[Nonviolenza] Telegrammi. 3669



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3669 del 5 marzo 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Luciano Bonfrate: La chiusura della scuola di Atene
2. Siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019
3. Abrogare gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza"
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. Verso l'otto marzo
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
8. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
9. Opporsi a tutte le guerre, opporsi a tutte le stragi, salvare tutte le vite
10. Eve Ensler: La mia rivoluzione inizia nel corpo
11. Eve Ensler: Preghiera degli uomini
12. Eve Ensler: Fino a quando...
13. Eve Ensler: L'Ufficio della schiavitu' sessuale
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. DISSOI LOGOI. LUCIANO BONFRATE: LA CHIUSURA DELLA SCUOLA DI ATENE

Non e' successo niente state tranquilli gracchia
la voce del portavoce dell'imperatore dalla radio
e per le strade carri e camionette sono li' per il vostro bene
che il governo sa bene quale sia
e gli scienziati lo confermano potete vederlo su youtube

Chi ha piu' di sessant'anni resti chiuso in casa
non costringeteci a fare quello che non vogliamo fare
chi conosce un comunista lo denunci al numero verde
c'e' anche disponibile un'app e una taglia niente male
ci si puo' arruolare volontari per le ronde a Lesbo
per le partite di caccia ai bipedi a Lesbo
l'Europa fornira' i nuovi chassepots o se preferite i winchester
lo sappiamo quello che vi piace

Ricordatevi che il governo vi ama
chi vi regala cosi' tanti canali
televisivi? chi vi imbandisce cosi' tante discoteche
e notti dei cristalli? il governo vi ama
e voi non deludetelo in quest'ora suprema sui colli fatali

Della sorte degli schiavi non deve calervi
non e' di vostra competenza
lo decide il governo il numero dei morti e dei malati
e chi deve sparire nel silenzio
presto vi sara' recapitato un decalogo
lo sappiamo che vi piace sapere che fare
e non volete restare senza ordini
lavatevi le mani e marciate sul posto
cantate canzoni alla primavera e alla bellezza
nessuno esca di casa e se sentite
gli spari le urla i gemiti e il silenzio
la carne avvolta nel filo spinato trascinata via prima che puzzi
il passo cadenzato delle legioni del generale Legione
non fateci caso pensate ai casi vostri
non e' detto che prima dell'alba non si bussi anche alla vostra porta
statevi buoni che non vi succede niente
lasciate fare a chi sa fare
rigate dritto i droni vi sorvegliano

Siate gloriosi come siete sempre stati
eroi poeti navigatori e santi e ballerini e pubblico gentile
concorrenti di quiz prosseneti clienti e tutto il resto
obbedite al piccolo padre al grande fratello al primo segretario
a chi ha fatto i soldi carne umana masticando
al notiziario di prima serata ai secondi violini al coach
all'esperto finanziario al cerusico al barbiere
non ficcate il naso dove non vi riguarda
lasciate fare a noi che abbiamo
il doppiopetto gli elettrodi la vergine di Norimberga
lo scranno di lucido legno pregiato il microfono l'atomica
e se proprio un piccolo sfogo vi ci vuole
e non avete a portata di mano una dolce creatura da pestare a sangue
che tanto e' solo una costola con un po' di fango intorno
un vile oggetto di piacere per riposo del guerrier ch'entro vi rugge
sparate anche voi dal terrazzo a chi e' troppo lento per strada
o indeciso o ancora pretende
di pensare di parlare di discutere
di amare le persone di cercare la verita'
di volere salvare le vite
di ricordare il figlio della levatrice

2. REPETITA IUVANT. SIANO FINALMENTE PROCESSATI I MINISTRI DEL GOVERNO RAZZISTA PER I CRIMINI CONTRO L'UMANITA' COMMESSI NEL 2018-2019

Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per i crimini contro l'umanita' commessi nel 2018-2019.
Che siano finalmente processati i ministri del governo razzista per le flagranti violazioni del diritto internazionale e della legalita' costituzionale commesse nel 2018-2019.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
La strage degli innocenti nel Mediterraneo e' un crimine contro l'umanita'.
La schiavitu', le persecuzioni e l'apartheid in Italia sono un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. ABROGARE GLI SCELLERATI ED INCOSTITUZIONALI "DECRETI SICUREZZA DELLA RAZZA"

