[Nonviolenza] Telegrammi. 2973



 TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2973 del 10 febbraio 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. Ricordando Ernesto Rossi. Un incontro a Viterbo
2. One Billion Rising 2018
3. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
4. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. MEMORIA. RICORDANDO ERNESTO ROSSI. UN INCONTRO A VITERBO

Ricorrendo l'anniversario della scomparsa, si e' svolto venerdi' 9 febbraio 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Ernesto Rossi, deceduto il 9 febbraio 1967, una delle figure piu' illustri dell'Italia civile.
Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune pagine dalle sue opere, ed all'ascolto della sua testimonanza si e' riflettuto sulla necessita' di contrastare oggi il fascismo che torna.
*
Ernesto Rossi, nato nel 1897 e scomparso nel 1967, antifascista, federalista europeo, pubblicista di straordinario impegno civile. Tra le opere di Ernesto Rossi: cfr. almeno Elogio della galera, Laterza, Bari (raccolta delle lettere dal carcere fascista); Settimo: non rubare; Lo Stato industriale; Il malgoverno; I padroni del vapore; Aria fritta; Il Sillabo; Il manganello e l'aspersorio; Elettricita' senza baroni; le sue veementi Pagine anticlericali sono state ristampate da Massari Editore, Bolsena. Opere su Ernesto Rossi: Giuseppe Fiori, Una storia italiana, Einaudi, Torino. Dal sito www.societaperta.it riprendiamo la seguente scheda biobibliografica su Ernesto Rossi a cura di Gaetano Pecora: "Ernesto Rossi nacque a Caserta nel 1897. Non ancora diciannovenne ando' volontario in guerra. Di ritorno dal fronte, l'ostilita' per i socialisti che s'erano fatti un punto d'onore a vilipendere i sacrifici dei reduci di guerra e il disprezzo per una classe politica chiusa ad ogni respiro ideale e come ripiegata su se stessa, l'una e l'altra cosa insieme vellicarono gli istinti antiparlamentari e condussero Ernesto Rossi ad accarezzare le stesse speranze ed i medesimi obiettivi dei nazionalisti prima e dei fascisti poi. Fu in quel giro di tempo, dal 1919 al 1922, che Rossi prese a collaborare al "Popolo d'Italia", il quotidiano diretto da Mussolini. Ma fu precisamente in quel periodo che egli conobbe Gaetano Salvemini. A Salvemini, Ernesto Rossi si lego' fin da subito e il vincolo dell'amicizia, oltre che dall'ammirazione e dall'affetto, venne ben presto cementato dalla piena intesa intellettuale. 'Se non avessi incontrato sulla mia strada - ebbe a scrivere Ernesto Rossi - al momento giusto Salvemini, che mi ripuli' il cervello da tutti i sottoprodotti della passione suscitata dalla bestialita' dei socialisti e dalla menzogna della propaganda governativa, sarei facilmente sdrucciolato anch'io nei Fasci di combattimento'. Dopo di allora, il suo percorso non conobbe sviamenti ne' fu punteggiato dal dubbio. Una certezza vibro' sempre affermativa nelle sue opere, e tutto - l'intrepida moralita', la causticita' sibilante, l'astuzia affilata - tutto, proprio tutto, venne posto al servizio di questa certezza, che poi era la certezza di dover difendere comunque e ad ogni costo le ragioni della liberta'. Di qui l'implacabile determinazione con la quale avverso' il regime fascista. Quale dirigente, insieme con Riccardo Bauer, dell'organizzazione interna di 'Giustizia e Liberta'', pago' la sua intransigenza con una condanna del Tribunale speciale a venti anni di carcere, di cui nove furono scontati nelle patrie galere e quattro al confino di Ventotene. Qui, con Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni maturo' piu' compiutamente quelle idee federalistiche che nel 1941 dovevano ricevere il loro suggello nel celebre Manifesto di Ventotene. All'indomani della Liberazione, in rappresentanza del Partito d'Azione, fu sottosegretario alla Ricostruzione nel Governo Parri e presidente dell'Arar (Azienda Rilievo Alienazione Residuati) fino al 1958. Dopo lo