[Nonviolenza] Telegrammi. 3238



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3238 del 14 dicembre 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Otto lettere
2. Sostenere "Azione nonviolenta"
3. Quid agendum
4. Manifesta illegittimita' costituzionale di vari articoli del Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n. 113 (il cosiddetto "decreto sicurezza")
5. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
6. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
7. Enzo Collotti ricorda Vittorio Emanuele Giuntella
8. Benedict Anderson, nell'anniversario della scomparsa
9. Ella Baker, nell'anniversario della scomparsa
10. Lamberto Borghi, nell'anniversario della scomparsa
11. Alfonso Canzio, nell'anniversario della scomparsa
12. Elena Ceva Valla, nell'anniversario della scomparsa
13. Giampiero Carocci, nell'anniversario della scomparsa
14. Terzo Drusin, nell'anniversario della scomparsa
15. Giuseppe Fae', nell'anniversario della scomparsa
16. Maria Teresa Leon, nell'anniversario della scomparsa
17. Dora Marsden, nell'anniversario della scomparsa
18. Giuseppe Ennio Odino, nell'anniversario della scomparsa
19. David Rousset, nell'anniversario della scomparsa
20. Giuseppe Sacchi, nell'anniversario della scomparsa
21. Umberto Segre, nell'anniversario della scomparsa
22. Segnalazioni librarie
23. La "Carta" del Movimento Nonviolento
24. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. OTTO LETTERE

