[Nonviolenza] Cinque cose da fare. Una meditazione al sesto giorno di digiuno contro la strage degli innocenti nel Mediterraneo



CINQUE COSE DA FARE. UNA MEDITAZIONE AL SESTO GIORNO DI DIGIUNO CONTRO LA STRAGE DEGLI INNOCENTI NEL MEDITERRANEO

Cinque cose da fare:
1. continuare a chiedere l'intervento delle magistrature italiana ed internazionali per far cessare i crimini contro l'umanita', l'attentato contro la Costituzione e le violazioni del diritto internazionale che il governo razzista e golpista italiano continua a commettere;
2. continuare a chiedere l'intervento delle istituzioni sovrannazionali di cui l'Italia fa parte affinche' contrastino i crimini contro l'umanita' e le violazioni del diritto internazionale che il governo razzista e golpista italiano continua a commettere;
3. continuare a manifestare in forma rigorosamente nonviolenta - coinvolgendo associazioni e movimenti della societa' civile cosi' come le rappresentanze istituzionali democratiche a tutti i livelli, in tutti i luoghi ed in tutti i modi ragionevoli ed efficaci - l'opposizione di ogni persona di volonta' buona alla violenza razzista, all'istigazione all'odio razzista, alle persecuzioni razziste, alla strage degli innocenti nel Mediterraneo, alla complicita' italiana con gli aguzzini dei lager libici.
4. continuare a prestare aiuto a chi di aiuto ha bisogno, continuare ad accogliere e proteggere i perseguitati, continuare a salvare gli esseri umani in pericolo;
5. avviare un processo costituente di un vero e proprio nuovo Cln, come quello che si oppose al fascismo: un Comitato di liberazione nazionale che si predisponga a presentarsi come coalizione antifascista alle prossime elezioni, che riunisca tutte le forze che si oppongono al razzismo, alla barbarie, alla disumanita'; tutte le forze che si riconoscono nella democrazia, nella difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, nella legalita' che salva le vite, nella Costituzione della Repubblica italiana e nella Dichiarazione universale dei diritti umani.
Il momento e' ora.
La necessaria resistenza nonviolenta deve affrontare e sconfiggere il razzismo, il fascismo che torna, la barbarie.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.

Peppe Sini, al sesto giorno di digiuno contro il criminale "decreto sicurezza della razza bis"

Viterbo, 9 agosto 2019

Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it