Nonostante che il governo razzista sia caduto ormai dalla scorsa estate, restano assurdamente, scandalosamente, obbrobriosamente ancora in vigore alcune delle sue scellerate ed incostituzionali misure razziste che violano fondamentali diritti umani, il diritto internazionale e la stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Come ad esempio le misure razziste contenute negli infami "decreti sicurezza della razza".
Cosi' come e' giusto, necessario e urgente che finalmente tutti i ministri di allora siano tratti in tribunale a rispondere dei reati razzisti commessi, ugualmente e' giusto, necessario e urgente che quelle misure razziste ed incostituzionali siano abrogate.
*
E' evidente che essendo restato al governo uno dei due partiti che diedero vita al criminale governo razzista nel 2018-2019, e che anzi lo stesso presidente del consiglio dei ministri attuale e' ancora quello che presiedette quel gabinetto razzista, ancora non e' stata pienamente ripristinata la democrazia e la legalita' costituzionale.
Ma e' altrettanto evidente che la democrazia e la legalita' costituzionale devono essere infine ripristinate; che deve cessare la violenza razzista; che quelle misure disumane devono essere abolite, e quei disumani ministri ed i complici loro devono essere allontanati dalle istituzioni democratiche.
*
Contrastare il razzismo e il fascismo, ripristinare la vigenza dei diritti umani e della legalita' democratica, non sono compiti da subordinare a calcoli tattici e a giochi di palazzo, sono invece obbligo morale e civile, dovere fondativo dell'ordinamento democratico e della civile convivenza, sono indispensabile inveramento della Costituzione, sono la politica prima che si oppone alla folle barbarie, che si oppone alle stragi degli innocenti.
Cosicche' non si perda piu' tempo: siano immediatamente abrogati gli scellerati ed incostituzionali "decreti sicurezza della razza".
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Sia soccorsa, accolta e assistita ogni persona bisognosa di aiuto.
Siano rispettati tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. INIZIATIVE. VERSO L'OTTO MARZO

Per l'otto marzo, Giornata internazionale di lotta delle donne per la liberazione dell'umanita' dalla violenza maschilista, ovunque possibile si promuovano iniziative di riflessione e di azione.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

8. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

9. REPETITA IUVANT. OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, OPPORSI A TUTTE LE STRAGI, SALVARE TUTTE LE VITE

Opporsi a tutte le guerre, opporsi a tutte le stragi, salvare tutte le vite.
E' tutto qui.

10. REPETITA IUVANT. EVE ENSLER: LA MIA RIVOLUZIONE INIZIA NEL CORPO
[Nuovamente riproponiamo.
Eve Ensler, drammaturga, poetessa, sceneggiatrice e regista, docente universitaria, attivista per i diritti delle donne, fondatrice e direttrice artistica di "V-Day", movimento globale che combatte la violenza alle donne e alle bambine, vive a New York. Tra le opere di Eve Ensler: I monologhi della vagina, Marco Tropea Editore, Milano 2000; Il corpo giusto, Marco Tropea Editore, Milano 2005; Io sono emozione, Piemme, Casale Monferrato 2012; Nel corpo del mondo, Il Saggiatore, Milano 2015. Come e' noto I monologhi della vagina ha ricevuto nel 1997 il prestigioso Obie Award, ed e' stato portato in scena con grande successo a Broadway (con star come Susan Sarandon, Glenn Close, Melanie Griffith e Winona Ryder), a Londra (con Kate Winslet e Cate Blanchett) e in diverse altre citta' del mondo. "V-Day", il movimento internazionale contro la violenza su donne e bambine, di cui Eve Ensler e' fondatrice, dal 1999 ha finanziato piu' di 10.000 rifugi e programmi antiviolenza (per informazioni: www.vday.org). Su sua iniziativa il 14 febbraio 2013 in tutto il mondo si e' svolta la manifestazione "One Billion Rising" contro la violenza sulle donne (per informazioni: http://onebillionrising.org) che da allora si ripete ogni anno. Cfr. anche il sito di Eve Ensler: www.eveensler.org]