1. Al Segretario generale dell'Onu
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di urgente intervento
 Egregio Segretario generale delle Nazioni Unite,
il mondo inorridisce delle disumane dichiarazioni e iniziative del Presidente degli Stati Uniti d'America nei confronti delle donne, degli uomini, delle bambine e dei bambini migranti.
Il mondo dovrebbe ugualmente inorridire delle iniziative del governo italiano guidato da personaggi di estrema destra che da anni conducono una criminale propaganda di istigazione al razzismo: il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia; il governo italiano con il recente decreto-legge n. 113/2018 intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Egregio Segretario generale delle Nazioni Unite,
chiunque vede che queste scellerate iniziative del governo italiano costituiscono flagranti atti di persecuzione razzista, flagranti violazioni dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Le scrivo pertanto sollecitando una urgente iniziativa, sua personale e delle Nazioni Unite, per contrastare questo barbaro crimine.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere di ogni persona e di ogni umano istituto.
Voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 20 novembre 2018
*
2. Al Presidente della Commissione Europea
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Egregio Presidente della Commissione Europea,
la controversia in corso tra il governo italiano pro tempore e l'Unione Europea in merito alle decisioni di programmazione economico-finanziaria non deve far dimenticare che vi e' un'altra ed assai piu' grave questione sulla quale l'Unione Europea ha il dovere di intervenire, non essendo ammissibile protrarre un atteggiamento di effettuale sottovalutazione che diviene infine reale complicita': ovvero la criminale politica razzista del governo dell'estrema destra eversiva italiana.
In verita' purtroppo nessun governo europeo, ne' l'Unione Europea, ne' la stessa Commissione da lei presieduta, hanno dato prova di un impegno adeguato in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, con particolar riferimento al dovere di soccorrere, accogliere ed assistere le persone che in Europa tentano di giungere in fuga da guerre, fame, violenze e disastri ambientali; se i governi europei avessero adottato adeguate politiche per salvare le vite degli esseri umani in pericolo e consentito di giungere in modo legale e sicuro in Europa a quanti ne hanno pieno diritto, ebbene, non vi sarebbe ne' un criminale mercato su cui lucrano le mafie schiaviste dei trafficanti, ne' l'ecatombe nel Mediterraneo, ne' le condizioni di persecuzione e fin di schiavizzazione che subiscono tante persone che vivono oggi in Europa in un regime di segregazione e denegazione di umanita', ne' tante tragedie che coinvolgono tre continenti.
E tuttavia la politica razzista e persecutoria del governo italiano ha raggiunto picchi di abominio tali per cui l'Unione Europea dovrebbe scuotersi dal suo torpore ed intervenire con viva sollecitudine: memore della storia del secolo scorso, quando i regimi razzisti e totalitari hanno perseguitato e massacrato milioni e milioni di innocenti e messo a ferro e fuoco l'intero continente. Affinche' quell'orrore non si ripeta occorre contrastare la violenza razzista fin dal suo primo manifestarsi. Ed in Italia, atrocemente, la persecuzione razzista e' oggi ideologia e prassi di un governo dell'estrema destra eversiva che della sua disumana brutalita' giunge persino a fare oscena ostentazione.
E valga il vero:
- il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Egregio Presidente della Commissione Europea,
queste iniziative e questi pronunciamenti del governo italiano violano la legalita', ledono il diritto di ogni persona alla vita e alla dignita', minacciano la stessa sicurezza comune dell'Unione Europea in quanto costituiscono e fomentano pratiche razziste, sono esempi di disprezzo di leggi universalmente condivise (come il dovere di soccorrere i naufraghi), e proclamando e praticando persecuzioni destabilizzano e infine dissolvono la civile convivenza e promuovono l'anomia e tendenzialmente quindi il bellum omnium contra omnes.
E' necessario e urgente contrastare tali violazioni dei diritti umani e dello stato di diritto, tale destabilizzazione della civile convivenza, tale deriva verso la violenza.
E' necessario non solo richiamare, ma costringere il governo italiano al rispetto della legalita', ed a tal fine ogni istituzione democratica deve intraprendere tutte le iniziative di sua competenza in difesa della legalita', della democrazia, del diritto alla vita di tutti gli esseri umani.
Un suo intervento puo' essere decisivo: sia per promuovere un'iniziativa politica finalmente adeguata e cogente dell'Unione Europea e delle altre istituzioni sovranazionali di cui l'Italia fa parte; sia per richiedere che le competenti magistrature italiane ed europee si attivino per far cessare la commissione di reati gravissimi: il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Egregio Presidente della Commissione Europea,
tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 15 novembre 2018
*
3. Al Presidente del Parlamento Europeo
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Egregio Presidente,
