[Nonviolenza] Archivi. 306



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 306 del 23 settembre 2019

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di gennaio 2019 (parte ottava e conclusiva)
2. Opporsi al razzismo, salvare le vite
3. Un incontro in memoria di Carlo Cassola, nell'anniversario della scomparsa
4. Per il compleanno del professor Osvaldo Ercoli
5. Disse Tizio a Norimberga
6. Nell'anniversario della morte di Gandhi ancora un appello alla nonviolenza
7. "Contro la barbarie nazista, la civilta' che salva le vite". Un incontro di riflessione a Viterbo
8. "Fa parte del programma di governo"
9. Ancora un appello all'insurrezione nonviolenta per la legalita' che salva le vite
10. Commemorato a Viterbo Mariano Buratti, nell'imminenza del LXXV anniversario dell'uccisione del martire antifascista
11. Per dirla in breve
12. Il governo della disumanita' e dell'impunita'
13. Un incontro di memoria e di riflessione con il professor Ercoli

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI GENNAIO 2019 (PARTE OTTAVA E CONCLUSIVA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di gennaio 2019.

2. OPPORSI AL RAZZISMO, SALVARE LE VITE

Opporsi al razzismo, salvare le vite.
Restare umani.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per salvare tutte le vite.
Insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della Costituzione della Repubblica italiana.
Insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro il razzismo e il nazismo che torna.

