[Nonviolenza] Telegrammi. 3615



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3615 dell'11 gennaio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni
2. Contro il razzismo, contro il fascismo
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
6. Paolo Cacciari presenta "Il mondo che vogliamo" di Carola Rackete
7. Angela Dogliotti presenta "La rivoluzione nonviolenta" di Piero Giorgi
8. Enrico Peyretti presenta "L'antibarbarie" di Giuliano Pontara (nuova edizione)
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. CONTRO TUTTE LA GUERRA, CONTRO TUTTE LE UCCISIONI

Quando l'Italia decidera' di inverare l'articolo 11 della Costituzione ove e' sancito a chiare lettere che "L'Italia ripudia la guerra"?
Ai sensi della Costituzione della repubblica italiana l'unica politica internazionale legittima del nostro paese dovrebbe essere di pace, di disarmo, di smilitarizzazione, di cooperazione con tutti i popoli, di solidarieta' con tutti gli esseri umani, di salvataggio di tutte le vite, di difesa dei diritti di ogni persona.
E' la politica della nonviolenza la sola politica coerente col dettato della Costituzione repubblicana.

2. REPETITA IUVANT. CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL FASCISMO

I ministri razzisti che hanno commesso crimini contro l'umanita' devono essere processati e condannati come previsto dalle leggi vigenti.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

6. LIBRI. PAOLO CACCIARI PRESENTA "IL MONDO CHE VOGLIAMO" DI CAROLA RACKETE
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo questo articolo apparso sul quotidiano "il manifesto" il 23 novembre 2019 col titolo "Carola Rackete, rivolta e responsabilita'".
Su Paolo Cacciari riprendiamo la seguente notizia - che andrebbe ovviamente aggiornata - da un'intervista apparsa sul nostro foglio nel 2010: "Ho 61 anni [nel 2010 - ndr]. Ho una laurea in storia dell'architettura e un diploma di giornalista professionista raggiunto lavorando all'"Unita'" alla fine degli anni '70. In realta' ho speso la mia vita nelle amministrazioni pubbliche come consigliere comunale e assessore a Venezia, consigliere regionale ed anche parlamentare nell'ultimo tragico governo Prodi. Con il Pci e con Rifondazione comunista poi. Ho collaborato con varie associazioni e comitati ambientalisti. Nel Veneto abbiamo dato vita ad una rete che si chiama AltroVe (altro Veneto). Collaboro con la rivista "Carta". Tra le cose che ho pubblicato segnalo: Storia dell'ecologia. La rovina di Venezia, in "Natura, capitalismo, socialismo", n. 19/1991; Venezia derubata. Idee e Fatti di un ventennio 1973-1993, (con Scaglione, Benzoni e Bettin), supplemento al n. 20 di "Avvenimenti", 1993; La salvaguardia di Venezia. Dieci anni di battaglie, supplemento ad "Arc" n. 23, marzo 1995; Racconti di disubbidienza ambientale, in "Ecologia Politica" nn. 1-2, 1996; Presentazione a: Difendere l'ambiente nel Veneto: conflitti e comitati locali, a cura di Antony Zamparutti, Quaderno OV, supplemento n. 6/2000; Presentazione a: Tipologie dei natanti veneziani, Comune di Venezia, 2001; Moltitudini e cittadinanze tra locale e globale, in "Esodo" n. 4, 2002; Per una critica ai modelli concertativi, in: Aa.Vv., La democrazia possibile, Carta e Intra Moenia, 2002; Presentazione e cura di: Aa.Vv., Agire la nonviolenza. Prospettive di liberazione nella globalizzazione, Edizioni Punto Rosso e Liberazione, 2004; Pensare la decrescita. Sostenibilita' ed equita', Carta e Intra Moenia, 2006; Il comune non pensa solo all'immondizia, in: Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, I libri dell'Altreconomia, 2006; Per una mappa dei conflitti territoriali, in: Sulla comunita' politica, Punto Rosso, 2007; Prefazione a: Lucia Vastano, Vajont, l'onda lunga, Ponte alle grazie, 2008; Decrescita o barbarie, Carta, 2008 (ora scaricabile gratuitamente da internet dal sito