[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 966



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 966 del 7 agosto 2018

In questo numero:
1. Un'insurrezione nonviolenta per le dimissioni del governo razzista
2. Alcuni testi del mese di maggio 2018 (parte seconda)
3. Minimo un programma di governo
4. Omero Delli Storti: I tre moschettieri
5. Una persona, un voto
6. Per abolire la guerra e le uccisioni occorre il disarmo
7. Eduardo Colombo
8. Misato Toda
9. Sarah Kirsch
10. Cristina Conchiglia
11. Giulietta Simionato
12. Mildred Loving
13. Pak Kyongni
14. Walter Sisulu
15. Commemorato a Viterbo Camillo Berneri nell'anniversario della morte
16. In memoria di Henry David Thoreau
17. Ermanno Olmi
18. A un anno dalla scomparsa, ricordato a Viterbo l'antropologo Ugo Fabietti
19. Ricordando Peppino Impastato a quarant'anni dall'uccisione
20. Opporsi a tutte le uccisioni
21. Una mattina
22. Questa catastrofe
23. Ed Ricketts
24. No a un governo razzista
25. Una repubblica democratica
26. Un appello al Presidente della Repubblica
27. Alle persone buone. Una lettera ingenua e sentimentale
28. L'articolo 92
29. La strage
30. In extremis, prima che sia troppo tardi

1. REPETITA IUVANT. UN'INSURREZIONE NONVIOLENTA PER LE DIMISSIONI DEL GOVERNO RAZZISTA

Il governo dell'estrema destra razzista e golpista in appena due mesi ha gia' provocato troppe vittime.
Con l'omissione di soccorso dei naufraghi nel Mediterraneo.
Con l'aggressione e il sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane in mare.
Con la complicita' con la Libia degli schiavisti, dei lager e degli orrori.
Con il disprezzo e la persecuzione delle persone piu' oppresse e piu' bisognose di aiuto.
Con la propaganda e l'istigazione all'odio razzista che ha scatenato squadristi e assassini.
Con la violazione della Costituzione della Repubblica italiana che fa obbligo di riconoscere e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Per fermare tanta scellerata violenza occorre innanzitutto costringere il governo delle persecuzioni razziste alle immediate dimissioni.
Per fermare tanta scellerata violenza occorre innanzitutto ottenere che siano finalmente processati e condannati ai sensi delle leggi vigenti i ministri responsabili di propaganda e atti di razzismo, responsabili di crimini contro l'umanita'.
*
Occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze in difesa del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze in difesa della legalita' che salva le vite.
Occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze in difesa della repubblica democratica, dello stato di diritto, della civilta', dell'umanita'.
*
Denunciamo i ministri razzisti.
Facciamo dimettere il governo della disumanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MAGGIO 2018 (PARTE SECONDA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di maggio 2018.

3. MINIMO UN PROGRAMMA DI GOVERNO

La pace e il disarmo.
Diritto di voto per tutte le persone che in Italia vivono.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: I TRE MOSCHETTIERI

