[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 503



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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 503 del 24 febbraio 2019

In questo numero:
1. A che punto siamo con i ricorsi alla Corte costituzionale contro il "decreto sicurezza della razza"? Da Viterbo un incontro e un appello
2. La Wilpf-Italia fa propria e sottoscrive la lettera alla Presidente del Senato "Per il pieno rispetto delle leggi e della verita'"

1. L'ORA. A CHE PUNTO SIAMO CON I RICORSI ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO IL "DECRETO SICUREZZA DELLA RAZZA"? DA VITERBO UN INCONTRO E UN APPELLO

A che punto siamo con i ricorsi delle Regioni alla Corte costituzionale contro le parti palesemente razziste ed incostituzionali del cosiddetto "decreto sicurezza della razza"?
E' l'urgente domanda posta dall'incontro che si e' svolto a Viterbo la mattina di domenica 24 febbraio 2019 presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani".
Come e' noto il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" (decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018, poi convertito con modificazioni nella legge n. 132 del primo dicembre 2018) reca flagranti profili di incostituzionalita'; reca misure disumane, criminali e criminogene; priva di protezione umanitaria e perseguita scelleratamente persone del tutto innocenti; introduce in Italia elementi di un regime di apartheid.
Come e' noto alcune Regioni hanno gia' presentato ricorso alla Corte costituzionale, alcune hanno annunciato l'intenzione di farlo, alcune hanno dichiarato che stanno valutando se farlo, altre sembra non si siano ancora poste la questione forse non rendendosi conto dell'impatto che anche sui loro territori e sulle loro competenze sta gia' avendo ed avra' il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
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Un minuto di silenzio
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio in memoria di Prince Gerry Igbinosa, che si e' tolto la vita, vittima innocente, dopo che il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" lo aveva privato della protezione umanitaria precipitandolo nella disperazione.
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Fare presto e bene, perche' si muore
Sollecitando un'intensificazione e una adeguata argomentazione dei ricorsi alla Consulta da parte dei soggetti che ne hanno titolo (come appunto le Regioni, oltre alla magistratura ordinaria), e' stato evidenziato che mentre i lavori della Corte costituzionale richiederanno mesi, gli effetti nefasti del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" si stanno gia' dispiegando, provocando tremendi drammi umani, e mettendo in profonda angoscia e gravissimo pericolo le esistenze di migliaia e migliaia di persone innocenti.
E proprio perche' i tempi della Corte costituzionale non sono brevi, e' ancor piu' necessario sia che i ricorsi siano tempestivi, adeguati e pongano tutti - e sono molti - i profili di incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza"; sia anche che essi divengano occasione di presa di coscienza da parte dei cittadini e delle istituzioni.
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Non solum, sed etiam
Infatti se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, nulla impedisce che lo stesso Parlamento possa rendersi conto del colossale, sciagurato errore commesso accondiscendendo alla richiesta governativa di approvare il "decreto sicurezza della razza", e possa quindi revocare in tempi rapidi con una nuova legge le incostituzionali, disumane, criminali e criminogene misure razziste che esso contiene.
Non solo: se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza, i sindaci che gia' hanno colto quei profili di incostituzionalita' saranno confortati nel loro impegno in difesa della legalita' costituzionale, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro il razzismo criminale e le criminali persecuzioni.
Non solo: se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza le vittime innocenti che ne hanno diritto soggettivo e legittimo interesse saranno confortati nel rivolgersi alla magistratura ordinaria in difesa delle proprie esistenze, e la magistratura ordinaria adita sara' a sua volta confortata nel chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale sui profili di flagrante incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
Non solo: se i ricorsi alla Corte costituzionale favoriranno una adeguata informazione ed una conseguente presa di coscienza tutti i pubblici ufficiali che verranno raggiunti dala palese "notitia criminis" dell'incostituzionalita' del cosiddetto "decreto sicurezza della razza" saranno confortati nel farne doverosa segnalazione alla magistratura ordinaria affinche' essa possa chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale.
