[Nonviolenza] Telegrammi. 3513



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3513 del 18 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. "Ricordando Ruth Benedict". Un incontro di studio a Viterbo
2. Per la ricostruzione della civile convivenza
3. Verso il ritorno alla civilta': i doveri piu' urgenti. Una lettera aperta a chi siede al Governo e in Parlamento
4. Una lettera aperta alla Ministra dell'Interno
5. I compiti dell'ora
6. Tre tragedie, tre interventi, tre principi
7. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
8. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
9. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
10. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
11. Omero Dellistorti: L'ombrellaio
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. "RICORDANDO RUTH BENEDICT". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Si e' svolto la sera di martedi' 17 settembre 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio sul tema: "Ricordando Ruth Benedict", nell'anniversario della scomparsa il 17 settembre 1948 dell'illustre antropologa autrice di capolavori come "Modelli di cultura" e "Il crisantemo e la spada".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso la necessita' e l'urgenza di un adeguato e corale impegno nonviolento dell'intero popolo italiano affinche', dopo la caduta del governo razzista e golpista che lungo un anno ha commesso scellerati crimini contro l'umanita', si torni ora alla legalita' costituzionale e al rispetto dei diritti umani, e si realizzino al piu' presto alcuni obiettivi irrinunciabili:
1. tornare alla legalita' che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista teste' caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
3. distinguere il bene dal male: che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto;
5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
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Una breve notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

