[Nonviolenza] "Ogni vittima ha il volto di Abele". Alcune parole dette in piazza della Rocca a Viterbo il 4 novembre 2019



"OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE". ALCUNE PAROLE DETTE IN PIAZZA DELLA ROCCA A VITERBO IL 4 NOVEMBRE 2019

1. Come ogni anno
Come ogni anno, il 4 novembre 2019 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha reso omaggio a Viterbo alle vittime di tutte le guerre nel giorno in cui si fa memoria della fine della mostruosa "inutile strage" della prima guerra mondiale.
Come ogni anno, la struttura nonviolenta viterbese ha realizzato una commemorazione nonviolenta delle vittime della guerra, in orario distinto e distante dalle ipocrite celebrazioni di chi di un giorno di lutto per tante vite umane distrutte dalla guerra ha voluto scandalosamente fare un giorno di festa delle organizzazioni preposte ad usare le armi che sempre e solo servono a uccidere gli esseri umani.
Come ogni anno, una delegazione della storica esperienza pacifista altolaziale si e' quindi recata in piazza dei Caduti a Viterbo e in addolorato silenzio ha sostato dinanzi ai monumenti e alle lapidi che ricordano le vittime della guerra, a testimoniare dinanzi a quei tragici moniti l'impegno ad adoperarsi contro tutte le guerre e le uccisioni, per il disarmo e la smilitarizzazione, in difesa di tutte le vite umane, per contrastare la violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, con la scelta concreta e coerente della nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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2. Un discorso in piazza della Rocca
Dopo aver reso omaggio alle vittime della guerra in piazza dei Caduti, la delegazione nonviolenta si e' spostata in piazza della Rocca dove il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha tenuto un discorso pubblico in cui ha riassunto ancora una volta il significato e il fine delle commemorazioni nonviolente del 4 novembre.
Di seguito una sintesi del ragionamento svolto.
Il 4 novembre noi rivolgiamo il nostro addolorato ricordo alle vittime della prima guerra mondiale, nell'anniversario della conclusione di quel folle massacro cui seguirono dittature abominevoli, una seconda guerra mondiale, e dopo di allora nuove guerre, nuove dittature, nuovi crimini contro l'umanita', ed un'escalation negli armamenti che minaccia di distruzione l'intera civilta' umana, che minaccia di annientamento l'intera umana famiglia, l'intera umana vicenda.
E quindi nel ricordare le vittime della prima guerra mondiale noi ricordiamo le vittime di tutte le guerre e di tutti i poteri assassini. E rivolgiamo il nostro pensiero anche alle generazioni future di esseri umani, che potranno esistere solo se impediremo che la guerra e le armi distruggano l'umanita'.
Noi sappiamo che la guerra sempre e solo consiste nell'uccisione di esseri umani da parte di altri esseri umani.
Occorre abolire la guerra, ed occorre abolire le armi che sono lo strumento con cui si fanno le guerre, si commettono le stragi, si uccidono le persone.
Occorre abolire le armi per far cessare le uccisioni.
Occorre abolire le armi e quindi abolire altresi' le organizzazioni armate, che inducono gli esseri umani ad uccidere gli esseri umani, che addestrano gli esseri umani ad uccidere gli esseri umani, che organizzano gli esseri umani per uccidere gli esseri umani, che ordinano ad esseri umani di uccidere gli esseri umani. Le armi sono nemiche dell'umanita': che nessun essere umano si ponga o sia posto al servizio delle armi.
Occorre sia chiaro ad ogni persona che tutti gli esseri umani hanno il suo stesso diritto alla vita e alla dignita', e che tale diritto s'invera solo adempiendo il dovere di rispettare ogni essere umano, solo adempiendo il dovere di aiutare, difendere e salvare ogni persona nel bisogno e in pericolo.
Siamo una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
La regola aurea dell'umano condursi e' agire nei confronti delle altre persone cosi' come si vorrebbe che le altre persone agissero verso di noi; solo facendo il bene si contrasta il male.
Il fine e il senso di ogni legge giusta e' rispettare ogni vita, e' condividere il bene ed i beni, e' soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto, e' promuovere la civile convivenza nella solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, nella difesa di quest'unico mondo vivente di cui siamo parte e di cui siamo custodi per le generazioni future.
Ogni persona senziente e pensante sa che il primo diritto e' il diritto alla vita.
Ogni persona senziente e pensante sa che uccidere e' il crimine piu' orribile.
Ogni persona senziente e pensante sa di avere il dovere di opporsi alla violenza.
Ogni persona senziente e pensante sa che occorre scegliere la nonviolenza.
La nonviolenza e' la lotta contro tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'opposizione ad ogni barbarie, ad ogni crudelta', ad ogni vilta'.
La nonviolenza e' l'antifascismo vivente.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Questo e' il messaggio, l'appello, il legato di tutte le vittime della guerra: abolire la guerra, abolire le armi, abolire le organizzazioni armate, salvare tutte le vite.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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3. L'appello dei movimenti nonviolenti: "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele"
Alle persone presenti in piazza della Rocca e' stato diffuso il testo integrale dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre 2019, appello che di seguito si trascrive.
4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo più austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perché le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volontà buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanità.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di decine e decine di milioni di euro al giorno.
Per questo chiediamo che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.
Per questo chiediamo un impegno particolare a contrastare la violenza maschilista, prima radice e primo paradigma di ogni violenza.
Per questo ci opponiamo al razzismo, crimine contro l'umanità, e chiediamo che siano immediatamente revocate tutte le sciagurate decisioni governative che configurano omissione di soccorso, pratiche segregative e persecutorie, flagranti violazioni dei diritti umani e della stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Per questo chiediamo una politica di disarmo, poiché le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani.
Anche in questo periodo l'umanità intera è messa in pericolo da guerre e nuove escalation belliche. E ancora una volta il Medio Oriente in fiamme è simbolo di questo baratro. Mentre la guerra in Siria prosegue senza alcuna speranza, così come in Yemen ormai non si contano più le atrocità dei bombardamenti sauditi, l'attacco turco contro i curdi aumenta ancor di più il livello del conflitto, la barbarie, le sofferenze, i lutti. E, ancora una volta, Stati Uniti d'America e Unione Europea - Italia compresa - mentre emettono balbettii diplomatici o roboanti proclami, di fatto rimangono a guardare, o peggio: sostengono l'industria bellica, e quindi le stragi che le armi provocano.
Chiediamo in nome dell'umanità l'immediata sospensione di produzione ed esportazioni di armi verso la Turchia, l'Arabia Saudita, tutti i paesi belligeranti e tutti i regimi che violano i diritti umani. Così come chiediamo che vengano immediatamente ritirati i soldati italiani impegnati nell'ambito della Nato sul confine turco.
A oltre cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, a 20 anni dai bombardamenti su Belgrado che prolungarono la guerra nei Balcani e diedero avvio alla stagione delle guerre travestite da ingannevoli alti proclami ("umanitaria", "per la democrazia" e simili), a 18 anni dall'inizio della "guerra al terrore" che ha distrutto l'Afghanistan e l'Iraq e reso il mondo molto più insicuro e disumano: basta guerre, basta armi, basta sofferenze e lutti.
E' l'ora di una svolta, in nome dell'umanità e della pace. Nonostante il silenzio delle istituzioni, nonostante si continui ad ignorare la richiesta di centinaia di migliaia di italiani, la campagna "Un'altra difesa è possibile" può ancora rappresentare questa svolta. Chiediamo che il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite è il primo dovere.
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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4. Cinque testi per approfondire la riflessione
Alle persone presenti in piazza della Rocca sono stati diffusi altresi' cinque testi per approfondire la riflessione, testi di seguito trascritti.