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E' stata quindi formulata nell'incontro di Viterbo la proposta di una iniziativa nonviolenta dal basso per sollecitare le Regioni a presentare i ricorsi alla Corte costituzionale, a sollecitarne l'esame, a diffondere l'informazione alla cittadinanza sull'iniziativa e le sue ragioni.
In particolare la struttura nonviolenta viterbese propone come primo passo ad ogni persona di volonta' buona e ad ogni associazione democratica di inviare lettere a tutti i Presidenti delle Regioni (e per opportuna conoscenza ai componenti delle Giunte Regionali e dei Consigli Regionali) a sostegno dei ricorsi alla Corte costituzionale avverso il cosiddetto "decreto sicurezza della razza".
La struttura nonviolenta viterbese ha predisposto tre modelli di lettera che ogni persona o associazione che vuole aderire all'iniziativa puo' inviare ai Presidenti delle Regioni.
Di seguito tre possibili tracce delle lettere.
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1. Ai presidenti delle Regioni che hanno annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
l'ente da lei presieduto ha annunciato la volonta' di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Apprezzando l'iniziativa, vorremmo sapere se l'iter di essa e' gia' stato concretamente avviato ed a quale punto sia.
E' infatti noto che i tempi del lavoro della Corte Costituzionale sono necessariamente non brevi, mentre gli effetti (che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") del cosiddetto "decreto sicurezza" si stanno gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
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2. Ai presidenti delle Regioni che hanno annunciato la disponibilita' a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
l'ente da lei presieduto ha annunciato la disponibilita' a presentare un ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Apprezzando l'intenzione espressa, vorremmo sollecitare la realizzazione dell'iniziativa.
E' infatti noto che i tempi del lavoro della Corte Costituzionale sono necessariamente non brevi, mentre gli effetti (che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") del cosiddetto "decreto sicurezza" si stanno gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
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3. Ai presidenti delle Regioni che non hanno ancora annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" razzista ed incostituzionale
Gentilissimo/gentilissima Presidente della Regione,
come certo sapra', varie Regioni hanno annunciato la volonta' di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il cosiddetto "decreto sicurezza" in relazione ai suoi profili di flagrante incostituzionalita'.
Vorremmo proporre anche alla Regione da lei presieduta di fare altrettanto.
Gli effetti del cosiddetto "decreto sicurezza" (effetti che sono stati autorevolmente definiti "disumani, criminali e criminogeni") si stanno infatti gia' brutalmente dispiegando in danno di molte persone innocenti, ed e' necessario ed urgente che ogni istituzione democratica nell'ambito delle sue competenze faccia quanto in suo potere per difendere i diritti umani fondamentali e la stessa legalita' costituzionale.
Con sollecitudine, voglia gradire distinti saluti.
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E' decisivo
E' decisivo insistere nell'evidenziare l'incostituzionalita' del "decreto sicurezza della razza".
E' decisivo sostenere i sindaci che intendono restare fedeli alla Costituzione, allo stato di diritto, alla legalita' che salva le vite, alla democrazia, all'umanita'.
E' decisivo creare una rete sociale di sostegno alle vittime innocenti che il cosiddetto "decreto sicurezza della razza" perseguita.
E' decisivo denunciare e contrastare la violenza razzista e golpista del governo della disumanita'.
Occorre che siano chiari a tutte le persone, a tutte le associazioni ed a tutte le istituzioni i termini reali della questione, la verita' effettuale: con un'antilegge razzista il governo golpista sta perseguitando persone innocenti violando la Costituzione della Repubblica italiana; e' quindi dovere di ogni persona, di ogni associazione, di ogni istituzione democratica fedele alla Repubblica italiana e alla sua Costituzione opporsi alla commissione di crimini contro l'umanita' (il razzismo e' un crimine contro l'umanita'), opporsi a un attentato contro la Costituzione (il "decreto sicurezza della razza" - e la politica razzista del governo golpista di cui e' cristallizzazione e punta di lancia - viola flagrantemente la Costituzione); difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
L'Italia e' una repubblica democratica, uno stato di diritto, un paese civile.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. INIZIATIVE. LA WILPF-ITALIA FA PROPRIA E SOTTOSCRIVE LA LETTERA ALLA PRESIDENTE DEL SENATO "PER IL PIENO RISPETTO DELLE LEGGI E DELLA VERITA'"