3. UN INCONTRO IN MEMORIA DI CARLO CASSOLA, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Ricorrendo l'anniversario della scomparsa di Carlo Cassola, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo martedi' 29 gennaio 2019, come ogni anno, ne ha ricordato con un incontro commemorativo di studio e di riflessione la figura di resistente antifascista, di grande scrittore, di persona strenuamente impegnata per il disarmo e in difesa dell'umanita' intera.
*
Nel ricordo e alla scuola di Carlo Cassola i partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo; hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'; hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni, il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Nel ricordo e alla scuola di Carlo Cassola proseguiamo nell'impegno nonviolento contro tutte le violenze e le uccisioni, proseguiamo nell'impegno nonviolento per il disarmo, la pace e la giustizia, per la difesa del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Nel ricordo e alla scuola di Carlo Cassola la nonviolenza e' in cammino.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Una breve notizia su Carlo Cassola
Commemorando nel 2014 sia lui che Gandhi (di cui l'anniversario della scomparsa ricorre il 30 gennaio) dicevamo: "Tutti sanno che Gandhi e' stato il principale promotore della nonviolenza nel XX secolo; forse non tutti ricordano che Cassola, oltre ad essere stato impegnato nella Resistenza contro il nazifascismo, particolarmente nell'ultima fase della sua vita si impegno' tenacemente per il disarmo. Ricordarli insieme significa evidenziare ancora una volta il fondamentale legame tra Resistenza e nonviolenza; tra lotta contro il totalitarismo e lotta per la pace; tra impegno per la pace e necessita' del disarmo; tra la lotta per la democrazia, la giustizia sociale, i diritti umani e la scelta della nonviolenza". E gia' dicevamo di lui commemorandolo nel 2013: "Carlo Cassola e' stato non solo il romanziere che cosi' acutamente ha indagato ed espresso i piu' profondi e delicati sentimenti umani e descritto con finissima sensibilita' esistenze dolorose e carsiche, ed illuminato con la sua arte e la sua moralita' esperienze interiori e collettive, condizioni sociali e vicende storiche, luoghi fisici e metafisici altrimenti destinati ad essere logorati ed infine annientati dall'offuscamento che tutto travolge; ma e' stato anche un nitido antifascista che nell'ora della prova seppe fare la scelta della Resistenza, un intellettuale impegnato altresi' nella ricerca sociale e nella lotta degli oppressi, e uno straordinario fautore del disarmo, ovvero della lotta piu' decisiva, piu' necessaria, piu' urgente: e proprio alla lotta per il disarmo dedico' tanta parte delle sue energie negli ultimi anni di vita, facendo di questo impegno il suo piu' memorabile lascito all'umanita'". Ed ancor prima, commemorandolo nel 2012: "Il 29 gennaio 1987 moriva Carlo Cassola. Era nato nel 1917. Aveva partecipato alla Resistenza. Scrisse romanzi e racconti che hanno dato a tante persone un sorso di appassionata felicita', di amore per la vita, anche quando narrava, lievemente e sobriamente, con un pudore che ancora mi commuove, storie meste, opache, sovente di vite scialbe e spente, di sconfitte e disillusioni. Dedico' gli ultimi anni della sua vita alla lotta che gli parve allora (e che ci sembra ancora oggi, ancor piu' oggi) necessaria, fondamentale, imprescindibile: la lotta contro la guerra, contro gli eserciti, contro le armi. La lotta per il disarmo. La lotta perche' l'umanita' non sia annientata dalle armi di distruzione di massa e dalla criminale follia di coloro che nulla hanno appreso dall'orrore di Auschwitz, dall'orrore di Hiroshima. Crediamo che anche di questo suo strenuo, magnanimo, profetico impegno civile tutti dovremmo essergli grati. Serbarne memoria ed assumerlo come un'eredita' impegnativa ed ineludibile. L'impegno contro la guerra, l'impegno contro le uccisioni, l'impegno per il disarmo e' il primo dovere di ogni persona decente. La guerra e' nemica dell'umanita'. Solo la pace salva le vite". Riproponiamo ancora infine la seguente scheda di diversi anni fa: "Carlo Cassola e' nato a Roma nel 1917 dove visse fino al '40. Dal '50 visse a Grosseto. E' scomparso nel 1987. Laureato in legge, prese parte alla Resistenza, fu poi giornalista, insegnante di liceo e scrittore. Narratore fecondo, tra i piu' visibili e letti della letteratura italiana del Novecento. Dalla meta' degli anni Settanta si impegna in una intensa campagna per il disarmo unilaterale. Dall'utilissimo sito di "Nonluoghi" riprendiamo il seguente ricordo di Cassola risalente ad alcuni anni fa: "Quindici anni fa moriva Carlo Cassola (Roma, 17 marzo 1917 - Lucca, 29 gennaio 1987). Scrittore di primo piano, ricordato tra l'altro per il romanzo La ragazza di Bube, premio Strega 1960 (e film girato da Comencini), Cassola fu anche un intellettuale di forte impegno sociale, antimilitarista ed ecologista. Gia' partigiano contro nazisti e fascisti, dedico' in particolare l'ultima stagione della sua vita alle iniziative contro il militarismo e per la pace. Numerosi i suoi scritti contro gli eserciti e gli armamenti, di grande rilevanza per il mondo del pacifismo italiano il suo contributo sfociato nella nascita, nel 1977, della Lega per il disarmo dell'Italia che due anni piu' tardi sarebbe diventata - con la prima manifestazione contro gli euromissili e l'unione con la Lega socialista per il disarmo unilaterale dell'Italia - la Lega per il disarmo unilaterale. Quest'ultima sara' uno dei principali movimenti promotori della campagna di obiezione fiscale alle spese militari... Carlo Cassola riteneva che il rischio totale per l'umanita' fosse direttamente connesso alla sua organizzazione militarista e per questo metteva in cima alla scala delle priorita' la battaglia per la demilitarizzazione sociale. "Noi disarmisti - scriveva -  siamo accusati di essere sognatori fuori della realta'. Invece siamo i soli realisti. Gli altri, i sedicenti realisti, sono solo struzzi che hanno nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere le conseguenze scellerate della loro politica: l'imminente fine del mondo e l'attuale miseria del mondo". La sua non era una utopica proposta diretta di societa' nuova, era piuttosto il grido disperato dell'uomo che vede la comunita' sull'orlo del baratro. Era un grido per invertire la rotta, evitare il disastro e da li' creare le condizioni per ragionare sull'utopia ecopacifista. Insomma, uno strappo, il disarmo unilaterale, per creare le condizioni del cammino. Scrive Cassola nel suo saggio La rivoluzione disarmista (Rizzoli): "L'utopia puo' diventare realta' solo mediante la rivoluzione. Un'evoluzione graduale e pacifica e' impensabile: come puo' il male evolvere verso il bene?". E ancora: "Sono queste vecchie, stupide e malvagie istituzioni che ci portano alla rovina. Dobbiamo distruggerle prima che sia troppo tardi. Non bisogna distruggerle gradualmente (non ne avremmo il tempo) ma tutte d'un colpo. Occorre un taglio netto col passato. Questo taglio netto e' appunto cio' che chiamiamo rivoluzione". In altre parole, la prima utopia e' la pace e da qui si potra' costruire il resto del percorso utopico. Vengono in mente - per contrasto - i discorsi moralisti che su vari temi (poverta', razzismo, pace, memoria) politici e pseudointellettuali ci propinano sorvolando sulla questione di fondo: mettere in discussione le istituzioni che nel loro grembo serbano l'embrione del mostro. Non basta, per esempio, denunciare l'Olocausto e ripetere "mai piu'"; bisogna piuttosto sforzarsi di vivisezionare il magma istituzionale (i meccanismi di delega politica; di manipolazione sociale; di deresponsabilizzazione a catena, individuale e di gruppo; di annullamento burocratico dei sentimenti umani eccetera) che ha reso possibile questo orrore e che puo' ancora partorire altre vergogne, altra sofferenza, altra oscurita'". Opere di Carlo Cassola: per quanto piu' specificamente qui ci interessa si vedano i racconti di ambientazione resistenziale, ma soprattutto gli opuscoli dedicati all'impegno per il disarmo unilaterale: Ultima frontiera, Rizzoli, Milano 1976; Il gigante cieco, Rizzoli, Milano 1976; La lezione della storia, Rizzoli, Milano 1978 (poi ristampati con in copertina solo il titolo del primo saggio, con una introduzione di Ernesto Balducci, a un anno dalla morte di Cassola, sempre presso Rizzoli, Milano 1988); La rivoluzione disarmista, Rizzoli, Milano 1983. Cfr. anche il libro-intervista a cura di Domenico Tarizzo, Carlo Cassola: letteratura e disarmo, Mondadori, Milano 1978. Opere su Carlo Cassola: un utile libro specifico: Carlo Alberto Madrignani, L'ultimo Cassola. Letteratura e pacifismo, Editori Riuniti, Roma 1991; tra le monografie generali: Giuliano Manacorda, Invito alla lettura di Cassola, Mursia, Milano 1973, 1991; Rodolfo Macchino Jodi, Cassola, La Nuova Italia, Firenze 1977; sull'opera letteraria di Cassola fondamentali anche Gian Carlo Ferretti, Letteratura e ideologia, Editori Riuniti, Roma 1964, 1976; Alberto Asor Rosa, Scrittori e popolo, Samona' e Savelli, Roma 1965, Einaudi, Torino 1988".

