[Nonviolenza] Telegrammi. 3397



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3397 del 25 maggio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Per cosa si vota domenica
2. Enrico Peyretti: Dissacrare i confini, costruire contatti
3. Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti
4. Al Presidente della Repubblica un invito da padre Zanotelli ed altre persone di volonta' buona
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
8. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. L'ORA. PER COSA SI VOTA DOMENICA

Proponiamo una sintesi delle cose dette dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", Peppe Sini, in una conversazione tenuta venerdi' 24 maggio 2019 in piazzale Gramsci dinanzi al cippo che ricorda due uomini e una donna viterbesi assassinati dai nazisti.
Allegati in calce tre appelli diffusi anche in questi giorni dalla struttura nonviolenta viterbese.
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1. Prevalga l'umanita'
Domenica si vota per le elezioni europee, ed in Italia anche per una Regione e per migliaia di Comuni.
Se prevalessero le forze razziste sarebbe una catastrofe non solo in Europa e in Italia, sarebbe una catastrofe nel mondo intero, sarebbe una catastrofe nei luoghi in cui viviamo e sarebbe una catastrofe per i popoli di interi continenti che la violenza razzista, colonialista ed imperialista dei poteri dominanti globali pretende condannare alla fame e alla guerra, alla schiavitu' e alle dittature, alle catastrofi ambientali e alla disperazione.
Non prevalgano i partiti razzisti. Prevalga l'umanita'.
Non prevalga il fascismo. Prevalga l'umanita'.
Non prevalgano gli adoratori della violenza. Prevalga la civilta' che ogni essere umano riconosce e difende, soccorre e sostiene.
Non prevalga la discriminazione e la persecuzione. Prevalga la democrazia, la solidarieta', la dignita' umana.
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2. Domenica si vota per contrastare il fascismo
In molti paesi europei forze politiche esplicitamente razziste e piu' o meno implicitamente o esplicitamente neofasciste sono in aggressiva crescita, ed in alcuni paesi sono gia' tragicamente al governo.
Il voto di domenica deve essere un voto per fermare il fascismo, per respingere il razzismo, per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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3. Domenica si vota per contrastare la guerra
Le forze politiche nazionaliste, scioviniste, neocolonialiste ed imperialiste, mirano a creare una situazione di conflitto e di escalation della violenza, propagandano lo smembramento dell'Unione Europea, propugnano ideologie e pratiche che preludono a nuove guerre in Europa e nel mondo.
Il voto di domenica deve essere un voto contro la guerra, per la pace tra tutti i popoli, per l'eguaglianza di diritti e la solidarieta' fra tutti gli esseri umani.
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4. Domenica si vota per contrastare l'apartheid e la schiavitu'
I partiti razzisti che sono gia' al governo di singoli stati hanno gia' dimostrato quale organizzazione politica, economica e sociale intendono imporre ovunque: un regime di segregazione e di persecuzione, un regime di apartheid e schiavismo.
Il voto di domenica deve essere un voto che afferma la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
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5. Domenica si vota contro i poteri criminali e il regime della corruzione
I partiti razzisti, e soprattutto quelli che sono gia' al governo di singoli stati, hanno gia' dimostrato di essere corrotti e complici dei poteri criminali.
Il voto di domenica deve essere un voto che si oppone alle mafie e alla corruzione, un voto per l'eguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, un voto per la liberazione dell'umanita' intera.
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6. Domenica si vota contro il maschilismo
I partiti fascisti e razzisti, i partiti mafiosi e corruttori, hanno alla base della loro scellerata ideologia il maschilismo, che e' la prima radice e il primo paradigma di ogni oppressione e di ogni violenza.
Il voto di domenica deve essere un voto che si oppone al maschilismo e rivendica il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita' alla solidarieta', alla liberta', alla condivisa felicita'.
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7. Domenica si vota contro l'ecocidio
I partiti fascisti e razzisti, i partiti mafiosi e corruttori, le forze sfruttatrici e oppressive, non solo negano i diritti umani di tutti gli esseri umani, ma esercitano la loro violenza anche contro l'intero mondo vivente.
Il voto di domenica deve essere un voto in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e quindi un voto in difesa dell'intero mondo vivente.
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8. Difendere la democrazia e respingere l'assalto fascista
Domenica si vota contro il fascismo.