2. REPETITA IUVANT. PER LA RICOSTRUZIONE DELLA CIVILE CONVIVENZA

E' il riconoscimento dell'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani la chiave di volta.
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Come si puo' tollerare che gli europei abbiano il tristo privilegio di recarsi ovunque nel mondo a rapinare e dissipare risorse, ed agli esseri umani di interi continenti sia negato il diritto di giungere in Europa in modo legale e sicuro?
Chi, se non i governi europei, i governi del continente gia' responsabile di secoli di colonialismo, genocidio e saccheggio, ha creato il mercato illegale del traffico di esseri umani gestito dalle mafie schiaviste?
E non e' chiaro a chiunque che c'e' un solo modo per sconfiggere ed annientare il mercato illegale del traffico di esseri umani su cui le mafie schiaviste lucrano profitti immensi, e questo solo modo e' riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi su quest'unico pianeta casa comune di tutti in modo legale e sicuro?
Accogliere gli esseri umani in fuga da guerre e fame, da dittature e schiavitu', e' certo impegnativo, ma questo impegno non e' un nostro dovere, un dovere comune?
Accogliere gli esseri umani in fuga da violenze inenarrabili non e' forse un adempimento del primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto, il dovere di salvare le vite?
E salvare le vite dei fuggiaschi non e' il primo passo per una piu' ampia azione per contrastare guerre e fame, schiavitu' e dittature?
Non e' ancora giunta l'ora di agire per abolire le guerre e la fame? Non e' ancora giunta l'ora di agire per abolire ovunque le dittature e la schiavitu'?
Noi crediamo che da tempo sia giunta l'ora di lottare per la liberazione comune dell'umanita', prima che un sistema di potere stragista e un modo di produzione e consumo onnidivoratore distrugga la biosfera e con essa la civilta' umana.
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E come si puo' tollerare che in Italia vi sia ancora un non dichiarato ma effettuale regime di apartheid che nega diritti fondamentali a milioni di esseri umani?
Il cosiddetto "reato di clandestinita'" non e' forse una flagrante violazione di un diritto umano fondamentale, il diritto ad esistere, che implica il diritto ad avere un luogo nel mondo in cui vivere?
La riduzione in schiavitu' di innumerevoli esseri umani da parte delle mafie tanto nelle citta' quanto nelle campagne non e' forse un crimine contro l'umanita'?
L'esistenza in Italia di campi di concentramento non e' un pezzo di fascismo che denega, infetta e aggredisce il nostro ordinamento giuridico costituzionale?
La negazione del diritto di voto a milioni di persone che qui vivono, non e' la negazione della democrazia stessa?
Non e' ancora giunta l'ora di inverare le promesse e il programma della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista?
Noi crediamo che da tempo sia giunta l'ora di lottare per la liberazione comune dell'umanita', prima che un sistema di potere stragista e un modo di produzione e consumo onnidivoratore distrugga la biosfera e con essa la civilta' umana.
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Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediata abrogazione di tutte le infami misure razziste imposte dal precedente governo.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediato riconoscimento del diritto di ogni essere umano a giungere in Italia e in Europa in modo legale e sicuro.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediata abrogazione del cosiddetto "reato di clandestinita'".
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per contrastare adeguatamente il cancro della schiavitu' in Italia.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediata abolizione dei campi di concentramento.
Se la parte antifascista e costituzionale del nuovo governo vuole restare fedele all'umanita', si batta per l'immediato riconoscimento di tutti i diritti sociali, civili e politici per tutte le persone che si trovano in Italia, ed innanzitutto per il diritto di voto: "una persona, un voto" e' il fondamento stesso della democrazia.
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Il pericolo razzista e fascista e' tutt'altro che sconfitto nel nostro paese.
La destra razzista e fascista oggi controlla e domina i mass-media e quello strumento principe del totalitarismo che sono i cosiddetti "social media".
La destra razzista e fascista costruisce il suo consenso con una propaganda che usa della diffusione della paura, della menzogna e della barbarie come risorse primarie.
La destra razzista e fascista e' ancora maggioritaria in parlamento, ed e' solo per la spaccatura tra i due principali partiti di essa espressione che da pochi giorni non e' piu' coesa al governo, e vi e' invece (e fortunatamente) un governo in cui due partiti antifascisti si trovano insieme ad un partito fascista.
Se la parte antifascista e costituzionale del governo riuscira' a promuovere il ritorno dell'Italia alla democrazia e alla legalita' costituzionale, cio' dipendera' anche e soprattutto dalla mobilitazione dal basso contro il razzismo e contro il fascismo, mobilitazione dal basso che deve continuare, deve intensificarsi ed estendersi.
Ma perche' questa mobilitazione dal basso per la democrazia possa crescere, essa deve anche approfondire la riflessione e l'autocoscienza e fare in piena consapevolezza la scelta necessaria: deve fare la scelta della nonviolenza.
Perche' solo la nonviolenza contrasta il fascismo in modo adeguato.
Perche' solo la nonviolenza eredita e prosegue la Resistenza antifascista nei suoi valori e nel suo progetto.
Perche' solo la nonviolenza invera il programma scritto nella Costituzione repubblicana.
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Analisi concreta della situazione concreta, dunque.
Ed impegno concreto e coerente, che difenda e promuova la democrazia e la dignita' umana ovunque e comunque sia possibile farlo; che valorizzi e sostenga ogni azione che difende la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'umanita' intera; che incessantemente si opponga ad ogni cedimento alla barbarie fascista.
Uscire dalla subalternita', dunque.
La nostra lotta scaturisce e si svolge nel confronto reale ovunque conflitto tra oppressione e liberazione si dia, ed insieme si sviluppa e si autocomprende in una prospettiva globale di azione costantemente orientata al bene comune dell'umanita'.
Oggi qui l'opposizione al razzismo ed allo schiavismo e' l'impegno cruciale.
Come il disarmo, come la salvaguardia dell'ambiente, come l'opposizione al sistema di potere ed al modo di produzione che riduce gli esseri umani a mere merci consumatrici di merci ed avvelena e divora e desertifica il mondo vivente, distruggendo con esso la stessa umanita' che ne e' abitatrice e parte.
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Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere il bene ed i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. REPETITA IUVANT. VERSO IL RITORNO ALLA CIVILTA': I DOVERI PIU' URGENTI. UNA LETTERA APERTA A CHI SIEDE AL GOVERNO E IN PARLAMENTO