di Simplicissimus); L'articolo 11 della nostra Costituzione dice che la guerra va bandita, in Aa.Vv., Intercultura e nonviolenza. Possibili strade di pace, Clueb, 2008; Equita' e sostenibilita', in Aa.Vv., Il dolce avvenire. Esercizi di immaginazione radicale del presente, Diabasis, 2009; Prefazione a: Alberto Castagnola, La fine del liberismo. Guida alla grande crisi finanziaria, Carta e Intra Moenia, 2009; La green economy non salvera' il mondo, in "Cometa" n. 2/2009; Caritas in veritate. Nuovi rapporti tra Chiesa, politica ed economia?, in "Il tetto", dicembre 2009; A difesa della decrescita, in: Aa.Vv., Decrescita. Idee per una civilta' post-sviluppista. Sismondi Editore, 2009; Decrecimento o barbarie. Para una salida nonviolenta del capitalismo, Icaria, Barcelona 2010; Postfazione a: Roberto Lorusso, All'alba della notte bianca. Liberare le citta' dalla politica spettacolo e realizzare il bene comune, Editori Riuniti University Press, 2010". Tra le opere di Paolo Cacciari piu' recenti: La societa dei beni comuni, Ediesse, Roma 2011; con Adriano Fragano e altri, Immaginare la società della decrescita, Terra Nuova Edizioni, Firenze 2012; (a cura di), Viaggio nell'Italia dei beni comuni, Marotta&Cafiero, 2012; Vie di fuga. Crisi, beni comuni, lavoro e democrazia nella prospettiva della decrescita, Marotta&Cafiero, 2015; 101 piccole rivoluzioni. Storie di economia solidale e buone pratiche dal basso, Altreconomia, 2016.
Su Carola Rackete dalla presentazione editoriale del libro riprendiamo la seguente notizia sull'autrice: "Carola Rackete, classe '88, e' la giovane donna che nel giugno scorso, dopo giorni di richieste di aiuto e attesa in acque internazionali, ha sfidato i divieti delle autorita' per portare in salvo i migranti presi a bordo della Sea-Watch 3, diventando un simbolo globale di coraggio, giustizia e fedelta' ai propri ideali. Ma Carola, membro del movimento ambientalista Extinction Rebellion, e' molto piu' di quello che i media internazionali hanno raccontato in quei giorni concitati: e' un'attivista con una chiara visione e una forte passione civile, un modello per tanti ragazzi e ragazze che scelgono di impegnarsi per un mondo migliore. Ora Garzanti porta in libreria Il mondo che vogliamo, il suo libro-manifesto. Con questo appello appassionato l'autrice motiva le ragioni delle sue battaglie e ispira i lettori a combattere in difesa dell'ambiente, dei diritti umani, del futuro del pianeta, perche' oggi agire non e' piu' una scelta ma una urgente necessita'. Prima che sia troppo tardi. L'autrice ha studiato Scienze nautiche a Elsfleth, in Germania, e Scienze ambientali a Ormskirk, in Inghilterra. Impegnata nelle operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo dal 2016, negli anni Rackete ha partecipato a spedizioni a bordo delle navi da ricerca Meteor e Polarstern, dell’Arctic Sunrise di Greenpeace e dell'organizzazione British Antarctic Survey. I proventi di questo libro sono devoluti all’Associazione borderline-europe - Menschenrechte ohne Grenzen e.V. che si batte per i diritti dei profughi e che, con il suo lavoro, si oppone anche alla generale criminalizzazione di coloro che li aiutano"]

Carola Rackete con Anne Weisse, Il mondo che vogliamo, Garzanti, Milano 2019, pp. 158, euro 14,90.
*
Sorprendente Carola Rackete. Nel suo libro, Il mondo che vogliamo, scritto con Anne Weiss e con una splendida introduzione dell'attivista del Ciad Hindou Oumarou Ibrahim [...], intreccia il racconto di quei drammatici, caldissimi giorni di giugno a bordo della Sea-Watch 3 con riflessioni sulla sua vita, sulle leggi e le convenzioni internazionali che regolano i soccorsi umanitari e sui mali del mondo che provocano tali tragedie. Il libro si legge d'un fiato. Ci rivela molte cose che avevamo intuito in quei giorni concitati e altre che meritano di essere conosciute sul conto dell'autrice.
