[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 338



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 338 del 20 dicembre 2019

In questo numero:
1. Crimini contro l'umanita'
2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
3. Tre tragedie, tre interventi, tre principi
4. I compiti dell'ora
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Programma minimo di qualsivoglia governo fedele all'umanita'
7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
8. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
9. "Qui fecit misericordiam in illum". Alcune parole dette a Viterbo il primo marzo 2019 in occasione dell'incontro con padre Alex Zanotelli
10. Alcune parole dette a Viterbo il pomeriggio del 25 aprile 2019

1. REPETITA IUVANT. CRIMINI CONTRO L'UMANITA'

Che le competenti magistrature perseguano i crimini contro l'umanita' commessi dal governo italiano razzista nel 2018-2019 e' un atto di giustizia e un bene.
Che le istituzioni internazionali condannino i crimini contro l'umanita' commessi dal governo italiano razzista nel 2018-2019 e' un atto di giustizia e un bene.
Che i ministri di quello scellerato governo razzista responsabile di crimini abominevoli siano allontanati per sempre da tutti i pubblici uffici.
Meglio tardi che mai.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare e vite e' il primo dovere.

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

3. REPETITA IUVANT. TRE TRAGEDIE, TRE INTERVENTI, TRE PRINCIPI

Tre tragedie
La strage degli innocenti nel Mediterraneo.
I lager libici.
La schiavitu' in Italia.
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Tre interventi
Primo: soccorrere tutti i naufraghi, e non solo: consentire a tutte - tutte - le persone di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Cosi' annientando il lucrosissimo mercato criminale dei trafficanti di esseri umani.
Secondo: liberare e portare in salvo in Italia tutti i prigionieri dei lager libici: se necessario pagando sia al governo di Tripoli, sia al generale Haftar, un compenso affinche' non lo impediscano, ma anzi cooperino a tal fine.
Terzo: riconoscere subito a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti sociali, civili, politici, a partire dal diritto di voto. Abolire il cosiddetto "reato di clandestinita'" riconoscendo che chiunque si trovi in Italia deve avere tutti i diritti e i doveri di ogni altra persona. Far valere su tutto il territorio italiano i diritti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori. Liberare l'Italia dalla schiavitu'.
*
Tre principi
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. I COMPITI DELL'ORA

Abrogare immediatamente tutte le infami e scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Soccorrere tutte le persone in pericolo, salvare tutte le vite.
Far cessare immediatamente tutte le persecuzioni, lo schiavismo e l'apartheid in Italia.
Tornare alla Costituzione repubblicana antifascista.
*
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. PROGRAMMA MINIMO DI QUALSIVOGLIA GOVERNO FEDELE ALL'UMANITA'

Salvare le vite e' il primo dovere.
Eguali diritti per tutti gli esseri umani.
Solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga e sostenga e difenda.
*
Ne consegue:
- abolire le guerre e le armi;
- condivisione del bene e dei beni;
- rispetto e salvaguardia dell'intero mondo vivente.

7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

8. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

9. REPETITA IUVANT. "QUI FECIT MISERICORDIAM IN ILLUM". ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO IL PRIMO MARZO 2019 IN OCCASIONE DELL'INCONTRO CON PADRE ALEX ZANOTELLI