4. PER IL COMPLEANNO DEL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI

"Nell'arduo impegno a contrastare il male
sempre trovammo un uomo valoroso
di ogni sofferente pio sodale
e difensore forte e generoso.

Sapeva che la vita e' sempre frale
e soccorreva ogni bisognoso
amando il giusto, il vero, cio' che vale,
di ogni menzogna e ogni vilta' sdegnoso.

Ed oggi in questo giorno e in questa ora
commossi e grati qui noi gli auguriamo
che possa vivere mille anni ancora

uomo di cuore buono e animo saldo
dell'albero del bene forte ramo
maestro di virtu', amico Osvaldo"

(Benito D'Ippolito, Elogio di un maestro e di un amico)

Ricorrendo il 30 gennaio il compleanno del professor Osvaldo Ercoli, il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo rinnova i piu' fervidi auguri e il ringraziamento piu' sentito al maestro, all'amico, al compagno di lotte nonviolente per la pace e la giustizia, la legalita' e i diritti umani, la difesa del mondo vivente e della solidale convivenza.
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E fedeli al suo insegnamento ripetiamo ancora una volta che e' necessario che ogni persona di volonta' buona insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per salvare le vite umane in pericolo; insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per contrastare il razzismo e il nazismo che torna; insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per difendere la legalita' che salva le vite; insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per far cessare i mostruosi crimini razzisti commessi dal governo della disumanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Come gia' abbiamo avuto modo di dire in precedenti occasioni, "con il professor Ercoli abbiamo condiviso cruciali esperienze e ineludibili riflessioni, della sua saggezza e della sua generosita' abbiamo avuto innumerevoli prove e ricevuto benefici grandi. In questo lungo arco di tempo e di cammino comune sempre si e' opposto ad ogni menzogna, sempre si e' opposto ad ogni ingiustizia, sempre si e' opposto ad ogni violenza, sempre ha recato soccorso a chi di soccorso aveva bisogno.
Che viva ancora una lunga vita, che illumini ancora la via a tante persone con la sua parola buona, con il suo degno agire, educando con l'esempio alla ragione ed alla compassione, al pensiero logico e al morale e civile condursi, al sentire l'altrui sofferenza e voler recare soccorso e porre rimedio, all'operare per il bene comune".
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Una breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli e' stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, citta' in cui e' da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosita'. Gia' pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtu', sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui e' stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha piu' bisogno di aiuto, e' altresi' impegnato in prima persona ovunque vi sia necessita' di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera". Ed e' stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli e' sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiche' significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrieta', una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onesta' - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Citta' di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della citta' tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui e' stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarieta', generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignita' umana di tutti e di ognuno, la civilta' come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanita' intera, la citta' di Viterbo grata per il suo impegno di pace".

5. DISSE TIZIO A NORIMBERGA

"Ho solo mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, volete processarmi per questo?".
Disse Tizio a Norimberga.

6. NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GANDHI ANCORA UN APPELLO ALLA NONVIOLENZA

Ricorrendo il 30 gennaio l'anniversario della morte di Mohandas Gandhi, invitiamo ogni persona di volonta' buona a ricordarlo e ad accostarsi al suo pensiero e alla sua azione, a conoscere la sua testimonianza ed accogliere il suo messaggio, a scegliere di opporsi al male facendo il bene, a decidere di contrastare la violenza abbracciando la nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita' e il mondo vivente dalla catastrofe.
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All'ascolto di Gandhi, con la scelta della nonviolenza, opponiamoci a tutte le violenze.
All'ascolto di Gandhi, con la scelta della nonviolenza, lottiamo per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, per la liberazione dell'umanita' da tutte le oppressioni.
All'ascolto di Gandhi, con la scelta della nonviolenza, difendiamo il mondo vivente di cui l'umanita' stessa e' parte e che e' casa comune dell'umanita'.
All'ascolto di Gandhi, con la scelta della nonviolenza, sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
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E particolarmente qui e adesso, all'ascolto di Gandhi, con la scelta della nonviolenza, opponiamoci ai crimini razzisti commessi dal governo italiano; adoperiamoci per farli cessare; impegniamoci per salvare le vite degli esseri umani vittime delle persecuzioni razziste.
Ripetiamolo ancora una volta, cio' che tutti vediamo.
L'orrore del rapporto di dominazione colonialista e schiavista, di rapina e di devastazione, tra nord e sud del mondo; tra classi dominanti sfruttatrici e classi oppresse e sfruttate; tra ceti del privilegio e popolazioni di tutto derubate; tra gruppi sociali iperconsumisti e desertificazione del mondo; tra un folle e criminale sistema fondato sulla massimizzazione del profitto e la concreta e sempre piu' accelerata distruzione della biosfera, e con essa dell'umanita'.
L'abominevole strategia di negazione dell'umanita' delle vittime, che consente e promuove il massacro delle vittime.
Il mostruoso totalitarismo razzista, colonialista, imperialista.
Ripetiamolo ancora una volta, cio' che tutti vediamo, cio' che tutti sappiamo.
Che il governo italiano commette crimini razzisti, crimini contro l'umanita'; che il governo razzista e golpista commette il delitto di istigazione all'odio razzista; commette il delitto di omissione di soccorso di naufraghi in pericolo di morte; commette il delitto di effettuale complicita' con le mafie schiaviste dei trafficanti e con gli aguzzini dei lager libici; commette il delitto di persecuzione razzista, di sistematica violazione dei diritti umani, di sistematica violazione del diritto internazionale, di sistematica violazione della Costituzione della Repubblica italiana.
E ripetiamolo ancora una volta quali siano i nostri doveri qui e adesso.
Dobbiamo salvare le vite, sia con la solidarieta' concreta verso chiunque abbia bisogno di aiuto, sia contrastando ogni potere oppressivo e violento.
Dobbiamo contrastare ogni violenza, e innanzitutto le violenze razziste commesse e promosse dal governo italiano; contrastare la violenza con la scelta della nonviolenza.
Dobbiamo agire sul versante della politica per contrastare il fascismo, agire sul versante della cultura per contrastare la barbarie, agire sul versante del diritto per contrastare ogni crimine ed ogni violenza.
Dobbiamo agire per ottenere il rispetto della Costituzione italiana che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, che riconosce il diritto d'asilo a chiunque ne abbia bisogno.
Dobbiamo agire per ottenere che ad ogni essere umano sia riconosciuto il diritto a muoversi in modo legale e sicuro in quest'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, affinche' possa recarsi e vivere dove possa vivere una vita degna.
Dobbiamo agire per ottenere il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutte le persone che in Italia vivono, ed innanzitutto il diritto di voto: il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto".
Dobbiamo agire per ottenere l'immediata revoca di tutte le misure razziste, criminali e criminogene, imposte dal governo della disumanita'.
Dobbiamo agire per ottenere le immediate dimissioni del governo razzista e golpista, del governo della disumanita'.
Dobbiamo agire per ottenere che i ministri responsabili di gravissimi crimini razzisti siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente dalla catastrofe.
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Una breve notizia su Mohandas K. Gandhi
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recente libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999. Tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006.