Carola Rackete, trentuno anni, ha un'infanzia normale in una cittadina della Sassonia. E' una ragazza semplice, solare. Viaggiatrice e "capitana" per amore della natura, che la porta a laurearsi anche in scienze ambientali in Inghilterra. Vede in rete una chiamata delle Ong tedesche, a corto di ufficiali di navigazione, mentre partecipa a una campagna scientifica nei boschi della Scozia. Sente di non potersi sottrarre all'impegno diretto. Ognuno deve fare la sua parte per quello che sa fare, rispondendo alla propria coscienza, scrivera' nel libro. E' lo stesso atteggiamento con cui la notte del 26 giugno prende la decisione di attraccare alla banchina di Lampedusa disobbedendo alle ciniche, miserevoli disposizioni delle autorita' politiche italiane e alle pericolose manovre di una motovedetta della Guardia di Finanza. Agisce in nome di una necessita' urgente: porre fine alla sofferenza di 42 profughi stremati. Nessuna sfida eroica. Carola, come i medici, i macchinisti i marinai volontari della nave, non e' una "rivoluzionaria di professione", un'antagonista a tempo pieno. E' una donna pragmatica, che mette a disposizione tutta se stessa, responsabilmente e coscientemente, con professionalita' e lucidita', per dare una soluzione degna alle persone che chiedono aiuto.
Fin qui la cronaca di una vicenda anche giudiziaria che e' servita a ridicolizzare le politiche dei "porti chiusi" dei governi italiani ed europei. Cio' che non conoscevamo, invece, e' la profondita' del quadro conoscitivo e teorico dentro cui Carola Rackete pone l'intera vicenda. Una parte del libro e' un vero e proprio saggio sulle cause delle migrazioni forzate. Non e' il cibo che manca, non sono le risorse naturali a scarseggiare, ma l'uso che ne fanno le elite del nord del mondo. La catastrofe climatica e i conflitti per l'accaparramento delle materie prime stanno costringendo alla miseria e alla fuga milioni e milioni di persone.
"Tutto - nel nostro mondo, scrive Rackete - e' orientato alla conservazione del sistema in modo che le persone nei paesi industrializzati continuino a consumare e l'economia continui a crescere". "La logica della crescita e della competizione e' stata interiorizzata", e' diventata una "mentalita' dominante" da cui non sfuggono nemmeno le soluzioni cosiddette green.
"Non sorprende quindi che la panacea di questa crisi sia battezzata con lo stesso nome del piano economico di Roosvelt: Green New Deal. I nuovi consumi ecologici dovrebbero contribuire a contrastare la crisi del mondo finanziario, del sistema economico e la distruzione dell'ambiente". L'economia verde per rivitalizzare il mercato non l'ambiente. "Ma questo approccio - prosegue - e' ingenuo. Non tiene conto del fatto che gli incrementi di efficienza vengono annullati o perlomeno notevolmente ridotti dal meccanismo della crescita". Per cui: "le strategie che offre la Green Growth fanno parte dello stesso sistema che ha scatenato la crisi [...] non mette in questione il modello generale di crescita economica". L'illusione del "decoupling", dello svincolo tra crescita economica e suoi impatti negativi sugli ecosistemi, viene documentata con vari casi concreti di tecnologie "verdi" che hanno semplicemente spostato altrove e in avanti i problemi.
Per Rackete non c'e' quindi alternativa: "bisogna mettere un limite al consumo totale di risorse".

7. LIBRI. ANGELA DOGLIOTTI PRESENTA "LA RIVOLUZIONE NONVIOLENTA" DI PIERO GIORGI
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino.
Angela Dogliotti Marasso, rappresentante autorevolissima del Movimento Internazionale della Riconciliazione e del Movimento Nonviolento, svolge attivita' di ricerca e formazione presso il Centro studi "Sereno Regis" di Torino e fa parte della Commissione di educazione alla pace dell'International peace research association; studiosa e testimone, educatrice e formatrice, e' una delle figure piu' nitide della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Angela Dogliotti Marasso segnaliamo particolarmente Aggressivita' e violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino; il saggio su Domenico Sereno Regis, in AA. VV., Le periferie della memoria, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999; con Maria Chiara Tropea, La mia storia, la tua storia, il nostro futuro, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2003; con Elena Camino (a cura di), Il conflitto: rischio e opportunita', Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2004. Un'ampia intervista ad Angela Dogliotti Marasso e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 220; due piu' recenti interviste sono nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 345 e n. 439.