Gentili signore e gentili signori,
se, come la decisione odierna relativa all'approdo a Lampedusa della nave "Ocean Viking" lascia supporre, il nuovo governo fara' cessare la scellerata barbarie dell'omissione di soccorso nei confronti dei naufraghi, finalmente l'Italia sembra avviarsi verso la fine della criminale barbarie razzista e fascista, della barbarie persecutrice e assassina cui e' stato dedito per un intero anno il precedente governo.
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Ma per cessare di essere scellerata corresponsabile della strage degli innocenti nel Mediterraneo, l'Italia deve fare un passo ancora, quello decisivo.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in Italia e in Europa con mezzi di trasporto legali e sicuri, cosi' annientando il mercato illegale gestito dalle mafie schiaviste dei trafficanti, cosi' salvando innumerevoli vite umane.
Questo occorre fare, subito.
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Ed insieme a  questo, un passo ancora deve fare l'Italia per tornare un paese civile, uno stato di diritto, un ordinamento democratico: abolire tutte le abominevoli misure razziste che inabissano il nostro paese al rango di infame regime di apartheid.
Abolire le misure razziste dei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza", ed abolire anche le misure razziste imposte e mantenute dai precedenti governi: la disumana criminalizzazione dei cosiddetti "clandestini" (nessun essere umano e' un clandestino in quest'unico mondo vivente patria comune dell'umanita'); i mostruosi campi di concentramento; il favoreggiamento della schiavitu' conseguente alla negazione da parte dei pubblici poteri di fondamentali diritti umani a milioni di esseri umani innocenti.
Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani che vivono in Italia tutti i diritti sociali, civili, politici, a cominciare dal diritto di voto: "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia.
Non e' una democrazia un paese in cui a milioni di abitanti il diritto di voto e' assurdamente, scelleratamente negato.
Non e' una democrazia un paese in cui esistono i campi di concentramento.
Non e' una democrazia un paese in cui esseri umani innocenti ed inermi vengono denegati, emarginati, perseguitati e abbandonati tra gli artigli dei poteri criminali.
Non e' una democrazia un paese in cui sussiste la schiavitu'.
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Ogni persona ragionevole sa che l'umanita' e' ormai unificata da un unico destino di vita o di morte. I disastri ambientali e la crisi climatica sono qui a ricordarcelo ogni giorno.
Ogni persona ragionevole sa che l'agire umano deve essere ormai adeguato alla scala planetaria ed intergenerazionale; il principio di precauzione che deve presiedere ad ogni decisione ormai non puo' piu' conoscere frontiere: ogni rilevante decisione pubblica impatta sull'umanita' intera e quindi deve essere sussunta al bene comune dell'umanita' intera.
Mai come adesso la regola aurea non solo della morale personale e sociale, ma della politica e del diritto, si conferma quella che recita: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te".
Mai come ora ogni azione politica deve avere come scopo primario il bene comune dell'umanita', nessuna persona esclusa, vivente o ventura che sia.
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Soccorrere, accogliere, assistere le persone in fuga dalle guerre e dalla fame, dai disastri ambientali e dalle dittature, non e' un di piu': e' il fondamento stesso della civile convivenza, e' l'incarnazione cogente del principio responsabilita'. Cosi' come abolire le guerre e le armi. Cosi' come cessare di avvelenare, devastare e distruggere la biosfera.
Siamo una sola umanita', in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, dalla cui difesa e reintegrazione dipende la nostra stessa esistenza.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 settembre 2019

4. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALLA MINISTRA DELL'INTERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
mi consenta innanzitutto di congratularmi per la sua nomina a tale incarico. Lei ha sicuramente le competenze giuridiche ed amministrative, e le risorse culturali e morali, per svolgere la sua funzione con la cura e lo scrupolo richiesti.
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Lei sa che il suo predecessore, invece, assuefatto ad una propaganda d'odio cui era gia' dedito da molti anni, ha ricoperto questa medesima carica dimentico di quella pietas che sempre dovrebbe illuminare chi sia investito di pubblici uffici in pro del bene comune; e che da quella delirante propaganda reso ebbro e cieco ha imposto al nostro paese decisioni empie, indegne di un paese civile, di uno stato di diritto, di un ordinamento democratico.
In particolare ha imposto, con la vile complicita' dell'intero governo di cui era magna pars, anzi: vero e proprio dominus, in guisa di ministro plenipotenziario, misure confliggenti non solo con la Costituzione della Repubblica italiana, non solo con il diritto internazionale, ma finanche con le leggi non scritte ma incise nel cuore di ogni essere umano.
Con insensata hybris ha imposto e commesso crimini abominevoli.
Come l'omissione di soccorso dei naufraghi in pericolo di morte.
Come la persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo per impedire loro di continuare a salvare vite innocenti.
Come la persecuzione delle persone piu' fragili, piu' esposte al pericolo di violenze inaudite e piu' bisognose della protezione della legge tra quante si trovano nel nostro paese.
Come una costante, crescente, mostruosa istigazione all'odio razzista.
Ora quel ministro non e' piu' tale, il governo da lui subornato non e' piu' in carica; dopo un anno di follia, di violenza, di eversione dall'alto, l'Italia puo' ora tornare alla democrazia, alla legalita' costituzionale, alla civilta'.
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Con specifico riferimento ad alcune misure contenute in due particolari atti legislativi, i due cosiddetti "decreti sicurezza", lo stesso Presidente della Repubblica con due sue lettere aveva segnalato l'abissale gravita' di esse.
Ebbene, quelle misure persecutorie, inammissibili e disumane, devono essere al piu' presto abrogate.
E quell'antipolitica razzista di proclamato odio e di praticata empieta' deve cessare.
Unisco quindi la mia voce a quella delle tante persone che sicuramente gia' l'avranno pregata di restaurare il diritto nel nostro paese, di ripristinare la vigenza della Costituzione, di fare la politica giusta e necessaria: la politica che salva le vite, che soccorre il bisognoso, che promuove il bene comune.
Faccia cessare l'omissione di soccorso dei naufraghi in pericolo di morte.
Faccia cessare la persecuzione dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo.
Faccia cessare la persecuzione dei piu' bisognosi della protezione della legge tra quanti si trovano nel nostro paese.
Faccia cessare l'istigazione all'odio razzista.
Ed innanzitutto apra i porti a chi e' in fuga da guerre e fame, torture e schiavitu'; si adoperi affinche' siano soccorsi, accolti ed assistiti tutti gli esseri umani in pericolo; restituisca umanita' alla politica italiana e restituisca il nostro paese all'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 settembre 2019

