione normale per un giovane italiano. Nei mesi successivi scoprii che la Resistenza non era solo un fenomeno locale, ma europeo. Imparai nuove, eccitanti parole come "reseau"; "maquis", "armee secrete", "Rote Kapelle" "ghetto di Varsavia". Vidi le prime fotografie dell'Olocausto, e ne compresi cosi' il significato prima di conoscere la parola. Mi resi conto da che cosa eravamo stati liberati.
In Italia vi sono oggi alcuni che si domandano se la Resistenza abbia avuto un reale impatto militare sul corso della guerra. Per la mia generazione la questione e' irrilevante: comprendemmo immediatamente il significato morale e psicologico della Resistenza. Era motivo d'orgoglio sapere che noi europei non avevamo atteso la liberazione passivamente. Penso che anche per i giovani americani che versavano il loro tributo di sangue alla nostra liberta' non era irrilevante sapere che dietro le linee c'erano europei che stavano gia' pagando il loro debito.
In Italia c'e' oggi qualcuno che dice che il mito della Resistenza era una bugia comunista. E vero che i comunisti hanno sfruttato la Resistenza come una proprieta' personale, dal momento che vi ebbero un ruolo primario; ma io ricordo partigiani con fazzoletti di diversi colori.
Appiccicato alla radio, passavo le mie notti - le finestre chiuse, e l'oscuramento generale che faceva del piccolo spazio intorno all'apparecchio l'unico alone luminoso - ascoltando i messaggi che Radio Londra trasmetteva ai partigiani. Erano al tempo stesso oscuri e poetici ("Il sole sorge ancora", "Le rose fioriranno"), e la maggior parte erano "messaggi per la Franchi". Qualcuno mi bisbiglio' che Franchi era il capo di uno dei gruppi clandestini piu' potenti dell'Italia del Nord, un uomo dal coraggio leggendario. Franchi divenne il mio eroe. Franchi (il cui vero nome era Edgardo Sogno) era un monarchico, cosi' anticomunista che dopo la guerra si uni' a gruppi di estrema destra, e venne anche accusato di aver collaborato a un colpo di stato reazionario. Ma che importa? Sogno rimane ancora il sogno della mia infanzia.
La liberazione fu un'impresa comune per gente di diverso colore.
In Italia c'e' oggi qualcuno che dice che la guerra di liberazione fu un tragico periodo di divisione, e che abbiamo ora bisogno di una riconciliazione nazionale. Il ricordo di quegli anni terribili dovrebbe venire represso. Ma la repressione provoca nevrosi. Se riconciliazione significa compassione e rispetto per tutti coloro che hanno combattuto la loro guerra in buona fede, perdonare non significa dimenticare. Posso anche ammettere che Eichmann credesse sinceramente nella sua missione, ma non mi sento di dire: "Okay, torna e fallo ancora." Noi siamo qui per ricordare cio' che accadde e per dichiarare solennemente che "loro" non debbono farlo piu'.
Ma chi sono "loro"?
Se pensiamo ancora ai governi totalitari che dominarono l'Europa prima della seconda guerra mondiale, possiamo dire con tranquillita' che sarebbe difficile vederli ritornare nella stessa forma in circostanze storiche diverse. Se il fascismo di Mussolini si fondava sull'idea di un capo carismatico, sul corporativismo, sull'utopia del "destino fatale di Roma", su una volonta' imperialistica di conquistare nuove terre, su un nazionalismo esacerbato, sull'ideale di una intera nazione irreggimentata in camicia nera, sul rifiuto della democrazia parlamentare, sull'antisemitismo, allora non ho difficolta' ad ammettere che Alleanza Nazionale, nata dall'MSI, e' certamente un partito di destra, ma ha poco a che fare col vecchio fascismo. Per le stesse ragioni, anche se sono preoccupato dai vari movimenti filonazisti attivi qua e la' in Europa, Russia compresa, non penso che il nazismo, nella sua forma originale, stia per ricomparire come movimento che coinvolga una nazione intera.
Tuttavia, anche se i regimi politici possono venire rovesciati, e le ideologie criticate e delegittimate, dietro un regime e la sua ideologia c'e' sempre un modo di pensare e di sentire, una serie di abitudini culturali, una nebulosa di istinti oscuri e di insondabili pulsioni. C'e' dunque ancora un altro fantasma che si aggira per l'Europa (per non parlare di altre parti del mondo)?
Ionesco disse una volta che "solo le parole contano e il resto sono chiacchiere". Le abitudini linguistiche sono spesso sintomi importanti di sentimenti inespressi.
Lasciatemi dunque chiedere perche' non solo la Resistenza ma tutta la seconda guerra mondiale sono state definite in tutto il mondo come una lotta contro il fascismo. Se rileggete Per chi suona la campana di Hemingway, scoprirete che Robert Jordan identifica i suoi nemici coi fascisti, anche quando pensa ai falangisti spagnoli.
Permettetemi di lasciare la parola a Franklin Delano Roosevelt: "La vittoria del popolo americano e dei suoi alleati sara' una vittoria contro il fascismo e il vicolo cieco del dispotismo che esso rappresenta" (23 settembre 1944).
Durante gli anni di McCarthy, gli americani che avevano preso parte alla guerra civile spagnola venivano chiamati "antifascisti prematuri" - intendendo con cio' che combattere Hitler negli anni quaranta era un dovere morale per ogni buon americano, ma combattere contro Franco troppo presto, negli anni trenta, era sospetto. Perche' un'espressione come "Fascist pig" veniva usata dai radicali americani persino per indicare un poliziotto che non approvava quello che fumavano? Perche' non dicevano: "Porco Caugolard", "Porco falangista", "Porco ustascia", "Porco Quisling", "Porco Ante Pavelic", "Porco nazista"?
Mein Kampf e' il manifesto completo di un programma politico. II nazismo aveva una teoria del razzismo e dell'arianesimo, una nozione precisa della entartete Kunst, l'arte degenerata", una filosofia della volonta' di potenza e dell'Ubermensch. Il nazismo era decisamente anticristiano e neopagano, allo stesso modo in cui il Diamat (la versione ufficiale del marxismo sovietico) di Stalin era chiaramente materialista e ateo. Se per totalitarismo si intende un regime che subordina ogni atto individuale allo stato e alla sua ideologia, allora nazismo e stalinismo erano regimi totalitari.