scioglimento del Partito d'Azione aderi' al Partito Radicale di Pannunzio e Villabruna di cui pero', sentendosi come 'un cane in chiesa' (sono parole sue), rifiuto' ogni incarico direttivo preferendo dedicarsi alla scrittura di libri e al giornalismo d'inchiesta sul 'Mondo'. La collaborazione al 'Mondo', iniziata sotto i migliori auspici nel 1949 (quando Mario Pannunzio, proprio lui, il direttore dalla vigilanza occhiuta e minuziosa, gli promise che i suoi articoli li avrebbe letti 'solo dopo pubblicati'), la collaborazione al 'Mondo', dicevamo, iniziata nel 1949, continuo' ininterrotta per tredici anni, fino al 1962. Fu la stagione d'oro di Ernesto Rossi, durante la quale egli pote' assecondare il genio profondo che lo agitava dentro, quello che lo traeva a tirare per il bavero anche le barbe piu' venerande, denunciandone le malefatte, irridendone le asinerie, sbugiardandone le falsita'. I suoi articoli migliori Ernesto Rossi li raccolse in volumi dai titoli famosissimi, cosi' famosi da diventare patrimonio della lingua comune. Due per tutti: I padroni del vapore (Bari, 1956) e Aria fritta (Bari, 1955). Dal 1962 in avanti svolse la sua attivita' di pubblicista su 'L'Astrolabio' di Ferruccio Parri. Nel 1966, quando la strada della sua vita andava ormai discendendo, gli fu conferito il premio 'Francesco Saverio Nitti', che molto lo conforto' e, in parte, lo ripago' di un'esistenza scontrosa che gli era stata assai avara di riconoscimenti accademici. L'anno successivo, il 9 febbraio del 1967, Ernesto Rossi moriva a Roma. Aveva sessantanove anni. Pochi mesi prima, in una lettera a Riccardo Bauer, aveva scritto parole presaghe che vibrano di un'accensione poetica: 'se ci domandiamo a cosa approdano tutti i nostri sforzi e tutte le nostre angosce non sappiamo trovare altre risposte fuori di quelle che dava Leopardi: si gira su noi stessi come trottole, finche' il moto si rallenta, le passioni si spengono e il meccanismo si rompe'. E poi: 'Io non ho mai avuto paura della morte. Mi e' sempre sembrata una funzione naturale, inspiegabile com'e' inspiegabile tutto quello che vediamo in questo porco mondo. Crepare un po' prima o un po' dopo non ha grande importanza: si tratta di anticipi di infinitesimi, in confronto all'eternita', che non riusciamo neppure ad immaginare. Ma ho sempre avuto timore della cattiva morte'. Sia consentito aggiungere che se la 'cattiva morte' e' di chi non ha saputo vivere della tranquillita' della propria coscienza, e' assolutamente da escludere che la morte possa essere stata 'cattiva' con Ernesto Rossi. Il pensiero: in una lettera indirizzata ad Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini scriveva cosi': 'se avessi potuto fabbricarmi un figlio su misura, me lo sarei fabbricato pari pari come te'. E perche' la piena dei sentimenti non lo travolgesse, subito stemperava il suo affetto in una increspatura lievemente canzonatoria: 'ma anche quel figlio - aggiungeva - sarebbe andato a male come te e come me'. E' vero: per molti aspetti chi dice Rossi dice Salvemini. La chiarezza e la logica che informa i suoi scritti e' la stessa: stringente, incalzante, che nulla concede alla magniloquenza della retorica e che mai si impantana in guazzabugli incomprensibili. Cosi' come da Salvemini derivo' la stessa passione per la giustizia, e identico fu l'istinto di liberta'. Sorgenti morali, queste, limpidissime che con gli anni trassero Ernesto Rossi a riconoscersi nel medesimo liberalismo del Salvemini maturo; un liberalismo fermentato da aspirazioni egualitarie, le cui ascendenze empiriche lo trattennero dall'involarsi nei cieli delle astrazioni. Non il Progresso, la Rivoluzione o il Popolo lo interessava, ma lo studio dei problemi concreti specie se questi problemi gli rivelavano l'esistenza di soprusi a danno degli umili. Degli umili in carne ed ossa, con tanto di nome e di cognome. E' allora che Ernesto Rossi dava il meglio di se': puntuali