[Nonviolenza] Archivi. 344



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 344 del primo novembre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di agosto 2019 (parte quarta)
2. Nel ricordo e alla scuola di Simone Weil, contro il razzismo e il fascismo
3. Giuliano Barattini
4. Sandro Vesce
5. Jerry Essan Masslo commemorato oggi a Viterbo nel trentesimo anniversario dell'uccisione
6. Una lettera aperta al segretario del Partito Democratico
7. Giustizia sociale e giustizia ecologica sono una stessa cosa
8. Raimon Panikkar
9. Cessi immediatamente la strage degli innocenti nel Mediterraneo
10. Aldo Aniasi
11. Helder Camara
12. Vittoria Anticzarina Cavallo
13. Antonio Cederna
14. Bruno Ciari
15. Francesco Di Castri
16. W. E. B. Du Bois
17. Italo Insolera
18. Le Corbusier
19. Erika Mann
20. Michelangelo Notarianni
21. Cesare Pavese
22. Jose' Maria Pires
23. Virgilio Savona
24. Silvio Solimano
25. Omero Dellistorti: Salvatore

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2019 (PARTE QUARTA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2019.

2. NEL RICORDO E ALLA SCUOLA DI SIMONE WEIL, CONTRO IL RAZZISMO E IL FASCISMO

Ricorre il 24 agosto l'anniversario della scomparsa, nel 1943, di Simone Weil, pensatrice somma, testimone di pace, resistente antifascista, maestra di nonviolenza.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo la ricorda, e nel suo ricordo chiama ancora una volta ogni persona di volonta' buona all'impegno morale e politico contro il razzismo e contro il fascismo.
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Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento".
Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stante la persecuzione antiebraica). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche, Est). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta.
Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Wanda Tommasi (a cura di), Weil, Rcs, Milano 2014; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994.
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Nel ricordo di Simone Weil, alla scuola di Simone Weil, chiediamo ancora una volta al Presidente della Repubblica che l'Italia faccia cessare la strage degli innocenti nel mar Mediterraneo, soccorrendo tutti i naufraghi, soccorrendo tutti i profughi, liberando e accogliendo tutte le vittime dei lager libici, riconoscendo finalmente a tutti gli esseri umani in fuga da guerre e fame, in fuga da dittature e schiavitu', il diritto di giungere in salvo nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Nel ricordo di Simone Weil, alla scuola di Simone Weil, chiediamo che il prossimo governo sia guidato da una autorevole personalita' antirazzista ed antifascista, che ripristini il pieno rispetto della Costituzione della Repubblica italiana che nel corso dell'ultimo anno lo scellerato governo razzista caduto pochi giorni fa ha reiteratamente violato al fine di commettere mostruosi crimini contro l'umanita', dalla persecuzione di innocenti fino all'omissione di soccorso di esseri umani in pericolo di morte.
Nel ricordo di Simone Weil, alla scuola di Simone Weil, chiediamo alle competenti magistrature di processare finalmente i ministri del governo razzista e i loro complici responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione.
Nel ricordo di Simone Weil, alla scuola di Simone Weil, chiediamo alle istituzioni internazionali di cui l'Italia fa parte di intervenire in difesa e per il ripristino dei diritti umani che il governo razzista caduto pochi giorni fa ha ferocemente violato.
Nel ricordo di Simone Weil, alla scuola di Simone Weil, chiediamo a tutte le forze antirazziste ed antifasciste italiane di unirsi in un nuovo Comitato di liberazione nazionale per prepararsi alle prossime elezioni e sconfiggere il razzismo e il fascismo, con la forza della democrazia, con la forza della legalita', con la forza della verita', con la forza della nonviolenza.
Nel ricordo di Simone Weil, alla scuola di Simone Weil, chiediamo ad ogni persona di volonta' buona ed a tutte le associazioni e le istituzioni democratiche un ancor piu' intenso impegno nonviolento affinche' trovino immediato adempimento i seguenti irrinunciabili impegni:
1. tornare alla legalita' che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista teste' caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
3. distinguere il bene dal male: escludere da ogni incarico di governo chi e' stato complice dell'esecutivo razzista ora caduto; e che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto;
5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. GIULIANO BARATTINI

E' deceduto don Giuliano Barattini, costruttore di pace, difensore dei diritti umani, testimone del bene.
Con gratitudine lo ricordiamo.

4. SANDRO VESCE

E' deceduto Sandro Vesce, prete operaio, psicologo e psicoterapeuta, testimone della dignita' umana.
Con gratitudine lo ricordiamo.