5. REPETITA IUVANT. I COMPITI DELL'ORA

Abrogare immediatamente tutte le infami e scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Soccorrere tutte le persone in pericolo, salvare tutte le vite.
Far cessare immediatamente tutte le persecuzioni, lo schiavismo e l'apartheid in Italia.
Tornare alla Costituzione repubblicana antifascista.
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Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. TRE TRAGEDIE, TRE INTERVENTI, TRE PRINCIPI

Tre tragedie
La strage degli innocenti nel Mediterraneo.
I lager libici.
La schiavitu' in Italia.
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Tre interventi
Primo: soccorrere tutti i naufraghi, e non solo: consentire a tutte - tutte - le persone di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Cosi' annientando il lucrosissimo mercato criminale dei trafficanti di esseri umani.
Secondo: liberare e portare in salvo in Italia tutti i prigionieri dei lager libici: se necessario pagando sia al governo di Tripoli, sia al generale Haftar, un compenso affinche' non lo impediscano, ma anzi cooperino a tal fine.
Terzo: riconoscere subito a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti sociali, civili, politici, a partire dal diritto di voto. Abolire il cosiddetto "reato di clandestinita'" riconoscendo che chiunque si trovi in Italia deve avere tutti i diritti e i doveri di ogni altra persona. Far valere su tutto il territorio italiano i diritti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori. Liberare l'Italia dalla schiavitu'.
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Tre principi
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

8. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

9. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

10. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

11. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: L'OMBRELLAIO

"Donne, donne, e' arrivato l'arrotino, e' arrivato l'ombrellaio"