La Wilpf-Italia, articolazione italiana della Women's International League for Peace and Freedom, la prima associazione mondiale delle donne per la pace, ha fatto propria e sottoscritto la lettera alla Presidente del Senato della Repubblica che di seguito si trascrive.
Di tutto cuore ringraziamo per questa iniziativa le donne della Wilpf, da sempre luminoso punto di riferimento per tutte le persone impegnate per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Alla Presidente del Senato della Repubblica
Oggetto: Per il pieno rispetto delle leggi e della verita' in relazione al delitto di sequestro di persona aggravato commesso dal Ministro dell'Interno e dai suoi sodali rei confessi

"L'errore e' sventura da compiangersi;
ma conoscere la verita' e non conformarvi le azioni,
e' delitto che cielo e terra condannano"
(Giuseppe Mazzini, Dei doveri dell'uomo)

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
come e' noto il 19 febbraio la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato ha deliberato di proporre alla Camera da lei presieduta di non autorizzare la magistratura a procedere nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato in riferimento ai giorni in cui i naufraghi soccorsi dalla nave "Diciotti" furono illegalmente privati della liberta'.
Entro un mese il Senato dovra' pronunciarsi in merito, e se le scriviamo questa lettera e' perche' confidiamo che ogni senatrice ed ogni senatore vorra' prestare ascolto alla ragione ed alla coscienza, e - se mi concede l'espressione di classica ascendenza: alla voce delle leggi - anziche' sottomettersi ai diktat di gerarchie che agiscono secondo modelli autoritari ed anomici e che da mesi stanno commettendo e propugnando crimini razzisti e un vero e proprio attentato contro la Costituzione.
Come lei ben sa, i parlamentari non sono e non possono agire da sudditi di un qualsivoglia Grande Fratello, capo carismatico o capobastone; la Costituzione della Repubblica italiana all'articolo 67 recita infatti che "ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
ci permetta di riassumere i termini della questione.
Nessuno nega che il reato di sequestro di persona aggravato sia stato commesso dai ministri che se ne sono dichiarati responsabili: e' un dato di fatto.
Cio' su cui il Senato nella sua pienezza dovra' pronunciarsi e' se quel reato, che e' stato certamente commesso, sia stato commesso - come recita l'art. 9, n. 3, della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1 - "per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo".
Il nocciolo giuridico, ma anche morale e politico, della questione e' qui.
Vediamo dunque se commettendo il reato di sequestro di persona aggravato in quel frangente il Ministro dell'Interno ed i suoi sodali rei confessi abbiano agito secondo quei fini e quei criteri che la norma citata precisamente definisce.
1. Nel sequestrare i naufraghi per giorni sulla nave "Diciotti" vi era "un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante"?
Evidentemente no.
L'intera schidionata di grotteschi sofismi di cui consiste la memoria difensiva del ministro crolla dinanzi a una semplice constatazione: nessun interesse dello stato costituzionalmente rilevante vi era, ne' poteva esservi, nella commissione del delitto di sequestro di persona aggravato nei confronti di alcune decine di naufraghi soccorsi da una nave italiana; al contrario: la Costituzione, le leggi e le convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte convergevano tutte nell'imporre lo sbarco immediato dei naufraghi.
2. Nel sequestrare i naufraghi per giorni sulla nave "Diciotti" vi era "il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo"?
Evidentemente no.
Infatti era interesse pubblico portare a termine l'operazione di soccorso con lo sbarco dei naufraghi, nel pieno rispetto delle leggi. Quando il Ministro dell'interno ed i suoi sodali rei confessi del suo medesimo reato pretendono che la politica razzista del Governo costituisca "interesse pubblico", mentono sapendo di mentire: e mentono perche' sanno che riconoscere che ogni politica razzista e' ipso facto criminale, come evidentemente e', significa per gli stessi autoaccusarsi di ulteriori reati, reati che stanno effettivamente commettendo da quando si sono insediati al governo e dei quali dovranno pur essere chiamati a rispondere nelle aule di giustizia.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