Il fascismo fu certamente una dittatura, ma non era compiutamente totalitario, non tanto per la sua mitezza, quanto per la debolezza filosofica della sua ideologia. Al contrario di cio' che si pensa comunemente, il fascismo italiano non aveva una sua filosofia. L'articolo sul fascismo firmato da Mussolini per l'Enciclopedia Treccani fu scritto o venne fondamentalmente ispirato da Giovanni Gentile, ma rifletteva una nozione tardo-hegeliana dello "stato etico e assoluto" che Mussolini non realizzo' mai completamente. Mussolini non aveva nessuna filosofia: aveva solo una retorica. Comincio' come ateo militante, per poi firmare il concordato con la Chiesa e simpatizzare coi vescovi che benedivano i gagliardetti fascisti. Nei suoi primi anni anticlericali, secondo una plausibile leggenda, chiese una volta a Dio di fulminarlo sul posto, per provare la sua esistenza. Dio era evidentemente distratto. In anni successivi, nei suoi discorsi Mussolini citava sempre il nome di Dio e non disdegnava di farsi chiamare "l'uomo della Provvidenza". Si puo' dire che il fascismo italiano sia stata la prima dittatura di destra che abbia dominato un paese europeo, e che tutti i movimenti analoghi abbiano trovato in seguito una sorta di archetipo comune nel regime di Mussolini. Il fascismo italiano fu il primo a creare una liturgia militare, un folklore, e persino un modo di vestire - riuscendo ad avere all'estero piu' successo di Armani, Benetton o Versace. Fu solo negli anni trenta che movimenti fascisti fecero la loro comparsa in Inghilterra, con Mosley, e in Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Grecia, Iugoslavia, Spagna, Portogallo, Norvegia, e persino in America del Sud, per non parlare della Germania. Fu il fascismo italiano a convincere molti leader liberali europei che il nuovo regime stesse attuando interessanti riforme sociali in grado di fornire una alternativa moderatamente rivoluzionaria alla minaccia comunista
Tuttavia, la priorita' storica non mi sembra una ragione sufficiente per spiegare perche' la parola "fascismo" divenne una sineddoche, una denominazione pars pro toto per movimenti totalitari diversi. Non serve dire che il fascismo conteneva in se' tutti gli elementi dei totalitarismi successivi, per cosi' dire, "in stato quintessenziale". Al contrario, il fascismo non possedeva alcuna quintessenza, e neppure una singola essenza. Il fascismo era un totalitarismo fuzzy (1). Il fascismo non era una ideologia monolitica, ma piuttosto un collage di diverse idee politiche e filosofiche, un alveare di contraddizioni. Si puo' forse concepire un movimento totalitario che riesca a mettere insieme monarchia e rivoluzione, esercito regio e milizia personale di Mussolini, i privilegi concessi alla Chiesa e una educazione statale che esaltava la violenza, il controllo assoluto e il libero mercato? Il partito fascista era nato proclamando il suo nuovo ordine rivoluzionario ma era finanziato dai proprietari terrieri piu' conservatori, che si aspettavano una controrivoluzione. Il fascismo degli inizi era repubblicano e sopravvisse per vent'anni proclamando la sua lealta' alla famiglia reale, permettendo a un "duce" di tirare avanti sottobraccio a un "re" cui offerse anche il titolo di "imperatore". Ma quando nel 1943 il re licenzio Mussolini, il partito riapparve due mesi dopo, con l'aiuto dei tedeschi, sotto la bandiera di una repubblica "sociale", riciclando la sua vecchia partitura rivoluzionaria, arricchita di accentuazioni quasi giacobine.
Ci fu una sola architettura nazista, e una sola arte nazista. Se l'architetto nazista era Albert Speer, non c'era posto per Mies van der Rohe. Allo stesso modo, sotto Stalin, se Lamarck aveva ragione non c'era posto per Darwin. Al contrario, vi furono certamente degli architetti fascisti, ma accanto ai loro pseudocolossei sorsero anche dei nuovi edifici ispirati al moderno razionalismo di Gropius.
Non ci fu uno Zdanov fascista. In Italia ci furono due importanti premi artistici: il Premio Cremona era controllato da un fascista incolto e fanatico come Farinacci, che incoraggiava un'arte propagandistica (mi ricordo di quadri intitolati Ascoltando alla radio un discorso del Duce o Stati mentali creati dal Fascismo); e il Premio Bergamo, sponsorizzato da un fascista colto e ragionevolmente tollerante come Bottai, che proteggeva l'arte per l'arte e le nuove esperienze dell'arte d'avanguardia che in Germania erano state bandite come corrotte e criptocomuniste, contrarie al Kitsch nibelungico, il solo ammesso.
Il poeta nazionale era D'Annunzio, un dandy che in Germania o in Russia sarebbe stato mandato davanti al plotone d'esecuzione. Venne assunto al rango di Vate del regime per il suo nazionalismo e il suo culto dell'eroismo - con l'aggiunta di forti dosi di decadentismo francese.
Prendiamo il futurismo. Avrebbe dovuto essere considerato un esempio di entartete Kunst, cosi' come l'espressionismo, il cubismo, il surrealismo. Ma i primi futuristi italiani erano nazionalisti, favorirono per ragioni estetiche la partecipazione italiana alla prima guerra mondiale, celebrarono la velocita', la violenza, il rischio, e in certo modo questi aspetti sembrarono vicini al culto fascista della gioventu'. Quando il fascismo si identifico' con l'impero romano e riscopri' le tradizioni rurali, Marinetti (che proclamava una automobile piu' bella della Vittoria di Samotracia e voleva persino uccidere il chiaro di luna) venne nominato membro dell'Accademia d'Italia, che trattava il chiaro di luna con grande rispetto.