Eravamo noi quattro che ci chiamavamo i tre moschettieri. Pero' eravamo quattro perche' i tre moschettieri invece sono quattro: Ateo, Porto, Aramisse e Tartagna'. E facevamo piu' danni della grandine.
Al tempo delle cerase, al tempo delle nocchie, al tempo dei cocommeri, dove passavamo noi passava Attila. Ed eravamo inafferrabili. E le volte che ci girava storta davamo pure fuoco a tutto.
Stavamo sempre insieme. E quando non eravamo in giro per gli orti o i poderi ce ne stavamo al bar a giocare a carte e a biliardo.
Per mettere insieme qualche soldo per pagarci le sigarette e la gazzosa facevamo pure qualche lavoretto, ma mai al paese, sempre fuori, e pure la roba che ci scappava la vendevamo fuori. Avevamo tutti il motorino, ma quando andavamo in trasferta a lavorare ci andavamo col treno o con la corriera, poi facevamo il lavoretto e mettevamo la merce in un posto sicuro, se ti sai guardare intorno c'e' sempre un posto sicuro. Poi il giorno dopo si andava in citta' dal sor Oreste a chiedere se interessava l'articolo. Al sor Oreste gli interessava sempre l'articolo. Pagava poco ma sicuro, e ci pensava lui a mandare uno dei suoi a recuperare il porcellino, noi dovevamo solo dirgli dove. Meglio di cosi'.
Si stava bene, pero' un po' ci si annoiava pure. Per non dire che a tutti e quattro a casa ci facevano una lagna cosi' che dovevamo trovarci un lavoro e le solite cose che ti dicono finche' te le possono dire e tanto si sa che tu non li stai a sentire.
Un pomeriggio, era domenica e era d'estate, a Aramisse gli viene un'idea, che li' per li' ci sembro' a tutti una bella idea, almeno era una cosa nuova. L'aveva trovata su uno di quei giornaletti che giravano allora. Pero' per funzionare serviva almeno un apetto col cassone coperto, e qualche strumento, e poi un posto adatto fuori mano e ci sarebbe stato da divertirsi.
Invece ando' tutto storto. Quella comincio' subito a strillare e per farla star zitta e metterla dentro il sacco bisogno' usare lo strumento che pero' quando poi aprimmo il sacco ci accorgemmo che gia' non si muoveva piu', e allora addio divertimento. In piu' bisognava sbarazzarsi dell'oggetto. Ora, un conto e' trovare un posto dove mettere per un giorno o due qualche posata d'argento o due orecchini, un conto un metro e mezzo di cristiana, che poi da morta pesava come un'addannata. Per non dire dell'apetto, che pure quello da qualche parte dovevamo lasciarlo e ormai era pure macchiato perche' dal sacco il sangue era colato fuori.
Al cinema pare facile, dai fuoco a tutto. Ma per ora che brucia tutto, andiamo, ci passa mezza giornata a dire bene, che oltretutto ci vuole il necessario materiale combustibile, e insomma e' una rogna e noi avevamo pure fretta e oltretutto eravamo di cattivo umore perche' quando le cose non vanno per il verso giusto ci si mette pure il malumore.
Cosi' pensammo di andare coll'apetto e con tutto il carico, noi quattro, i ferri e la Ginetta nel sacco, al casale di Saltapicchio, che aveva il vantaggio di essere vicino a dove stavamo e di essere pure isolato, e che Saltapicchio ci viveva da solo perche' non se l'era mai voluto prendere nessuna. Non eravamo amici con Saltapicchio, anzi non ci piaceva per niente. E quando decidemmo di andare al casale suo era gia' sottinteso che se ce lo trovavamo che lo lasciavamo. E infatti ce lo trovammo. Pero' non era solo, c'era pure una che chi l'aveva vista mai. Quando arrivammo lui si affaccio' a una finestra e era senza canottiera. Aramisse che lo conosceva gli fece segno di scendere e mentre lui scendeva vedemmo la faccia di quella dietro la finestra, che chi l'aveva vista mai, chissa' chi era. Come apri' la porta lo facemmo. Poi salimmo di corsa le scale e tocco' a quella li' in sottana. Poi tirammo dentro casa il sacco con la Ginetta, e trascinammo giu' per le scale la forestiera che sembrava un pupazzo di stracci. In cucina c'era un camino grosso come un letto matrimoniale. Li ficcammo tutti e tre li'. Poi cercammo da mangiare e da bere perche' dopo una faticata come quella ci voleva il meritato riposo. Io e Porto che eravamo piuttosto sporchi di sangue trovammo due camicie pulite di Saltapicchio che ci stavano grosse ma meglio di niente, si sa.
S'era fatta sera e era ora di accendere il fuoco. A Porto gli venne l'idea di non bruciarli nel camino, ma di metterli sul pavimento come se facessero una specie di lotta e di mettere in mano a Saltapicchio un martello, alla forestiera un coltellaccio e alla Ginetta niente, ma prima di metterglieli in mano usare il coltello e il martello per dare un bel po' di fendenti e di botte a tutti e tre i cadaveri, tanto per confondere le idee su quello che era successo e far schizzare il sangue qua e la' per tutta casa per dare un tocco di colore. Non sembrava una cattiva trovata; invece era una cattiva trovata perche' per quanto cerchi di starci attento fini' che ci sporcammo tutti e bisogno' far ricorso un'altra volta al guardaroba di Saltapicchio che poi non era granche', e oltretutto tutti i vestiti ci stavano grossi e i calzoni bisogno' tagliarne un pezzo che non venne un lavoro fatto tanto bene e poi per non farceli cascare - mannaggia a quel panzone - tocco' legarli con lo spago, e le camicie rimboccare dieci volte le maniche. Poi portammo un po' di balle di fieno dalla stalla dentro il casale e cominciammo a dare fuoco a qualche mobile, che il fuoco durasse, e quando fummo sicuri che avevano preso bene allora accendemmo le balle, nel casale e nella stalla. Nella stalla con tutte le bestie, perche' per liberarle si rischiava di doverci sporcare un'altra volta e non e' che li' vicino c'era una sartoria aperta, che poi io i vestiti in sartoria non ce li ho mai comprati, a me mi piacciono i blue-jeans che li compro al mercato.
Avevamo gia' cominciato la luminaria che Aramisse si ricordo' che ci eravamo scordati di dare uno sguardo se da qualche parte c'era qualche cosa da acquisire alla cassa-mutua dei moschettieri. Ecco che succede a fare le cose di fretta, che magari quel morto di fame di Saltapicchio ci aveva il tesoretto nel como' e noi nisba. Lo dico sempre io che chi va piano va sano e va lontano.
Pero' ormai era fatta, il fumo gia' si vedeva da lontano, cosi' ce ne andammo coll'apetto fino alla macchia. Lo ficcammo in una fratta, e demmo fuoco alla fratta. Prese subito, e' questo il bello della macchia d'estate. Poi a piedi ridendo e scherzando ce ne tornammo al paese, passammo ognuno da casa sua a cambiarci e metterci il vestito della festa e poi di nuovo tutti insieme al bar. Dopo un po' che stavamo al bar arrivo' uno che diceva che c'era un incendio nella macchia e uscimmo tutti a guardare. C'era parecchio fumo, la macchia e' vicina al paese, saranno due o tre chilometri. Poi rientrammo al bar per vedere i gol alla Domenica sportiva, poi giocammo un altro po' a carte e poi, siccome si era fatto tardi, a nanna.
Il giorno dopo m'alzai tardi perche' il lunedi' mi piace alzarmi tardi alla faccia di chi lavora, e andai al bar che era gia' pomeriggio. Stavamo al bar come sempre ma Aramisse non c'era. Non si vide tutto il giorno. La sera sul tardi arrivo' la notizia che l'avevano trovato che gli avevano sparato. La gente al bar ci guardava strana, stavamo sempre insieme. Chi lo sa chi lo aveva ammazzato. Pero' sono cose che capitano. Io quella notte stessa rubai una macchina e me ne andai dal paese. Lontano. Parecchio lontano. Da allora non ci sono piu' tornato. Avevo sedici anni. Adesso ne ho piu' di sessanta e mi pare la storia di un altro.