7. "CONTRO LA BARBARIE NAZISTA, LA CIVILTA' CHE SALVA LE VITE". UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO

Si e' svolto la sera di martedi' 29 gennaio 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione sul tema: "Contro la barbarie nazista, la civilta' che salva le vite".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
Nel corso dell'incontro si e' riflettuto su cosa siano civilta' e humanitas, sulla responsabilita' per la vita e la dignita' altrui e di tutti, sui doveri che inverano i diritti umani di tutti gli esseri umani, sul Giorno della memoria delle vittime della Shoah, sul dovere di contrastare qui e adesso la violenza razzista.
*
I partecipanti all'incontro hanno ancora una volta denunciato la criminale disumanita' del governo italiano che nega soccorso e accoglienza ai naufraghi in pericolo di morte nel Mediterraneo.
I partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso pieno sostegno ai sindaci ed ai presidenti delle Regioni che hanno denunciato l'incostituzionalita' delle scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
I partecipanti all'incontro hanno riaffermato il dovere di opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni; il dovere di impegnarsi in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno anche inviato un commosso saluto al professor Osvaldo Ercoli, amico, maestro e compagno di lotte nonviolente per il bene comune, di cui il 30 gennaio ricorre l'ottantanovesimo compleanno.
(...)

8. "FA PARTE DEL PROGRAMMA DI GOVERNO"

Dunque il sequestro di persona
fa parte del programma di governo.

Dunque l'omissione di soccorso
fa parte del programma di governo.

Dunque il lasciar morire i naufraghi
fa parte del programma di governo.

Dunque la violenza sui bambini
fa parte del programma di governo.

Dunque la persecuzione razzista
fa parte del programma di governo.

Dunque l'istigazione all'odio razzista
fa parte del programma di governo.

Dunque l'incitamento al pogrom
fa parte del programma di governo.

Dunque perseguitare e schiavizzare innocenti
fa parte del programma di governo.

Dunque favoreggiare i lager libici
fa parte del programma di governo.

Dunque la segregazione e la deportazione
fa parte del programma di governo.

Dunque commettere delitti
fa parte del programma di governo.

Dunque violare la Costituzione
fa parte del programma di governo.

Siamo a Berlino nei ruggenti anni Trenta?
Siamo a Nusmundia in questi nostri giorni?

9. ANCORA UN APPELLO ALL'INSURREZIONE NONVIOLENTA PER LA LEGALITA' CHE SALVA LE VITE

Non lasciare che l'innocente sia perseguitato
non lasciare che prevalgano i carnefici
non lasciare che il nazismo trionfi

Non permettere che esseri umani siano uccisi
non permettere che la disumanita' governi
non permettere che la violenza schiacci l'umanita'

Difendili tu gli esseri umani in pericolo
difendila tu la legalita' che salva le vite
difendila tu l'umanita' calpestata

Opponiti tu al razzismo assassino
opponiti tu al regime dell'apartheid
opponiti tu alla barbarie onnicida

Ogni vittima ha il volto di Abele
ogni essere umano ha diritto alla vita
salvare le vite e' il primo dovere