il Parlamento Europeo che lei presiede ha sovente, e meritevolmente, preso posizione contro il razzismo, contro il totalitarismo, contro tutte le persecuzioni e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
E tuttavia accade che i governi dei paesi che l'Unione Europea compongono attuino frequentemente politiche razziste, persecutorie e lesive di diritti fondamentali.
Lei e' italiano e conosce molto bene la situazione italiana; non ignora quindi quanto di seguito le segnalo:
I. che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
II. che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
III. che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Egregio Presidente,
credo converra' con me che assistere inerti alla commissione di crimini abominevoli equivale a favoreggiarli, a farsene complici.
L'Europa ha conosciuto l'orrore dei regimi razzisti: un Parlamento Europeo espressione democratica degli esseri umani che in Europa vivono non puo' non impegnarsi per fermare il ritorno di quell'orrore.
Le formulo pertanto la richiesta di un tempestivo intervento, suo e dell'assise che presiede, in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate anomiche e scellerate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 9 novembre 2018
*
4. Al Presidente della Corte di giustizia dell'Unione Europea
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Egregio professor Lenaerts,
le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Queste iniziative e questi pronunciamenti del governo italiano violano la legalita', ledono il diritto di ogni persona e minacciano la stessa Unione Europea in quanto costituiscono e fomentano pratiche razziste, sono esempi di disprezzo di leggi universalmente condivise (come il dovere di soccorrere i naufraghi), e proclamando e praticando persecuzioni destabilizzano e infine dissolvono la civile convivenza e promuovono l'anomia e tendenzialmente quindi il bellum omnium contra omnes.
Tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 8 novembre 2018
*
5. Al Presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Egregio dottor Raimondi,
le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 6 novembre 2018
*
6. Al Segretario generale del Consiglio d'Europa
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Egregio on. Jagland,
le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 3 novembre 2018
*
7. All'Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Gentilissima on. Mogherini,
le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che il recente decreto-legge n. 113/2018 del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza") intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Queste iniziative e questi pronunciamenti del governo italiano violano la legalita', ledono il diritto di ogni persona alla sicurezza e minacciano la stessa sicurezza comune dell'Unione Europea in quanto costituiscono e fomentano pratiche razziste, sono esempi di disprezzo di leggi universalmente condivise (come il dovere di soccorrere i naufraghi), e proclamando e praticando persecuzioni destabilizzano e infine dissolvono la civile convivenza e promuovono l'anomia e tendenzialmente quindi il bellum omnium contra omnes.
E' necessario e urgente contrastare tali violazioni dei diritti umani e dello stato di diritto, tale destabilizzazione della civile convivenza, tale deriva verso la violenza e la conseguente generalizzata insicurezza.
Gentilissima on. Mogherini,
tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
In quanto Alta rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza credo che lei possa e debba far sentire la sua autorevole voce e promuovere tutte le iniziative che rientrano nelle sue competenze e che riterra' piu' che opportune necessarie al fine di opporsi a crimini flagranti e ripugnanti, al fine di opporsi a una disumanita' al contempo esibita ed oscena, al fine di opporsi alla folle violenza razzista che nella storia d'Europa ha gia' provocato orrori e lutti indicibili.
Dal profondo del cuore la prego di agire.
Voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 2 novembre 2018
*
8. All'Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani
Oggetto: segnalazione concernente violazioni dei diritti umani da parte del governo italiano e conseguente richiesta di intervento
Gentilissima on. Bachelet,
nell'esprimerle vivo apprezzamento per la decisione da lei annunciata lo scorso mese di inviare ispettori in Italia in relazione ai molti gravi recenti episodi di razzismo, episodi che peraltro continuano a verificarsi, le segnalo quanto segue:
- che il governo italiano da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
- che esponenti di primario rilievo del governo italiano da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
- che un recente decreto del governo italiano (cosiddetto "decreto sicurezza" del 24 settembre 2018) intende introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
Tutto cio' le segnalo formulando la richiesta di un suo tempestivo intervento in difesa dei diritti umani e del diritto internazionale che le citate iniziative del governo italiano palesemente violano.
Voglia gradire distinti saluti e fervidi auguri di buon lavoro,
il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo (Italia), 15 ottobre 2018

