[Nonviolenza] Telegrammi. 3394



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3394 del 22 maggio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Padre Zanotelli ed altre duecento persone scrivono al Quirinale
2. Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. Un dialogo pedagogico di Senzacravatta e Collacravatta
5. Jan Palach e Jerry Prince. Una lettera al Presidente della Repubblica del 4 febbraio 2019
6. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
7. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
8. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. PADRE ZANOTELLI ED ALTRE DUECENTO PERSONE SCRIVONO AL QUIRINALE

Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, ed altre duecento persone e varie associazioni di solidarieta' chiedono al Presidente della Repubblica di intervenire per far cessare l'ecatombe nel Mediterraneo.
Di seguito il testo dell'appello e le prime adesioni.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
fermi l'ecatombe in corso nel Mediterraneo richiamando il governo al dovere di soccorrere i naufraghi, di salvare le vite umane in pericolo.
E' il governo italiano, che da un anno sta facendo di tutto per impedire che i naufraghi siano soccorsi e recati in salvo nel nostro paese, il primo responsabile della mattanza di esseri umani nel Mediterraneo: potrebbe salvarli tutti, ed invece decide di farli morire.
Chiunque lo vede, chiunque lo sa. Tacere significa essere complici di un immane massacro.
Lei e' il Presidente della Repubblica, il primo magistrato del nostro paese: nelle forme previste dall'ordinamento, nel pieno adempimento dei suoi doveri istituzionali, intervenga per far cessare la strage, intervenga per impedire altre morti di esseri umani innocenti ed inermi.
Dal profondo del cuore la preghiamo.
Augurandole ogni bene,
Paolo Adomi, Firenze
Gianfranco Aldrovandi, Guastalla (Reggio Emilia)
Paola Alforno, Carde' (Cuneo)
Rocco Altieri, Pisa
Maria Giulia Amadasi
Nadia Amaroli, Bologna
Ferdinando Aranci, Librerie Silvio D'Amico, Roma
Pier Giuseppe Arcangeli, Viterbo
Anna Atti, Parma
Franco Avati, Verona
Luciano Bagoli
don Franco Barbero
Daniele Barbieri, Imola (Bologna)
Marco Barbieri, Collesalvetti (Livorno)
Remo Bellesia, Rolo (Reggio Emilia)
Pietro Benedetti, Tuscania (Viterbo)
Gabriella Bentivoglio, Macerata
Marilena Bertini, presidente Comitato Collaborazione Medica
Mariaxaveria Bertola, Alba (Cuneo)
Mariateresa Bertoldi, Incisa Valdarno (Firenze)
Cecilia Bevicini, Firenze
Moreno Biagioni, Firenze
Marino Bisso, Rete Nobavaglio
Giuliana Bonosi, Firenze
Franco Borghi, Cento (Ferrara)
Tina Borgogni Incoccia
Cesare Borrometi, Ragusa
Anna Bravo
don Roberto Briolotti, Pavia
Valentina Bruno
Maria Teresa Cacciari, Bologna
Giuseppe Callegari, Grazie di Curtatone (Mantova)
Dario Cambiano, Torino
Franco Capelli, Voghera (Pavia)
Francesco Domenico Capizzi, Bologna
Maria Agnese Cardini, Rignano sull'Arno (Firenze)
Alberto Caroncini, Udine
Claudio Carrara, del Mir di Padova
Paola Cavallari, Bologna
Chiara Cavallaro, Roma
Marianna Cavalli, Brescia
Andrea Cecconi, Fondazione Ernesto Balducci
Fiorentina Charrier
Raimondo Chiricozzi
Stefano Ciccone, Roma
Ornella Clementi
Giancarla Codrignani
Raya Cohen
Nicoletta Crocella
Anna Maria Dal Lago
Augusto Dalmasso, Alba (Cuneo)
Roberto Dati
Lucia Davico, Alba (Cuneo)
Vincenzo De Florio
Marcella Delle Donne
Giorgio Demurtas
Marcella Denegri
Ivano Di Cerbo
Mario Di Marco, Viterbo
don Pierluigi Di Piazza, parrocchia di San Michele Arcangelo, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Angela Dogliotti
