[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 307



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 307 del 27 agosto 2019

In questo numero:
1. Cessi immediatamente la strage degli innocenti nel Mediterraneo
2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
3. Una lettera aperta al segretario del Partito Democratico
4. Aldo Aniasi
5. Helder Camara
6. Vittoria Anticzarina Cavallo
7. Antonio Cederna
8. Bruno Ciari
9. Francesco Di Castri
10. W. E. B. Du Bois
11. Italo Insolera
12. Le Corbusier
13. Erika Mann
14. Michelangelo Notarianni
15. Cesare Pavese
16. Jose' Maria Pires
17. Virgilio Savona
18. Silvio Solimano
19. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
20. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
21. Omero Dellistorti: Salvatore
22. Omero Dellistorti: Abitudini

1. L'ORA. CESSI IMMEDIATAMENTE LA STRAGE DEGLI INNOCENTI NEL MEDITERRANEO

Cessi immediatamente la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
L'Italia soccorra, accolga, assista tutte le persone bisognose di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
L'omissione di soccorso di esseri umani in pericolo di morte e' un crimine contro l'umanita'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Chi salva una vita salva il mondo.

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA AL SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO

Egregio segretario del Partito Democratico,
permetta a un vecchio militante della sinistra italiana di rivolgerle alcune franche parole. E di farlo oggi, alla vigilia di quel martedi' in cui anche lei dovra' recarsi dal Presidente della Repubblica per riferire dell'esito delle trattative svolte in questi giorni per la formazione di un nuovo governo dopo la caduta dell'esecutivo razzista e golpista che nel corso dell'ultimo anno ha commesso flagranti crimini contro l'umanita' e un virulento attentato contro la Costituzione.
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Lei sta conducendo una difficilissima trattativa con una delle due forze politiche razziste e totalitarie che dopo le elezioni del 2018 hanno dato vita al governo da pochi giorni caduto per conflitti intestini, il governo che - ripetiamolo per non dimenticarlo mai - ha commesso flagranti crimini contro l'umanita' e un continuo e crescente attentato contro la Costituzione.
Lei sta cercando di persuadere questa forza politica razzista e totalitaria a sostenere col voto dei suoi parlamentari un nuovo governo antirazzista ed antifascista, fedele alla Costituzione repubblicana e rispettoso dei diritti umani.
A suo favore gioca il fatto che i gerarchi di quel partito sanno bene che se vi fossero nuove elezioni rischiano di sparire dall'agone politico (e dal saccheggio del pubblico erario) dopo aver dato cosi' pessima prova; ed anche il fatto che forse non pochi degli attuali parlamentari di quel partito fino ad un anno fa erano ignari che esso fosse razzista e totalitario, e che hanno quindi vissuto quest'anno come un pervertimento e un avvilimento delle loro stesse persone, una prostituzione al male da cui solo ora, ma ora forse si', vorrebbero uscire.
Ma a suo sfavore gioca il fatto che quel partito e' effettualmente, e costitutivamente, nella sua stessa genesi, cosi' omogeneo all'altro partito razzista e totalitario insieme al quale ha governato nell'ultimo anno che e' tutt'altro che peregrina l'ipotesi che tornino ad unirsi: unico reale ostacolo a questo ricomporsi del blocco razzista e totalitario e' la necessita' per colui che e' stato per l'intero anno appena trascorso il vero capo del governo, il ministro plenipotenziario, di evitare la responsabilita' dell'imminente manovra finanziaria: perche' tale manovra sara' necessariamente tutt'altra cosa dalle deliranti promesse di abolizione delle tasse e di elargizioni di donativi per tutti, di magica trasformazione dell'Italia nel paese di Cuccagna; sara' piuttosto verosimilmente una manovra finanziaria "lacrime e sangue" dopo i folli sperperi clientelari criminalmente commessi nell'anno trascorso, mentre il welfare state e' sempre piu' al collasso nella cinica indifferenza dei pubblici decisori e la situazione delle classi sfruttate, dei ceti e dei gruppi sociali impoveriti, delle persone piu' fragili e piu' bisognose di aiuto, e' peggiorata fino all'abisso.
Ed a suo sfavore gioca anche il fatto che il suo partito e' lacerato da devastanti lotte intestine che possono avere come esito finanche una piu' volte adombrata scissione verso destra guidata forse addirittura dall'ex-segretario, che pur senza essere razzista o fascista, tuttavia per molti versi e' partecipe della stessa subcultura e psicologia dei giovani e dei vecchi capi dei due partiti razzisti e totalitari (basti pensare alla folle avventura della mostruosa riforma costituzionale fortunatamente respinta dal pronunciamento popolare nel referendum del 2016; una riforma palesemente autoritaria e liberticida da cui emergeva il medesimo disprezzo per la democrazia parlamentare ed il bilanciamento dei poteri, la medesima fascinazione per l'uomo forte da solo al comando con pieni poteri - che e' il nucleo profondo del totalitarismo).