Lo zio Galliano fabbricava ombrelli incantati. Anche quelli normali, pero' anche quelli incantati. La principale differenza tra gli ombrelli normali e quelli incantati e' che i primi servono solo quando piove, quegli altri servono sempre. E quando dico sempre dico sempre.
Per esempio, per sparire. Tu aprivi l'ombrello e sparivi. Dove finivi nessuno lo sapeva pero' da li' dov'eri sparivi. E se ci pensate anche un attimo solo ve ne accorgete quante volte in una giornata vorreste sparire, solo che poiche' vi sembra impossibile perche' non ci avete lo strumento adatto allora non ci pensate mai. Ma se uno ci aveva l'ombrello fatato dello zio Galliano, via. Che bastava solo aprirlo. Solo che nessuno sapeva dove si finiva. E infatti quelli che sparivano non tornavano mai. C'era chi diceva che morivano, c'era chi diceva che dove andavano si trovavano cosi' bene che tornare indietro ma neanche per sogno. Cosi' dicevano.
Questo per dirne una, ma facevano pure altre meraviglie che adesso pero' non me le ricordo perche' e' passato un sacco di tempo. Quando uno racconta le storie dei vecchi tempi non pare, pare che sono successe proprio adesso, invece non e' detto, puo' darsi di si' pero' puo' pure darsi di no, ma chi sente la storia gli pare che e' una storia di adesso e invece magari e' una storia di allora, che magari tu neppure eri nato.
Poi lo zio Galliano mori' e per quanto ne so io non disse a nessuno qual era il segreto della lavorazione per fare gli ombrelli incantati. Quelli normali non glieli comprava nessuno perche' al negozio di Giggetto, che ci trovi tutto, c'erano pure gli ombrelli fatti in Cina che costavano cosi' poco che con un soldo te ne davano tre. Il figlio non abita piu' qui al paese, sta in citta' e lavora in non so quale ufficio, all'Inps o al catasto, ma non era portato per il lavoro del padre, diceva che era una fatica del diavolo, i cienti poi te li raccomando, non erano mai contenti, ed erano sempre rogne e finiva sempre a carte da bollo, a far ricchi gli avvocati, a coltellate. Che veramente lo zio Galliano, volendo, poteva risolvere tutto con uno schioccar di dita, e levarsi di torno quegli ingrati, tirchi e importuni; ma poi chi gli avrebbe pagato il lavoro? E un lavoro ben fatto va pagato, altrimenti che lavoro e'? Lo zio Galliano ci aveva l'etica del lavoro, qualunque cosa voglia dire.
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C'era anche state faccende non belle, no, non belle.
Per esempio la sparizione della moglie di Rugarone, che lo chiamavano cosi' perche' rugava sempre, o per il tempo che era sempre troppo caldo o troppo freddo, perche' pioveva o perche' non c'era ombra, o per il governo che chissa' che gliene fregava a lui che faceva lo scassinatore e all'occorrenza il rapinatore omicida e le tasse non le pagava, o perche' il compagno a tressette non capiva i segni e sarebbe stato da spaccargli la crapa. La moglie pero', chissa' perche', era Venere in persona. Che tutti si chiedevano come aveva fatto a sposare quel ciccione senza cervello, e naturalmente subito dopo tutti si rispondevano che era per i soldi, perche' quando lavorava e non passava il tempo all'osteria a bestemmiare, Rugarone lavorava e guadagnava, gioielli e contanti, e la moglie la domenica a messa sfoggiava, eccome se sfoggiava, anche se non ne aveva bisogno perche' non era una donna, era un'apparizione celestiale, che pure il prete lo diceva: "Donna Virginia, voi siete un'apparizione celestiale", che solo a lei le diceva donna, a tutte le altre donne del paese le chiamava sora, che vallo a capire tu il modo di parlare dei preti; certo che la sora Virginia, anzi: la donna Virginia, faceva belle elemosine alla parrocchia, che ci avevano allargato l'oratorio che pure il sindaco era venuto all'inaugurazione con tutto che non ci avevano la concessione edilizia, e aveva elogiato la carita' di donna Virginia nostra che tanto beneficava il popolo. Coi soldi che Rugarone aveva rubato la notte prima. Ma lasciamo perdere. Fnche' un giorno donna Virginia spari', e tutto il paese la cerco' che era come se ci fosse stato il terremoto, come se la nazionale avesse perso i mondiali. Ma cerca cerca non si trovava da nessuna parte. Rugarone andava sempre in giro con la rivoltella per aria e minacciava di fare una strage se la moglie non saltava fuori, ma niente. Il prete, i carabinieri, l'intera scolaresca col direttore didattico, i maestri e i bidelli, tutto il paese femmine e maschi fu mobilitato nelle ricerche, casa per casa, cantina per cantina, stalla per stalla, casale