5. UNA PERSONA, UN VOTO

Ogni persona ha diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che la sua stessa vita riguardano.
La democrazia o e' universale o non e'.
Il primo principio della civile convivenza e': una persona, un voto.
Cessi in Italia l'assurdo ed infame regime di apartheid che nega il diritto di voto ad oltre cinque milioni di persone che qui vivono.
Il primo principio della civile convivenza e': una persona, un voto.
La democrazia o e' universale o non e'.
Ogni persona ha diritto di partecipare alle decisioni pubbliche che la sua stessa vita riguardano.

6. PER ABOLIRE LA GUERRA E LE UCCISIONI OCCORRE IL DISARMO

Finche' si producono armi queste armi uccideranno degli esseri viventi.
Finche' si producono armi queste armi susciteranno guerre e stragi.
Finche' si producono armi l'umanita' sara' nel piu' grande dolore e pericolo.
E' il disarmo la politica prima.
Solo il disarmo salva le vite.

7. EDUARDO COLOMBO

E' deceduto il 13 marzo del 2018 Eduardo Colombo, anarchico argentino, medico e psicoanalista.
E' ricordato nel fascicolo di "A. Rivista anarchica" n. 425 del maggio 2018 con una intervista inedita in Italia e un commosso necrologio.

8. MISATO TODA

E' deceduta Misato Toda, anarchica e docente universitaria giapponese, profonda studiosa del pensiero e del movimento anarchico italiano.

9. MEMORIA. SARAH KIRSCH

Il 5 maggio del 2013 e' deceduta Sarah Kirsch, poetessa tedesca.

10. MEMORIA. CRISTINA CONCHIGLIA

Il 5 maggio del 2013 e' deceduta Cristina Conchiglia, militante del movimento operaio, sindacalista e parlamentare.

11. MEMORIA. GIULIETTA SIMIONATO

Il 5 maggio del 2010 e' deceduta Giulietta Simionato, che fu Carmen, Rosina e Azucena.

12. MEMORIA. MILDRED LOVING

Il 5 maggio del 2008 e' deceduta Mildred Loving, militante per i diritti umani.

13. MEMORIA. PAK KYONGNI

Il 5 maggio del 2008 e' deceduta Pak Kyongni, scrittrice coreana.

14. MEMORIA. WALTER SISULU

Il 5 maggio del 2003 e' deceduto Walter Sisulu, una delle figure maggiori della lotta contro l'apartheid.

15. COMMEMORATO A VITERBO CAMILLO BERNERI NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE

Sabato 5 maggio 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolta una commemorazione di Camillo Berneri, il pensatore e militante antifascista e libertario assassinato a Barcellona il 5 maggio 1937.
Ricordando Camillo Berneri, la sua riflessione e la sua azione, sono state rievocate anche altre grandi figure dell'antifascismo italiano ed europeo, da Carlo Rosselli a George Orwell; sono state ricostruite alcune fondamentali esperienze della sinistra antitotalitaria novecentesca; sono state riproposte alcune delle cruciali questioni morali e politiche che ancora oggi si pongono alla meditazione e all'impegno di chi prosegue la lotta per la liberazione dell'umanita' da ogni oppressione.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta una corale persuasa opposizione alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
L'antifascismo oggi prosegue e s'invera nella scelta concreta e coerente della lotta nonviolenta contro tutte le violenze.
Nessun essere umano sia abbandonato alla sofferenza, alla violenza, allo sfruttamento, all'emarginazione, alla miseria, al terrore, alla fame, alla solitudine, alla morte.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti; tutti gli esseri umani hanno il diritto di partecipare a prendere tutte le decisioni che l'intera umanita' riguardano; tutti gli esseri umani hanno diritto a ricevere l'aiuto loro necessario e tutti gli esseri umani hanno il dovere di recare aiuto a chiunque di aiuto abbia necessita'.
Convivenza, responsabilita', condivisione del bene e dei beni.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Difendere il mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione dell'umanita' intera da ogni menzogna e da ogni oppressione.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