E gioca a suo sfavore anche la tentazione piu' grande: quella di concedere al partito razzista e totalitario con cui sta trattando semplicemente tutto quello che chiede, speculando sul fatto che i suoi esponenti sono dei tali barbari, dei tali insipienti, che il Pd una volta con essi al governo ne fara' comunque un solo boccone, come del resto ha gia' fatto la Lega, che un anno fa se ne insignori' senza colpo ferire. Ma se lei cedesse a questa tentazione si asservirebbe de facto al razzismo e al fascismo, riprodurrebbe lo stesso funesto errore che nella storia d'Italia gia' fu commesso dal ceto politico liberale nei primi anni Venti del secolo scorso.
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Il suo impegno e' quindi assai arduo; riuscire a promuovere una transizione dal governo razzista e totalitario caduto da pochi giorni a una fase di riconquista della democrazia e della legalita' costituzionale e' opera che ben difficilmente puo' riuscire senza passare per nuove elezioni. E queste elezioni potrebbero essere vinte dal fronte razzista e totalitario, esito che ogni persona ragionevole intimamente teme e visceralmente aborrisce; ma se la paura avesse come effetto di arrendersi al fascismo senza lottare, questa sarebbe l'ignominia delle ignominie.
Del resto se nuove elezioni occorressero, che a portare l'Italia ad esse sia un governo diverso da quello razzista e golpista appena caduto; sia un governo di sicura fede antirazzista ed antifascista, un governo fedele alla Costituzione repubblicana, un governo rispettoso dei diritti umani di tutti gli esseri umani, un governo che sappia che il primo dovere e' salvare le vite.
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La situazione e' quindi difficile ed il suo compito assai impegnativo, ma proprio per questo vorrei invitarla a tener fermi alcuni obiettivi fondamentali, e precisamente i seguenti.
Il primo: che al piu' presto vi sia un nuovo governo guidato de una personalita' di sicuro impegno antirazzista ed antifascista; ed e' evidente che questa personalita' non puo' provenire dai ranghi di un partito razzista e totalitario. Se poi un governo antirazzista ed antifascista non dovesse avere la maggioranza dei voti dell'attuale parlamento, ebbene, che questo nuovo governo garantisca la tenuta dei conti pubblici e prepari democraticamente libere elezioni.
Il secondo: che siano abrogate al piu' presto tutte le misure razziste ed incostituzionali, criminali e criminogene, imposte dal governo razzista e totalitario; se questa abrogazione e' possibile col parlamento attuale, bene; altrimenti sia il primo punto del programma elettorale del fronte antirazzista, antischiavista, antifascista.
Il terzo: ripristinare immediatamente l'adempimento del dovere di soccorrere chi e' in pericolo, e far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo. Nessun crimine commesso dal governo delle persecuzioni razziste e' stato piu' abominevole dell'omissione di soccorso di persone in pericolo di morte.
Il quarto: escludere da ogni incarico di governo chi e' stato membro o complice dell'esecutivo razzista e golpista ora caduto. Si chiama decenza, e rispetto delle istituzioni democratiche.
Il quinto: ripristinare la legalita' costituzionale che il governo della disumanita' ha infranto.
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A questi cinque obiettivi fondamentali che credo il suo partito potrebbe gia' condividere toto corde, le proporrei di aggiungerne altri due, che so bene nel suo partito essere tuttora ritenuti controversi ma che a me, e credo anche alla stragrande maggioranza non solo di chi vive in Italia, ma dell'umanita', sembrano decisivi.
Il sesto: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, e cosi' far cessare il traffico di esseri umani gestito dalle mafie schiaviste e assassine, e cosi' sconfiggere quelle mafie schiaviste e assassine, salvando innumerevoli vite umane innocenti.
Il settimo: riconoscere il diritto di voto e tutti gli altri diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che vivono qui, facendo cessare l'effettuale regime di apartheid e di schiavitu' di cui sono vittima milioni di nostri effettivi conterranei. E' il principio basilare della democrazia: "una persona, un voto".
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Mi permetta ancora una considerazione: quale che sia lo scenario del prossimo futuro (o un nuovo criminale governo delle forze razziste e totalitarie, ed il cielo non voglia; o un governo di transizione dal regime criminale alla democrazia ed alla legalita' costituzionale, ed il cielo lo volesse; o anche un osceno pastrocchio perche' i parlamentari grillini ed affini non vogliono rinunciare a quattro anni di vile ma ricca vita a spese del pubblico erario; o infine nuove elezioni), ebbene, quale che sia lo scenario dell'immediato futuro occorre che il fronte democratico e costituzionale, il fronte antirazzista ed antifascista, si prepari alle elezioni nell'unico modo adeguato: costruendo una coalizione di tutte le forze democratiche, una coalizione che si ispiri al Comitato di liberazione nazionale che guido' politicamente la lotta antifascista tra il '43 e il '45.
Occorre un Comitato di liberazione nazionale che si caratterizzi per la scelta nitida e intransigente di salvare tutte le vite umane, per la scelta nitida e intransigente della legalita' costituzionale, per la scelta nitida e intransigente della democrazia e della nonviolenza, ed includa tutte le forze sollecite del bene comune dell'umanita'.
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Ringraziandola per l'attenzione che avra' voluto dedicare a queste righe, la saluto cordialmente augurandole ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 26 agosto 2019