Si e' svolto a Viterbo il primo marzo 2019 un incontro con padre Alex Zanotelli contro il razzismo e per i diritti umani di tutti gli esseri umani. All'incontro e' intervenuto anche il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini. Di seguito, ricostruita a memoria qualche giorno dopo, una sintesi del suo intervento.
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1. Solo la nonviolenza
Mi e' stato chiesto se la nonviolenza puo' efficacemente contrastare la violenza: io credo che solo la nonviolenza puo' contrastare e sconfiggere la violenza.
Chi ancora si illude di contrastare la violenza con una maggiore violenza in realta' reduplica la violenza, alla violenza si arrende, della violenza si fa stolto adoratore e seminatore.
Chi ancora crede che la violenza sia una risorsa utilizzabile per la gestione e risoluzione dei conflitti (cosi' come chi propugna il modello di sviluppo fondato sulla massimizzazione del profitto o anche solo sulla crescita illimitata della produzione e dei consumi) non si rende conto che tale posizione cozza contro i limiti del mondo vivente e mette in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' in quest'unico luogo che abbiamo per casa comune.
La violenza non e' uno strumento, e' un nemico dell'umanita'.
Solo facendo il bene si contrasta il male.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Io credo che occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Io credo che occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la pace, la giustizia sociale, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa del mondo vivente, la condivisione del bene e dei beni.
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2. Aprire gli occhi
I poteri dominanti cercano di renderci ciechi dinanzi all'orrore della condizione presente dell'umanita'. Con il consumismo, con la persuasione occulta, con le tecnologie della manipolazione e della sottomissione, con la violenza diretta, strutturale, ideologica.
Dobbiamo aprire gli occhi: ed aprendo gli occhi vedere il dolore degli altri, sentire il dolore degli altri, provarne misericordia, deciderci ad agire per ridurre la sofferenza.
Dobbiamo aprire gli occhi: ed aprendo gli occhi comprendere la paura di tutti, le sue radici, i suoi usi ed abusi, e deciderci a contrastare la paura costruendo solidarieta', condivisione, fiducia, speranza.
Dobbiamo aprire gli occhi: ed aprendo gli occhi riconoscere la realta', la terribile realta' che abbiamo di fronte; e solo quando la riconosciamo possiamo contrastarne la violenza.
La realta' di un pianeta globalizzato nel segno della massimizzazione del profitto ai danni della vita, della dignita' e dei diritti degli esseri umani e della biosfera; la realta' di un potere economico (e sempre meno manifatturiero e sempre piu' finanziarizzato) sfruttatore e rapinatore, di un potere politico che sempre piu' si fa totalitario, di un potere militare che tiene in condizioni di miseria e schiavitu' l'immensa maggioranza dell'umanita', di un potere tecnologico che ottunde i pensieri ed ingabbia le azioni, di un potere mediatico che rende stupidi e malvagi. E questi poteri costituiscono un'alleanza oppressiva, si saldano in un sistema di dominazione che sta portando l'umanita' e il mondo vivente alla catastrofe.
Chi ha la mia eta' ricorda con gratitudine le illuminanti analisi e riflessioni di Enrico Chiavacci su questi argomenti.
La realta' italiana odierna e' parte di questo sistema di dominazione, di asservimento, di distruzione.
E nella realta' del pianeta globalizzato cosi' come nel microcosmo della realta' italiana il razzismo come ideologia e come prassi e' punta di lancia del sistema di potere, delle sue strategie discorsive, della sua costruzione del consenso, della sua azione di frammentazione, atomizzazione, anomizzazione ed asservimento della societa', della sua opera imbarbaritrice, della sua organizzazione totalitaria.
Questo vediamo: il razzismo, il nazismo che torna. Perche' a questo assistiamo oggi in Italia: a un governo razzista e golpista; a questo assistiamo oggi in Italia: al nazismo che torna. Come scrisse Bertolt Brecht: anche se la lotta dei popoli riusci' a sconfiggere quel mostro, il ventre di quella bestia era ed e' ancora fecondo.
Se apriamo gli occhi questo vediamo.
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3. Il nazismo che torna
Aprire gli occhi significa vedere il nazismo che torna.
E valga il vero.