"Piero P. Giorgi (B.Sc.Hons, PhD, Fellow AIB) ha fatto ricerca e insegnato in due universita' in Italia, una in Inghilterra, due in Svizzera e una in Australia, nelle seguenti discipline: sviluppo biologico, neurologia, storia della medicina, educazione alla pace. Ha collaborato alla creazione di una laurea in Studi sulla Pace e di un Centro di Ricerca Nazionale sulla Pace presso la University of Queensland, Brisbane (Australia). Per le sue pubblicazioni sulla pace si veda www.pierogiorgi.org (Detailed academic CV, Peace Studies)"]

Piero Giorgi, La rivoluzione nonviolenta. Lo studio della natura umana puo' evitare una rapida estinzione, Gabrielli, Verona 2019, pp. 128, euro 13.
*
Stiamo vivendo un periodo di profondo malessere sociale. Dobbiamo cambiare radicalmente il nostro modo di vivere. Per fare cio', dobbiamo sapere chi siamo. E per fare questo non serve guardarsi intorno qui e adesso, perche' noi siamo il risultato della tragedia umana chiamata "civilta'".  Il lavoro di Piero Giorgi propone un ampliamento dello sguardo a livello spaziale e temporale, per meglio comprendere le caratteristiche della natura umana e promuovere, su questa base, una rivoluzione nonviolenta che appare sempre piu' urgente se si vuole evitare che la grande tragedia della violenza porti la specie umana verso la propria estinzione.
Il punto di partenza cruciale e', per Giorgi, il passaggio dal Paleolitico al Neolitico, avvenuto tra i 10.000 e i 5.000 anni fa, durante il quale e' cambiato il paradigma che caratterizzava le relazioni nella specie umana: da relazioni egualitarie, prive di violenza, a relazioni gerarchiche di dominio e sopraffazione.
Come sostiene questa tesi l'autore? Con alcune prove di tipo antropologico sull'origine della violenza nella specie umana (arte rupestre del paleolitico e popoli cacciatori/raccoglitori contemporanei) e neurobiologico (sviluppo del cervello umano ed evoluzione bio-culturale).
In sintesi:
1. Le scoperte dell'arte rupestre effettuate negli ultimi due secoli mostrano scene rappresentate dall'Homo Sapiens moderno (circa 50.000 anni fa) che si trovano in tutti i continenti, da cui si ricava che prima del neolitico gli esseri umani erano sostanzialmente nonviolenti. L'arte paleolitica rappresenta infatti cio' che e' importante nella vita quotidiana delle persone, che vivevano in piccole comunita': scene di caccia e raccolta, pesca, rapporti sessuali, concepimento, personaggi immaginari, forse associati a forze naturali misteriose. Nessuna scena di violenza tra uomo e uomo, con alcune rare eccezioni.
2. I popoli paleolitici attuali: non producono cibo, vivono in comunita' di piccole dimensioni spinte da gruppi etnici belligeranti in aree isolate dell'Africa, dell'Asia e nelle zone artiche (si vedano le testimonianze raccolte da Bruce Bonta: Peaceful People Alternatives to Violence and War, Department of Antropology, University of Alabama), hanno modelli di vita simili a quelli documentati nell'arte rupestre paleolitica, caratterizzati da solidarieta' e cooperazione.
Se non troviamo segni di violenza nelle culture paleolitiche antiche e contemporanee, come e' sorta la violenza? L'ipotesi di Giorgi e' che con l'invenzione dell'agricoltura e l'inizio degli insediamenti stabili si sia sviluppato anche un processo di specializzazione delle mansioni e di stratificazione sociale che con il tempo ha prodotto consapevoli strategie di controllo e di oppressione. La principale vittima di questo processo e' stata la donna, declassata da una posizione di centralita' a una di inferiorita'.
L'agricoltura fu una buona idea dal punto di vista dell'efficienza nutritiva, ma porto' anche alla tragedia umana della violenza. I grandi successi materiali vennero chiamati "civilta'" e trasmessi alla generazione successiva dalle classi superiori come situazione desiderabile.
Le scoperte delle neuroscienze. Per comprendere come due comportamenti cosi' diversi – la nonviolenza che caratterizza le societa' paleolitiche e la violenza delle "civilta'" - abbiano potuto essere trasmessi da una generazione all'altra in tante culture diverse, Giorgi ricorre alla neurobiologia.