per casale, buca per buca, grotta per grotta, fino a dentro la macchia e pure nei posti dove dicono che ci stanno le streghe che fanno il bagno e che se le vedi ti accecano, pure li' si ando' a cercare, ma niente. Cosi' fini' che tutti dicevano che era stato lo zio Galliano che l'aveva fatta sparire, l'aveva fatta diventare piccola piccola e l'aveva nascosta dentro una bottiglia che aveva sotterrato dove sapeva solo lui, poi quando gli pigliava la voglia, scavava dove aveva lasciato il segno, tirava fuori la bottiglia, la faceva uscire, la faceva ridiventare delle dimensioni giuste e se la portava a letto, e dopo le rifaceva il sortilegio e dentro la bottiglia. La gente diceva cosi'. Lo diceva, lo diceva, finche' la voce arrivo' a Rugarone, che senza aspettare neppure cinque minuti, perche' Rugarone era fatto cosi', non aspettava mai, non ragionava mai, prendeva la cassetta degli attrezzi e partiva, che la gente ancora si chiede come faceva a fare il lavoro che faceva senza che lo beccassero mai visto che non faceva ne' piani ne' niente ma sempre cosi', alla garibaldina, alla carlona, a testa bassa. Cosi' a testa bassa Rugarone ando' a cercare lo zio Galliano, che stava a lavorare in una vigna che ci aveva subito fuori del paese ma che dal paese non si vedeva perche' c'era un montarozzo in mezzo tra le case e la vigna e oltretutto prima della vigna c'era il frutteto di Mascaro' che era cosi' fitto che anche se uno si metteva sul montarozzo col cannocchiale ci voleva il lanciafiamme per aprire un varco e vederci in mezzo. Fatto sta che spari' pure Rugarone, che non dispiacque a nessuno perche' era uno che litigava con tutti e non aveva riguardo neppure per la chiesa che aveva rubato pure in sacrestia che la gente diceva che quello che la moglie regalava la mattina alla parrocchia il marito se lo riprendeva la notte con gli interessi. Cosi' se veramente era stato lo zio Gallliano a far sparire Rugarone erano tutti contenti, ma della moglie no, perche' certe cose non si fanno, soprattutto se e' a fine di libidine e contro il sacro vincolo del matrimonio. Non c'entra niente, ma lo dico lo stesso: dopo tre giorni che Rugarone era sparito, la casa fu saccheggiata; fu una bella cosa, corale, di popolo; alla fine dopo averla spogliata di ogni bendidio le demmo pure fuoco che fu una specie di festa, e c'erano tutti, ma tutti, pure il prete, il sindaco, il farmacista e i carabinieri, e il sor Orazio Coclite che sarebbe il padrone dell'osteria che dall'osteria non esce mai perche' non si fida di nessuno e quella volta venne pure lui e lascio' pure l'osteria aperta e incustodita, per dire.
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Al tempo dello zio Galliano di artigiani che facevano le cose magiche era restato solo lui, pero' mi ricordo che quando ero giovane al bar i vecchi si ricordavano di prima, dei tempi che i vecchi di quando noi eravamo giovani loro li chiamavano i vecchi tempi, quando ce ne erano diversi.
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E per esempio c'era lo zio Malachia, che era quello che faceva gli anelli che ci parlavi con le bestie, e anche se il nome sembrerebbe da donna perche' finisce con la a, invece era un bestione che quando non stava a bottega a fabbricare le cose di ferro a martellate era sempre in giro ad insidiare la virtu' di tutto quello che si muoveva e respirava, femmine e bestiole. Ai tempi miei, dico quando io abitavo ancora al paese, perche' non e' che sono sempre campato qui in questa citta' che puzza di fogna e la gente e' tutta morta e nemmeno se ne accorge, c'era ancora qualcuno che ci aveva un anello che aveva fatto lo zio Malachia e passava le giornate a ragionare con le bestie, finche' gli veniva ua specie di malattia, che con i cristiani non ci voleva parlare piu' perche' le bestie gli avevano detto che i cristiani fanno tutti schifo, fanno solo porcherie, e magari e' pure vero perche' le bestie ti vedono anche quando tu non te ne accorgi e ti sembra che non ti vede nessuno e allora fai le cose che la legge umana  e divina proibisce. E questa e' verita', altro che chiacchiere.