La mia rivoluzione inizia nel corpo
Non aspetta piu'
La mia rivoluzione non ha bisogno di approvazione o permesso
Avviene perche' deve avvenire in ogni quartiere, villaggio, citta' o cittadina
Nei raduni delle tribu', tra i compagni di studio, tra le donne al mercato, sull'autobus
Puo' essere graduale e morbida
Puo' essere spontanea e rumorosa
Potrebbe gia' stare avvenendo
La puoi trovare nel tuo armadio, nei tuoi cassetti, nel tuo stomaco, nelle tue gambe,
Nel moltiplicarsi delle tue cellule, nella nuda bocca di capezzoli turgidi e seni prorompenti
La mia rivoluzione cresce al ritmo del fremito insaziabile tra le mie gambe
La mia rivoluzione e' disposta a morire per questo
La mia rivoluzione e' pronta a vivere in grande
La mia rivoluzione sta rovesciando quello stato mentale chiamato patriarcato
La mia rivoluzione non avra' una coreografia anche se comincera' con alcuni passi familiari
La mia rivoluzione non e' violenta ma non ha paura di rischiare forti dimostrazioni di resistenza
Che potrebbero farla scivolare in qualcosa di nuovo
La mia rivoluzione e' in questo corpo
In questi fianchi atrofizzati dalla misoginia
In questa mandibola messa a tacere dalla fame e dall'atrocita'
La mia rivoluzione e'
Connessione non consumo
Passione non profitto
Orgasmo non proprieta'
La mia rivoluzione e' della terra e verra' da lei
Per lei, grazie a lei
Capisce che ogni volta che perforiamo o trivelliamo
O bruciamo o violiamo gli strati della sua sacralita'
Violiamo l'anima del nostro futuro
La mia rivoluzione non si vergogna di spingere il mio corpo giu'
Sul suo suolo fangoso davanti a Banani, Cipressi, Pini, Kalyaan, Querce, Castagni, Gelsi, Sequoie, Sicomori
Di chinarsi senza vergogna a uccelli giallo fosforescente e tramonti rosa e blu, a buganvillee viola da far scoppiare il cuore e mari verde acqua
La mia rivoluzione bacia volentieri i piedi di madri e infermiere e cameriere e donne delle pulizie e bambinaie
E guaritrici e tutte coloro che sono vita e danno vita
La mia rivoluzione e' in ginocchio
Sulle mie ginocchia davanti ad ogni cosa sacra
E a coloro che portano fardelli creati dall'impero dentro e sulle proprie teste e sulle proprie schiene e
Nei propri cuori
La mia rivoluzione richiede abbandono
Si aspetta l'originale
Si affida a piantagrane, anarchici, poeti, sciamani, veggenti, esploratori del sesso,
Prestigiatori, viaggiatori mistici, funamboli e coloro che vanno troppo lontano e sentono troppo,
La mia rivoluzione arriva inaspettatamente
Non e' ingenua ma crede nei miracoli
Non puo' essere classificata, definita, marchiata
O perfino collocata
Offre profezie non ricette
E' determinata da mistero e gioia estatica
Richiede ascolto
Non e' centralizzata anche se tutte sappiamo dove stiamo andando
Avviene gradualmente e tutta a un tratto
Avviene dove vivi e ovunque
Capisce che le divisioni sono diversioni
Richiede di stare seduti immobili e fissare a fondo i miei occhi
Andare avanti

11. REPETITA IUVANT. EVE ENSLER: PREGHIERA DEGLI UOMINI

Possa io essere un uomo
La cui fiducia in se stesso venga dalla profondita' del mio dare,
Che capisca che la vulnerabilita' e' la mia forza piu' grande,
Che crei spazio invece di dominarlo,
Che apprezzi ascoltare piuttosto che conoscere,
Che cerchi la gentilezza oltre che il controllo,
Che pianga quando il dolore e' troppo,
Che rifiuti lo schiaffo, la pistola, il soffocamento, l'insulto, il pugno.
Possa non aver paura di perdermi,
Possa apprezzare il contatto piuttosto che la prestazione
E l'esperienza piu' che la realizzazione;
possa io muovermi lentamente, non bruscamente,
possa essere coraggioso abbastanza da condividere la mia paura e la mia vergogna
e incoraggiare altri uomini a fare lo stesso,
possa smettere di fingere e aprire le parti di me che a lungo sono state insensibili.
Possa io apprezzare, rispettare e amare mia madre.
Possa la risonanza di questo amore tradursi nell'amare le donne e gli esseri viventi.

