[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 289



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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 289 del 6 agosto 2019

In questo numero:
1. Al terzo giorno di digiuno, nell'anniversario della bomba di Hiroshima, un appello all'insurrezione nonviolenta per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo
2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
3. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
4. Al Presidente della Repubblica: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
5. Oggi un presidio a Viterbo
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
8. Corta cantata dello straccio insanguinato

1. L'ORA. AL TERZO GIORNO DI DIGIUNO, NELL'ANNIVERSARIO DELLA BOMBA DI HIROSHIMA, UN APPELLO ALL'INSURREZIONE NONVIOLENTA PER FAR CESSARE LA STRAGE DEGLI INNOCENTI NEL MEDITERRANEO

Ieri il Senato ha approvato in via definita e quindi convertito in legge il cosiddetto "decreto sicurezza della razza bis", che porta ad abissale compimento la trista ripresa e l'ignobile sviluppo delle infami leggi razziste del regime fascista.
Non era mai accaduto nella storia dell'Italia repubblicana che un governo commettesse ed imponesse un insieme di crimini flagranti come l'omissione di soccorso, il sabotaggio e la persecuzione dei soccorritori che salvano vite umane nel Mediterraneo, la brutale imposizione di antigiuridiche e disumane misure di apartheid, una costante delirante pestifera istigazione all'odio razzista.
E il crimine piu' abominevole e' quello che si realizza con il "decreto sicurezza della razza bis": la strage degli innocenti nel Mediterraneo. La morte dei naufraghi nel Mediterraneo. La morte nel Mediterraneo dei superstiti dei lager libici. La morte nel Mediterraneo delle vittime innocenti in fuga da guerre e fame.
Perche' la verita' e' che quel decreto scellerato, sabotando e perseguitando i soccorritori, ha come fine reale e come esito concreto la morte in mare di chi poteva essere soccorso e salvato, ed invece per volonta' del governo italiano e' abbandonato alla morte per annegamento.
E' la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
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Questo decreto mortifero e' evidentemente illegale, poiche' la legge ha come compito primo salvare le vite e garantire la civile convivenza.
Questo decreto mortifero e' evidentemente immorale, poiche' il fondamento di ogni morale e' nel riconoscimento del valore dell'esistenza umana e quindi nel rispetto del diritto alla vita di ogni persona.
Questo decreto mortifero e' evidentemente incostituzionale, poiche' la Costituzione italiana riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, ed il primo e fondamentale di tutti i diritti e' il diritto alla vita.
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Puo' il Presidente della Repubblica permettere che diventi legge la strage degli innocenti? Io credo di no.
Puo' l'Unione Europea, di cui l'Italia fa parte, permettere che uno stato dell'Unione legiferi e realizzi un crimine cosi' orribile? Io credo di no.
Puo' l'Organizzazione delle Nazioni Unite, di cui l'Italia fa parte, permettere che uno stato membro commetta un crimine cosi' mostruoso? Io credo di no.
Possono le competenti magistrature italiane ed internazionali permettere questa strage degli innocenti? Io credo di no.
Ed esorto quindi ancora una volta tutte queste istituzioni ad intervenire per salvare le vite umane in pericolo, per ripristinare la legalita' nel nostro paese, per contrastare i crimini contro l'umanita' e l'attentato contro la Costituzione di cui il governo in carica si e' reso colpevole.
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Ma non posso limitarmi a chiedere alle istituzioni di fare il loro dovere per contrastare la violenza razzista.
Ho il dovere di agire anch'io, e come me ogni persona senziente e pensante, sollecita del bene comune.
E' questo il significato del mio digiuno nonviolento: testimoniare la consapevolezza che chi non si oppone a questo orrore ne e' complice, ed io complice della strage degli innocenti nel Mediterraneo non voglio essere.
E quindi credo che occorra altresi' invitare tutti i cittadini italiani a un'insurrezione nonviolenta per far cessare la strage degli innocenti.
Un'insurrezione nonviolenta del popolo italiano per salvare le vite dei naufraghi tutti.
Un'insurrezione nonviolenta del popolo italiano per garantire ad ogni essere umano in fuga da guerre e fame e violenze il diritto d'asilo nel nostro paese e nel nostro continente, il diritto a giungere sano e salvo in un luogo in cui vivere una vita degna e sicura.
Un'insurrezione nonviolenta del popolo italiano per ripristinare la vigenza della Costituzione repubblicana.
Un'insurrezione nonviolenta del popolo italiano per la legalita' che salva le vite, contro il razzismo assassino, contro il fascismo che torna.
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Nel giorno in cui si fa memoria delle vittime di Hiroshima, nel giorno in cui si riflette sul concreto pericolo di distruzione della civilta' umana che le armi atomiche costituiscono, nel giorno in cui si fa appello ad ogni essere umano e ad ogni umano istituto affinche' vi sia un impegno corale per il disarmo, la pace, la giustizia sociale, il rispetto di ogni essere umano e la difesa dell'intero mondo vivente, ebbene, in questo giorno siano denunciate una volta ancora tutte le violenze e siano enunciati una volta ancora i doveri di solidarieta' che ogni essere umano uniscono ad ogni altro.
Solo la nonviolenza puo' contrastare concretamente ed adeguatamente la violenza e salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Pace, disarmo, giustizia, condivisione del bene e dei beni, mutuo soccorso fra tutti i membri della famiglia umana.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Peppe Sini
al terzo giorno di digiuno contro il criminale "decreto sicurezza della razza bis"
Viterbo, 6 agosto 2019, anniversario della bomba di Hiroshima

