[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 725



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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIX)
Numero 725 del 28 marzo 2018

In questo numero:
1. "Non una di meno": Per Marielle Franco
2. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Mira Furlani: Un discorso di papa Francesco sulla prostituzione

1. LUTTI. "NON UN DI MENO": PER MARIELLE FRANCO
[Dal sito di "Non una di meno" riprendiamo il seguente intervento del 15 marzo 2018 dal titolo "A Marielle Franco. Non un passo indietro. Non una di meno"]

"Le rose della resistenza nascono dall'asfalto, siamo quelle che ricevono rose, ma siamo anche quelle che con il pugno chiuso parlano dei nostri luoghi di vita e resistenza contro gli ordini e soprusi che subiamo"
(Marielle Franco)
*
Apprendiamo con dolore, rabbia e sconcerto dell'uccisione a Rio de Janeiro di Marielle Franco, 39 anni, militante femminista nera del Partito Socialismo e Liberta' (Psol). Quinta consigliera comunale di Rio nelle elezioni del 2016, era nata nel Mare', una favela a nord della citta' e, per questo, amava definirsi "cria da Mare'", "figlia della Marea".
Attivista femminista, nera, lesbica, sempre in prima linea per i diritti umani nelle favelas, contro lo sterminio delle popolazioni nere, e' stata uccisa. Una vera e propria esecuzione: e' stata freddata con diversi colpi di pistola alla testa provenienti da una macchina che ha affiancato la sua. Insieme a lei e' stato ucciso l'autista e gravemente ferita una sua collaboratrice. Marielle rientrava da un evento di femministe nere dove aveva difeso le politiche educative rivolte alla popolazione povera e nera, ricordando come lei stessa fosse riuscita a fare l'Universita' grazie ad esse.
Da settimane andava denunciando l'aumento della violenza e della brutalita' della polizia nelle favela di Acari da parte del 41mo Battaglione della Polizia Militare di Rio de Janeiro. Un giorno prima del suo assassinio scriveva in uno dei suoi ultimi tweet "Un altro omicidio di un giovane e' entrato nella lista di crimini commessi dalla Polizia Militare. Matheus Melo stava uscendo da una chiesa. Quante persone ancora devono morire prima che questa guerra finisca?".
Questo omicidio, perpetrato a pochi giorni dallo sciopero globale dell'otto marzo, e' un segnale della forte repressione in atto in Brasile, nei confronti di chi, come Marielle, donna nera e femminista, critica apertamente il presidente in carica Temer, per le sue politiche repressive contro le popolazioni piu' povere, e in particolare contro le persone di colore e le donne.
Il Presidente ha deciso all'inizio dell'anno di inviare l'esercito a Rio de Janeiro affidandogli il controllo e la sicurezza della citta', per arginare quella che e' stata presentata come un'escalation di violenze, in particolare di genere. In Brasile, secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', il tasso di femminicidi e' di 4,8 per centomila donne, il quinto posto a livello mondiale.
Marielle era entrata a far parte il 28 febbraio della Commissione che doveva monitorare l'intervento militare, che lei, insieme ad altri attivisti, consideravano un dispositivo per controllare e reprimere la popolazione nera e povera della citta', usato dal Presidente a fini elettorali. La consigliera era stata tra le protagoniste delle manifestazioni massicce del movimento delle donne, che in questi anni hanno riempito anche le piazze del Brasile.
Sappiamo che chi, come Marielle, e' sempre stata dalla parte delle donne nelle favelas, si opponeva in primo luogo alle politiche di "bonifica" (questo il termine tecnico usato per arresti di massa e uccisioni) da parte della polizia e alla concezione delle favelas come immensi quartieri dati in pasto alla criminalita' organizzata. Le favelas rappresentano una necessita' per il neoliberismo. Chi si e' sempre schierato accanto alle donne, le piu' colpite dalla politica e dalla repressione, alle quali e' preclusa ogni possibilita' di uscire da una poverta' assoluta, si e' sempre ritrovata sotto attacco. In particolare, l'esecuzione di Marielle rappresenta un attacco a tutto quello contro cui lei stessa lottava: lo sterminio del popolo nero.
La marea femminista globale in questo difficile momento abbraccia le compagne femministe brasiliane, prendendo esempio dal coraggio e dalla forza di Marielle, gridando forte che "la nostra forza vi seppellira'".
Marielle e' parte della marea femminista e la porteremo con noi in ogni latitudine e in ogni lotta a cominciare da quella contro il silenzio e l'oblio che cercheranno di far cadere su questo omicidio politico.
Non un passo indietro. Non una di meno.
Marielle presente! Femminismo e' rivoluzione.

2. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. RIFLESSIONE. MIRA FURLANI: UN DISCORSO DI PAPA FRANCESCO SULLA PROSTITUZIONE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente intervento del 22 marzo 2018 dal titolo "Lungo discorso di papa Francesco sulla prostituzione"]

Papa Francesco sulla prostituzione ha pronunciato parole chiare durante un incontro con i giovani al Pontificio collegio internazionale Maria Mater Ecclesiae di Roma in vista della riunione pre-Sinodo dei giovani. Un lungo discorso il suo. Riassumiamolo.
"E' una mentalita' malata quella che porta a sfruttare la donna [...]. Alcuni governi cercano di fare pagare multe ai clienti. Ma il problema e' grave, grave, grave. Vorrei che voi giovani lottaste per questo. Se un giovane ha questa abitudine la tagli. Chi fa questo e' un criminale. Questo non e' fare l'amore, e' torturare una donna, e' criminale". Francesco racconta in proposito di essere stato "l'anno scorso a visitare una delle case delle ragazze liberate da questa schiavitu': e' da non credere. Una e' stata rapita in Moldavia e portata legata a Roma, nel portabagagli", con la minaccia che le avrebbero ucciso i genitori. "Quelle che vengono per esempio dell'Africa vengono ingannate per un lavoro. Quando le portano nelle nostre citta', quelle che resistono vengono torturate e a volte mutilate. Ci sono i giorni di "ammorbidimento", quando arrivano: ti picchiano, torturano e alla fine cedi. Una delle ragazze mi ha detto che quando non ha portato la somma le hanno tagliato l'orecchio, ad altre hanno spezzato le dita. E' una schiavitu' di oggi. Qui in Italia, dobbiamo avere il coraggio di dirlo, i clienti, al 90 per cento sono battezzati cattolici. E sono anche tanti. Io penso allo schifo che devono sentire queste ragazze quando gli uomini le fanno fare delle cose".
In un'epoca di liberismo come il nostro, dove tutto e' diventato mercato, anche dopo sessant'anni dalla promulgazione dell'importante legge Merlin, i committenti, i clienti, gli sfruttatori del corpo delle donne restano sempre i maschi. Nel mercato libero il corpo femminile diventa sex work.
In questo contesto la postura spontanea di papa Francesco va nella direzione dello spirito della legge Merlin, cosi' come ha messo in evidenza Silvia Niccolai nell'incontro sulla prostituzione avvenuto il 10 marzo scorso al Circolo della rosa/Libreria delle donne di Milano. Il suo giudizio, infatti, mette in causa coloro che alimentano la prostituzione con i soldi e che vi ricorrono pur sapendo delle sofferenze gravi da parte femminile.
Parlando a persone giovani papa Francesco ha trasformato un incontro rituale in un affondo politico nel nostro presente, affiancandosi alla discussione in corso nel movimento femminista. Il papa si rivolge cioe' alla parte maschile, sicuramente e gravemente responsabile dei tanti mali legati alla prostituzione, senza fare delle donne il comodo capro espiatorio, come si e' fatto per secoli e siamo sempre pronti a fare: il suo e' un atto simbolico esemplare, doppiamente per un uomo nella sua posizione. E vale per tutti e tutte.

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Numero 725 del 28 marzo 2018

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