5. JERRY ESSAN MASSLO COMMEMORATO OGGI A VITERBO NEL TRENTESIMO ANNIVERSARIO DELL'UCCISIONE

Domenica 25 agosto 2019 a Viterbo, per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' svolta una commemorazione di Jerry Essan Masslo, nella ricorrenza del trentesimo anniversario della morte.
Il discorso commemorativo e' stato tenuto dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha dapprima ricostruito la figura e le vicende di Jerry Masslo e il contesto italiano ed internazionale di allora, recando anche la propria personale memoria dell'effetto che quell'efferato crimine ebbe sulla coscienza civile e sulle istituzioni italiane dell'epoca; ha successivamente illustrato le cruciali questioni che quella tragica vicenda lumeggia, che sono i temi decisivi su cui ancor oggi, ed anzi oggi ancor piu', occorre lottare; ed ha infine indicato alcuni punti decisivi dell'impegno antirazzista, antimafioso ed antirazzista qui e adesso, in questa fase in cui il governo razzista che per un anno ha commesso inauditi crimini contro l'umanita' ed un protratto e crescente attentato contro la Costituzione e' finalmente caduto, ma e' tutt'altro che certo che esso sia stato definitivamente sconfitto, e comunque gli effetti nefasti delle sue scellerate decisioni continuano a prodursi provocando immani sofferenze alle vittime innocenti delle persecuzioni razziste e della violenza schiavista nel nostro paese e lasciando che nel Mediterraneo continui la strage degli innocenti. Il discorso si e' concluso con un appello ad intensificare l'impegno nonviolento antirazzista ed antischiavista per il bene comune dell'umanita' e la difesa della biosfera.
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Jerry Essan Masslo era nato a Umtata, in Sudafrica, il 4 dicembre 1959, ed era giunto in Italia dal Sudafrica dell'apartheid dopo un viaggio avventuroso; in Italia lavorava come bracciante nella raccolta stagionale dei pomodori gestita schiavisticamente dal caporalato mafioso, e da esule e da sfruttato si batteva insieme ai suoi compagni per la dignita' e i diritti di tutti gli oppressi, nativi e migranti. Fu assassinato la notte tra il 24 e il 25 agosto 1989 da squadristi razzisti e mafiosi.
La sua morte suscito' profonda impressione, e rivelo' quando grave fosse il fenomeno della violenza e dello sfruttamento razzista e  schiavista nel nostro paese e quanto inadeguato l'impegno delle istituzioni democratiche per contrastarlo. La morte di Jerry Masslo persuase finalmente la parte migliore dell'Italia di allora all'impegno antirazzista ed antischiavista non solo come impegno di solidarieta' internazionale, ma anche come impegno di lotta sociale e politica nel nostro stesso paese per contrastare la barbarie razzista e schiavista, per contrastare la deriva verso un regime di apartheid.
Da allora ad oggi, nel corso di questi trent'anni, tante altre persone - nostri fratelli e nostre sorelle - sono state uccise, vittime dello schiavismo, vittime della mafia, vittime del razzismo: schiavismo, mafia e razzismo che sempre piu' si manifestano come un sempre piu' intrecciato e coeso - e nella sua articolazione tendenzialmente unitario e totalitario - fenomeno di bestiale sfruttamento economico, di dittatura terroristica sul territorio, di rovesciamento della democrazia nel suo contrario, di radicale negazione della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani vittime di questo abominevole sistema di potere, modo di produzione, apparato ideologico e pratico di dominazione.
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Nella vicenda di Jerry Masslo si intrecciano alcuni fili e si formano alcuni nodi che strozzano ancor oggi, ancor piu' oggi, con sempre maggior evidenza e violenza il nostro paese e le nostre comuni liberta', i diritti di tutti, la dignita' di ognuno.
L'apartheid che lungi dall'essere un residuo del passato avviato all'estinzione in Sudafrica si conferma essere un modello sociale e politico di dominazione e sopraffazione che si sta espandendo nel mondo, riprendendo gli elementi del fascismo che indago' Hannah Arendt nel suo fondamentale volume su Le origini del totalitarismo: nazionalismo e razzismo, imperialismo e colonialismo, culto della violenza ed annientamento dell'alterita' (ovvero annientamento dell'umanita': essendo l'umanita' costitutivamente plurale, ed essendo l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani fondata sul riconoscimento dell'irriducibile diversita' ed originalita' e liberta' di ogni persona).
Lo schiavismo che e' la punta di lancia del modo di produzione fondato sulla massimizzazione del profitto a cui si sacrificano incessantemente vite umane e natura, legame sociale e biosfera, conoscenza ed esistenze.
Il potere mafioso che di questo modo di produzione e di questo sistema di potere e' forma estrema, metodo intrinseco, motore che tutto macina e divora.
Ed il pluricentenario rapporto di rapina Nord/Sud; la crisi ecologica conseguente all'economia predatoria (crisi ecologica crescente a ritmo sempre piu' sostenuto e sempre piu' irreversibile nei suoi catastrofici effetti); e gli esiti piu' metuendi del sistema di guerra: del modello di societa' gerarchico e militarista, del complesso militare-industriale, delle dittature e degli imperi politici ed economici che sul sistema di guerra si reggono a detrimento dell'umanita', precipitandoci tutti verso un'apocalisse senza redenzione (come dopo Auschwitz e dopo Hiroshima denuncio' con acutezza di sguardo, profondita' di ragionamento e chiarezza di espressione forse tuttora ineguagliate il grande pensatore e militante per la causa dell'umanita' Guenther Anders).