Roberto Escobar, Milano
Sergio Falcone, Roma
Franco Fantozzi, Capannori (Lucca)
Beniamino Favaro, Mogliano Veneto
Laura Favro Bertrando, Sant'Antonino di Susa (Torino)
don Roberto Fiorini, Mantova
Elisabetta Flick, Roma
Giordana Fochi
Gloria Frittelli Aziz, Firenze
Nicola Froggio Francica
Mauro Gentilini, Roma
Giuseppina Giacomazzi, Roma
Maria Laura Giannini
Maria Gianotti
Rosa Maria Giolitti, Roma
Laura Giuffrida, Messina
Manuela Giugni, Rete antirazzista, Firenze
Andrea Indellicati
Chiara Ingrao
Vincenzo Iorio
Silvio Lancisi, Pian di Sco' (Arezzo)
Monica Lanfranco
Renata La Rovere, Donne in nero, Napoli
Raniero La Valle
Antonella Litta
Alfredo Llana, Buenos Aires
Giampietro Lodi Rizzini, Sabbioneta (Mantova)
Pierpaolo Loi, Monserrato (Cagliari)
Giacomo Lombardo, sindaco di Ostana (Cuneo)
Edoardo Longobardi
Eugenio Longoni, Monza
Andrea Lopes Pegna
Irene Lopez, Milano
Daniele Lugli, Ferrara
Silvana Magni, Varese
Giovanni Mandorino
Beppe Marasso
Luisa Marchini
Alessandro Marescotti, Taranto
Carlo Alberto Mari
Gian Marco Martignoni, Varese
Giuliana Martirani, Napoli
Domenico Massano, Asti
Domenico Matarozzo
Vittorio Mazzone
Clementina Mazzucco, Rivoli (Torino)
Dario Mencagli, Tuscania (Viterbo)
p. Carmine Miccoli, Lanciano
Sara Michieletto
Roberto Mina
Francesca Moccagatta, Firenze
Gianfranco Monaca, Asti
Cristina Mondini, Ala (Trento)
Pierantonio Montecucco, Voghera (Pavia)
Luisa Morgantini
Rosangela Mura
Anna Nacci, Ostuni (Brindisi)
Grazia Naletto, Lunaria, Roma
Laura Nanni, Roma
Pina Natale, Roma
Silvana Natali, Mantova
Amalia Navoni, Milano
Gianni Novelli, Cipax, Roma
Emilia Pacelli, Orte (Viterbo)
Giuseppe Padovano, Foggia
Elio Pagani, Punto Pace di Pax Christi di Tradate (Varese)
Vittorio Pallotti
Gaia Pallottino, Roma
Marco Palombo
Edda Pando
Sergio Paronetto, presidente del Centro studi di Pax Christi Italia
Maria Luisa Paroni, Sabbioneta (Mantova)
Diego Passini, Comunita' cristiana di base di Bologna
Maria Paola Patuelli, del Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna
Italo Pent, Sant'Antonino di Susa (Torino)
Maria Speranza Perna, Napoli
Enrico Peyretti, Torino
Cinzia Picchioni
Giampaolo Pierotti, Casalecchio di Reno (Bologna)
Francesca Piras, Alba (Cuneo)
p. Giorgio A. Pisano, Portici (Napoli)
Rocco Pompeo
Giuliano Pontara, Stoccolma
Carlo Presciuttini, Terni
Alberto Quagliata, Roma
Pilar Quarzell Castel
Massimo Radice
Marco Ramazzotti
Mariella Ratti, La Spezia
Maria Ricciardi Giannoni, Parma
Monica Righini, Gualtieri (Reggio Emilia)
Annamaria Rivera, Roma
Alessandra Romano, Battaglia Terme (Padova)
Dina Rosa, Casalmaggiore (Cremona)
Monica Rostoni, Villa Cortese (Milano)
p. Agostino Rota Martir, Pisa
Romilda Saetta, Pistoia
Luciana Salibra, Firenze
Antonia Sani, Roma
Maria Santo, Viterbo
Alessandro Santoro, prete delle Piagge (Firenze)
Giovanni Sarubbi, Monteforte Irpino (Avellino)
Barbara Savardi Danesi
Luciano Scalettari
Lilia Sebastiani, Terni
Bruno Segre
Giorgio Silvani, Voghera (Pavia)
Peppe Sini, Viterbo
Ezio Smeriglio
Andrea Spila, Traduttori per la Pace
Marino Tambuscio, Vado Ligure
Sergio Tanzarella
Sandra Teroni, Firenze
Ada Tomasello, Viterbo
Stefano Toppi, Roma
Olga Turchetto, Treviso
Olivier Turquet
Laura Tussi
Mao Valpiana, Verona
Guido Viale
Corinna Vicenzi, Capalbio (Grosseto)
Giulio Vittorangeli, Tuscania (Viterbo)
Giancarlo Zambelli, Boretto (Reggio Emilia)
Paola Zampa
padre Alex Zanotelli
Luisa Zanotelli
Silvia Zaru
Patrizia Zerbini
Franca Zucalli, Roma
Associazione Centro di accoglienza e di promozione culturale "Ernesto Balducci" onlus, Zugliano, Pozzuolo del Friuli