se dunque non sussistono le esimenti invocate dai rei, non resta alcun dubbio che quel reato, la cui commissione e' certa e ammessa dagli stessi ministri, non ha alcuna giustificazione ne' giuridica, ne' morale, ne' politica.
Esso va quindi perseguito dall'autorita' giudiziaria per quanto attiene alla legge, va riprovato dall'opinione pubblica per quanto attiene alla morale, va condannato e contrastato da ogni cittadino, da ogni organizzazione e da ogni istituzione democratica per quanto attiene alla politica, se la politica e', come deve essere, agire per il bene comune con mezzi adeguati nel rispetto dei diritti di tutti.
Orbene, la Giunta per le autorizzazioni a procedere ha espresso un'indicazione manifestamente, sesquipedalmente errata, ed essa del resto non e' in alcun modo vincolante per il Senato; anzi, il fatto che sia cosi' manifestamente, flagrantemente errata, giova alla chiarezza e contribuira' a persuadere ogni senatrice ed ogni senatore a non voler ripetere quell'obbrobrioso errore giuridico, politico, logico e morale.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
non riterremmo compiuto il ragionamento svolto in questa lettera se non le segnalassimo anche che il reato di sequestro di persona aggravato non e' l'unico di cui i membri del governo in carica si siano macchiati in questi mesi e di cui prima o poi dovranno pur rispondere in tribunale.
La sua cortesia ci consentira' di ripetere qui ancora una volta le medesime parole che forse lei stessa avra' gia' letto in precedenti missive inviate a varie magistrature italiane ed internazionali e per conoscenza anche alla sua attenzione.
I. il governo italiano da mesi e tuttora commette l'abominevole delitto di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. addirittura nelle circostanze in cui il soccorso sia agevolmente effettuabile ed effettuato, il governo italiano giunge all'orrore di esprimersi e di operare affinche' i superstiti siano respinti in Libia, dove essi tornerebbero con tutta probabilita' ad essere vittime di segregazione in lager, schiavitu', torture e costante pericolo di morte; e non e' chi non veda come con tale agire il governo italiano si renda e si riveli pertanto effettuale complice delle mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani, effettuale complice della riduzione in schiavitu' delle loro vittime, effettuale complice delle violenze e torture loro inflitte;
III. come anche i Sindaci di importanti Comuni italiani e i Presidenti di importanti Regioni italiane hanno evidenziato, il cosiddetto "decreto sicurezza" imposto dal governo italiano reca misure di persecuzione razzista nei confronti di persone del tutto innocenti, misure palesemente in contrasto sia con la Costituzione della Repubblica Italiana, sia con il diritto internazionale, sia con la Dichiarazione universale dei diritti umani; tale decreto e' stato autorevolmente definito "disumano, criminale e criminogeno" e tale da configurare elementi di "apartheid";
IV. l'effettivo "dominus" del governo italiano ed i suoi caudatari persistono in una delirante e scellerata propaganda che costituisce flagrante istigazione all'odio razzista e apologia del delitto di omissione di soccorso;
V. nel commettere e per commettere i crimini razzisti il governo non solo viola convenzioni internazionali dall'Italia sottoscritte, non solo viola leggi ordinarie dello Stato, ma viola la stessa Costituzione della Repubblica Italiana cui tutti i ministri hanno giurato fedelta' all'atto di assumere il loro incarico.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
le saremmo assai grate se volesse dedicare adeguata attenzione a quanto precede, ed adoperarsi affinche' il Senato che lei presiede quando sara' chiamato a pronunciarsi in via definitiva in merito all'autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro dell'Interno per il reato di sequestro di persona aggravato possa farlo con piena scienza e coscienza e possa pronunciarsi nel pieno rispetto delle leggi e della verita'.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene.

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 503 del 24 febbraio 2019
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