Molti dei futuri partigiani, e dei futuri intellettuali del Partito Comunista, vennero educati dal GUF, l'associazione fascista degli studenti universitari, che doveva essere la culla della nuova cultura fascista. Questi club divennero una sorta di calderone intellettuale in cui le nuove idee circolavano senza nessun reale controllo ideologico, non tanto perche' gli uomini di partito fossero tolleranti, quanto perche' pochi di loro possedevano gli strumenti intellettuali per controllarle.
Nel corso di quel ventennio, la poesia degli ermetici rappresento' una reazione allo stile pomposo del regime: a questi poeti venne permesso di elaborare la loro protesta letteraria dall'interno della torre d'avorio. Il sentire degli ermetici era esattamente il contrario del culto fascista dell'ottimismo e dell'eroismo. Il regime tollerava questo dissenso palese, anche se socialmente impercettibile, perche' non prestava sufficiente attenzione a un gergo cosi' oscuro.
Il che non significa che il fascismo italiano fosse tollerante. Gramsci venne messo in prigione fino alla morte, Matteotti e i fratelli Rosselli vennero assassinati, la libera stampa soppressa, i sindacati smantellati, i dissidenti politici confinati su isole remote, il potere legislativo divenne una mera finzione e quello esecutivo (che controllava il giudiziario, come pure i mass media) emanava direttamente le nuove leggi, tra le quali vi furono anche quelle per la difesa della razza (l'appoggio formale italiano all'Olocausto).
L'immagine incoerente che ho descritto non era dovuta a tolleranza: era un esempio di sgangheratezza
politica e ideologica. Ma era una "sgangheratezza ordinata", una confusione strutturata. Il fascismo
era filosoficamente scardinato, ma dal punto di vista emotivo era fermamente incernierato ad alcuni archetipi.
Siamo ora giunti al secondo punto della mia tesi. Ci fu un solo nazismo, e non possiamo chiamare "nazismo" il falangismo ipercattolico di Franco, dal momento che il nazismo e' fondamentalmente pagano, politeistico e anticristiano, o non e' nazismo. Al contrario, si puo' giocare al fascismo in molti modi, e il nome del gioco non cambia. Succede alla nozione di "fascismo" quel che, secondo Wittgenstein, accade alla nozione di "gioco". Un gioco puo' essere o non essere competitivo, puo' interessare una o piu' persone, puo' richiedere qualche particolare abilità o nessuna, puo' mettere in palio del danaro, o no. I giochi sono una serie di attivita' diverse che mostrano solo una qualche "somiglianza di famiglia".
1: abc
2: bcd
3: cde
4: def
Supponiamo che esista una serie di gruppi politici. Il gruppo 1 e' caratterizzato dagli aspetti abc, il gruppo 2 da quelli bcd, e cosi' via. 2 e' simile a 1 in quanto hanno due aspetti in comune. 3 e' simile a 2 e 4 e' simile a 3 per la stessa ragione. Si noti che 3 e' anche simile a 1 (hanno in comune l'aspetto c). Il caso piu' curioso e' dato da 4, ovviamente simile a 3 e a 2, ma senza nessuna caratteristica in comune con 1. Tuttavia, a ragione della ininterrotta serie di decrescenti similarita' tra 1 e 4, rimane, per una sorta di transitivita' illusoria, un'aria di famiglia tra 4 e 1.
Il termine "fascismo" si adatta a tutto perche' e' possibile eliminare da un regime fascista uno o piu' aspetti, e lo si potra' sempre riconoscere per fascista. Togliete al fascismo l'imperialismo e avrete Franco o Salazar; togliete il colonialismo e avrete il fascismo balcanico. Aggiungete al fascismo italiano un anticapitalismo radicale (che non affascino' mai Mussolini) e avrete Ezra Pound. Aggiungete il culto della mitologia celtica e il misticismo del Graal (completamente estraneo al fascismo ufficiale) e avrete uno dei piu' rispettati guru fascisti, Julius Evola.
A dispetto di questa confusione, ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare "Ur-Fascismo", o il "fascismo eterno". Tali caratteristiche non possono venire irreggimentate in un sistema; molte si contraddicono reciprocamente, e sono tipiche di altre forme di dispotismo o di fanatismo. Ma e' sufficiente che una di loro sia presente per far coagulare una nebulosa fascista.
1. La prima caratteristica di un Ur-Fascismo e' il culto della tradizione. Il tradizionalismo e' piu' vecchio del fascismo. Non fu solo tipico del pensiero controrivoluzionario cattolico dopo la Rivoluzione Francese, ma nacque nella tarda eta' ellenistica come una reazione al razionalismo greco classico.
Nel bacino del Mediterraneo, i popoli di religioni diverse (tutte accettate con indulgenza dal Pantheon romano) cominciarono a sognare una rivelazione ricevuta all'alba della storia umana. Questa rivelazione era rimasta a lungo nascosta sotto il velo di lingue ormai dimenticate. Era affidata ai geroglifici egiziani, alle rune dei celti, ai testi sacri, ancora sconosciuti, delle religioni asiatiche.
Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. "Sincretismo" non e' solo, come indicano i dizionari, la combinazione di forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili e' solo perche' tutti alludono, allegoricamente, a qualche verita' primitiva.
Come conseguenza, non ci puo' essere avanzamento del sapere. La verita' e' stata gia' annunciata una volta per tutte, e noi possiamo solo continuare a interpretare il suo oscuro messaggio. E sufficiente guardare il sillabo di ogni movimento fascista per trovare i principali pensatori tradizionalisti. La gnosi nazista si nutriva di elementi tradizionalisti, sincretistici, occulti. La piu' importante fonte teoretica della nuova destra italiana, Julius Evola, mescolava il Graal con i Protocolli dei Savi di Sion, l'alchimia con il Sacro Romano Impero. Il fatto stesso che per mostrare la sua apertura mentale una parte della destra italiana abbia recentemente ampliato il suo sillabo mettendo insieme De Maistre, Guenon e Gramsci e' una prova lampante di sincretismo.