16. IN MEMORIA DI HENRY DAVID THOREAU

Ricorrendo l'anniversario della scomparsa dell'illustre filosofo e scrittore americano, il 6 maggio 2018 il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha ricordato con viva commozione e gratitudine Henry David Thoreau, pensatore e militante per la liberazione dell'umanita' e la difesa dell'intero mondo vivente.
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Henry David Thoreau e' nato a Concord il 12 luglio 1817 ed a Concord e' deceduto il 6 maggio 1862, grande pensatore libertario americano, obiettore di coscienza alla guerra, antirazzista ed antischiavista, precursore dei movimenti ecologisti e nonviolenti, fu autore di opere fondamentali come Walden ovvero la vita nei boschi e La disobbedienza civile. Tra le opere di Henry David Thoreau: Walden and other writings, Bantam Books, New York 1962, 1981; tra le traduzioni italiane: Walden ovvero la vita nei boschi, Rizzoli, Milano 1964; Walden ovvero la vita nei boschi e il saggio La disobbedienza civile, Neri Pozza, 1958, Mondadori, Milano 1970, 1977; La disobbedienza civile. Vita senza principi, Demetra, Bussolengo (Vr) 1995; La disobbedienza civile. Apologia per John Brown, Rcs, Milano 2010. Con la figura, l'opera e la riflessione di Thoreau si sono confrontati e su di lui e su di esse hanno scritto impegnative considerazioni pressoche' tutti gli studiosi del pensiero libertario e della nonviolenza (oltre agli storici della letteratura e della cultura nordamericana, di cui e' un classico).
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Nel ricordo e alla scuola di Thoreau proseguiamo nell'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

17. ERMANNO OLMI

E' deceduto Ermanno Olmi, uno dei piu' grandi registi cinematografici italiani.
Era un sapiente come lo erano i sette savi dell'antica Grecia, e un poeta di limpido sguardo.
E' stato voce delle oppresse e degli oppressi, della natura e dell'umanita' cantore, della virtu' dell'accudente attenzione al dolore degli altri maestro, pittore dell'umilta' generosa e della verita' che libera e salva, amico della nonviolenza.

18. A UN ANNO DALLA SCOMPARSA, RICORDATO A VITERBO L'ANTROPOLOGO UGO FABIETTI

Nel primo anniversario della scomparsa dell'illustre antropologo Ugo Fabietti (Milano, 20 novembre 1950 - 7 maggio 2017) si e' svolta a Viterbo lunedi' 7 maggio 2018 presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" una commemorazione dell'umanista, ricercatore e cattedratico autore di studi e manuali che hanno dato un rilevante contributo alla comprensione di noi stessi e dei nostri doveri nei confronti dell'umanita'.
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Anche alla scuola di Ugo Fabietti continui l'impegno di ogni persona di volonta' buona contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

19. RICORDANDO PEPPINO IMPASTATO A QUARANT'ANNI DALL'UCCISIONE

Ricorre il 9 maggio il quarantesimo anniversario dell'uccisione di Peppino Impastato.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo lo ricorda ancora una volta coraggioso militante antimafia, generoso compagno di lotte del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza e da ogni menzogna.
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Giuseppe Impastato, nato nel 1948, militante della nuova sinistra di Cinisi (Pa), straordinaria figura della lotta contro la mafia, di quel nitido e rigoroso impegno antimafia che Umberto Santino defini' "l'antimafia difficile"; fu assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Tra le raccolte di scritti di Peppino Impastato: Lunga e' la notte. Poesie, scritti, documenti, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2002, 2008. Tra le opere su Peppino Impastato: Umberto Santino (a cura di), L'assassinio e il depistaggio, Centro Impastato, Palermo 1998; Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo 1986; Claudio Fava, Cinque delitti imperfetti, Mondadori, Milano 1994; AA. VV., Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti, Roma 2001, 2006 (pubblicazione della relazione della commissione parlamentare antimafia presentata da Giovanni Russo Spena; con contributi di Giuseppe Lumia, Nichi Vendola, Michele Figurelli, Gianfranco Donadio, Enzo Ciconte, Antonio Maruccia, Umberto Santino); Marco Tullio Giordana, Claudio Fava, Monica Zapelli, I cento passi, Feltrinelli, Milano 2001 (sceneggiatura del film omonimo); Umberto Santino (a cura di), Chi ha ucciso Peppino Impastato. Le sentenze di condanna dei mandanti del delitto Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2008; Giovanni Impastato e Franco Vassia, Resistere a mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato, Stampa Alternativa, Viterbo 2009.
Naturalmente sono fondamentali le molte altre ottime pubblicazioni del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"; per contatti: Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, sito: www.centroimpastato.it
Ugualmente fondamentale l'attivita' dell'"Associazione casa memoria Felicia e Peppino Impastato"; per contatti: corso Umberto I 220, 90045 Cinisi (Pa), sito: www.peppinoimpastato.com
Si vedano anche almeno i libri dedicati a Felicia Bartolotta Impastato, la madre di Giuseppe Impastato che lo ha sostenuto nella sua lotta, lotta che ha proseguito dopo l'uccisione del figlio; e' deceduta nel dicembre 2004. Opere di Felicia Bartolotta Impastato: La mafia in casa mia, intervista di Anna Puglisi e Umberto Santino, La Luna, Palermo 1987. Tra le opere su Felicia Bartolotta Impastato: Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A Felicia Bartolotta Impastato, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2005; Cfr. anche il profilo scritto da Anna Puglisi per l'Enciclopedia delle donne e ripubblicato anche in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 311.
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Nel ricordo di Peppino Impastato continui l'impegno di ogni persona di volonta' buona contro il potere mafioso e il regime della corruzione, contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

20. OPPORSI A TUTTE LE UCCISIONI

Opporsi a tutte le uccisioni.
Salvare le vite.
E' il fondamento della convivenza.
E' il primo dovere di ogni persona.
E' il cuore e la ragione della politica.