Homo Sapiens e' emerso attraverso due processi di cambiamento adattivo: modeste modificazioni genetiche e importanti modificazioni culturali (ragione per cui si parla di evoluzione bio-culturale e non solo biologica). Durante il periodo dell'allevamento, infatti, la madre trasmette importanti informazioni culturali, necessarie alla sopravvivenza; negli esseri umani e' un processo lungo e complesso, durante il quale si completa la formazione del cervello. Il neonato e' impegnato in un intenso rapporto sensitivo-motorio (solo i neuroni della corteccia sensitiva e motoria primaria sono connessi funzionalmente, mentre gran parte degli altri neuroni non sono ancora funzionalmente impegnati), e saranno le esperienze sociali future, mediate dalla madre, non i geni, a dirigere le connessioni appropriate per un comportamento sociale idoneo alla cultura di appartenenza.
Nel 2014 a Leiden (Olanda) un gruppo di ricercatori si e' riunito per aggiornare le conclusioni della Dichiarazione di Siviglia del 1986 sulla natura culturale della violenza: alla luce dei dati scientifici piu' recenti hanno confermato e allargato tale dichiarazione ipotizzando che sia possibile considerare una natura (bio-culturale) umana nonviolenta (The bio-social bases for nonkilling and nonviolent behaviour).
Due considerazioni supplementari rafforzano, secondo Giorgi, questa ipotesi.
La prima e' rappresentata dal caso dei bambini-lupo, come il "ragazzo selvaggio" di Aveyron scoperto da Jean Itard, e dai bambini abbandonati o molto trascurati che, impediti del necessario contributo sociale per definire il proprio cervello in modo umano, crescono con irreparabili deficienze (non parlano), perche' non riescono a comunicare e a pensare in modo astratto. Cio' dimostra che esseri umani si diventa attraverso un'evoluzione bio-culturale basata su relazioni umane significative.
La seconda e' relativa al "disagio della civilta'" di cui parla Freud. Giorgi rovescia, pero', l'interpretazione freudiana secondo la quale il disagio deriverebbe dalla repressione degli istinti violenti che la civilta' deve operare, sostenendo che "[...] il nostro cervello conserva predisposizioni genetiche del Paleolitico compatibili con la nonviolenza, comprovata per almeno 100.000 anni, ma e' stato costretto negli ultimi 6.000 anni a vivere in una societa' impregnata di violenza (strutturale, diretta, culturale e guerra). In questo innaturale stato di cose si manifesta un crescente malessere sociale" (p. 108).
In conclusione, le caratteristiche fondamentali che definiscono la natura umana sono quelle dell'uomo paleolitico: empatia, solidarieta', cooperazione, soluzioni nonviolente dei conflitti di interesse, spiritualita'. Per recuperare queste caratteristiche umane oggi compromesse dalla "tragedia della civilta'" e' necessaria una rivoluzione nonviolenta che comporta un cambiamento radicale nel nostro modo di vivere, a cominciare da un giusto trattamento dei nuovi nati, da una educazione scolastica appropriata e da corretti comportamenti sociali. Cio' avverra' lentamente (nel giro di due-tre generazioni), legalmente (rispettando le leggi) e localmente (dal basso, a partire da luoghi delimitati), per recuperare la nostra vera umanita' ed evitare cosi' una rapida estinzione della specie.
In questo processo avranno un ruolo fondamentale le donne, che potranno cosi' assumere nuovamente, come nelle antiche civilta' matriarcali, una posizione centrale, così come potranno riprendere nuovo vigore i messaggi dei profeti (Krishna, Abramo, Buddha, Confucio, Gesu', Maometto...) che hanno proposto un diverso modo di vivere; questa lenta trasformazione ci portera' a riacquistare unita' anche con le altre forme viventi e con l'ambiente in cui viviamo.