10. COMMEMORATO A VITERBO MARIANO BURATTI, NELL'IMMINENZA DEL LXXV ANNIVERSARIO DELL'UCCISIONE DEL MARTIRE ANTIFASCISTA

Nel pomeriggio di mercoledi' 30 gennaio, nell'imminenza del LXXV anniversario della morte di Mariano Buratti (Bassano Romano, 15 gennaio 1902 - Roma, 31 gennaio 1944), eroe della Resistenza assassinato dai nazifascisti, una delegazione del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" lo ha commemorato dinanzi alla lapide che lo ricorda all'ingresso del liceo classico di Viterbo intitolato appunto al docente, poeta, partigiano e martire, il cui ricordo resta vivo e luminoso nei cuori di chi non lo ha dimenticato.
La delegazione della struttura nonviolenta viterbese ha sostato commossa in ricordo, e - dopo una prolungata meditazione silenziosa - alcune parole ad illustrare una volta ancora la personalita' e l'azione del partigiano ucciso dai nemici dell'umanita', ed il suo lascito morale e civile all'umanita' intera, sono state dette da Peppe Sini, il responsabile del Centro di ricerca, che del liceo intitolato al martire fu allievo e che memorie di lui ricevette direttamente da alcuni di coloro che erano stati suoi allievi al liceo, suoi sostenitori e compagni nella lotta antifascista, prosecutori della sua azione nell'ambito dell'impegno civile e pedagogico: e per tutti il ricordo di Mariano Buratti fu un esempio cui ispirarsi, e questa fedelta' al suo nome e al suo ricordo ha ispirato altresi' anche nei decenni successivi gli allievi migliori del liceo di Viterbo che reca il suo nome.
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Nel ricordo di Mariano Buratti, nel ricordo di tutte le vittime del nazifascismo, prosegua l'impegno dell'umanita' contro la guerra, il terrorismo e tutte le uccisioni, contro il razzismo, le dittature e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo, il patriarcato e tutte le oppressioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; per la pace che salva le vite, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e soccorre.
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Ed oggi qui porsi all'ascolto e alla scuola della testimonianza di Mariano Buratti significa innanzitutto opporsi alla violenza razzista e golpista del governo della disumanita'.
Qui e adesso, nell'Italia del 2019, porsi all'ascolto e alla scuola della testimonianza di Mariano Buratti significa insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, contro il razzismo e il nazismo che torna.
Qui e adesso, nell'Italia del 2019, porsi all'ascolto e alla scuola della testimonianza di Mariano Buratti significa insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della Costituzione della Repubblica italiana, in difesa della democrazia, in difesa dello stato di diritto, in difesa della civilta', in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa dell'umanita'.
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E ripetiamolo quindi ancora una volta, cio' che ogni giorno ripetiamo; cio' che tutti vediamo, cio' che tutti sappiamo.
Ovvero che il governo italiano commette crimini razzisti, crimini contro l'umanita'; che il governo razzista e golpista commette il delitto di istigazione all'odio razzista; commette il delitto di omissione di soccorso di naufraghi in pericolo di morte; commette il delitto di effettuale complicita' con le mafie schiaviste dei trafficanti e con gli aguzzini dei lager libici; commette il delitto di persecuzione razzista, di sistematica violazione dei diritti umani, di sistematica violazione del diritto internazionale, di sistematica violazione della Costituzione della Repubblica italiana.
E ripetiamo ancora una volta quali siano i nostri piu' urgenti doveri qui e adesso.
Dobbiamo salvare le vite, sia con la solidarieta' concreta verso chiunque abbia bisogno di aiuto, sia contrastando ogni potere oppressivo e violento.
Dobbiamo contrastare ogni violenza, e innanzitutto le violenze razziste commesse e promosse dal governo italiano; contrastare la violenza con la scelta della nonviolenza.
Dobbiamo agire sul versante della politica per contrastare il fascismo, agire sul versante della cultura per contrastare la barbarie, agire sul versante del diritto per contrastare ogni crimine ed ogni violenza.
Dobbiamo agire per ottenere il rispetto della Costituzione italiana che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, che riconosce il diritto d'asilo a chiunque ne abbia bisogno.
Dobbiamo agire per ottenere che ad ogni essere umano sia riconosciuto il diritto a muoversi in modo legale e sicuro in quest'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, affinche' possa recarsi e vivere dove possa vivere una vita degna.
Dobbiamo agire per ottenere il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutte le persone che in Italia vivono, ed innanzitutto il diritto di voto: il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto".
Dobbiamo agire per ottenere l'immediata revoca di tutte le misure razziste, criminali e criminogene, imposte dal governo della disumanita'.
Dobbiamo agire per ottenere le immediate dimissioni del governo razzista e golpista, del governo della disumanita'.