e documentate fino alla pignoleria, le sue denunzie inchiodavano i responsabili alle loro colpe. Il tutto senza indulgere al melodramma e tenendosi discosto dalle pose accigliate e un po' ferali dei predicatori di quaresima. Tali requisitorie, infatti, venivano percorse e come illeggiadrite da una vena sbarazzina che incanta per la sua freschezza; era tale lo sfavillio delle arguzie, tanta la felicita' della battuta e dello sberleffo che le stesse vittime ne riuscivano sedotte e quasi forzate a ridere delle loro bestialita'. Riderne di un riso verde, si capisce. E si capisce altresi' perche' un simile liberalismo subisse l'ingiuria dell'oblio dopo la scomparsa del suo artefice. Nessuno era interessato a riscoprirlo perche' nessuno, proprio nessuno, venne risparmiato dalla sue bordate polemiche. Ripercorrerne a cento anni dalla nascita la vicenda umana e politica puo' dunque impedire che l'ombra avvolga definitivamente questa figura fuori dall'ordinario, risoluta e indipendente fino alla spregiudicatezza e soprattutto poco disposta a patteggiare con gli altri perche' poco incline a transigere con se stessa. Il che, alla saggezza filistea dei suoi compatrioti e alla soffice indolenza dei loro dirigenti dovette apparire una novita' oltremodo strana e sgradevole. Di qui la solitudine che l'accompagno' per tutta la vita. Si', Ernesto Rossi fu un uomo solo; solo ma libero. Un uomo che della propria liberta' non ebbe paura e che se ne avvalse per lanciare i suoi strali nelle piu' diverse direzioni. In direzione del cattolicesimo, di cui respingeva l'ideale di una societa' controllata e ubbidiente e al quale imputava l'allentamento della fibra morale degli italiani. In direzione del comunismo, che egli aborriva per il suo programma economico e al quale rimproverava la stessa religione dei cattolici, sia pure nella versione secolarizzata del marxismo-leninismo. E neppure ai liberali e ai socialisti lesinava i suoi puntuti giudizi. Dei liberali - dei "liberaloni con la tuba" come li chiamava - denunziava i sofismi con i quali essi tradivano i principi della liberta' (anche di quella economica) e accreditavano come collettivi quelli che invece erano sordidi interessi di gruppo. Dei socialisti - di questi 'comunisti mal riusciti' come ebbe a battezzarli - sottolineava causticamente il comportamento pendolare, sempre combattuto tra l'alternativa: o ci fate ministri o diventiamo rivoluzionari. Se e' vero percio' che Ernesto Rossi distribuiva le sue bastonate a destra e a manca, contro il coriaceo antiliberalismo dei cattolici e dei comunisti e contro quello piu' subdolo ma non meno pervicace degli imprenditori e dei sindacati, se e' vero tutto questo, si capisce bene perche' fino ad ieri nessuna associazione, nessun organismo politico fosse interessato al suo lascito intellettuale. Oggi pero' che le cose sono cambiate e che le idealita' liberali paiono riuscire meno estranee all'orientamento degli spiriti, e' lecito attendersi una maggiore attenzione per un pensiero che non e' invecchiato. Purche', beninteso, questo pensiero venga conosciuto. Donde la necessita' di ripubblicare gli scritti di Ernesto Rossi; e bene ha fatto una intraprendente casa editrice romana (Il Mondo 3 Edizioni) a ristampare l'Elogio della galera, la raccolta delle lettere che Rossi scrisse dal carcere negli anni che vanno dal 1930 al 1943. Ed ha fatto bene intanto perche' l'Elogio della galera e' un commovente, straordinario epistolario la cui lettura potrebbe segnare per sempre i giovani e i giovanissimi; in ogni caso i migliori fra loro. E poi perche' proprio qui si trovano scolpiti come con caratteri indelebili tutti i principi politici e tutti i convincimenti economici che in seguito, all'indomani della scarcerazione, avrebbero guidato l'attivita' di Ernesto Rossi. Ecco: proporsi obiettivi concreti legati al suo nome e non avvolgerne la memoria nel sudario di auliche declamazioni. E' quanto non