[Nonviolenza] Telegrammi. 3498



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3498 del 3 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Serena
2. "Tullio Vinay, un giusto". Una commemorazione a Viterbo
3. "Il concetto di "religio" nella cultura romana". Un incontro di studio a Viterbo
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
8. Enrico Peyretti: Avvocato dell'avversario, ministro della Pace
9. La Comunita' Papa Giovanni XXIII scrive al Presidente incaricato di formare il governo per chiedere un Ministero della Pace
10. Flumen Festival e Movimento Nonviolento: Tre punti programmatici offerti al Presidente incaricato di formare il governo
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. LUTTI. SERENA

E' deceduta il primo settembre la nostra amica e compagna di lotte Serena Della Mora.
Impegnata per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, della sua personale esperienza del dolore aveva fatto strumento di comprensione della sofferenza altrui e per la liberazione dell'umanita' intera era impegnata.
Sollecita sempre, era conforto e sprone delle persone amiche, figura dell'umanita' come realmente e' e come potrebbe, dovrebbe, vorrebbe essere.
Con gratitudine per i suoi doni, per la sua presenza, per la sua lotta nonviolenta per il bene comune, anche noi qui la ricordiamo.

2. MAESTRI. "TULLIO VINAY, UN GIUSTO". UNA COMMEMORAZIONE A VITERBO

Ricorrendo l'anniversario della scomparsa di Tullio Vinay, lunedi' 2 settembre 2019 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' svolta una commemorazione del grande testimone della nonviolenza, pastore valdese, senatore della sinistra indipendente, animatore di straordinarie esperienze di solidarieta' a Firenze, a Prali,a  Riesi, fondatore dell'esperienza di Agape, uomo di pace, Giusto tra le nazioni.
L'orazione commemorativa e' stata tenuta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che ha illustrato la figura, l'opera e il pensiero del grande costruttore di pace con viva commozione, rievocando anche con profonda gratitudine alcuni ricordi personali.
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Tulio Vinay (La Spezia, 13 maggio 1909 - Roma, 2 settembre 1996), pastore valdese, amico della nonviolenza, "Giusto tra le nazioni" per aver salvato molte vite dalla Shoah, fondatore della sezione italiana del Movimento Internazionale della Riconciliazione, animatore di straordinarie esperienze di pace e di solidarieta' (Firenze, Agape, Riesi), parlamentare, una figura indimenticabile di costruttore di pace.
Tra le opere di Tullio Vinay: L'utopia del mondo nuovo. Scritti e discorsi al senato, Claudiana, Torino 1984; L'amore e' piu' grande. La storia di Agape e la nostra, Claudiana, Torino 1995, 2016; Speranze umane e speranza cristiana. Scritti religiosi e politici (1967-1983), Edizioni dell'Asino, Roma 2014.
Tra le opere su Tullio Vinay: Paola Vinay, Testimone d'amore. La vita e le opere di Tullio Vinay: testimonianze, scritti, ricordi personali, Claudiana, Torino 2009; un sintetico profilo scritto da Giuseppe Marasso e' in AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999.
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Nel ricordo e alla scuola di Tullio Vinay le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta condiviso la seguente denuncia:
"Tre ministri decaduti tengono in ostaggio decine di innocenti, impedendo loro di approdare in porto sicuro dopo esser sopravvissuti ai lager libici e al naufragio nel Mediterraneo.
Tre ministri decaduti violano protervi la prima regola dell'umanita': salvare le vite, soccorrere chi ha bisogno di aiuto.
Tre ministri decaduti abusano di un potere che non dovrebbero piu' avere e perseverano in un'azione criminale, persecutrice, razzista, barbara e disumana.
Intervenga il Presidente della Repubblica.
Intervengano le competenti magistrature.
Siano fatti sbarcare in salvo in Italia tutti i superstiti dei lager libici.
Siano fatti sbarcare in salvo in Italia tutti i naufraghi.
Torni l'Italia alla legalita' costituzionale, torni al diritto internazionale, torni alla civilta'.
Insorga nonviolentemente il popolo italiano per affermare la legalita' che salva le vite, per far cessare la strage degli innocenti nel mar Mediterraneo.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Finisca il tempo dei lupi, cominci il tempo dell'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Chi salva una vita, salva il mondo".
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Nel ricordo e alla scuola di Tullio Vinay le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta condiviso il seguente appello:
"Abrogare immediatamente tutte le infami e scellerate misure razziste imposte dal governo della disumanita'.
Soccorrere tutte le persone in pericolo, salvare tutte le vite.
Far cessare immediatamente tutte le persecuzioni, lo schiavismo e l'apartheid in Italia.
Tornare alla Costituzione repubblicana antifascista.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto, e tutti i diritti sociali, civili e politici, a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere".