Ogni rinuncia al voto aiuta il fascismo.
Ogni voto disperso aiuta il fascismo.
L'attendismo aiuta il fascismo.
La rassegnazione aiuta il fascismo.
La disperazione aiuta il fascismo.
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9. Repetita iuvant
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera che di esso e' parte e custode.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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Allegato primo: Un'esortazione al Quirinale
Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
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Allegato secondo: Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
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Allegato terzo: Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti
Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti.
Non un voto ai partiti del governo razzista e golpista.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Non un voto ai partiti del governo colpevole della conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Non un voto ai partiti del governo colpevole di sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
Non un voto ai partiti del governo razzista e golpista.
Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti.

2. RIFLESSIONE. ENRIO PEYRETTI: DISSACRARE I CONFINI, COSTRUIRE CONTATTI
[Dal sito del "Centro srudi Sereno Regis" di Torino riprendiamo l'intervento di Enrico Peyretti: "Dissacrare i confini, costruire contatti" al seminario "I confini della disobbedienza",  6 maggio 2019, Polo del Novecento, Torino, promosso dall'Associazione di Studi Giuridici sull'Immigrazione, dall'Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini e dal Centro Studi Sereno Regis.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

Intendo il tema datomi come interrogazione su quanto obbedire e quanto disobbedire ai confini. Quindi: "dissacrare" i confini, e pero' valorizzarli come limite e come punti di incontro: da con-fini a con-tatti (territoriali, culturali, personali). Riflettendo sui confini, vediamo: 1) limiti del potere,  2) confini sul territorio, 3) confini tra noi persone, 4) confini dentro di noi persone.
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1. I confini del potere
ll confine piu' importante e' quello posto al potere: nessun potere legittimo e' illimitato; nessuno ha tutto il potere sugli altri; il potere esercitato senza limiti e' prepotenza, offesa, violenza. Il potere, di fatto, tende ad espandersi, a sopraffare: il primo problema relativo al potere, nella vita politica, e' dargli dei limiti chiari.
Lo stato costituzionale di diritto e' tale perche' nessun potere e' assoluto, nemmeno il potere del popolo: art. 1 Cost. "La sovranita' appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
La democrazia e' tale non solo perche' il potere e' del popolo, ma perche' il popolo non puo' fare quello tutto quello che vuole: non puo' opprimere le minoranze, non puo' condannare a morte, ne' a pene che siano "trattamenti contrari al senso di umanita'" (art. 27 Cost.).
Sovrano vuol dire "superiorem non recognoscens": ma nessuno e' al di sopra di tutto, nemmeno il popolo. Populismo e sovranismo sono la pretesa di opprimere altri (all'interno o all'esterno) perche' ogni potere senza regole e limiti e' ingiusto.
Nemmeno il potere della maggioranza e' assoluto: sarebbe "dittatura della maggioranza" (Tocqueville). La democrazia non consiste nel dare tutto alla maggioranza, ma nel mantenere la liberta' e le possibilita' delle minoranze. La democrazia non e' tanto "comanda la maggioranza", quanto "la maggioranza non stracomanda sulle minoranze".
La democrazia e' un sistema intelligente, perche' tutela e coltiva sempre le alternative, dal momento che niente, neppure la migliore giustizia, e' definitiva e completa. La giustizia e' piu' della legge, perche' e' l'obiettivo e il limite della legge. La giustizia non e' individuata sempre dalla maggioranza, ma dal lavoro continuo, ininterrotto, illimitato, della ragione e della coscienza, nel dialogo umano universale, libero, critico, sperimentale, correttivo, amante dell'umanita'.
L'unica cosa al mondo che non ha limiti e confini e' questa ricerca e autocorrezione continua. Il cammino verso la giustizia, per vederla e praticarla, e' il cammino umano infinito. E' la dimensione infinita della finitezza umana. Quindi la nostra alta dignita'.
Nessuno che ha una funzione di potere puo' disobbedire ai confini del potere. Chi ha una funzione di potere deve obbedire ai confini del potere.
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2. Confini sul territorio
Erano dichiarati "sacri" i confini della Patria, percio' ad essi si sacrificavano vite umane, per difenderli, o per allargarli con la conquista. Ritornano falsamente sacri, ora che li si difende contro profughi e migranti. Mentre i profughi hanno bisogno di noi, noi abbiamo bisogno dei migranti.