Associazione Ex Lavanderia, Roma
Associazione Italia-Nicaragua, Livorno
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
Associazione Italianisudamericani, Buenos Aires
Associazione "Un bambino per amico", Gualtieri (Reggio Emilia)
Assopace Palestina
Campagna "Balconi Salva Gente"
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Centro Gandhi onlus
"Collettivo nonviolento uomo ambiente" della Bassa (Reggio Emilia)
Comunita' del Carmine di Voghera (Pavia)
Comunita' delle Piagge (Firenze)
Comunita' cristiana di base Viottoli di Pinerolo (Torino)
Donne in nero di Varese
Gruppo Raab
Lega obiettori di coscienza di Verona
Peacelink
rivista "Pretioperai"
Rete civica livornese contro la nuova normalita' della guerra
Rete Radie' Resch di Foggia
Rete Radie' Resch di Mogliano Veneto
Rete Radie' Resch di Treviso
Tavolo per la pace, Monte Orfano Franciacorta Rovato (Brescia)
*
Per adesioni: centropacevt at gmail.com
Per scrivere direttamente al Presidente della Repubblica: dalla home page del sito www.quirinale.it cliccare sull'icona della busta postale in alto al centro e successivamente compilare il format.

2. REPETITA IUVANT. ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE ED EUROPEE NON UN VOTO AI PARTITI RAZZISTI

Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti.
Non un voto ai partiti del governo razzista e golpista.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia.
Non un voto ai partiti del governo colpevole della conclamata volonta', espressa in piu' forme ed occasioni, di far si' che i naufraghi superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di persecuzione razzista ed effettuale favoreggiamento della riduzione in schiavitu' attraverso criminali e criminogene misure contenute nel cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Non un voto ai partiti del governo colpevole di sequestro di persona aggravato, reato per il quale i complici del governo che siedono in Senato hanno impedito alla magistratura italiana di procedere nei confronti del Ministro dell'Interno reo confesso, garantendo cosi' una scandalosa impunita' al ministro e al governo.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di reiterata istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso.
Non un voto ai partiti del governo colpevole di violazione di convenzioni internazionali, di leggi ordinarie, e della stessa Costituzione della Repubblica italiana, al fine di attuare una criminale politica razzista.
Non un voto ai partiti del governo razzista e golpista.
Alle elezioni amministrative ed europee non un voto ai partiti razzisti.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. RATIO STUDIORUM. UN DIALOGO PEDAGOGICO DI SENZACRAVATTA E COLLACRAVATTA

- Senzacravatta: Mo' t'insegno 'sto trucchetto, senti bene: se ti pescano col sorcio in bocca, tu di' che hai fatto tutto il contrario di quello che hai fatto, hai capito?
- Collacravatta: Mica tanto.
- Senzacravatta: Ti devo spiegare sempre tutto, tutto ti devo spiegare. Per esempio: se ti pizzicano che hai violato tutte le leggi che obbligano a soccorrere i naufraghi, tu che dici?
- Collacravatta: Che dico? Che ne so? Che era nel contratto di governo?
- Senzacravatta: Andiamo bene, andiamo. Tu devi dire: stiamo salvando vite umane.
- Collacravatta: Ma se li lasciamo affogare...
- Senzacravatta: Eh, ma allora tu non mi stai a sentire. E m'e' toccato pure farti fare il ministro, m'e' toccato.
- Collacravatta: No, no, adesso ho capito: io devo dire che stiamo salvando vite umane.