E quindi il ricordo di Jerry Masslo, ora come allora, ora piu' di allora, illumina di tragica luce questo momento tragico dell'umanita' e ci convoca ai compiti nostri. Ed il primo dei nostri compiti e' salvare le vite; riconoscere e difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; condividere i beni ed il bene; resistere al male e contrastare la violenza rapinatrice e onnicida che nega non solo il diritto a una vita degna, ma lo stesso diritto alla vita della stragrande maggioranza dell'umanita' e tendenzialmente dell'umanita' intera.
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Jerry Masslo e' stato assassinato trent'anni fa. Da allora ad oggi la violenza razzista e mafiosa, lo sfruttamento distruttivo degli essere umani e del mondo vivente, la rapina, la devastazione e la distruzione dei beni comuni, i crimini contro l'umanita', non solo non sono diminuiti, ma si sono grandemente accresciuti ed ormai ogni essere umano vede che questo sistema di potere, questo "disordine costituito", sta portando l'umanita' alla catastrofe, sta mettendo in pericolo l'esistenza stessa della civilta' umana, sta distruggendo la vita futura dell'umanita'.
Ed allora la lotta di Jerry Masslo e' anche e ancora la nostra, perche' e' la lotta dell'umanita' contro la schiavitu', contro il razzismo, contro il fascismo; e' la lotta dell'umanita' per restare viva e per restare umana.
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E quanto e' accaduto in quest'ultimo anno in Italia e nel Mediterraneo, l'orrore delle persecuzioni razziste di persone inermi e innocenti da parte del governo della disumanita' solo da pochi giorni caduto; l'orrore dell'omissione di soccorso a chi e' in pericolo di morte da parte del governo della disumanita'; l'orrore dell'istigazione all'odio razzista da parte del governo della disumanita'; l'orrore immane della strage degli innocenti nel Mediterraneo che i governi d'Italia e d'Europa potrebbero far cessare in un lampo ed invece fanno continuare ancora non sazi di un tale diluvio di sangue innocente; ebbene, tutti questi orrori convocano ogni persona di volonta' buona, ogni associazione morale e civile, ogni istituzione legale e democratica, ad insorgere per salvare le vite, ad insorgere per ripristinare la legalita' che salva le vite, ad insorgere per il bene comune dell'umanita' minacciata dalla follia razzista, mafiosa, fascista, onnicida.
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Ed in questo momento di interregno, in cui riprendendo la formula gramsciana che Nadine Gordimer applico' alla situazione sudafricana quando cadde il regime dell'apartheid, in questo momento in cui "il  vecchio muore e il nuovo non puo' nascere" e quindi "si verificano i fenomeni morbosi piu' svariati", e' ancor piu' necessario il piu' persuaso, meditato, intenso e tenace, nitido e intransigente impegno per salvare tutte le vite, per opporsi al razzismo assassino.
E ripetiamo quindi una volta ancora, come veniamo facendo da giorni con le stesse semplici parole, quali ci sembra che siano gli irrinunciabili compiti, gli indispensabili doveri morali e politici di questo critico momento per quanti hanno a cuore il pubblico bene, per quanti si battono affinche' l'Italia si liberi dal male razzista e fascista, e torni ad essere un paese civile, democratico, solidale, il paese per cui lottarono i martiri della Resistenza, il paese prefigurato e legiferato nella Costituzione della Repubblica italiana. E quindi poniamo i seguenti immediati obiettivi:
1. tornare alla legalita' che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista teste' caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
3. distinguere il bene dal male: escludere da ogni incarico di governo chi e' stato complice dell'esecutivo razzista ora caduto; e che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto;
5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
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Nel ricordo di Jerry Masslo e di tutte le sorelle e i fratelli assassinati dal sistema dello sfruttamento che distrugge insieme la civilta' umana e la biosfera.
Nel ricordo di Jerry Masslo e di tutte le sorelle e i fratelli assassinati dal sistema schiavista, militarista  e maschilista.
Nel ricordo di Jerry Masslo e di tutte le sorelle e i fratelli assassinati dal sistema colonialista, imperialista e razzista.
Nel ricordo di Jerry Masslo e di tutte le sorelle e i fratelli assassinati dal fascismo.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita' intera e per la salvaguardia di quest'unico mondo vivente casa comune di tutti gli esseri umani passati, presenti e venturi.
Alla scuola del movimento delle donne, corrente calda della nonviolenza in cammino ed esperienza storica decisiva per la liberazione dell'umanita' e la salvezza dell'intero mondo vivente.
Si costituisca un nuovo Comitato di liberazione nazionale per contrastare e sconfiggere razzismo e fascismo.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
Insorga ogni persona di volonta' buona, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, affinche' il razzismo e il fascismo siano definitivamente sconfitti.
Insorga ogni persona di volonta' buona, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, affinche' si ripristini in Italia la vigenza della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza contro la fascismo.
Insorga ogni persona di volonta' buona, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la legalita' che salva le vite.
Insorga ogni persona di volonta' buona, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge.
Insorga ogni persona di volonta' buona, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la condivisione del bene e dei beni fra tutti gli esseri umani.
Insorga ogni persona di volonta' buona, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della civilta', della biosfera, dei diritti di tutti gli esseri umani comprese le generazioni future.
Sii tu il buon samaritano.
Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Sii tu Jerry Masslo ancora vivo.

