[Nonviolenza] Voci e volti della nonviolenza. 962



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 962 del 2 agosto 2018
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In questo numero:
1. Un'insurrezione nonviolenta per le dimissioni del governo razzista
2. Alcuni testi del mese di aprile 2018 (parte prima)
3. Commemorato a Viterbo Martin Luther King
4. Per Giuseppe Tacconi, nel secondo anniversario della scomparsa
5. Cessare di uccidere. Per non cessare di esistere
6. La politica prima
7. Il punto di vista
8. Contro la guerra. Un incontro a Viterbo
9. "Fermare la guerra prima che la catastrofe tutti ci sommerga". Una conferenza a Viterbo
10. Fermare la guerra

1. REPETITA IUVANT. UN'INSURREZIONE NONVIOLENTA PER LE DIMISSIONI DEL GOVERNO RAZZISTA

Il governo dell'estrema destra razzista e golpista in appena due mesi ha gia' provocato troppe vittime.
Con l'omissione di soccorso dei naufraghi nel Mediterraneo.
Con l'aggressione e il sabotaggio dei soccorritori volontari che salvano vite umane in mare.
Con la complicita' con la Libia degli schiavisti, dei lager e degli orrori.
Con il disprezzo e la persecuzione delle persone piu' oppresse e piu' bisognose di aiuto.
Con la propaganda e l'istigazione all'odio razzista che ha scatenato squadristi e assassini.
Con la violazione della Costituzione della Repubblica italiana che fa obbligo di riconoscere e difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Per fermare tanta scellerata violenza occorre innanzitutto costringere il governo delle persecuzioni razziste alle immediate dimissioni.
Per fermare tanta scellerata violenza occorre innanzitutto ottenere che siano finalmente processati e condannati ai sensi delle leggi vigenti i ministri responsabili di propaganda e atti di razzismo, responsabili di crimini contro l'umanita'.
*
Occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze in difesa del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze in difesa della legalita' che salva le vite.
Occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze in difesa della repubblica democratica, dello stato di diritto, della civilta', dell'umanita'.
*
Denunciamo i ministri razzisti.
Facciamo dimettere il governo della disumanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI APRILE 2018 (PARTE PRIMA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di aprile 2018.

3. COMMEMORATO A VITERBO MARTIN LUTHER KING

Il 4 aprile 2018 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", si e' tenuto un incontro di commemorazione di Martin Luther King nel cinquantesimo anniversario della tragica morte.
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio.
Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni brani di scritti e discorsi di Martin Luther King.
L'incontro e' stato concluso dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, con l'invito a proseguire qui ed ora l'impegno di Martin Luther King: contro la guerra e tutte le uccisioni; contro il razzismo e tutte le persecuzioni; contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; in difesa dell'intero mondo vivente.
Pace, democrazia, giustizia sociale; solidarieta' che ogni persona riconosca, raggiunga, sostenga e conforti, eguaglianza di diritti, condivisione dei beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente, casa comune dell'umanita' intera.
Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nell'impegno comune per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza e da ogni menzogna.
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Le persone partecipanti all'incontro hanno condiviso ancora una volta quattro fondamentali ed urgenti richieste al Parlamento italiano:
- che si riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro;
- che si riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese;
- che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari;
- che le istituzioni sostengano i centri antiviolenza promossi e gestiti dal movimento di liberazione delle donne.