E' venuta l'ora, nel mondo unificato materialmente, che i confini siano alleggeriti, siano dissacrati e naturalizzati, perche' viene il tempo della vicinanza e della convivenza. E' una malvagia politica quella che indurisce i confini, li rende spinosi e taglienti, cementificati, e chiude i porti - queste braccia aperte, che sono sempre stati e restano sacri per natura, come le vite che vi cercano rifugio; queste aperture da qui ad ogni orizzonte - negandovi l'approdo a chi ha bisogno: crimine di lesa umanita'. E' difficile dire quanto questa provincializzazione e disumanizzazione del potere, e la sua falsita', superi le violenze politiche della storia passata. Importante, davanti a una tale politica, e' soffrire e reagire: soffrire com-passione per gli esclusi, reagire con in-sofferenza e in-dignazione  verso gli escludenti, e con la loro condanna politica.
Oggi, una reazione sana compare, comincia la resistenza. Si moltiplicano le analisi sulla manovra cinica che ha gonfiato una falsa paura negli strati deboli e impoveriti, contro i piu' poveri. Ma piu' importanti sono le prassi civili di accoglienza, di apertura mentale e cordiale alla nuova inevitabile positiva vicinanza e convivenza dei popoli.
La vicinanza e' accresciuta, per necessita', dalle tirannie e dalle guerre che scacciano i poveri dalle loro case e terre, dal degrado della terra, che affama, e spinge dove si spera di vivere meglio; ma e' dovuta anche - in positivo - alla comunicazione tra i popoli e al dialogo tra le culture e le forme di vita.
I confini duri, esaltati, tagliano l'umanita' come il machete nel genocidio in Rwanda. Il confine piu' duro e' il "fronte" di guerra, dove una parte nega e colpisce l'altra. Ma oggi la guerra non e' piu' su un confine territoriale, e' universalizzata, dal cielo alla terra, da vicino e da lontano, contro tutta una terra abitata: e' guerra contro i popoli. La distruttivita' e' totale, minacciati siamo tutti. Il confine di guerra e' dovunque, la guerra e' nella volonta' di potenza e di rapina, e' nei calcoli disumani, nella tecnocrazia senza scopi umani.
Si puo' sperare, si deve sperare attivamente - se riusciremo ad evitare la catastrofe nucleare e ambientale, e a spegnere gli spiriti di odio - che l'umanita' proceda all'unita' nella diversita', all'universalismo diversificato, alla pluralita' delle vie verso il compimento umano.
Ma ora, nell'immediato, bisogna disobbedire alle politiche crudeli, soprattutto liberare i poveri dall'inganno del pifferaio che li scatena contro altri poveri, per usarli come servi del suo potere. Dare al popolo un nemico, quello che sta di la' dal fiume, serve ad adescarne gli istinti piu' rozzi, ignoranti della nuova realta'. Il tema politico e' piu' che mai: quale umanita'? Forse, se ci aiutiamo tutti, riusciremo. La politica e' il vivere insieme, quindi e' coscienza di umanita', prima che potere, prima che azione.
Ai confini induriti, inferociti, bisogna disobbedire, in nome dell'unita' umana: molteplice e dialettica, ma unita'. Questo e' il prodigio e il valore della civilta' planetaria: liberamente insieme nella libera diversita'.
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3. Confini tra noi persone
Ecco un cammino per noi: lo straniero diventa un vicino, il confine si chiama vicinato. Ogni con-fine e' un con-tatto, occasione di incontro. Il limite mio e il limite tuo com-baciano. Dobbiamo rispettarci, e possiamo anche toccarci, uscire dalla miseria della distanza e chiusura.
Questo vale anche per i nostri corpi, che si toccano felicemente quando riconoscono il limite e il rispetto, l'alterita'. L'alterita' ci da' consistenza piu' che estraneita'. La violenza fisica, criminale, sessuale, e' disobbedienza al confine-diritto personale, che e' sacro, in quanto superiore ad ogni volonta' di potenza.
Lo scontro e' la negazione dell'incontro. Il nemico mi nega nel mio essere, mi annulla, come io annullo lui. Fare fronti di inimicizia, fare nemico il diverso, chiamare "invasione" l'incontro, e' tagliare l'umanita': non rompe solo la comunita' dei popoli, ma la nostra personale umanita'. La quale si nutre alla fonte dell'umanita' universale, madre di tutti noi, fisicamente, culturalmente, spiritualmente.