6. UNA LETTERA APERTA AL SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO

Egregio segretario del Partito Democratico,
permetta a un vecchio militante della sinistra italiana di rivolgerle alcune franche parole. E di farlo oggi, alla vigilia di quel martedi' in cui anche lei dovra' recarsi dal Presidente della Repubblica per riferire dell'esito delle trattative svolte in questi giorni per la formazione di un nuovo governo dopo la caduta dell'esecutivo razzista e golpista che nel corso dell'ultimo anno ha commesso flagranti crimini contro l'umanita' e un virulento attentato contro la Costituzione.
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Lei sta conducendo una difficilissima trattativa con una delle due forze politiche razziste e totalitarie che dopo le elezioni del 2018 hanno dato vita al governo da pochi giorni caduto per conflitti intestini, il governo che - ripetiamolo per non dimenticarlo mai - ha commesso flagranti crimini contro l'umanita' e un continuo e crescente attentato contro la Costituzione.
Lei sta cercando di persuadere questa forza politica razzista e totalitaria a sostenere col voto dei suoi parlamentari un nuovo governo antirazzista ed antifascista, fedele alla Costituzione repubblicana e rispettoso dei diritti umani.
A suo favore gioca il fatto che i gerarchi di quel partito sanno bene che se vi fossero nuove elezioni rischiano di sparire dall'agone politico (e dal saccheggio del pubblico erario) dopo aver dato cosi' pessima prova; ed anche il fatto che forse non pochi degli attuali parlamentari di quel partito fino ad un anno fa erano ignari che esso fosse razzista e totalitario, e che hanno quindi vissuto quest'anno come un pervertimento e un avvilimento delle loro stesse persone, una prostituzione al male da cui solo ora, ma ora forse si', vorrebbero uscire.
Ma a suo sfavore gioca il fatto che quel partito e' effettualmente, e costitutivamente, nella sua stessa genesi, cosi' omogeneo all'altro partito razzista e totalitario insieme al quale ha governato nell'ultimo anno che e' tutt'altro che peregrina l'ipotesi che tornino ad unirsi: unico reale ostacolo a questo ricomporsi del blocco razzista e totalitario e' la necessita' per colui che e' stato per l'intero anno appena trascorso il vero capo del governo, il ministro plenipotenziario, di evitare la responsabilita' dell'imminente manovra finanziaria: perche' tale manovra sara' necessariamente tutt'altra cosa dalle deliranti promesse di abolizione delle tasse e di elargizioni di donativi per tutti, di magica trasformazione dell'Italia nel paese di Cuccagna; sara' piuttosto verosimilmente una manovra finanziaria "lacrime e sangue" dopo i folli sperperi clientelari criminalmente commessi nell'anno trascorso, mentre il welfare state e' sempre piu' al collasso nella cinica indifferenza dei pubblici decisori e la situazione delle classi sfruttate, dei ceti e dei gruppi sociali impoveriti, delle persone piu' fragili e piu' bisognose di aiuto, e' peggiorata fino all'abisso.
Ed a suo sfavore gioca anche il fatto che il suo partito e' lacerato da devastanti lotte intestine che possono avere come esito finanche una piu' volte adombrata scissione verso destra guidata forse addirittura dall'ex-segretario, che pur senza essere razzista o fascista, tuttavia per molti versi e' partecipe della stessa subcultura e psicologia dei giovani e dei vecchi capi dei due partiti razzisti e totalitari (basti pensare alla folle avventura della mostruosa riforma costituzionale fortunatamente respinta dal pronunciamento popolare nel referendum del 2016; una riforma palesemente autoritaria e liberticida da cui emergeva il medesimo disprezzo per la democrazia parlamentare ed il bilanciamento dei poteri, la medesima fascinazione per l'uomo forte da solo al comando con pieni poteri - che e' il nucleo profondo del totalitarismo).
E gioca a suo sfavore anche la tentazione piu' grande: quella di concedere al partito razzista e totalitario con cui sta trattando semplicemente tutto quello che chiede, speculando sul fatto che i suoi esponenti sono dei tali barbari, dei tali insipienti, che il Pd una volta con essi al governo ne fara' comunque un solo boccone, come del resto ha gia' fatto la Lega, che un anno fa se ne insignori' senza colpo ferire. Ma se lei cedesse a questa tentazione si asservirebbe de facto al razzismo e al fascismo, riprodurrebbe lo stesso funesto errore che nella storia d'Italia gia' fu commesso dal ceto politico liberale nei primi anni Venti del secolo scorso.
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Il suo impegno e' quindi assai arduo; riuscire a promuovere una transizione dal governo razzista e totalitario caduto da pochi giorni a una fase di riconquista della democrazia e della legalita' costituzionale e' opera che ben difficilmente puo' riuscire senza passare per nuove elezioni. E queste elezioni potrebbero essere vinte dal fronte razzista e totalitario, esito che ogni persona ragionevole intimamente teme e visceralmente aborrisce; ma se la paura avesse come effetto di arrendersi al fascismo senza lottare, questa sarebbe l'ignominia delle ignominie.