Se curiosate tra gli scaffali che nelle librerie americane portano l'indicazione "New Age", troverete persino Sant'Agostino, il quale, per quanto ne sappia, non era fascista. Ma il fatto stesso di mettere insieme Sant'Agostino e Stonehenge, questo e' un sintomo di Ur-Fascismo.
2. Il tradizionalismo implica il rifiuto del modernismo. Sia i fascisti che i nazisti adoravano la tecnologia, mentre i pensatori tradizionalisti di solito rifiutano la tecnologia come negazione dei valori spirituali tradizionali. Tuttavia, sebbene il nazismo fosse fiero dei suoi successi industriali, la sua lode della modernita' era solo l'aspetto superficiale di una ideologia basata sul "sangue" e la "terra" (Blut und Boden). Il rifiuto del mondo moderno era camuffato come condanna del modo di vita capitalistico, ma riguardava principalmente il rigetto dello spirito del 1789 (o del 1776, ovviamente). L'illuminismo, l'eta' della Ragione vengono visti come l'inizio della depravazione moderna. In questo senso, l'Ur-Fascismo puo' venire definito come "irrazionalismo".
3. L'irrazionalismo dipende anche dal culto dell'azione per l'azione. L'azione e' bella di per se', e dunque deve essere attuata prima di e senza una qualunque riflessione. Pensare e' una forma di evirazione. Percio' la cultura e' sospetta nella misura in cui viene identificata con atteggiamenti critici. Dalla dichiarazione attribuita a Goebbels ("Quando sento parlare di cultura, estraggo la mia pistola") all'uso frequente di espressioni quali "Porci intellettuali", "Teste d'uovo", "Snob radicali", "Le universita' sono un covo di comunisti", il sospetto verso il mondo intellettuale e' sempre stato un sintomo di Ur-Fascismo. Gli intellettuali fascisti ufficiali erano principalmente impegnati nell'accusare la cultura moderna e l'intellighenzia liberale di aver abbandonato i valori tradizionali.
4. Nessuna forma di sincretismo puo' accettare la critica. Lo spirito critico opera distinzioni, e distinguere e' un segno di modernita'. Nella cultura moderna, la comunita' scientifica intende il disaccordo come strumento di avanzamento delle conoscenze. Per l'Ur-Fascismo, il disaccordo e' tradimento.
5. Il disaccordo e' inoltre un segno di diversita'. L'Ur-Fascismo cresce e cerca il consenso sfruttando ed esacerbando la naturale paura della differenza. Il primo appello di un movimento fascista o prematuramente fascista e' contro gli intrusi. L'Ur-Fascismo e' dunque razzista per definizione.
6. L'Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perche' una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici e' stato l'appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni. Nel nostro tempo, in cui i vecchi "proletari" stanno diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena politica), il fascismo trovera' in questa nuova maggioranza il suo uditorio.
7. A coloro che sono privi di una qualunque identita' sociale, l'Ur-Fascismo dice che il loro unico privilegio e' il piu' comune di tutti, quello di essere nati nello stesso paese. E' questa l'origine del "nazionalismo". Inoltre, gli unici che possono fornire una identita' alla nazione sono i nemici. Cosi', alla radice della psicologia Ur-Fascista vi e' l'ossessione del complotto, possibilmente internazionale. I seguaci debbono sentirsi assediati. Il modo piu' facile per far emergere un complotto e' quello di fare appello alla xenofobia. Ma il complotto deve venire anche dall'interno: gli ebrei sono di solito l'obiettivo migliore, in quanto presentano il vantaggio di essere al tempo stesso dentro e fuori. In America, ultimo esempio dell'ossessione del complotto e' rappresentato dal libro The New World Order di Pat Robertson.
8. I seguaci debbono sentirsi umiliati dalla ricchezza ostentata e dalla forza dei nemici. Quando ero bambino mi insegnavano che gli inglesi erano il "popolo dei cinque pasti": mangiavano piu' spesso degli italiani, poveri ma sobri. Gli ebrei sono ricchi e si aiutano l'un l'altro grazie a una rete segreta di mutua assistenza. I seguaci debbono tuttavia essere convinti di poter sconfiggere i nemici. Cosi', grazie a un continuo spostamento di registro retorico, i nemici sono al tempo stesso troppo forti e troppo deboli. I fascismi sono condannati a perdere le loro guerre, perche' sono costituzionalmente incapaci di valutare con obiettivita' la forza del nemico.
9. Per l'Ur-Fascismo non c'e' lotta per la vita, ma piuttosto "vita per la lotta". Il pacifismo e' allora collusione col nemico; il pacifismo e' cattivo perche' la vita e' una guerra permanente. Questo tuttavia porta con se' un complesso di Armageddon: dal momento che i nemici debbono e possono essere sconfitti, ci dovra' essere una battaglia finale, a seguito della quale il movimento avra' il controllo del mondo. Una simile soluzione finale implica una successiva era di pace, un'eta' dell'Oro che contraddice il principio della guerra permanente. Nessun leader fascista e' mai riuscito a risolvere questa contraddizione.
10. L'elitismo e' un aspetto tipico di ogni ideologia reazionaria, in quanto fondamentalmente aristocratico. Nel corso della storia, tutti gli elitismi aristocratici e militaristici hanno implicato il disprezzo per i deboli. L'Ur-Fascismo non puo' fare a meno di predicare un "elitismo popolare". Ogni cittadino appartiene al popolo migliore del mondo, i membri del partito sono i cittadini migliori, ogni cittadino puo' (o dovrebbe) diventare un membro del partito. Ma non possono esserci patrizi senza plebei. Il leader, che sa bene come il suo potere non sia stato ottenuto per delega, ma conquistato con la forza, sa anche che la sua forza si basa sulla debolezza delle masse, cosi' deboli da aver bisogno e da meritare un "dominatore". Dal momento che il gruppo e' organizzato gerarchicamente (secondo un modello militare), ogni leader subordinato disprezza i suoi subalterni, e ognuno di loro disprezza i suoi sottoposti. Tutto cio' rinforza il senso di un elitismo di massa.