Torna con l'istigazione sfrenata all'odio razzista, che ha goduto dell'effettuale complicita' di una lunga sottovalutazione. Ricordo ancora l'episodio del bambino viterbese che tanti anni fa, agli albori del fenomeno leghista, venne torturato da suoi coetanei in un paesino del Veneto in quanto "terrone", e ricordo ancora anche la dichiarazione grottesca e insieme rivelatrice dell'allora sindaco di Viterbo che commento': "Terroni noi? ma se siamo a nord di Roma". Troppi non volevano vedere cio' che gia' allora stava fermentando, troppi non volevano capire, e troppi non vollero agire per contrastare proclami, atteggiamenti ed atti di cui oggi vediamo con flagrante evidenza gli esiti delittuosi.
Quell'istigazione all'odio razzista oggi viene svolta dallo stesso ministro plenipotenziario che appena qualche anno fa vomitava teppistici insulti contro meta' degli italiani, ed oggi pretende tutti cooptarli e contagiarli nell'odio contro il capro espiatorio del momento.
Aprendo gli occhi questo vediamo: il nazismo che torna.
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, l'omissione di soccorso dei naufraghi?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, l'infame aggressione e il virulento sabotaggio contro i soccorritori volontari che salvano vite nel Mediterraneo?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la volonta' di respingere i superstiti che cercano salvezza in Europa nei lager libici in cui hanno subito sevizie inaudite?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la persecuzione razzista di innumerevoli innocenti e il favoreggiamento della loro riduzione in schiavitu'?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la sistematica violazione della Costituzione della Repubblica italiana, con il commettere e per commettere crimini razzisti?
Cos'altro e', se non il nazismo che torna, la commissione di crimini contro l'umanita' e l'attentato contro la Costituzione che da mesi e mesi il governo attua con la sua politica razzista e disumana, criminale e criminogena?
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4. L'orrore del "decreto sicurezza della razza"
Gia' prima Paola e Carlo ed Alex e Piero hanno detto parole nitide e necessarie sul delittuoso ed infame "decreto sicurezza della razza".
Di esso vorrei segnalare ancora una volta solo il primo dei molti profili di incostituzionalita', solo il primo dei molti aspetti criminali e criminogeni, solo il primo dei suoi caratteri palesemente disumani, solo il primo elemento costitutivo del tentativo scellerato e obbrobrioso di imporre un regime di apartheid nel nostro paese: l'abolizione de jure e de facto della protezione umanitaria per migliaia e migliaia e migliaia di persone innocenti, che il "decreto sicurezza della razza" priva di diritti fondamentali, getta letteralmente in mezzo a una strada, privandoli di residenza e di abitazione, di accesso alla pienezza dei servizi educativi, sanitari e assistenziali, del diritto al lavoro e a una vita degna; che tratta come scarti, come rifiuti, come non-persone da annientare.
La conseguenza immediata di questo mostruoso "decreto sicurezza della razza", della sua immane violenza nazista, e' che centinaia di migliaia di persone del tutto innocenti, del tutto inermi, stanno subendo una tremenda privazione di diritti fondamentali.
Come sopravviveranno queste centinaia di migliaia di persone innocenti ed inermi?
E' una domanda cruciale, la ripeto: come sopravviveranno?
La maggior parte, l'immensa maggior parte di loro, sara' vittima della schiavitu', dei poteri criminali, dell'emarginazione e della disperazione.
E certo una esigua minoranza, piu' aggressiva e piu' disperata, postasi alla scuola dei persecutori e fattasi specchio di essi, come quell'umanita' terminale intravista da Svevo al termine della Coscienza di Zeno, diventera' a sua volta criminale. Ed additando quella minoranza di criminali che esso stesso avra' creato il governo razzista allora dira', avete visto? lo dicevamo che se gli avessimo tolto tutto sarebbero diventati dei bruti di cui aver paura, e cosi' la profezia si autorealizza, il disegno hitleriano si compie ancora una volta.
Chi apre gli occhi dinanzi a questo orrore sa quale sia il suo dovere: impedire che questo orrore si compia; opporsi alla disumanizzazione dell'umanita'; contrastare la violenza nazista del governo razzista e golpista.
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5. L'apartheid globalizzato
La cosiddetta globalizzazione neoliberista e' anche intrinsecamente la globalizzazione di un regime di apartheid.