4. MEMORIA. ALDO ANIASI

Il 27 agosto 2005 moriva Aldo Aniasi, partigiano, parlamentare e ministro, sindaco di Milano.
Con gratitudine lo ricordiamo.

5. MEMORIA. HELDER CAMARA

Il 27 agosto 1999 moriva Helder Camara, vescovo di Recife, una delle figure piu' grandi della nonviolenza in cammino.
Con gratitudine lo ricordiamo.

6. MEMORIA. VITTORIA ANTICZARINA CAVALLO

Il 27 agosto 1996 moriva Vittoria Anticzarina Cavallo, operaia, antifascista, partigiana, militante comunista e del movimento delle donne. Mai si arrese all'oppressione, sempre lotto' perla liberazione dell'umanita'.
Con gratitudine la ricordiamo.

7. MEMORIA. ANTONIO CEDERNA

Il 27 agosto 1996 moriva Antonio Cederna, giornalista e saggista, parlamentare della sinista indipendente, strenuo difensore dei beni culturali e della natura, una delle figure piu' vive dell'impegno ambientalista in Italia.
Con gratitudine lo ricordiamo.

8. MEMORIA. BRUNO CIARI

Il 27 agosto 1970 moriva Bruno Ciari, partigiano, illustre pedagogista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

9. MEMORIA. FRANCESCO DI CASTRI

Il 27 agosto 2005 moriva Francesco Di Castri, scienziato, docente universitario di ecologia, funzionario dell'Unesco, difensore del mondo vivente.
Con gratitudine lo ricordiamo.

10. MEMORIA. W. E. B. DU BOIS

Il 27 agosto 1963 moriva W. E. B. Du Bois, illustre storico, scrittore e militante antirazzista, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con gratitudine lo ricordiamo.

11. MEMORIA. ITALO INSOLERA

Il 27 agosto 2012 moriva Italo Insolera, architetto, urbanista, difensore dei diritti umani, della cultura e dell'ambiente.
Con gratitudine lo ricordiamo.