3. INCONTRI. "IL CONCETTO DI "RELIGIO" NELLA CULTURA ROMANA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Si e' svolto la sera di lunedi' 2 settembre 2019 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio sul tema: "Il concetto di "religio" nella cultura romana".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno ancora una volta espresso la necessita' e l'urgenza di un adeguato e corale impegno nonviolento dell'intero popolo italiano affinche', dopo la caduta del governo razzista e golpista che lungo un anno ha commesso scellerati crimini contro l'umanita', si torni ora alla legalita' costituzionale e al rispetto dei diritti umani, e si realizzino al piu' presto alcuni obiettivi irrinunciabili:
1. tornare alla legalita' che salva le vite: abrogare immediatamente tutte le misure razziste e persecutorie imposte dal governo razzista teste' caduto (ma anche le altre imposte dai governi precedenti che hanno aperto la strada all'inabissamento nella brutalita' di quest'ultimo anno);
2. tornare al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: ripristinare l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo;
3. distinguere il bene dal male: escludere da ogni incarico di governo chi e' stato complice dell'esecutivo razzista ora caduto; e che siano processati nei tribunali della Repubblica i responsabili di crimini contro l'umanita' e di attentato contro la Costituzione;
4. tornare alla Costituzione: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto;
5. una persona, un voto: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono in Italia, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei;
6. far cessare la strage nel Mediterraneo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
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Una breve notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

8. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: AVVOCATO DELL'AVVERSARIO, MINISTRO DELLA PACE
[Riceviamo e volentieri diffondiamo.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