I confini personali distinguono ma con-giungono, con-giungono ma non con-fondono. Io devo limitarmi perche' tu viva, per non invaderti, "occuparti"; e cosi' tu devi limitarti per non "prendermi", occuparmi, conquistarmi. Liberta' e solidarieta' sono una congiunzione articolata, come la "insocievole socievolezza" vista da Kant, come le articolazioni del nostro corpo, capacita' di differente azione. Ne' l'una ne' l'altra sono tutto. Sono tutto insieme. Io vivo grazie a te, se mi riconosci e ti fermi davanti a me. Tu vivi grazie a me se ti riconosco e mi fermo davanti a te. Mi fermo, ti fermi, dove ci incontriamo, dove facciamo un insieme di liberi non solitari, nel dialogo e nella collaborazione.
Ci dice Emmanuel Levinas: si ha coscienza di se' solo nell'incontro con l'altro. Il volto dell'altro e' specchio del mio. Non vedo e non ho coscienza del mio volto, del mio essere, se non vedendo e riconoscendo il tuo. Un esempio banale, scusate: io vedo nel volto dei miei coetanei il mio invecchiare, che non vedo sul mio.
Tra me e te c'e' un confine, che rispetto, che non valico, ma ecco che io mi ritrovo anche di la' dal confine, riconoscendomi in te. E viceversa. Differenti, abbiamo in comune l'essere umani. Su questo si basa l'universale "regola d'oro", il principio etico presente, in formulazioni assai simili, in tutte le civilta', le morali, le religioni: "Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu. Non fare agli altri quel che non vorresti che fosse fatto a te". La ragione di questo respiro per vivere, e' l'uguaglianza di valore tra tutti noi, attraverso tutte le possibili differenze; e' l'unita' nell'alterita'.
Sul tema dei confini e contatti tra le culture, tra le spiritualita' umane, ci limitiamo ora a segnalare quella linea di pensiero universalista-pluralista, fondamento della pace plurale, espressa da alcune maggiori voci, attraverso tempi e luoghi, nelle culture greco-romana, cinese, indiana, biblica, cristiana, islamica, rinascimentale, riformata-evangelica, moderna pluralista, gandhiana, ecumenica (un autore che ha ricapitolato e promosso questo pensiero e' Pier Cesare Bori, Per un percorso etico tra culture, Carocci 2003; Pluralita' delle vie, Feltrinelli, 2000; Universalismo come pluralita' delle vie, Marietti 2004).
I confini - territoriali, culturali, sociali, interpersonali - sono indicatori delle ricca colorata varieta' umana. Usare i confini come taglienti e negatori vuol dire offendere l'umanita' in ciascuna persona e in ciascuna forma di civilta' umana.
In questo cammino di civilizzazione, l'Italia puo' vantare il grande art. 3 della Costituzione, che afferma l'uguale dignita' delle persone, senza alcuna discriminazione, senza tagli che ammettano alcuni ed escludano altri. Se c'e' qualcosa di sacro (senza uso di questo termine) nella nostra Costituzione, e' questo art. 3, cosi' forte che impegna la Repubblica, cioe' la politica, cioe' obbliga ogni governo, a "rimuovere gli ostacoli" che di fatto limitano questo valore, percio' sono indebiti confini dell'eguaglianza: "Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge", con esclusione di ogni discriminazione. Le discriminazioni escluse sono tali che qui si deve intendere "cittadini" non in senso nazionale, di sangue, ne' burocratico, di registrati allo stato civile, come non e' da intendere i cittadini uomini e non donne, ma nel semplice significato di esseri umani.
Tanto e' vero che, poiche' troviamo tra le distinzioni escluse costituzionalmente anche la razza, anche le condizioni personali e sociali, dobbiamo giudicare che una politica governativa, come l'attuale, che riduca a reato la condizione dello straniero non registrato, che respinga migranti bisognosi di riparo e li sequestri  fuori dai "porti chiusi", che respinga profughi in paesi che li maltrattano gravemente, sia una politica che viola profondamente l'art. 3 della Costituzione, percio' davvero una politica illegittima, da contrastare, a cui resistere e dkisobbedire, in forma democratica e nonviolenta, cioe' con la forza della non-collaborazione.