12. MEMORIA. LE CORBUSIER

Il 27 agosto 1965 moriva Le Corbusier, che fu piu' che architetto, urbanista, designer: penso' nuovi liberi rapporti tra le persone, e tra le persone e il mondo vivente, tra l'essere e lo spazio.
Con gratitudine lo ricordiamo.

13. MEMORIA. ERIKA MANN

Il 27 agosto 1969 moriva Erika Mann, scrittrice e antifascista.
Con gratitudine la ricordiamo.

14. MEMORIA. MICHELANGELO NOTARIANNI

Il 27 agosto 1998 moriva Michelangelo Notarianni, militante del movimento operaio, giornalista e direttore editoriale, un indimenticabile nostro compagno.
Con gratitudine lo ricordiamo.

15. MEMORIA. CESARE PAVESE

Il 27 agosto 1950 moriva Cesare Pavese, l'autore di libri che tutti abbiamo amato.
Con gratitudine lo ricordiamo.

16. MEMORIA. JOSE' MARIA PIRES

Il 27 agosto 2017 moriva Jose' Maria Pires, uomo di pace, difensore dei poveri.
Con gratitudine lo ricordiamo.

17. MEMORIA. VIRGILIO SAVONA

Il 27 agosto 2009 moriva Virgilio Savona, compositore, cantautore, ricercatore, membro del Quartetto Cetra, acuminato autore di canzoni d'impegno civile.
Con gratitudine lo ricordiamo.

18. MEMORIA. SILVIO SOLIMANO

Il 27 agosto 1944 combattendo contro il fascismo moriva non ancora ventenne Silvio Solimano, partigiano.
Con gratitudine lo ricordiamo.

19. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

20. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

21. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: SALVATORE

Lo chiamavamo Salvatore, anche se il vero nome era Amilcare. Non so perche' tutti lo chiamavano Salvatore. L'unica persona da cui lo sentii chiamare Amilcare era sua madre, che adesso e' morta. Anche lei.
Adesso vi racconto come e' morta, perche' c'entra con la storia che vi voglio raccontare.
Mori' bruciata o intossicata dal fumo nel famoso incendio della pineta di tre anni fa. Mi sembra tre, ma forse sono quattro. E comunque non ha importanza. Insomma, era nella pineta quando ci fu l'incendio, e siccome era sulla sedia a rotelle perche' era paralizzata, e nessuno penso' a tirarla fuori, mori' li'. Brutta morte. Per fortuna che era tutta paralizzata, perche' altrimenti chissa' che urla agghiaccianti, da non dormirci la notte.
Dopo, quando tanto non serviva piu' a niente, intervenne la legge, e irre e orre, e accusarono pure Salvatore di averla abbandonata li' che certo non ci era andata da sola, che invece lui stava a fare il bagno e si era accorto dell'incendio quando ormai non c'era piu' niente da fare. E infatti poi neppure lo processarono, che lo processavano a fare?
Pero' se lo ricordarono quando mori' lo zio Alfredo (zio di Salvatore intendo, che io di zii non ne ho, e neppure di cugini), che Alfredaccio mori' per un incidente domestico, cioe' casco' per le scale e si ruppe l'osso del collo. Lo so che fa ridere, ma ando' proprio cosi': casco' giu' per le scale e si ruppe l'osso del collo e amen. Pero' ci doveva essere qualcuno in questura o in procura o dove stanno 'sti corvacci che voleva male a Salvatore perche' a tutti i costi lo volevano accusare di avere spinto lo zio. Ma non c'erano testimoni, cosi' le guardie se la presero in saccoccia. Non e' che a me le guardie mi stiano simpatiche, anzi mi stanno proprio sullo stomaco, con rispetto parlando.
Mi ricordo che al bar una sera Pippetto disse: non c'e' due senza tre. Pippetto dice sempre 'ste spiritosaggini. Che pero' quando le dice nessuno ride mai.
Comunque qualche giorno dopo la profezia di Pippetto mori' Rosina, cioe' Rosamunda, che sarebbe la sorella di Salvatore. Com'e', come non e', la trovarono giu' per la scarpata in fondo al paese, e non era facile capire se si era buttata da sola o se l'avevano spinta.
Comunque cosi' la famiglia era finita, cioe' restava solo Salvatore che ereditava tutto, ed erano bei soldi e belle proprieta'.
Fu a questo punto, a dire il vero dopo qualche settimana, che si presento' in paese, accompagnata da un avvocato, la signora Cordelia, o Cornelia o un nome cosi', che diceva di essere figlia dello zio Alfredo, che l'aveva tenuta nascosta perche' non era sposato. E voleva la partaccia sua.
Tanto strepito' che lo seppe tutto il paese. E la sera Pippetto al bar disse: quaterna. E quaterna fu. Perche' la mattina dopo la cameriera dell'albergo "L'angelo nuovo di Beniamino" dove aveva preso alloggio (che poi e' l'unico albergo che c'e' qui al paese, ma il padrone non si chiama Beniamino) l'aveva trovata morta stecchita, che pare che avesse mandato giu' non so quanti tubetti di pasticche di non so che, ma che certo bene non le avevano fatto. L'avvocato, che era gia' ritornato in citta', sbraito' e fece un'intervista di fuoco, e indovinate contro chi? Contro il povero Salvatore. Ma poi si penti' perche' due giorni dopo pubblico' a proprie spese sullo stesso giornale dell'intervista una lettera di scuse di mezza pagina. E la sera al bar Pippetto: si vede che qualcuno gli ha tolto tutti i dubbi.
Passo' un po' di tempo e Salvatore, che a quel tempo ci conoscevamo solo di vista, che al paese ci si conosce tutti, mi venne a trovare a bottega e mi disse che pensava di sposarsi, e con chi? Con mia sorella Matilde, che poi e' la mia unica sorella. E lo veniva a chiedere a me perche' oltre ad essere il fratello maggiore ero l'unico della famiglia, mio padre e mia madre sono morti da un pezzo, e hanno lasciato a me e a mia sorella la bottega e un pezzo di terra, ma anche quattro case grosse come palazzi che tre le affittiamo, e un bel malloppone in banca che usiamo per sovvenire i bisognosi esigendo tassi piu' che ragionevoli, oltre i gioielli che mia sorella ci s'ingioiella la domenica per andare a messa che pare una giostra da quanto luccica.