4. PER GIUSEPPE TACCONI, NEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

Sono due anni che ci ha lasciato il nostro compagno Giuseppe Tacconi.
Antifascista fino all'ultimo respiro, mite costruttore di pace, generoso nel recare aiuto a chiunque di aiuto avesse bisogno.
Sempre si oppose ad ogni violenza.
Sempre si oppose ad ogni menzogna.
Non disse mai la parola disonesta.
Sempre lotto' contro tutte le ingiustizie.
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Fu architetto, costrui' e insegno' la bellezza, il bene, la verita'.
Amo' il mondo, la vita, gli esseri viventi, le persone tutte di cui sapeva vedere luminosa l'intima scintilla.
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Tutta la vita lotto' perche' umana divenisse l'umanita'.
Tutta la vita lotto' perche' nessun venisse piu' oppresso, sfruttato, umiliato, ferito, abbandonato, ucciso.
Tutta la vita lotto' perche' ogni bene fosse fra tutti condiviso.
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Si rallegri chi legge queste parole che un uomo cosi' sia vissuto; e decida di voler essere - come Giuseppe essere volle - l'umanita' come dovrebbe essere.
Ne prosegua la lotta nonviolenta per la liberazione comune dell'umanita' intera.
Ne prosegua la lotta nonviolenta in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.
Finche' siano abolite tutte le guerre e tutte le uccisioni.
Finche' siano abolite tutte le oppressioni e le violenze.
Fnche' da ogni persona sia donato a tutte le altre secondo le proprie capacita'; finche' ad ogni persona da tutte le altre sia donato secondo i suoi bisogni.
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A due anni dalla scomparsa e' ancora vivo e ancora lotta insieme a noi il nostro compagno Giuseppe Tacconi.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

5. CESSARE DI UCCIDERE. PER NON CESSARE DI ESISTERE

Gli insensati assassini che governano il mondo non sembrano accorgersi del fatto che l'umanita' intera e' sull'orlo del baratro, e quindi anche loro stessi insieme a tutte e tutti noi.
Perseverano nell'uccidere, e non si curano del fatto che la catastrofe che stanno provocando raggiungera' infine ogni luogo del pianeta e non si salvera' nessuno.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Prima che sia troppo tardi, si adoperi ogni persona per fermare la guerra e le stragi; si adoperi ogni persona - ed ogni associazione, ed ogni istituzione - per la pace, il disarmo, il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa di quest'unico mondo vivente casa comune di tutte e tutti.
Il compito piu' urgente dell'umanita': cessare di uccidere. Per non cessare di esistere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

6. LA POLITICA PRIMA

Cessare di uccidere, salvare le vite.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Prendersi cura del mondo vivente.
Scegliere la nonviolenza.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. IL PUNTO DI VISTA

Non il destino manifesto
non i superiori interessi
non la gloria avvenire
non il bene della causa.

Il punto di vista delle vittime
e' il nostro punto di vista.

Una strage e' una strage e nent'altro.
Nulla puo' giustificare un eccidio.

Inerisce ad ogni essere umano
il diritto a non essere ucciso.

Inerisce ad ogni essere umano
il dovere di salvare le vite.

Le guerre, gli eserciti, le armi
sono nemici dell'umanita'.

Non ci sono beni superiori
all'esistenza delle persone.

8. CONTRO LA GUERRA. UN INCONTRO A VITERBO

La mattina di sabato 14 aprile 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" si e' svolto un incontro di riflessione e di testimonianza contro la guerra.
L'incontro si e' aperto con un minuto di silenzio per tutte le vittime dei conflitti in corso.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha concluso l'incontro ricordando che vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, tutti gli esseri umani fanno parte di un'unica famiglia ed ogni vittima ha il volto di Abele; che occorre soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; che la guerra e' nemica dell'umanita' poiche' dell'uccisione di esseri umani sempre e solo consiste, e che o l'umanita' abolira' la guerra o la guerra estinguera' l'umanita'; che il primo dovere di ogni essere umano e' salvare le vite, e per salvare le vite occorre il disarmo e la solidarieta' che ogni essere umano riconosca, raggiunga, rispetti, sostenga, conforti; che l'unico modo adeguato per contrastare la violenza e' la nonviolenza.
Le persone partecipanti all'incontro hanno rinnovato un appello alla pace, al disarmo, alla smilitarizzazione dei conflitti, al riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano, alla scelta della nonviolenza che sola puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Alle persone partecipanti all'incontro e' stata messa a disposizione la breve serie di testi che si allega.

I. LA LAVATRICE

Eravamo cosi' poveri che guardavamo
la televisione nelle lavatrici
dietro la vetrina della lavanderia.
Le matte risate ricordo
ricordo lo sguardo sgomento
dei passanti che ci condannavano:
Sono poveri, si sa, sono stupidi.

Poi al bar dello sport una sera guardando
la televisione mi accorsi che anch'essa
altro non era che una lavatrice
in cui i panni degli assassinati
del sangue venivano lavati
e quelli che li avevano indossati
dimenticati erano per sempre.

