[Nonviolenza] Telegrammi. 3503



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3503 dell'8 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
0. Comunicazione di servizio
1. Tre tragedie, tre interventi, tre principi
2. I compiti dell'ora
3. La sinistra necessaria
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
8. Omero Dellistorti: Per non buscarmi il cancro
9. Omero Dellistorti: Come diventai ministro degli esteri
10. Omero Dellistorti: Come diventai un seviziatore professionale
11. Omero Dellistorti: A proposito di tatuaggi
12. Omero Dellistorti: La notte prima del giuramento
13. Omero Dellistorti: Dentista
14. Omero Dellistorti: Prima riunione del consiglio dei ministri
15. Omero Dellistorti: Perche' non scrivo operette morali come Leopardi
16. Segnalazioni librarie
17. La "Carta" del Movimento Nonviolento
18. Per saperne di piu'

0. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

In questi giorni alcuni problemi tecnici indipendenti dalla nostra volonta' rendono difficoltosa l'abituale redazione e diffusione del notiziario. Confidiamo di risolverli al piu' presto.
Grazie per la pazienza.

1. L'ORA. TRE TRAGEDIE, TRE INTERVENTI, TRE PRINCIPI

Tre tragedie
La strage degli innocenti nel Mediterraneo.
I lager libici.
La schiavitu' in Italia.
*
Tre interventi
Primo: soccorrere tutti i naufraghi, e non solo: consentire a tutte - tutte - le persone di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. Cosi' annientando il lucrosissimo mercato criminale dei trafficanti di esseri umani.
Secondo: liberare e portare in salvo in Italia tutti i prigionieri dei lager libici: se necessario pagando sia al governo di Tripoli, sia al generale Haftar, un compenso affinche' non lo impediscano, ma anzi cooperino a tal fine.
Terzo: riconoscere subito a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti sociali, civili, politici, a partire dal diritto di voto. Abolire il cosiddetto "reato di clandestinita'" riconoscendo che chiunque si trovi in Italia deve avere tutti i diritti e i doveri di ogni altra persona. Far valere su tutto il territorio italiano i diritti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori. Liberare l'Italia dalla schiavitu'.
*
Tre principi
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. REPETITA IUVANT. I COMPITI DELL'ORA

Abrogare immediatamente tutte le infami e scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Soccorrere tutte le persone in pericolo, salvare tutte le vite.
Far cessare immediatamente tutte le persecuzioni, lo schiavismo e l'apartheid in Italia.
Tornare alla Costituzione repubblicana antifascista.
*
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. L'ORA. LA SINISTRA NECESSARIA

Femminista, ecologista, socialista e libertaria, nonviolenta.

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

8. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: PER NON BUSCARMI IL CANCRO