8. LIBRI. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "L'ANTIBARBARIE" DI GIULIANO PONTARA (NUOVA EDIZIONE)
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Giuliano Pontara e' uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale, riproduciamo di seguito una breve notizia biografica gia' apparsa in passato sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto cuore Giuliano Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e' nato a Cles (Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla eticita' del servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni all'Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal 1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore a contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le Edizioni Gruppo Abele la collana "Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi della pace. E' membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e in tale qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di  Barcellona 1996). Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di etica pratica e teorica, metaetica  e filosofia politica. E' stato uno dei primi ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese. Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di posizione), in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag,  Staffanstorp  1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal of Peace Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr. spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson, Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D. Sainsbury, Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93; Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future, Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras, Ariel, Barcelona 1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano 1998; Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp. 35-49; L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, 2019; Quale pace?, Mimesis, 2016. E' autore delle voci Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in Dizionario di politica, seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche Tea, Milano 1990, 1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence, Violence, in Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de France, Paris 1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una vasta silloge di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, nuova edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli scritti di Giuliano Pontara aggiornata fino al 1999 (che comprende circa cento titoli), gia' apparsa nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino", abbiamo successivamente riprodotto nel n. 121 di "Voci e volti della nonviolenza".
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, 2019]

Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega - Edizioni Gruppo Abele, Torino 2019, pp. 352, euro 24.
*
Otto passi fuori dalla barbarie
Gandhi non e' soltanto quella curiosa figura di uomo mite e tenace, vestito di pochi panni, per essere uguale ai piu' poveri del suo paese (tanto che a Churchill - si dice - sembrava "un fachiro seminudo"). Puo' darsi che, conoscendolo meglio, troviamo in lui l'esperienza, il pensiero, la "grande anima" (Mahatma, lo chiamava il suo popolo), in grado di proporre una via d'uscita, una alternativa da elaborare, al gigantismo vorace e distruttivo del modello di consumi e di vita occidentale, oggi esteso al mondo. Un modello che, analizzato nei suoi termini piu' crudi ed essenziali, appare, agli occhi più critici, una forma di barbarie, nonostante la crosta brillante e presuntuosa, ed alcuni indubbi valori umanistici, che del resto Gandhi seppe cogliere.
Giuliano Pontara, da giovane, per non fare il soldato, evase dall'Italia e fece l'immigrato in Svezia. Lavorando come vice-bidello in una scuola, studio' da solo (Aldo Capitini gli correggeva i compiti per corrispondenza), prese la maturita' classica a Roma, studio' filosofia a Stoccolma, fino a diventare docente universitario. Tra vari lavori di filosofia analitica e filosofia pratica (da noi si chiama morale), sviluppo' il suo interesse per Gandhi, su cui ha prodotto molti studi e, gia' nel 1972, ha raccolto la migliore antologia italiana di scritti, Teoria e pratica della nonviolenza, presso Einaudi, a cui lo presento Bobbio.
*
Una spietata verita'
Il volume appena uscito, L’antibarbarie, amplia, rivede e aggiorna una prima edizione del 2006 (ne pubblicammo una recensione su "il foglio" (336, novembre 2006, p. 7).
Che cosa dice Gandhi al presente momento della societa' umana mondiale? Egli ha mosso una corrente di morale e di pensiero, lunga e ampia, che oggi affronta l'imbarbarimento notevole delle relazioni sociali e politiche. Osserviamo anche da vicino questa barbarie, nel "linguaggio di odio" nel nostro paese, nelle politiche come volonta' di "pieni poteri" (non lontana dal niciano Wille zur Macht), nel nazi-populismo che scinde il genere umano in "sicuri e respinti". E sul piano internazionale, invece della necessaria solidarieta' davanti ai comuni pericoli, nella sorte umana sempre piu' indivisibile, vediamo opposte politiche di influenza a scopo di speculazione finanziaria, di particolarismo suprematista, nella follia dei crescenti armamenti.
E' proprio vero quel che diceva Jacques Ellul nel 1972: "La nostra, piu' che l'eta' della violenza, e' l'eta' della consapevolezza della violenza"? Non sempre, ma dove questa consapevolezza c'e', attiva, costruttiva di antidoti e alternative, la scuola di Gandhi e' viva e preziosa. In questa linea, Pontara, ricevendo da un suo maestro, Harald Ofstad, sintetizza l'essenza del nazismo permanente e attuale in otto componenti caratteristiche di questa micidiale ideologia:
1. la visione del mondo come teatro  di una spietata lotta per la supremazia; 2. il diritto assoluto del piu' forte;  3. lo svincolamento da ogni limite morale; 4. l'elitismo (diritto di dominio che una elite si attribuisce in quanto "superiore"); 5. il disprezzo per il debole; 6. la glorificazione della violenza; 7. il culto dell'obbedienza assoluta; 8. il dogmatismo fanatico.