2. PROPOSTE. SOSTENERE "AZIONE NONVIOLENTA"

La "Casa per la nonviolenza" di Verona ha subito un atto vandalico e un furto.
Tutte le persone amiche della nonviolenza sanno che la "Casa per la nonviolenza" di Verona e' un punto di riferimento fondamentale per l'intero movimento per la pace, oltre che la sede nazionale del Movimento Nonviolento e la sede della redazione di "Azione nonviolenta".
La redazione di "Azione nonviolenta", invitando ad abbonarsi per il 2019 (abbonamento annuo: euro 32), ha anche promosso una sottoscrizione.
Per abbonamenti e sottoscrizioni:
- tramite conto corrente postale: Movimento Nonviolento, ccp 18745455
- tramite bonifico bancario: Movimento Nonviolento, Iban n. IT 35 U 07601 11700 000018745455
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.azionenonviolenta.it

3. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM

1. Il governo della disumanita' da mesi sta attuando una politica di omissione di soccorso nei confronti di naufraghi in pericolo di morte, e di sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo, negando loro approdo in porti sicuri in Italia;
2. esponenti di primario rilievo del governo della disumanita' da anni conducono una forsennata propaganda xenofoba e di istigazione al razzismo;
3. il recente decreto-legge n. 113 del 4 ottobre 2018 del governo della disumanita' (il cosiddetto "decreto sicurezza") mira a introdurre nell'ordinamento italiano misure di discriminazione razzista - che sono state autorevolmente definite "apartheid giuridico" - palesemente incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, con lo stato di diritto, con la civilta' giuridica e il diritto internazionale.
*
4. Occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere l'immediata cessazione di ogni atto criminale, persecutorio, razzista ed incostituzionale da parte del governo della disumanita';
5. occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere le dimissioni del governo della disumanita';
6. occorre che ogni persona decente si impegni per ottenere che i ministri del governo della disumanita' responsabili di crimini abominevoli siano processati e condannati secondo le leggi vigenti.
*
7. Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
8. vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera;
9. salvare le vite e' il primo dovere.
*
10. Agisci nei confronti delle altre persone come vorresti che esse agissero verso di te;
11. l'altro dell'altro sei tu;
12. sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

4. MATERIALI. MANIFESTA ILLEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DI VARI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE 4 OTTOBRE 2018, N. 113 (IL COSIDDETTO "DECRETO SICUREZZA")

Sintetizziamo qui l'elenco degli articoli che presentano profili di manifesta illegittimita' costituzionale riscontrati dall'"Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione" (Asgi) nelle nuove norme concernenti permessi di soggiorno per esigenze umanitarie, protezione internazionale, immigrazione e cittadinanza previste nel Decreto-Legge 4 ottobre 2018, n. 113.
Il testo integrale del documento dell'Asgi - 28 pagine dense di dottrina giuridica e puntuali riscontri - puo' essere letto nel sempre utilissimo sito dell'Asgi (www.asgi.it).
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Nel documento si evidenzia preliminarmente che non sussistono i casi di straordinaria necessita' e urgenza prescritti dall'art. 77 Cost. per l'adozione del decreto-legge, e che "la mancanza dei requisiti costituzionali del decreto-legge e' oggi ritenuto dalla Corte costituzionale come vizio di legittimita' costituzionale dell'intero decreto-legge, non sanato neppure dall'approvazione della legge di conversione in legge".
*
1. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 1 (Abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari e disciplina di casi speciali di permessi di soggiorno temporanei per esigenze di carattere umanitario).
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2. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 3 (trattenimento per la determinazione o la verifica dell'identita' e della cittadinanza dei richiedenti asilo).
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3. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 4 (Disposizioni in materia di modalita' di esecuzione dell'espulsione).
*
4. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 9 (Disposizioni in materia di domanda reiterata e di domanda presentata alla frontiera).
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5. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 10 (Procedimento immediato innanzi alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale).
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6. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 12 (Disposizioni in materia di accoglienza dei richiedenti asilo).
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7. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 13 (Disposizioni in materia di iscrizione anagrafica).
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8. Profili di manifesta illegittimita' costituzionale dell'art. 14 (disposizioni in materia di acquisizione e revoca della cittadinanza).
*
9. L'irragionevole previsione dell'inclusione del reato di blocco stradale quale causa ostativa all'ingresso e soggiorno regolari.

5. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

6. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. MAESTRI. ENZO COLLOTTI RICORDA VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA
[Dal sito dprs.uniroma1.it riprendiamo questa testimonianza di Enzo Collotti su Vittorio Emanuele Giuntella dal titolo originale "Vittorio Emanuele Giuntella, testimone e storico della guerra", relazione presentata nel corso della Giornata di studi in memoria di Vittorio Emanuele Giuntella tenuta il 28 novembre 1997 presso l'Universita' di Roma "La Sapienza"]

