[Nonviolenza] Telegrammi. 3014



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3014 del 24 marzo 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Il 24 marzo Giuliano Pontara a Roma
2. Giuliano Pontara ricorda Nanni Salio (2016)
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. IL 24 MARZO GIULIANO PONTARA A ROMA

Sabato 24 marzo 2018, con inizio alle ore 18, presso il salone della Comunita' di base di San Paolo, via Ostiense 152/b, a Roma, si svolgera' un incontro con Giuliano Pontara su "Gandhi, nonviolenza e giustizia".
Introduce Fabrizio Truini.
Per ulteriori informazioni: tel. 0657287347, e-mail: info at cipax-roma.it, sito: www.cipax-roma.it

2. MAESTRI. GIULIANO PONTARA RICORDA NANNI SALIO (2016)
[Riproponiamo questo ricordo originariamente apparso nel sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino.
Giuliano Pontara e' uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale, riproduciamo di seguito una breve notizia biografica gia' apparsa in passato sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto cuore Giuliano Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e' nato a Cles (Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla eticita' del servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni all'Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal 1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore a contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le Edizioni Gruppo Abele la collana "Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi della pace. E' membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e in tale qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di  Barcellona 1996). Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di etica pratica e teorica, metaetica  e filosofia politica. E' stato uno dei primi ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese. Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di posizione), in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag,  Staffanstorp  1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal of Peace Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr. spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson, Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D. Sainsbury, Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93; Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future, Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras, Ariel, Barcelona 1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Breviario per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano 1998; Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp. 35-49; L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006; Quale pace?, Mimesis, 2016. E' autore delle voci Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in Dizionario di politica, seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche Tea, Milano 1990, 1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence, Violence, in Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de France, Paris 1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una vasta silloge di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, nuova edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli scritti di Giuliano Pontara aggiornata fino al 1999 (che comprende circa cento titoli), gia' apparsa nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino", abbiamo successivamente riprodotto nel n. 121 di "Voci e volti della nonviolenza".
Su Nanni Salio riproponiamo il seguente profilo steso da Paolo Macina ed apparso sulla Wikipedia, edizione italiana: "Giovanni Salio (Torino, 24 dicembre 1943 - primo febbraio 2016) e' stato un attivista, ambientalista e pacifista italiano. Si e' occupato di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' stato tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia. L'attivismo politico: Giovanni Salio si e' appassionato fin da giovane all'antimilitarismo, aderendo a 19 anni al Movimento Antimilitarista Italiano. Negli anni '70 ha partecipato con altri attivisti del Movimento Internazionale di Riconciliazione e del Movimento nonviolento alle lotte per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare; in seguito ad alcune manifestazioni per le vie del centro di Torino con cartelli che recavano scritte in favore degli obiettori, fu denunciato insieme ai pacifisti Domenico Sereno Regis, Vito Bologna, Giovanni Pellissier, Piercarlo Racca, Alberto Perino, Giuseppe Marasso, Gian Antonio Bottino ed Enrico