12. REPETITA IUVANT. EVE ENSLER: FINO A QUANDO...

Fino a quando ogni violazione non sara' denunciata
E ogni ferita condivisa
Fino a quando gli strati dei ricordi e dell'oppressione non saranno svelati e messi a nudo
Fino a quando la legge non sara' al servizio dei piu' poveri
E smettera' di proteggere i potenti
Fino a quando tutti non saranno giudicati con la stessa misura
Fino a quando le donne non si ribelleranno, nella consapevolezza del proprio valore e dei propri diritti
Davanti a tribunali, miniere, stazioni di polizia, uffici governativi, luoghi di lavoro,
Tribunali militari, ambasciate, luoghi di culto, case
Fino a quando non ci libereremo dalla vergogna, dal senso di colpa, dal dolore, dall'umiliazione e dalla rabbia
Fino a quando i governi non chiederanno perdono e faranno ammenda,
Insieme ai capi di stato, i mariti, i fidanzati, i padri, i fratelli, i preti, i mullah, i ministri, gli zii, i datori di lavoro, i dirigenti d'azienda
Fin quando ci rifiuteremo di accettare qualsiasi cosa che non includa tutti
Un miliardo di persone nel mondo continueranno a lottare per ottenere giustizia.

13. REPETITA IUVANT. EVE ENSLER: L'UFFICIO DELLA SCHIAVITU' SESSUALE

A Yanar e alle mie sorelle in Iraq e in Siria

Penso al listino del mercato delle schiave sessuali dell'ISIS in cui donne e bambine sono prezzate come il bestiame. L'ISIS ha dovuto calmierare i prezzi per timore di un calo del mercato: 40 dollari per le donne tra i 40 e i 50 anni, 69 dollari per le trenta-quarantenni, 86 per le venti-trentenni fino a 172 per le bimbe da 1 a 9 anni. Le ultracinquantenni non compaiono neppure in lista, considerate prive di valore di mercato. Vengono gettate via come i cartoni di latte scaduti.
Ma non ci si limita ad abbandonarle in qualche fetida discarica.
Prima probabilmente vengono torturate, decapitate, stuprate, poi gettate su un cumulo di cadaveri in putrefazione.
Penso al corpicino in vendita di una bambina di un anno, a un soldato trentenne corpulento, affamato di guerra e di sesso che la compra, la incarta e se la porta a casa, come un televisore nuovo.
Cosa provera' o pensera' scartando quella carne bambina e stuprandola con un pene delle dimensioni del suo corpicino?
Penso che nel 2015 sono qui a leggere un manuale online sul modo corretto di praticare la schiavitu' sessuale, con tanto di istruzioni e regole puntigliose su come trattare la propria schiava, pubblicato da un'istituzione molto ben organizzata (l'Ufficio della schiavitu' sessuale) di un governo canaglia, incaricata senza alcun imbarazzo di regolamentare gli stupri, le percosse, l'acquisto e la riduzione in schiavitu' delle donne.
Cito qualche esempio tratto dal manuale: "E' permesso percuotere la schiava come forma di percosse disciplinari, ma è vietato ricorrere alle percosse massacranti, percosse allo scopo di ottenere gratificazione, oppure percosse come tortura. Inoltre e' proibito colpire al volto".
*
Mi chiedo come facciano i burocrati dell'ISIS a distinguere i pugni, i calci e lo strangolamento inflitti a scopi disciplinari dagli atti mirati alla gratificazione sessuale.
Ogniqualvolta una schiava verra' picchiata interverra' una squadra a verificare se c'e' erezione? E come faranno a stabilire cosa esattamente l'ha provocata? Certi uomini si eccitano soltanto nel momento in cui affermano il proprio potere. E se verra' stabilito che il soldato picchia, strangola e prende a calci la sua schiava per puro piacere, in che modo sara' punito? Lo costringeranno a restituire la schiava perdendo il deposito, a pagare una multa salata, o semplicemente dovra' pregare di piu'?
*
Penso alla facilita' con cui si considera l'ISIS una mostruosa aberrazione quando in realta' e' l'esito di una lunga serie ininterrotta di crimini e disordini.
Le atrocita' sessuali inflitte dall'ISIS si differenziano solo nella forma e nella prassi da quelle perpetrate da molti altri signori della guerra in altri conflitti. Sconvolgente e nuovo e' lo sfoggio sfrontato e impudente che si fa di questi crimini pubblicizzati su internet, lo sdoganamento commerciale di queste atrocita', le app in cui il sesso e' usato come mezzo di reclutamento. Le azioni e la rapida proliferazione dell'ISIS non nascono dal nulla, sono frutto di un'escalation legittimata da secoli di impunita' della violenza sessuale dilagante.