Ho conosciuto Giuntella all'inizio degli anni Sessanta e ne ho conservato l'amicizia e l'affetto sino alla sua morte. Diversi per eta', per percorso biografico e per formazione culturale, siamo legati da un vincolo profondo, spesso tanto piu' profondo in quanto inespresso; anche se non ci vedevamo spesso ogni incontro era un modo di rinnovare un'intesa di cui eravamo complici e consapevoli.
L'occasione del primo incontro fu legata alla collaborazione che allora io davo a Ferruccio Parri per l'organizzazione della partecipazione italiana al Comite' d'histoire de la deuxieme guerre mondiale, con l'assistenza del segretario generale del Comite' Henri Michel. Fu allora che, occupandomi della preparazione del convegno che si sarebbe svolto nel settembre del 1963 a Karlovy Vary sui sistemi d'occupazione delle potenze dell'Asse nell'Europa invasa, colsi l'interesse di Giuntella ad affrontare il tema della deportazione dall'Italia nel quadro della sezione del convegno dedicata al terrore nazista. Mi colpirono soprattutto il pudore e insieme il calore con i quali rievocava la sua personale esperienza del campo di prigionia, ma anche la consapevolezza che la vicenda concentrazionaria non potesse essere omologata in una indistinta condanna di quanto vi era in essa di aberrante, ma andasse affrontata con metodo scientifico e con il senso delle distinzioni tipico dello storico. Credo che pochi come Giuntella abbiano saputo darci l'esempio di cio' che significhi coniugare esperienza autobiografica, ricerca storica ed impegno civile, senza mai venir meno al rigore della fede che lo animava e che fu da lui vissuta in modo tanto coerente quanto personale.
Cio' che ci uni' non fu evidentemente solo l'identificazione del metodo scientifico ma il comune sentire, provenendo da presupposti diversi, di valori umani fondamentali e il profondo reciproco rispetto. Dico questo anche perche', piu' giovane di lui di una quindicina d'anni, avvertii immediatamente la sua capacita' di mettere a suo agio l'interlocutore senza in alcun modo fare pesare differenze di eta', di esperienza e di sapere.
Studioso di cose settecentesche e risorgimentista nel senso piu' lato e meno angusto, Giuntella fu spinto ad intervenire negli studi contemporaneistici dall'esperienza della seconda guerra mondiale, alla quale per ragioni generazionali aveva dovuto forzatamente partecipare.
Determinante sicuramente nella presa di coscienza e nell'elaborazione della sua memoria fu l'esperienza del campo di prigionia, che lo porto' a riflettere non solo sulla condizione esistenziale dei militari "internati" ma piu' in generale sulla condizione dei deportati e sull'universo concentrazionario, come espressione di un intero sistema politico e di una concezione dei rapporti di potere e tra gli uomini. "Inizia con Dachau ­ scrivera' sin dall'esordio del libro Il nazismo e i lager ­ un nuovo modo di far politica, mediante l'aggressione e la privazione della liberta', legittimate con provvedimenti speciali, in violazione degli ordinamenti costituzionali ancora vigenti, portando alle estreme conseguenze la prassi del fascismo italiano, con maggiore organizzazione e piu' raffinati metodi". La vicenda concentrazionaria si poneva in tal modo al centro di uno dei nodi fondamentali della storia del nostro secolo.
Prima ancora di dedicarsi interamente alla storia della deportazione, Giuntella colse nel rapporto tra comportamento degli internati militari e Resistenza nel quadro europeo una delle chiavi di lettura fondamentali per accostarsi a un momento della nostra storia nel quale scelte individuali e scelte collettive si fondevano in un vero e proprio tornante periodizzante. Nel 1954 Giuntella aveva curato un volumetto di testimonianze su Ignazio Vian (Un capo della Resistenza in Piemonte. Ignazio Vian, il difensore di Boves, Roma 1954), il giovane ufficiale giustiziato nel luglio del 1944, con il quale Giuntella aveva condiviso il conflitto interiore tra la fedelta' alle istituzioni e l'educazione cristiana di fronte alla dittatura e poi, attraverso il trauma dell'8 settembre, il passaggio deciso alla Resistenza. E a proposito di questo volume mi piace ricordare il giudizio che ne diedero due amici e due studiosi, piu' vicini a Giuntella per eta' ma da lui, e in modo diverso lontani per orientamento culturale, Giorgio Vaccarino e Roberto Battaglia.