A me sembro' una buona idea 'sto matrimonio: noi siamo ricchi, Salvatore era ricco pure lui dopo che aveva ereditato tutto, e unire i patrimoni delle due famiglie piu' ricche del paese e' sempre una bella cosa dico io: i soldi fanno altri soldi, come diceva sempre il babbo buonanima, che come il babbo di Salvatore faceva il finanziatore privato e discreto in soccorso delle persone in difficolta' e mi ha insegnato il mestiere e non solo.
Io sono vedovo e senza figli, e alla mia eta' non si ha piu' voglia di sposarsi, si preferisce dare una botta e via, che adesso ci sono certe sventole che per cento euro ti portano in un colpo solo all'inferno e in paradiso, andata e ritorno, e sono pure pulite e educate, una volta non era cosi', c'erano certe cafone che ti levavano la voglia prima di fartela venire. Queste invece, certo non parlano una parola d'italiano, ma mica e' detto che sia un male, no? Adesso non vorrei dire un'esagerazione, ma a me la schiavitu' mi sembra che sia stata sempre un po' troppo calunniata: e che Cicerone non ci aveva gli schiavi? E dico Cicerone, mica Arlecchino.
Pero', cioe' percio', insomma, vedere mia sorella sposata ero contento.
Che poi neppure Matilde era piu' una ragazzina, cosi' quando glielo dissi disse che pure per lei andava bene. E la cosa si fece. Fu un bel matrimonio, con un mucchio d'invitati, il caraocche e il banchetto e tutto, pure i fuochi d'artificio, senza badare a spese.
Qualche sera dopo ero li' al bar che giocavo a quartiglio. Io ci sto tutte le sere al bar a giocare a quartiglio. La televisione mi annoia, il calcio non lo seguo, cosi' la sera sto al bar e gioco a quartiglio, e qualche volta a quintiglio quando ci sono cinque giocatori bravi, ma bravi, che capita di rado, e a quintiglio o ci sono i giocatori forti o e' meglio non giocarci che ti ci fai il sangue amaro, il sangue amaro ti ci fai.
Insomma ero li' e a un certo punto Pippetto, che pure lui al bar c'e' sempre, e mica solo la sera come me, sempre sempre c'e', e insomma Pippetto fa: e mo' cinquina. Dico la verita', quasi mi prendeva un colpo. Guardo Pippetto, lui allargo' le braccia. Allargo' le braccia, lo sapete come, e non disse una parola, e nemmeno io. Poi continuammo a giocare, non c'e' altro da fare al paese la sera, da qualche anno hanno pure chiuso il cinema, che non ci andava mai nessuno.
La mattina dopo a bottega Matilde non si fece vedere, che invece di solito era puntuale come un orologio svizzero.
All'ora di pranzo decisi di fare un salto a casa sua, che poi sarebbe casa di Salvatore, perche' dopo sposata si era trasferita li'. E' un po' fuori mano e per arrivarci mi feci una bella sudata da strizzarci la camicia. Suono il campanello e niente. Busso educatamente e niente. Chiamo e niente. Chiamo piu' forte e niente. Neppure quando presi a calci il portone niente. Niente e niente. Cosi' cominciai a preoccuparmi, che a dire il vero ero gia' preoccupato altrimenti quella sudata me l'ero risparmiata, no? ma adesso ero preoccupato di piu'.
Il pomeriggio dovevo stare a bottega, c'ero io solo. Ma la sera chiusi svelto come la polvere e subito a casa loro. Tutto buio, bussa e bussa e non apre nessuno. Questa e' la volta che mi tocca andare dai carabineri, penso. Pero' non e' che mi sconfinferasse granche', cosi' decisi di fare prima un salto al bar e chiedere se qualcuno sapeva qualcosa di dove era finito Salvatore che era tutto il giorno che lo cercavo per un certo affare e non lo trovavo (mi pareva meglio non dire niente della scomparsa di mia sorella). Nessuno sapeva niente, anzi: nessuno lo aveva visto quel giorno. Che pero' non era strano perche' Salvatore lavora in citta', che pero' che lavoro fa non lo sa nessuno, ma comunque e' sempre elegante e quindi deve essere un lavoro che non si fatica, non ci si sporca il vestito e si deve guadagnare pure bene.
Decisi di aspettare ad andare dai carabinieri, che non e' che mi stiano proprio simpatici, anzi. E poi la notte porta consiglio. Cosi' rincasai e mi misi a letto. Pero' ero agitato e non riuscivo a dormire, cosi' verso le quattro mi alzai, mi vestii e scesi al bar, che da casa mia saranno cinquanta metri si' e no e tanto e' sempre aperto e alle quattro ci sono quelli che ancora devono andare a dormire e quelli che si sono appena alzati per andare a lavorare in fabbrica o in campagna, e pure chi torna da quegli altri tipi di lavoro che si fanno di notte. Presi un caffe' e notai che Pippetto non c'era. Poi mi venne in mente di provare a passare un'altra volta da casa di Salvatore a vedere se erano tornati. Era una bella passeggiata ed era buio pesto ma ormai c'ero e allora via. E faceva pure freddo e non c'era un cane per strada, e pensa un po' dal profondo della notte mi vengono incontro proprio Salvatore e Pippetto, e Pippetto tutto allegro dice: tombola.

22. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: ABITUDINI

Come tutti, vivo in un condominio, in periferia, un condominio bello grosso.
Non conosco nessuno del vicinato. Mi piace stare da solo. Sono abituato a stare da solo. La mattina prendo l'autobus e vado in citta' a lavorare, sto in un ufficio a fare cose stupide e noiose tutto il giorno tra gente stupida e noiosa, peggio c'e' solo il lavoro di quelli che stanno allo sportello con il pubblico, che due volte al mese gli piglia l'esaurimento nervoso. Io sto nel mio ufficio, mi faccio il mio lavoro e mi faccio i fatti miei. Rientro a casa di sera dopo aver fatto la spesa in un supermercato del centro dove non conosco nessuno, e se dopo un po' qualche cassiera mi sorride come se fossimo vecchie conoscenze allora cambio supermercato, ce ne sono diversi in citta'. Torno a casa coll'autobus e me ne sto  tranquillo, si fa per dire, finche' si fa l'ora della nanna, e la mattina si ricomincia. E mi sta bene cosi'.
Non ho la televisione e quando la radio si e' rotta non l'ho piu' fatta aggiustare. Preferisco leggere. Cose tipo enciclopedie. Ce ne ho una sulla pesca sportiva, con parecchie figure belle grosse, che l'ho letta diverse volte anche se a pesca non ci sono andato mai, che mi pare una perdita di tempo e io chi perde tempo proprio non lo capisco, la vita e' gia' cosi' corta. Oltretutto qui non c'e' il mare, e poi l'attrezzatura costa.
Il palazzo dove abito ha due ingressi, uno davanti e uno dietro. Io passo sempre da quello davanti perche' quello dietro da' sul seminterrato dove ci sono i garage, e dal momento che io non ho l'automobile non c'e' motivo che passi da li'. Pero' ho anch'io le chiavi del cancello, quello che e' giusto e' giusto. Il garage invece l'ho affittato, fanno sempre comodo quattro baiocchi.
E adesso che sapete lo sfondo, sentite che storia strana che mi e' capitata.
Era domenica mattina e io di solito non esco mai la domenica, ma quella domenica non so perche' sono uscito e se ci ripenso la cosa mi sorprende perche' non avevo proprio niente da fare, non ho mai niente da fare la domenica. Pero' ero uscito, non mi ricordo piu' perche' e magari neanche c'era un perche'.
Adesso mi ricordo in modo un bel po' confuso tutta questa prima parte di quella giornata, invece mi ricordo bene il seguito, da quando ho preso la via del ritorno.
Era caldo e si sudava, e se c'e' una cosa che non sopporto e' sudare. E siccome stavo rientrando verso casa dal lato di dietro, mi venne in mente di non fare il giro del palazzo, ma di entrare dal cancello, quello dei garage. Tanto la chiave ce l'avevo, anzi: era una buona occasione per vedere se apriva ancora, che sono cose che non si sa mai, ogni tanto bisognerebbe controllarle le chiavi, dico io, perche' non si sa mai, poi magari quando ti serve sono guai. Invece andava bene, e il cancello si apri'.
Adesso devo spiegare un po' meglio la topografia. Il condominio dove sto sarebbero un certo numero di edifici tutti attaccati a schiera, e siccome il quartiere e' in discesa, sul lato dell'ingresso principale, il davanti, il livello del pianterreno non coincide con il livello di dietro. Senza farla tanto lunga: il pianterreno del lato di davanti, dell'ingresso principale, sarebbe il primo piano del lato di dietro, non so se mi spiego. Che c'entra? Non c'entra niente, era tanto per dirlo, per la precisione, bisogna sempre cercare di essere precisi, io l'ho imparato nel lavoro all'ufficio, ci fosse una volta che si capisce che vogliono e il lavoro lo devi rifare sempre tre volte a dir poco, e tutti quei numeri, e tutti quei treni, e tutti quegli ordinativi di disinfestante, e mai una volta che le liste dei nomi coincidono.
Cosi' quella domenica per risparmiarmi la fatica dell'aggiramento del palazzo per entrare dall'ingresso principale, che ero gia' tutto sudato e non ne potevo piu', decido di entrare dal lato di dietro, dal lato dei garage. E' tutto qui. Non c'e' niente di strano, no? Le chiavi del cancello ce le ho anch'io. E una volta nel cortile poi ho le chiavi dell'ingresso nell'edificio, l'androncino da dove poi si prende l'ascensore e si arriva al pianerottolo dove sta l'appartamento mio. Tutto qui.