II. SEMPRE DESIDERAI

Sempre desiderai essere un uomo silenzioso
che passa inosservato, guarda altrove,
fermo di fianco all'edicola, assorto
in pensieri senza volti e senza specchi.

Poi vengono questi idioti da lontano
le loro bombe sganciano e colpiscono
proprio me, che non c'entravo niente.

III. DEL NON UCCIDERE ARGOMENTO PRIMO

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.

Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.

Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.

Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.

Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.

Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.

IV. SOTTO LA PIOGGIA LA STATUA DI PIETRA

Sotto la pioggia la statua di pietra
pare quasi che pianga in silenzio
senti ancora il belato del gregge
che ha offerto la gola alla lama
vedi ancora nel buio sangue e fiele.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

In questo forno non si cuoce pane
queste macchie non sono di vino
questa mensa non puoi nominarla
denso un fumo ti toglie il respiro
sullo scoglio non scorre latte e miele.

E ogni vittima ha il volto di Abele.

Qui venuto di molto lontano
reca uova che danno tumori
reca olio che brucia le carni
lunghe ali di ferro e di tuono
lunghe braccia finiscono in chele.

E ogni vittima ha il volto di Abele.

Nel buio livido
nel gorgo torbido
un fiato tossico di greve fumo
nel fango immenso ribollente un grumo
seme di fiamma, frutto crudele.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

V. LA FESTA DEGLI ASSASSINI

La festa degli assassini
anche quest'anno e' andata molto bene.
Il signor presidente ha commosso l'uditorio
estraendo una pulce dall'orecchio
il generale ha mangiato un canarino vivo
il ministro ha guidato l'automobile
il pubblico cantava giovinezza.

Dinanzi alla tomba degli assassinati
si e' fatta una buona merenda
si e' giocato a bocce
e a chi sputava piu' lontano.

Tutti avevano il telefonino
e si facevano fotografie
e il governo infine ha fatto omaggio
di pane e salame a tutti i presenti.

Questo nostro felice paese
queste giornate di sole e di gloria
una terra, un popolo, una guida.

E' andata molto bene anche quest'anno
la festa degli assassini.

VI. DI NOTTE, SCRUTANDO IL MARE

I.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

Alla guerra che uccide e che uccide
alle mandrie infinite di schiavi
alla marcia a scorpioni e frustate
e neppure uno spettro per l'Europa.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

E vorrei pur pensare alle stelle
come al mare dei fili dell'erba
che accarezza gentile e furioso
del suo soffio il vento silente.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

Chi produce le armi assassine?
Chi si presta a sganciare le bombe?
Chi avvelena i pozzi di tutti?
Chi frantuma le ossa a sua moglie?

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

Ferme al dazio le navi negriere
delle carni di uomini e donne
il commercio fiorisce e fiorisce
non hai Circe che possa salvarci.

Solo a questo riesco a pensare:
alla morte, alla morte che arriva.

II.

Io che fui alla scuola di Timandro
di Eleandro alla scuola e allora seppi
che non c'e' altra virtu' che la virtu'
di recare soccorso agli infelici
e lottare senza requie contro il male,

io che serbo ancora il sogno di una cosa
e che so che e' solo sogno ma che i sogni
sono veri se tu fai la cosa giusta:
soccorrere, accogliere, assistere tutti,
salvare le vite che gia' sono cosi' brevi,

io che ebbi proprio tutte le fortune
e di tutte le fortune la maggiore:
di sapere che l'umanita' e' una sola
di sapere che ogni vita e' un valore
e una stessa sorte tutti ci fa uguali,

io lo so che non c'e' io se non c'e' tu
io lo so che non si esiste senza un noi
e che unica e' la scelta: amore o morte
ed a tutte le menzogne e le oppressioni
io, tu, noi dobbiamo opporci ora e sempre.

III.

Dopo il deserto il mare
alle spalle le lance insanguinate
dinanzi i muraglioni dell'impero
dall'alto piovono frutti di fuoco
e noi qui soli, nuda umanita'.