In una recensione pubblicata nel marzo del 1956 ne "Il Movimento di liberazione in Italia" Giorgio Vaccarino, dopo avere sottolineato l'importanza di un profilo biografico per comprendere il passaggio alla Resistenza di uomini come Vian, aggiungeva: "La breve biografia, ampiamente documentata, quale e' questa preparata dal Giuntella [...] e' appunto uno di quei saggi che si vorrebbero portare ad esempio, per metodo e compiutezza, di tale genere di ricerche" (p. 59).
A sua volta Roberto Battaglia, nell'ampia relazione sulla storiografia della Resistenza che tenne al convegno di Genova del maggio 1959 dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, che recava significativamente come sottotitolo Dalla memorialistica al saggio storico, individuava proprio nel lavoro curato da Giuntella uno dei momenti significativi del momento della memorialistica e dell'agiografia dei martiri sulla via della fondazione di una vera e propria produzione storiografica: "Il ritratto ­ scriveva Battaglia ­ ad esempio, che il Giuntella ci da' di Ignazio Vian, e' gia' ritratto critico e delineato con severa indagine filologica" ("Il Movimento di liberazione in Italia", n. 57, ottobre-dicembre 1959, p. 160).
E' con lo stesso spirito ­ fatto di profonda partecipazione umana e insieme di controllo critico ­ che Giuntella si accosto' alla storia dell'internamento militare e della deportazione in genere. La relazione di Karlovy Vary, se non erro, a prescindere da un piu' breve intervento su "Terzo Programma" del 1962 (segnalato da A. Devoto nella sua bibliografia del 1964), fu la prima occasione nella quale Giuntella abbozzo' i lineamenti di una storia unitaria della deportazione italiana nei lager nazisti dopo l'8 settembre del 1943 (ma non gli era sfuggito che italiani erano stati deportati nei lager anche prima di questa data: come gli emigrati antifascisti e i reduci della guerra di Spagna catturati dai tedeschi nella Francia occupata). Gia' allora, problematizzando l'esperienza del lager ed essendo perfettamente consapevole dell'esistenza di forme e gradi diversi della deportazione ­ la deportazione degli ebrei, la deportazione politica, la deportazione dei militari e la deportazione per razzia di lavoratori ­ al di la' dei caratteri e delle modalita' concrete dell'esistenza dei lager che potevano omologare la condizione dei deportati (tenendo sempre ben ferma la distinzione fondamentale tra campi di concentramento e campi di sterminio), emergeva chiara l'esigenza di rendere la complessita' dell'esperienza della deportazione dall'Italia senza isolarne le molteplici componenti ne' dal punto di vista del reducismo corporativo ne' dal punto di vista storiografico. La relazione di Karlovy Vary recava come titolo Gli italiani nei lager nazisti; egli volle ampliare ulteriormente questo concetto e trattera' qualche anno dopo de "L'aspetto italiano del mondo concentrazionario" (nel n. 4 dei "Quaderni del Centro di studi sulla deportazione e l'internamento" del 1967, p. 17). Infine nel volume Il nazismo e i lager (1979) dedichera' un capitolo, il quinto, a La sorte degli italiani.
Qual e' il senso di queste annotazioni? Quello che mi interessa sottolineare e' come Giuntella sin dalla relazione del 1963 (che fu pubblicata su "Il Movimento di liberazione in Italia" del gennaio-marzo 1964, n. 74, pp. 3-19) fosse tra i primissimi ad avanzare l'esigenza di una storia della deportazione dall'Italia nella sua complessa articolazione, ma anche come ne individuasse le specificita' al di la' della semplice connotazione della componente nazionale. Giuntella fu tra i primi ad individuare alcune caratteristiche della parte di deportati dall'Italia e quindi a problematizzare da storico la domanda da rivolgere allo storico: se si scorrono i diversi contributi che ho citato risulta evidente che una delle sue principali preoccupazioni fu quella di chiarire perche' tra i deportati dall'Italia, che furono tra gli ultimi ad