PRIMO. PICCOLO DITTICO DELLE ARMI E DEL DISARMO

I.

Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba

Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre

Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone

Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti

Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla

Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro

Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli

Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto

II.

Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti

Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi

Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara

Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno

Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine

Senza disarmo la guerra non finisce

Senza disarmo finisce l'umanita'

SECONDO. IN QUANTO LE ARMI

In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.

Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.

Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.

TERZO. CHI ABBRACCIA LA NONVIOLENZA

Dicono che chi abbraccia
la nonviolenza e' un pavido
che nulla sa del mondo
e solo vuol vivere comodo
la vita sua di coniglio
di privilegiato vigliacco

Dicono che gli oppressori
se ne strainfischiano
della resistenza nonviolenta
e solamente temono
chi si fa uguale a loro
divoratore di carne umana

Dicono essere la nonviolenza
roba da mangiatori di fichi
da commissari tecnici al bar
da gente che ha troppe scarpe
e tiene troppo al collo
e alla pensione

Chiedilo a Socrate di Atene chiedilo a Gesu' di Nazareth
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Rosa Luxemburg chiedilo a Mohandas Gandhi
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Martin Luther King chiedilo a Marianella Garcia
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Etty Hillesum chiedilo a Chico Mendes
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Oscar Romero chiedilo a Berta Caceres
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo a Steve Biko chiedilo a Milena Jesenska'
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Chiedilo ad Anna Politkovskaja chiedilo a Olympe de Gouges
chi abbraccia la nonviolenza fa una brutta fine

Ma prima di quella brutta fine
vive una vita degna

Ma prima di quella brutta fine
ha condotto la lotta necessaria

Ma prima di quella brutta fine
ha fatto la sua parte per la liberazione comune.

QUARTO. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

QUINTO. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.
*
5. La carta programmatica del Movimento Nonviolento
Infine, alle persone presenti in piazza della Rocca e' stato diffuso anche il testo della carta programmatica del Movimento Nonviolento, che anch'essa di seguito si trascrive.
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 4 novembre 2019

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it