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

3. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. REPETITA IUVANT. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: PREGHIERA DI UN IMPEGNO PER IL DISARMO NUCLEARE

Al Presidente della Repubblica
Oggetto: preghiera di un impegno per il disarmo nucleare
Egregio Presidente della Repubblica,
il 7 luglio 2017 la conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Il trattato non solo costituisce un importante progresso sulla via della pace, ma anche - ed ancor piu' - un impegno decisivo in difesa dell'esistenza stessa dell'umanita' che gli armamenti atomici minacciano di distruzione.
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Ricorreva ieri l'anniversario del test di Alamogordo che diede avvio alla "eta' atomica" sulle cui terribili caratteristiche il grande filosofo Guenther Anders ha scritto parole definitive.
E tra poche settimane ricorrera' l'anniversario della bomba su Hiroshima, e poi quello della bomba su Nagasaki.
Come ogni anno il 6 e il 9 agosto l'umanita' si raccogliera' in meditazione; ma tale meditazione deve dar luogo ad azioni concrete.
E l'azione concreta indispensabile e' quella stabilita nel Trattato Onu per l'universale proibizione delle armi atomiche.
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Nel 1981 l'indimenticabile padre Ernesto Balducci in un suo illuminante discorso ebbe a parlare delle "tre verita' di Hiroshima"; mi consenta una testuale citazione di quelle parole.
Diceva padre Balducci: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte. Sul momento fu una verita' intuitiva, di natura etica, ma poi, crollata l'immagine eurocentrica della storia, essa si e' dispiegata in evidenze di tipo induttivo la cui esposizione piu' recente e piu' organica e' quella del Rapporto Brandt. L'unita' del genere umano e' ormai una verita' economica. Le interdipendenze che stringono il Nord e il Sud del pianeta, attentamente esaminate, svelano che non e' il Sud a dipendere dal Nord ma e' il Nord che dipende dal Sud. Innanzitutto per il fatto che la sua economia dello spreco e' resa possibile dalla metodica rapina a cui il Sud e' sottoposto e poi, piu' specificamente, perche' esiste un nesso causale tra la politica degli armamenti e il persistere, anzi l'aggravarsi, della spaventosa piaga della fame. Pesano ancora nella nostra memoria i 50 milioni di morti dell'ultima guerra, ma cominciano anche a pesarci i morti che la fame sta facendo: 50 milioni, per l'appunto, nel solo anno 1979. E piu' comincia a pesare il fatto, sempre meglio conosciuto, che la morte per fame non e' un prodotto fatale dell'avarizia della natura o dell'ignavia degli uomini, ma il prodotto della struttura economica internazionale che riversa un'immensa quota dei profitti nell'industria delle armi: 450 miliardi di dollari nel suddetto anno 1979 e cioe' 10 volte di piu' del necessario per eliminare la fame nel mondo. Questo ora si sa. Adamo ed Eva ora sanno di essere nudi. Gli uomini e le donne che, fosse pure soltanto come elettori, tengono in piedi questa struttura di violenza, non hanno piu' la coscienza tranquilla.
La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva. Fino ad oggi e' stato un punto fermo che la sfera della morale e quella dell'istinto erano tra loro separate, conciliabili solo mediante un'ardua disciplina e solo entro certi limiti: fuori di quei limiti accadeva la guerra, che la coscienza morale si limitava a deprecare come un malum necessarium. Ma le prospettive attuali della guerra tecnologica sono tali che la voce dell'istinto di conservazione (di cui la paura e' un sintomo non ignobile) e la voce della coscienza sono diventate una sola voce. Non era mai capitato. Anche per questi nuovi rapporti fra etica e biologia, la storia sta cambiando di qualita'.
La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'. Non che la guerra sia mai stata considerata, salvo in rari casi di sadismo culturale, un fatto secondo ragione, ma sempre le culture dominanti l'hanno ritenuta quanto meno come una extrema ratio, e cioe' come uno strumento limite della ragione. E difatti, nelle nostre ricostruzioni storiografiche, il progresso dei popoli si avvera attraverso le guerre. Per una specie di eterogenesi dei fini - per usare il linguaggio di Benedetto Croce - l'accadimento funesto generava l'avvenimento fausto. Ma ora, nell'ipotesi atomica, l'accadimento non genererebbe nessun avvenimento. O meglio, l'avvenimento morirebbe per olocausto nel grembo materno dell'accadimento".
Ogni persona ragionevole condivide queste riflessioni, questo monito.
E del resto illustri personalita' come lo scienziato Albert Einstein, il filosofo Bertrand Russell, e con loro altri scienziati e pensatori, fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso promossero l'appello per il disarmo nucleare che recava le preziose, profonde parole: "Non parliamo, in questa occasione, come appartenenti a questa o a quella nazione, continente o credo, bensi' come esseri umani, membri del genere umano, la cui stessa sopravvivenza e' ora in pericolo". Ed ancora: "Ci appelliamo, in quanto esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanita'".
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Il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari e' il frutto della crescente consapevolezza da parte dell'umanita' intera della verita' delle riflessioni sopra ricordate.
Come e' noto, affinche' il trattato divenga vincolante occorre che almeno 50 paesi vi aderiscano e lo ratifichino, ed il numero necessario non e' ancora stato raggiunto.
L'Italia non lo ha ancora sottoscritto, e quindi neanche ratificato.
Eppure non vi e' cittadino italiano - anzi: non vi e' essere umano senziente e pensante - che non sia persuaso della necessita' di evitare la distruzione dell'umanita', della necessita' quindi di abolire le armi atomiche.
Cosa si aspetta allora ad aderire al trattato?
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Molte volte lei ha detto parole vere e sagge di esortazione all'impegno per la pace, la solidarieta', il rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani, la difesa dell'intero mondo vivente.
Voglia ancora una volta esprimersi contro la criminale follia degli armamenti atomici.
Nell'esercizio del suo ruolo, delle sue funzioni e delle sue competenze, voglia far sentire la voce dell'umanita' che invoca la proibizione delle armi nucleari che l'intera umanita' minacciano di distruzione.
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Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene, voglia gradire i piu' cordiali saluti
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 17 luglio 2019

