[Nonviolenza] Telegrammi. 3050



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3050 del 29 aprile 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Il disarmo e' la politica prima
2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
3. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
4. Luciano Bonfrate: Il cronista alla crociata
5. Luciano Bonfrate: Programma di governo del ... nei territori infine liberati
6. Luciano Bonfrate: Nel gulag
7. Luciano Bonfrate: Ricordando T. B.
8. Omero Delli Storti: Prometeo
9. Omero Delli Storti: Cinque delitti al bar del Sargentone
10. Omero Delli Storti: Roddy
11. Omero Delli Storti: Brigantino
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. IN BREVE. IL DISARMO E' LA POLITICA PRIMA

La guerra non e' la prosecuzione della politica con altri mezzi.
La guerra e' l'antipolitica, e' l'anticivilta', e' la barbarie assoluta.
La guerra e' il piu' grande crimine contro l'umanita'.
La guerra l'esistenza dell'intera umanita' minaccia.
Il primo compito della politica e' salvare le vite.
Il primo compito della politica e' il disarmo.

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

3. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. DICHTUNG UND WAHRHEIT. LUCIANO BONFRATE: IL CRONISTA ALLA CROCIATA

I.
Come cronista venni alla crociata
non riesco piu' a scrivere in questo diluvio di sangue
nulla sazia la sete delle spade
tutto e' preda e nulla e' rispettato.

Carni respiro acqua cieli e templi
e case e alberi e mense e letti
tutto insozza violenta disquatra divora la guerra
tutto corrompe rapisce squarcia azzanna la morte.

Per lungo tempo cercai di trovare le parole
che potessero fermare i roghi e le stragi
chiamare alla ragione e al rispetto di se stessi
evocare l'umanita' nei cuori e nelle menti.

Di dire l'orrore l'orrore ormai mi impedisce
mentire a me stesso e ad altri non voglio
ogni parola ormai sento nemica
rivolgo il pugnale contro me stesso.

II.
Tu non arrenderti al male
finche' tu resisti il fascismo non ha vinto
tu scegli la nonviolenza.

Anche ove tutti fossero ubriachi
e tu resta lucido
anche ove tutti fossero nel sonno
e tu veglia.

La guerra e' nemica dell'umanita'
ogni esercito uccide
ogni arma desidera la nostra morte
ogni potere che opprime ci opprime tutti.

Non hai altro strumento che questo
usa la parola poiche'  tutti gli esseri umani
hanno la parola negli occhi e nella bocca
hanno la parola nelle mani e allora usala.

Usala per dire che c'e' un'alternativa
all'uccidere e al morire e questa alternativa
e' il vivere insieme nel mutuo soccorso.

III.
E poi la nonviolenza e' ancora questo:

non maltrattare neppure un orco o un sasso
fermare ogni braccio che solleva il bastone
guardare negli occhi e vedere nel cuore
sentire il miracolo di ogni filo d'erba
ascoltare e parlare nell'assemblea
decidere insieme
la lotta delle oppresse e degli oppressi organizzare
per la liberazione comune

condividere il pane fino all'ultima mollica
fare insieme il lavoro necessario
lavare i panni le ferite le parole
sapere che tutto e' un dono ricevuto
rompere tutte le serrature e le sbarre
lasciare tutte le porte aperte

tenere pulita la casa di tutti
accudire i vecchi e i bambini
prestare ascolto a chi piange
ricordare il volto dei morti
raccontarne le storie a chi non sa

tenere acceso il fuoco nella notte
alzarsi prima dell'alba per aiutare il sole a sorgere.

5. DICHTUNG UND WAHRHEIT. LUCIANO BONFRATE: PROGRAMMA DI GOVERNO DEL ... NEI TERRITORI INFINE LIBERATI

Siamo arrivati qui spargendo tanto sangue
il nostro e l'altrui
siamo arrivati qui nel freddo e nella notte
vestiti di stracci le dita congelate
siamo arrivati qui soltanto per questo:
abolire il fascismo
abolire la guerra.

Di tutto il dolore subito
come dimenticarci?
di tutto il dolore sparso
come dimenticarci?
Ma siamo arrivati qui e questa e' la nostra parola:
nessuno mai piu' sia ucciso
e tutto fra tutti sia condiviso.

Del male ricevuto
del male commesso
di tutto il male passato
e' ora di liberarci.
Questo e' il nostro programma:
ognuno abbia adesso di che vivere
la liberta' comincia adesso qui.