Senza illusioni, senza speranze
solo persuasi del nostro dovere
di recare aiuto a chi soffre
di condividere questa dura vita
questo mondo di orrori e di vertigini
e questo pane, questo giaciglio
questa casa fatta solo di parole
questa festa fatta solo di sguardo
e di respiro.

In questo dovere trovando
una sobria, una lieve, luminosa
felicita', compagne e compagni.

VII. STORIA DI GELSOMINA

La ferma luna il silenzioso mare
colmo il gommone di occhi di respiri
e di ricordi che dimenticare
e' necessario se a scampare miri

poi giungi qui e trovi il lupanare
sul ciglio della strada altri martiri
la schiavitu' nei campi le erbe amare
di Babilonia ancora gli empi giri

la bestia che ti stringe nelle chele
la gerarchia fascista ed assassina
le vesti di catene e ragnatele

nel pianto il tremolar della marina
la zuppa di scorpioni il vin di fiele
la coltellata che via ti trascina.

VIII. UNA PERSONA, UN VOTO

I.

Senza diritto di voto si seccano le lingue
senza diritto di voto solo le fruste parlano

senza diritto di voto e' gia' il passo dell'oca
senza diritto di voto mille televisioni non fanno una democrazia
senza diritto di voto e' gia' il rogo dei libri

senza diritto di voto nessun diritto resta
senza diritto di voto l'umanita' si estingue

senza diritto di voto ogni assemblea e' una farsa
senza diritto di voto le pietre spaccano le persone
senza diritto di voto la casa di filo spinato

senza diritto di voto ogni discorso e' falso
senza diritto di voto una pioggia di sangue e di zolfo

senza diritto di voto la luna e' caduta nel pozzo
senza diritto di voto nei bicchieri coltelli e scorpioni
senza diritto di voto queste stesse parole sono un crimine.

II.

Col diritto di voto si fermano le guerre
contando le teste invece di spaccarle

Col diritto di voto si abolisce
la schiavitu' e la mafia e il fascismo

Col diritto di voto si riconosce
l'umanita' di ogni essere umano

Col diritto di voto si esce
dalla preistoria corona di spine

Col diritto di voto la civilta' comincia
spezzando le catene abbattendo le muraglie
intonando un canto comune di liberta' e giustizia

Col diritto di voto
che fa crescere gli alberi
che resuscita il sole
reca l'acqua e il pane alle mense

Col diritto di voto
che appresta strumenti che adempiono i sogni
sognati con le unghie e coi denti nei secoli
da tutte le vittime della violenza

Col diritto di voto che abbatte
ogni dittatura ogni colonia ogni gabbia
le palestre dei sicari i culti del sangue
i campi della sferza l'impero dei vampiri

Col diritto di voto
che ad ogni essere umano reca
la luce la gioia la speranza
il dovere di essere umano

Una sola umanita'
una persona, un voto.

IX. IL MENDICANTE

E tu trattalo bene lo straniero
trattalo bene il mendicante, il misero.

Fosse Ulisse che e' tornato a Itaca.

X. SE

Se degli altri non senti pieta'
come potranno altri sentire pieta' di te?

Se non riconosci l'altrui umanita'
e' la tua stessa umanita' che perdi.

Tutto contagia l'orrore. In un attimo
l'incendio che appiccasti all'altrui casa
ha gia' raggiunto la tua.
La lama che affondasti nelle carni
altrui dalle tue carni sprizza sangue.

La tua indifferenza all'altrui grido
di dolore, la smorfia di fastidio
alla richiesta di aiuto del lontano,
prima ancora che tu dica una parola
gia' ti trafiggono e ti rubano la luce.

Questa e' la regola del nostro esistere:
non altro avrai che quello che tu desti.

Una e' l'umanita, una e' la sorte
salvare le vite e' il primo dovere
non essere uccisi e' il primo diritto.

Sull'orlo dell'abisso
in questa notte illune
destati dunque e veglia
soccorri accogli assisti
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

XI. LA PRIMA POLITICA E' IL DISARMO

La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite

Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi

Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni

Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi

Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite

Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere

XII. PICCOLO DITTICO DELLE ARMI E DEL DISARMO

I.

Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba

Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre

Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone

Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti

Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla

Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro

Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli

Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto

II.

Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti

Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi

Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara

Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno

Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine

Senza disarmo la guerra non finisce

Senza disarmo finisce l'umanita'

XIII. IN QUANTO LE ARMI

In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.

Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.

Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.

XIV. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

XV. LA NONVIOLENZA NON INDOSSA IL FRAC

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto, sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione; sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole: la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme, dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita; l'intera umanita' unita contro il male e la morte; si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo, il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce; sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti con il fine della verita' e del bene. Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti. Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti, li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

XVI. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

9. "FERMARE LA GUERRA PRIMA CHE LA CATASTROFE TUTTI CI SOMMERGA". UNA CONFERENZA A VITERBO

La mattina di domenica 15 aprile 2018 a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ha tenuto una conferenza presso la sede della storica struttura nonviolenta sul tema: "Fermare la guerra prima che la catastrofe tutti ci sommerga".
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Dopo aver ricostruito le radici prossime e remote della tragica crisi attuale, ed aver evidenziato la complessita' della situazione e denunciato le menzogne delle propagande dei vari soggetti stragisti coinvolti nelle guerre come nel sostegno a dittature e terrorismo, sono stati proposti alcuni punti fermi che dovrebbero guidare una politica internazionale di pace, di difesa dei diritti umani, di promozione della democrazia.
Primo: l'opposizione assoluta alla guerra, alle stragi e alle uccisioni; cosi' come stabilisce la Costituzione italiana che "ripudia la guerra".
Secondo: il disarmo come "conditio sine qua non" per salvare innumerevoli vite umane.
Terzo: la smilitarizzazione come "conditio sine qua non" per soluzioni diplomatiche delle crisi internazionali e come prerequisito per una gestione civile e democratica dei conflitti politici, economici, sociali, culturali.
Quarto: il rispetto delle diversita' fondato sul riconoscimento universale dell'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani.
Quinto: il nesso tra lotta ai regimi totalitari e lotta per la giustizia sociale, con una gestione delle risorse che a tutti i popoli ed a tutte le persone riconosca ed inveri eguale diritto al benessere e che garantisca rispetto e risanamento della biosfera.
Sesto: il riconoscimento che vi e' una sola umanita' in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera; che un unico destino tutti ci unisce; che la norma dell'umano vivere deve essere l'universale solidarieta'.
Settimo: la scelta della nonviolenza come metodo d'azione e come forma di organizzazione politica, economica e sociale. Dopo millenni in cui l'organizzazione delle societa' umane si e' fondata prevalentemente sull'esercizio della violenza e' indispensabile che prevalga la civilta' fondata sulla solidarieta' fra tutti gli esseri umani. In questo tempo in cui insensati e scellerati poteri dispongono ormai di tecnologie in grado di distruggere l'umanita' intera, e' giunta l'ora che l'umanita' abbandoni la via della violenza che porta al comune suicidio e scelga finalmente la via della nonviolenza che tutte le grandi tradizioni di pensiero e tutte le grandi esperienze di civilta' indicano come necessaria.
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Concludendo la sua conferenza il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ancora una volta insistito su alcuni obiettivi specifici.
"Allo stato italiano chiediamo scelte coerenti con la Costituzione repubblicana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani e col comune sentire delle genti: scelte di pace, di disarmo e di smilitarizzazione; scelte di responsabilita' e di solidarieta'; un impegno a salvare le vite umane opponendosi a tutte le guerre; un impegno a salvare le vite umane soccorrendo, accogliendo e assistendo tutte le persone bisognose di aiuto; ed in particolare e innanzitutto:
1. che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017;
2. che l'Italia cessi di fornire armi a regimi che violano i diritti umani e conducono guerre;
3. che l'Italia cessi di partecipare a operazioni ed alleanze finalizzate alla guerra;
4. che l'Italia adotti due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' nel nostro paese: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese".
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto e' salvare le vite.
O l'umanita' abolira' la guerra, o la guerra estinguera' l'umanita'.

10. FERMARE LA GUERRA

Fermare la guerra sia il primo impegno di ogni persona.
Fermare la guerra sia il primo impegno di tutti i popoli.
Fermare la guerra sia il primo impegno dell'umanita' intera.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Numero 962 del 2 agosto 2018
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