*
Pericolosi moderati
Accettiamo questa spietata verita' sul sistema di vita in cui siamo? Oppure lo vediamo come il migliore dei mondi possibili, con qualche difetto riparabile? Per Martin Luther King, il Gandhi americano, i "bianchi moderati" erano piu' pericolosi del Ku klux klan (Lettera dalla prigione di Birmingham, 16 aprile 1963). Le persone moderate, "con una superficiale comprensione", indebolivano il movimento dei diritti civili e lo spingevano ad accettare un intollerabile status quo. Lo richiama Giovanni De Mauro, direttore di "Internazionale" (22-28/11/2019, p. 5), che cita il ricercatore statunitense Jamie Aroosi: "Oggi siamo in una situazione simile". Tanto basta per impegnarci a pensare a fondo.
Per 60 pagine, nel primo capitolo, Della barbarie, l'Autore illustra la realta' storica e le espressioni teoriche, fino alle assolutizzazioni teologiche, di queste otto "componenti essenziali dell'ideologia nazista": atteggiamenti, eretti a principi, di lacerazione della convivenza umana.
Da questo punto, Pontara interroga ed esamina l'alternativa globale proposta e praticata nella scuola gandhiana: l'uomo Gandhi, il politico, il suo pensiero; i temi della verita', della religione, della tolleranza e del perdono nella sua riflessione ed esperienza; il valore e i limiti del rispetto per la vita; il concetto di violenza e una gestione dei conflitti emancipata da tale mezzo, nella necessaria coerenza tra mezzi nonviolenti e risultati umani, liberi da sofferenza inflitta e da nuova sopraffazione.
Gandhi e' piu' scienziato sperimentatore che filosofo e politico. Nella ricerca di verita' e giustizia professa un "fallibilismo" disposto a correggersi continuamente, pur teso ad una verita' che sta oltre ogni concezione che la cerca e la approssima, nella pluralita' delle vie culturali, civili, religiose. Egli dice di fare "esperimenti con la verita'" (titolo di un mio libretto elementare su Gandhi), con fede in questa Verita' che e' Dio, che e' l'unita' suprema di tutte le cose, e che egli scrive sempre con la maiuscola. "e' la mia devozione alla Verita' che mi ha condotto alla politica" (scrive nell'Autobiografia).
Nell'analisi della linea gandhiana si incontra anche il suo appoggio eventuale alla lotta violenta, ma sempre nella intensa chiarificazione della strategia nonviolenta, e della trasformazione dei conflitti. Ognuno di questi problemi e' trattato da Pontara con riferimenti all'esperienza storica del Mahatma, nella piu' ampia riflessione critica.
Tutto un capitolo, Una societa' del benessere di tutti, tratta il socialismo nonviolento di Gandhi. Crescendo da moderato a rivoluzionario, per l'attuazione dei diritti umani, che vede discendere dai doveri, egli ha individuato e avviato esperienze di politiche e di economie dell'autosufficienza, dell'autocontrollo, dell'autogoverno, alternative al superindustrialismo e allo sfruttamento, in un quadro di armonia con la natura e di condivisione sociale, di "benessere di tutti" (sarvodaya), di ricostruzione della societa' dal basso. La grande proprieta' privata, che deve essere produttiva per i bisogni di tutti, deve essere gestita come "amministrazione fiduciaria".
*
Uscire dalla barbarie
Quello gandhiano non e' il sogno di alcune anime belle, ma una linea da conoscere e considerare, nella fatica storica, oggi che la crisi ambientale e il capitalismo predatore impongono profondi ripensamenti per poter riuscire a salvarci dal disastro globale.
Cosi', nell'ultimo capitolo, Pontara traccia i punti di una "uscita dalla barbarie", le alte alternative a quegli elementi essenziali di nazismo visti all'inizio:
1. il mondo come teatro delle forze costruttive; 2. il primato della democrazia; 3. la subordinazione della politica all'etica; 4. l'umilta' dell'egualitarismo; 5. l'empowerment dei deboli; 6. la dissacrazione della violenza; 7. la responsabilita' della disobbedienza; 8. il fallibilismo.