5. INIZIATIVE. OGGI UN PRESIDIO A VITERBO IL 6 AGOSTO

Oggi, 6 agosto 2019, a Viterbo per iniziativa dell'Unione sindacale di base (Usb) si svolgera' un presidio contro le morti sul lavoro, e quindi ovviamente anche contro il razzismo e lo schiavismo; contro le guerre e contro le armi; per la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
All'iniziativa partecipa anche il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera".
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita' intera da ogni violenza e da ogni oppressione.
Appuntamento alle ore 17 in via Caduti sul lavoro; poi alle ore 18 in piazza della Repubblica.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

8. REPETITA IUVANT. CORTA CANTATA DELLO STRACCIO INSANGUINATO

A chi cerca di imporre di nuovo in Italia le antileggi fasciste del '38
noi diciamo no.

A chi cerca di imporre in questo paese schiavitu' e apartheid
noi diciamo no.

A chi vuol fare strame della Costituzione scritta col sangue dei martiri della Resistenza
noi diciamo no.

A chi lascia morire i naufraghi in mare
a chi vuole che i superstiti siano riconsegnati agli aguzzini dei lager in Libia
a chi non riconosce che un essere umano e' un essere umano
noi diciamo no.

Siamo gente semplice
le cose semplici le capiamo
che ogni essere umano ha diritto alla vita
che tu devi aiutare chi di aiuto ha bisogno
che siamo tutti una sola umanita'
con gli stessi diritti e gli stessi doveri.

Siamo gente semplice
ci fa orrore un governo razzista
sappiamo che contro il fascismo assassino
e' dovere di ogni persona onesta insorgere.

Siamo gente semplice
sappiamo che salvare le vite e' il primo dovere.

Siamo gente semplice
vogliamo essere tutti liberi
vogliamo che tutti abbiano uguali diritti
vogliamo che il bene ed i beni fra tutti siano condivisi.

Siamo gente semplice
ci ripugna il fascismo
ci ripugna il razzismo
ci ripugna il maschilismo
ci ripugnano la diseguaglianza e lo sfruttamento
sappiamo di doverci battere
e batterci sappiamo
con la forza della verita'
con la scelta della nonviolenza
per la legalita' che salva le vite
per la liberazione comune
nostra bandiera e' uno straccio insanguinato
del sangue di tutte le vittime memoria.

Siamo gente semplice
quando diciamo no e' no.

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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Numero 289 del 6 agosto 2019
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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