11. In questa prospettiva, ciascuno e' educato per diventare un eroe. In ogni mitologia l'"eroe" e' un essere eccezionale, ma nell'ideologia Ur-Fascista l'eroismo e' la norma. Questo culto dell'eroismo e' strettamente legato al culto della morte: non a caso il motto dei falangisti era: "Viva la muerte!". Alla gente normale si dice che la morte e' spiacevole ma bisogna affrontarla con dignita'; ai credenti si dice che e' un modo doloroso per raggiungere una felicita' soprannaturale. L'eroe Ur-Fascista, invece, aspira alla morte, annunciata come la migliore ricompensa per una vita eroica. L'eroe Ur-Fascista e' impaziente di morire. Nella sua impazienza, va detto in nota, gli riesce piu' di frequente far morire gli altri.
12. Dal momento che sia la guerra permanente sia l'eroismo sono giochi difficili da giocare, l'Ur-Fascista trasferisce la sua volonta' di potenza su questioni sessuali. E' questa l'origine del machismo (che implica disdegno per le donne e una condanna intollerante per abitudini sessuali non conformiste, dalla castita' all'omosessualita'). Dal momento che anche il sesso e' un gioco difficile da giocare, l'eroe Ur-Fascista gioca con armi, che sono il suo Ersatz fallico: i suoi giochi di guerra sono dovuti a una invidia penis permanente.
13. L'Ur-Fascismo si basa su un "populismo qualitativo": In una democrazia i cittadini godono di diritti individuali, ma l'insieme dei cittadini e' dotato di un impatto politico solo dal punto di vista quantitativo (si seguono le decisioni della maggioranza). Per l'Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il "popolo" e' concepito come una qualita', un'entita' monolitica che esprime la "volonta' comune". Dal momento che nessuna quantita' di esseri umani puo' possedere una volonta' comune, il leader pretende di essere il loro interprete. Avendo perduto il loro potere di delega, i cittadini non agiscono, sono solo chiamati pars pro toto, a giocare il ruolo del popolo. Il popolo e' cosi' solo una finzione teatrale. Per avere un buon esempio di populismo qualitativo, non abbiamo piu' bisogno di Piazza Venezia o dello stadio di Norimberga. Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo Tv o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini puo' venire presentata e accettata come la "voce del popolo". A ragione del suo populismo qualitativo, l'Ur-Fascismo deve opporsi ai "putridi" governi parlamentari. Una delle prime frasi pronunciate da Mussolini nel parlamento italiano fu: "Avrei potuto trasformare quest'aula sorda e grigia in un bivacco per i miei manipoli." Di fatto, trovo' immediatamente un alloggio migliore per i suoi manipoli, ma poco dopo liquido' il parlamento. Ogni qual volta un politico getta dubbi sulla legittimita' del parlamento perche' non rappresenta piu' la "voce del popolo", possiamo sentire l'odore di Ur-Fascismo.
14. L'Ur-Fascismo parla la "neolingua". La "neolingua" venne inventata da Orwell in 1984, come la lingua ufficiale dell'Ingsoc, il Socialismo Inglese, ma elementi di Ur-Fascismo sono comuni a forme diverse di dittatura. Tutti i testi scolastici nazisti o fascisti si basavano su un lessico povero e su una sintassi elementare, al fine di limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico. Ma dobbiamo essere pronti a identificare altre forme di neolingua, anche quando prendono la forma innocente di un popolare talkshow.
Dopo aver indicato i possibili archetipi dell'Ur-Fascismo, mi sia concesso di concludere. Il mattino del 27 luglio del 1943 mi fu detto che, secondo delle informazioni lette alla radio, il fascismo era crollato e che Mussolini era stato arrestato. Mia madre mi mando' a comperare il giornale. Andai al chiosco piu' vicino e vidi che i giornali c'erano, ma i nomi erano diversi. Inoltre, dopo una breve occhiata ai titoli, mi resi conto che ogni giornale diceva cose diverse. Ne comperai uno, a caso, e lessi un messaggio stampato in prima pagina, firmato da cinque o sei partiti politici, come Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito Socialista, Partito d'Azione, Partito Liberale. Fino a quel momento avevo creduto che vi fosse un solo partito in ogni paese, e che in Italia ci fosse solo il Partito Nazionale Fascista. Stavo scoprendo che nel mio paese ci potevano essere diversi partiti allo stesso tempo. Non solo: dal momento che ero un ragazzo sveglio, mi resi subito conto che era impossibile che tanti partiti fossero sorti da un giorno all'altro. Capii cosi' che esistevano gia' come organizzazioni clandestine.
Il messaggio celebrava la fine della dittatura e il ritorno della liberta': liberta' di parola, di stampa, di associazione politica. Queste parole, "liberta'", "dittatura" - Dio mio - era la prima volta in vita mia che le leggevo. In virtu' di queste nuove parole ero rinato uomo libero occidentale.
Dobbiamo stare attenti che il senso di queste parole non si dimentichi ancora. L'Ur-Fascismo e' ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe cosi' confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: "Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!" Ahime', la vita non e' cosi' facile. L'Ur-Fascismo puo' ancora tornare sotto le spoglie piu' innocenti. Il nostro dovere e' di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme - ogni giorno, in ogni parte del mondo. Do ancora la parola a Roosevelt: "Oso dire che se la democrazia americana cessasse di progredire come una forza viva, cercando giorno e notte con mezzi pacifici, di migliorare le condizioni dei nostri cittadini, la forza del fascismo crescera' nel nostro paese" (4 novembre 1938). Liberta' e liberazione sono un compito che non finisce mai. Che sia questo il nostro motto: "Non dimenticate".
E permettetemi di finire con una poesia di Franco Fortini:

Sulla spalletta del ponte
Le teste degli impiccati
Nell'acqua della fonte
La bava degli impiccati.

Sul lastrico del mercato
Le unghie dei fucilati
Sull'erba secca del prato
I denti dei fucilati.

Mordere l'aria mordere i sassi
La nostra carne non e' piu' d'uomini
Mordere l'aria mordere i sassi
Il nostro cuore non e' piu' d'uomini.

Ma noi s'e' letta negli occhi dei morti
E sulla terra faremo liberta'
Ma l'hanno stretta i pugni dei morti
La giustizia che si fara'.
*
Note
1. Usato attualmente in logica per indicare insiemi "sfumati", dai contorni imprecisi, il termine fuzzy potrebbe essere tradotto come "sfumato", "confuso", "impreciso", "sfocato".

4. REPETITA IUVANT. "UN POMODORO E UN PEZZO DI CARBONE". UNA COMMEMORAZIONE DEGLI EMIGRATI UCCISI A MARCINELLE E A FOGGIA TENUTA A VITERBO L'8 AGOSTO 2018

I.

Ci avete fatto caso?
Un cuore umano sembra un pomodoro.
Ci avete fatto caso?
Bruciato sembra un pezzo di carbone.
Ci avete fatto caso?
Un uomo morto sembra essere uno straccio
e solo allora riconoscono che e' un uomo.

Un emigrante e' sempre un emigrante
quale che sia il paese da cui parte.
E un operaio e' sempre un operaio
che lavori nei campi o in miniera.
E sempre sono esseri umani
esseri umani sfruttati e violentati
da un potere che gli ruba il respiro
da un potere che gli mangia le vite.

E un razzista e' sempre anche schiavista
e uno schiavista e' sempre anche razzista.
E tutti i potenti sono in combutta
contro tutte le oppresse e gli oppressi.
I padroni non credono affatto che gli esseri umani
siano uguali in dignita' e diritti.
Pensano invece sia un bel modo di campare
mangiare il cuore delle altre persone.

Quando muoiono nelle gallerie
quando muoiono negli incidenti
quando muoiono ammazzati
a colpi di fucile o di scudiscio
di colpo ritornano a sembrare umani
quegli esseri umani che un attimo prima
non erano considerati esseri umani
ma solo pezzi di carne senza volto
solo corpi di schiavi senza voce
solo ingranaggi della macchina della valorizzazione del capitale.

E chi li ha schiavizzati e li ha ammazzati
quando e' ben certo che siano proprio morti
la lacrimuccia espettora a reti unificate
la lacrimuccia che non riusciva a spremersi
quand'erano vivi e tenevano basso
il costo del lavoro
cosi' che fossero alti
i profitti.

Quando erano vivi e col sudore e il sangue
facevano la gioia dell'intera filiera
che dal caporale giunge al consumatore
e tutta e' agli ordini del capitale astratto
che fa suo pascolo delle concrete umane vite
banchetta con le prelibate carni delle umane sue vittime
globale lucullo e trimalcione
tritacarne eretto a sistema e ideologia.