In questi giorni la Comunita' Papa Giovanni di Rimini chiede che il nuovo governo istituisca il Ministero della Pace. Lo proponeva in Senato proprio Tullio Vinay, riprendendo l'idea di Capitini. Ne scrissi su "Rocca" del 15 marzo 1992, ora in Enrico Peyretti, La politica e' pace, Cittadella. Assisi, 1998, pp. 46-49, qui riprodotto nel maggio 2017, con lievi ritocchi e integrazioni.
*
Una delle tante lezioni da trarre dalle guerre recenti, mi sembra questa: come ogni stato ha i suoi ambasciatori, oltre le spie, cosi' dovrebbe avere un "avvocato dell'avversario", col compito di cercare, ascoltare, sostenere, nei conflitti acuti, le ragioni dell'avversario. Oltre il ministro della difesa (che pensa ancora la difesa soltanto in termini armati, militari), ci vuole il ministro della pace. Era questa la proposta di Aldo Capitini nel marzo 1948 (Cfr Aldo Capitini, Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990, pp. 15-16 e Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni Cultura della Pace, Fiesole 1989, p. 102) e il suggerimento di Tullio Vinay nel febbraio 1977 (Cfr T. Vinay, L'utopia del mondo nuovo. Scritti e discorsi al Senato, Claudiana, Torino 1984, p. 285). Un tale ministro sarebbe incaricato di tenere aperta, e riaprire sempre, la ricerca dialettica e autocritica della verita' e giustizia nelle controversie, con esclusione delle soluzioni violente, come impongono l'art. 11 della Costituzione e la Carta dell'Onu.
Questa istituzione, acquisita nella tecnica giudiziaria (anche il peggiore colpevole ha diritto alla difesa; la logica del ragionamento giudiziario ha bisogno dell'"avvocato del diavolo" previsto nel diritto canonico), e' stata finora esclusa dai conflitti politici tra stati, rimasti alla fase primitiva in cui ognuna delle parti si pretende assoluta. Anche in assenza di un Terzo che imponga e garantisca la pace con la forza (necessario nel pensiero di Hobbes per le relazioni interne e di Bobbio per quelle esterne), la pace (cioe' la gestione dei conflitti in forme non distruttive) può essere assicurata, meglio ancora che dal Terzo superiore, dal relativizzarsi di ogni parte, dal riconoscimento essenziale dell'altro. Infatti, lo spirito di guerra e', nella sua essenza, il disconoscimento dell'umanita' dell'avversario, che lo trasforma in nemico totale e fonda il diritto (necessita', dovere, merito, gloria) di ucciderlo.
La guerra puo' essere superata, oltre che sul piano etico profondo (l'altro e', col suo solo essere, il fondamento del mio obbligo di rispettarlo e favorirlo, che mi vieta di distruggerlo in caso di contrasto), col rendere giuridico il conflitto. Essere un soggetto in una unita' giuridica, in un sistema di regole per convivere, consiste nel riconoscersi parte di un insieme, nel sapere di non essere tutto. Questa unita' morale e giuridica e', in modo intero, la famiglia umana completa. Gli stati ne costituiscono delle parti che si sono fatte ciascuna un tutto.
L'"avvocato dell'avversario" avrebbe la funzione di rappresentare l'altro all'interno di una parte che, nel conflitto, entra in un delirio di totalita'. Infatti, la stessa idea di sovranita' assoluta che costituisce gli stati moderni, e' fattore di guerra, e' "belligena" (come insegnava Antonio Papisca). La realta' storica dell'interdipendenza smentisce e corregge oggi, provvidenzialmente, questa pretesa. D'altra parte, alla durezza degli interessi iniqui e privilegiati, si aggiunge oggi l'ondata di nazionalismi, di nazioni che si induriscono in stato, e di popoli infettati da nazionalismo. Cio' indica che coscienza e cultura non sono adeguate al movimento reale di unificazione della famiglia umana.
Occorrono istituzioni rappresentative dell'altra umanita', fuori da questo particolare stato, cosi' come, nonostante i molti difetti, le istituzioni democratiche rappresentano ad ogni cittadino i diritti degli altri cittadini entro la porzione di umanita' compresa in questo stato. Si potrebbe attribuire un vero ruolo politico interno agli ambasciatori degli altri popoli e stati (specialmente dello stato con cui si e' in conflitto), o all'autorita' delle Nazioni Unite, e questo sarebbe il meglio, oppure si puo' assegnare ad un organo dello stato il compito di rappresentare interessi e punti di vista dell'avversario. Non c'e' altro modo di fare la pace, quella che sta al posto e non al termine della guerra. Questa seconda, infatti, non e' pace, ma volonta' del vincitore imposta al vinto, e' lo scopo stesso della guerra, altrettanto distruttiva, foriera di altra guerra, e non alternativa ad essa.
Che cosa accade invece ora? Quando il conflitto si fa acuto, si scatena la "propaganda di se stessi" da ognuna delle parti: la prima vittima e' la verita', l'ascolto dell'altro; l'informazione viene gonfiata e insieme distrutta, perche' vero e falso si confondono, diventano indistinguibili; cosi' l'umanita' viene massacrata dentro le persone, tanto nei sopravvissuti come negli uccisi. Oggi e' tecnicamente possibile la comunicazione universale immediata, quindi e' possibile che il conflitto resti umano e gli uomini non si facciano sostituire dalle armi, idolo che esige sacrifici umani e decide nel modo piu' irrazionale e ingiusto.
E' necessita' della vita e della dignita' lavorare con forte iniziativa, anche unilaterale, per giuridicizzare il conflitto militare. L'obiettivo pieno non puo' essere altro che la scomparsa del rapporto militare, con tutto il suo apparato e la relativa mentalita', tragicamente tornata in auge. I passi saranno parziali, ma quella e' la meta. Nulla di meno.

