[Nonviolenza] Una lettera alle amiche e agli amici del "Digiuno di giustizia"



Carissime amiche e carissimi amici del "digiuno di giustizia",
da molto tempo avevo in animo di scrivervi per ringraziarvi di aver promosso questa nostra iniziativa a cui anch'io aderisco con tutto il cuore e che si rinnova da mesi e mesi con crescente estensione e vigore, nitido appello e amoroso richiamo a restare fedeli all'umanita' propria e di ogni persona.
Il 5 marzo 2019 ancora una volta mi uniro' a voi nel digiuno, ed anche se non saro' fisicamente tra voi a Roma in piazza Montecitorio tra le ore 15 e le 19, vorrei sappiate che idealmente anch'io saro' li', come idealmente lo sara' la stragrande maggioranza del popolo italiano che anche se sembra esitare o faticare ad esprimere pubblicamente il suo intimo, autentico sentire, non puo' essere complice della barbarie razzista di cui oggi il governo italiano si fa lugubre portatore ed empio propagatore.
Il nostro "digiuno di giustizia" contro il razzismo e tutte le persecuzioni io credo rappresenti e coaguli e susciti veritieramente la volonta' di bene, sincera e corale, cordiale e misericorde, del popolo italiano: cosi' come essa si e' depositata nei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica che oggi il governo razzista vilmente e barbaramente viola; cosi' come essa e' incisa nel cuore pensante di ogni essere umano.
Sono infatti persuaso che ogni essere umano che anche solo per un momento ponga mente alla propria umanita' (alla propria presenza nel mondo, alla propria identita' di persona, alla propria struttura ontologica, o esistenziale, al proprio "cogito ergo sum" - e molte sono le forme linguistiche per dire la medesima cosa -) immediatamente riconosce la propria e l'altrui umanita', immediatamente sente sorgere in se' quel sentimento e quella cognizione, quel rivolgimento riconoscente dell'animo e quel precetto morale, che tante antiche e perenni tradizioni di pensiero e d'azione designano con la formula aurea dell'etica fondamentale: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che esse agissero nei tuoi confronti.
Riconoscendoci esseri umani riconosciamo a tutti gli esseri umani la stessa consistenza, la stessa qualita', la stessa realta' di esseri umani: vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte; siamo una sola famiglia umana su quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; ogni essere umano ha quindi lo stesso inalienabile diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; ogni essere umano ha quindi lo stesso ineludibile dovere - che quel diritto invera - al riconoscimento, alla solidarieta', alla condivisione: a salvare le altrui vite, a soccorrere ogni persona bisognosa, sofferente e in pericolo.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Il razzismo e' un folle delirio.
Il razzismo e' anomia che dissolve la convivenza e la civilta'.
Il razzismo e' una perdita abissale.
E chi del razzismo si fa vessillifero e mercenario non solo e' ebbro denegatore dell'altrui umanita', dell'umanita' di tutti gli esseri umani, ma e' innanzitutto ignaro divoratore ed annichilitore della sua stessa umanita'.
Chi si oppone al razzismo lo fa per salvare tutte le vite e le coscienze, anche quelle di chi del razzismo si e' fatto totalitario gerarca e criminale sicario e che pur resta un essere umano ed in quanto tale puo' e deve essere salvato dal suo stesso male.
Noi sappiamo che ogni vittima ha il volto di Abele.
Noi sappiamo che salvare le vite e' il primo dovere.
Noi sappiamo che solo facendo il bene si contrasta il male.
Noi sappiamo che solo la nonviolenza contrasta la violenza e libera l'umanita'.
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Carissime amiche e carissimi amici del "digiuno di giustizia",
aver adottato per esprimere questo nostro comune, corale sentire la forma d'azione nonviolenta del digiuno, questa esperienza cosi' drammatica, cosi' preziosa e cosi' illuminante, mi commuove ancor piu': e sono persuaso altresi' che essa riuscira' infine a schiudere gli occhi e le menti ed i cuori anche di chi ancora fosse narcotizzato, anestetizzato, cieco dinanzi al dolore e alle violenze che troppe sorelle e troppi fratelli subiscono.
Contrastare il razzismo e' oggi qui, nell'Italia di questi nostri giorni, in questo "kairos", il dovere cui e' chiamata ogni persona senziente e pensante, ogni persona di volonta' buona.
Possa questo nostro digiuno contribuire ad ottenere al piu' presto che l'Italia torni ad essere quella che i martiri della Resistenza vollero che fosse, quella che la Costituzione repubblicana sancisce con ferme parole: un paese in cui ogni essere umano sia soccorso, accolto, assistito; un paese che riconosce e protegge i diritti di ogni essere umano; un paese in cui vivere fraternanente e sororalmente nella solidarieta' e nella condivisione del bene e dei beni.
Possa questo nostro digiuno contribuire ad ottenere che siano abrogate al piu' presto tutte le scellerate ed infami misure razziste imposte da un governo ottenebrato e disumano.
Possa questo nostro digiuno contribuire ad ottenere che sia ripristinata la legalita' costituzionale violata da un governo anomico e fedifrago.
Possa questo nostro digiuno contribuire ad ottenere che l'Italia torni immediatamente a soccorrere tutte le vittime di violenze e di naufragio, ad accogliere tutte le persone costrette ad abbandonare il proprio paese e a richiedere asilo, ad aiutare ogni persona che di aiuto ha bisogno.
Ringraziandovi ancora, ed augurandovi ogni bene, un forte abbraccio dal vostro

Peppe

Viterbo, 4 marzo 2019

Mittente: Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com