21. UNA MATTINA

L'Italia, che altri chiamano Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sonni agitati...

22. QUESTA CATASTROFE

I. Stanotte

Vincono i barbari, i fascisti vincono
stanchi giungemmo a questo precipizio
e lentamente passo dopo passo
e ti sembra che sia anche colpa tua.

Continui a perdere i denti
la vista ti si abbassa ancora
la maniglia dalla porta si e' staccata
sul cuoio di un libro una vespa ha costruito
con infinita pazienza il suo nido di fango
chi puo' sapere piu' quanti anni fa
dalla bocca sdentata ti escono strane parole
che raschiano e sembrano soffi e fruscii
e ti danno la nausea gli occhiali se leggi
e i barbari vincono, vincono i fascisti
hay viento y hay cenizas en el viento.

Certamente resistere e' possibile
ma questo vento che tutto travolge
e reca bottiglie di sabbia e di fuoco
cartocci di ruggine e scorpioni
e frecce impregnate di peste.

I pochi amici che vedo
sono ammalati o hanno perso la casa
o verranno processati a giorni
sono vecchi e stanchi e stilla a stilla vanno
perdendo come me la memoria del tedesco
zoppicando nella nebbia nel fumo ci chiediamo
talvolta o sovente o mai o sempre
se fummo proprio noi
o lo abbiamo sognato
tutto si fa confuso
e vincono i fascisti.

Dove e quando sbagliammo?
Fu perche' tacemmo quando il disgusto
ci ammutoli' e lasciammo che solo
la muta latrasse?
Ma tacemmo? Io credevo di no.
O forse altro era da fare ed esitammo?
Ma esitammo? Io temo di si'.
Ma se esitammo fu perche' tememmo
che a combattere l'orco coi metodi dell'orco
in orco ci saremmo trasformati
e forse proprio questo era accaduto all'orco
quando era ancora giovane e nulla sapeva del mondo
e forse sperava un'altra vita e benigna.

Tutto e' divorato anche cio' che meritava
se non devozione rispetto e pieta'
nulla piu' resta tra le rovine integro
e dove erano i luoghi dell'assemblea
che sapeva dire di no
e fra tutti dividere il pane
adesso discoteche e stadi e scenari di plastica e cartone
dietro i quali le fosse comuni
i campi e il piazzale dell'appello
e i laboratori dove si distilla
l'odio che uccide e il fascismo che torna
e tutto divora.

Certamente resistere e' possibile
certamente resistere e' necessario
e certamente
io e i compagni siamo vecchi e tardi
eppure resistere e' necessario
ed essendo necessario e' quindi possibile.

Senza illusioni senza speranze
solo per restare cio' che crediamo che siamo
e temiamo di no e temiamo sia falso
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

II. Della paura dei classici

Non siamo noi ad avere paura dei classici
sono i classici ad avere paura di noi
si rintanano nelle cantine
parlano in sanscrito anche al caffe'
cercano di trovare un lavoro in campagna
fosse pure da guardiano dei porci
non vanno mai dal barbiere e si lavano
i vestiti da soli e li indossano senza stirarli.

Certo poi si vergognano di sembrare
cosi' messi male sono pur sempre i classici
e ai loro tempi combatterono a Salamina
ne combinarono insieme a Buffalmacco
ricordano ancora le bastonate di Orbilio
e sanno a memoria tutte le squadre
dell'anno che il Cagliari vinse lo scudetto.

Nessuno gli telefona mai
e se per sbaglio una telefonata gli arriva
non rispondono
non hanno la televisione ne' la macchina
le partite le sentono alla radio al bar
e se devono andare dal dottore
si alzano all'alba per prendere il treno
e s'offendono a vedere le stazioni chiuse
e non sanno come fare il biglietto
cosi' non vanno mai dal dottore
e muoiono presto.

Sono restati alla prima Internazionale
continuano ad accapigliarsi con Marx e Bakunin
la gente normale li guarda accigliata
qualcuno pensa che farebbero meglio
a lavare i finestrini ai semafori
ma pensa anche che chi lava i finestrini ai semafori
andrebbe messo in galera
portato ad oriente
e loro lo sanno vecchi come sono
lo sanno riconoscere il passo cadenzato
delle camicie brune
che dai social media proclamano
la pulizia dello spazio vitale
affinche' tutto si trasformi in carie e sasso
gia' i cavalli di frisia per le strade lustre pascolano
crescono nelle aiuole e sui terrazzi piante
di filo spinato e la pioggia perfora
insieme le lattine e il pario marmo
le dita dei giovani in carriera
si trasformano in chele e in staffili
dai ganci pendono sopra le nostre teste
chine legnose strani frutti ancora.