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Oppure lo zio Marcellino che se ti soffiava sugli occhi ti faceva diventare cieco, e non e' che ti dovesse soffiare addosso, che ne so, da mezzo metro, no, bastava che ti guardava o che ti pensava magari pure da un chilometro, soffiava ed eri fatto. Che la gente ci aveva cosi' paura che una notte lo bruciarono con tutta la casa, che quando io ero ragazzino c'erano ancora le rovine della casa che si vedeva che gli avevano dato fuoco. Mio zio Meco l'aveva conosciuto, da giovani giocavano a pallone insieme (ma al paese tutti i maschi avevano giocato a pallone e a carte insieme, generazione dopo generazione, anche io prima di andarmene). Dello zio Marcellino si diceva che era diventato cattivo per una delusione d'amore, e che quando era diventato cattivo gli era venuto il fiato che accecava la gente. Prima era uno che aiutava tutti. Poi era successo che il re gli aveva fatto rapire la figlia, che ci aveva i capelli d'oro e che era bella come il sole e la luna messi insieme, e allora lo zio Marcellino era cambiato. La notte andava sull'immondezzaio che c'e' nella scarpata in fondo al paese e si metteva a rotolarsi nell'immondizia come i maiali e abbaiava come i cani; che poi di giorno puzzava che non si poteva soppportare, e va bene il dolore, va bene la rabbia, ma puzzava come il colera e la gente comincio' a evitarlo e all'osteria non lo facevano entrare piu' e allora lui s'incupiva sempre di piu' e fini' che comincio' a odiare tutti e girava per strada e parlava da solo, e strillava che avrebbe accecato tutto il paese, e tutto il mondo;  e intanto aveva cominciato a campare di furti nelle cantine, nei campi, che era facile accorgersi che era stato lui per via della puzza che lasciava. Ma i carabinieri ci avevano paura ad arrestarlo, sia perche' non volevano correre il rischio di essee contagiati da qualche malattia, sia per non essere accecati che non si sa mai. Cosi' fini' che bisogno' dargli fuoco, una notte, con tutta la casaccia sua. Mio zio c'era, e mi diceva sempre che era dispiaciuto a tutti di doverlo fare, ma non se ne poteva proprio piu'.
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Ne so tante, potrei raccontare la storia di quando recitando tre rosari la sora Cesira aveva dato fuoco alla trattoria di Maccarone (che tutto il paese disse che se l'era meritato, e la sora Cesira era una santa donna; ma di Maccarone semmai vi racconto un'altra volta).
O il famoso caso dell'abigeato (che e' una parolona da guardie e da avvocaticchi per dire il furto di bestiame): ma quello fu un portento, una cosa che solo per arte magica era possibile, perche' in una notte sola sparirono senza lasciar traccia piu' di trenta vacche, un par di cento pecore e non si sa quante galline, billi e conigli.
O la sparizione dell'albero della cuccagna, che era stato appena preparato per la festa del paese con tutta la roba sopra, e verso sera, che il sole non era ancora tramontato, di colpo s'era fatto buio per un minuto o due, poi il cielo era tornato normale, col sole e le nuvole e la luce e tutto, ma l'albero della cuccagna non c'era piu'.
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A quei tempi, certo, c'era il rischio che lo stroligo se gli pareva che l'avevi guardato male ti sputava sul vestito o su una cosa che avevi toccato e neppure te ne eri accorto ma lui l'aveva visto e se l'era presa, e ti sputava sul vestito o su quella cosa - un pezzo di carta, un pezzo di legno, un cacciavite, un chiodo arrugginito - e diventavi un rospo, a uno gli e' capitato, io quasi mi ci trovavo quella volta. Che e' il motivo che poi ho smesso di fare ai rospi quello che noi ragazzi facevamo ai rospi per divertimento.
Non lo so se e' meglio adesso. Adesso ci sono solo i carabinieri, il barone che fa l'industriale in Romania o in Polonia o dove morammazzato gli pare e quando viene in paese ci ha una volta la Porsche e una volta la Ferrari, e la gente in chiesa non ci va piu' che stanno tutti a casa a vedersi i telefilm americani e le partite che le fanno tutti i giorni a tutte le ore.
Se mi capita di tornare al paese mica lo riconosco piu'. Cioe', il paese e' restato quasi uguale, ma la gente sembra finta, si vestono e parlano uguali uguali a quelli di citta', mezzo americano, e ridicono le stesse castronerie che sentono nelle pubblicita' della televisione, e si tagliano i capelli come i calciatori, si piantano anelli nel naso e dappertutto e si fanno i tatuaggi che fanno revulsione, peggio della peste bubbonica, peggio della lebbra. E negli occhi glielo leggi negli occhi quanto sono feroci, assetati di sangue, neppure vampiri, zombi. Ogni volta che torno al paese non vedo l'ora di andarmene via. Ci passo solo per trovare i parenti, quelli che restano visto che ormai sono quasi tutti morti e quelli piu' giovani neppure li conosco, e dal momento che ci sono faccio un salto a trovare gli amici, che poi sono lo zi' Agustone e la zi' Carmelina e basta, che non sono parenti, ne' con me, ne' tra loro, al paese si dice zio e zia a tutti quando ci hanno una certa eta', e ormai io conosce solo gente di una certa eta', che poi e' pure la mia di eta'.