Ricordo che quando in anni lontani coordinavo per l'Italia la piu' vasta campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, andavo ripetendo per ogni dove che l'apartheid non era un anacronistico residuo di tempi passati che sarebbe scomparso da se'; al contrario: era ed e' un fenomeno politico del presente e un progetto sociale ed istituzionale per il futuro, coerente con la societa' dello sfruttamento e del consumismo senza limiti, la societa' della globalizzazione attuale in cui un'esigua minoranza di privilegiati si appropria con la forza e dissipa freneticamente la maggior parte dei beni del mondo e tiene schiava l'enorme maggioranza dell'umanita' con la forza delle armi e degli apparati ideologici ed istituzionali, con la violenza strutturale e culturale, col pieno dispiegamento delle piu' innovative tecnologie della manipolazione e dell'asservimento, dell'alienazione e della devastazione.
A questo oggi siamo: al tentativo flagrante di imporre un regime di apartheid in Italia, di imporre un regime di apartheid globale nel mondo.
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6. Capitalismo, colonialismo, imperialismo: rapporto tra Nord e Sud del mondo, ecocidio
Del resto questo progetto di dominazione e' coerente con l'inizio stesso della fase storica fondata sul modo di produzione ancor oggi al potere.
La fase che si apre alla fine del Quattrocento con l'accumulazione originaria del capitale in Europa attraverso la conquista dell'America, il genocidio degli indios, la riduzione in schiavitu' di forza lavoro africana deportata in America; il modo di produzione capitalistico connotato fin dall'inizio dal razzismo, dal colonialismo, dall'imperialismo, dalla riduzione in schiavitu' della forza-lavoro, dalla rapina, dalla devastazione, dall'etnicidio e dal genocidio.
Ed oggi, dopo il secolo breve dei genocidi, delle guerre di sterminio, dei totalitarismi, noi sappiamo cosa mascheri la parola "globalizzazione": di quale strutturale violenza essa sia definizione che insieme occulta e disvela i reali rapporti di proprieta' e di produzione e riproduzione sociale, rapporti di potere oppressivo che implicano una crescente disumanizzazione e che cozzano coi limiti naturali del mondo vivente.
Noi sappiamo quindi quali siano le cause strutturali delle migrazioni: poiche' la fuga dai luoghi in cui vivere una vita degna non e' piu' possibile, questa tragica e vertiginosa fuga e' diretta conseguenza del sistema di potere che in quei luoghi ha imposto rapina e schiavitu', esaurimento di fondamentali risorse, rottura e denegazione delle culture tradizionali e degli equilibri ecologici, degli istituti della convivenza e dei legami di solidarieta', e desertificazione, imposizione di regimi assassini, gli effetti immediati degli sconvolgimenti ambientali provocati da un modello di sviluppo globale che sta intaccando le fonti stesse della vita, che sta ferendo a morte il mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte.
Dobbiamo contrastare questi crimini.
E dobbiamo dunque riconoscerci una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune del'umanita' intera; dobbiamo riconoscere ad ogni essere umano il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
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7. Prince Jerry Igbinosa
Qualche settimana fa alla stazione ferroviaria di Tortona si e' tolto la vita, gettandosi sotto un treno, un giovane di origine nigeriana, laureato in chimica, da anni in Italia, impegnato nella solidarieta', stimato ed amato da quanti lo conoscevano e lavoravano con lui; il suo nome: Prince Jerry Igbinosa.
Il motivo del suo terribile gesto: essere stato privato della protezione umanitaria cui aveva pieno diritto; conseguenza diretta del "decreto sicurezza della razza" imposto dal governo della disumanita'.
Appena mi raggiunse la notizia, mi richiamo' alla memoria la morte di Jan Palach, il giovane studente socialista e libertario di Praga: come Jan Palach si tolse la vita per denunciare una brutale, disumana violenza e risvegliare le coscienze, cosi' anche la morte di Jerry Prince denuncia una brutale, disumana violenza e deve risvegliare le coscienze.
La morte di Jerry Prince dovrebbe farci insorgere tutti per contrastare la violenza razzista del governo italiano.
In una lettera che scrissi nell'immediatezza della notizia aggiungevo che "le persone di coscienza si chiedono spesso cosa avrebbero fatto se fossero vissute nella Germania hitleriana. Io credo che dovrebbero, che dovremmo chiederci cosa stiamo facendo oggi qui, mentre degli esseri umani innocenti vengono lasciati morire in mare senza soccorso, mentre degli esseri umani innocenti vengono respinti verso i lager libici, mentre degli esseri umani innocenti subiscono le abominevoli persecuzioni razziste imposte dal governo italiano. E' oggi, e' qui, che dobbiamo contrastare la violenza razzista, che dobbiamo opporci al nazismo che torna".