sarebbe dispiaciuto ad Ernesto Rossi. Un po' di bibliografia: a' parte l'Elogio della galera di cui si e' gia' detto, tra le opere di Ernesto Rossi ancora disponibili in libreria ricordiamo: Pagine anticlericali, (Edizioni Erre Emme, 1996); Abolire la miseria (Laterza, Roma-Bari 1977). Per il resto, bisogna che il lettore si armi di buona pazienza e vada in biblioteca. E' solo li', infatti, che potra' consultare gli altri scritti di Rossi. Tra quelli di maggiore spessore teorico citiamo: Critica delle costituzioni economiche (Comunita', Milano 1965); Il manganello e l'aspersorio (Laterza, Bari 1968); Ernesto Rossi. Un democratico ribelle, Scritti e testimonianze di Ernesto Rossi, a cura di Giuseppe Armani (Guanda, Parma 1975). I volumi che testimoniano della sua attivita' pubblicistica sono molteplici. Ricordiamo quelli piu' famosi: Settimo: non rubare (Laterza, Bari 1953); Il Malgoverno (Laterza, Bari 1954); Aria fritta (Laterza, Bari 1956). Quanto, invece, agli scritti su Rossi ci limitiamo a segnalare di Gian Paolo Nitti, Appunti bio-bibliografici su Ernesto Rossi, in 'Il movimento di liberazione in Italia', nn. 86-87, gennaio-giugno 1967; di Gaetano Pecora, Ernesto Rossi: un maestro di vita e di pensiero, in Uomini della democrazia (Esi, Napoli 1986); di AA. VV., Ernesto Rossi. Una utopia concreta, a cura di Piero Ignazi (Comunita', Milano 1991); la godibile biografia di Giuseppe Fiori, Una storia italiana. Vita di Ernesto Rossi (Einaudi, Torino 1997); e, ultimo in ordine di tempo, l'ottimo profilo critico di Livio Ghersi, Ernesto Rossi, in 'Pratica della liberta'', anno I, n. 4, ottobre-dicembre 1997".
*
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso l'unanime convincimento che nella imminente scadenza elettorale del 4 marzo decisivo sia usare lo strumento democratico del voto per opporsi alla guerra, al razzismo, al maschilismo, alla devastazione della biosfera, al fascismo che torna.
Le persone partecipanti all'incontro, oltre ad esprimere il loro sostegno all'appello affinche' l'Italia ratifichi al piu' presto il trattato Onu di proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017, hanno espresso ancora una volta il loro sostegno anche all'appello "Una persona, un voto" per il riconoscimento del diritto di voto a tutte le persone residenti in Italia, all'appello affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro, ed all'appello per la legge sullo "ius soli / ius culturae"; ed auspicano che su questi temi vi sia un esplicito pronunciamento ed un impegno programmatico delle forze politiche democratiche gia' in campagna elettorale.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; salvare le vite e' il primo dovere. Pace, riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, difesa della biosfera: solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING 2018
[Dal Coordinamento Italia One Billion Rising (per contatti: obritalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Carissime,
prima di tutto buon anno! Vi scriviamo perche' anche quest'anno One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza. Il 14 febbraio saremo insieme nelle strade, nelle piazze, nei teatri, nelle scuole d'Italia e del mondo per manifestare contro ogni violenza e discriminazione, con ogni espressione artistica: danza, musica, teatro, lettura, proiezioni, ecc.
Un evento mondiale che si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarieta'. Il messaggio One Billion Rising 2018 e' proprio quello dell'importanza della solidarieta' come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
Per questo vi chiediamo di partecipare a One Billion Rising 2018 con evento, un momento di incontro da organizzare nella vostra citta', diffondendo la notizia e coinvolgendo piu' persone possibili. Poiche' il 14 febbraio 2018 sara' mercoledi', gli eventi potranno essere organizzati anche nei giorni precedenti e successivi (weekend del 10/2 o del 17/2).