Dobbiamo agire per ottenere che i ministri responsabili di gravissimi crimini razzisti siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
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All'ascolto e alla scuola della testimonianza di Mariano Buratti impegniamoci per salvare tutte le vite, impegniamoci per contrastare il nazismo che torna, impegniamoci per difendere la legalita', la democrazia, la civilta', l'umanita' che e' una.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Una breve notizia su Mariano Buratti
Mariano Buratti nacque a Bassano di Sutri (ora Bassano Romano) il 15 gennaio 1902 e mori' fucilato dai nazisti a Forte Bravetta a Roma il 31 gennaio 1944. Insegnante e poeta, dopo l'8 settembre 1943 organizzo' una delle prime bande partigiane. Catturato dai nazifascisti nel dicembre 1943 a Roma, fu detenuto in via Tasso dove per settimane fu ripetutamente torturato (sopportando le torture "con la fierezza dei forti e col silenzio dei martiri"), per essere infine fucilato a Forte Bravetta insieme ad altri antifascisti. Medaglia d'oro della Resistenza, il liceo di Viterbo in cui aveva insegnato e' intitolato al suo nome.
Una commovente raccolta di sue poesie e' "Focolare spento", il florilegio di liriche in cui Buratti aveva composto in nobili forme le dolorose tracce della sua vicenda familiare funestata dai lutti, un libro che attende di essere ristampato. Nella sua opera poetica come nella pratica educativa, come nelle altre sue esperienze intellettuali e vicende esistenziali, vibra l'afflato e l'impegno di solidarieta', la cognizione del dolore e la pietas, i sentimenti e le ragioni che hanno avuto sbocco, e sono per cosi' dire pienamente sbocciati - maturati e fioriti -, nella scelta resistenziale, nella lotta contro l'orrore nazifascista.
Come e' stato detto in una commemorazione anni addietro, "ricordare Mariano Buratti significa proseguire la lotta di Mariano Buratti contro la barbarie, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano. Una memoria che non accolga questo legato, che non assuma questo impegno, non sarebbe che una tragica menzogna, un vile tradimento. La memoria di Mariano Buratti ci convoca all'impegno morale e civile oggi, ci convoca alla responsabilita' dinanzi alle iniquita' presenti, ci convoca a proseguire la lotta contro il razzismo e contro il totalitarismo, contro i poteri criminali e la violenza persecutrice e assassina".
Dal sito dell'Anpi (www.anpi.it) riprendiamo la seguente nota biografica: "Nato a Bassano di Sutri (Viterbo) il 15 gennaio 1902, fucilato al Forte Bravetta (Roma) il 31 dicembre 1943, insegnante, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Aveva compiuto il servizio di leva e l'aveva concluso come ufficiale di complemento nel 26mo Reggimento Fanteria "Bergamo". Nel 1924 era poi entrato nella Guardia di Finanza come "sottobrigadiere" e in questo Corpo era rientrato ed uscito a piu' riprese, con i "richiami" che avevano intervallato il suo impegno, prima di insegnante elementare e poi di storia e filosofia, al Liceo "Umberto I" di Viterbo, che oggi porta il suo nome. Due tragedie familiari (la morte della figlioletta Magda e, poco dopo, quella della moglie Cristina e della bambina che aveva in grembo), l'avevano sconvolto ed avevano indotto Mariano Buratti, nel 1936, ad arruolarsi nella MVSN per partecipare alla guerra d'Africa. Ne era tornato nel 1937, aveva ripreso gli studi e l'insegnamento, per tornare di nuovo in divisa nella Guardia di finanza nel 1941 e poi nel 1942 e ancora nel 1943, quando gia' s'era formato una nuova famiglia ed era diventato seguace di Guido De Ruggiero. Grazie a questa frequentazione, dopo la caduta del fascismo Buratti era entrato nel Partito d'Azione. Quando sopravvenne l'armistizio si diede alla clandestinita', organizzando sui monti del Cimino una banda partigiana (che portava il suo nome), formata prevalentemente da ex militari che erano stati suoi allievi a scuola. Il 13 dicembre 1943 l'insegnante azionista cadde nelle mani dei nazifascisti, sul piazzale di ponte Milvio a Roma. Condotto in via Tasso (sede dell'SD, la brutale polizia politica comandata dal maggiore Herbert Kappler) e poi a Regina Coeli, fu fucilato due settimane dopo, con altri otto patrioti, al Forte Bravetta. La motivazione della Medaglia alla sua memoria recita: "Nobilissima tempra di patriota, valente ed appassionato educatore di spiriti e di intelletti. Raccoglieva intorno a se', tra i monti del Viterbese, un primo nucleo di combattenti dal quale dovevano sorgere poi valorose formazioni partigiane. Primo fra i primi nelle imprese piu' rischiose, animando con l'esempio e la parola i suoi compagni di lotta, infliggeva perdite al nemico e riusciva ad abbattere un aereo avversario. Arrestato in seguito a vile delazione, dopo aver sopportato, con la fierezza dei forti e col silenzio dei martiri, indicibili torture, veniva barbaramente trucidato dai suoi aguzzini. Esempio purissimo di sublime amor di Patria". Nel suo paese natale, che oggi si chiama Bassano Romano, a Mariano Buratti hanno intitolato una via; in Piazza dei Caduti, a Viterbo, lo ricorda una lapide. Un ritratto di Buratti e' stato collocato, nel sessantesimo della sua esecuzione, nel Museo storico della Guardia di Finanza".