9. PROPOSTE. LA COMUNITA' PAPA GIOVANI XXIII SCRIVE AL PRESIDENTE INCARICATO DI FORMARE IL GOVERNO PER CHIEDERE UN MINISTERO DELLA PACE
[Riceviamo e diffondiamo]

Egregio Presidente del Consiglio Giuseppe Conte,
come tanti cittadini di buona volonta' viviamo quotidianamente la tensione positiva a concorrere al progresso materiale e spirituale del nostro Paese, cosi' come enunciato dall'art. 4 della nostra Costituzione.
Cerchiamo di costruire un Paese, una Unione Europea ed un mondo che pongano al centro il valore della persona umana nel rispetto e valorizzazione delle differenze, in una relazione di piena sussidiarieta' con le Istituzioni e nel quadro sancito dal Diritto internazionale dei diritti umani, che ha le sue radici nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Desideriamo far arrivare la nostra voce a Lei, Signor Presidente, che oggi e' chiamato a esplorare la nascita di nuovo Governo interpretando l'interesse del Paese e determinandone l'indirizzo politico.
L'Italia ripudia la guerra e il dettato costituzionale deve assumere il valore che gli e' proprio, di forza vincolante e precettiva. Il Paese non puo' pio' continuare a sedersi vivendo della "rendita storica" dei nostri padri costituenti, se vuole attuare a pieno quanto essi hanno voluto, non puo' piu' limitarsi alla difesa o alla repressione delle minacce alla pace e alla coesione sociale, il cui ruolo indiscusso, da solo, seppur necessario, e' insufficiente.
Vorremmo che le Istituzioni adottassero la visione prefigurata dalla Carta Costituzionale per cui la costruzione costante ed ininterrotta della pace positiva e' onere, compito e funzione pre-condizionale ad ogni altra azione di indirizzo politico. Lo Stato ha bisogno di istituzioni in grado di creare Pace e sostenere i gruppi e gli organi della societa' che quotidianamente costruiscono Pace attraverso un costante impegno per la promozione e la protezione delle liberta' fondamentali e dei diritti umani internazionalmente riconosciuti. Non e' piu' rimandabile "organizzare la pace positiva", lo Stato deve poter essere riconosciuto quale "casa di riferimento istituzionale" per tutte quelle forze della societa' civile che gia' operano nella costruzione di percorsi e attivita' di pace. Il Paese ha bisogno urgente di adottare la nonviolenza come stile politico, come Papa Francesco ha auspicato nel messaggio per la giornata mondiale della Pace del primo gennaio 2017.
Per questo Le chiediamo nel prossimo Governo l'istituzione di un Ministero della Pace, con competenze sulla gestione positiva dei conflitti sociali, la Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta, per qualificare le politiche di istruzione in ordine alla promozione della pace, promuovere politiche di disarmo e di riconversione della produzione bellica, dare concreta attuazione all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Riteniamo che l'istituzione di un Ministero della Pace risponda allo spirito e alla lettera degli articoli 10 e 11 della Costituzione, del Preambolo e degli articoli 1 e 2 della Carta delle Nazioni Unite, del Preambolo e degli articoli 1 e 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nonche' della Dichiarazione sul Diritto alla Pace adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 19 dicembre 2016.
L'istituzione di un Ministero della Pace risponde anche a precise esigenze di giustizia sociale. Solo costruendo giorno dopo giorno la Pace si genera un tessuto sociale positivo, in grado di superare le forze disgreganti e le crisi, di reagire alle spinte violente che scaturiscono dai conflitti sociali ed economici e dalle tensioni delle periferie dell'emarginazione e di affermare il valore sommo della dignita' umana, della eguale dignita' di tutti gli esseri umani. Dire "dignita' umana" significa dire che vita e pace costituiscono un binomio indissociabile.
Il Ministero della Pace e' una risposta nuova al bisogno di sicurezza umana e benessere!
Grazie,
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunita' Papa Giovanni XXIII