Lo sanno i classici di non piacere
alla nuova primavera di bellezza
che parla solo frasi corte come ordini
parole che sono polpette di cane e frantumi di vetro
entusiasta di non pensare i lunghi dolorosi pensieri
ebbra e frenetica di avere un tutto
che e' solo un ben confezionato nulla.
Lo sanno di non piacere a chi
percuote le dita sul display nel palmo
prepara e ripete ed applaude le gesta dei trenta tiranni
e gli autodafe' e i vagoni piombati.
E sanno che i persecutori sanno
fiutare in un lampo le vittime loro
e in un lampo abbatterle senza
battere un ciglio sentire nessun fremito
continuando a cianciare sguardo in macchina
del nulla che il nulla prepara
presto mutando la carne delle vittime in concime
facendo un deserto e chiamandolo il nuovo.

Si ricordano di quella volta che con Lisia
e di quell'altra che a Montaperti
e della strage di Ginocchio ferito
della benevolenza che predicava il maestro Kung
e il figlio della levatrice
o quello del discorso della Montagna
e quella che aveva tre ghinee
sanno che la loro memoria
e' vietata.

Poiche' hanno giu' visto nel Trentotto
quell'altro rogo dei libri
di quello di oggi non stupiscono
chi ci riesce cerca di fuggire
lontano molto lontano
chi ci riesce cerca di tenere a memoria
i libri che ormai sono cenere
alcuni si ritrovano
decrepiti come sono
ancora a Madonna del Colletto
a Porta San Paolo ancora
e sono i nostri maestri e compagni migliori
e i primi che saranno uccisi.

I classici la loro paura
questa memoria che dilegua come fumo
havel havalim.

III. Congedo

Ma tu non cedere resisti ancora
al regime dei razzisti opponiti ancora
non dirla mai la parola disonesta
resta fedele all'umanita'.

Accogli in casa chi e' perseguitato
sii mite e generoso con chi incontri
organizza la lotta nonviolenta.

Ogni essere umano ha diritto alla vita
vi e' una sola casa comune un'unica umanita'
e tutto il bene e tutti i beni fra tutte
le persone vanno condivisi
ogni persona responsabile di tutto
ogni persona custode del mondo
ogni persona eguale in diritti
ad ogni altra persona ed ognuna
ugualmente di aiuto bisognosa.

Tu non uccidere
tu salva le vite.

Abolire la guerra e tutte le uccisioni
abolire il razzismo e tutte le persecuzioni
abolire il maschilismo e tutte le oppressioni
solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita' dalla catastrofe.

23. ED RICKETTS

L'11 maggio 1948 moriva Ed Ricketts, il biologo amico di Steinbeck su cui il romanziere modello' alcuni indimenticabili personaggi dei suoi capolavori.
Nel settantesimo anniversario della scomparsa lo ricordiamo.

24. NO A UN GOVERNO RAZZISTA

No a un governo razzista.
C'e' forse bisogno di spiegare perche'?

25. UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA

No al governo dell'estrema destra razzista.
Il Presidente della Repubblica non consenta che vadano al governo coloro che si collocano al di fuori della Costituzione e della democrazia.
Il Presidente della Repubblica non consenta che vadano al governo coloro che negano i diritti umani di milioni di esseri umani.
No al governo dell'estrema destra razzista.
*
L'Italia e' una repubblica democratica.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.

26. UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente della Repubblica,
non consenta che vada al governo del nostro paese chi nega i diritti umani di milioni di esseri umani.
Non consenta che vada al governo del nostro paese l'estrema destra razzista che in quanto tale si colloca fuori e contro la Costituzione repubblicana e la democrazia.
L'Italia e' una repubblica democratica.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
*
Egregio Presidente della Repubblica,
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo", recita l'articolo 2 della nostra Costituzione.
"Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica", recita l'articolo 10 della nostra Costituzione.
Non consenta che prenda il governo del nostro paese chi nega l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani.
Non consenta che prenda il governo del nostro paese chi nega il dovere di soccorrere chi e' in pericolo di morte.
Non consenta che prenda il governo del nostro paese chi nega il diritto alla vita di innumerevoli innocenti.
Augurandole ogni bene,
il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 12 maggio 2018