La morte di Prince Jerry Igbinosa, cosi' simile al rogo di Jan Palach, avrebbe dovuto suscitare un'insurrezione morale nonviolenta nel nostro paese, invece essa e' stata sostanzialmente occultata dai mass-media, e l'opinione pubblica e' restata ignara e indifferente.
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8. La politica prima
Si pone drammatico e urgente il problema che "che fare".
Ed a questo proposito sovviene un'antica storia inscatolata in un'altra antica storia: e' raccontata in Luca, 10, 25-37. Ne ricordo a memoria il testo latino della Vulgata.
Viene chiesto a una persona buona cosa bisogna fare per essere una persona giusta, e lui risponde con una domanda alla quale l'interrogante risponde a sua volta che nella Legge e' scritto di amare il Bene con tutto se' stesso e di amare il prossimo tuo come te stesso. E la persona buona dice che la risposta e' buona e che cosi' si deve fare e vivere. Ma l'interogante chiede ancora: "quis est meus proximus?". E la persona buona racconta una storia, la storia che tutte le persone qui presenti gia' conoscono, dell'uomo che sulla strada da Gerusalemme a Gerico s'imbatte' in una banda di rapinatori che dopo averlo aggredito e spogliato di ogni bene lo abbandonarono agonizzante; passarono poi una persona autorevole, poi un'altra, e non si fermarono a soccorrerlo. Passo' poi una persona che per il luogo di provenienza era vittima di pregiudizi: un samaritano. E questa persone si ferma e soccorre il ferito, se ne prende cura, non lo abbandona al dolore e alla morte, gli salva la vita. Concluso il racconto la persona buona chiede all'interrogante: "chi dei tre ti sembra sia stato il prossimo di quello che era stato vittima dei rapinatori?". E l'interrogante: "Qui fecit misericordiam in illum". E allora quella persona buona che si chiamava Gesu' di Nazareth conclude: "Va' e fa' lo stesso".
Mi ha sempre profondamente commosso, e scosso, e interpellato questa vicenda; e mi interrogo anche, e ancora, su chi sia io oggi qui, quale parte io svolga in questo dramma che si ripete ogni giorno.
Tutto cio' che ho da dire e' questo: salvare le vite e' la politica prima; salvare le vite e' il primo dovere; salvare le vite e' il fondamento di ogni bene.
*
9. Con la forza della verita', con la forza del diritto
Di fronte alla violenza razzista dispiegata, di fronte all'ecatombe nel Mediterraneo, di fronte ai lager libici, di fronte alla schiavitu' sui cigli delle strade e nelle campagne italiane, occorre decidersi a resistere. Occorre uscire dalla complicita', dall'omissione, dalla vilta', dall'infingardaggine, dalla cecita' volontaria, dalla subalternita'; occorre insorgere per la legalita' che salva le vite; occorre contrastare il nazismo che torna, contrastarlo su tutti i piani: culturale, sociale, politico, del diritto.
Ed in particolare sul piano del diritto e della democrazia, due proposte pratiche voglio ancora una volta formulare.
La prima: scrivere ai senatori affinche' non impediscano ai magistrati di processare il ministro reo confesso del delitto di sequestro di persona aggravato. Che sappiano i senatori che il popolo italiano (cui appartiene la sovranita' nel nostro paese, ai sensi dell'articolo primo della Costituzione della Repubblica) li osserva e li giudica; che sappiano che se votassero per garantire impunita' a un ministro reo confesso di un crimine razzista il popolo italiano di quel delitto li riterrebbe complici.
La seconda: scrivere al Presidente della Regione Lazio, la regione in cui la nostra citta' si trova, per chiedere che anche la Regione Lazio - come altre Rgioni hanno gia' fatto - presenti un ricorso alla Corte costituzionale contro le scellerate misure razziste ed incostituzionali, criminali e criminogene, contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Come diceva quel medico argentino e cubano, le uniche lotte che sicuramente perdi sono quelle che rinunci a fare. E se noi oggi rinunciassimo a batterci per la vita, la dignita' e i diritti delle nostre sorelle e dei nostri fratelli perseguitati, loro perderebbero forse anche la vita, noi perderemmo la nostra umanita'.
*
10. Infine
Ogni vittime ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Invera la regola aurea di ogni morale: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Pace, disarmo, smilitarizzazione, condivisione del bene e dei beni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Nitida e intransigente difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, nitida e intransigente difesa dell'intero mondo vivente.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Sii tu il buon samaritano.
Salvare le vite e' il primo dovere.