Vanesia e arrestato il 4 novembre 1971 al termine di una manifestazione di protesta durante l'alzabandiera in Piazza Castello. Il processo nei loro confronti, per vilipendio alle Forze Armate e alla bandiera nazionale, ed istigazione dei militari a disobbedire alle leggi inizio' il 17 ottobre 1972 e riscosse una discreta eco perche' in Parlamento si stava discutendo la legge che regolamentera' l'obiezione di coscienza. Gli imputati furono difesi dagli avvocati torinesi Giampaolo Zancan e Maria Magnani Noya, cui si aggiunse in seguito Bianca Guidetti Serra con il sostegno del magistrato Rodolfo Venditti. Nonostante la promulgazione della legge 772/72 che riconosceva l'obiezione di coscienza al servizio militare, la Corte d'Assise di Torino nel settembre 1975 condanno', con pene dai sei ai nove mesi di carcere, sette dei nove pacifisti (Salio fu scagionato per insufficienza di prove), cui segui' la piena assoluzione per tutti in Corte d'Assise d'appello. Laureatosi in Fisica, divento' ricercatore nella facolta' dell'Universita' di Torino (per la quale fu docente dal 1980 al 2000) e cerco' di coniugare i suoi studi all'impegno politico: erano infatti gli anni della guerra fredda e del pericolo dell'olocausto nucleare. Nel 1982 aderi', insieme al altri 800 scienziati tra cui l'amico Antonino Drago, alla nascita dell'Unione Scienziati Per Il Disarmo (Uspid), che aveva l'obiettivo di fornire informazione e analisi sul controllo degli armamenti e il disarmo. Con Drago pubblico' nel 1983 un libro (Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare) destinato a diventare il pamphlet di riferimento degli scienziati contro la bomba atomica. Nel 1982 aderi' anche alla Campagna di obiezione alle spese militari di cui divento' promotore e per la quale subi' un pignoramento. Nel maggio 1985 si candido' per le Liste Verdi al consiglio comunale di Torino. Primo dei non eletti, fece parte del consiglio dopo la rinuncia di Franca Rame e lascio' il posto al secondo dei non eletti un anno dopo, secondo la regola di rotazione concordata all'interno del partito. Il Centro Studi Domenico Sereno Regis: Nel 1982 Salio fondo' a Torino, insieme a Domenico Sereno Regis, Franco Sgroi e Piercarlo Racca, un centro studi e documentazione per l'analisi delle azioni dirette nonviolente. Dopo la morte di Sereno Regis, nel gennaio 1984, il centro venne a lui dedicato e Salio ne divento' presidente, carica che ricopri' fino alla morte. Il Centro studi "Domenico Sereno Regis", diventato punto di riferimento per il mondo pacifista torinese, e' dotato di biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente e sviluppo e nel 2014 ha ottenuto il riconoscimento dalla Soprintendenza per i beni archivistici del Piemonte e Valle d'Aosta, di "Archivio di interesse storico particolarmente importante". Tra le varie attivita', il centro ha sperimentato, dal 1998 al 2008 in collaborazione con il Comune di Torino e l'associazione Telefono Rosa, un servizio di controllo non armato del territorio con l'utilizzo di obiettori di coscienza in servizio civile, chiamato presenza amica, nei luoghi in cui (parco del Valentino e dintorni di Piazza Vittorio Veneto) si erano manifestati casi di aggressione alle donne. Nel 2012 il Centro Studi Sereno Regis ha acquistato e rimesso in funzione i locali che ospitarono, dal 1907, la prima sala cinematografica di Torino. E' nato cosi' Irenea, un luogo in cui il centro propone attivita' inerenti il rapporto tra cinema e pace. Nel corso delle ristrutturazioni sono emersi i resti di una chiesa risalente all'anno Mille, poi chiusa nel XV secolo, dedicata ai santi Simone e Giuda, la cui abside e' visibile dal pavimento vetrato di uno dei locali del cinema. Legato a Irenea e' il Premio cinematografico "Gli occhiali di Gandhi", assegnato dal 2011 al regista che nel corso del Torino Film Festival presenti il miglior film con contenuti culturali nonviolenti. L'attivita' di peace research: In seguito al consolidamento delle attivita' del Centro Studi Sereno Regis e all'acquisto dei locali presso cui viene adibita la nuova sede, Salio approfondi' a livello teorico le attivita' di peace research. Inizio' una collaborazione con la casa editrice del Gruppo Abele per la quale fu membro di redazione e per cui curo' la sezione dedicata all'educazione alla pace dal 1982 al 2012. Grazie a questa collaborazione vennero tradotti in Italia alcuni teorici del pacifismo e dell'ecologismo come Johan Galtung, Theodor Ebert, Gene Sharp e Arne Naess. Salio conobbe Johan Galtung, sociologo e