Siano spezzate tutte le spade
tutti i debiti siano rimessi
nessuno piu' riceva nessun torto
ognuno venga a mangiare e a cantare.
Da ora in poi la sola legge e' questa:
doni ciascuno quanto puo' e riceva
dagli altri ognuno quanto gli abbisogni.

Solo la nonviolenza puo' salvare
l'intera umanita' dalla catastrofe
e questa e' l'ora di dare compimento
alla speranza di tutte le vittime
e' l'ora della scelta che salva le vite
e' l'ora della scelta che nessuno abbandona
e' l'ora di sconfiggere la morte.

Pace, disarmo, smilitarizzazione
messa in comune del bene e dei beni
soccorrere, accogliere, assistere tutti
comincia oggi la novella storia
sii tu l'umanita' come dovrebbe essere
da te dipende che si avveri questo
sogno sognato dall'inizio dei tempi.

6. DICHTUNG UND WAHRHEIT. LUCIANO BONFRATE: NEL GULAG

Nel gulag i nostri fratelli le nostre sorelle
nel lager i nostri fratelli le nostre sorelle
occhi sgranati dietro il filo spinato
ossa nel deserto
meduse sul fondo del mare
sul ciglio delle strade
nei campi di pomodori
carni bruciate dal sole e dai bastoni
carni squarciate dai lupi in automobile.

Ogni essere umano ha diritto alla vita
alla dignita' alla solidarieta'
ogni essere umano e' un essere umano.

Aprire gli occhi
entrare nella lotta di liberazione
salvare tutte le vite
scegliere la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita'.

7. DICHTUNG UND WAHRHEIT. LUCIANO BONFRATE: RICORDANDO T. B.

Mi accorgo e mi stupisce
di essere tanto piu' vecchio di te
mi accorgo e mi stupisce
che da un quarto di secolo sei morto.

Eppure mi sembra
ieri che eri qui
e le cose che dicevi e che facevi
sono ancora esattamente i compiti dell'ora.

Muoiono le persone tutte
e morra' anche il mondo
non so se la cosa migliore
sia proprio non essere nati.

Ma dacche' siamo al mondo
che valga la pena.

Tutto e' nulla
ma tu lenisci il dolore
ma tu soccorri l'afflitto
ma tu sostieni l'oppresso
condividi la sua lotta e la sua sorte
pianta la tua tenda nel campo dell'umanita'.

Scegli la nonviolenza.

8. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: PROMETEO

Volete sapere la verita'? Volete proprio sapere la verita'? Perche' io ve la dico la verita' ve la dico, se proprio la volete sapere.
Pero' pensateci prima, pensateci bene, perche' non e' mica detto che sia sempre un bene sapere la verita'.
E allora ve la dico, ve la dico io. Pero' niente telefonini, niente registratori, niente fotografie. O e' cosi' o non se ne parla.
Allora, cercate di stare attenti perche' la racconto una volta sola. E niente domande. No, signora, lei comincia male, se dico niente domande e' niente domande e basta. O cosi' o niente.
*
Hanno pagato tutti? Bene.
*
Per cominciare, ma lo sapete gia', Prometeo era mio fratello. Ed era una gran brava persona.
E tanto vale che lo dica subito: tutte quelle storie non e' vero niente.
L'assalto al cielo dei Titani, per esempio: ma quale assalto al cielo? E quel montarozzo dell'Olimpo voi lo chiamate il cielo? La corte degli dei, poi, ve la raccomando: una mezza grotta, una puzza che non vi dico, neanche un lampadario, un fumo che non si respirava e non ci si vedeva a un passo. Pareva il bordello degli orchi, pareva. Figurarsi, la gente girava al largo che gia' a un chilometro gli veniva da vomitare.
Il furto del fuoco? Ma quale furto? E che ce l'aveva quel porco pedofilo il brevetto del fuoco? O dell'acqua, o dell'aria? Ma per favore, il fuoco era res nullius e mio fratello l'unica cosa che ha fatto e' stato d'insegnare a quei poveracci a sbattere due sassacci su un po' di seccume, tutto li'. Roba da lupetti e coccinelle.
L'avvoltoio, dite? Ma che stiamo al circo? Al teatro? La rupe del Caucaso, ma che e'? Pecos Bill? Lo misero in galera senza processo. Senza processo lo misero in galera.
*
Quando usci', perche' poi usci', certo che se ne persero le tracce, usiamo documenti falsi, ci siamo scafati pure noi, che vi credevate che da noi la televisione non c'e'? Invece ci abbiamo pure internet.
Adesso stiamo nel ramo rapine. A conduzione familiare. Perche', loro sono meglio?

9. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: CINQUE DELITTI AL BAR DEL SARGENTONE

La francese era scomparsa, e nel paese non c'era mai stata un'altra francese. Poi la trovarono nella discarica, che e' il posto dove le trovi tutte le cose scomparse. La sera c'era la finale di Scenpion, e il giorno dopo al bar si parlava solo di quello, e della finale di Scenpion.
Sul giornale c'erano diverse fotografie, chissa' chi gliele aveva date. La francese mi piaceva, anche se non la conoscevo bene. Non ero cliente, ma e' perche' col lavoro che faccio. Non era giusto che l'avessero ammazzata e buttata nella discarica. Avevo anch'io qualche idea, come tutti al bar.
*
Sara' passata una settimana e stavamo li' una sera a giocare a quartiglio quando arriva Nenne e dice. "N'antra". "N'antra?". "N'antra". "N'antra de che?". "De che?, d'esse". "Esse chi? Ma fatte capi' quanno che parli". "Esse, quelle, l'Angioletta". "L'Angioletta?". "Essa". "E 'ndove?". "E 'ndove? ne la discarica, no?". "Ne la discarica?". "Ne la discarica". "Mort'ammazzata". "'No sgarro da orecchia a orecchia". "E tu come lo sae?". "L'ho vista". "E quanno l'hae vista". "Mo'". "L'hae trova tu?". "None, ho visto Lillo ch'era li' co' li carabigneri e so' ito a veda". "E ch'hae visto?". "Te l'ho detto, l'Angioletta". "Era propio essa?". "Essa". Poi continuammo a giocare a carte, pero' eravamo tutti di malumore, e poi Nenne non ci piaceva, era uno che non ti potevi mai fidare.
*
Non c'e' due senza tre, dice il proverbio. E i proverbi stanno avanti al vangelo, dice il proverbio; un altro proverbio, non lo stesso. Ogni proverbio dice una cosa sola, per questo e' facile ricordarseli. Era domenica e non lavoravo. Come arrivo al bar mi accorgo subito che c'era effervescenza. Io dico effervescenza per dire che c'era una situazione che io chiamo effervescente, non c'e' bisogno di spiegarlo perche' tanto l'avete capito. Guardo Prospero e Prospero mi guarda, Quando due si guardano in quel modo e' detto tutto. C'erano i carabinieri nel bar. Era morta la Ninetta di Giovannino, che poi si chiamava Giovannina pure lei ma la chiamavano Ninetta perche' chiamarla la Giovannina di Giovannino io non lo so perche' ma suonava brutto, pareva che portava male. Pero' non e' che a Ninetta le avesse portato bene perche' se finisci alla discarica ridotta nel modo come l'avevano trovata.
"Speramo che mo' basta". "Perche' basta?". "So' tre, no?". "E allora?". "E allora gnente, mo' basta". "E perche' basta?". "Perche', seconno te ha da continua'?". "Io nun ho detto gnente". "E allora basta". "Mo' piantatela de chiacchiera' e vedete de gioca'". "Giocamo, si', ch'e' mejo". La sera al bar si gioca a quartiglio, e per certi e' una cosa seria. Pure per me e' una cosa seria quando si gioca a quartiglio, pero' penso che due parole si possano anche dire, mica siamo macchine.
*
Rodolfetto adesso ci aveva paura, si vedeva che ci aveva paura per Lamorona, Lamorona era una mora, alta, bella, e a Rodolfetto certe volte gli veniva di farla smettere di lavorare per tenersela lui e basta. Certe volte. Pero' poi non faceva niente. Non faceva mai niente Rodolfetto, a parte stare sempre a lisciare il coltello. Si teneva una pietra di quelle da arrotino in sacoccia apposta, e passava i pomeriggi e le sere e le notti seduto sul motorino ad allisciare la lama, che luccicava come un pesce, e se non c'era traffico sentivi il rumore dello strofinio della pietra sulla lama, o della lama sulla pietra, che certe volte era una specie di sibilo o di ronzio, certe volte invece una specie di miagolio, e certe volte come un ruggito pero' a bocca chiusa. Non lo so come faceva, pero' dopo anni che affilava il coltello sapeva fargli fare ogni genere di suono. E lo diceva pure: "'Sto regazzino canta, e quanno canta...". Lo lasciavano fare perche' era cattivo e vendicativo, e pure perche' ogni settimana dava la parte loro ai vigili e ai caramba. "Sono un uomo d'affari", diceva. In tutta la mia vita non l'ho mai visto che non stesse seduto sulla moto a strusciare il coltello. Pero' adesso era nervoso, lo dicevano tutti. Aveva paura per Lamorona.
*
Invece tocco' alla Gina, che sul giornale poi scoprimmo che si chiamava Ginevra. Roba da non crederci: Ginevra. Come la regina Ginevra. Pero' stavolta avevano messo le telecamere sul vialone che ci si deve per forza passare per arrivare alla discarica, e avevano ripreso il camion. Quello che la tiro' giu' e la butto' sull'immondizia col buio non si vedeva bene, ma il camion si'. Era il mio.

10. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: RODDY

Ma dimmi tu se deve venire a offendermi pure dentro casa mia quel fratacchione che se la fa con la donzelletta che vien dalla campagna. Vedi tu se non lo faccio trasferire in Barbagia. Che poi ce lo sanno tutti che doveva finire in galera per quel fattaccio e se la scapolo' grazie alla preteria. Aveva ragione quello, altroche' se aveva ragione, qui in Italia non c'e' rispetto di niente con tutti questi preti e frati e vescovi e cardinali, tutti mangiapane a ufo, grassi come bestie da ingrasso, sempre li' a biascicare improperi in latino e a predicare divieti che sembrano semafori sempre rossi. E quel frataccio che ha l'impudenza di venirmi a minacciare a casa mia, che gli si legge negli occhi e nella voce che gli va di andarci a letto lui con quella li', se gia' non c'e' stato. Se non fossi il signore che sono, una ripassata di bastonate non gliela levava nessuno a quel pappafico, ma noblesse oblige, si sa.
Come se poi avessi bisogno di fare il cascamorto, io. Mi basta schioccare le dita e le ho tutte qui le contadinotte della zona, fino a Lecco, fino a Como, fino a Milano e Venezia. Quando uno ci ha i soldi, quando una ci ha un titolo, e le terre. E un nome che sia un nome, e parenti in alto loco.
Ci ho anche una polizia privata, che non sei nessuno se non ci hai una polizia privata.
Le contadinotte: la mattina tutte a messa col velo che sembrano tutte mussulmane, e poi la notte tutte in discoteca che se uno sequestrasse la stoffa di tutte non ci si fa un mezzo metro quadro. Secondo me certe neppure ce li hanno i vestiti, sono solo pitturate, le squinzie.
Ci ho la carrozza, con un tiro a otto. Certo, ci ho pure la Porsche. Ve la ricordate Janis Joplin? E nel parco ci ho il campo da tennis con tanto di tribune coperte, altro che i Finzi Contini. E le feste? Meglio che il Grande Gatsby, meglio.
E poi ho fascino, fascino vero, altro che il principe di Salina. E in sala tivu' ci ho il plasma grosso quanto un campo di pallone, un'intera parete. Dalle sbarbe mi faccio chiamare Roddy.
Vi pare che avrei bisogno di farla tanto lunga per una Mondella qualsiasi?

11. RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLI STORTI: BRIGANTINO

Gli amici mi chiamano Brigantino, e alle ragazze che abbordo in discoteca dico che e' perche' sono ufficiale di marina e loro vanno in brodo di giuggiole, valle a capire le femmine. Invece mi chiamano Brigantino perche' mio padre lo chiamavano il Brigante, che invece era un pezzo di pane, ma lo chiamavano cosi' perche' suo padre, che poi sarebbe mio nonno, lo chiamavano il Brigantone, perche' era un cristone, un marcantonio, un carnera, e siccome non era nato ricco, ma di essere ricco si sentiva diciamo cosi' la vocazione, insomma si era dato da fare, mi capite, no? Non che si fosse poi veramente arricchito arricchito, ma neppure si poteva lamentare, almeno finche' non gli hanno messo il sale sulla coda - si dice dalle vostre parti il sale sulla coda? Pero' il tempo per darsi da fare ce lo aveva avuto e qualche cosetta da parte l'aveva messa, e fini' nella scarsella degli avvocati. Che pero' lo tirarono fuori alla grande, e quando torno' al paese lo portarono in trionfo. E' che aveva la regola che i paesani non si toccano e lavorava solo fuori. Lavorava di notte, se non lo avete ancora capito. A un certo punto si stufo' - si dice da voi si stufo'? E come diceva lui si mise in pensione, si sposo' e fece un figlio che poi era mio padre, il Brigante, che pero' era tutto un altro carattere, si vergognava pure dell'ombra e l'unica cosa che gli piaceva era fare le invenzioni, e ne ha fatte pure parecchie, che magari ve le racconto un'altra volta. Ormai sono morti tutti e due. Nell'incendio. Non lo so neppure io perche', ma si erano fatti tutti e due un'assicurazione sulla vita. Errore gravissimo. Quando uno se la cerca se la cerca proprio, dico bene? A me, a dirsela tutta, mi piace vivere di rendita, non so voi. E scatenarmi in discoteca il sabato sera, l'avete visto il film? Figurarsi se non lo so che adesso me lo chiedete. E chiedetemelo, no? Vi rispondo subito com'e' che mi sono messo con Rugarone e Scapestro: perche' m'annoiavo. Non pare, ma dopo un po' t'annoi. Oltretutto i soldi prima o poi finiscono, no? Ma soprattutto perche' m'annoiavo. Potevo camparci quanto mi pareva con le assicurazioni. Perche' una volta capito il trucco, basta guardarsi intorno, no? Infatti non e' che me li sono bevuti tutti e subito i soldi del babbo e del nonno buonanima, nossignori, una parte si', ma una parte li ho reinvestiti: la zia Nena che non aveva figli, la signora Cesira che era sola e m'aveva sempre voluto bene e che fece testamento indovinate a favore di chi, e insomma basta guardarsi intorno ed investire oculatamente. Pagano le assicurazioni, eccome se pagano. Certo, ci provano a fare i pidocchiosi. Ma neppure a loro gli va di trovarsi che gli prende fuoco la casa, mi spiego? Per farla breve potevo continuare cosi', no? Tomo tomo, lemme lemme. Ma a me mi piace pure la vita avventurosa e non e' che al paese c'era la giungla o il vecchio west, cosi' mi misi con Rugarone e Scapestro, che ci conoscevamo da prima che finissero in galera. Quando uscirono allora si' che si erano incattiviti, che in confronto l'attivita' precedente - che poi era il ramo protezione privata e finanziamenti lampo, come ai vecchi tempi: una stretta di mano e niente carte, e chi sgarra lo sa che sgarra una volta sola. Una sera li incontro in piazza che erano appena usciti e fessi com'erano erano tornati al paese dove non li poteva vedere piu' nessuno. Io era gia' da un pezzo che m'annoiavo, cosi' mi venne in mente - ma proprio su due piedi, eh, fu un'ispirazione istantanea - che m'andava di fare il capo di qualcosa, e che c'era di meglio di quei due che in due non facevano una zucca vuota? Avevano bisogno di un capo, e io in quel momento pensai che era proprio il capo che volevo fare. Saltapicchio lo arruolai dopo. Non e' che mi serviva, bastavano quei due scimmioni, ma Saltapicchio mi divertiva troppo. Le sapeva tutte, e diceva certi spropositi che secondo lui li aveva letti in certi libri che aveva letto solo lui ma che secondo me se li inventava li' per li'. E come muscolatura non era granche', ma per quello bastavano Cricco e Crocco, lui ci aveva la qualita' di fare quello che andava fatto presto e bene, pulito, senza esitazioni, senza domande, come una ghigliottina. Lo saprete che e' una ghigliottina, no? E poi raccontava le barzellette, le sapeva tutte. Che il piu' delle volte beato chi le capiva, e magari non erano neppure barzellette, pero' finche' le raccontava tu non potevi smettere di starlo a sentire. E siccome per tradizione di famiglia avevo deciso che si lavorava solo fuori del paese bisognava fare gli spostamenti, no? In macchina, e come senno'? Cosi' durante il percorso lui non stava zitto un attimo ed eravamo sempre di buon umore. E' fondamentale essere di buon umore quando si fanno lavori di responsabilita' che non devi sbagliare un colpo. Il mondo e' cattivo, non so se ve ne siete accorti, e se non ve ne siete accorti ve lo dico io: il mondo e' cattivo. Ma si' che ve ne siete accorti, dal momento che vi abbiamo legato come salami ve ne siete accorti, no? Io dico che ve lo immaginate gia' come va a finire, no? Vi pare che se non fosse sicuro come una messa che va a finire come deve andare a finire adesso mi mettevo a raccontarvi i fattacci nostri?

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Auguste Comte, Pagine scelte e commentate, Rcs, Milano 2017, pp. 208, euro 6,90. A cura di Alberto Peratoner.
*
Riletture
- Gian Carlo Jocteau, Leggere Gramsci. Guida alle interpretazioni, Feltrinelli, Milano 1975, 1977, pp. 184.
- Guido Liguori, Gramsci conteso. Storia di un dibattito 1922-1996, Editori Riuniti, Roma 1996, pp. XIV + 306.
*
Riedizioni
- Francesco Berto, Tutti pazzi per Goedel! La guida completa al Teorema di Incompletezza, Laterza, Roma-Bari 2008, Rcs, Milano 2018, pp. 272, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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