Faceva caldo, ed ero anche stanco. Non riesco a ricordarmi dove diamine ero andato e che diamine avevo fatto, ma ero zuppo di sudore e mi sentivo una stanchezza e una confusione che, insomma, lasciamo perdere.
Cosi' entro dal cancello, poi c'e' una discesetta, e poi sulla sinistra ci sono gli androni, diciamo cosi', che danno sui garage dei vari palazzi a schiera. In pratica tu entri nell'androne e hai di fronte e di lato i garage, fai qualche metro, giri a destra e c'e' la porta che dietro c'e' l'androncino che c'e' l'ascensore che tu ci sali sopra e sei a casa.
Adesso lo so che fa sorridere a dirlo, ma non riuscivo a ricordare se l'ingresso del mio condominio era il quinto, o il sesto, o il settimo o che ne so. E' che io da li' non ci passo mai. Invece l'ingresso principale del condominio mio dall'altro lato del palazzo lo trovo subito, perche' e' subito dietro la fermata dell'autobus, e c'e' davanti un chiosco di giornali che piu' facile di cosi'. Cosi' non mi sono mai messo a contare quanti altri ingressi ci sono a destra e a sinistra dell'ingresso del palazzo mio; che me ne frega a me?
Pero' adesso era un problema. Accipicchia se era un problema.
Pazienza, mi dico, si trattera' di fare un tentativo, se va bene l'azzecco subito e pace, se va male magari dovro' fare tre o quattro tentativi: mettiamola cosi', come un passatempo, per distrarmi un po' e non pensarci piu' al caldo e alla stanchezza e al sudore e a quelle altre macchie scure sulla camicia e sulla giacca e sui calzoni e sulle scarpe che chissa' che diavolo sara' successo.
Naturalmente avevo la chiave della porta che dal seminterrato dei garage da' accesso all'interno del palazzo vero e proprio: apri la porta, chiami l'ascensore, zompi su e via verso casa dove la doccia ti aspetta.
Al primo tentativo la chiave gira e la porta si apre. Che forza, dico. Che senso dell'orientamento. Ma appena messo piede nell'ascensore e pigiato il tasto col numero cinque mi accorgo che c'e' qualcosa di strano. Solo una sensazione, eh, ma mi pare di non riconoscere l'ascensore anche se gli ascensori sono tutti uguali; che c'e' qualcosa di diverso nella luce, o nell'odore o non so che.
A farla breve, sul pianerottolo del quinto piano mi accorgo che di lato alla porta dell'appartamento che dovrebbe essere il mio sul campanello c'e' il nome di un altro, anzi di altre due persone, un uomo e una donna.
Adesso lo dico chiaro e tondo: a me la gente non mi piace. Non mi piace per niente. Cosi' non ho nessuna voglia di stare a discutere con nessuno. Per strada se devo chiedere un'indicazione preferisco starmene zitto e lasciar perdere. Sono fatto cosi'. E' che col lavoro che faccio, e ormai lo faccio da cosi' tanti anni, si impara a conoscere la gente: sono tutte bestie che meritano la forca, tutte.
Ma torniamo a noi: li' per li' resto interdetto; la chiave dell'ingresso dabbasso aveva aperto la porta dell'atrio con l'ascensore,  e fino a qui tutto bene; dovevo forse provare adesso ad infilare nella serratura della porta dell'appartamento la chiave di casa mia e vedere che succedeva? E se non era casa mia e arrivava qualcuno e mi vedeva, che pensava poi?
Cosi' di suonare il campanello non mi andava, ma non mi andava neanche di provare ad aprire. Pero' se non facevo una delle due cose rischiavo di restare li' a fare il fesso chissa' per quanto tempo. Allora mi venne l'idea: salgo di nuovo sull'ascensore, vado al pianterreno, esco dall'ingresso principale, controllo dove mi trovo e verifico senza alcun margine di dubbio se e' l'ingresso giusto o no, e se e' no allora e' un attimo individuare l'ingresso dietro l'edicola dei giornali ed entrare a casa mia casa mia per piccina che tu sia.
Ed ho fatto cosi'.
Arrivo al pianterreno, esco dall'ingresso principale, ma ne' davanti a me, ne' a destra ne' a sinistra, a perdita d'occhio, vedo nessuna edicola, e nessuna fermata del pullman. Niente di niente.
Ne succedono di cose strane se appena uno si discosta dalle abitudini.
Il resto magari ve lo racconto un'altra volta, eh?

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 307 del 27 agosto 2019
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