E cio', nonostante il consenso popolare contrario al patto costituzionale. Cosi' come nessun consenso popolare potrebbe introdurre la pena di morte, esclusa dall'art. 27 Cost. (tolta anche, con la legge 25 ottobre 2007, l'eccezione crudele delle leggi militari di guerra).
Ecco, confine - nel senso di limite invalicabile che l'Italia si e' dato in Costituzione, e che non possiamo superare senza violare qualcosa di veramente sacro - e' la discriminazione tra gli esseri umani, percio' la riduzione dei diritti personali inviolabili degli stranieri. Davanti a tale violazione la politica deve retrocedere. Superare questo confine e' perdere senso umano. Come la ringhiera del balcone e' il vero salutare confine del mio spazio abitabile, vivibile. Non mi impedisce: mi protegge. Il divieto costituzionale protegge la civilta' etico-politica italiana dal precipitare nell'imbarbarimento neo-fascista e nazional-razzista.
I limiti delle possibilita' pratiche di accoglienza di profughi e migranti sono  comprensibili, ma non e' giustificabile, davanti alla legge fondamentale della Patria, che si riducano volontariamente quelle possibilita', mancando a doveri di solidarieta' nella Patria umana, che costituiscono la civilta' di un popolo.
Ai confini escludenti e respingenti bisogna disobbedire. Ai confini punti d'incontro bisogna collaborare.
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4. Confini dentro di noi
Ma il tema non e' solo politico. C'e' un confine anche dentro di noi. "Io stesso sono altro da me, ospite, migrante, estraneo a me stesso" (Carlo Bolpin "Io straniero a me stesso", rivista Esodo n. 1, 2019). Qualcuno mi avverte: guardiamo anche il Salvini che e' in noi. Co-scienza, ri-flessione, de-cisione: sono atti di ritorno su noi stessi, atti di controllo e di scelta sul confine tra cio' che vogliamo e cio' che non vogliamo essere, tra cio' che dobbiamo o non dobbiamo essere; sono atti di controllo sul vero o il falso di noi stessi, sulla differenza tra umano e disumano, tra giusto e ingiusto in noi, perche' la decisione intima personale si rifletta anche, mediante la collaborazione morale, nell'ethos comune e nella politica.
Se non chiariamo il confine personale interno, non abbiamo accesso alla coscienza umana universale. Allora si ricorre a identitarismi parziali e contrapposti, a falsi universali, per esempio, all'idea del suprematismo razziale bianco, oggi rappresentata da uomini di potere tanto quanto dai terroristi. Dal barbaro nazista Blut und Boden ("sangue e suolo", "sangue e terra") al rozzo "America first", "Prima gli italiani", "Prima l'Italia" c'e' la continuita' di una miserabile riduzione umana, che tutti ci offende.
La coscienza umana universale, assimilata nelle coscienze personali, e' la piu' profonda garanzia del rispetto anche dei propri diritti e dignita', dei diritti e della dignita' del proprio popolo, cultura, civilta'. Io mi sento ben riconosciuto e rispettato nella mia dignita' e diritti, se avverto che tu hai coscienza della dignita' di ogni altra persona umana, prima di me. Cosi', la tua garanzia del mio rispetto per te, ben prima che nella legge, sta nella mia coscienza del valore di ogni persona.
Oggi - nell'incontro dei popoli, nel comune rischio dei danni ambientali irreparabili, e delle guerre alimentate dai suprematismi e dal libero criminale mercato di armi - l'opera politica e civile piu' necessaria e' abbassare i confini escludenti, gettare ponti di conoscenza, di riconoscimento e di accoglienza solidale, tra le culture, tra le persone, perche' il destino umano e' sempre piu' comune, inseparabile. A questo argine universale alla disumanizzazione, e' nostro dovere, e anche sana convenienza, obbedire attivamente.

3. REPETITA IUVANT. ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ED EUROPEE NON UN VOTO AI PARTITI RAZZISTI

Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti.
Non un voto ai partiti del governo razzista e golpista.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Non un voto ai partiti del governo colpevole della conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Non un voto ai partiti del governo colpevole di sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
Non un voto ai partiti del governo razzista e golpista.
Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti.