Se accostiamo a specchio le due serie di punti vediamo quale rivoluzione culturale ci propone il lascito di Gandhi, che non manca di camminare in alcuni esperimenti di continua ricerca, educazione, azione.
Il libro di Pontara e' stato presentato vivamente da Pietro Polito e da Marco Revelli, il 4 dicembre 2019, presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino (la cui biblioteca contiene le centinaia di libri di e su Gandhi). E' seguita la discussione, dalla quale raccolgo solo alcuni punti.
*
Pluralita' delle vie
Come volgere in positivo il termine "nonviolenza" e lo stesso "antibarbarie" (solo per meglio intenderci, pur sapendo che non si modifica il linguaggio corrente)?  Nonviolenza puo' dirsi anche (forse meglio?) con "non-nocivita'", "in-nocivita'" (che non e' innocenza, qualita' di chi, pur accusato, non ha nuociuto). La violenza ha tante forme, materiali, psichiche, culturali, che tutte sono offese o danni all'umano. Il nonviolento gandhiano vuole farsi sempre piu' capace di "non nuocere", non fare danno, non infliggere sofferenza, non disprezzare, e cosi' cerca di alleggerire il mondo dal peso del dolore, anche caricandosene, se necessario per trasformarlo.
Nel linguaggio di Gandhi si trova "satyagraha", "forza della verita'", che esprime il mezzo costruttivo di lotta, quella verita' profonda che unisce tutte le cose, e da' la capacita' anche di soffrire per comporre l'unita' nella diversita', senza nulla sopprimere, come invece fa la violenza. E l’uscita dalla barbarie che cos'altro e' se non ritrovare il fondamento umano? Ma cosa e' umano?  Come risolviamo l'ambiguita' di male e bene, di miseria e grandezza, che e' in tutti noi? Gandhi non e' semplicista. Assume tutta la realta', e lotta perche' offesa, dolore, negazione, siano avvolte e risanate dall'azione che riconosce e costruisce. Non e' forse una politica dell'amore, quella di Gandhi, se l'amore vuol dire rispetto, accoglienza e liberazione della vitalita' in tutti?
In modi e misure diverse, le spiritualita' e le religioni umane esprimono questa ricerca, tra limiti e contraddizioni. Ma tutte, nella visione di Gandhi e dei suoi discepoli, camminano su una pluralita' di vie e unita' di orizzonte. Che nessuna via offenda l'altra, ma, nell'apprendimento reciproco, nello stimolo della ricca e bella varieta', l'umanita' cerchi la propria umanizzazione, uscendo dalla vergogna del disconoscerci e farci male.
Ma come riconosciamo, in noi e negli altri, l'umano, cio' che e' degno di rispetto, inviolabile, perché supera se stesso, tende oltre e alto? "All of our humanity is dependent upon recognizing the humanity in others", dice Desmond Tutu.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riedizioni
- Gianfranco Ravasi, Il libro della Genesi, Mondadori, Milano 2019, 2 voll. per pp. 140 + 128, euro 1,90 + 5,90.
*
Scacchi
- Jimmy Adams, Sicilian Defence. Najdorf Poisoned Pawn, The Chess Player, Carlton, Nottingham, 1977, pp. 112.
- Paolo Bagnoli, La partita irregolare, Mursia, Milano 1975, pp. 104.
- Adolivio Capece, La difesa siciliana, De Vecchi Editore, Milano 1976, pp. 208.
- Corrado Ceria, La Moderna Benoni, Mursia, Milano 1976, pp. 156.
- H. C. Opfermann, Le aperture negli scacchi. La teoria moderna, Sansoni, Firenze 1979, pp. VIII + 282.
- Giorgio Porreca, La difesa francese, Mursia, Milano 1977, 1979, pp. 196.
- Giorgio Porreca, La partita ortodossa, Mursia, Milano 1963, 1973, pp. 260.
- Giorgio Porreca, Manuale teorico-pratico delle aperture, Mursia, Milano 1971, 1974, pp. XXXII + 772.
*
Fantascienza
- Arthur C. Clarke, Le porte dell'oceano, Milano 1979, 2020, pp. 176, euro 6,90. Con una bibliografia italiana delle opere narrative di Clarke alle pp. 141-171.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3615 dell'11 gennaio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com