matematico norvegese padre della Peace Research, nel 1982; ne condivise gli approcci tanto da diventare segretario, dal 1991, del Peace Research Institute (Ipri), fondato nel 1977 da Mario Borrelli, Antonino Drago e Giuliana Martirani e affiliato all'Ipra e lo porto' a pubblicare per la Ega le sue opere piu' importanti. Quando Galtung fondo' nel 1996 la rete Transcend per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, Salio ne entro' a far parte come membro esperto, mettendo il Centro Studi Sereno Regis a disposizione per le attivita' italiane delle rete. Salio guido' anche la facolta' di scienze politiche dell'Universita' di Torino a conferire al sociologo, nel gennaio 1998, una laurea honoris causa per le sue battaglie in nome della pace. A partire dal quell'incontro, le iniziative sulla peace research cui Salio partecipo' si moltiplicarono: nel 1988 entro' a far parte della segreteria scientifica del "Progetto nazionale di ricerca sulla difesa popolare nonviolenta"; nel 2001 fece aderire il centro Sereno Regis alla creazione del Centro Interateneo di Studi per la Pace (Cisp) fondato dall'Universita' di Torino, dall'Universita' del Piemonte Orientale e dal Politecnico di Torino con la finalita' di promuovere, coordinare e svolgere studi e ricerche sui temi della pace e della guerra; venne chiamato come docente, dal 2006 al 2007, al master internazionale di peacekeeping promosso dall'Onu e attivato dalla facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino; venne inoltre eletto, in qualita' di membro esperto, dal 2008 al 2009, nel Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito dal Ministero della Solidarieta' Sociale. Varie istituzioni che si occupano della formazione degli obiettori di coscienza al servizio militare (Scuola di pace di Boves, Scuola di pace "Ernesto Balducci" di Torino, Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace di Rovereto, Scuola di Formazione alla Protezione Civile della Regione Piemonte, Coordinamento Comasco per la Pace) lo coinvolsero nelle attivita' di docenza. Nel corso degli anni ha collaborato continuativamente con riviste quali "Azione nonviolenta", "Satyagraha" ed "Ecole". Opere: Giovanni Salio, Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, ed. Movimento Nonviolento, Perugia 1983. Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983. Giovanni Salio, Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984. Giovanni Salio, Le centrali nucleari e la bomba: un legame pericoloso, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984. Giovanni Salio, Progetto di educazione alla pace (10 fascicoli), Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991. Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace: vol. I. Le ragioni e il futuro, vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989. Fritjof Capra, Il Tao della fisica, Adelphi, Milano, 1989 (Traduzione di Giovanni Salio). Giovanni Salio, Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991. Giovanni Salio (con altri), Domenico Sereno Regis, ed. Satyagraha, Torino 1994. Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995. Giovanni Salio, Gandhi. Economia gandhiana e sviluppo sostenibile. Catalogo della mostra (a cura di), Seb27, Torino 2000. Giovanni Salio, Elementi di economia nonviolenta, ed. Movimento Nonviolento, Verona 2001. G. Salio, D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001. Giovanni Salio, Gianfranco Bologna, Il futuro di noi tutti, saggio introduttivo a Scenari del XXI secolo, Grande Dizionario Enciclopedico Utet, Torino, 2005, e di Sara' il secolo della nonviolenza?, ibidem. Giovanni Salio, Carla Toscana, Gandhi: pensieri sulla civilta' moderna, la religione, la nonviolenza, Red, Milano, 2008. Autore delle voci: Guerra e ambiente e Proliferazione nucleare in Giuseppe Gamba e Giuliano Martinetti, Dizionario dell'ambiente, Isedi, Torino, 1995. Autore della voce: Il futuro dell'ambiente per l'Enciclopedia del XXI secolo, Utet, Torino 1999"]
 
"Di fronte alla morte si aprono domande poco esplorate, anche da chi come noi si propone di costruire una cultura della nonviolenza".
Cosi' mi scriveva Nanni, all'indomani della morte della sua compagna Daci, in una lettera datata 8 novembre 2015, pochi mesi prima di uscire lui stesso dal tempo.
Nanni e' stato tra coloro che in Italia si sono impegnati a fondo per costruire e diffondere una cultura della nonviolenza. L'ha fatto con molta, metodica preparazione, grande capacita' inventiva, e dando un esempio personale attraverso il suo stile di vita.