Lo zi' Agustone e' stato per tanti anni il segretario del partito, che adesso sono trent'anni che il partito non c'e' piu', ma lui paga ancora l'affitto della sezione e la tiene aperta, anche se non ci va piu' nessuno, pero' a me fa piacere sapere che almeno in un posto del mondo c'e' ancora una sezione del partito comunista, con la bandiera rossa, il ritratto di Marx, la vetrinetta con i classici del marxismo, e tutti i pomeriggi lo zi' Agustone che la tiene aperta che tanto ormai e' pensionato e a casa e' solo, e quando a qualche poveraccio gli serve di fare qualche pratica per la pensione o roba del genere che c'e' da riempire tutte 'ste cartacce che non ci si capisce niente, o gli serve di farsi spiegare che c'e' scritto su qualche cartaccia che qualche ufficiaccio gli ha mandato per raccomandata, lui l'aiuta gratis e per amore del proletariato. Allora se passo dal paese un salto in sezione ce lo faccio e chiacchieriamo un po' dei vecchi tempi, dei vecchi tempi di quando noi eravamo giovani, e dello schifo del mondo attuale e della necessita' di lavorare sia per contrastare il fascismo che torna, sia per tener viva la memoria delle lotte e delle conquiste che il padrone ancora non e' riuscito a smantellare del tutto; e facciamo l'analisi concreta della situazione concreta, partendo dal quadro internazionale perche' solo partendo dal contesto internazionale e poi via via arrivando alla situazione locale si fa un'analisi marxista adeguata della situazione presente e concreta. Poi, al quinto o sesto bicchierino, perche' lo zi' Agusto il bariletto del cognac ben rimboccato in sezione non lo fa mancare mai, cominciamo a parlare anche dei vecchi tempi di prima che eravamo giovani, dei tempi dello zio Galliano, dello zio Malachia, dello zio Marcellino e di tutti gli altri come loro.
Prima la gente si difendeva cosi' dai soprusi del potere, andavano dallo stregone, davano fuoco alle case; non ce l'avevano ancora una visione scientifica del mondo, il socialismo non aveva ancora fatto il passo dall'utopia alla scienza, il materialismo storico e dialettico non era ancora arrivato in un paese arretrato come il nostro, dice lui; ed io: e adesso come fa a difendersi? Ha voglia lo zi' Agustone a dire che adesso c'e' il partito della classe operaia, che invece il partito non c'e' piu' da trent'anni, e la sua e' l'unica sezione sopravvissuta sull'intero globo terraqueo. Ma lui insiste: la vecchia talpa... E finisce che al quindicesimo o sedicesimo bicchierino ci mettiamo a cantare Bandiera rossa, e poi i Morti di Reggio Emilia, El pueblo unido, O Gorizia tu sei maledetta, Nel fosco fin del secolo morente, Addio Lugano bella, e poi l'Internazionale, e quando cantiamo l'Internazionale ci alziamo in piedi col pugno levato. Quando esco dalla sezione ormai e' notte, dormo sulla panchina fuori della stazione e la mattina prendo il primo treno per la citta' e mi dico tutte le volte che e' l'ultima volta che torno al paese.
La zi' Carmelina, dite? Adesso e' morta anche lei, che riposi in pace, non mi va di raccontare niente, dico solo che era una brava donna e ai suoi tempi altroche' se faceva girare la testa a noi giovinotti leggeri di testa, pure a me, si'. Ma adesso e' morta e non mi va di raccontare niente. Sono pure stanco, adesso. Da vecchi ci si stanca subito a raccontare.

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Hannah Arendt, Humanitas mundi. Scritti su Karl Jaspers, Mimesis, Milano-Udine 2015, pp. 102, euro 12.
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Riletture
- Gaspara Stampa, Rime, Rizzoli, Milano 1054, 1976, pp. 304.
- Gaspara Stampa, I sonetti d'amore, Newton Compton, Roma 1994, pp. 98.
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Riedizioni
- Vittorino Andreoli, La bambola, Rcs, Milano 1994, 2019, pp. 176, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Vittorino Andreoli, L'uomo senza identita', Rcs, Milano 2015, 2019, pp. 672, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Gialli
- Faye Kellerman, L'impiccato, HarperCollins Italia, Milano 2017, Gedi, Roma 2019, pp. 510, euro 7,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e a varie altre testate).

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3513 del 18 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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