Mi vengono in mente le Comfort women, le prime schiave sessuali dell'era moderna, giovani donne asiatiche rapite nel fiore degli anni dall'esercito imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale e detenute nelle "stazioni di conforto", per soddisfare le esigenze sessuali dei sodati al servizio del loro paese.
Le donne subivano anche 70 stupri al giorno.
Quando, esauste, non riuscivano piu' a muoversi, venivano incatenate al letto e stuprate ancora come sacchi molli.
A queste donne la vergogna ha tappato la bocca per quarantacinque anni e per altri venticinque hanno marciato e atteso, vigili, sotto la pioggia, chiedendo giustizia.
Sono rimaste in poche ormai e non piu' tardi di un mese fa il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha perso l'ennesima occasione di fare ammenda.
Penso all'inerzia, al silenzio, alla paralisi che ha bloccato e impedito le indagini e l'incriminazione nei casi di abuso sessuale ai danni delle donne musulmane, croate e serbe stuprate nei campi dell'ex Yugoslavia, delle donne e delle bambine afroamericane stuprate nelle piantagioni del Sud, delle donne e delle bambine ebree stuprate nei campi di concentramento tedeschi, delle donne e delle bambine native americane stuprate nelle riserve degli Stati Uniti.
Ascolto le urla delle anime in pena delle donne e delle bambine violate in Bangladesh, Sri Lanka, Haiti, Guatemala, Filippine, Sudan, Cecenia, Nigeria, Colombia, Nepal e la lista si allunga.
*
Penso agli ultimi otto anni che ho trascorso nella Repubblica Democratica del Congo dove un'analoga conflagrazione di capitalismo rapace, secoli di colonialismo, guerra e violenza senza fine ha lasciato migliaia di donne e bambine prive di organi, salute mentale, famiglia o futuro. E penso che lo stupro ormai sia un'azione reiterata.
Penso che scrivo queste cose da vent'anni. Ho provato a farlo con i numeri e con distacco, con passione e suppliche, con disperazione esistenziale e anche adesso, scrivendo, mi chiedo se abbiamo creato un linguaggio adatto a questo secolo che sia piu' potente del pianto.
Penso che le istituzioni patriarcali non hanno saputo intervenire in maniera efficace e che le strutture come L'Onu amplificano il problema nel momento in cui le forze di pacekeeping che dovrebbero proteggere le donne e le bambine si macchiano a loro volta di stupri.
Penso all'operazione Shock and Awe (colpisci e terrorizza) e a come ha contribuito a scatenare questa, che potremmo definire Stupra e decapita. Quando noi cittadini, a milioni, in tutto il mondo, manifestavamo contro la guerra inutile e immorale in Iraq restando inascoltati, eravamo perfettamente consapevoli del dolore, dell'umiliazione e dell'oscurita' che avrebbero generato quei letali 3000 missili Tomahawk americani.
Penso al fondamentalismo religioso, a Dio padre, a quante donne sono state stuprate in suo nome, a quante massacrate e assassinate. Penso al concetto di stupro come preghiera e alla teologia dello stupro, alla religione dello stupro.
Penso che e' una delle maggiori religioni mondiali, in crescita con centinaia di conversioni al giorno, dato che un miliardo di donne nella sua vita subira' percosse o uno stupro (dati Onu).
Penso alla velocita' folle a cui si moltiplicano nuovi e grotteschi metodi per mercificare e profanare i corpi delle donne in un sistema in cui cio' che piu' e' vivo, sia esso la terra o le donne, deve essere ridotto a oggetto e annichilito per aumentare i consumi, la crescita e l'amnesia.
Penso alle migliaia di giovani occidentali, uomini e donne, tra i 15 e i 20 anni, che si sono arruolati nell'ISIS.
In cerca di cosa, in fuga da cosa? Poverta', alienazione, islamofobia, desiderio di avere un senso e un obiettivo?
Penso a quello che mi ha detto mia sorella, attivista, in una conversazione su Skype da Baghdad questa settimana: "L'Isis e' un virus e l'unica cosa da fare con i virus e' sterminarli". Mi chiedo come si stermina una mentalita', come si bombarda un paradigma, come si fanno saltare la misoginia, il capitalismo, l'imperialismo e il fondamentalismo religioso.