Il capitale che sa cio' che vuole
e che sa cio' che fa
e cio' che fa e' torturare e uccidere
l'umanita' dolente resa schiava
della catena della produzione
per ricavarne il massimo profitto.

No, non ricordino i morti di Marcinelle
gli schiavisti razzisti che oggi governano questo paese
e non osino dire di essere in lutto per i braccianti morti
abbiano invece vergogna e paura
temano che come fantasmi come antiche furie
quelle vittime tornino ad accusarli inesorabili
le stesse vittime allora ed oggi
oggi come allora vittime
del capitale e del suo comitato d'affari
oggi come allora vittime
del potere mafioso, razzista, schiavista.

Ci avete fatto caso?
Un cuore umano sembra un pomodoro.
Ci avete fatto caso?
Bruciato sembra un pezzo di carbone.
Ci avete fatto caso?
Un uomo morto sembra essere uno straccio
e solo allora riconoscono che e' un uomo.

II.

Le vittime della violenza
del potere assassino che sfrutta e divora
quelle vittime puo' ricordarle
solo chi condivide con loro il suo pane
solo chi condivide con loro la fatica e il dolore e la paura
solo chi per soccorrerle si adopera
solo chi con tutto il cuore a loro e' uguale
solo chi come loro e' vittima e lo sa.
Solo le oppresse e gli oppressi libereranno
l'umanita' intera dal dolore e dalla vergogna
tutto sara' allora chiaro
di tutte le donne e di tutti gli uomini ci ricorderemo come fossero qui
risorgeranno allora tutti i morti
tutti i sommersi saranno salvati
nella memoria di un'umanita'
che divenuta umana un mondo umano
sapra' realizzare.

Io chiedo: cosa e' l'umanita'?
Io chiedo: quale e' la cosa giusta?
E ancora chiedo: saremo mai liberi
prima di essere morti?
Non sono domande a cui possa rispondere
una persona sola, sono domande
che richiedono l'azione comune
di chi e' disposto a mettere in comune
tutti i beni e tutto il bene.
Sono domande a cui puo' rispondere
solo la lotta delle oppresse e degli oppressi
affinche' cessi il tempo dei vampiri
e venga il tempo della condivisione.

Felici i poveri, felici i miti
che non hanno oppresso nessuno.
Felici le persone addolorate
felici le affamate ed assetate
perche' loro faranno la giustizia.
Felici i misericordiosi i pacifici i perseguitati
perche' verra' il giorno in cui l'umanita'
si riconoscera' umana, umana.

Quel giorno si sfasceranno le case dei ricchi
si trasformeranno in statue di sale e di vetro
i loro figli non li riconosceranno
tutta l'avidita' del mondo svanira' come fumo ombra nulla.
E i monumenti illustri dei trionfi
di chi li ottenne al prezzo di oceani di sangue
saranno perenne memoria del dolore immedicabile
del male sparso a secchiate, a cisterne, a diluvi
ammonimento di quanto grande fosse ed obbrobriosa
la stoltezza di chi assassinava il fratello
la follia di chi segava la gola a chi pronunciava male la parola scibbolet
il delirio di chi accumulava ricchezze sacrificando vite.

III.

I ministri che dicono di essere contro la mafia
e fanno la politica voluta dalla mafia
tacciano adesso.
I ministro che dicono di essere contro la schiavitu'
e fanno la politica della schiavitu'
tacciano adesso.
I ministri delle persecuzioni razziste
che in quanto tali sono i primi persecutori dell'umanita' intera
tacciano adesso.
E se hanno un briciolo, un briciolo solo, di decenza:
che si dimettano
che si dimettano
che si dimettano.
E se in Italia si trova un giudice, un solo giudice, a Berlino:
quei ministri li processi e li condanni
li processi e li condanni quei ministri
li processi
li condanni
perche' chi non trae in salvo il naufrago lo uccide
perche' chi predica odio alimenta violenza
perche' chi perseguita le vittime e' complice di tutti i carnefici
perche' chi esalta il disordine costituito e' complice di tutti gli oppressori
di tutti gli sfruttatori di tutti i predatori di tutti gli azzannatori
perche' loro sono gli assassini degli annegati nel Mediterraneo
perche' loro sono i mandanti e i protettori degli schiavisti
perche' loro sono i fomentatori dei mafiosi e dei fascisti
che ogni giorno ripetono in forma casalinga
dal terrazzo di casa dal finestrino dell'auto
le imprese del reich millenario.

IV.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per salvare tutte le vite.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per la legalita' che ogni persona difende dall'abuso.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani
in quest'unica casa comune che e' il mondo vivente.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia cessi il regime delle persecuzioni razziste.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia cessi il regime della schiavitu' e della segregazione.
Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che cessi l'ecatombe nel Mediterraneo
per abolire il mercato mafioso dei trafficanti di carne umana
per abolire il folle divieto di salvare la propria vita e l'altrui.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia finalmente s'inveri
la democrazia il cui fondamento e' "una persona, un voto".

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per ottenere che in Italia finalmente si rispetti
il diritto d'asilo per tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
con la forza della verita'
con la scelta della nonviolenza
per far dimettere il governo razzista
per far dimettere il governo dell'omissione di soccorso
per far dimettere il governo delle persecuzioni razziste e religiose
per far dimettere il governo complice e favoreggiatore dell'orrore della Libia dei lager
per far dimettere il governo che aggredisce e sabota chi salva le vite umane in mare
per far dimettere il governo che propaganda il disprezzo e l'odio e la violenza
per far dimettere il governo che viola la Costituzione repubblicana antifascista.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per denunciare e far processare i ministri colpevoli e favoreggiatori di mostruosi reati.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
per far cessare l'apartheid in Italia
per far cessare lo squadrismo in Italia
per far cessare la schiavitu' in Italia
per far cessare il fascismo in Italia.