- Senzacravatta: Bravo. E se ci beccano che abbiamo sequestrato un po' di poveri cristi, che devi dire?
- Collacravatta: Che era nel contratto di governo?
- Senzacravatta: Eccoci qua che ci ricaschi. Devi dire che abbiamo difeso i confini della patria dall'invasione dei terroni, cioe': dei terroristi. Questo devi dire.
- Collacravatta: Ma e' una frase lunga, non lo so se me la ricordo tutta.
- Senzacravatta: Apposta la devi imparare a memoria, apposta. Ma tu non ti applichi...
- Collacravatta: Si' invece che mi applico, mi applico.
- Senzacravatta: Allora facciamo un'altra prova, via. Ti ricordi quando abbiamo fatto il Decreto Sicurezza Della Razza?
- Collacravatta: Come no, quando abbiamo copiato quelle belle leggi del 1938 che mi hai fatto vedere tu.
- Senzacravatta: Lo sapevo, sei senza speranza. Non lo devi dire che abbiamo copiato, a scuola lo dicevi che copiavi?
- Collacravatta: Io non lo dicevo, ma la professoressa se ne accorgeva lo stesso.
- Senzacravatta: E figuriamoci. Ma quello che conta e' tenere il punto: non devi dirlo mai che abbiamo copiato quelle leggi li', hai capito?
- Collacravatta: Ho capito, ho capito, non devo dirlo. Pero' le abbiamo copiate.
- Senzacravatta: Ma non lo devi dire, hai capito che non lo devi dire?
- Collacravatta: Ho capito, non c'e' bisogno che t'innervosisci.
- Senzacravatta: Io non sono per niente nervoso, ma questa e' la volta che ti do' un pappone se non fai quello che ti dico.
- Collacravatta: Perche', ti ho mai deluso?
- Senzacravatta: Per carita'.
- Collacravatta: Lo vedi che mi applico, lo vedi? Ma che mi dicevi del Decreto Sicurezza Della Razza che non l'abbiamo copiato? Eh, hai sentito che ho detto? Ho detto che non l'abbiamo copiato. Ho detto bene?
- Senzacravatta: Non c'e' speranza, non c'e' speranza.
*
- Senzacravatta: Allora, adesso t'insegno un altro trucchetto, cerca di stare concentrato, hai capito?
- Collacravatta: Ho capito, ho capito.
- Senzacravatta: Allora: la prima regola e' di dire sempre che hai fatto il contrario di quello che hai fatto, te la ricordi.
- Collacravatta: Si' che me la ricordo, anzi, adesso me la segno sullo smartphone.
- Senzacravatta: Bravo ragazzo. La seconda regola e' questa: a quelli che intignano a fare i criticoni che tanto gia' si sa che non gli sta bene niente...
- Collacravatta: Questa la so: i criticoni sarebbero i poteri forti, la casta, il complotto dei Savi di Sion, ho detto bene?
- Senzacravatta: Si', si', ma stammi a sentire invece di voler sempre mettere bocca prima ancora di avere sentito quello che ti si dice: come faccio a insegnarti le cose se non sei capace di stare a sentire cinque minuti?
- Collacravatta: Non lo faccio apposta, e' che noi giovani i discorsi lunghi non li seguiamo, a noi ci piace twitter.
- Senzacravatta: O mia bella madonnina, che pazienza che ci vuole con questo qui. Andiamo avanti: ti dicevo del Decreto Sicurezza della Razza, allora: a quei sindaci, quei giudici e quei preti comunisti - che l'inferno se li inghiotta con tutte le scarpe - che fanno tutta quella lagna che e' incostituzionale, che e' disumano, che e' criminale e criminogeno...
- Collacravatta: I comunisti usano sempre le parole difficili, che poi devi andarle a cercare su wikipedia che neppure ce le trovi...
- Senzacravatta: Sei capace di stare a sentire senza interrompere? Dicevo: che gli rispondiamo noi a tutti 'sti comunisti leccanegri?
- Collacravatta: Non che e' nel contratto di governo?
- Senzacravatta: Eh no.
- Collacravatta: Allora mi arrendo, dimmelo tu.
- Senzacravatta: E te lo dico io, te lo dico, e tu fattelo entrare nella capa: si deve rispondere che possono andare tutti a quel paese, che tanto il governo siamo noi e si fa come diciamo noi e se non gli sta bene emigrassero in Siberia o in Libia emigrassero.