Ci legava una lunga amicizia, l'inizio della quale per me si perde nel tempo: non ricordo quando incontrai Nanni per la prima volta, ma fu certamente in qualche incontro seminariale sulla nonviolenza, al quale lui sempre arrivava con uno zaino, piu' pieno di opuscoli e materiali vari che non di indumenti. Non ci vedevamo spesso - lui viveva a Torino, io a Stoccolma - ma quando ci vedevamo, quasi sempre in occasione di vari appuntamenti sulla nonviolenza, l'incontro era intenso, e ne uscivo sempre arricchito. Nei nostri incontri discutevamo di varie cose, alcune pratiche riguardanti future attivita' presso il Centro Sereno Regis, altre teoriche, per esempio quella di quale sia la definizione piu' utile della nozione di "pace" e quella riguardante la concezione capitiniana della "compresenza" simile a quella gandhiana della "unita' di tutti gli esseri viventi". Su questi temi ci scambiammo anche due lettere, di cui qui sotto, in appendice, riporto le parti rilevanti.
Tra i tanti incontri di cui ho un ricordo molto vivo, vi sono quelli che avvennero durante i corsi per formatori di obiettori di coscienza in servizio civile, tenutisi per sette anni consecutivi presso la International University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) / Universita' internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace (Unip), da me diretta, con sede a Rovereto, in Trentino (la settima e ultima edizione di questi percorsi fu realizzata nell'autunno del 2000). In vari di questi corsi Nanni partecipo' molto attivamente conducendo - con molta preparazione e grande calore umano - apprezzatissimi seminari sulla gestione nonviolenta dei conflitti e il servizio civile come difesa sociale. Arrivava anche a Rovereto sempre con il suo zaino con dentro pochi indumenti e molti opuscoli; gran camminatore, anche quando era a Rovereto, si presentava puntualmente alle 9 di mattina all'inizio dei seminari, fresco di una camminata di alcune ore iniziata gia' all'alba.
La Iupip era un centro internazionale di formazione ai e ricerche sui problemi della pace, della nonviolenza, della diplomazia popolare; vi si facevano ogni anno corsi seminariali in inglese, poi anche in spagnolo, con attivisti e studiosi provenienti dai piu' diversi paesi del mondo. Credo che Nanni fece tesoro delle sue esperienze a Rovereto, mettendole poi a buon frutto nella sua instancabile attivita' nello sviluppo del Centro Sereno Regis a Torino.
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Appendice
La lettera di Nanni, datata 15 aprile 2013, prendeva lo spunto da un mio articolo su "L'Indice dei libri" (febbraio 2013) riguardante il carteggio tra Norberto Bobbio e Aldo Capitini, e da un ulteriore mio commento a una questione posta da Gian Giacomo Migone sul sito della rivista "L'indice online", in cui Migone domandava, tra l'altro, come Johan Galtung entrasse nel dialogo tra Bobbio e Capitini.
Nel mio articolo, rilevando la problematicita' della nozione di "compresenza", ne proponevo una interpretazione etica di "apertura nonviolenta a tutti gli esseri", un'etica che allarga il campo della nostra responsabilita' morale verso tutto cio' che vive. Nel corso del mio commento alla questione posta da Migone, notavo come Galtung fosse piuttosto critico nei confronti dell'idea di uno stato mondiale democratico sostenuta da Bobbio, e come questi a sua volta fosse assai critico sulla nozione di "pace" proposta da Galtung, il quale, alla tradizionale nozione di pace come antitesi della guerra, opponeva una nozione di "pace positiva" come antitesi della violenza, nella triplice forma della violenza diretta, strutturale e culturale.