Insorgano adesso le oppresse e gli oppressi
con la forza della verita'
con la scelta della nonviolenza.
Agisci verso le altre persone
come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Legge e' la difesa del debole dall'abuso del forte.
Legge e' recare aiuto a chi ne ha bisogno.
Legge e' riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. REPETITA IUVANT. GRANDOLA VILA MORENA

I. La memoria delle vittime

Nella girandola delle scempiaggini propagandistiche
in cui vero e falso sono una sola pappa
ed ogni scelleraggine puo' essere abbigliata da banalita'

la memoria dei crimini scompare in poche ore
come sudore ne resta soltanto
un odore sgradevole a cui presto ci si ausa

cosi' dei sedici braccianti uccisi
pochi giorni fa sulle strade in due agguati
dopo un paio di giorni di rituale indignazione

con le fanfare le eccellenze loro
i giornalisti al seguito dei tweet
e la prosopopea di ogni sadico regime

nulla piu' resta se non i cadaveri ormai spazzatura
resta il regime razzista e restano schiavi gli schiavi
che continueranno ad essere torturati e assassinati

con la benedizione del regime razzista
per far funzionare l'economia schiavista
in un paese ormai segregazionista

II. Parla il presentatore del telegiornale

E perche' dovremmo ricordare sedici vittime
quando ogni giorno un diluvio di sangue
annega l'umanita'

la morte dal cielo in Yemen come a Gaza
l'ecatombe infinita nel Mediterraneo
le innumerevoli stragi della guerra e della fame

ti strizza l'occhio dalla televisione
il presentatore e ti dice
ne muoiono cosi' tanti perche' tenerne il conto

e' sempre stato cosi' piangeva gia' Serse
mentre mandava al macello i suoi soldati
tu fatti furbo pensa solo a vivere

e sii contento che a morire e' qualcun altro
mentre tu hai un tavolo e una sedia
e schiavi ti procurano il cibo a poco prezzo

e' sempre stato cosi' e cosi' sempre sara'
smettila di sognare il sogno di una cosa
alla tua eta' sii grato di esserci arrivato

e cosa sara' mai genuflettersi al padrone
e baciargli l'anello insanguinato se e' sufficiente
a non finire nel vagone piombato

e' un mondo fatto cosi'
chi non sta nel plotone d'esecuzione
gli sta davanti

noi preferiamo vivere
anche se vivere vuol dire accettare
e fare quello che non voglio dire

III. L'ora di insorgere

Ma io dico che questo orrore
non e' degno di esseri umani
ma io dico che e' l'ora di insorgere

abolire il regime schiavista
abolire il regime razzista
abolire le guerre e le armi
abolire il potere maschilista
prima radice e primo modello
di ogni violenza

abolire il fascismo e condividere
tra tutte e tutti tutto il bene e i beni
in quest'unico mondo vivente
casa comune dell'umanita'
in quest'unico mondo vivente
di cui dobbiamo essere amorevoli custodi

ogni essere umano e' uno specchio
nel dolore degli altri e' anche il tuo
la paura di ognuno e' di tutti
non vi e' altra salvezza che la condivisione
non vi e' altra salvezza che la solidarieta'
solo se tutti si e' liberi
puo' essere libero ognuno

non sono morti quei sedici morti
se tu decidi di lottare per loro
non sono morti tutti gli uccisi
se tu decidi che occorre far cessare
ogni uccisione se tu decidi
che occorre salvare tutte le vite

le innumerevoli generazioni
che hanno sperato una liberazione
da tanta oppressione da tanta sofferenza
sono ancora vive nell'azione
che si oppone oggi e qui ad ogni violenza

insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per la liberazione comune
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per la legalita' che salva le vite
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per abolire il regime dei vampiri
e realizzare l'umana convivenza

insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per inverare l'antica promessa
di ogni sapienza la regola d'oro
di agire verso ogni altra persona
cosi' come vorresti che ogni altra persona
agisse verso di te

insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per cacciare il governo razzista
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per contrastare la mafia schiavista
insorga ogni oppressa e ogni oppresso
per il diritto di ogni essere umano
alla vita alla dignita' alla solidarieta'

i morti restano morti
nulla riscatta il dolore
le vittime assassinate
non possono piu' essere salvate
non torneranno in vita
le persone che la morte ha ghermito
eppure
tutta la loro memoria
e tutta la loro speranza
e' ancora in noi e con noi
anela la liberazione
anela la verita'

i morti restano morti
eppure ti chiamano ancora
ti chiamano alla lotta nonviolenta
per la liberazione dell'umanita'

nel movimento delle oppresse e degli oppressi
e' la forza che puo' salvare il mondo
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere

con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
e' questa l'ora di insorgere
e' sempre l'ora di insorgere
per salvare tutte le vite

IV. Grandola vila morena

Non riuscivo a dormire stanotte
dalla finestra mi pareva di sentire
un passante che cantava sottovoce
in un sussurro in un mormorio
una canzone che conosco anch'io

Grandola vila morena
terra da fraternidade
o povo e' quem mais ordena
dentro de ti o cidade...

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 442 del 25 aprile 2020
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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