- Collacravatta: Gli rispondiamo come al Vaffadei.
- Senzacravatta: Bravo, lo vedi che se t'impegni... Perche' la regola e' questa: quando ci sono quelli che vogliono criticare e' inutile perderci tempo; prima li mandi a quel paese e meglio e'. Al popolo gli piace che chi governa vada per le spicce.
- Collacravatta: Come Gion Uein.
- Senzacravatta: Adesso hai capito: come Gion Uein, come il duce.
- Collacravatta: Mi sa che non l'ho visto quel film, che faceva?
- Senzacravatta: Difendeva il popolo italiano.
- Collacravatta: Come noi.
- Senzacravatta: Proprio come noi, adesso mi sei piaciuto. Facciamo un'altra prova, allora: all'Onu che dice che mettere la taglia sugli ebrei - cioe': sui migranti - e' illegale? Che gli rispondiamo all'Onu?
- Collacravatta: Gli rispondiamo come al Vaffadei.
- Senzacravatta: Ottimo. E al papa, al papa immigrato e comunista?
- Collacravatta: Gli rispondiamo come al Vaffadei pure a lui.
- Senzacravatta: Mo' hai capito, vedi di ricordartelo, eh?
- Collacravatta: Da quando ti frequento ho imparato un sacco di cose.
- Senzacravatta: E vedrai quante altre te ne insegnero' se mi dai retta.
- Collacravatta: Che fortuna, che fortuna.
- Senzacravatta: E adesso ricordati di passare al distributore a riempire la tanica di benzina, che stasera dopo il consiglio dei ministri ti porto a dare fuoco agli zingari. Mica siamo burocrati, siamo uomini d'azione noi.
- Collacravatta: E' nel contratto di governo.
- Senzacravatta: Adesso l'hai detta giusta: e' nel contratto di governo, si'. (A parte: Che fatica pero').

5. REPETITA IUVANT. JAN PALACH E JERRY PRINCE. UNA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL 4 FEBBRAIO 2019

Egregio Presidente della Repubblica,
alcuni giorni fa, il 28 gennaio 2019, un giovane di origine nigeriana, laureato in chimica, da anni in Italia, impegnato nella solidarieta', stimato ed amato da quanti lo conoscevano e lavoravano con lui, per effetto dello scellerato "decreto sicurezza" ha perso la protezione umanitaria e per questo ha deciso di togliersi la vita gettandosi sotto un treno.
Si chiamava Jerry Prince.
La sua tragica morte mi ha immediatamente ricordato quella di Jan Palach.
Come Jan Palach si tolse la vita per denunciare una brutale, disumana violenza e risvegliare le coscienze, cosi' anche la morte di Jerry Prince denuncia una brutale, disumana violenza e deve risvegliare le coscienze.
La violenza della brutale occupazione militare in Cecoslovacchia per stroncare il socialismo dal volto umano promosso da Dubcek, la violenza del disumano regime razzista in Italia che sta commettendo crimini abominevoli come l'omissione di soccorso dei naufraghi, come la persecuzione di persone del tutto innocenti, come l'imposizione di un regime di apartheid.
La violenza subita dalle popolazioni oppresse da occupazioni militari e regimi totalitari e' la stessa violenza subita dalle popolazioni oppresse dal razzismo, come dal colonialismo e dallo schiavismo.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
la morte di Jan Palach commosse il mondo intero.
Invece la morte di Jerry Prince ha ottenuto solo qualche trafiletto in cronaca, e ad eccezione di pochi amici, di poche persone di volonta' buona, una settimana dopo e' gia' stata pressoche' dimenticata.
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Egregio Presidente della Repubblica,
il 27 gennaio a Viterbo, la citta' in cui vivo, dinanzi a quella che fu la loro abitazione e dinanzi alle pietre d'inciampo che le ricordano, ho commemorato le vittime viterbesi della Shoah.
Ed in quella occasione ho svolto questo semplice ragionamento: ricordare le vittime significa ascoltare la loro richiesta di aiuto, ma poiche' quelle vittime sono state uccise molti anni fa e quindi non possiamo piu' aiutarle personalmente, ascoltare la loro richiesta di aiuto significa soccorrere oggi e qui le persone che oggi e qui sono perseguitate, le persone che oggi e qui sono in pericolo di morte, le persone che oggi e qui hanno urgente bisogno del nostro aiuto.