arrivare nei lager, e che quindi vissero nei lager un'esperienza temporanea, vi fu una mortalita' cosi' elevata. Le risposte che gia' allora diede Giuntella sono le stesse ipotesi sulle quali oggi ancora lavora la storiografia. Non e' casuale che una delle due appendici del volume Il nazismo e i lager, sia dedicata a "Problemi di metodo e linea di ricerca della storiografia sulla deportazione", vale a dire a un tipo di attenzione che fa si' che questo libro si distacchi nettamente dal carattere spurio di molti libri sulla deportazione, a cavallo tra memoria e riflessione storica, e si ponga decisamente, secondo i caratteri dei primi saggi sistematici di Giuntella, tra i primi contributi italiani ad una storiografia critica della deportazione.
Al di la' della citazione da questo o da altri scritti di Giuntella, due aspetti vorrei sottolineare ancora. Il primo riguarda l'accento gia' citato posto ai ritardi della storiografia. Ma temo purtroppo che il messaggio sul quale egli insistette ­ "E' evidente che se una storia dei lager si potra' fare [...] questo compito non puo' assumerselo che la nostra generazione, quella dei carnefici e delle vittime" ("Quaderni", cit., n. 4, p. 19) ­ rischia di rimanere inascoltato. E' un messaggio importante che si collega alla temperie politico-culturale degli ultimi anni. Era un messaggio legato alla trasmissione di una memoria che rischia di andare perduta. Di questa memoria negli ultimi anni Giuntella si era fatto sempre piu' carico e con l'assillo dell'angoscia di non riuscire piu' a dare il contributo al quale si sentiva tenuto, non solo il "dover testimoniare", come avrebbe detto Primo Levi, ma anche il debito verso i suoi compagni di prigionia, soprattutto verso i soldati che non sono piu' tornati. Era assillato dal trascorrere del tempo, ma soprattutto dall'emergere di visioni riduttivistiche o francamente revisionistiche. In questi casi il rigore dello storico si accompagnava ad un senso profondo di indignazione, di sacro furore che era certo sdegno per la menzogna, ma soprattutto per quella che egli riteneva una vera e propria profanazione di memoria.
Ma un secondo motivo, che si ritrova all'origine dei suoi studi critici sulla deportazione e che non puo' non farci riflettere quando ci si pone il problema di una costruzione di una memoria collettiva, e' la precocita' con la quale egli avverti' l'assenza nell'amministrazione dell'Italia repubblicana di sollecitazioni e interessi per la raccolta dei dati piu' elementari in relazione all'internamento militare e alla deportazione in generale, un elemento certo non irrilevante, oggi che cerchiamo di dare un piu' sicuro fondamento scientifico a certi studi e tentiamo di approfondire la riflessione sui processi di consapevolezza o rimozione che hanno accompagnato il divenire faticoso della nostra societa' e delle nostre istituzioni democratiche.
Per concludere, Giuntella ci lascia due indicazioni di metodo e interpretative che la storiografia contemporaneistica non potra' disattendere: la prima consiste nell'integrazione della vicenda degli internati militari nella storia piu' generale della deportazione; la seconda l'integrazione della vicenda degli internati militari e, piu' in generale, della deportazione nel quadro della storia della Resistenza e della seconda guerra mondiale. Sono aspetti sui quali si sta da tempo lavorando e sui quali la collaborazione tra l'Anei e l'Aned e' fruttuosa ­ ricordo da ultimo proprio il convegno dell'Aned sul lager di Dora-Nordhausen, nel quale del tutto evidente e' la saldatura tra l'esperienza dell'imi e l'esperienza piu' generale della deportazione in tutte le sue specificazioni.
E vorrei chiudere con una proposta per la quale penso che la sede di questa giornata sia l'occasione particolarmente adeguata. La proposta di censire e raccogliere gli scritti e gli studi di Giuntella in varia misura dedicati alle vicende dell'internamento militare e alla problematica della deportazione, a testimonianza del contributo specifico che da essi viene anche agli studi contemporaneistici che nella sua operosa esistenza degli ultimi cinquant'anni non furono affatto marginali.