27. ALLE PERSONE BUONE. UNA LETTERA INGENUA E SENTIMENTALE

Carissime amiche e carissimi amici,
Gentilissime signore e signori gentilissimi,
pregiatissime associazioni ed istituzioni,
vorremmo pregarvi di scrivere al Presidente della Repubblica per invitarlo a non consentire che l'estrema destra razzista vada al governo del nostro paese.
Il razzismo e' incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana.
Il razzismo e' incompatibile con la democrazia.
Il razzismo e' incompatibile con il rispetto della dignita' umana.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
*
E' possibile scrivere al Presidente della Repubblica entrando nel sito www.quirinale.it e cliccando su "Scrivi alla Presidenza della Repubblica" in fondo alla home page.
*
Trascriviamo qui di seguito il testo della lettera che noi abbiamo gia' inviato; chi vorra' potra' usarlo cosi' com'e' o variarlo, o naturalmente scriverne uno diverso:
Egregio Presidente della Repubblica,
non consenta che vada al governo del nostro paese chi nega i diritti umani di milioni di esseri umani.
Non consenta che vada al governo del nostro paese l'estrema destra razzista che in quanto tale si colloca fuori e contro la Costituzione repubblicana e la democrazia.
L'Italia e' una repubblica democratica.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Egregio Presidente della Repubblica,
"La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo", recita l'articolo 2 della nostra Costituzione.
"Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica", recita l'articolo 10 della nostra Costituzione.
Non consenta che prenda il governo del nostro paese chi nega l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani.
Non consenta che prenda il governo del nostro paese chi nega il dovere di soccorrere chi e' in pericolo di morte.
Non consenta che prenda il governo del nostro paese chi nega il diritto alla vita di innumerevoli innocenti.
*
Grazie di cuore a tutte e tutti per quanto vorrete fare,
il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 13 maggio 2018

28. L'ARTICOLO 92

Il secondo comma dell'articolo 92 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: "Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri".
*
Al Presidente della Repubblica chiediamo di dare l'incarico di formare il Governo non a un manutengolo dell'estrema destra razzista, dai caporioni dell'estrema destra razzista indicato, ma a una persona che abbia dato prova nell'arco dell'intera sua vita di fedelta' alla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista; a una persona che abbia dato costante prova del suo impegno morale e civile in difesa dei principi, dei valori, dei diritti e dei doveri che nella Costituzione italiana, come nella Dichiarazione universale dei diritti umani, sono sanciti.
*
Al Presidente della Repubblica chiediamo di esercitare pienamente, in questo drammatico frangente, i compiti che la Costituzione repubblicana gli attribuisce.

29. LA STRAGE

La strage infinita dei fratelli e delle sorelle palestinesi convoca l'umanita' intera al lutto e all'azione.
*
La convoca, ci convoca al lutto.
Al lutto poiche' siamo una sola umanita' ed ogni morte tutte e tutti ci colpisce.
Al lutto perche' dopo gli orrori del colonialismo, delle guerre mondiali, dei regimi totalitari, ancora imperversano schiavitu' e razzismo, ancora si uccidono esseri umani da parte di altri esseri umani.
Nessun bene e' superiore alla vita di una persona, nulla giustifica l'uccisione di un essere umano, uccidere e' il massimo dei crimini, la morte e' l'orrore piu' grande, la morte e' nemica dell'umanita'.
*
E la convoca, ci convoca all'azione, all'azione nonviolenta.
All'azione nonviolenta contro tutte le stragi e tutte le uccisioni.
All'azione nonviolenta per la pace e il disarmo.
All'azione nonviolenta per il diritto e la liberazione dei popoli.
All'azione nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
All'azione nonviolenta a sostegno dei legittimi diritti del popolo palestinese come di tutti i popoli oppressi.
All'azione nonviolenta affinche' nel territorio della Palestina storica possano convivere due popoli liberi e sovrani.
All'azione nonviolenta affinche' nel territorio della Palestina storica possano coesistere due stati democratici e indipendenti, quello di Israele e quello di Palestina.
All'azione nonviolenta affinche' l'umanita' si riconosca una.
All'azione nonviolenta affinche' si riconosca ad ogni persona e ad ogni popolo il diritto alla vita, alla dignita', alla liberta', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