4. INIZIATIVE. AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UN INVITO DA PADRE ZANOTELLI ED ALTRE PERSONE DI VOLONTA' BUONA

Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, tante altre persone di volonta' buona e varie associazioni di solidarieta' chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo.
Di seguito il testo dell'appello e le prime adesioni.
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Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene,
Paolo Adomi, Firenze
Gianfranco Aldrovandi, Guastalla (Reggio Emilia)
Paola Alforno, Carde' (Cuneo)
Rocco Altieri, Pisa
Maria Giulia Amadasi
Nadia Amaroli, Bologna
Ferdinando Aranci, Librerie Silvio D'Amico, Roma
Pier Giuseppe Arcangeli, Viterbo
Monica Ascanelli, Ferrara
Anna Atti, Parma
Franco Avati, Verona
Luciano Bagoli
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, Imola (Bologna)
Marco Barbieri, Collesalvetti (Livorno)
Giuseppe Barone
Bruno Bellerate, Rocca di Papa (Roma)
Remo Bellesia, Rolo (Reggio Emilia)
Walter Beltrame, Maser (Treviso)
Pietro Benedetti, Tuscania (Viterbo)
Gabriella Bentivoglio, Macerata
Marilena Bertini, presidente Comitato Collaborazione Medica
Mariaxaveria Bertola, Alba (Cuneo)
Mariateresa Bertoldi, Incisa Valdarno (Firenze)
Cecilia Bevicini, Firenze
Moreno Biagioni, Firenze
Ines Biemmi
Marino Bisso, Rete Nobavaglio
Giuliana Bonosi, Firenze
Adriano Borchi
Franco Borghi, Cento (Ferrara)
Tina Borgogni Incoccia
Cesare Borrometi, Ragusa
Anna Bravo
don Roberto Briolotti, Pavia
Valentina Bruno
Giuseppe Bruzzone
Antonio Buono, Napoli
Silvia Burzio, Sori (Genova)
Maria Teresa Cacciari, Bologna
Giuseppe Callegari, Grazie di Curtatone (Mantova)
Dario Cambiano, Torino
Carlo Maria Cananzi, Napoli
Franco Capelli, Voghera (Pavia)
Francesco Domenico Capizzi, Bologna
Maria Agnese Cardini, Rignano sull'Arno (Firenze)
Alberto Caroncini, Udine
Claudio Carrara, del Mir di Padova
Chiara Casella, Travo (Piacenza)
Paola Cavallari, Bologna
Chiara Cavallaro, Roma
Marianna Cavalli, Brescia
Andrea Cecconi, Fondazione Ernesto Balducci
Fiorentina Charrier
Anna Chiappini
Raimondo Chiricozzi
Stefano Ciccone, Roma
Giorgio Cingolani, Pino Torinese
Maria Paola Clarini, Roma
Ornella Clementi
Giancarla Codrignani
Raya Cohen
Matilde Consoli, Bagheria (Palermo)
Antonio Corbeletti, Voghera (Pavia)
Alessandro Cortesi op, Pistoia
Nicoletta Crocella
Anna Maria Dal Lago
Augusto Dalmasso, Alba (Cuneo)
Roberto Dati
Lucia Davico, Alba (Cuneo)
Maria De Carli
Vincenzo De Florio
Marcella Delle Donne
Adriana De Mitri, Lecce
Giorgio Demurtas
Marcella Denegri
Ivano Di Cerbo
Giustina Diligenza, Arzano (Napoli)
Mario Di Marco, Viterbo
don Pierluigi Di Piazza, parrocchia di San Michele Arcangelo, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Gabriele Di Tonno
Angela Dogliotti
Roberto Escobar, Milano
Eva Esposito, Napoli
Lucia Evangelisti
Nica Fabozzi de Maio, Pozzuoli (Napoli)
Sergio Falcone, Roma
Franco Fantozzi, Capannori (Lucca)
Beniamino Favaro, Mogliano Veneto
Biagio Favaro', Palermo
Laura Favro Bertrando, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Giordana Ferron
don Roberto Fiorini, Mantova
Elisabetta Flick, Roma
Giordana Fochi
Lorena Fornasir
Gloria Frittelli Aziz, Firenze
Nicola Froggio Francica
Elena Gajani Monguzzi, Macerata
Giuseppe Gallelli, Cecina (Livorno)
Lanfranco Genito, WeBottega per la Pace, Napoli