Lo faccio a fini terapeutici, ecco perche'. L'ho letto su una rivista, una volta che ero dal dentista, o dall'avvocato, che ne so.
Su quella rivista c'era un professorone con la fotografia a tutta pagina col camice bianco e tutto e la didascalia, e l'intervista che non l'ho letta tutta perche' era troppo lunga. E a farla breve 'sto professorone tedesco, o americano, o milanese, che ne so, diceva che era tutta colpa delle repressioni, che la gente si ammalava per questo, perche' si reprimeva. Io poi sono sempre stato contro la repressione, prima ancora di sapere che c'era una ragione scientifica, cioe' scientifica di carattere medico, non solo per via del materialismo storico che da giovane ero comunista pure io, non se l'immaginava, eh? Lo so che non se l'immaginava, e invece ero comunista pure io, da giovane. Poi dopo l'ho capito che erano tutte fesserie, la gente sono lupi e il pesce grosso mangia il pesce piccolo ed e' sempre stato cosi' e allora io che sono il principe dei fessi che mi piace fare il pesce piccolo? Neanche per idea, a me mi piace fare il pesce grosso, il pescecane, il lupo mi piace fare. Pero' non e' che mi dispiace che da giovane ero comunista, eh, sono cose da giovani, quando si e' insieme idealisti e materialisti, ma che glielo dico a fare a lei, che se e' stato giovane da mo' che se lo e' scordato. Con quella trippa, con quella faccia. Se poi e' stato giovane, che magari era questurino gia' allora, eh? Ho ragione, eh? Magari e' comunista adesso, eh?
Insomma, 'sto professorone, che bisognerebbe proprio dargli il Premio Nobel, il Premio Oscar, quello che e', che ne so io, che magari glielo hanno pure dato, e' possibile tutto, lo danno a certa gente, diceva che uno non si doveva reprimere, senno' ti viene il cancro. Sissignore, il cancro ti viene. E io il cancro non me lo voglio far venire. Manco per sogno. Me ne frego io, io penso alla salute, la salute e' la prima cosa.
C'entra, c'entra: e' una cosa psicosomatica, che vuol dire che l'essere umano non e' solo un pupazzo di ciccia, ma ci ha anche lo spirito, che sarebbe il cervello e il sistema nervoso, il pensiero, le emozioni e tutta quell'officina li' con tutti quei pezzi che da fuori non si vedono ma ci stanno, solo che sono troppo piccoli per essere visti, apposta si chiamano atomi, e questa e' scienza, mica ciappole. Ma lei che ne sa, che fa 'sto lavoro che non dico di che e' fatto per parlare con rispetto, pero' glielo leggo negli occhi - io sono pure un po' stroligo, gioco a poker - e negli occhi le leggo che lei si' e no guarda la televisione e se fa le parole crociate e' grasso che cola e scommetto che non ne ha mai finita una. Non dico per offendere, eh, dico cosi' perche' bisogna dire sempre la verita', uno non si deve reprimere, che ti piglia il cancro se ti reprimi.
Allora, dove eravamo? Ah si', a fini terapeutici, l'ho fatto. E' il diritto alla salute, bene costituzionalmente protetto. Lo sa che e' la Costituzione? E' la legge delle leggi, che se una legge va contro la Costituzione allora e' incostituzionale e non vale un soldo bucato. La Costituzione dice che ci ho il diritto alla salute, cioe' di non ammalarmi. E io applico la Costituzione della Repubblica Italiana tutto con le iniziali maiuscole, che e' una gran legge dico io e c'e' gente che ci e' morta per sconfiggere il fascismo e darci la Repubblica e la Costituzione, che io allora dico giu' il cappello, giu' il cappello porca miseria.
E adesso, sor coso, senta bene che le dico, io le dico che la diffido; sissignore, la diffido formalmente: perche' se lei intigna a volermi incriminare per la mia lotta contro il cancro io mi appello alla Corte Costituzionale, ad Annesti Internesciona, alla Nato e all'Oemme e esse, che lei neppure sa che sia, ci scommetto sopra pure il rolex e le brache ci scommetto, che ne so io. Le faccio passare un guaio, vedi tu se non ti faccio passare un guaio.
Che pero' siccome sono uno di buon cuore facciamo cosi': quello che c'e' nel borsone facciamo mezzo per uno, e ti do' pure 'sto saccone dell'immondizia per metterci dentro la parte tua, buio com'e' tu non mi hai visto che sei arrivato che io ero gia' fuggito chissa' dove nel cuore della notte tenebrosa, fai contenta tua moglie una volta tanto che gli porti 'sto ben di dio oppure lo rivendi prima che tanto ce lo sai pure tu chi se lo compra a occhi e becco chiusi, e ognuno per la sua strada. Conto fino a tre e scegli. E fatti furbo. E pensa alla salute pensa, zuccone.

9. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: COME DIVENTAI MINISTRO DEGLI ESTERI

Ma no, meglio non scriverlo.
Dovesse capitare sotto gli occhi della mamma.

10. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: COME DIVENTAI UN SEVIZIATORE PROFESSIONALE

Fin da giovane avrei voluto fare qualcosa, avrei voluto diventare qualcuno.
Dopo aver fatto il segretario di partito, il ministro dell'interno, le dirette feisbucche, eccetera eccetera, la vita non aveva piu' sorprese, non trovavo piu' gusto in niente. Come i Rollisto'.
Fu un periodo di tristezza, di nausea, di nostalgia. Passavo le giornate a guardare la televisione e in televisione io non c'ero mai. Una noia mortale. E poi non mi telefonava nessuno mentre invece prima ci avevo otto telefonini e otto persone che reggevano i telefonini e rispondevano per me piu' un nono che col telefonino mi riprendeva in tempo reale per i social.
Di colpo ero solo, come Robbinzo Cruso. E senza neppure Venerdi' (bella battuta, no?). Mi cercava solo la magistratura, che pussa via.
Allora, siccome sono uno che non molla, mi inventai questo mestiere, che da' grandi soddisfazioni. E ci ho una clientela di prima scelta e i soldi adesso mi escono dalle orecchie, che volendo potrei pure pagare quel debituccio li' del partito che pero' non lo pago per una questione di principio, sono una persona di principi io, e lo dico da ministro emerito, da papa' e da seviziatore professionale. Mi avete visto su Iutubbe? Forte, eh? E e' tutto vero, il sangue e tutto.

11. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: A PROPOSITO DI TATUAGGI

A proposito di tatuaggi, ai miei tempi i tatuaggi significavano qualcosa, un dolore e un giuramento. Odoravano del sangue che era stato versato e di quello che sarebbe stato versato a tempo debito.
E chi aveva un tatuaggio era stato in galera o su una nave, che era peggio della galera (che poi la galera all'inizio era proprio una nave), e conosceva la frusta e la promiscuita', e quando si vestiva il primo indumento era il coltello, e le infezioni.
Adesso nulla significa piu' niente, si riempiono la pelle di schifezze le brave ragazze di buona famiglia per andare in discoteca travestite da Rocky Horror, e i ragazzini che copiano i calciatori che copiano i cartoni animati, che non ce n'e' uno che abbia mai visto la fame o la morte in faccia. Che buffonata.
E' per questo che mi apposto fuori dai locali notturni e quando escono da soli una botta col tubo di piombo, li tiro su nel pick-up e via, li porto in cantina, li lego come si deve e gli racconto la storia di Marsia prima di passare alla parte sperimentale.
Che si deve fare per non annoiarsi quando si vive soli e si ha una certa eta'. E si cerca di dare un senso al mondo, o almeno alla vita.

12. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: LA NOTTE PRIMA DEL GIURAMENTO

Dicono bene loro, che ci hanno i soldi che ci fanno il bagno e le sciarpe di seta, coi parenti che hanno le terre e le carrozze, i cugini ministri e cardinali.
E gli amici all'estero, dappertutto, che basta che schiocchino le dita e la Sorbona e Oxford e Salamanca. Bella forza a fare gli eroi quando non si rischia niente e si viaggia in vagone letto.
Io, invece, tutto quello che ho ho dovuto conquistarmelo con le unghie e coi denti. E adesso ci dovrei rinunciare? E per finire dove? A dare lezioni private di pianoforte? O a fare il correttore di bozze fino a sguerciarmi in qualche sottoscala? O peggio, finire in gattabuia? Ma neanche per sogno, io non ci rinuncio al poco che ho, e poi sono giovane, ho un avvenire davanti. E dovrei buttare tutto nel cesso per fare un dispetto a quel babbeo con la feluca, a quella scimmia vestita da becchino? Ma manco morto.
E poi quanto durera' questa pagliacciata? Altri dieci, altri vent'anni? Io ci saro' ancora quando tutto sara' finito e allora non contera' piu' niente un si' o un no. Ma intanto lo stipendio, la cattedra, le pubblicazioni. Perche' io sono uno studioso, un intellettuale. Non mi va di finire a fare il pezzente, il muratore, il cameriere. Ci andasse qualcun altro, io lo so gia' che e' la miseria, ci sono nato. E ne sono uscito grazie al mio ingegno e a null'altro, e se adesso devo mettere una firma fosse pure per giurare che il duce ha tre teste, che me ne frega a me?

13. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: DENTISTA

Non lo faccio solo per i soldi, no. Anche se lo dicono tutti, lo so anch'io che dice la gente. E che tutti poi protestano che non fo le fatture, ma quando gli dico che gli faccio lo sconticino allora tutti grazie dottore, grazie dottore. Poi vanno a casa e fanno a chi bestemmia piu' forte, che ci vorrebbe la pena di morte per gli avvocati, i dottori, i notari, i professori, i calciatori e i commercianti, i giornalisti e i giornalai, e tutto quello che gli viene in mente. Imbecilli. Imbecilli e vigliacchi.
No che non lo faccio solo per i soldi, che non e' che mi dispiacciono. Io non sono un ipocrita, ho studiato e ho fatto i soldi, anche mettendolo in saccoccia allo stato ladrone, si', e allora? non  lo farebbero pure loro se potessero e non fossero i codardi che sono? Io posso permettermi di non essere un ipocrita, so parlare papale papale.
E no lo fo neppure per vedere negli occhi dei clienti la paura. D'accordo, certo che mi piace: che io sto sopra con il ferro in mano e loro sotto che aspettano che li trapano e negli occhi ci hanno il terrore. E' una piccola soddisfazione, non dico di no. Ma non e' neppure per questo che faccio il lavoro che faccio, no.
E' che mi piace infliggere il dolore.
A voi no? Andiamo.

14. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: PRIMA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

"Allora, capiamoci subito, la priorita' e' fermare l'invasione: e' tutto chiaro?".
Silenzio.
"Ci sono obiezioni?".
Silenzio.
"Bene, andremo d'accordo".
Silenzio.
"Se non c'e' altro per oggi basta, al lavoro".
Il ministro plenipotenziario sciolse la riunione e distribui' le armi.

15. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: PERCHE' NON SCRIVO OPERETTE MORALI COME LEOPARDI

Primo: perche' le ha gia' scritte lui, e a scuola mi hanno insegnato che non si deve copiare. E poi il pubblico vuole cose nuove, cose forti, come nei film americani di sesso e violenza.
Secondo: e poi anche le frasi di quei tempi sono troppo lunghe e complicate e noi giovani ci piace un linguaggio piu' scattante, piu' moderno, svelto e tagliente. Forte la parola "tagliente", eh? Questo e' stile.
Terzo: perche' per saperlo come sono scritte bisogna averle lette, e io invece quando a scuola si faceva Leopardi ero sempre perso di acidi, ero un giovane alla moda. E lo sono tuttora, non faccio per vantarmi.
Quarto: dicono che era pure ateo e comunista, il mascalzone.
Quinto: adesso poi non ci avrei neppure il tempo, faccio l'assessore in un Comune dell'hinterland della capitale morale, e tutto il tempo lo dedico alla difesa della razza, e se le cose vanno come devono andare alle prossime elezioni io dico che divento almeno almeno sottosegretario, anche se non so ancora se candidarmi col partito di Senzacravatta o con quello di Collacravatta. Ma in parlamento ci finisco di sicuro, e per la campagna elettorale un libro bisogna pure che lo scrivo, magari una cosa tipo Manzoni, o un libro-intervista che cosi' lo faccio scrivere a mio cugino che dice che fa il giornalista e la zia dice che invece campa solo vendendo quelle bustine che ne ha la stanza piena e s'infuria se la zia prova a passare il piumino per spolverare, che finisce che gli prende l'asma. Si', mi pare meglio cosi', un bel libro-intervista, ho gia' il titolo: "La mia lotta per la difesa della razza e dei confini", e devo farmi fare una bella fotografia per la copertina, che telefono col tricolore sullo sfondo.

16. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Arun Gandhi, Il dono della rabbia e altre lezioni di mio nonno Mahatma Gandhi, Giunti, Firenze-Milano 2017, pp. 208, euro 14,90.
*
Riletture
- Anna Boschetti, La rivoluzione simbolica di Pierre Bourdieu, Marsilio, Venezia 2003, pp. 192.
- Carlo Cassola, Ferrovia locale, Einaudi, Torino 1968, Mondadori, Milano 1978, pp. 224.
- Silvia Lagorio, Lella Ravasi, Silvia Vegetti Finzi, Se noi siamo la terra. Identita' femminile e negazione della maternita', Il Saggiatore, Milano 1996, pp. 128.
- Anna Puglisi, Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2005, pp. 248 + 16 pp. di inserto fotografico.
*
Riedizioni
- Erich Fromm, Psicoanalisi e buddhismo zen, Mondadori, Milano 2004, 2018, pp. IV + 94, euro 12.

17. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

18. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3503 dell'8 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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