Del resto se nuove elezioni occorressero, che a portare l'Italia ad esse sia un governo diverso da quello razzista e golpista appena caduto; sia un governo di sicura fede antirazzista ed antifascista, un governo fedele alla Costituzione repubblicana, un governo rispettoso dei diritti umani di tutti gli esseri umani, un governo che sappia che il primo dovere e' salvare le vite.
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La situazione e' quindi difficile ed il suo compito assai impegnativo, ma proprio per questo vorrei invitarla a tener fermi alcuni obiettivi fondamentali, e precisamente i seguenti.
Il primo: che al piu' presto vi sia un nuovo governo guidato de una personalita' di sicuro impegno antirazzista ed antifascista; ed e' evidente che questa personalita' non puo' provenire dai ranghi di un partito razzista e totalitario. Se poi un governo antirazzista ed antifascista non dovesse avere la maggioranza dei voti dell'attuale parlamento, ebbene, che questo nuovo governo garantisca la tenuta dei conti pubblici e prepari democraticamente libere elezioni.
Il secondo: che siano abrogate al piu' presto tutte le misure razziste ed incostituzionali, criminali e criminogene, imposte dal governo razzista e totalitario; se questa abrogazione e' possibile col parlamento attuale, bene; altrimenti sia il primo punto del programma elettorale del fronte antirazzista, antischiavista, antifascista.
Il terzo: ripristinare immediatamente l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo, e far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo. Nessun crimine commesso dal governo delle persecuzioni razziste e' stato piu' abominevole dell'omissione di soccorso di persone in pericolo di morte.
Il quarto: escludere da ogni incarico di governo chi e' stato membro o complice dell'esecutivo razzista e golpista ora caduto. Si chiama decenza, e rispetto delle istituzioni democratiche.
Il quinto: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto.
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A questi cinque obiettivi fondamentali che credo il suo partito potrebbe gia' condividere toto corde, le proporrei di aggiungerne altri due, che so bene nel suo partito essere tuttora ritenuti controversi ma che a me, e credo anche alla stragrande maggioranza non solo di chi vive in Italia, ma dell'umanita', sembrano decisivi.
Il sesto: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, e cosi' far cessare il traffico di esseri umani gestito dalle mafie schiaviste e assassine, e cosi' sconfiggere quelle mafie schiaviste e assassine, salvando innumerevoli vite umane innocenti.
Il settimo: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono qui, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei. E' il principio basilare della democrazia: "una persona, un voto".
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Mi permetta ancora una considerazione: quale che sia lo scenario del prossimo futuro (o un nuovo criminale governo delle forze razziste e totalitarie, ed il cielo non voglia; o un governo di transizione dal regime criminale alla democrazia ed alla legalita' costituzionale, ed il cielo lo volesse; o anche un osceno pastrocchio perche' i parlamentari grillini ed affini non vogliono rinunciare a quattro anni di vile ma ricca vita a spese del pubblico erario; o infine nuove elezioni), ebbene, quale che sia lo scenario dell'immediato futuro occorre che il fronte democratico e costituzionale, il fronte antirazzista ed antifascista, si prepari alle elezioni nell'unico modo adeguato: costruendo una coalizione di tutte le forze democratiche, una coalizione che si ispiri al Comitato di liberazione nazionale che guido' politicamente la lotta antifascista tra il '43 e il '45.
Occorre un Comitato di liberazione nazionale che si caratterizzi per la scelta nitida e intransigente di salvare tutte le vite umane, per la scelta nitida e intransigente della legalita' costituzionale, per la scelta nitida e intransigente della democrazia e della nonviolenza, ed includa tutte le forze sollecite del bene comune dell'umanita'.
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Ringraziandola per l'attenzione che avra' voluto dedicare a queste righe, la saluto cordialmente augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 26 agosto 2019

7. GIUSTIZIA SOCIALE E GIUSTIZIA ECOLOGICA SONO UNA STESSA COSA

Giustizia sociale e giustizia ecologica sono una stessa cosa.
Salvare tutte le vite.
Fermare la catastrofe climatica.
Si unisca l'umanita' nella causa comune della comune salvezza.
Abolire le guerre, abolire la schiavitu', abolire le devastazioni, condividere i beni, condividere la responsabilita' per il mondo.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera, di tutte le persone passate, presenti e future.
Salvare le vite, salvare il mondo.