Mauro Gentilini, Roma
Giuseppina Giacomazzi, Roma
Maria Laura Giannini
Maria Gianotti
Pasqualina Gilardi, Castiglione Torinese
Rosa Maria Giolitti, Roma
Daniela Giordano, Roma
Laura Giuffrida, Messina
Manuela Giugni, Rete antirazzista, Firenze
Margherita Granero
Raffaella Gritti
Andrea Indellicati
Chiara Ingrao
Vincenzo Iorio
Silvio Lancisi, Pian di Sco' (Arezzo)
Monica Lanfranco
Renata La Rovere, Donne in nero, Napoli
Raniero La Valle
Massimo Lazzarino, Pinerolo (Torino)
Antonella Litta
Alfredo Llana, Buenos Aires
Giampietro Lodi Rizzini, Sabbioneta (Mantova)
Pierpaolo Loi, Monserrato (Cagliari)
Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (Cuneo)
Edoardo Longobardi
Eugenio Longoni, Monza
Andrea Lopes Pegna
Irene Lopez, Milano
Daniele Lugli, Ferrara
Linda Maggiori
Silvana Magni, Varese
Alessandra Mambelli, Pax Christi, Ferrara
Gianfranco Mammone, Chiaravalle Centrale (Catanzaro)
Isabella Manara, Pistoia
Giovanni Mandorino
Matteo Marabini
Beppe Marasso
Angela Marchini
Luisa Marchini
Alessandro Marescotti, Taranto
Carlo Alberto Mari
Ornella Martella, Roma
Gian Marco Martignoni, Varese
Giuliana Martirani, Napoli
Domenico Massano, Asti
Domenico Matarozzo
Vittorio Mazzone
Clementina Mazzucco, Rivoli (Torino)
Dario Mencagli, Tuscania (Viterbo)
Maurizio Meschino, Roma
p. Carmine Miccoli, Lanciano
Sara Michieletto
Roberto Mina
Francesca Moccagatta, Firenze
Gianfranco Monaca, Asti
Cristina Mondini, Ala (Trento)
Pierantonio Montecucco, Voghera (Pavia)
Luisa Morgantini
Rosangela Mura
Demir Mustafa
Anna Nacci, Ostuni (Brindisi)
Grazia Naletto, Lunaria, Roma
Laura Nanni, Roma
Pina Natale, Roma
Silvana Natali, Mantova
Amalia Navoni, Milano
Gianni Novelli, Cipax, Roma
Emilia Pacelli, Orte (Viterbo)
Giuseppe Padovano, Foggia
Elio Pagani, Punto Pace di Pax Christi di Tradate (Varese)
Vittorio Pallotti
Gaia Pallottino, Roma
Marco Palombo
Edda Pando
Paola Panie', Torino
Sergio Paronetto, presidente del Centro studi di Pax Christi Italia
Maria Luisa Paroni, Sabbioneta (Mantova)
Diego Passini, Comunita' cristiana di base di Bologna
Maria Paola Patuelli, del Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna
Italo Pent, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Maria Speranza Perna, Napoli
Donato Perreca
Enrico Peyretti, Torino
Cinzia Picchioni
Giampaolo Pierotti, Casalecchio di Reno (Bologna)
Francesca Piras, Alba (Cuneo)
p. Giorgio A. Pisano, Portici (Napoli)
Alessandro Pizzi, Soriano nel Cimino (Viterbo)
Rocco Pompeo
Giuliano Pontara, Stoccolma
Ettore Prattico
Carlo Presciuttini, Terni
Anna Puglisi, Palermo
Alberto Quagliata, Roma
Pilar Quarzell Castel
Massimo Radice
Marco Ramazzotti
Mariella Ratti, La Spezia
Gianluigi Redaelli
Maria Ricciardi Giannoni, Parma
Monica Righini, Gualtieri (Reggio Emilia)
Annamaria Rivera, Roma
Alessandra Romano, Battaglia Terme (Padova)
Roberto Romizi, Arezzo
Dina Rosa, Casalmaggiore (Cremona)
Monica Rostoni, Villa Cortese (Milano)
p. Agostino Rota Martir, Pisa
Patrizia Rubbiani, Modena
Romilda Saetta, Pistoia
Luciana Salibra, Firenze
Donato Sampietro
Antonia Sani, Roma
Umberto Santino, Palermo
Maria Santo, Viterbo
Alessandro Santoro, prete delle Piagge (Firenze)
Giovanni Sarubbi, Monteforte Irpino (Avellino)
Barbara Savardi Danesi
Luciano Scalettari
Manlio Schiavo, Bagheria (Palermo)
Lilia Sebastiani, Terni
Bruno Segre
Giorgio Silvani, Voghera (Pavia)