11. PER DIRLA IN BREVE

Al razzismo e al nazismo che torna, opponiti tu.
Opponiti tu, qui, adesso.
Salvare le vite e' il primo dovere.

12. IL GOVERNO DELLA DISUMANITA' E DELL'IMPUNITA'

Ieri, dall'opposizione: Onesta', onesta'.
Oggi, dal governo: Impunita', impunita'.

13. UN INCONTRO DI MEMORIA E DI RIFLESSIONE CON IL PROFESSOR ERCOLI

Nel giorno dell'ottantanovesimo compleanno del professor Osvaldo Ercoli, mercoledi' 30 gennaio 2019 si sono incontrati con lui in casa sua parenti ed amici per testimoniargli vivo affetto e profonda gratitudine e rendere omaggio a una delle figure piu' illustri della Viterbo dell'impegno intellettuale, educativo, morale e civile.
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La memoria delle esperienze fatte
Il professore, sua moglie la professoressa Maria Virgili, i parenti e gli amici - tra cui il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo che con Osvaldo Ercoli ha condiviso per molti anni l'impegno politico ed amministrativo in una quotidiana consuetudine nutrita di piena consonanza di vedute e concreta collaborazione nell'agire per i diritti di tutti contro ogni violenza - hanno rievocato con intensa commozione figure e vicende di anni anche lontani, e riflettuto sui doveri attuali di ogni persona di volonta' buona sollecita del bene comune dell'umanita'.
Oltre alle memorie familiari e delle tradizioni locali (anche della cultura materiale, dalle coltivazioni alla preparazione del cibo caratteristiche del territorio), si e' tornati a ragionare delle lotte condotte in difesa dell'ambiente (dall'opposizione alla costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro, alla difesa di Monte Fogliano e del Bulicame da progetti speculativi folli, scellerati ed onnidistruttivi), delle iniziative di opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni (con un'esperienza fra tante che resta esemplare: l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" che per alcune ore blocco' i decolli dei bombardieri dalla base Usaf di Aviano durante la guerra dei Balcani nel 1999), la lotta contro il regime della corruzione e la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio (lotta la cui importanza ed attualita' e' confermata dalle recenti inchieste giudiziarie), le esperienze di solidarieta' e di condivisione (condotte insieme a tanti altri generosi amici e compagni di lotte, come l'indimenticabile Alfio Pannega), fino all'impegno a sostegno del diritto allo studio, alla vicinanza con le persone in condizioni di emarginazione, di disagio, di sofferenza.
Nella memoria del bene, e nella scelta teorica e pratica della nonviolenza, trovando un antidoto alla crescente barbarie, e strumenti interpretativi della realta' presente, e un appello all'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, un appello a contrastare ancora il male qui e adesso facendo il bene.
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La riflessione sui compiti attuali
E nella riflessione sul presente un'importanza particolare ha avuto la consapevolezza del dovere di opporsi alla violenza razzista dell'attuale governo italiano.
La consapevolezza che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; che il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto e' salvare le vite.
La consapevolezza che occorre opporsi a un governo che commette crimini razzisti, crimini contro l'umanita'; un governo che commette il delitto di istigazione all'odio razzista; un governo che commette il delitto di omissione di soccorso di naufraghi in pericolo di morte; un governo che commette il delitto di effettuale complicita' con le mafie schiaviste dei trafficanti e con gli aguzzini dei lager libici; un governo che commette il delitto di persecuzione razzista, di sistematica violazione dei diritti umani, di sistematica violazione del diritto internazionale, di sistematica violazione della Costituzione della Repubblica italiana; un governo che arriva addirittura a pretendere impunita' per i flagranti reati commessi.
Dinanzi a tutto cio' occorre riaffermare i fondamentali doveri propri di ogni persona senziente e pensante: il dovere di salvare le vite; il dovere di contrastare ogni violenza con la scelta della nonviolenza; il dovere di difendere la Costituzione italiana che riconosce e protegge i diritti umani di tutti gli esseri umani, che riconosce il diritto d'asilo a chiunque ne abbia bisogno; il dovere di far si' che ad ogni essere umano sia riconosciuto il diritto a muoversi in modo legale e sicuro in quest'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera, affinche' possa recarsi dove possa vivere una vita degna; il dovere di ottenere il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutte le persone che in Italia vivono, ed innanzitutto il diritto di voto: il fondamento della democrazia essendo il principio "una persona, un voto"; il dovere di impegnarsi per l'immediata revoca di tutte le misure razziste, criminali e criminogene, imposte dal governo della disumanita'; il dovere di impegnarsi per le immediate dimissioni del governo razzista e golpista; il dovere di impegnarsi affinche' i ministri responsabili di gravissimi crimini razzisti siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
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Un'occasione per riaffermare fondamentali valori
Il compleanno del professor Ercoli, e la conversazione svoltasi in questa felice circostanza, ha offerto l'opportunita' di riaffermare i valori cui Osvaldo Ercoli ha dedicato l'intera sua vita: la difesa della dignita' umana, della civilta', del mondo vivente; l'impegno ad educare alla verita', alla giustizia, al bene, alla compassione.
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Un augurio ed un ringraziamento
Nell'augurargli di vivere molti anni ancora, del suo magistero e della sua amicizia qui ancora una volta di tutto cuore lo ringraziamo.
(...)

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 306 del 23 settembre 2019
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