8. MEMORIA. BENEDICT ANDERSON, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Storico sociologo politologo
studioso della decolonizzazione e del nazionalismo
elaboro' il concetto di "comunita' immaginate"

Con gratitudine lo ricordiamo

9. MEMORIA. ELLA BAKER, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Lungo un intero secolo
anima della lotta antirazzista

10. MEMORIA. LAMBERTO BORGHI, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Educatore
liberatore

11. MEMORIA. ALFONSO CANZIO, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Militante socialista
organizzatore delle lotte dei contadini
assassinato dagli agrari e dalla mafia

Con gratitudine lo ricordiamo

12. MEMORIA. ELENA CEVA VALLA, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Antifascista resistente educatrice
voce e volto della nonviolenza in cammino
con gratitudine la ricordiamo

13. MEMORIA. GIAMPIERO CAROCCI, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Antifascista e deportato
storico e docente
impegnato per la liberazione dell'umanita'

Sui suoi libri anche chi scrive queste righe
ha studiato
ed alla scuola della sua testimonianza

Con gratitudine lo ricordiamo
oggi 13 dicembre 2018
nel primo anniversario della morte

14. MEMORIA. TERZO DRUSIN, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Fu insegnante e fu partigiano
torturato e assassinato dai fascisti
ancora vive nel ricordo delle persone buone
ancora vive in ogni persona
che insorge per la liberta' di tutti

15. MEMORIA. GIUSEPPE FAE', NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Presibitero e antifascista
persona buona

16. MEMORIA. MARIA TERESA LEON, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Scrittrice e militante antifascista
sempre si oppose al partito della morte
con nitida vista
con animo forte

17. MEMORIA. DORA MARSDEN, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Con il braccio col cuore con l'animo insonne
seguendo virtute e canoscenza
sempre lotto' per la liberazione delle donne
non arrendendosi alla sofferenza

18. MEMORIA. GIUSEPPE ENNIO ODINO, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Antifascista partigiano deportato
testimone della dignita' umana

Con gratitudine lo ricordiamo

19. MEMORIA. DAVID ROUSSET, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Resistente deportato testimone
compagno di lotta di chiunque lotta
contro l'orrore dei campi
contro tutte le persecuzioni

20. MEMORIA. GIUSEPPE SACCHI, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Antifascista partigiano sindacalista parlamentare
principale estensore della prima bozza
dello Statuto dei lavoratori

Con gratitudine lo ricordiamo

21. MEMORIA. UMBERTO SEGRE, NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Intellettuale antifascista
autore di preziose opere
di filosofia politica economia
docente di filosofia morale
testimone della dignita' umana

22. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Raffaele De Cesare, La fine di un regno, Societa' Europea di Edizioni, Milano 2018, 2 tomi per complessive pp. 1212, euro 9,90 + 9,90.
*
Riletture
- Friedrich Engels, Storia e lingua dei Germani. Scritti filologici, Editori Riuniti, Roma 1974, pp. 244.
- Pema Chodron, Senza perdere tempo. Leggere oggi "La via del bodhisattva", Mondadori, Milano 2008, pp. 308.
*
Gialli
- Drago Hedl, Silenzio elettorale, Marsilio, Venezia 2017, Gedi, Roma 2018, pp. 364, euro 7,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e ad altre testate).
*
Classici
- Ana Maria Matute, Fiesta al Noroeste, Catedra, Madrid 1999, pp. 160.
- Nuto Revelli, L'anello forte. La donna: storie di vita contadina, Einaudi, Torino 1985, 1995, pp. XCVI + 510.

23. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

24. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3238 del 14 dicembre 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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