Penso, o forse non riesco a pensare, prigioniera come sono della confusione mentale imperante in questo secolo. Sono consapevole da un lato che l'unico modo per andare avanti e' riscrivere da zero la storia attuale, procedere a un esame collettivo approfondito e ponderato delle cause che stanno alla base delle varie violenze in tutte le loro componenti economiche, psicologiche, razziali, patriarcali, che richiedono tempo e contemporaneamente so che, in questo preciso istante, tremila donne yazide subiscono percosse, stupri e torture.
Penso alle donne, alle migliaia di donne che in tutto il mondo hanno operato senza pausa per anni e anni, esaurendo ogni fibra del loro essere per denunciare lo stupro, per porre fine a questa patologia di violenza e odio nei nostri confronti , e la razionalita', la pazienza, l'empatia, la mole della ricerca, le cifre che mostriamo, le sopravvissute che curiamo, le storie che ascoltiamo, le figlie che seppelliamo, il cancro di cui ci ammaliamo non contano, la guerra contro di noi infuria ogni giorno piu' metodica, piu' sfacciata, brutale, psicotica.
Penso che L'ISIS come l'aumento del livello dei mari, lo scioglimento dei ghiacciai, le temperature assassine sia forse il segnale che per le donne si approssima lo scontro finale.
*
E' giunta l'ora in cui secoli eterni di rabbia femminile si fondano in un'impetuosa forza vulcanica, scatenando la furia globale della vagina delle divinita' femminili Kali, Oya, Pele, Mama Wati, Hera, Durga, Inanna e Ixchel, lasciando che sia la nostra ira a guidarci.
Penso alla cantante folk Yazida Xate Zhangali che dopo aver visto le teste delle sue sorelle penzolare dai pali nella piazza del suo villaggio ha chiesto al governo curdo di armare e addestrare le donne e alle Sun Girls, la milizia femminile da lei creata, che combatte l'ISIS sulle montagne del Sinjar.
E in questo momento, dopo anni di attivismo contro la violenza, sogno che migliaia di casse di ak47 cadano dal cielo sui villaggi, i centri, le fattorie e le terre delle donne, questi guerrieri con il seno che insorgono combattendo per la vita.
Sono arrivata cosi' a pensare all'amore, a come il fallimento di questo secolo sia un fallimento dell'amore.
Cosa siamo chiamati a fare, di che cosa siamo fatti tutti noi che siamo in vita su questo pianeta oggi.
*
Che tipo di amore serve, quanto deve essere profondo, intenso e bruciante.
Non un amore ingenuo sentimentale neoliberale, ma un amore ossessivamente altruista.
Un amore che sconfigga i sistemi basati sullo sfruttamento di molti a vantaggio di pochi.
Un amore che trasformi il nostro disgusto passivo di fronte ai crimini contro le donne e l'umanita' in una resistenza collettiva inarrestabile.
Un amore che veneri il mistero e dissolva la gerarchia.
Un amore che trovi valore nella connessione e non nella competizione tra noi.
Un amore che ci faccia aprire le braccia ai profughi in fuga invece di costruire muri per tenerli fuori, bersagliarli con i lacrimogeni o rimuovere i loro colpi enfiati dalle nostre spiagge.
Un amore che bruci di fiamma viva tanto da pervadere il nostro torpore, squagliare i nostri muri, accendere la nostra immaginazione e motivarci a uscire infine, liberi, da questa storia di morte. Un amore che ci dia la scossa, spingendoci a dare la nostra vita per la vita, se necessario.
Chi saranno i coraggiosi, furibondi, visionari autori del nostro manuale di amore rivoluzionario?
Eve Ensler
Parigi, settembre 2015

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Hugo Garcia Robles e Umberto Bonetti (a cura di), Giovani poeti sudamericani, Einaudi, Torino 1972, pp. 286.
- Hugo Garcia Robles e Umberto Bonetti (a cura di), Giovani poeti dell'America centrale, del Messico e delle Antille, Einaudi, Torino 1977, 1979, pp. X + 314.
- Roberto Paoli (a cura di), Cent'anni di poesia ispanoamericana (1880-1980), Le lettere, Firenze 1993, pp. 470.
- Marcelo Ravoni e Antonio Porta (a cura di), Poeti ispanoamericani contemporanei, Feltrinelli, Milano 1970, 1976, pp. XL + 584.

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3669 del 5 marzo 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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