10. REPETITA IUVANT. ALCUNE PAROLE DETTE A VITERBO IL POMERIGGIO DEL 25 APRILE 2019

I. Di cosa stiamo parlando

Di cosa stiamo parlando quando parliamo del fascismo?
Il fascismo sono i lager.
Chi dice che e' passato tanto tempo e che e' ora di non pensarci piu'
ci dice di accettare i lager.
Chi dice che il fascismo ha fatto anche cose buone
ci dice di accettare i lager.
Chi ripropone le ideologie nazionaliste colonialiste e razziste
ci dice di accettare i lager.
Chi banalizza il male
ci dice di accettare i lager
di essere complici delle SS
di cooperare ancora allo sterminio.

Chi oggi governa ed omette di soccorrere i naufraghi
chi oggi governa e nega salvezza ai fuggiaschi dai lager libici
chi oggi governa ed impone persecuzioni razziste
chi oggi governa istigando all'odio razzista
ci dice di accettare i lager le stragi il genocidio
ci chiede di essere complici della barbarie assassina
ci chiede di essere complici dell'annientamento dell'umanita'.

II. Celebrare la liberazione

Celebrare la liberazione dell'Italia dal fascismo significa
celebrare la fine della dittatura fascista
celebrare la fine dell'occupazione nazista
celebrare la fine della guerra.

E quindi celebrare l'inizio della pace
l'inizio dello stato di diritto che riconosce e difende
la dignita' umana di tutti gli esseri umani
l'inizio della democrazia
che salva le vite.

Ed insieme significa
ricordare con strazio le vittime del fascismo e della guerra
ricordare con gratitudine chi si batte' contro il fascismo e i lager
chi si batte' in difesa dell'umanita' intera
chi con la sua lotta ci ha donato la nostra condivisa liberta'.

E quindi significa anche
l'impegno a difendere la liberta' sancita
nella Costituzione della repubblica italiana
democratica ed antifascista
l'impegno ad adempiere il programma
che la Costituzione contiene
di solidarieta' e di liberazione dell'umanita' intera.

Pertanto significa adesso
difendere la vita la dignita' i diritti
di tutti gli esseri umani
soccorrere accogliere assistere
ogni essere umano bisognoso di aiuto
opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni
opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni
opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni
opporsi alla schiavitu' alla rapina alle stragi
alla barbarie alla disumanizzazione all'annientamento.

Significa salvare le vite
salvare tutte le vite
salvare sempre tutte le vite
che e' il primo dovere.

III. I compiti dell'ora

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
per far cessare l'omissione di soccorso
che miete vittime nel Mediterraneo.

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
per far cessare in Italia le persecuzioni razziste
per far cessare in Italia la riduzione in schiavitu'
per far cessare in Italia l'apartheid.

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
in difesa dei diritti umani
in difesa della legalita' che salva le vite
in difesa della Costituzione antifascista.

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
per l'immediata revoca di tutte
le scellerate e infami misure razziste
imposte dal governo della disumanita'.

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
per le immediate dimissioni
del governo razzista e golpista
del governo della disumanita'.

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
affinche' i ministri responsabili
di mostruosi crimini razzisti
ne rispondano nelle aule di giustizia.

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
affinche' ogni essere umano
possa giungere nel nostro paese
in modo legale e sicuro.

Insorgere occorre
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
affinche' ogni essere umano
possa vivere in sicurezza
e pienezza di diritti.

Restare umani occorre
e per restare umani
insorgere occorre
con la forza della verita'
con la scelta della nonviolenza
contro tutte le violenze e le uccisioni
contro il razzismo e il fascismo che torna.

IV. A chi ti dice

A chi ti dice che ripeti sempre
le stesse noiose parole
a chi ti dice di lasciarlo in pace
oggi che e' giorno di festa
a chi ti dice che lui se ne frega
e che ogni vittima se l'e' cercata
a chi ti dice che da quando il mondo
e' mondo il pesce grosso mangia il piccolo
a chi ti dice che si fa gli affari suoi
ne' gli interessa quel che fa il governo
e tu rispondigli che il suo silenzio
la sua pigrizia la sua indifferenza
e' gia' colpevole complicita'
con i delitti che il governo compie
con il razzismo che divora vite
con il fascismo che tristo ritorna
e nuovamente tenta massacrare
l'umanita' che soffre e lotta e spera
di avere un giorno la sua liberta'.

V. Il volto di Abele

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 338 del 20 dicembre 2019
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