Propendendo io stesso per la nozione di pace come antitesi della guerra, cosi' scrivevo a proposito della nozione di pace proposta da Galtung:
"Una siffatta nozione di pace dipende a sua volta da una definizione molto comprensiva di 'violenza': il problema e' qui che di tale nozione occorre fornire una generale, chiara e precisa definizione sotto la quale sussumere tutte e tre le forme di violenza - diretta, strutturale e culturale - di cui a Galtung preme parlare; Galtung ci ha provato piu' volte, ma e' discutibile se vi sia riuscito. Un problema connesso e' che la nozione di pace positiva rischia di diventare inservibile, perche' comprende molti, troppi, diversi fenomeni che possono venire, e spesso di fatto vengono, in conflitto tra loro e tra i quali la scelta e' sempre ardua".
Ecco dunque quanto mi scrisse Nanni:
"Caro Giuliano,
... Per quanto riguarda le riflessioni che fai sul carteggio e la domanda posta da Migone a proposito di Galtung, non credo, come tu stesso dici, che conoscesse Capitini e non mi risulta che abbia letto i suoi scritti, ma posso indagare. So invece che ebbe modo di conoscere direttamente Dolci.
Sulla questione 'pace positiva' e 'violenza', conosco il dibattito tra Bobbio e Galtung. A questo proposito sono del parere che ogni definizione ha un carattere convenzionale e limitato e va valutata anche sulla base della sua utilita' nel campo specifico in cui la si applica. La concezione di violenza diretta, strutturale e culturale proposta da Galtung mi pare sia stata accolta con molto interesse nell'ambito della peace research. E' piu' sociologica e meno analitica della tua definizione, ma forse ha una sua utilita'. Possono esserci maggiori difficolta' nel definire la pace positiva, ma questo puo' valere anche per la nonviolenza. I contenuti di una possibile definizione sono di natura valoriale e certamente i valori entrano in conflitto tra loro. Pertanto e' necessario elaborare anche una teoria della risoluzione o trasformazione del conflitto, cosa che peraltro Galtung fa, e non solo lui. E' un tema sul quale bisogna ritornare piu' approfonditamente.
Ancora una riflessione sulla 'compresenza' capitiniana e piu' in generale sul tema dell'unita' di tutti gli esseri viventi (e non solo). Molti apporti delle moderne teorie scientifiche, dalla meccanica quantistica alla biologia, dalla cosmologia quantistica all'evoluzione, contribuiscono a dare maggiore fondamento all'idea, comune a diverse tradizioni religiose, dell'unita' di tutti gli esseri viventi. E' un tema importante e affascinante, di cui mi sono occupato e che vorrei riprendere andando piu' a fondo, tempo e capacita' permettendo.
Tra l'altro, proprio nella chiacchierata che abbiamo avuto a casa di Elisabetta nell'ottobre scorso, ci siamo limitati ad accennare agli aspetti della tecnoscienza limitatamente alle questioni ecologiche, mentre mi pare di grande importanza affrontare il tema del rapporto tra religione-nonviolenza-tecnoscienza-visione cosmologica.
Ma mi preme accennare anche a un altro aspetto, quello della nonviolenza politica, attiva, per il cambiamento sociale, che e' stato uno degli aspetti che, come ricordi nei tuoi scritti, ha caratterizzato fortemente l'azione di Capitini. Oggi e' quantomai necessario potenziare la ricerca e l'azione in questo campo. Mi colpisce sempre, piuttosto negativamente, lo scarso coinvolgimento del mondo accademico, almeno qui in Italia, sui temi della nonviolenza attiva e persino nell'ambito della riflessione teorica, politica e filosofica. Non so quale sia la causa specifica, ma certo e' deludente. C'e' infine ancora un punto che mi preme sottolineare: quello dell'enorme complessita' di tutto cio' che stiamo indagando. Per fare un solo esempio: cosa significa entrare in relazione capitiniana con sette miliardi di persone, quante siamo oggi? L'evoluzione della nostra specie e le molteplici interazioni, scoperte, esperienze, sfuggono alla nostra capacita' di conoscenza esaustiva. Il pensiero della nonviolenza deve confrontarsi anche con queste dimensioni, con la condizione di ignoranza in cui viviamo.
Spero che avremo modo di entrare maggiormente nel merito di qualcuno dei punti che ho cercato di delineare.