30. IN EXTREMIS, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

Vorrei proporre alle tante persone - credo l'immensa maggioranza della popolazione italiana - come me preoccupate che nel nostro paese vada al governo l'estrema destra razzista, di scrivere al Presidente della Repubblica per pregarlo di esercitare pienamente la sua fondamentale funzione di garante della legalita' costituzionale, di garante del nostro ordinamento giuridico repubblicano, democratico ed antifascista, e quindi di non dare l'incarico di formare il governo a un manutengolo dell'estrema destra razzista, dagli stessi caporioni dell'estrema destra razzista designato come loro complice e strumento.
Sia il capo dello Stato, come e' suo diritto e dovere, a individuare una persona degna cui affidare l'incarico di formare il governo; una persona rispettosa della Costituzione, una persona consapevole che il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Ricorre quest'anno l'ottantesimo anniversario delle infami leggi razziste del criminale regime fascista: la memoria di quell'orrore illumini le coscienze di tutti.
*
Molti anni fa coordinai per l'Italia la piu' rilevante campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano.
Sostenevo allora che l'apartheid non era tanto un obsoleto e grottesco residuo dell'infame passato coloniale e schiavista quanto uno scellerato modello di dominazione - economica, sociale, ideologica e politica - proiettato verso il futuro, che minacciava l'intera umanita'. E che quindi la lotta delle nostre sorelle e dei nostri frateli che in Sudafrica si opponevano all'apartheid era una lotta per l'umanita' intera, e dunque in verita' non eravamo noi solidali degli altri paesi del mondo che aiutavamo loro, ma erano loro che lottavano anche per noi, per la liberta' e la dignita' di tutti gli esseri umani.
E la vittoria di Nelson Mandela, delle sue compagne e dei suoi compagni, e' stata davvero la vittoria dell'umanita' tutta.
Ma la cosiddetta globalizzazione neoliberista si sta realizzando ormai da decenni esattamente secondo il modello razzista e schiavista dell'apartheid, un apartheid di dimensione planetaria.
Mentre i poteri dominanti rivendicano per se stessi liberta' di rapina, di sfruttamento, di devastazione e di esaurimento delle risorse ovunque i loro artigli possano giungere (ed ormai giungono ovunque), per le persone ed i popoli oppressi pretendono invece di imporre un regime di incarceramento globale e di trasferimento coatto da un luogo all'altro unicamente in funzione della massimizzazione del profitto dei poteri sfruttatori, dei poteri schiavisti, dei poteri criminali.
Non era difficile capirlo gia' allora: bastava avere a cuore la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani e non autorecludere l'orizzonte della propria coscienza, e conseguentemente della propria responsabilita', entro la cerchia ristretta di una famiglia o di una citta' o di uno stato: la lotta per la dignita' umana e' sempre stata internazionale, mondiale, come argomentavano i fondatori della prima associazione internazionale dei lavoratori; tutti gli esseri umani fanno parte dell'umanita' che e' una sola.
*
Da decenni assistiamo a politiche di indicibile violenza da parte della generalita' dei governi europei contro gli esseri umani che vittime della fame e della guerra, dei disastri ambientali e delle dittature, cercano di giungere dove possano vivere in pace una vita degna, nei paesi del benessere frutto di una semimillenaria rapina del Sud del mondo.
Ed oggi in Italia, dopo l'orrore della satanica antilegge Bossi-Fini, dopo l'infamia del cosiddetto "pacchetto sicurezza" che degli esseri umani del tutto innocenti dichiarava criminali per il solo fatto di esistere, siamo arrivati al punto che si rischia di consentire che vada al governo del paese l'estrema destra razzista che non fa mistero di voler negare accoglienza e assistenza a chi altrimenti morirebbe - cosi' condannando innumerevoli persone a morte certa -, che non fa mistero di disprezzare e finanche aggredire chi salva le vite, che non fa mistero della sua disumana protervia, della sua disponibilita' a lasciar morire, a lasciar uccidere degli esseri umani.
Oggi l'estrema destra razzista pretende di prendere il governo del nostro paese. Ed un'opinione pubblica narcotizzata sembra non trovar nulla da obiettare, sembra in procinto di consentire questa infamia.
Non diversamente si consenti' quasi un secolo fa che andasse al governo Mussolini, non diversamente Hitler.
A questo siamo giunti.
Attendere fatalisticamente che la catastrofe accada? No.
No.
Mille volte no.
*
L'Italia, fortunatamente, e' oggi una repubblica democratica. E del fascismo e del suo orrore ha gia' fatto tremenda esperienza.
L'Italia oggi ha nelle sue leggi, e massime nella sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica, il presidio e le risorse adeguate a respingere l'assalto della barbarie razzista.
L'Italia ha oggi nel suo ordinamento costituzionale, nella sua articolazione istituzionale fondata sulla separazione, l'equilibrio e il controllo dei poteri (una struttura che fin qui vanamente i sovversivi dall'alto - Berlusconi prima e i vari berluschini poi - hanno tentato di scardinare e ridurre in macerie nel corso degli ultimi decenni), il baluardo e gli strumenti legittimi e adeguati ad impedire il colpo di mano razzista che personaggi tanto grotteschi quanto insipienti stanno tentando.
Tra queste risorse, tra questi strumenti legittimi e adeguati, vi e' il fatto che e' il Presidente della Repubblica a dare l'incarico di formare il governo ad una persona da lui stesso e non da altri scelta, ed e' sempre il Presidente della Repubblica a nominare il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri (come stabilisce l'art. 92 della Costituzione).
Poi segue il voto del Parlamento; Parlamento in cui si vorrebbe far credere che oggi avrebbe la maggioranza quello che Gramsci chiamo' "il popolo delle scimmie". Io invece credo che finanche tra gli eletti nelle liste i cui caporioni hanno ripetutamente fatto oscena professione di razzismo e disprezzo per l'altrui vita, vi possano e vi debbano pur essere anche tante brave persone che aperti gli occhi e messe alla prova si esprimerebbero in pro della ragione, della legalita', dell'umanita'; si esprimerebbero contro il razzismo e chi se ne fa ridicolo e tragico portabandiera.
*
E' tutto qui.
Il tempo e' veramente poco, ma prima che sia troppo tardi facciamo sentire al Presidente della Repubblica la nostra voce: che sappia che l'immensa maggioranza della popolazione italiana lo sostiene e lo sosterra' nell'impegno ad opporsi alla criminale follia del razzismo.
Che sappia che nel pieno adempimento del suo ruolo in difesa della Costituzione democratica ed antifascista e della civile convivenza non sara' solo ma sara' sostenuto dalla generalita' della popolazione del nostro paese.
L'incarico di formare il governo sia dato a una persona degna, non ad un complice dell'estrema destra razzista dai caporioni dell'estrema razzista designato.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 966 del 7 agosto 2018
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