Le persone come i superstiti dei lager libici che cercano salvezza in Italia e che il governo italiano vuol respingere nei lager.
Le persone che muoiono nel Mediterraneo perche' il governo italiano non solo non vuole soccorrerle accogliendole in porto sicuro ma addirittura, mostruosamente, si adopera per sabotare i soccorritori volontari che salvano vite innocenti.
Le persone che in Italia subiscono condizioni di schiavitu'.
Le persone che in Italia subiscono le persecuzioni razziste imposte dal governo anche attraverso lo scellerato, incostituzionale, criminale e criminogeno "decreto sicurezza".
Le persone come Jerry Prince.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
la morte di Jerry Prince dovrebbe farci insorgere tutti per contrastare la violenza razzista del governo italiano; la violenza razzista e golpista del governo italiano; la violenza razzista e golpista e assassina del governo italiano: poiche' chiunque capisce che la morte di Jerry Prince e' conseguenza diretta dell'incostituzionale "decreto sicurezza", cosi' come la morte di Jan Palach era conseguenza diretta dell'invasione militare della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia.
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Egregio Presidente della Repubblica,
scrivo queste parole tra le lacrime.
Le persone di coscienza si chiedono spesso cosa avrebbero fatto se fossero vissute nella Germania hitleriana. Io credo che dovrebbero, che dovremmo chiederci cosa stiamo facendo oggi qui, mentre degli esseri umani innocenti vengono lasciati morire in mare senza soccorso, mentre degli esseri umani innocenti vengono respinti verso i lager libici, mentre degli esseri umani innocenti subiscono le abominevoli persecuzioni razziste imposte dal governo italiano.
E' oggi, e' qui, che dobbiamo contrastare la violenza razzista, che dobbiamo opporci al nazismo che torna.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
il governo italiano sta commettendo abominevoli crimini contro l'umanita'.
Chiunque lo vede.
Mi permetta di riassumerli ancora una volta con le stesse parole con cui questi crimini ho gia' segnalato alle competenti magistrature italiane ed internazionali.
I. il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
lei e' certamente una persona di coscienza: molte sue parole e molti suoi gesti lo dimostrano.
Lei vede cosa sta accadendo.
Intervenga.
Lei ha il potere e il dovere di chiamare il Paese ad aprire gli occhi: la prego di farlo.
Lei e' il primo magistrato del nostro paese: la prego di esercitare, nelle forme previste dalla Costituzione, questa sua funzione in difesa delle vite umane in pericolo.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
La nostra Costituzione ci impegna a rispettare e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani (art. 2) e a dare asilo ad ogni persona a cui "sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana" (art. 10).
Salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo delle vittime della Shoah, nel ricordo di Jan Palach, nel ricordo di Jerry Prince, nel ricordo di tutte le vittime di tutte le oppressioni, la prego di far sentire la sua voce per contrastare i crimini razzisti, i crimini contro l'umanita', che il governo italiano sta commettendo.
La morte di Jerry Prince risvegli il nostro popolo, faccia risorgere la legalita' che salva le vite, illumini le nostre coscienze, ci persuada tutti all'impegno per contrastare e sconfiggere la criminale violenza razzista.
Augurandole ogni bene, voglia credermi il suo sincero amico
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 4 febbraio 2019

6. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

8. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Tito Perlini, Che cosa ha veramente detto Marcuse, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1968, pp. 212.
- Tito Perlini, Lenin, Accademia, Milano 1971, pp. 240 (+ un inserto di XII pp.).
- Tito Perlini, Utopia e prospettiva in Gyorgy Lukacs, Dedalo, Bari 1968, pp. 472.
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Riedizioni
- Shirin Ebadi, La gabbia d'oro, Rcs, Milano 2008, Gedi, Roma 2019, pp. 224, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").
- Helen Humphreys, Cani selvaggi, Playground, Roma 2007, Gedi, Roma 2019, pp. 176, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e al settimanale "L'Espresso").
- Philip Roth, Perche' scrivere? Saggi, conversazioni e altri scritti 1960-2013, Einaudi, Torino 2018, Rcs, Milano 2019, pp. VIII + 456, euro 12,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3394 del 22 maggio 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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