10. PROPOSTE. FLUMEN FESTIVAL E MOVIMENTO NONVIOLENTO: TRE PUNTI PROGRAMMATICI OFFERTI AL PRESIDENTE INCARICATO DI FORMARE IL GOVERNO
[Riceviamo e diffondiamo]

Al Presidente incaricato, al capo politico M5S, al segretario del Pd, al Presidente di Leu, e per conoscenza al Presidente della Repubblica
Dal palco di Flumen Festival dell'Ecologia della Nonviolenza e delle Migrazioni, il Movimento Nonviolento interviene direttamente nelle trattative e offre una possibile soluzione per risolvere la crisi politica con tre proposte precise:
1. Uscire dal programma F-35. Il M5S, il PD e LeU hanno gia' preso posizione critica in passato, anche con atti parlamentari, nei confronti dell'acquisto dei cacciabombardieri F-35. Entro fine anno il nostro Paese ha l'occasione, come ultima finestra, di recedere dagli impegni senza ulteriori penali; cio' equivarrebbe a un risparmio reale di 10 miliardi di euro.
2. Riduzione delle spese militari. Oggi il bilancio della Difesa e' di 25 miliardi di euro: si faccia un taglio del 10% e la cifra risparmiata - 2,5 miliardi - sia utilizzata per alleggerire la manovra economica. Il taglio delle spese militari e' prioritario, piu' efficace, piu' popolare, piu' utile e piu' democratico del taglio dei parlamentari.
3. No al 2% del Pil per la Nato. La richiesta della Nato e' di aumentare il budget militare fino ad arrivare al 2% del Pil. Nel programma di Governo ci sia invece il rifiuto di tale misura e si assuma l'impegno che il solo possibile aumento per la Difesa deve essere a favore della istituzione della difesa civile non armata e nonviolenta, per il Servizio Civile, la Protezione Civile, la difesa e tutela ambientale, poiche' l'unica guerra da combattere è quella contro il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici.
La discussione per la definizione del programma e la conseguente formazione di un nuovo governo che raccolga la fiducia delle Camere per la prosecuzione della Legislatura, riguarda non solo le forze politiche parlamentari, ma tutti i cittadini e le organizzazioni della societa' civile.
Proponiamo quindi questi tre obiettivi politici come punti programmatici prioritari. E' un richiamo ad impegni realistici che voi stesso avete condiviso in campagna elettorale. Ora avete l'occasione di mettervi in sintonia con il Movimento per la Pace e con larga parte dell'opinione pubblica.
L'Italia potra' cosi' contribuire a trasformare l'Europa in una potenza di pace.
Fiumicino, primo settembre 2019
Flumen Festival
Movimento Nonviolento

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Maria Luisa Boccia, Grazia Zuffa, L'eclissi della madre. Fecondazione artificiale, tecniche, fantasie e norme, Pratiche, Milano 1998, pp. 260.
- Evelyn Fox Keller, Vita, scienza & cyberscienza, Garzanti, Milano 1996, pp. 136.
- Stephane Hessel con Jean-Michel Helvig, Dalla parte giusta, Rcs, Milano 2011, pp. 256.
- Lucetta Scaraffia, Rinnegati. Per una storia dell'identita' occidentale, Laterza, Roma-Bari 1993, 2002, pp. XII + 212.
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Classici
- Madame de Lafayette, La princesse de Cleves, Garnier Flammarion, Paris 1966, 1985, pp. 190.
- Madame de Sevigne', Lettres, Garnier Flammarion, Paris 1976, 1993, pp. 448.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3498 del 3 settembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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