Per facilitare l'organizzazione dell'evento vi inviamo alcune semplici indicazioni da seguire:
- Iscrizione al sito per segnalare il tuo evento: clicca su http://bit.ly/Registra_il_tuo_evento_sulla_pagina_internazionale_OBR e invita altre associazioni, gruppi, persone a partecipare... piu' siamo, meglio e'!
- I nostri riferimenti: vi chiediamo di seguirci sui social, condividere i contenuti e invitare i propri contatti a fare lo stesso, cosi' da diffondere anche li' il nostro messaggio. Inviateci foto, video dell'organizzazione e dell'evento.
Sito ufficiale https://www.onebillionrising.org
Facebook https://www.facebook.com/obritalia
Instagram https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia/
Twitter @OBRItalia
Email obritalia at gmail.com
Hashtag ufficiali: #RiseInSolidarity #1billionrising #UntilTheViolenceStops
- Loghi ufficiali, immagine del profilo e la foto di copertina su Facebook, Twitter, Youtube che potete scaricare cliccando sul link qui sotto:
loghi 2018: http://bit.ly/1billionloghi2018
foto profilo/cover social: http://bit.ly/1billioncoversocial
- Si puo' organizzare un flash mob durante l'evento del 14 febbraio, seguendo la canzone Break the chain e il tutorial ufficiale http://youtu.be/_U5CZfPydVA o creando una nuova coreografia. L'evento One Billion Rising puo' essere caratterizzato da performance artistiche di ogni genere e da momenti di lettura. In particolare quest'anno, in occasione dei 20 anni de I Monologhi della Vagina di Eve Ensler, opera diventata con i Vday il manifesto delle rivoluzione femminile in atto, vi invitiamo a leggerne qualche brano dell'opera durante l'evento.
Per quanto riguarda le autorizzazioni, bisogna affiggere un avviso pubblico di ripresa video nei luoghi in cui viene organizzata la manifestazione e, se si vogliono riprendere e/o intervistare le persone presenti, suggeriamo di chiedere loro di firmare una liberatoria cosi' da poter usare i video sui siti web, social e per eventuali montaggi.
Al seguente link http://bit.ly/OBR_autorizzazioni2018 puoi scaricare:
- Autorizzazione riprese, liberatorie per l'utilizzo delle riprese di persone;
- Avviso Pubblico riprese;
- Autorizzazione copyright per utilizzo materiali e brani musicali One Billion Rising.
Per quanto riguarda le letture, oltre a I Monologhi della Vagina di seguito troverete, come suggerimento:
- alcuni testi della fondatrice di One Billion Rising, Eve Ensler:
"L'Ufficio della schiavitu' sessuale" http://bit.ly/ufficio_della_schiavitu_sessuale
"L'insurrezione" http://bit.ly/insurrezione
"La mia rivoluzione" http://bit.ly/la_mia_rivoluzione
"Preghiera di un uomo" http://bit.ly/preghiera_di_un_uomo
"Fino a quando" http://bit.ly/fino_a_quando
"E poi saltavamo" http://bit.ly/e_poi_saltavamo
-la traduzione del brano musicale "Break the chain" credits Tena Clark-Musiche Tena Clark/Tim Heintz di M.G.Di Rienzo
http://bit.ly/traduzione_testo_BreakTheChain
- qui se volete potete trovare altre idee:
https://www.onebillionrising.org 
Per dichiarare l'adesione e ricevere maggiori informazioni vi chiediamo di scriverci al seguente indirizzo: obritalia at gmail.com
Grazie per tutto quello che potrete fare! #RiseInSolidarity
Un abbraccio
Coordinamento Italia One Billion Rising, Nicoletta Billi, Anna Vezzoli, Silvia Palermo

3. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

4. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Agota Kristof, Trilogia della citta' di K. (Il grande quaderno. La prova. La terza menzogna), Einaudi, Torino 1998, 2000, 2006, 2014, pp. IV + 384.
- Isaac Bashevis Singer, Un amico di Kafka, Longanesi, Milano 1987, Tascabili degli Editori Associati, Milano 1999, pp. 418.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 2973 del 10 febbraio 2018
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