Un abbraccio e se vieni da queste parti, cerchiamo di vederci e di organizzare una bella chiacchierata a piu' voci.
Ciao
Nanni Salio".
Risposi alla lettera di Nanni in data 15 maggio - in verita' la mia risposta era un po' frettolosa, anche perche' sapevo che Nanni sapeva che dei temi in questione mi ero occupato piu' diffusamente in vari scritti che lui conosceva bene.
"Caro Nanni,
mi rifaccio vivo con molto ritardo rispetto alla tua ricca lettera di esattamente un mese fa... Qui di seguito alcune mie brevissime riflessioni sui temi che tocchi nella tua lettera. (Peccato che non sei riuscito a fare un commento al mio articolo sul carteggio Capitini-Bobbio su "L'indice on line").
Sono d'accordo con te sulla convenzionalita' delle definizioni e quindi sulla importanza del contesto in cui si introducono e quanto siano utili o fruttuose. Proprio per questo, laddove mi sono occupato della nozione di 'violenza' mi sono in primo luogo preoccupato di chiarire quelle che chiamo le condizioni di adeguatezza che e' plausibile esigere che una definizione di 'violenza' debba soddisfare: cosa che, mi pare, Galtung non ha mai fatto chiaramente. Bisogna anche stare attenti a non cadere nell'obscurum per obscurius. Nei miei scritti ho piu' volte anch'io parlato di violenza diretta, strutturale, culturale (a volte usando aggettivi diversi) - mi va bene: quello che pero' non ho trovato in Galtung e' una definizione precisa, chiara di una nozione di 'violenza' tale da poter sussumere sotto di essa tutte e tre le forme di violenza. Magari tu mi sai indicare dove nei suoi scritti la posso trovare.
Tu fai un parallelo tra la nozione complessa di 'pace positiva' e quella pure complessa di 'nonviolenza positiva'. A me pare che ci sia una differenza. Mentre ha senso, e puo' anche essere utile, poter parlare di nonviolenza per gradi - si puo' essere piu' o meno nonviolenti rispetto ad una concezione ideale di nonviolenza -, mi sembra che non sia altrettanto sensato e utile parlare di piu' o meno pace: per questo dubito a volte della utilita' della nozione estremamente comprensiva che Galtung propone della nozione di 'pace positiva' (sembra che ci metta dentro tutto quanto ritiene  buono, desiderabile, giusto).
Quello che ho sempre trovato oscuro nella concezione della compresenza di Capitini non e' tanto quando parla (come Gandhi) della 'unita' di tutti i viventi' (ma anche questa nozione e' molto problematica e passibile di varie e diverse interpretazioni, e mi interessa leggere quello che verrai scrivendo a proposito), bensi' quando  parla di 'compresenza dei vivi e dei morti' in un senso (ma quale?) che va oltre l'idea (storicistica) che ogni generazione costruisce la storia in qualche modo su quello che hanno fatto (e nonostante i danni fatti) dalle generazioni precedenti. A volte parrebbe che Capitini quando parla di 'compresenza dei vivi e dei morti' abbia in mente una sua idea religiosa-metafisca di 'paradiso'.
Sulla importanza di potenziare la ricerca sulla e l'azione della nonviolenza politica, attiva sono certamente d'accordo: io, come sai, nella mia vita mi sono dedicato piu' alla prima che alla seconda.
Un affettuoso abbraccio.
Giuliano".

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Marco Aurelio, Pagine scelte e commentate, Rcs, Milano 2017, pp. 208, euro 6,90. A cura di Roberto Radice.
*
Riletture
- Mario Cuminetti, La teologia della liberazione in America Latina, Borla, Bologna 1975, pp. 154.
- Mario Cuminetti, Seminare nuovi occhi nella terra, Il Saggiatore, Milano 1996, pp. 98.
*
Riedizioni
- Primo Levi, L'asimmetria e la vita, Einaudi, Torino 2002, Rcs, Milano 2018, pp. XVI + 272, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera).

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3014 del 24 marzo 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
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