8. RAIMON PANIKKAR

Il 26 agosto 2010 moriva Raimon Panikkar, maestro di dialogo e di nonviolenza.
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo.

9. CESSI IMMEDIATAMENTE LA STRAGE DEGLI INNOCENTI NEL MEDITERRANEO

Cessi immediatamente la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
L'Italia soccorra, accolga, assista tutte le persone bisognose di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
L'omissione di soccorso di esseri umani in pericolo di morte e' un crimine contro l'umanita'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Chi salva una vita salva il mondo.

10. ALDO ANIASI

Il 27 agosto 2005 moriva Aldo Aniasi, partigiano, parlamentare e ministro, sindaco di Milano.
Con gratitudine lo ricordiamo.

11. HELDER CAMARA

Il 27 agosto 1999 moriva Helder Camara, vescovo di Recife, una delle figure piu' grandi della nonviolenza in cammino.
Con gratitudine lo ricordiamo.

12. VITTORIA ANTICZARINA CAVALLO

Il 27 agosto 1996 moriva Vittoria Anticzarina Cavallo, operaia, antifascista, partigiana, militante comunista e del movimento delle donne. Mai si arrese all'oppressione, sempre lotto' perla liberazione dell'umanita'.
Con gratitudine la ricordiamo.

13. ANTONIO CEDERNA

Il 27 agosto 1996 moriva Antonio Cederna, giornalista e saggista, parlamentare della sinista indipendente, strenuo difensore dei beni culturali e della natura, una delle figure piu' vive dell'impegno ambientalista in Italia.
Con gratitudine lo ricordiamo.

14. BRUNO CIARI

Il 27 agosto 1970 moriva Bruno Ciari, partigiano, illustre pedagogista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

15. FRANCESCO DI CASTRI

Il 27 agosto 2005 moriva Francesco Di Castri, scienziato, docente universitario di ecologia, funzionario dell'Unesco, difensore del mondo vivente.
Con gratitudine lo ricordiamo.

16. W. E. B. DU BOIS

Il 27 agosto 1963 moriva W. E. B. Du Bois, illustre storico, scrittore e militante antirazzista, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con gratitudine lo ricordiamo.

17. ITALO INSOLERA

Il 27 agosto 2012 moriva Italo Insolera, architetto, urbanista, difensore dei diritti umani, della cultura e dell'ambiente.
Con gratitudine lo ricordiamo.

18. LE CORBUSIER

Il 27 agosto 1965 moriva Le Corbusier, che fu piu' che architetto, urbanista, designer: penso' nuovi liberi rapporti tra le persone, e tra le persone e il mondo vivente, tra l'essere e lo spazio.
Con gratitudine lo ricordiamo.

19. ERIKA MANN

Il 27 agosto 1969 moriva Erika Mann, scrittrice e antifascista.
Con gratitudine la ricordiamo.

20. MICHELANGELO NOTARIANNI

Il 27 agosto 1998 moriva Michelangelo Notarianni, militante del movimento operaio, giornalista e direttore editoriale, un indimenticabile nostro compagno.
Con gratitudine lo ricordiamo.

21. CESARE PAVESE

Il 27 agosto 1950 moriva Cesare Pavese, l'autore di libri che tutti abbiamo amato.
Con gratitudine lo ricordiamo.

22. JOSE' MARIA PIRES

Il 27 agosto 2017 moriva Jose' Maria Pires, uomo di pace, difensore dei poveri.
Con gratitudine lo ricordiamo.

23. VIRGILIO SAVONA

Il 27 agosto 2009 moriva Virgilio Savona, compositore, cantautore, ricercatore, membro del Quartetto Cetra, acuminato autore di canzoni d'impegno civile.
Con gratitudine lo ricordiamo.

24. SILVIO SOLIMANO

Il 27 agosto 1944 combattendo contro il fascismo moriva non ancora ventenne Silvio Solimano, partigiano.
Con gratitudine lo ricordiamo.

25. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: SALVATORE

Lo chiamavamo Salvatore, anche se il vero nome era Amilcare. Non so perche' tutti lo chiamavano Salvatore. L'unica persona da cui lo sentii chiamare Amilcare era sua madre, che adesso e' morta. Anche lei.
Adesso vi racconto come e' morta, perche' c'entra con la storia che vi voglio raccontare.
Mori' bruciata o intossicata dal fumo nel famoso incendio della pineta di tre anni fa. Mi sembra tre, ma forse sono quattro. E comunque non ha importanza. Insomma, era nella pineta quando ci fu l'incendio, e siccome era sulla sedia a rotelle perche' era paralizzata, e nessuno penso' a tirarla fuori, mori' li'. Brutta morte. Per fortuna che era tutta paralizzata, perche' altrimenti chissa' che urla agghiaccianti, da non dormirci la notte.
Dopo, quando tanto non serviva piu' a niente, intervenne la legge, e irre e orre, e accusarono pure Salvatore di averla abbandonata li' che certo non ci era andata da sola, che invece lui stava a fare il bagno e si era accorto dell'incendio quando ormai non c'era piu' niente da fare. E infatti poi neppure lo processarono, che lo processavano a fare?
Pero' se lo ricordarono quando mori' lo zio Alfredo (zio di Salvatore intendo, che io di zii non ne ho, e neppure di cugini), che Alfredaccio mori' per un incidente domestico, cioe' casco' per le scale e si ruppe l'osso del collo. Lo so che fa ridere, ma ando' proprio cosi': casco' giu' per le scale e si ruppe l'osso del collo e amen. Pero' ci doveva essere qualcuno in questura o in procura o dove stanno 'sti corvacci che voleva male a Salvatore perche' a tutti i costi lo volevano accusare di avere spinto lo zio. Ma non c'erano testimoni, cosi' le guardie se la presero in saccoccia. Non e' che a me le guardie mi stiano simpatiche, anzi mi stanno proprio sullo stomaco, con rispetto parlando.
Mi ricordo che al bar una sera Pippetto disse: non c'e' due senza tre. Pippetto dice sempre 'ste spiritosaggini. Che pero' quando le dice nessuno ride mai.
Comunque qualche giorno dopo la profezia di Pippetto mori' Rosina, cioe' Rosamunda, che sarebbe la sorella di Salvatore. Com'e', come non e', la trovarono giu' per la scarpata in fondo al paese, e non era facile capire se si era buttata da sola o se l'avevano spinta.
Comunque cosi' la famiglia era finita, cioe' restava solo Salvatore che ereditava tutto, ed erano bei soldi e belle proprieta'.
Fu a questo punto, a dire il vero dopo qualche settimana, che si presento' in paese, accompagnata da un avvocato, la signora Cordelia, o Cornelia o un nome cosi', che diceva di essere figlia dello zio Alfredo, che l'aveva tenuta nascosta perche' non era sposato. E voleva la partaccia sua.
Tanto strepito' che lo seppe tutto il paese. E la sera Pippetto al bar disse: quaterna. E quaterna fu. Perche' la mattina dopo la cameriera dell'albergo "L'angelo nuovo di Beniamino" dove aveva preso alloggio (che poi e' l'unico albergo che c'e' qui al paese, ma il padrone non si chiama Beniamino) l'aveva trovata morta stecchita, che pare che avesse mandato giu' non so quanti tubetti di pasticche di non so che, ma che certo bene non le avevano fatto. L'avvocato, che era gia' ritornato in citta', sbraito' e fece un'intervista di fuoco, e indovinate contro chi? Contro il povero Salvatore. Ma poi si penti' perche' due giorni dopo pubblico' a proprie spese sullo stesso giornale dell'intervista una lettera di scuse di mezza pagina. E la sera al bar Pippetto: si vede che qualcuno gli ha tolto tutti i dubbi.
Passo' un po' di tempo e Salvatore, che a quel tempo ci conoscevamo solo di vista, che al paese ci si conosce tutti, mi venne a trovare a bottega e mi disse che pensava di sposarsi, e con chi? Con mia sorella Matilde, che poi e' la mia unica sorella. E lo veniva a chiedere a me perche' oltre ad essere il fratello maggiore ero l'unico della famiglia, mio padre e mia madre sono morti da un pezzo, e hanno lasciato a me e a mia sorella la bottega e un pezzo di terra, ma anche quattro case grosse come palazzi che tre le affittiamo, e un bel malloppone in banca che usiamo per sovvenire i bisognosi esigendo tassi piu' che ragionevoli, oltre i gioielli che mia sorella ci s'ingioiella la domenica per andare a messa che pare una giostra da quanto luccica.
A me sembro' una buona idea 'sto matrimonio: noi siamo ricchi, Salvatore era ricco pure lui dopo che aveva ereditato tutto, e unire i patrimoni delle due famiglie piu' ricche del paese e' sempre una bella cosa dico io: i soldi fanno altri soldi, come diceva sempre il babbo buonanima, che come il babbo di Salvatore faceva il finanziatore privato e discreto in soccorso delle persone in difficolta' e mi ha insegnato il mestiere e non solo.