Peppe Sini, Viterbo
Andreina Siri, Savona
Ezio Smeriglio
Andrea Spila, Traduttori per la Pace
Marino Tambuscio, Vado Ligure
Sergio Tanzarella
Roberta Tarquini, Viterbo
don Marco Tenderini, Lecco
Sandra Teroni, Firenze
Ada Tomasello, Viterbo
Stefano Toppi, Roma
Anna Maria Trevisani, Cento (Ferrara)
Anna Rita Trulli
Olga Turchetto, Treviso
Olivier Turquet
Laura Tussi
Mao Valpiana, Verona
Elio Veltri, Pavia
Donella Verdi, Firenze
Antonio Vermigli, Quarrata (Pistoia)
Guido Viale
Corinna Vicenzi, Capalbio (Grosseto)
Giulio Vittorangeli, Tuscania (Viterbo)
Giancarlo Zambelli, Boretto (Reggio Emilia)
Paola Zampa
Paolo Zanni, Modena
padre Alex Zanotelli
Luisa Zanotelli
Silvia Zaru
Patrizia Zerbini
Franca Zucalli, Roma
Associazione "Amalipe Romano"
Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale "Ernesto Balducci" onlus, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Associazione Ex Lavanderia, Roma
Associazione Italia-Nicaragua, Livorno
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione Italianisudamericani, Buenos Aires
Associazione "Un bambino per amico", Gualtieri (Reggio Emilia)
Assopace Palestina
Campagna "Balconi Salva Gente"
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Gandhi onlus
"Collettivo nonviolento uomo ambiente" della Bassa (Reggio Emilia)
Comunita' del Carmine di Voghera (Pavia)
Comunita' delle Piagge (Firenze)
Comunita' cristiana di base Viottoli di Pinerolo (Torino)
Donne in nero di Varese
Gruppo Raab
Lega obiettori di coscienza di Verona
Peacelink
rivista "Pretioperai"
Rete civica livornese contro la nuova normalita' della guerra
Rete Radie' Resch di Foggia
Rete Radie' Resch di Mogliano Veneto (Treviso)
Rete Radie' Resch di Quarrata (Pistoia)
Rete Radie' Resch di Treviso
Tavolo per la pace, Monte Orfano Franciacorta Rovato (Brescia)
*
Per adesioni: centropacevt at gmail.com
Per scrivere direttamente al Presidente della Repubblica: dalla home page del sito www.quirinale.it cliccare sull'icona della busta postale in alto al centro e successivamente compilare il format.

5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

6. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

8. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Teresa De Lauretis, Umberto Eco, La Nuova Italia, Firenze 1981, pp. 118.
- Jacqueline Russ, L'etica contemporanea, Il Mulino, Bologna 1997, pp. XII + 104.
*
Riedizioni
- Gianni Oliva, Gli alpini. Dal 1872 a oggi, Mondadori, Milano 2017, Societa' Europea di Edizioni, Milano 2019, pp. X + 262, euro 9,90.
- Luigi Scollo e Pietro Compagni, I bersaglieri. Storia e uniformi del corpo dalla fondazione ad oggi, Societa' Europea di Edizioni, Milano 2019, pp. IV + 138(+ ampio repertorio fotografico), euro 9,90.
*
Fantascienza
- James Blish, Guerra al grande nulla, Mondadori, Milano 1981, 2019, pp. 208, euro 6,90.
- Murray Leinster, L'uomo che vedeva gli atomi, Mondadori, Milano 1979, 2019, pp. 192, euro 6,90.
*
Maestre
- Hannah Arendt, La banalita' del male, Feltrinelli, Milano 1964, 1993, pp. 318.
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita', Milano 1967, 1996, pp. LVI + 712.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3397 del 25 maggio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
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L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com