Io sono vedovo e senza figli, e alla mia eta' non si ha piu' voglia di sposarsi, si preferisce dare una botta e via, che adesso ci sono certe sventole che per cento euro ti portano in un colpo solo all'inferno e in paradiso, andata e ritorno, e sono pure pulite e educate, una volta non era cosi', c'erano certe cafone che ti levavano la voglia prima di fartela venire. Queste invece, certo non parlano una parola d'italiano, ma mica e' detto che sia un male, no? Adesso non vorrei dire un'esagerazione, ma a me la schiavitu' mi sembra che sia stata sempre un po' troppo calunniata: e che Cicerone non ci aveva gli schiavi? E dico Cicerone, mica Arlecchino.
Pero', cioe' percio', insomma, vedere mia sorella sposata ero contento.
Che poi neppure Matilde era piu' una ragazzina, cosi' quando glielo dissi disse che pure per lei andava bene. E la cosa si fece. Fu un bel matrimonio, con un mucchio d'invitati, il caraocche e il banchetto e tutto, pure i fuochi d'artificio, senza badare a spese.
Qualche sera dopo ero li' al bar che giocavo a quartiglio. Io ci sto tutte le sere al bar a giocare a quartiglio. La televisione mi annoia, il calcio non lo seguo, cosi' la sera sto al bar e gioco a quartiglio, e qualche volta a quintiglio quando ci sono cinque giocatori bravi, ma bravi, che capita di rado, e a quintiglio o ci sono i giocatori forti o e' meglio non giocarci che ti ci fai il sangue amaro, il sangue amaro ti ci fai.
Insomma ero li' e a un certo punto Pippetto, che pure lui al bar c'e' sempre, e mica solo la sera come me, sempre sempre c'e', e insomma Pippetto fa: e mo' cinquina. Dico la verita', quasi mi prendeva un colpo. Guardo Pippetto, lui allargo' le braccia. Allargo' le braccia, lo sapete come, e non disse una parola, e nemmeno io. Poi continuammo a giocare, non c'e' altro da fare al paese la sera, da qualche anno hanno pure chiuso il cinema, che non ci andava mai nessuno.
La mattina dopo a bottega Matilde non si fece vedere, che invece di solito era puntuale come un orologio svizzero.
All'ora di pranzo decisi di fare un salto a casa sua, che poi sarebbe casa di Salvatore, perche' dopo sposata si era trasferita li'. E' un po' fuori mano e per arrivarci mi feci una bella sudata da strizzarci la camicia. Suono il campanello e niente. Busso educatamente e niente. Chiamo e niente. Chiamo piu' forte e niente. Neppure quando presi a calci il portone niente. Niente e niente. Cosi' cominciai a preoccuparmi, che a dire il vero ero gia' preoccupato altrimenti quella sudata me l'ero risparmiata, no? ma adesso ero preoccupato di piu'.
Il pomeriggio dovevo stare a bottega, c'ero io solo. Ma la sera chiusi svelto come la polvere e subito a casa loro. Tutto buio, bussa e bussa e non apre nessuno. Questa e' la volta che mi tocca andare dai carabineri, penso. Pero' non e' che mi sconfinferasse granche', cosi' decisi di fare prima un salto al bar e chiedere se qualcuno sapeva qualcosa di dove era finito Salvatore che era tutto il giorno che lo cercavo per un certo affare e non lo trovavo (mi pareva meglio non dire niente della scomparsa di mia sorella). Nessuno sapeva niente, anzi: nessuno lo aveva visto quel giorno. Che pero' non era strano perche' Salvatore lavora in citta', che pero' che lavoro fa non lo sa nessuno, ma comunque e' sempre elegante e quindi deve essere un lavoro che non si fatica, non ci si sporca il vestito e si deve guadagnare pure bene.
Decisi di aspettare ad andare dai carabinieri, che non e' che mi stiano proprio simpatici, anzi. E poi la notte porta consiglio. Cosi' rincasai e mi misi a letto. Pero' ero agitato e non riuscivo a dormire, cosi' verso le quattro mi alzai, mi vestii e scesi al bar, che da casa mia saranno cinquanta metri si' e no e tanto e' sempre aperto e alle quattro ci sono quelli che ancora devono andare a dormire e quelli che si sono appena alzati per andare a lavorare in fabbrica o in campagna, e pure chi torna da quegli altri tipi di lavoro che si fanno di notte. Presi un caffe' e notai che Pippetto non c'era. Poi mi venne in mente di provare a passare un'altra volta da casa di Salvatore a vedere se erano tornati. Era una bella passeggiata ed era buio pesto ma ormai c'ero e allora via. E faceva pure freddo e non c'era un cane per strada, e pensa un po' dal profondo della notte mi vengono incontro proprio Salvatore e Pippetto, e Pippetto tutto allegro dice: tombola.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 344 del primo novembre 2019
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